#gavyn wright
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mitjalovse · 1 year ago
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Every bad album has to be followed by a return to form and even Sting's career fulfilled that famous rule. Therefore, Brand New Day was the comeback he needed. However, the disc lately became neglected. Correct me, if I'm wrong, but I think few consider this as one of the better albums of his career now. I mean, there's a certain laissez-faire vibe present here he rarely indulges with. One could joke the LP finds him at guess-what-I'm-the-Sting mode and he proceeded according to that mindset. Still, this shouldn't suggest he had a smooth sailing afterwards – au contraire as we would see –, though something in the late 90's caused him – and many of his peers, to be honest – to be more relaxed than he usually was.
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mychameleondays · 3 years ago
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Annie Lennox: Diva
RCA PL 75326
Released: April 6, 1992
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nofatclips · 4 years ago
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God is in the House by Nick Cave and the Bad Seeds from the album No More Shall We Part
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rainingmusic · 3 years ago
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Talk Talk - ASCENSION DAY
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diceriadelluntore · 4 years ago
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Storia Di Musica #123 - Penguin Cafe Orchestra, Music From The Penguin Cafè, 1976
La storia di oggi inizia con un incubo. Così almeno Simon Jeffes ha sempre raccontato come gli nacque la prima idea della sua creatura. Era in Francia nel 1972 e dopo una cattiva digestione Jeffes sognò dei pinguini che suonavano in un grande edificio anonimo. Polistrumentista, chitarrista elegante, Jeffes lavora nel mondo della pubblicità e della musica, ma ha sempre quest’idea in testa. Per caso, alcuni suoi nastri vengono portati a Brian Eno, che a metà anni ‘70 fondò una sua casa discografica, la Obscure, che produsse alcuni tra i più eleganti dischi di musica elettronica e minimale, nel suo pur esiguo catalogo (una ventina di titoli in tutto). Eno dà una possibilità a Jeffes, che quasi non crede che così può realizzare il suo sogno: si immagina un locale in una languida ed esotica isola misteriosa, “un misto di Italia e Giappone” (Jeffes dixit), creando musica che la resident band sciorina agli avventori. La Penguin Cafè Orchestra era formata da Jeffes con Steve Nye alle tastiere e come ingegnere del suono (forte delle sue esperienze con alcuni dei grandi gruppi del progressive inglese), il violoncello di Helen Liebmann, la viola e il violino di Gavyn Wright, l’ukulele di  Neil Rennie e la voce e l’estro di Emily Young, che diventerà una delle più grandi scultrici inglese del ‘900, che disegnerà l’iconica copertina con i Pinguini e che è la compagna di Jeffes. Music From The Penguin Cafè, che è pubblicato nel 1976, è un delizioso e delicato disco di “jazz da camera” che mischia con aria sognante le idee del fondatore, rimanendo distanti da una certa seriosità del genere rimanendo fresco, gioioso e coinvolgente. Penguin Cafè Single è un po’ il manifesto del suono della band: una languida e divertente musica jazz con tocchi esotici, gli archi pimpanti e vivaci e una bella aria di divertimento, di rilassatezza: diventerà un piccolo must e una delle canzoni più famose di tutto il loro repertorio. Poi la prima di una serie di esperimenti: la suite Zopf (che diventerà in seguito il nome della casa discografica di Jeffes) è composta da 7 stanze: tra viaggi in paesi lontani (From The Colonies dove Jeffes suona il cuatro, una particolare chitarra del sud america), momenti di rilassata malinconia (In A Sydney Motel, brano cantato dallo stesso Jeffes), litanie un po’ bizzarre (la ripetizione di della parola “milk”, con la voce della Young, in Milk), c’è spazio per delicatissimi momenti (Surface Tension dagli struggenti archi), uno strumentale elettrico al ring modulator (Pigtail) e addirittura una piccola apoteosi (Coronation) e la ripresa di un brano barocco di un semisconoscuto musicista inglese (Giles Farnaby's Dream dove Jeffes suona con maestria la spinetta, uno dei nonni del pianoforte). La lunga e suggestiva The Sound Of Someone You Love Who's Going Away And It Doesn't Matter è bellissima, così come i due brani finali, le splendide Hugebaby e Chartered Flight. L’album conquista un piccolo e affezionato gruppo di cultori, che dovrà però aspettare alcuni anni per il ritorno alla discografia: Jeffes infatti è più volte chiamato come arrangiatore e produttore, e tra le cose che curerà c’è pure la storica cover di My Way di Sid Viciuos per il film The Rock’n’Roll Swindle. Nel 1981 la Penguin Cafè ritorna in formazione allargata per lo splendido Penguin Cafè Orchestra: in esso c’è la famosa Telephone And Rubber Band, che ha come base un vero loop telefonico della British Telephone. Per capire che tipo è Jeffes racconto questo episodio: durante una tournée in Giappone, dietro il teatro, Jeffes trova un harmonium abbandonato. Lo spedisce in Inghilterra, lo aggiusta e su di esso inciderà una melodia formidabile, Music For A Found Harmonium, che diventerà una canzone usatissima in film (Malcom, film australiano del 1986 ma anche Napoleon Dynamite del 2004), spot, programmi televisivi. Jeffes è un vulcano di idee, e scriverà addirittura le musiche per un balletto, Still Life, con le coreografie di David Bintley e nella prima edizione, prodotta e rappresentata al Covent Garden, la voce narrante era quella di Jeremy Irons. Tra concerti, passioni per l’Italia, dove ha uno zoccolo duro di fan, dischi sempre molto belli, inizia a costruire un fantastico studio di registrazione nei pressi di Bath. Che però, sfortunatamente, Jeffes non riesce a vedere finito, dato che una malattia lo porta via. Ma il sogno continua: Arthur Jeffes, figlio di Simon e Emily Young, riprende il marchio Penguin Cafè, richiamando gli stessi musicisti che collaborarono con il padre, riportando sia in concerto che in studio l’Ensemble, proponendo sia i classici che nuove idee, tra cui a me piace la stupenda Catania (da The Red Book del 2014), dedicata alla città etnea. Ascoltando la gioia e la delicatezza delle loro composizioni, ricche di ricami musicali, si trasmette la bellezza del sogno di Jeffes di creare qualcosa di unico e personale: una musica che riempie di sorrisi e che ti spinge a cercare dove sia quest’isola misteriosa dove il Penguin Cafè accoglie i propri avventori, secondo il motto del proprietario che era: we wade in a sea of imperfect solutions.
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odk-2 · 6 years ago
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Bryan Ferry - September Song (1999) Kurt Weill / Maxwell Anderson from: "As Time Goes By" LP
Personnel: Bryan Ferry: Vocals
Nils Solberg: Guitar Peter Lale: Viola Anthony Pleeth: Cello Hugh Webb: Harp Cynthia Millar: Ondes Martenot Chris Laurence: Bass
Violin: Gavyn Wright            Wilf Gibson
Clarinet: David White               Nicholas Bucknall               Timothy Lines               Anthony Pike               (Bass Clarinet)
Produced and Arranged by Bryan Ferry Associate Producer on “September Song”: Robin Trower
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Bryan Ferry (1999)
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howtosingit · 3 years ago
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21, 7, 62, 73
21. Don't Feel Like Crying - Sigrid 7. Sleepover - Hayley Kiyoko 62. I'm Lying to You Cause I'm Lost - The Paper Kites 73. The End (Instrumental) - Stephen Warbeck, Nick Ingman, Gavyn Wright (from Shakespeare in Love)
Thanks, Anon!
spotify wrapped is HERE! send me a number 1-100 and I’ll tell you the song it corresponds with on my top 100 playlist!
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musicasodacerati · 3 years ago
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Gustavo Cerati (San Rafael - Mendoza) Verbo Es Carne Esta canción no tuvo su producción como las demás canciones de Bocanada, las cuales fueron producidas en la Casa submarina de Buenos Aires. La orquesta sinfónica "The London Session Orchestra" se encargó de la música de Verbo Carne en los estudios de Abbey Road en Londres, la capital del rock. La orquesta estuvo dirigida por el primer violín: Gavyn Wright. Luego de esto, la canción fue arreglada por Alejandro Terán. Lirics Turbante noche Sigo despierto y sé Que el diablo frecuenta soledades Pequeño cristo tres D Podrás salvarme esta vez? Falló mi corazón Y desde que partió Su verbo vive en mi carne Y cuento verdades como mentiras La culpa es de nadie Sólo mía Sé que estoy falto de fe Podrás salvarme también? La inútil perfección De buscar el silencio Su verbo vive en mi carne #cerati #bocanada #mendozaargentina @cerati @leogarciaartista @flavio.etcheto @musicasodacerati https://www.instagram.com/p/CT4qVttrXAW/?utm_medium=tumblr
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rickybaez · 6 years ago
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¿Que tiene en común el señor de esta foto llamado Martin Ditcham con artistas tales como: Status Quo, Elton John, The Rolling Stones, Roger Daltrey, Sade, Mary Black, Nik Kershaw, Chris Rea, Tina Turner, Tom Robinson, Talk Talk, Everything but the Girl, Adrian Rea, Dave Mattacks, Eoghan O'Neill, Gavyn Wright , Kevin Leach, Max Middleton, Robert Ahwry, y otros? Pues que Martin Ditcham es un baterista, percusionista y compositor inglés (Londres, su ciudad natal) y además es un prolífico músico de sesión, que grabó y tocó en vivo con todos ellos. (en Gran Buenos Aires) https://www.instagram.com/p/ByGYaSNH67b/?igshid=otzgzk4bgpds
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mitjalovse · 1 year ago
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There is a certain sense of ecstatic elation present in all the records of those players that had to serve the needs of their collectives in the past. Richard Ashcroft, for example, probably saw himself as a winner after Alone With Everybody. Then again, the disc remains a fabulous listen, though the best moments of the LP could've been done with his Verve, had he decided to get along with the rest of the group and not cosplay Oasis. You see, the platter also suggested he needed an editor in the vein of his old bandmates. While the unwieldiness can be excused on a debut, you have to either tone that down or make this into your quality later on. Ashcroft sadly did neither of these two things and I'm saddened, because the LP presented a better solo singer than we got consequently.
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mychameleondays · 3 years ago
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Talk Talk: Laughing Stock
Polydor 00600753655191, 2016
Originally released: September 16, 1991
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nofatclips · 6 years ago
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Little Things by Bush from the album Sixteen Stone - Directed by Matt Mahurin
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vipal · 13 years ago
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New Grass, by Talk Talk. I love this song, but also this comment that accompanies the clip on youtube:
"my father has this album. it's very strange but is fantastic for me . i'm 12 and other boys like me listen lady gaga, shakira , rihanna........the world is end."
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mitjalovse · 1 year ago
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The surprising successes of the noughts made a lot of quality work as we can hear on all our discussions, but these didn't always result into something greater. Natasha Bedingfield, for instance, shocks me with her consequent career. True, she does seem to have disappeared, but I believe the major issue might be the strength of her debut. When you listen to the latter, you continue to be amazed. However, she probably should've waited longer for the follow-up, but would that be good? I am dealing with many hypotheticals here, we cannot reduce one's triumphs over our set of calculation. Nonetheless, I do believe a possible answer for her might be that the scene around here changed so much she stopped fitting in. Moreover, many of her followers stake their claim on the charts.
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mitjalovse · 1 year ago
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Have all the surprising musical successes from the noughts ended up being as the victims of their immensely popular flukes as they still struggle? Well, some did quite well for themselves, such as Dido. Look, I have to be honest with you about her – I thought her career would be much worse than what she still has. I agree that she doesn't get the same numbers as her albums from the noughts, though she continues to be cherished as one of the more intriguing personas in pop. There is just something warm about her, because she resembles someone you talk to about your problems over a cup of tea. Of course, she would've laughed at this assertion, yet I think she represents a type in music we need more often than we are willing to acknowledge.
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mitjalovse · 4 years ago
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We have noticed there are a multitude of different outfits that can be found under the hard-to-explain moniker trip hop, so we can't be surprised the biggest superstars of the genre fit the brand in their own ways. I mean, the music of Massive Attack, the survivors of the scene, contains many elements that continue to be connected with trip hop, yet they always add their own peculiar touches to the brand, which might be one of the reasons they ended up huge. One of their most famous tune, you can hear the latter in the link, feels a strange fusion of organic and electronic with the live orchestra providing the strength to their moody soundscapes. Moreover, the vocals by Shara Nelson brings this into a liminal place between the desolation and the jubilation.
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