#il fratello Fortunato
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è mancata Franca Marrapò ved. Arillotta
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#i nipoti ed i parenti tutti. ---------------- I funerali avranno luogo mercoledì 29 c.m. alle ore 16:00#il fratello Fortunato#Ne danno il triste annuncio i figli: Francesco e Ivan con la moglie Eleonora Bolsi#nella Chiesa parrocchiale del SS. Salvatore in via Cardinale Portanova.
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Berlusconi è così egocentrico che se va a un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto!
Checché se ne dica Berlusconi, come tutti i ricchi, non può essere generoso. Se fosse generoso non sarebbe ricco.
I manifesti della campagna elettorale di Berlusconi sono il più grande successo degli imbalsamatori dai tempi di Tutankamen.
Berlusconi è un cattolico un po’ sui generis. Per esempio le sue idee religiose si limitano alla convinzione che Dio abbia creato l’uomo e viceversa.
Silvio Berlusconi: “Ogni ingiustizia mi offende quando non mi procuri direttamente alcun profitto”.
Berlusconi, in vacanza a Bermuda, ha rischiato un gravissimo incidente: stava facendo una passeggiata quando, per un pelo, non è stato travolto da un motoscafo.
I manifesti di Berlusconi che tappezzano le città italiane lo fanno sembrare di vent’anni più bugiardo.
Casini: “Ho una proposta: se vinciamo facciamo il Governo degli Onesti.” Berlusconi: “Bravo, e il pluralismo?”
Che cosa distingue Pietro Nenni, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi? Nenni non sapeva dire bugie, Craxi non sapeva dire verità e Berlusconi non sa dire la differenza.
Oggi ho preso il coraggio a due mani ho telefonato a Berlusconi e gli ho detto: “Guardi che se vince le elezioni il mio posto di lavoro non si tocca!” E lui mi ha risposto: “E chi lo tocca? Anzi mi fa schifo solo a guardarlo!”
A pochi mesi dalle elezioni l’opinione pubblica è riuscita finalmente a capire la differenza che c’è tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi: Bossi è un povero pazzo, Berlusconi invece è ricco.
Mi sono svegliato nel 2010 e ho avuto paura perché Berlusconi aveva comprato tutto. Perfino la Costituzione aveva fatto riscrivere. Da Mike Bongiorno. Il primo articolo diceva: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro? Avete vento secondi per rispondere. Via al cronometro”.
Già da scolaretto Berlusconi dava prova delle sue straordinarie qualità vendendo i “pensierini” ai compagni meno dotati. Cominciava insomma a manifestarsi in lui quella particolare attenzione verso i più somari che sarà in seguito origine del suo successo televisivo e politico.
Una volta Bossi mi ha accusato di peronismo. Sì, ha detto proprio: “Berlusconi è un peronista!”, ma non mi sono offeso perché credo che si riferisse alla birra Peroni che è l’unico peronismo che conosce bene.
Se Berlusconi vincerà le elezioni tutti gli italiani si convinceranno che le sorti del Paese sono in mano a un serial premier.
Il ritorno di Berlusconi al governo mi ricorda il recital di un cantante d’opera penoso in un teatro di Palermo. Eppure il pubblico alla fine si è alzato in piedi e ha urlato: “Bis! Bis!” E lui ha cantato di nuovo. Peggio di prima. Ma il pubblico era di nuovo in piedi a gridare: “Cantala di nuovo!” E il cantante: “Siete un pubblico meraviglioso, mi piacerebbe cantare ancora per voi, ma non posso cantare la stessa aria tre volte…” Allora un vecchietto in loggione si è alzato e ha urlato: “E no! Adesso tu la canti finché non la impari!”
Silvio Berlusconi è una persona per lo più umile, nonostante abbia avuto tutta la vita al fianco il fratello Paolo che farebbe venire il complesso di superiorità perfino a Amadeus.
Silvio Berlusconi è un uomo davvero molto fortunato. Così proverbialmente fortunato che qualche tempo fa la Repubblica di San Marino decise di emettere dei francobolli rappresentanti il suo sedere stilizzato. Ma ha dovuto subito ritirarli perché Emilio Fede li leccava dal lato sbagliato.
Silvio Berlusconi non solo non conosce Tabucchi, ma è anche convinto che Gogol sia un centravanti balbuziente.
Sappiamo che è difficile da credere, ma la vita di Berlusconi è basata su una storia vera.
Berlusconi fin da piccolo aveva detto: “O divento presidente del Consiglio o niente.” Be’ ce l’ha fatta: è riuscito a diventare tutt’e due.
Berlusconi paga tre miliardi di tasse al giorno? E’ più forte di lui, non riesce a essere modesto neanche quando fa il 740.
Berlusconi è uno che prima di darsi alla politica non faceva mistero delle sue passioni. Che, come diceva lui stesso, erano soprattutto due: la figa e Parigi. La figa perché è la figa. Parigi perché… Insomma con tutta la figa che c’è a Parigi!
Sono sicuro, ci vorranno magari vent’anni, ma alla fine Berlusconi diventerà un musical.
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Selezione di battute tratte da: Anche le formiche nel loro piccolo fanno politica. (E s’incazzano). 107 cattivi pensieri sulle ELEZIONI 2001, a cura di Gino&Michele per il Comitato Rutelli.
#Silvio Berlusconi#Gino&Michele#umorismo#Storia d'Italia#politica italiana#Prima Repubblica#Seconda Repubblica#il Cavaliere#corruzione#Tangentopoli#Mani Pulite#Antonio Di Pietro#Fininvest#Mediaset#Forza Italia#conflitto di interessi#berlusconismo#leggi ad personam#Umberto Bossi#Gianfranco Fini#Romano Prodi#bipolarismo#partito-azienda#loggia P2#Piano di rinascita democratica#Marcello Dell'Utri#Bettino Craxi#mafia#sua Emittenza#potere
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Notti di gennaio. Non posso fare a meno di pensare all'amore della mia vita, un po' del mio passato, un po' del mio futuro e, mai come ora, del mio presente.
Lei non era perfetta, arrotondata ai bordi, un po' fascista, dura, ma così bella dentro da lasciarmi senza parole.
Lei è arrivata così per caso, per un gioco di parole scelto anni fa, ed è restata molto a lungo facendomi guarire, facendomi ricordare chi fossi, e come una meravigliosa primavera, è andata via prima che potessi salutarla davvero.
Lei era caotica, ribelle, dopo le vacanze in Sardegna tornava con l'accento romano, rendeva la fisica e la matematica dei giochi da ragazzi e con lei ho imparato a studiare, anche se, poi ripensandoci, volevo solo passare più tempo possibile a guardarla mentre ascoltavo le canzoni di Bowie, lei che è corsa da me quando le ho detto di essere veramente tanto triste, e siamo finiti a ridere come fratello e sorella distesi a letto.
Lei era con i capelli e gli occhi scurissimi, ruttava, ma mi guardava con occhi dolci e quando c'era lei i pomeriggi erano più belli, pure quando mi sono chiuso in me stesso ha capito cosa accadeva e mi ha chiesto come stessi, eravamo così piccoli eppure lei si è dimostrata così sensibile, lei è sempre riuscita a sorprendermi.
Lei aveva le lentiggini, i capelli che sapevano da biscotti e caramelle, era morbida quando la abbracciavo, bellissima, al punto da farmi fermare mentre ci baciavamo, per poterla guardare sorridere, lei diceva che per qualche assurda ragione parlando con me riusciva a trasformare anche le giornate più brutte, lei non sapeva dimostrare l'amore a parole, lei che lo poteva dimostrare solo a gesti, che io purtroppo non ho compreso, se non troppo tardi.
Lei mi ha fatto scrivere come un poeta quando ancora imparavo la grammatica a scuola, ogni tanto bestemmiava, e sceglieva sempre ragazzi discutibili, lei che ha fatto innamorare di me le sue amiche mostrando ciò che le scrivevo, lei è stata la prima Giulia, anche se ce ne sono state altre sia prima che poi, il 5 agosto rimarrà sempre nella mia testa.
Tu, invece, mi fai impazzire, perché lo so che ci sei ed esisti, e che prima o poi ci incontreremo, tu sarai lei e molto di più, perché ho tanto amore da dare, e ho un fottuto bisogno di amore pure io, so che con te passato, presente e futuro si fonderanno, e tornerai a farmi desiderare qualcuno tanto da non voler più andare a letto per poterci continuare a parlare, a farmi alzare la mattina per poterci parlare di nuovo, da farmi sentire fortunato a fare colazione per forza seduto e in compagnia.
Spero di sognarti stanotte, così da poterti riconoscere subito la prima volta che ti vedrò.
#amore#relazione#sentimenti#storia della mia vita#malinconia#crescita#blaterare col cuore prima di crollare di sonno#come messaggi chiusi in bottiglie di vetro#lanciate in un mare di incertezze
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ELENA DI SPARTA
(Elena di Troia - Elena)
Elena fu allevata in casa di Tindaro e ancora giovinetta fu al centro di numerosi miti di seduzione: Teseo la rapì che era ancora fanciulla.
Elena infatti era ritenuta la donna più bella del mondo, e poiché i pretendenti erano numerosi, Tindaro, sotto consiglio di Ulisse, lasciò che ogni decisione fosse della ragazza, onde evitare che una sua interferenza potesse causare una guerra.
La scelta cadde su Menelao, principe di Micene, che sposandola divenne re di Sparta. Dalla loro unione nacque Ermione.
La sorella Clitennestra sposò invece Agamennone, fratello di Menelao.
I pretendenti e il «giuramento di Tindaro»
«E molte vite sono morte per me sullo Scamandro,
e io, che pure tanto ho sofferto, sono maledetta,
ritenuta da tutti traditrice di mio marito
e rea di avere acceso una guerra tremenda per la Grecia.»
Quando fu in età da marito tutti i capi Greci pretesero la sua mano. Siccome la loro rivalità rischiava di generare un conflitto, su suggerimento di Ulisse, Tindaro sacrificò un cavallo sulla cui pelle fece salire i pretendenti per farli giurare che, chiunque fosse stato il fortunato sposo, tutti avrebbero dovuto accorrere in suo aiuto nel caso qualcuno avesse tentato di rapirgli la sposa.
Quando era ormai moglie di Menelao Elena venne rapita dal principe troiano Paride e il patto di solidarietà stipulato tra i pretendenti alla sua mano spinse gli stessi, con a capo Agamennone, a dichiarare guerra a Troia.
Elena sui bastioni di Troia, nella quale Gustave Moreau raffigura una Elena inespressiva, con una faccia vuota o angosciata.
Per vendicare il rapimento di Elena da parte del principe troiano Paride (al quale Afrodite aveva promesso la più bella delle donne) Menelao e suo fratello Agamennone organizzarono una spedizione contro Troia chiedendo aiuto a tutti i partecipanti al patto di Tindaro.
Nell'Iliade Elena è un personaggio tragico, obbligata a essere la moglie di Paride dalla dea Afrodite.
Nessuna colpa le può essere rinfacciata, data la sua incolpevole bellezza, anche se le si dà la colpa della guerra che insanguina Troia e se lei stessa si rimprovera continuamente di essere la causa di tanti mali, sebbene sia consapevole che, in definitiva, quanto accaduto è dovuto al Fato.
Non è una donna felice, disprezza Paride ed è invisa a molti troiani: solo Priamo ed Ettore si mostrano gentili con lei, e in occasione della morte di quest'ultimo, Elena proverà un sincero dolore.
Alla morte di Paride Elena è costretta a sposare il fratello Deifobo.
I greci fanno irruzione nella camera da letto trovando Deifobo addormentato e ubriaco.
Le versioni a questo punto divergono: sia per quanto riguarda l'identità dell'uccisore di Deifobo (Menelao, Ulisse o entrambi) sia sul fatto se il troiano si fosse risvegliato o no.
Nel secondo libro dell'Eneide, durante l'incendio di Troia, Enea vede da lontano Elena ed è preso dall'impulso di ucciderla, ma ne viene dissuaso dalla madre Venere, che lo esorta a fuggire dalla città con i familiari.
Nell'Odissea Elena appare riconciliata con il marito e tornata a Sparta per regnarvi al suo fianco, anche se malvista dai sudditi.
Si narra anche che Oreste avesse cercato di ucciderla.
Secondo altre versioni ebbe una fine misera. Altre ancora la divinizzano insieme ai fratelli Castore e Polluce.
Venere salva Elena dalla furia di Enea, Jacques Sablet, 1779.
Un'altra versione vuole che, dopo la morte di Menelao, due figli naturali di costui cacciassero Elena e la costringessero a rifugiarsi presso Rodi, dove Polisso la fece impiccare per avere causato la morte di tanti eroi sotto le mura di Troia, fra cui suo marito Tlepolemo.
Il mito di Elena è descritto nell'Iliade e nell'Odissea, ma molti poeti successivi a Omero modificarono il personaggio e la sua mitologia. Alcune leggende la indicano figlia di Nemesi, la dea della vendetta e della giustizia. Euripide, nella tragicommedia Elena, segue quel filone mitico secondo cui Elena non fu mai rapita da Paride né visse a Troia né fu ripresa da Menelao, ma sempre visse nascosta in Egitto, costretta da Era che mise al posto suo, a Sparta, un'immagine d'aria, un simulacro vivente, per ingannare Paride e vendicarsi di non essere stata scelta al posto di Afrodite.
Così sono esistite due Elena, una in Egitto e una a Troia.
Inoltre, secondo altri miti, le anime di Elena e Achille, dopo la morte e la discesa nel Tartaro, furono assunte nell'Isola dei Beati (o Campi Elisi) per i loro meriti, e lì ebbero un figlio, Euforione.
Secondo una variante del mito, fu Elena, divenuta dea dopo la morte, a discendere negli Inferi attratta dall'ombra di Achille per giacere con lui generando il semi-dio Euforione.
I personaggi di Elena ed Euforione, seppure con molte varianti, sono ripresi da Goethe nel suo Faust.…‿ℒℴνℯ⁀❣🌹
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I nuovi capi hanno facce serene
Mi capita di incontrare delle storie. Di solito avviene di notte e ognuna è di un colore diverso, ma questa è forse quella più strana che mi sia capitata. Stavo passeggiando a piedi per trovare un poco di fresco, queste temperature assurde di luglio impediscono un giusto riposo, perciò stavo recandomi verso i giardini comunali quando ho incrociato il passo con un ragazzo che quasi mi viene addosso. Stava derilando, o meglio questo è il primo pensiero che mi è passato per la mente. - Ci stanno cercando, dobbiamo andarcene, vieni con me prima che sia troppo tardi - - Ehi calmati un attimo. Non vedo nessuno qui intorno e mi sembri pazzo - - Non vedi nessuno perché sei ingenuo. Loro sono così bravi da rendersi invisibili - - Loro chi ? - - I cattivi pensieri. Ci hanno fatto il lavaggio del cervello perciò non li vedi. Non mi dire che non te ne sei accorto. Pensaci un attimo. Quante volte senza motivo apparente ti sei sentito pieno di odio nei confronti di qualche povero pezzente. L'hai guardato con disgusto e lo hai allontanato oppure ti sei scagliato contro di lui perché magari dormiva in terra nel tuo quartiere ? - - Guarda che io abito in un quartiere popolare, in condominio con persone che vengono dai paesi più strani. Pensa che sotto il mio piccolo appartamento c'è un tipo che tutte le mattine alle quattro si sveglia e canta. C'è una ragazza che credo faccia la vita, mi capita spesso di incontrare qualche suo cliente sulla rampa delle scale. Li dovresti vedere come cercano di non dare nell'occhio eppure ormai li conosco tutti. Una sera è venuto anche un prete. Mi ha sorpreso dicendo che veniva a dare la benedizione ma era ottobre e per Pasqua mancavano diversi mesi. Eppure ci vivo bene. - - Ecco ora mi vorrai far credere che i cattivi pensieri sono un'invenzione ? - - No, no, i cattivi pensieri esistono, credo che li abbiamo conosciuti tutti. Quello che intendo è altro. Non devi averne paura ma affrontarli. Non risolvi niente scappando - - Hai ragione. Infatti non ci crederai ma sono un malfattore. Ti ho avvicinato per compiere una rapina. Ho un coltello in tasca ed ero pronto a toglierti la vita. Quanto hai con te da darmi ? - - Guarda che sono solo uscito a fare due passi e non porto mai il contante perciò rispondimi, vale la pena di farmi la pelle per poche monete? Mi sembra di avere un euro e cinquanta e per la mia salvezza potrei anche darteli. - - Scusami mi sono sbagliato, quando ti ho seguito mi sembravi un avvocato. - - In realtà da un poco di tempo faccio lo scrittore e non guadagno niente. Cioè non ho iniziato a farlo per questo. Mi sembrava il miglior modo per incontrare gente. - - Ti interessano le persone ? - - Anche, ma mi interessano soprattutto i cattivi pensieri che hanno nella mente. Stanotte sono stato fortunato. Ho incontrato te e mi hai salvato- - Perché dici questo? Io non ho fatto niente, anzi volevo rapinarti. - - Hai fatto molto più di quello che pensi. Ora vai a casa che sta facendo giorno. - Mi ha salutato sorridente scuotendo leggermente la testa. Avrà pensato che sono pazzo. In realtà non si è accorto che avevo in tasca una Beretta. Prima di uscire ero un killer a pagamento che quando ha poco lavoro esce a caccia. Ora dopo questo incontro ho buttato l'arma in un cassonetto della spazzatura e ho fatto un giuramento. Da domani spedisco i miei ultimi scritti. Ho una miriade di racconti e se mi chiedono di pubblicarli li chiamerò " Cattivi Pensieri " credo che avranno successo. Lo so, molto di questo scritto lo invento al momento, ma ditemi voi se questa non è una resurrezione e infatti ho detto a quel ragazzo - ci si incontrerà in giro Fratello. - Foto di Giordano Pieralisi per Cinque Colonne Magazine Read the full article
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Lupita Nyong’o
Non dimenticherò mai, neanche per un istante, che la gioia che provo nella mia vita la devo alla sofferenza delle donne che mi hanno preceduto. Nessuna di noi dovrebbe mai scordarlo.
Lupita Nyong’o, attrice, modella, scrittrice e attivista, ha vinto il Premio Oscar 2014, col suo film d’esordio, 12 anni schiavo.
Si batte quotidianamente per una corretta e autentica rappresentazione delle donne nere.
Coi discorsi pubblici, il sostegno a campagne di empowerment femminile, la scelta dei ruoli, i suoi look, comprese acconciature e accessori studiati ad arte contro il fenomeno del texturism (la discriminazione di persone con chiome afro o ricce), mostra ogni giorno, la libertà di poter fare qualsiasi cosa e diventare chiunque si voglia essere.
È nata a Città del Messico, il 1º marzo 1983 da genitori kenyoti. Suo padre, docente universitario e politico, vi si era trasferito con la moglie nel 1980 per sfuggire alle persecuzioni causate dall’instabilità del paese d’origine dopo che suo fratello era scomparso in circostanze misteriose.
Da bambina ha vissuto per qualche anno in Africa prima di tornare in America. Ha una laurea in Studi cinematografici e teatrali all’Università di Hampshire, nel Massachusetts.
Ha iniziato a lavorare nel cinema come assistente alla produzione, la notorietà è arrivata col primo documentario, In My Genes, di cui è stata regista, produttrice e ideatrice.
Nel 2013 ha ricoperto il ruolo della schiava Patsey nell’acclamato film 12 anni schiavo, che le ha portato un Oscar alla miglior attrice non protagonista, uno Screen Actors Guild Award e un Critics’ Choice Movie Award oltre alle nomination per il Golden Globe e il BAFTA.
Nel 2014 ha doppiato la lupa Raksha nel remake in live-action de Il libro della giungla.
L’anno seguente ha debuttato a Broadway come protagonista nel dramma Eclipsed, che le è valso una candidatura al Tony Award.
Sono seguite le interpretazioni in diversi film di gran successo tra cui svetta l’interpretazione dell’aliena Maz Kanata nella trilogia sequel di Star Wars.
Nel 2018 è entrata nel Marvel Cinematic Universe, interpretando Nakia in Black Panther fortunato film candidato all’Oscar che ha incassato più di un miliardo di dollari in tutto il mondo e che le ha portato una candidatura ai Saturn Awards come miglior attrice.
Con l’obiettivo di rendere onore a una storia di ricerca della propria autostima e di discriminazione basata sul colore della pelle, nel 2019, ha scritto il libro per l’infanzia Sulwe, entrato nella lista dei best-seller del New York Times destinato a diventare un film d’animazione per Netflix.
Ha preso parte alla serie documentaristica Warrior Women, un viaggio nella storia e un modo per riscriverla da una prospettiva africana, finora sempre sotto rappresentata.
È stata la prima donna non bianca a presiedere la giuria del Festival di Berlino 2024.
Il cinema per lei deve essere rappresentare le differenze e la pluralità di voci e mette tutto il suo impegno nel sensibilizzare le giovani donne su temi importanti come l’orgoglio delle origini, la libertà di scelta e l’empowerment.
Ha fatto della diversità il suo punto di forza e con innata eleganza e fiera consapevolezza, continua trionfalmente il suo cammino artistico e culturale.
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3 set 2023 19:57
“È ARRIVATO IL MOMENTO DI DIRE A NICOLA PIETRANGELI CHE HA ROTTO I COGLIONI” – LA VERSIONE DI ADRIANO PANATTA DOPO L’INTERVISTA A CAZZULLO SUL "CORSERA" DELL’EX CAPITANO PIETRANGELI – “NON L’HO MAI TRADITO. LE CRITICHE ALLA DOCU-SERIE "UNA SQUADRA"? LUI SVILISCE TUTTO E TUTTI. PORTA RANCORE E HA UN EGO SPROPOSITATO. E' UNO CHE DISSE A GIANNI RIVERA: SEI FORTUNATO CHE NON HO SCELTO DI GIOCARE A PALLONE..." - PIETRANGELI DICE CHE NON L’HA INVITATO ALLA FESTA PER I 70 ANNI: “MA NON C’ERA NEANCHE BERTOLUCCI. NON POSSO STARE DIETRO ALLE PATURNIE DI NICOLA...” -
Estratto dell’articolo di Gaia Piccardi per il Corriere della Sera
«Aridagli...». Pare di vederlo, Adriano Panatta, a bordo piscina dell’omonimo Tennis club a Treviso con l’intervista di Aldo Cazzullo a Nicola Pietrangeli sul Corriere in grembo, e gli occhi al cielo.
Adriano, alla soglia dei 90 anni Nick Pietrangeli ha due chiodi fissi: Licia Colò e lei.
È che quando diventi molto anziano, perdi la memoria. La verità è stata raccontata nella docu-serie Una Squadra di Procacci, che Nicola svilisce. Ma lui svilisce tutto e tutti, è una vita che lo fa».
La trasferta in Cile, la maglietta rossa contro Pinochet, la Davis conquistata nel ‘76: i temi di un’esistenza.
«Io capisco che possa confondere, in quel contesto storico, un gesto politico per una sceneggiata: lo conosco. La maglia rossa non la capì nessuno, incluso Pietrangeli. Mimmo Calopresti ne fece un bel film. Capisco che possa inciampare nell’obbrobrio di mettere sullo stesso piano Allende e Pinochet: lo conosco. Dice che ho le gambette come Berrettini, vabbé. Avendo avuto 1400 donne sarà stanco però ha ancora la voglia di far sapere a tutti che è stato il più forte e il più bello. È arrivato il momento di dire a Nicola, con simpatia e senza giri di parole, che ha rotto i coglioni».
Come un fiume carsico sotterraneo scorre affetto, però.
«Massì, a Nicola gli si vuole bene, spero campi altri 90 anni però ha scocciato con questo modo di porsi. Il suo, più che affetto, sembra rancore. Non è mai stato tenero né con me né con i miei compagni di Davis: a me questo non piace. Io non ho mai messo in piazza le mie storie e i miei successi, parlo bene di tutti, soprattutto delle donne: è la mia legge. Ma come regalo per i 90 anni glielo dico: Nicola caro, sei stato il più figo però a un certo punto bisogna rendersi conto che verremo dimenticati».
L’ha invitata alla cena di gala, l’11 settembre al Circolo Canottieri Roma?
«Sì ma non andrò: non posso. Faremo una cosa insieme a Bologna con la squadra del ‘76, durante la Davis».
Rivendica di avervi portati in Cile, contro tutto e tutti.
«È vero, si battè tantissimo, gliel’abbiamo riconosciuto mille volte, è stato detto e ridetto. Lui ha sempre questo atteggiamento e non ci fa bella figura: vuole il merito di tutto ma quella Davis, a Santiago, la vinsero i giocatori in campo. Io ho 73 anni, dirigo un circolo, non posso stare dietro alle paturnie di Nicola né far polemica ogni volta...».
Pietrangeli dice che non l’ha invitato alla festa per i 70 anni.
«Ma non era una festa, era una cena! Io, mia moglie Anna, i miei figli riuniti a Forte dei Marmi. Non c’era neanche Paolo Bertolucci!».
Dice che lei, Adriano, per lui figlio unico era un fratello.
«Io un fratello e una sorella ce li ho. Mio fratello di tennis è Paolo: siamo cresciuti insieme. Ma Nicola l’ho frequentato da adulto. Anche la nostra rivalità è un film nella sua testa: sarà durata un anno, ne abbiamo 17 di differenza! Lo sconfissi agli Assoluti del ‘70, è finita lì. Poi l’ho ritrovato in Davis come capitano».
Dice che si sente tradito.
«Aridagli. Io non avevo il potere di esonerare nessuno, la verità è che Nicola c.t. dopo la Davis non lo voleva più nessuno, dal presidente Galgani ai giocatori. Era diventato insopportabile e indifendibile. Bitti Bergamo è arrivato dopo. Ma che sta a dì?».
Sembra che non riesca ad accettare di essere stato destituito dai suoi ragazzi.
«Nicola ha un ego spropositato. È uno che ha detto a Rivera: sei fortunato che io non abbia giocato a pallone... Però non riesco a volergli male».
Dice che una sera, a Cortina, lei pianse sulla sua spalla.
«Forse gli ho detto che mi era dispiaciuto, di certo non ho mai pianto sulla spalla di nessuno. Né mi sono scusato: scusarmi di che, poi?».
(…)
Ma è così bello arrovellarsi nell’impossibilità di arrivare a una risposta che accontenti tutti.
«Spero di eguagliare il suo record di longevità, però basta. Le grandi imprese dello sport non danno l’immortalità. Tutto finisce e passa. Ed è giusto che sia così».
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La proposta di Giulia Salemi a Trenitalia: “Carrozza dedicata”
DIRETTA TV La carriera di Giulia Salemi sta andando a gonfie vele. Il 2022, grazie al ruolo ottenuto al Grande Fratello Vip 7, si è rivelato particolarmente fortunato per lei. Quando si lavora nel mondo della televisione, però, gli spostamenti sono all’ordine del giorno. È sufficiente pensare che l’influencer si è dovuta trasferire momentaneamente a Roma per rispettare i suoi impegni con Alfonso…
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06/04/22 Diario di una borderline
Caro diario, è da tanto che non ci si sente. Volevo aggiornarti sulla mia vita: -Inizierò il servizio civile approssivamente verso il 25 maggio. Ieri mi è arrivata la mail dove dice che sono stata selezionata anche se avevo il punteggio più basso, ma a quanto pare non avere un diploma mi ha assicurato un posto sicuro. -Ho finito il quinto libro di "The witcher" e mi mancano solo tre libri per finire la saga. Sicuramente poi mi sentirò vuota, senza libri che mi interessano. -Sto continuando a fare volontariato al gattile. Va tutto bene per ora; per fortuna sono sempre affiancata. -Mio fratello ha avuto il covid. Forse per questo ho preso una pausa dallo scrivere ogni giorno. -Con Simone va teoricamente bene. Cioè, ho solo tante paranoie e credo che anche lui ne abbia altrettante. Mi manca avere degli amici con cui uscire, magari anche con lui, ma a lui non va bene e questo mi causa disagio psicologico. Vorrei avere una vita interessante, ma è sempre la solita monotonia. Inoltre sembra fare stessi errori che faceva il mio ex, come quello di passare il poco tempo che abbiamo insieme al telefono. -Mi manca il mio (ex) migliore amico, non ci scriviamo da mesi e non ne comprendo la motivazione. Abbiamo smesso pian piano di sentirci e ho paura di litigare con Simone se gli scrivo (fortunato lui che non ha bisogno di nessuno oltre che me...) Ci sentiamo appena mi riviene voglia di scrivere.
#fatemi compagnia#diario di una borderline#tumblr italia#living with borderline#me#borderline blog#being borderline#borderline life#borderline problems#solitudine#compagnia#nuove compagnie#diario
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è mancato Filippo Vinci
è mancato Filippo Vinci Ne danno il triste annunzio i figli Laura e Fortunato, il fratello Francesco, i cognati, i nipoti ed i parenti tutti. I funerali avranno luogo martedì 26 c.m. alle ore 15:30, nella Chiesa parrocchiale del Divin Soccorso.
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𝐅𝐋𝐀𝐒𝐇𝐁𝐀𝐂𝐊 ╱ 𝘵𝘩𝘦 𝘯𝘪𝘨𝘩𝘵 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘦𝘧𝘵 𝘮𝘦
https://youtu.be/wBuif8IAOKo somewhere in 𝙃𝙖𝙬𝙠𝙞𝙣𝙨
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era la sera del 4 Luglio del 1985, era già buio, si udivano le cicale, e faceva caldo, il cielo era limpido e potevi vedere persino le stelle dall'uscio della tua roulotte. si respirava la classica brezza estiva, chi cucinava al barbecue, e chi come te fumava un po' d'erba.
ti è sempre piaciuta quell'atmosfera.
è la sera in cui l'onda d'urto di un'esplosione, avrebbe frantumato il tuo cuore in mille, minuscoli pezzi, e avrebbe fatto perdere alle tue ossa la capacità di sorreggere te e il peso del tuo dolore, ma tu questo non lo sapevi ancora.
non sapevi che quella sera era la fine tragica di un capitolo importante per te, forse l'ultimo di quel libro, di cui stavate riempendo le pagine vuote.
era la notte tra il 4 e il 5 luglio che hai appreso la devastante notizia, che Billy Hargrove era morto in un'esplosione, che del suo corpo non ne era rimasta traccia, e che avresti solo avuto una tomba vuota a cui fare visita, su cui piangere.
silenzio da parte sua per oltre più di un mese, ricordi i pugni, i calci del vostro ultimo incontro, poi è scomparso, ed ora neanche la possibilità di dirgli addio.
era quella la notte in cui gli attacchi di panico sono diventati più frequenti, più forti, più distruttivi, lasciandoti inerme a tremare senza fiato, ed i polmoni a bruciare senza ossigeno, rannicchiato su quel letto vuoto che di tanto in tanto hai diviso con lui.
lo ricordi, è impresso a ferro e fuoco nella tua mente, sulla tua pelle, ricordi quella notte come se non fosse già passato un anno da allora. ricordi le voci ovattate, ricordi la vista offuscata dalle lacrime, le viscere dilaniarsi, i conati di vomito, ricordi le braccia di Laurence avvolgerti, stringerti, non ricordi le sue parole ma sai per certo che stessero cercando di donarti conforto, di alleggerire quel macigno, ma come poteva? quello non era un macigno, era l'intero mondo che ti stava crollando sulle spalle, e tu lo potevi sentire schiacciarti come fossi un piccolo, insignificante insetto.
una cellula di quel vasto e complesso universo.
ricordi la lotta per allontanare Laurence e correre a perdifiato su per quella collina, il desiderio di consumare ogni energia per arrivare lì e non aver neanche la forza di piangere, solo chiederti: perché?
una lotta che ha vinto, e ad oggi ti consideri fortunato che l'abbia fatto; ricordi il buio nel retro del van, il freddo che hai provato nonostante ci fosse caldo, il gelo nelle vene, il tremore alle ossa, la sensazione di un terreno instabile sotto ai piedi, pronto a crollare in qualsiasi momento.
potevi ancora inspirare l'odore del vostro ultimo spinello, sentire l'eco della sua voce, della sua risata, mentre gli occhi erano chiusi, le gambe strette al petto, e il volto nascosto nelle braccia.
𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐦𝐢 𝐪𝐮𝐢, 𝐭𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐠𝐨.
le uniche parole che hai rivolto al tuo migliore amico, a tuo fratello, che è costretto ad assistere da lontano alla tua distruzione, al tuo decadimento, a vederti cadere, strisciare, e accasciarti al suolo.
osservi dall'alto quel centro commerciale le cui fiamme non si sono ancora placate, respiri l'odore di bruciato nell'aria, ne riempi i polmoni come se in qualche modo potessi riprenderti, respirare Billy ancora una volta, e conservarlo lì per sempre dentro di te.
ed il tuo corpo comincia ad essere scosso sempre di più dai singhiozzi di un pianto silenzioso, l'espressione contratta in una smorfia di puro dolore, il petto colpito, trafitto infinite volte, una più dolorosa dell'altra, da un coltello, e la schiena che accoglie frecce dalla punta affilata, ferite dolorose che ti portano a chinarti in avanti con il busto.
smetti di respirare per pochi, ma infiniti istanti, le dita che cercano di affondare nel petto come se potessero prendere il cuore e stringerlo per alleviarle il dolore, mentre le lacrime calde scendono lungo le tue guance, la bocca spalancata in un urlo che non osa uscire, gli occhi che adesso non vedono più nulla, né l'edificio divorato dal fuoco, né le stelle sopra di te.
𝑪𝒐𝒍𝒅 𝒔𝒉𝒆𝒆𝒕𝒔, 𝒃𝒖𝒕 𝒘𝒉𝒆𝒓𝒆'𝒔 𝒎𝒚 𝒍𝒐𝒗𝒆?
𝑰 𝒂𝒎 𝒔𝒆𝒂𝒓𝒄𝒉𝒊𝒏𝒈 𝒉𝒊𝒈𝒉
𝑰'𝒎 𝒔𝒆𝒂𝒓𝒄𝒉𝒊𝒏𝒈 𝒍𝒐𝒘 𝒊𝒏 𝒕𝒉𝒆 𝒏𝒊𝒈𝒉𝒕
dov'è il tuo amore? lo cerchi in alto, lo cerchi tra quei puntini bianchi, lo cerchi nell'aria, nel manto blu della notte, anche solo per vederne il fantasma, solo per qualche istante, ma non lo trovi.
lo cerchi, lo chiami, ma lui non ti risponde.
𝑰 𝒈𝒐𝒕 𝒂 𝒇𝒆𝒂𝒓, 𝒐𝒉, 𝒊𝒏 𝒎𝒚 𝒃𝒍𝒐𝒐𝒅
𝑯𝒆 𝒘𝒂𝒔 𝒄𝒂𝒓𝒓𝒊𝒆𝒅 𝒖𝒑 𝒊𝒏𝒕𝒐 𝒕𝒉𝒆 ��𝒍𝒐𝒖𝒅𝒔, 𝒉𝒊𝒈𝒉 𝒂𝒃𝒐𝒗𝒆
e una delle paure più stupide, più inutili che ci siano, diviene bruscamente realtà, strappandoti via la speranza di un suo ritorno.
aver paura di perdere la persona che si ama è normale, ma quante volte quella persona si perde davvero, ed in simili circostanze?
chi immagina che un momento fumi erba, e poche ore dopo piangi distrutto la morte dell'amore che hai perso?
che è stato portato lì su, in alto, tra le nuvole nel manto notturno, lasciandoti un senso di solitudine che non può esser lavato via con qualsiasi presenza, con una voce qualsiasi, con degli occhi che non siano i suoi.
e più ci pensi, più fa male.
pensi che non potrai mai più specchiarti in quegli occhi azzurri, parlare con lui a tarda notte su quella collina, stesi sull'erba o nel tuo van, coperti da un lenzuolo, abbracciati.
non potrai mai più vederlo ridere, fumare e sbuffarti il fumo sul volto. non potrai mai più farlo sorridere, osservare quella curvatura dell'angolo delle labbra, di un sorriso che ha poi smesso di nasconderti. non potrai più litigarci, farci pace, sentire quella nota dolce nel suo tono, né bearti, gioire di attenzioni e piccoli gesti che riservava a te, solo a te.
non potrai più vederlo e basta. né ascoltare più la sua voce.
dovrai confrontarti con il peso della sua assenza ora.
i polmoni bruciano e ti ricordano di prendere fiato, e lo fai, ti carichi di ossigeno, solo per lasciarti andare in un urlo disumano che squarcia la notte, un ringhio che raschia prepotentemente la tua gola, la graffia come stessi vomitando piccole lame affilate che ti tagliano dall'interno, facendoti maledettamente male.
stringi i fili d'erba, li spezzi, li strappi, ti lasci andare in un pianto disperato, vorresti strapparti via quella pelle, che brucia, fa male, ci avresti provato se adesso Laurence non ti abbracciasse da dietro e ti fermasse.
ti dimeni, ti sporgi verso quell'edificio distrutto, come se potessi raggiungerlo con una folata di vento, come fossi una foglia e poter viaggiare cavalcando le correnti d'aria; cerchi di liberarti, cerchi di raggiungere con la sola mano la sua tomba, tra i singhiozzi, tra il pianto, i gemiti di disperazione, ed infine ti accasci al suolo chinando il busto in avanti, nascondendo il volto contro il terreno.
senti il petto di Laurence sulla schiena, lo senti abbracciarti, farti da scudo, cercare di proteggerti, e lo senti che ti porta su, a sé; ti alzi con il busto e ricadi indietro, sul suo corpo, accasciandoti per l'ultima volta, e finendo per nasconderti, abbandonarti a lui, alle sue carezze, alla sua voce che ti chiama, che ti parla, ma non riesci a sentirla. una mano che ti viene tesa, ma che tu adesso non riesci ad afferrare, ti è più facile smettere di lottare e lasciarti andare, affondare, lasciare che l'oceano ti sovrasti, mentre volgi lo sguardo al cielo e trovare un senso di pace, di vuoto, di silenzio.
lo hai pianto tutta la notte su quella collina, lo hai pianto le notti dopo, hai consumato ogni lacrima, ogni soffio di voce, spento ogni spiraglio di luce.
quel che non si è mai spento, quel che è rimasto sempre vivo, persino quando chiuso in uno scrigno per provare ad andare avanti, è l'amore che notte dopo notte, sguardo dopo sguardo, spinello dopo spinello, bacio dopo bacio, verità dopo verità, confessione dopo confessione, hai cominciato a provare per lui.
era una persona completamente diversa ai tuoi occhi, fatto di carne, ossa, ferite, cicatrici, sentimenti, emozioni.
e forse sei davvero riuscito a conoscerlo davvero, a conoscere il vero William Hargrove. Non Billy, non il nuovo Re della Hawkins, ma William.
è per lui che hai pianto.
è lui che vuoi salvare.
𝐞̀ 𝐥𝐮𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐦𝐢.
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di nuovo ciao pizzetta 🌸 sono la tipa di prima dell’ipad, e continuo a concordare con te! anche io sono una material girl e anche a me capita di dire ‘daiii ora lo compro sto macbook finalmente!’ ma anche io poi ci ragiono dopo che vedo affitto, bollette e tutto il resto. penso che essere cresciut con questa consapevolezza permetta di godersi di più le proprie cose e usarle davvero fin quando non sono rotte, perché hanno un valore economico e affettivo (e possiamo dire che evitano anche sprechi insulsi di una cosa che può tranquillamente continuare ad essere usata, anche con accorgimenti varii e prendendosene sempre cura). anche perché se uno giustamente può permettersi tante cose, anche senza sforzo va benissimo e anzi fanno circolare l’economia (che boomer che sono) però se ci sono atteggiamenti di mancanza di rispetto nei confronti dei soldi, di chi te lo compra ecc, io non me la sentirei di vivere così. io poi mi reputo un sacco fortunato perché i miei mi hanno sempre messo nelle condizioni di non farmi mai mancare nulla, anzi hanno cercato di impararci (a me e mio fratello) il valore del sacrificio, e penso che possa riassumersi tutto con il fatto che l’estate scorsa a sedici anni mio fratello sia andato a farsi il suo lavoretto estivo, ma non perché avesse bisogno di soldi, semplicemente perché stare con le mani in mano non gliene andava e ha preferito mettere da parte qualcosina, e questa è una cosa che gli ammiro tantissimo perché nemmeno io a 16 anni ero così consapevole
Esatto, che poi anche se si hanno i miliardi si dovrebbe avere cura delle cose che si hanno ed evitare sprechi. Comprare un telefono all'anno, all'uscita di ogni iPhone è uno spreco e pure un danno all'ambiente.
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Una foto
Della tua passione più grande
È quello che mi rimane
E quante cose avrei voluto dirti
In quante, dio, in quante occasioni avrei voluto averti
Al mio fianco
Che mi stringi la mano
Col tuo sorriso sornione, mentre parli col tuo sgembo incrocio tra lingue, ben due, ed un dialetto terribile
Ed invece non ho potuto neanche vederti un'ultima volta
Dirti che ero li
Stringerti la mano
Dirti che ti amo
Ho dovuto essere forte invece
Davanti a te
Non mi sono potuto concedere neppure due minuti
Per dirti tutto quello che avrei voluto dirti
E allora lo scrivo qui che avrei voluto averti ai miei compleanni
Lo scrivo qui che avrei voluto tanto averti il giorno del mio matrimonio, come ti ha avuto mio fratello, che è stato tanto fortunato e neppure lo sapevamo
Lo scrivo qui che ti avrei voluto vedere tenere in braccio i miei figli
Che ti avrei voluto vivere
Per ancora così tanto tempo
Non lo dico ma lo scrivo
Non lo dico ma lo sento
Dio quanto lo sento
E vorrei credere ancora un giorno
Solo uno
Per sapere che mi senti.
Che lo sai
Quanto ti amo
E quanto mi manchi
Che la tua musica possa rasserenare il cielo
Addio, amore mio
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Sono 11 mesi da quando mi hai cambiato la vita , 11 mesi da quando non credevo più nell’amore ,11 mesi da quando non pensavo mai di trovare qualcuno che mi facessi innamorare , 11 mesi da quando non ero così felice , ti sarò sempre vicino, soprattutto quando starai male , sopratutto quando non avrai la forza di respirare , ti starò vicino in ogni singolo momento senza chiedere nulla in cambio , sei l’amore della mia vita , anche se litighiamo , anche se discutiamo non mi importa , mi rendi felice , mi fai stare bene , mi sopporti e questo mi basta , dal primo ti amo non ricambiato nella macchina ahahah , dal primo ti amo da parte tua nell’ androne delle scale di casa mia , dal primo bacio sulla panchina dietro allo scuole , dal primo pianto , dalle prime grida , dalle prime litigare , ti amo cazzo , ti amo anche se mi fai dannare e ti faccio dannare , sei tutto ciò che ho , tutto ciò per cui vale la pena stare male qualche volta , grazie per esserci , , grazie per le serate con le farfalle nello stomaco dopo essere tornato a casa , grazie per il “mado ma quando la rivedo” , grazie per” sono troppo fortunato “ grazie per il “è così bella “ , ti amo sul serio e non come i ragazzini , ti amo , ti amo come un fratello ama una sorella , come una madre ama il proprio figlio , perché questo sei per me , una parte di me , una parte di cuore che nessuno mai potrà sostituire.❤️
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TORTE DAL PASTICCERIE SICILIANE
Era stata una giornata di merda, di quelle che quando arriva sera speri che non vi sia più un domani, che un meteorite investa la terra o che uno dei tanti pazzi che guidavano una nazione con bombe atomiche, decidesse di premere qualche bottone, così per vedere che effetto faceva e incominciasse a mandare testate nucleari a destra e a sinistra, fino a coprire il mondo di fuoco e di cenere, felice di aver creato la sua apocalisse personale con cui passare alla storia ,anche se questa finiva con lui. Invece al solito non succedeva un cazzo se non che lui rientrando a casa rivedeva, una dopo l’altra, tutte le figure di merda che aveva fatto e tutti gli sbagli che aveva ripetuto uguali a ieri e al giorno prima. Decise di tirarsi su ed entrò nella prima pasticceria che trovò per strada ed ordinò una torta. “quale torta? – fece la commessa sorridente e professionale – una torta per il compleanno, una per una visita, per una festa, per un incontro….” “Una torta” rispose lui seccato. “Una sette veli, con sette strati di cioccolato? Una cassata semplice? una tradizionale? Una moderna? una personalizzata?....” “una torta….normale” ripeté lui cosciente che stava ancora una volta finendo per fare un'altra figura di merda “La scelga, dietro di lei nella vetrina” disse infine la commessa rassegnata Lui si voltò e tirando un sospiro di sollievo, guardò la vetrina. Il primo ed il secondo livello della vetrina erano piene delle solite torte, principalmente cassate e sette veli. C’era qualche Red Velvet e quindi qualcuna di compleanno. Poi la vide. Era li, seduta su una torta, i capelli neri, le gambe di un colore perlaceo scoperte. Spostò lo sguardo da un'altra parte sfuggendo al suo, poi però tornò lentamente a guardarla e si fissarono negli occhi. La trovava bellissima, con i suoi occhioni grandi e le rose accanto al volto. Riassumeva con semplicità la bellezza delle donne, quella che non invecchia, appassendo tra accidia e cattiveria. “Prendo questa” disse alla commessa deciso e lei lo accontentò servendolo velocemente perché l’orario di chiusura si avvicinava. Camminò velocemente verso casa, con lo scatola della torta in evidenza, attento a non fargli prendere scosse pericolose che potessero farle del male. A casa liberò il tavolo dal solito casino che lasciava quando usciva di casa e si preparò due uova al tegamino tagliando velocemente delle fette di salame. Aprì lo scatolo e mise la torta dal lato opposto della tavola, così potevano guardarsi. Mangiò lentamente osservandola. Ad un certo punto incominciò a parlarle dicendole che lei era fortunata ad essere fatta di pasta di mandorle e a non poter provare niente se non la serenità di essere. Non aveva un capo testa di cazzo come il suo ed un fratello che gli rompeva i coglioni per i problemi che avevano nella casa dei genitori che era di proprietà comune. Si servì due dita di whisky e si mise sul divano portando la torta e appoggiandola nel posto accanto al suo. Mentre guardava la televisione le raccontava la storia del film che vedevano e quando il protagonista incontra una ragazza, le disse che era simile a quella rompicoglioni della sua ex e le raccontò come era finita male chiedendole un giudizio su quanto gli era successo. Lei lo guardava con i suoi occhioni e non parlava. Lui capì che gli stava dando ragione con quel suo silenzio assoluto e la cosa lo fece sentire felice. Penso che alla fine lei lo capiva più di quei tanti che parlavano e si scaccolavano e che erano vivi solo perchè ci voleva sempre un po' di rumore di sottofondo per far passare il tempo. Lei però era superiore a tutto questo, perché lei era bellissima e le persone belle donano sempre una parte della bellezza che hanno anche semplicemente sorridendo. Con lei non si sentiva più solo e pensando a tutti quelli che nascondevano la propria solitudine dentro ad un cellulare, un libro o una passeggiata nei campi, si sentì fortunato e felice ad averla li, accanto a lui. Prima di andare a dormire la mise nel frigo e le mando un bacio chiudendole delicatamente la porta. Andò a dormire sereno pensando a lei e sperando di poterla sognare di notte e già pensando alla felicità di rivederla domani mattina appena avrebbe preso il latte per la colazione dal frigo. Una voce dentro di lui gli disse che le difficoltà e la mala gente della vita, lo stavano facendo scivolare lentamente nella follia facendolo impazzire di solitudine. Si rispose che era meglio parlare con lei che con i suoi amici e colleghi. Si disse che lei sapeva come prenderlo a lo accettava per com’era senza giudicarlo come invece facevano tutti gli altri. Era sempre meglio di un gatto che pisciava per casa o di un social in cui cercare inutilmente qualcuno che ti capisse. Lei era buonissima così com’era, anche senza mangiarla.
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E' fortunato Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia. Lui ha una famiglia diversa da tutte le altre famiglie italiane. In queste si vive il solito tran-tran; si lavora, si torna a casa, si cena insieme, si parla della scuola dei propri figli, di cosa serve in casa, del prossimo week-end, di lavoro. Si approfitta per qualche telefonata ad amici e parenti. In casa Fontana invece no, si fa tutt'altro. La moglie del Presidente non si sente mai con il fratello. Il fratello non chiama mai la sorella per comunicargli la bella idea per aiutare la regione in quei momenti terribili di pandemia covid-19. Il Presidente ignora entrambi i fratelli. Avesse saputo del bel gesto del cognato si sarebbe impettito e gli avrebbe dato due belle pacche di incoraggiamento e chissa' quante strette di mano per la sentita riconoscenza. E si, perche' il gesto e' di quelli belli: la riconversione dell' impresa di abbigliamento di propriet�� dei fratelli Dini in impresa di produzione materiali per combattere la pandemia. Non una riconversione commerciale pero'. No! Una riconversione umanitaria, solidale. Tutto fatto per regalare il materiale prodotto alla regione Lombardia, per aiutare centinaia di medici a lavorare in piena sicurezza. La storia invece ha una sua traccia diversa, secondo la magistratura che sta indagando... La societa' si riconverte nella produzione e viene scelta da Regione Lombardia per la fornitura di 75mila camici, costo 500mila euro. Aggiudicazione diretta, senza gare. Qualche giornalista inizia a fare le pulci, così le tre scimmiette corrono ai ripari. Le due scimmiette Dini trasformano la vendita in donazione e la scimmietta presidente si attiva per coprire quella perdita economica. Un bel bonifico a favore della societa' Dini fatto partire dalla Svizzera e attinto da un suo conto scudato da quelle belle leggi fatte da Tremonti ai tempi dei Governi Berlusconi. In parole povere, soldi evasi al fisco italiano e ripuliti da leggi fatte da amici. Quegli amici che imbonivano i polli italiani dicendo che sarebbero stati soldi da riportare in italia e spesi per creare lavoro in questo miserabile Paese. Aspettiamo come andra' a finire tra milioni di pigolii di condanna o di difesa che gia' si sentono. @ilpianistasultetto
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