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le interviste di cb: presentazione il 27 ottobre in triennale
27 ottobre 2023
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#Carmelo Bene#cb#Federico Primosig#Il Saggiatore#interviste#limina#Luca Buoncristiano#presentazione#Si può solo dire nulla#Stefano Malosso#Triennale
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Oggi faremo un viaggio onirico pieno di ambigutà e mal di pancia.
Teatro grottesco di Thomas Ligotti è una raccolta di racconti guidata da un sottile filo conduttore della filosofia dell'autore. Thomas Ligotti é l'erede spirituale di H.P. Lovecraft e Edgar Allan Poe il cui orrore, però, si manifesta in un contesto urbano e suburbano. Cittadine strane e inquetanti nonostante la loro apparente normalità fanno da sfondo e da antagonista nelle storie di questo libro che con un ironia sottile mette in mostra i problemi della società contemporanea.
Le storie che mi hanno colpito di più sono:
A favore dell'azione punitiva;
Il nostro supervisore temporaneo;
I luna park alle stazioni di rifornimento;
Il villino.
La lettura richiede impegno e attenzione ma regala emozioni forti e spunti di riflessione.
Ecco alcune citazioni che ritengo degne di nota:
"Sono giunto persino a credere che il mondo stesso, per sua stessa natura, sia insopportabile. A deviare è soltanto il modo in cui ciascuno di noi reagisce a questo fatto" (A favore dell'azione punitiva)
"Il mondo è strapieno di fatalità banali. Trovati un posto tranquillo e aspetta che sia una di esse a portarli via." (I luna park alle stazioni di rifornimento)
"Che cosa significa essere vivi se non corteggiare ogni attimo il disastro e la sofferenza?" (I luna park alle stazioni di rifornimento)
Questo libro è consigliatissimo a coloro che cercano spiegazioni e riflessioni sull'umanità nella forma di racconti da interpretare e fare propri.
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Luigi Tenco raccontato da Enrico De Angelis e Enrico Deregibus con Giua e Paola Farinetti
Un evento speciale alla Fondazione Mirafiore per celebrare l’arte e l’anima del cantautore piemontese
Un evento speciale alla Fondazione Mirafiore per celebrare l’arte e l’anima del cantautore piemontese Sabato 30 novembre alle ore 18:30, presso la Fondazione E. di Mirafiore, all’interno del Villaggio Narrante di Fontanafredda, a Serralunga d’Alba (CN), si terrà un evento di grande prestigio dedicato a Luigi Tenco, una delle figure più emblematiche della musica italiana. L’appuntamento rientra…
#Aldo Cazzullo eventi#Alessandria today#biografie musicali#cantautori italiani#canzone d’autore#canzoni Luigi Tenco#Club Tenco#Cultura piemontese#Enrico De Angelis#Enrico Deregibus#eventi culturali Cuneo#eventi musicali Piemonte#eventi novembre Serralunga d’Alba#eventi streaming YouTube#Fondazione Mirafiore#Francesco Costa eventi#Gianrico Carofiglio eventi#Giua#Giua cantautrice#Google News#il Saggiatore#italianewsmedia.com#Laboratorio di Resistenza Permanente#letteratura musicale#lettere di Luigi Tenco#libro Luigi Tenco#Luigi Tenco#Musica italiana#narrativa musicale#Paola Farinetti
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Calendario dell’Avvento Il Saggiatore.
Ciao a tutti/e e bentornati/e sul blog Una sarda tra i libri! Oggi vorrei mostrarvi un’iniziativa interessante per noi lettori amanti dei calendari …Calendario dell’Avvento Il Saggiatore.
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Publication day of the Italian edition of "Bad Gays" by Huw Lemmey and Ben Miller
Good day everyone, I’m Elena from Italy and thanks to be here on Alessandro III di Macedonia- Alexander the Great and Hellenism. Today is the publication day of the Italian edition of a book that I won’t buy it and read the article to know why: Bad Gays. Crudeli e spietati: una storia omosessuale by Huw Lemmey and Ben Miller Il Saggiatore Translator: Goffredo Polizzi Bad Gays raccoglie le…
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Visioni di robot - Isaac Asimov - Il Saggiatore
Visioni di robot – Isaac Asimov Traduzione di Piero Cavallari, Giampaolo Cossato, Sandro Sandrelli Il Saggiatore «La bambina stringeva le braccia al collo del robot con una forza tale da soffocare qualsiasi creatura non fosse stata di metallo. Le braccia di acciaio cromato di Robbie, capaci di piegare una sbarra di ferro del diametro di sei centimetri, stringevano la bambina delicatamente e…
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" Ogni grande movimento musicale, in fondo è adolescente. Solo dopo, il successo e il mercato lo rendono un oggetto da acquistare; lo fanno invecchiare in fretta e male, lo congelano in un ruolo preciso, un look definito, dalle sonorità prestabilite. Lo fissano, impedendogli di viaggiare ed evolversi. È una rete intessuta di averi che il mondo gli getta addosso per imprigionarlo e stabilizzarlo, in modo da poterlo identificare. Rimbaud lo spiega nella Lettera del veggente: il poeta ascolta l’inaudito e lo rende udibile per l’umanità, ma nel fare questo muore. Anche se, sepolto dalle incrostazioni dei nostri averi, rimane una sorta di santuario in chi ha passato la propria adolescenza impugnando una chitarra, ripetendo ossessivamente il riff iniziale di Smells Like Teen Spirit o baciando la sua prima ragazza dopo aver storpiato con passione Wish You Were Here. Che sensazione di vita, di infinita potenzialità, sperimentano due adolescenti innamorati su una spiaggia: liberi per una notte da ogni avere, ridotti dall’estate e dalla giovinezza a essere soltanto due esseri umani lontani da scuola e problemi, con una coperta per scaldarsi e la malinconia di chi si perderà a fine agosto.
Le sere azzurre d’estate, andrò per i sentieri, Punzecchiato dal grano, a calpestare erba fina: Trasognato, ne sentirò la freschezza ai piedi. Lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Non parlerò, non penserò a niente: Ma l’amore infinito mi salirà nell’anima, E andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro, Nella Natura, – felice come con una donna.
[Arthur Rimbaud, Sensazione, 1870] "
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Salvatore La Porta, Less is more. Sull’arte di non avere niente, Il Saggiatore (collana La Cultura, n° 1134), 2018¹. [Libro elettronico]
#Less is more#letture#leggere#libri#saggistica#Salvatore La Porta#musica#Arthur Rimbaud#poesia#poeti#Lettera del Veggente#avanguardia letteraria#intellettuali del XIX secolo#Smells Like Teen Spirit#Nirvana#Wish You Were Here#Pink Floyd#rock#grunge#ricordi#emozioni#citazioni letterarie#adolescenza#estate#mare#sregolatezza#amore#romanticismo#letteratura francese#meditazioni
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«Molto tempo fa sono stata ferita. Sono vissuta
per vendicarmi
contro mio padre, non
per quel che era –
per quel che ero io: fin dai primi tempi,
da bambina, pensavo
che il dolore volesse dire
che non ero amata.
Voleva dire che amavo.»
Addio a 𝐋𝐨𝐮𝐢𝐬𝐞 𝐆𝐥𝐮̈𝐜𝐤. La poetessa americana, premio Nobel per la letteratura nel 2020, si è spenta all’età di 80 anni.
*
Il testo è tratto da “Ararat” (Il Saggiatore, 2021)
#poesia #poesie #poetry #LouiseGlück #poesia
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Vertigini Letterarie
Leggendo Robinson, l'inserto domenicale de la Repubblica, mi è capitata nella sempre bellissima intervista a fine inserto di Antonio Gnoli questa risposta: la letteratura è insieme all'arte il più straordinario serbatoio di immagini e di suggestioni. Certi romanzi spiegano la geografia meglio di un geografo. Queste parole sono state dette, appunto, da un grande geografo italiano, Franco Farinelli. E mi sembrano perfette per parlare un po' di questa carta geografica della letteratura del '900 che è questo libro, che mi ha tenuto tutto il mese di Settembre sulle sue pagine.
Ho scoperto il nome di William Gaddis anni fa, dopo aver letto quel capolavoro che è L'Incanto del Lotto 49 di Thomas Pynchon. Del misterioso autore di quel libro non si sanno che poche cose, fotografie solo da giovane studente, tanto che alcuni sospettarono che fosse uno pseudonimo di Gaddis. Questa è leggenda, Pynchon esiste davvero, ma è vero invece che tutti e due sono i pilastri del post-modernismo letterario americano, che ha incantato tutta una serie di scrittori diventati iconici, con romanzi quali L’arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon (1973), Infinite Jest di David Foster Wallace (1996) e Underworld di Don De Lillo (1997) o Le Correzioni di Jonathan Franzen (2001).
Le Perizie è un libro mondo, scritto nel 1955 (1220 pagine) che è stato riproposto da Il Saggiatore dopo quasi 50 anni dalla prima edizione Mondadori, che all'epoca lo divideva in due volumi (1967). Racconta la storia di Wyatt, un giovane del New England cresciuto dal padre pastore protestante e la Zia Mary, ultra calvinista, nel ricordo di sua madre Camilla, morta in un viaggio in Spagna. Wyatt scopre di avere un talento particolare nel disegno, tanto che una volta arrivato a New York viene ingaggiato come falsificatore di antichi quadri rinascimentali fiamminghi da un ricco uomo d'affari, Recktall Brown (il cui nome è tutto un programma). Tutto intorno a questa vicenda gira un gruppo di personaggi secondari e delle loro storie, tra scrittori in cerca di successo, attrici, artisti, poeti, critici d'arte che tra feste senza senso e dissertazioni esistenziali si interrogano sul ruolo dell'arte, degli artisti e del loro senso nel mondo. Le perizie del titolo è un sottile gioco semantico: sono sia quelle tecniche che certificano l'autenticità di un'opera d'arte, ma sono anche in senso più ampio una disamina infinita che vede i personaggi coinvolti in un interrogarsi minuzioso sulla crisi del pensiero filosofico occidentale, dalla metafisica aristotelica alla storia dell’alchimia, dalla storia delle dottrine religiose alla storia dell’arte moderna.
Quello di Gaddis fu volutamente un tentativo di scrivere un libro che andasse oltre, sia in termini strutturali che soprattutto linguistici. È l'apoteosi della citazione, di oscuri pittori fiamminghi del 1500, di testi scritti da santi eretici, di luoghi veri e immaginari, in un mix che si pone a metà strada tra il Faust e Finnegans Wake. All'epoca fu un fiasco, tanto che Gaddis per oltre venti anni abbandonerà la letteratura e lavorerà come pubblicitario per grandi gruppi industriali americani, come l'IBM. Ritornerà al romanzo solo venti anni dopo, con un'opera forse ancora più audace, JR, che però stavolta fu un successo, tanto che vincerà nel 1976 il prestigioso National Book Awards, premio che Gaddis vincerà ancora nel 1994 con A Frolic Of His Own (non tradotto in Italiano).
Tra i suoi più grandi ammiratori c'è Jonathan Franzen, che ha intitolato il suo podcast e blog personale Mr Difficult, non a caso, dato che era il soprannome di Gaddis per via del suo stile barocco, a tratti schizofrenico, imperscrutabile e con la caratteristica, unica e singolare, di caratterizzare i personaggi per uno stile riconoscibile nel linguaggio (per spiegarmi meglio, come quei tic linguistici che si hanno, il ripetere spesso un intercalare, un modo di dire e così via). Nel 2002 Franzen scrisse sul New Yorker un articolo, intitolato Mr. Difficult: William Gaddis and the Problem of Hard-to-Read Books, in cui divide i lettori in due gruppi: gli Status Model, che cercano in un romanzo una forma d'arte, e i Contract Model, che cercano in un romanzo una forma di intrattenimento. In Gaddis lo sfoggio, nel caso de Le Perizie, di citazioni erudite, rimandi all'antropologia, all’esoterismo, alla teologia cristiana o alla pittura fiamminga sono segnali paradigmatici di Status Model, e fu questa analisi stilistica che portò lo stesso Franzen a passare dal romanzo forbito (e a tratti indimenticabile) ma "difficile" da leggere che fu Le Correzioni a quello più semplice strutturalmente e più godibile che fu il successivo Crossroads.
Leggendolo, ho detto alle mie amicizie di lettura che non lo avrei consigliato a nessuno, sebbene sia stata una delle letture più incredibili della mia vita. Perchè c'è uno sforzo intellettuale che, e non so nemmeno se sia in fondo un problema, non è solitamente più richiesto per lo meno in un momento personale di riflessione come può esserlo una lettura.
Lascio l'ultima riflessione alla traduzione: fu opera già nel 1967 del grande Vincenzo Mantovani, uno dei più grandi traduttori di autori anglofoni della nostra editoria, scomparso l'anno scorso. Lui aveva un amore viscerale per Gaddis, che mi rendo conto era una sfida da rompicapo per un traduttore ma che per lo stesso motivo era amatissimo da chi queste sfide le accettava. Lo stesso Mantovani lavorò per 15 anni alla traduzione di JR, che è in pratica un romanzo dialogo su un giovane genio adolescente che scopre un modo per fare soldi nella finanza, ma non trovò mai un editore disposto a pubblicarlo. Ci riuscì solo nel 2009, grazie alle Alet di Padova, che tra l'altro non pubblica più, rendendo introvabile questo altro romanzo così sui generis e forse per questo così fondamentale.
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"si può solo dire nulla": tutte le interviste di carmelo bene (il saggiatore, 2022)
“si può solo dire nulla”: tutte le interviste di carmelo bene (il saggiatore, 2022)
Carmelo Bene Si può solo dire nulla Interviste a cura di Luca Buoncristiano e Federico Primosig Si può solo dire nulla è la raccolta definitiva delle interviste di Carmelo Bene. Un’opera che insegue la voce di Bene lungo quarant’anni di carriera per restituire, attraverso le sue dichiarazioni pubbliche, l’autobiografia impossibile di una delle figure più geniali, trasgressive, incatalogabili del…
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#Carmelo Bene#cb#Federico Primosig#Il Saggiatore#interviste#Luca Buoncristiano#Si può solo dire nulla#teatro
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"L'univers est écrit dans la langue des mathématiques, et ses caractères sont des triangles, des cercles et d'autres figures géométriques".
Galileo Galilei, Il Saggiatore, 1623
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[Come tremano le cose riflesse nell'acqua][Liv Ferracchiati]
In "Come tremano le cose riflesse nell'acqua" Liv Ferracchiati attraversa Il gabbiano facendo risuonare nel mondo di oggi i personaggi del capolavoro di Anton Čechov
Le relazioni complesse di un giovane drammaturgo: un’opera moderna ispirata a Čechov Titolo: Come tremano le cose riflesse nell’acquaScritto da: Liv FerracchiatiEdito da: Il SaggiatoreAnno: 2024Pagine: 264ISBN: 9788842834021 La sinossi di Come tremano le cose riflesse nell’acqua di Liv Ferracchiati Un giovane drammaturgo è impegnato nella stesura di una nuova opera, alla ricerca di una forma…
#2024#Anton Čechov#Come tremano le cose riflesse nell&039;acqua#David Foster Wallace#fiction#gay#Il Saggiatore#Italia#LGBT#LGBTQ#libri gay#Liv Ferracchiati#Margherita Crepax#Narrativa#narrativa italiana
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Il lavoro
Non esiste uno stato intermedio fra il ghiaccio e l'acqua ma ce n'è uno tra la vita e la morte: il lavoro.
N. N. Taleb, [The Bed of Procrustes, 2010], Il letto di Procuste, Milano, Il Saggiatore, 2011 [Trad. L. Sosio]
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Da migliaia di anni, un dibattito si perpetua nell'oscuro retroterra degli eventi umani. La questione da risolvere è: «Cosa dovremmo dire dell'essere vivi?». La maggioranza schiacciante della gente ha detto: «Essere vivi va bene». Persone più meditabonde hanno aggiunto: «Specialmente se consideri l'alternativa», rivelando una giocosità al contempo macabra e sconcertante, dato che l'alternativa è implicitamente sgradevole e, a ben riflettere, capace di rendere l'essere vivi più gradevole di quanto sarebbe altrimenti, come se l'alternativa fosse solo una possibilità che può avvenire o meno, come prendere l'influenza, piuttosto che un'incombente ineluttabilità.
Thomas Ligotti, La cospirazione contro la razza umana, trad. it. di Luca Fusari, Il Saggiatore, 2016
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" Ricordo di aver letto non molti anni fa uno spiritoso articolo di Stefano Rizzato (apparso su «La Stampa» nella primavera del 2012) dedicato ai fumetti di Topolino. Diceva che i giovani lettori avevano qualche difficoltà a capirne la lingua, e che occorreva ormai il pronto soccorso di un «topo-dizionario» per capire verbi usati di frequente dal piccolo animale come turlupinare, corroborare, lucrare, un sostantivo come darsena, aggettivi come erudito, esoso, retrogrado, intabarrato. È vero che la lingua di Topolino è sempre stata di livello alto, ma le nuove generazioni non conoscono queste parole anche perché non le leggono piú. In un suo libro recente Massimo Arcangeli* ci ha fatto notare che addirittura fra gli studenti universitari stanno perdendosi parole come abulico, sordido, modico, solerte, blaterare, corroborare, menzionare, coacervo, laconico, nemesi; e che moltissimi non sanno trovare un sinonimo di pusillanime, e che indigente è confuso con ingente.
Ma oggi in realtà preoccupa di piú il fatto che molti giovani non sanno mettere insieme con accettabile padronanza una pagina scritta. All’Università hanno difficoltà a stendere una tesina, arrivano alla laurea sprovvisti di sintassi, incapaci di argomentare, fanno fatica ad articolare (ma anche a leggere) un testo con un po’ di subordinate. Come se non avessero fatto nulla in precedenza per imparare a scrivere, soltanto scaldato dei banchi. Siamo di fronte a un collasso sintattico, che preoccupa molto di piú degli strafalcioni e delle carenze lessicali: qui è in gioco l’incapacità di organizzare e gerarchizzare e illustrare le idee, sono saltati i nessi logici, i legami tra il prima e il poi, tra causa ed effetto, sono franati i nessi insieme alle pause, l’andare a capo, la scansione, la punteggiatura, il ritmo del discorso. Che cominci a farsi sentire il mancato insegnamento dello spessore storico di una lingua, o la semplificazione eccessiva di tale prospettiva? Dopo anni di impegno, di entusiasmi per sperimentazioni glottodidattiche, la capacità di costruire discorsi scritti da parte dei giovani che escono dalla scuola italiana è sempre piú carente. E il fatto poi che si leggano piú social che saggi e narrativa ha un suo peso. "
*M. ARCANGELI, Senza parole. Piccolo dizionario per salvare la nostra lingua, il Saggiatore, Milano 2020.
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Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
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