#geloni
Explore tagged Tumblr posts
Text
Trovata Miorgia Geloni morta in un fosso
162 notes
·
View notes
Text
How to make a homunculus no glue no borax
Materials:
• human semen (fresh)
• horse dung (fresh). If not available, place cucurbit instead in a secure temperature controlled environment of about body temperature.
• arcanum of human blood (or mercury)
• cucurbit (a jar similar to an alembic. See below). If you do not have a cucurbit, instead use a large jar, about a foot tall.
• you may need a syringe
Optional:
• gloves (leather recommended)
• syringe
• uterus of a horse
Instructions:
1.) Insert the horse uterus into your cucurbit or jar so that the opening is at the top. If not using a horse uterus, ignore this step.
2.) Embed the lower 2/3 of cucurbit or jar in horse dung. This should remain at a stable temperature in a stable environment for 40 days. Horse dung will heat naturally. Process should not be disturbed.
3.) If needed, use a syringe to insert the human semen into the horse uterus in the cucurbit or jar. If not using a horse uterus, instead insert the semen directly into the container.
4.) Cover the cucurbit or jar with its lid and embed it into the dung until the bottom of the lid touches.
5.) After 40 days, your homunculus — though not yet visible — will begin to quiver. At this point, insert mercury or another arcanum of human blood to feed your homunculus as needed. Incubate for 40 weeks or until fully grown.
Pro tip: If you wish to keep your homunculus caged and captive, be aware that upset homunculi are prone to attempts at escape and can be hostile. Be sure to keep your homunculus tightly secured, if at all. Many opt for a glass jar. I would not, however, recommend such a tactic, as there have been numerous cases of homunculi escaping from simple jars (note the case of Count Johann Ferdinand von Kufstein and l’Abbé Geloni).
Rather than keep your homunculus captive, it is encouraged that it be raised as a human infant for maximum efficiency.
Example of the types of alchemical containers and apparatuses, including the cucurbit (called a cucurbite in the first image and tazza in the second image):
Popular uses for homunculi and closely related creatures:
1.) Many people use their homunculi as part of a machine with which to transform urine to a more pure substance, such as mercury or antimony.
2.) Others, such as Faust, have used their homunculi as more intimate helpers in magical practice.
3.) Some people eat mandragoras (also know as mandrakes, duda’im, or alraunen) for their hallucinogenic, aphrodisiac, and narcotic properties. DO NOT eat your homunculi. This will NOT provide the same effect.
4.) Mandragoras can be made into amulets of love, good fortune, fertility, etc. (for best results, consult a Romani person).
5.) Mandragoras are used in most magical flying ointments and in other potions.
6.) Mandragoras can also be used as incense (hallucinogenic).
Feel free to ask for sources etc. Stay tuned for more alchemical DIY guides!
#alchemy#homunculus#homunculi#alchemist#chemistry for medieval monk losers#medieval#witchcraft#magic#potions#mandrake root#witches#medieval manuscripts#illuminated manuscript#dark ages
32 notes
·
View notes
Text
Fuori dalla bolla, nella realtà, Renzi è un fallimento clamoroso e totale. Come politico non ne ha azzeccata una, mai.
Non è riuscito a diventare il nuovo Berlusconi, suo obiettivo di sempre. Non ci è riuscito snaturando il Pd e occhieggiando a Verdini.
Non ci è riuscito andando ad Arcore quando Berlusconi era vivo. Non ci è riuscito pensando di papparsi Tajani in un boccone quando Berlusconi è morto.
Renzi non è riuscito ad accreditarsi con la destra. Non ci è riuscito nonostante i voti a La Russa presidente del senato.
on ci è riuscito nonostante il sostegno alla destra in Basilicata e a Genova. Non ci è riuscito nonostante l’ignobile voto a favore della commissione di inchiesta sul Covid e tante altre strizzatine d’occhio parlamentari.
a destra, di Renzi, non sa cosa farsene e non ne vuole sapere.
Renzi non è in grado di costruire il centro. Non ci è riuscito con Calenda e non ci è riuscito da solo. L’operazione “Italia viva” è fallita, prima alle politiche e poi alle europee.
Renzi voleva cambiare la costituzione per fare il Macron italiano: non ci è riuscito.
Renzi ha governato male, facendo riforme che la Corte costituzionale ha smantellato a pezzi o che saranno spazzate via.
e ha fatte in modo arrogante e muscolare, inimicandosi una parte consistente dell’elettorato storico della sinistra.
Renzi da segretario ha perso tutte le elezioni amministrative, consegnando alla destra anche realtà in cui la destra non si era mai affacciata.
Renzi ha perso malamente le politiche. Poi ha sbagliato a mettere il veto (a proposito di veti) su un governo Pd 5Stelle che era pronto e mangiando allegramente popcorn ha fatto sì che nascesse il governo gialloverde che stava per consegnare i pieni poteri e l’Italia a Salvini, un errore da cui ci siamo salvati appena in tempo per la fortunata circostanza che Salvini è un politico scarsissimo, e che Renzi ha rimediato al suo errore togliendo il suo veto ai 5 Stelle, altro che far nascere il Conte 2 come racconta.
Renzi ha sbagliato a far cadere il Conte 2, distruggendo ancora il campo dell’alternativa di cui ora implora l’ospitalità e spalancando le porte alla vittoria di Meloni.
Renzi non ha più alcuna strategia politica. Renzi non ha alcun valore aggiunto e alcuna utilità marginale.
Non può andare da nessuna parte e non può fare niente, solo elemosinare qualche posto nella coalizione di Pd, 5 stelle e Avs. Per me gli si possono anche dare, soprattutto se in cambio sta un po’ zitto. Non sarà comunque decisivo.
Chiara Geloni su X
Nota mia : Se Schlein si azzarda ad accoglierlo nel "campo largo" perderà valanghe di voti
3 notes
·
View notes
Text
Dimmi, dimmi, se a volte ancora mi pensi.
Brufen a gogò.
Cervicale.
Proctolin a tonnellate.
Salario dimezzato da autovelox.
Risse sparse.
Insulti.
Malumore.
Freddo.
Geloni.
Insetti perforanti.
Continuamente.
Ma la saggezza cazzo arriva sempre quando non ci serve più.
3 notes
·
View notes
Text
Capelli arruffati, pieni di fango e di nodi.
Mani amputate, dita mozzate, protesi d'argento.
Stracci insudiciati, abiti inadeguati, divise dimesse.
Il TEMA DELLA VERGOGNA, nel mito e nelle fiabe, non viene quasi mai proclamato a gran voce, ma "fatto vivere", al lettore o a chi ascolta, attraverso un universo di simboli vorticanti, in un crescendo sempre più asfittico e insostenibile.
È a causa della Vergogna che alcuni di noi non rispondono alla Chiamata del Daimon, per rinchiudersi, a poco a poco, dentro la propria TORRE d'Isolamento.
NON PER TIMIDEZZA. E NEPPURE PER AUTOSVALUTAZIONE, ma per qualcosa di molto più profondo che risponde proprio alla Ferita della Vergogna.
Questo disagio può agire in due modi diametralmente diversi.
Costringendoci in questa sorta di autoesilio e impedendoci di fare tutti i "grandi passi" della nostra vita, oppure, CONTROFOBICAMENTE, spingendoci a confrontarci di continuo con situazioni che non ci favoriscono per niente, fuori dalla nostra portata.
Contesti del tutto incoerenti con il nostro Daimon che ci portano a fallire sistematicamente in modo clamoroso, aggiungendo così altra vergogna alla vergogna.
Impastoiati dentro l'archetipo del Brutto Anatroccolo, di Bridget Jones e di tutti coloro che, costantemente immersi in questo mal stare, vivono schiavi di un PROGRAMMA INCONSCIO che li porta a trovarsi quasi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Dove ricevere giudizi sbagliati dalle persone sbagliate.
Alcuni di noi attraversano questa gogna da bambini, altri durante l'adolescenza.
Altri ancora attraverso l'automortificazione delle proprie scelte adulte.
Altri, infine, rispetto alla propria condizione, fisica o relazionale, della vecchiaia.
È IL FLUSSO SANGUIGNO, in genere, ad essere sospinto da questi maremoti psichici.
È il sangue che ci porta ad arrossire e impallidire tante di quelle volte da scatenare, nel tempo, seri problemi di rosacea.
È l'assenza di sangue che, ritiratosi dalla periferia del nostro corpo, barricatosi nella torre del cuore, può provocare geloni alle dita di mani e piedi e scatenare il Morbo di Raynaud.
Quando il sangue non scorre libero, può esserci un enorme blocco del ciclo mestruale, gravi ristagni ed edemi linfatici. Celluliti eterne anche in donne magrissime.
Vergogna su vergogna.
È il PUNGITOPO la pianta che, in casi come questi, può rappresentare una SVOLTA.
Il Pungitopo lavora sul "povero me" anche quando non abbiamo contatto alcuno con la nostra autocommiserazione. Non la avvertiamo, perché non stiamo neppure così male, all'interno del nostro habitat impeccabilmente studiato ad arte.
Ma non stiamo neppure bene.
Il Pungitopo ci pungola, ci strattona, ci consola e ci incita.
Il Pungitopo SA MUOVERCI IL SANGUE.
Ci aiuta a divenire più lucidi, come le sue foglie e le sue bacche.
Non ci porta a voler svettare a tutti i costi, a progettare chissà che cosa, a sognare l'impossibile.
Il suo carattere saturnino è molto più concreto.
Questo elisir inizia ad esprimere il suo effetto facendoci rendere conto, innanzitutto, che un cambiamento è necessario.
Il Pungitopo ci aiuta a capire che il senso perenne di Vergogna non è timidezza, ma qualcosa di molto più invalidante.
Che arriva quando, sulla nostra vita, IL SENSO DI AUTORITÀ è posto costantemente FUORI DA NOI.
Ci fa capire che, da troppo tempo, stiamo osservando il mondo da una prospettiva esterna: come potrebbero vederla gli altri, cosa potrebbero dire gli altri, chissà come mi giudicherebbero.
Gli Altri, gli altri, gli altri.
Un senso di separazione potentissimo. Gli Altri.
E poi, laggiù, in fondo in fondo, noi.
"Dovresti solo vergognarti". "Ma non ti vergogni?".
Un Sortilegio Nero, ancora più potente quando non ci è mai stato espresso così chiaramente, ma solo lasciato intendere.
Uccidere psichicamente chi ci ha ordinato di vergognarci prima di sciogliere il nodo rappresenta una delle tappe più feroci del Viaggio dell'Eroe.
Ma per fortuna e per grazia degli Dei, abbiamo il Pungitopo!
Esiste, uno Spirito lo incarna!
È lì per proteggere le nostre scorte interiori, i nostri granai di speranze, i nostri sogni di libertà.
Di rivincita.
A volte, SIMBOLICAMENTE, quando la vergogna si è radicata troppo in profondità, dobbiamo prepararci a morire anche noi, insieme a lei e insieme a chi ci ha instillato questo complesso.
Fosse anche tutto il mondo.
È quello che farà CATTARINETTA, la ragazza che verrà divorata da sua zia, la Strega Malvagia, PER POTER PAGARE PEGNO per aver fatto qualcosa di estremamente sporco e irrimediabile.
Questa stranissima Non-Eroina delle Fiabe ci insegna il potere degli Atti Simbolici DE-PROGRAMMANTI, gli unici così forti da sturare e disostruire finalmente i nostri circuiti emozionali.
In modo forte, grezzo. Inelegante, forse.
Ma vero.
Proprio come il Pungitopo. O Ruscus, da "rusticus", pianta delle campagne.
Di tutti quei boschi umili, mica delle Fate o attraversati da cavalieri sfavillanti.
Boschi Qualunque.
Ma, proprio in quanto tali, Straordinari.
Buona Luna Piena di Fine Novembre,
cari Amici ErboNarranti❤
Che ci porti a mostrarci senza più timori
perché consapevoli
da prima, da adesso e da poi,
di essere tutti
gira che ti rigira
dentro la stessa Fiaba,
dentro la stessa Pianta
12 notes
·
View notes
Text
Eppure possiamo leggerci dentro al cuore l'uno con l'altro, seguirci in ogni strada o piazza e fra le mura delle nostre case di Quartiere. I nostri sogni sono stati così uguali che per formare diverse le nostre storie abbiamo dovuto dividerci le occasioni, come da fanciulli si prendeva ciascuno una qualità diversa di gelato per assaggiarle tutte. Ma ora abbiamo i tacchi alti e le ginocchia coperte; e una finzione negli occhi se ci guardiamo. Ma basta che uno di noi volti un angolo di strada o salga una rampa di scale perché gli altri possano seguirlo in ogni gesto, come in uno specchio. Ce ne siamo dette le ragioni un giorno lontano, con pugni e abbracci, muco sotto il naso: non c'è nulla che possa sfuggirci nell'affetto che ci lega. Lasciate che la finzione ci squassi, o la vita, col cuore che si fa grosso e noi che lo comprimiamo. Un giorno saremo ancora tutti assieme, seppure coi corpi consumati da contatti estranei. Ma i nostri corpi sono abituati a dormire su un materasso di foglie, a soffrire di geloni, si sono nutriti di cavolo e lempredotto, come volete che ci faccia paura ritrovarci un po' diversi in viso? Credete che non ci riconosceremo?
Vasco Pratolini - Il quartiere
12 notes
·
View notes
Text
PORCO IL SIGNORE Gesù Cristo, ci sono trenta gradi e io comincio già ad avere i geloni ai piedi COSA STRACAZZO HO FATTO DI MALE NELLA VITA?!
3 notes
·
View notes
Note
Buongiorno Doc, la disturbo per chiederle un consiglio ho la mano destra molto arrossata, in particolare nelle dita centrali, la notte mi fa abbastanza male, la pelle è un po' screpolata e faccio fatica ad aprirla completamente, credo si tratti di "geloni", non so se è il termine scientifico adeguato. Cosa potrei fare? Sto cercando di contattare il mio medico di famiglia ma senza successo.
Soffrire, indipendentemente che tu riesca a contattarlo o meno, visto che se si tratta veramente di perniosi, non è una vera lesione da congelamento ma solo la fase precedente a una manifestazione più severa.
Altrimenti le tue dita sarebbero così
o addiritturà così (IMMAGINE SCONSIGLIATA ETC...)
Probabilmente la tua è stata una reazione cutanea di 2° grado
che di norma non ha bisogno di alcun trattamento, se non bestemmiare sibilando a fil di labbra.
Ovviamente, continua a insistere nel contattare il tuo medico.
6 notes
·
View notes
Text
Il freddo - di Erri De Luca
Si usa dire: ”Ho preso freddo”. Pure se il verbo è all’attivo, l’effetto è passivo, fa sentire freddo.
Dico per me: ”Ho preso il freddo”, nel senso di averlo preso volontariamente, perché è inverno e il corpo reagisce coprendosi, non aumentando i gradi di riscaldamento della casa.Mi sono abituato, scaldo un solo ambiente, la cucina, dove passo il giorno.
Niente zanzare, mosche, visite di formiche, il freddo è pausa, riposo e custodia della terra.
Si usa d’inverno rientrando in casa togliersi il soprabito, il cappotto, il berretto di lana. L’appartamento è tiepido. Il mio no, perciò resto vestito come per l’esterno.
Intanto il giorno prolunga la parabola del sole, tramonta un po’ più in là e già questo pensiero mi scalda un sorriso.
Nella casa lontana nel tempo di Montedidio a Napoli non c’era riscaldamento, come in quasi tutti gli alloggi di allora. Un paio di stufette elettriche addomesticavano la temperatura. Non si dovevano accostare le mani intirizzite altrimenti venivano i geloni.
Nelle case più povere un braciere a carbonella mandava più fumo che tepore, oltre al micidiale monossido, che uccideva nel sonno.
L’inverno non era una stagione, ma un attraversamento. I vecchi che doppiavano il Capo Horn di febbraio si erano guadagnati un altro anno.
Sono rimasto in buoni rapporti con il freddo, non lo butto fuori di casa. Coperto a dovere, lo prendo, lo respiro. Quello che non prendo è il raffreddore.
Erri De Luca, 23 gennaio 2023
3 notes
·
View notes
Text
Miorgia Geloni ha osato criticare le sagre della regione Campania da Vespa
Miorgia Geloni non sa che grazie a queste parole la Campania è appena diventata la roccaforte rossa dell'Italia
90 notes
·
View notes
Text
Mai 'na gioia 603
Il mese di gennaio è particolarmente lungo e sembra non dover finire mai, fortuna che non fa quel freddo caratteristico del mese in questione, avremmo tutti i geloni con quel che costa il gas. Hai voglia di bere china calda o bombardino, ma il rischio di finire alcoolizzati coinvolge tutti quanti. Qualcuno se ne va nei paesi caldi, ma la maggior parte dei paesi caldi è in zone calde dove guerre,…
View On WordPress
0 notes
Text
Allora, parliamo di Lollo.
Sul piano fattuale non ha danneggiato nessuno, non ha rubato anzi, come da sua demenziale linea di difesa, il ministro ha onorato i suoi impegni. Fattualmente, è così.
Simbolicamente, Lollobrigida ha esercitato un privilegio assurdo, ha compiuto un’ingiustizia enorme e un abuso di potere inaudito. È incredibile che non se ne rendano conto e non riescano a rappresentarsi il modo in cui avrebbero reagito se lo avessero fatto gli altri.
È proprio una mentalità da casta, è come se stessero al governo ininterrottamente da dieci secoli e non da un anno. È la perdita totale del contatto con la realtà.
chiara geloni
@lageloni su X
9 notes
·
View notes
Text
In my geloni era again
#my fingers hurt so much T-T i have to go to the pharmacy again soon to get some new ointment#mytext
1 note
·
View note
Text
Names generated from Italian forenames and Greek islands, excluding the letter "U"
Achakros Aeggia Aenie Aenza Afiako Agianteros Aglimno Agriandra Agrifonisi Aindi Aitheri Alevyti Alori Altanisi Andes Andro Anisi Anisikoni Anissaros Anolza Anteramili Anteras Antia Antikono Antilakidi Antipsada Antisi Antita Apandioea Araso Areganti Armada Armochalli Aroinos Aronisili Arono Arsaros Askoni Asome Asorigelas Astrina Atallo Atecchaki Atroi Avathodos Avelino Avenza Avicia Avryoni...
Bagine Bagolo Barakolos Baravonto Berio Bisilia Bistallos Biton Boealos Boemisto Bolli Bolza Briganto Cafon Cagos Cagra Calio Callognos Calos Carimo Carra Casonysi Ceglia Cellia Cellos Cenos Cenza Cerisymnos Chachilos Chiesi Chila Chilios Chionia Chriakio Chrotivia Colia Comegana Comodos Comythia Credeste Creviti Dento Desci Dianissa Diceschisi Disientino Dones Donisi Drakinos Dravra Elenza Eloggia Ercollos Eseros Esetamos Faegavgos Faleiriza Faros Flegano Flonikale Folagiria Folfeta Folfettoni Fonia Fontza Forga Forna Freloni Galerano Gantonisti Ganza Gavala Gavgona Gavros Gelaxi Gelonis Genti Gentithra Ginistra Giochiza Giochoinos Giono Glios Graplolza Greno Griana Grisi Grothio Gyaiona Gyarenza Gylio Halasa Halia Halydos Hasora Herissos Hragos Hrakara Hteremici Hydranis Ikefolano Ikros Ikyro Imara Imilvana Imoliarda Itakittani Kakini Kakisto Kaleonysi Kalonisi Kalta Kammoni Kandi Kandros Kanos Kanti Karienisia Karkoneira Karno Karteria Kasklo Kastesena Kateros Kavana Kavicia Kavonis Kefaenza Kefaretsos Kefatipsa Kelino Kellegalki Kelos Kerace Kerison Kidica Klidia Klina Kolia Kolianto Konisi Kontolos Konzari Koplamos Korigna Krognoi Kyntos Kyrno Kyros Kythala Kythodos Kythos Kythra Kyttakyra Labrimadia Laiogia Landi Lavigno Lavrovi Laximiloni Lazandio Leccin Legamoli Legia Legno Lendi Lento Lenza Lertece Leses Letalia Letsos Lifonisi Liomo Madaso Mades Madesi Maios Makino Makioinisi Maklitros Makoniace Makra Manti Manysa Marakra Marapla Maravenis Marina Maros Marsa Maskaros Massalki Mastalos Mateloni Matersoi Mates Matharia Mathasses Matimnos Mavdos Mavelia Megalades Megampra Meglia Megna Megno Mescampoli Mezia Mikyros Minies Ministento Modes Modos Molida Monavas Monisia Moros Motikros Mykonisi Mythri Mythrinoa Nalina Nerga Nesta Omada Omone Omytha Oterra Otischia Oxeissos Palaza Pales Palio Palos Paltandos Pandronali Papla Paredeses Paterifon Paterra Pathakra Patikida Patine Paxima Paximorisi Paxos Pergoli Peria Perigno Perinaxos Peropeza Peros Pescatano Pescin Petalevyti Petso Pettoinisa Pides Piesca Pissaresa Pitossa Pomonisos Ponespes Ponianissa Ponisto Ponos Porago Porifona Pothrakiso Potithodi Pozzo Prafoni Pragri Prakorpia Pranisi Prantia Proko Pronisi Psada Psalos Psaminos Psaros Psarteri Psasi Pserasa Psiaeiros Psikati Psylimo Psyrno Psyros Ragontitra Rakines Redesani Redos Regainos Regavatia Reggia Reisidia Relara Relencegno Rezianza Rhachia Rhino Romezia Rovisi Sacas Sachio Sadelli Sades Salkis Salkona Sanissani Sapla Sathiloro Scara Scatherra Sceggyaio Scela Schalafra Schinisi Schisi Sidilia Sikos Skada Skakamo Skala Skalati Skani Skarissano Sklefoklos Skleggia Sklia Skyntosa Skytherio Skythnos Sondrona Speti Sphaliesi Spidio Sponzia Stessa Stornanisi Strano Strephanos Stros Symanos Syrathonto Syria Syromegio Sytis Telos Tentzo Thace Tharana Thatera Therona Theros Theto Thnos Thonimioea Thria Thydra Tikopomfon Tipse Tretecci Treteccia Troggisi Tronikos Tsona Valatika Valydole Vandios Vandra Vandri Varonissa Varos Vatenzak Vathacteno Velloniste Velos Venos Venza Vicallia Vicatisos Vides Vitenos Vithos Vitola Vitos Vitta Vrastosa Vronisilos Vryoni Zakrosaros
0 notes
Text
la campana de li scolari
Intrappolata dentro il suo gabbione, la campana grossa de li scolari principiò a dondolare a sua volta, dagio adagio, con un fremito quasi inavvertito in sulle prime, con un rombo tuttavia sospeso nei cieli, come d'un'ala metallica. L'onda si dilatava lieta sui penzieri, sui terrazzi, ne vibravano i vetri chiusi delle case, ogni più addormita finestra. Una vecchia nonna su la canofiena, che prendesse ritmicamente l'ajre; e grattugiava fuori il suo susurro dolce e un tantino acquoso a ogni nuova spinta, e non si sa di che ghitarra: da chiamar Luciani e Marie Maddalenine alle classi, con giù le trecce. Dove, difatti, poco dopo ce correveno, c'un pacco de vocabbolari: e quarcuni anche di già: e a piedi, e in tramme, si è che ciaveveno li sordi: o soli, o a frotte, come tanti branchetti di passeri, di passerette: dopo d'essersi sciugate in fretta in fretta l'orecchie, e magari lavatele un tantinello: sì, l'orecchie: organo indispensabile d'ogni alunnato. Vrùn, vrùn, vrùn, vrùn! La vecchia, su la canofiena sua, quer segnale de calabrone a pendolo t' 'oo mollava con tutto er core, a ogni corpo de tutto culo che je dava, da poté pijà la spinta in avanti. E a mano a mano si faceva più corposo ogni volta, l'ammonimento, enfatizzandosi l'ajre, magnificandosi l'onda: benché lei, la nonna, te lo sgranava fuori un po' in sordina: da non resuscitare troppo malamente le cocchine, le Nannine o gli scarruffati Romoletti: che d'un fregnetto d'uno svegliarino in trilli tutto rabbia avrebbero patito scarlattina, poveri cocchi! Una dolcezza ner core a sentilla, vecchia nonna! Quella perorante cautela avvicinava il male per gradi, in una modulazione sommessa: no, non l'olio: il male del ridestarsi a conoscere: a riconoscere e a rivivere la verità d'ogni giorno: cioè che subito dopo l'acqua fredda ce sta la scola che aspetta, cor maestro cor quattro pronto. Lei, la nonna de tutti, scopriva di sua carezza le testoline, i riccioli neri alle pupe, ai pupi: ne dischiudeva le parpebre appena appena, ritraendone, con il candido lembo della cotonata, il velo dei sogni fuggitivi. Ce durava na mezz'ora a cresce, dagio adagio, e n'antra mezz'ora a piantalla. Discendeva, poco a poco, al suo racchettato silenzio. Ch'era quello degli uffici e dei compiti al loro inzio, dei geloni sulle aste. Cor gran ritratto de Quer Tale appeso al muro: un grugno, perch'era nato scemo, de volé vendicasse de tutti. da C. E. Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
#citazioni#gadda#carlo emilio gadda#pasticciaccio#quer pasticciaccio brutto de via merulana#campana#campana de li scolari#scolari#nonna#canofiena#mussolini#Quer Tale#benito mussolini#scuola#male#verità
0 notes
Note
Ma ci vuole poco tempo, non ti prenderai tanto freddo 🥺
ho una quantità di ask sui piedi allucinante, mi dispiace dirlo ma i miei davvero non hanno nulla di speciale. sono dei normali piedi appena guariti dai geloni invernali
1 note
·
View note