#gocce di memoria
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apropositodime · 8 months ago
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"Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito
È inafferrabile"
Le mie meravigliose Dalie 💜
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acquaesale · 2 years ago
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xerotere · 1 year ago
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Lettera atonale
Mentre digito lettere e numeri sulla tastiera di fronte a un foglio word, da una playlist in riproduzione più o meno casuale parte la canzone al pianoforte che ho ascoltato con te in treno, e per un istante immagino che il frutto del movimento delle mie dita sia quella melodia, e non una serie di parole e cifre di cui poco importerà a qualcuno. E poi immagino te a suonarla e, anche se è solo un gioco della mia fantasia e del fantasma delle tue parole, è un’immagine che m’illumina il cuore.
Provo a razionalizzare quel che è successo, ma ogni tentativo di razionalizzazione diventa una distruzione di ciò che sento: d’altronde non è successo nulla - due persone che siedono casualmente vicine in un lungo viaggio in treno e scoprono d’avere tanto da dirsi, una cottarella adolescenziale anche se l’adolescenza è passata da un pezzo, qualcosa che muore sul nascere perché non c’è neppure un presupposto che sia corretto. Non dico che sia una situazione da tutti i giorni ma, raccontata così, con la voce dei fatti, non mi sembra neppure niente di così speciale - niente dell'assurdo che è stato.
Allora, per spiegare e soprattutto per tenere memoria, prima che le sensazioni che porto dentro s’inabissino nel mare ovattato dei ricordi e nel torpore della quotidianità, proverò a usare delle parole che so che capiresti (o capirai, in un futuro che è molto meno che un’ipotesi): cadere in un lungo sonno e risvegliarsi all’improvviso in un giorno di sole, percepire la luce, il suo calore sulla palle, l’aria che fresca fluisce nei polmoni. sentire il sapore delle prime gocce di pioggia dopo una lunga siccità. stupirsi perché si è ancora in grado di richiamare le parole dal profondo se cercate con il giusto sguardo, quando si pensava - anzi, si era certi di non esserne più in grado. riuscire ad aprire lo scrigno dell’alterità e guardarci dentro per davvero, trovandoci di tutto - somiglianze, differenze, abissi, incoerenze, e trovare tutto, comunque, bellissimo. osservare le affinità dell’anima rimanere effuse in un magnetismo, destinate a rimanere tra le righe di questa piccola lettera atonale scritta per non essere spedita mai.
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ratedjo · 1 year ago
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dreamcore95idle.exe
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Creator's Description: CAN YOU ESCAPE YOUR DREAMS?
Le leggere ciocche di memoria si mescolano a gocce di sogni. The flowing strands of memory mix with droplets of dreams.
N̵̘̍͘O̶͇̽̈̈́͜S̶̠̻̋̅̊T̶͎̳̈́͑A̶̛̦L̵̼̗̓G̷͉͌I̴̖͖̾̚Á̵̝͔̺͑͑ ̵̫̉̅̐Ǐ̶͙̘̪̄S̵̠̅ ̷̥̰͌͝Y̶̢̛͍̙̾O̶̯̬̠̊̿́Ū̶̮̀̄R̸̦̂̒ ̵̳̔̉͝F̷̧̠̓̏͜R̵̹̫̣͝Í̵̫͍͘̚E̴̤̹̓͒̎Ņ̸̰̱̌D̸̢͕͂́̑
Developer: Atovange Engine: Godot Price: Free/ Name your price Download: Itch.io
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greenbor · 3 months ago
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Poesia di https://www.tumblr.com/surfer-purple
I sorrisi li puoi regalare a chiunque......
Ma le Lacrime......quelle sono tue......
sono come gocce di gioia.... di memoria.....
le versi solo se vuoi veramente bene.....
ad una persona..... e non la vuoi perdere!...
escono dall'anima......se non ti senti giudicato....
se ti fidi.... puoi farti vedere fragile.... ma non è così...
in fondo sei forte.... hai le tue risorse.
Surfer
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molecoledigiorni · 2 years ago
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- manca -
Manca l'amore alla morte che traccia le linee dell'alba, senza memoria, senza assenza manca l'acqua alla quarta foglia del trifoglio, che nel vuoto respira gocce di nebbia. Manca l'amore alla morte che arriva a piedi scalzi una mattina di venerdì, che ci scambiamo il sudore, la voglia e la pelle quando finalmente per un motivo o per sbaglio, - sei felice.
©bruna.b.s
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orenzel · 20 days ago
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"Le macchie delle prime gocce di pioggia.
Il sole.
Il pane e il vino.
Il saltello.
Pasqua.
Le venature dei fogli di carta.
L'erba che si muove.
I colori delle pietre.
I ciottoli sul letto del ruscello.
La tovaglia bianca all'aria aperta.
Il sogno della casa nella casa.
Il vicino che dorme nell'appartamento accanto.
La quiete della domenica.
L'orizzonte.
La luce della stanza nel giardino.
Volare di notte.
Andare in bici senza mani.
La bella sconosciuta.
Mio padre.
Mia madre.
Mia moglie.
Mio figlio...."
Il cielo sopra berlino è un altro boomerang che torna ciclicamente, come sempre, alla memoria.
(Peccato non sia riuscito a trovare il tema di sottofondo della scena.)
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the-lived-abstractionism · 2 months ago
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Berlinguer: oltre l’ambizione
Un film come visto e vissuto
Di Sauro Sardi
Giocando coi versi del grande poeta russo, se Berlinguer fosse Majakovskij
direbbe al placido chimico dalla fronte spaziosa: “Risuscitami… perché la
gente di me ha sete”. Dunque, un film che riattacca la spina e inietta sangue
nel cuore senza la presunzione di riaccendere il sole, seccare l’oceano. Un
film che fa tornare a scrivere anche i mezzi morti di parole, quelli che
aspettavano l’occasione per dire che gli argomenti di una certa stagione non
invecchiano mai. Nessuno di noi fa di mestiere lo scontento e insieme alle
lodi si avanzino pure anche le critiche, sarebbe un gradire molto sospetto se
tutti fossero pienamente d’accordo su questa pellicola, ci sarà pure qualche
aspetto da ingoiare appena o troppo malvolentieri, ma buttato giù il boccone
tutto il resto è arte, umanità, politica. Quei tre pacchetti di sigarette ci
riportano dentro a quelle stanze di fumo bestemmiato. Non avremo
guadagnato il socialismo ma l’inferno era di sicuro alla nostra portata.
Scorrono meravigliose e crudeli le scene; per fortuna le so a memoria. Al
cinema non esiste la pagina Talk Back per l’audio descrizione delle immagini.
“la piazza è strapiena di gente” dice una voce alle mie spalle Spero sempre
che dietro di me ci sia qualcuno che bisbiglia, è un occhio trovato. Si va verso
il finale, accompagnato da una musica dentro un silenzio che ti strozza
transita quel sole dell’avvenire, il suo splendore, il decadimento, i resti.
Appunto, i resti sono le nostre opinioni, saluto la mia comoda poltroncina di
velluto, usciamo.
Sta ancora piovendo qualche gocciolina che si affronta anche senza
cappello, penso che sia regolata da un Dio che ha visto tutto, ci accompagna
alla macchina, ci riporta a casa, poche parole, quasi muti. Eppure era la
giornata ideale per andare al cinema e ora la riassumo alla faccia degli spazi
e delle virgole comprese.
Avevo attraversato quelle poche gocce di pioggia che oltre la biglietteria si
asciugano subito. Ora le musiche si accompagnano alla stupenda
espressività vocale del protagonista, Berlinguer non fa una piega ma non è
un blocco di granito rosso, no, ha famiglia, sentimenti, un sogno che
intravede oltre la linea dell’orizzonte. La piazza è sua, il popolo di quella
grande stagione è suo.
In ogni opera d’arte c’è sempre un aspetto che suscita non solo emozioni ma
anche riflessioni, analisi. Dunque, come e quante volte Berlinguer si
incontrasse anche di nascosto con Moro non è una pallida leggenda
metropolitana ma l’incipit di una storia che non doveva mai nascere. “Divide
et impera” era un concetto semplice, tradotto in tutte le lingue. Ormai
avevamo capito che a guadagnarci non erano i belligeranti ma chi
organizzava lo scontro per trarne profitti. La politica doveva restare un campo
di battaglia, mai diventare un luogo dove le diverse opinioni alla fine fanno
sintesi e si procede, magari verso l’idea condivisa di una necessaria visione
post ideologica. Intendiamoci, il plastico di una casa comune dove alloggiare
politiche, credenze e culture diverse sarebbe stato un progetto tutto da
spiegare ma era in atto l’avvio di un percorso nuovo. Ora non conta dire
quanto Berlinguer lo volesse più degli altri, lui ci credeva quando tutto era
ancora possibile, il sole che picchiava sugli scogli di granito rosso era sempre
lo stesso ma proprio quello nato nei luoghi del socialismo reale diventava
sempre più brutto, una farcitura di socialismo imperialista. Doveva “strappare”
quel filo, quei legami e al tempo stesso raggiungere il sole di un avvenire che
si evolve. Lo diceva indicando il punto dove il mare e l’orizzonte si toccano.
Ma quell’uomo apparentemente timido e riservato, prima di conoscere il
domani di tutti i comunismi di questo mondo conosceva il mare, le distanze
apparenti tra cielo e terra, sapeva bene che più vai verso l’orizzonte, più quel
punto si allontana. Ma lui doveva crederci e preparare il terreno per una
nuova stagione della politica, non più riverente ma opposta al dominio di
vecchi e nuovi imperi. Potrà sconvolgere qualcuno immaginare che nel mare
nostrum gonfio di antiche e nuove rivalità politiche stava soffiando il vento di
una ragionevole intesa anche nel completo disaccordo su tante questioni. Un
vento nuovo. Ma tutto si interrompe, precipita, passano gli anni e si torna al
tempo delle invasioni barbariche, nascono eserciti al soldo di chi ha più
moneta, l’arco e la catapulta diventano ordigni che possono varcare i confini
delle peggiori immaginazioni. Torna la gigantografia di Enrico Berlinguer,
umida e malinconica questa giornata al cinema, forse se avessi lasciato
qualche ricordo a casa avrei sofferto di meno. Un film che rotola all’indietro
come un macigno che accarezza e travolge.
Non credo nei film buoni per la didattica, per quella ci sono i documentari,
semmai questo genere di realismo cinematografico espone la capacità degli
autori, l’arte di suscitare emozioni. Cosa non secondaria in tempi dove l’agire
sensibile affronta la fredda intelligenza artificiale; difficile per un algoritmo
venirci a dire che i comunisti ci porteranno via il maiale, non avrà mai tanta
fantasia. Un bel film, può provocare sgomento oppure fare da stimolo a tutti
quelli che ancora, comunque la pensino, hanno una loro visione
dell’orizzonte. Quale orizzonte? Non era una domanda difficile.
P.S.
www.saurosardi.com Ai funerali di Enrico Berlinguer
Noi popolo, siamo gli stessi del popolo di allora.
Una storia che fa resuscitare ideali ed equilibrio sociali, pur stando all'orizzonte.
Ma chi ucciderà chi ancora cerca alleanze di potere
...di sicuro né Moro né Berlinguer
dY
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lunamarish · 4 months ago
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Oggi è uno di quei giorni in cui il mio fisico è seduto in ufficio ma la mia mente è in un museo del centro di Firenze, mentre guardo quadri che già conosco a memoria, fuori le gocce di pioggia leggera si posano delicate sui vetri, c'è profumo di cornetti caldi che arriva dalla caffetteria, un brusio educato e costante si diffonde per i corridoi. Il calendario non segna nessuna riunione. Cammino lenta e, se mi va, torno anche indietro, perchè il tempo oggi non esiste. La sensazione di non avere impegni, scadenze. Poi, quando la sera arriva, gentile, ti mando un messaggio per una cena insieme e tu mi rispondi: ma così, all'ultimo, senza preavviso?
E io ti dico certo, e come sennò? All'improvviso, quale tempo migliore per essere noi due?
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petalididonna · 1 year ago
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"Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile"
Giorgia❣️
Ne ho tanti di ricordi,anche voi due siete un ricordo ricorrente,siete uscite di scena nello stesso mese...quello della stagione dei ricordi❤️
A mia madre e mia sorella❤️
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apropositodime · 1 year ago
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Giorgia | Gocce Di Memoria
youtube
E niente, non me lo ricordavo così bellissimo.
❤️
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klimt7 · 1 year ago
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UN CONTRIBUTO PER CAPIRE
CHE IL PROBLEMA È
SOPRATTUTTO CULTURALE.
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"Drogate e stuprate: succederà ancora"
A cura di Ilaria Maria Dondi
Essere drogate e stuprate: è una storia vera, che si moltiplica per tutte le donne cui è successo o accadrà in futuro.
'21h - Les détails' è il corto, sceneggiato dalla scrittrice Nadia Busato e interpretato dall'attrice Sveva Alviti che fa parte di 'H24 - 24 heures dans la vie d’une femme', un progetto corale internazionale ispirato a 24 storie vere di donne, scritte, interpretate e dirette da donne.
“Avevo 19 anni, una patente fresca di rilascio e la voglia matta di godermi l’ultima estate prima dell’università. Con l’amica di sempre aspettavamo elettrizzate l’inizio del festival rock più grosso della provincia. Finalmente, abbiamo passato il cancello e ci siamo fermate a bere un bicchiere, poco oltre l’ingresso.
Abbiamo brindato, ci siamo avvicinate al palco, abbiamo iniziato a cantare il primo pezzo e …bum!
Nessuna di noi ricorda nulla della serata finché, ore più tardi, siamo ritornate in noi stesse. In più di vent’anni abbiamo provato più volte a rimettere insieme la memoria di quella sera, ma tutto è cancellato, scomparso.
Agli inizi del millennio non c’erano né i social né il Me-too.
Erano gli anni dell’uomo che non deve chiedere mai. Famiglia, scuola, televisione insegnavano a noi ragazze di ogni età, che quando ci succede qualcosa di inquietante, brutto, violento, la colpa è nostra: ce la siamo andata a cercare; che è diritto di ogni uomo usare i corpi delle donne come meglio crede; ed è parimenti suo diritto non avere seccature inutili, come il consenso esplicito.
Se lei dice no, intende sì: quante volte l’abbiamo letto, sentito, detto ridendo?
Ripenso spesso a quella notte. Io e la mia amica, insieme, non pesavamo quanto un uomo adulto. Io anoressica, lei longilinea per costituzione: saranno bastate poche gocce.
Sarei davvero curiosa di sapere cos’era.
Le più famose sono le Ghb, Gbl e Bd, si trovano anche in medicinali che, ciclicamente, vengono ritirati dal commercio e poi re-immessi in altre formulazioni, per altre patologie.
Si chiamano droghe da stupro perché succede quello che è successo a noi: dopo non ricordi nulla.
Ci sono voluti diversi anni perché avessi almeno un nome da dare a quello che ci è capitato.
Chissà se chi l’ha fatto si è limitato a noi, quella sera. Se avesse voluto farlo ad altre ragazze, niente l’ha fermato. Magari l’ha fatto per tutta l’estate e le estati seguenti, magari lo fa ancora oggi. Immagino lo trovi divertente e, all’occorrenza, utile.
Quando Valérie Urrea e Nathalie Masduraud mi hanno chiesto di sceneggiare questo episodio di H24 ci ho messo dentro quello che succede a me, che da più di vent’anni cerco di rimettere insieme i ricordi e cerco gli indizi.
Esattamente come la protagonista di questa storia (che è tratta da una storia vera), tutto ciò che ricordo davvero era la banalità della serata: nessun segnale di pericolo, una normale sera d’estate tra amiche.
Esattamente come la protagonista (interpretata dalla bravissima Sveva Alviti) anche io mi sono sentita dire che sono stata fortunata: nessuna gravidanza, nessuna MST, nessun segno evidente di abuso, nessuna memoria, l’opportunità di dimenticare e riderci su.
Paradossale che qualcuno provi a consolarti ricordandoti che ci sono certamente donne a cui va molto molto molto peggio di te.
Quindi: allegria, dai, basta pensarci, mettitela via.
A noi, che abbiamo assecondato questo sistema educativo per intere generazioni.
A noi, che abbiamo sempre incolpato le ragazze ovunque, in pubblico e in privato.
A noi, che abbiamo guardato Fedro Francioni nella casa del Grande Fratello raccontare di aver stuprato un’amica incapace di reagire senza andare a distruggere gli studi di Cinecittà.
A noi, che leggiamo gli articoli assolutori su Alberto Genovese dando un colpetto annoiato di spalle perché le modelle e le attrici, come ci hanno più volte spiegato in TV, molti alti esperti, medici, opinionisti, politici e giornalisti, sono prostitute a caccia di tornaconto.
A noi, che sentiamo dire frasi come:
“…però lo sa che funziona così; cosa si aspettava?; ha avuto anche lei i suoi vantaggi;… e se lo ricorda dopo tanti anni?; bisognerebbe sentire la versione di lui; a me non sembra uno stupratore; lei è una facile; chissà chi c’è dietro”
e preferiamo non iniziare nemmeno una discussione.
A noi, che in un paese dove il cattolicesimo sostituisce lo stato di diritto sui corpi delle donne, ci stupiamo genuinamente dei numeri della violenza e dei femminicidi.
A noi, che chiamiamo la polizia se sentiamo il rumore di un furto ma non ci intromettiamo nella casa del vicino che picchia da anni moglie e figli.
A noi, che il femminismo bianco è sempre moderato e sorridere è meglio che alzare la voce.
A noi, che ormai questi uomini non li cambi più ed è meglio sperare nel futuro.
A noi , che voi vi lamentate ma siete fortunate.
A noi, che… e io che ci posso fare?”
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Gocce di memoria sarà sempre la morte mia. Una canzone perfetta <3
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theophagie · 1 year ago
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Parte gocce di memoria e parto anche io
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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Non potete urlare AMBRA ANGIOLINI e poi non sapere Gocce di Memoria di Giorgia però
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oliverodomenico · 1 year ago
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2004 Gocce di memoria, intervento artistico nella Ghiacciaia di Cuneo
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