#fucilare
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primepaginequotidiani · 4 months ago
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PRIMA PAGINA Il Fatto Quotidiano di Oggi lunedì, 04 novembre 2024
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cosmic-espero · 8 months ago
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Dioporco
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mucillo · 1 year ago
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I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta perché non voleva rivelare i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi». Non sanno come si chiama colui che, imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non sanno come si chiama quell'adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all'improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!».
Tutto questo i ragazzi non lo sanno: o forse imparano, su ignobili testi di storia messi in giro da vecchi arnesi tornati in cattedra, esaltazione del fascismo ed oltraggi alla Resistenza.”
Piero Calamandrei
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the-nonchalance-blogs · 6 days ago
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Comunque livebloggare e commentare il festival di CarloCo è oggettivamente difficile
Non stanno facendo niente
Sono tutti precisetti, al minimo commento scemo dei copresentatori CarloCo li fa fucilare dai cecchini come squidgame
Amarello dove sei manchi come l’aria
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vintagebiker43 · 10 months ago
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"I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta perché non voleva rivelare i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi». Non sanno come si chiama colui che, imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non sanno come si chiama quell'adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all'improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!». Tutto questo i ragazzi non lo sanno: o forse imparano, su ignobili testi di storia messi in giro da vecchi arnesi tornati in cattedra, esaltazione del fascismo ed oltraggi alla Resistenza''.
Piero Calamandrei
#25aprile_e_antifascista
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vegetabletimes · 9 days ago
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Elodie potrebbe fucilare la mia intera famiglia è la ringrazierei
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berry-s0da · 7 months ago
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Igual con toda la onda, hay que fucilar a mascherano
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nothinglastsforeverworld · 11 months ago
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AH COMUNQUE POPOLO DI TUMBLR
Io sono arrivata a 25 FOTTUTISSIMI ANNI ( è già passato il mio compleanno, non preoccupatevi) ma parliamo di VENTICINQUECAZZODIANNIPORCATROH.
Un quarto di secolo.
E niente.. volevo condividere questo mio momento molto sad in quanto:
•sono ancora povera
•non ho sfondato nella vita
•faccio un lavoro che mi piace ma che mi sottopaga
•vorrei ancora fucilare tutti quelli che quando guidano, non mettono le frecce e tu vorresti accelerare e prenderli sotto (se non siete del sud, non potete capire)
In ogni caso, buona giornata 🌻 ( cambierò la bio di Tumblr appena mi collegherò dal PC)
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canesenzafissadimora · 2 years ago
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I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta perché non voleva rivelare i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi». Non sanno come si chiama colui che, imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non sanno come si chiama quell'adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all'improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!». Tutto questo i ragazzi non lo sanno: o forse imparano, su ignobili testi di storia messi in giro da vecchi arnesi tornati in cattedra, esaltazione del fascismo ed oltraggi alla Resistenza.
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(Piero Calamandrei)
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b0ringasfuck · 1 year ago
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Plotoni di esecuzione e magistratura
Ma Crosetto lo sa che la magistratura anche volendo non può farlo fucilare? Nemmeno se entrassimo in guerra?
Quando c'era LVI però...
Poveri vittimini... basterebbe la smettessero di frequentare e mettere in lista delinquenti...
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sorella-di-icaro · 2 years ago
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Ma perché non posso fucilare le persone?
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teook · 20 days ago
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no ma c'era da fucilare quel cazzo di arbitro
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mancino · 2 years ago
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"I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta perché non voleva rivelare i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi». Non sanno come si chiama colui che, imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non sanno come si chiama quell'adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all'improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!». Tutto questo i ragazzi non lo sanno: o forse imparano, su ignobili testi di storia messi in giro da vecchi arnesi tornati in cattedra, esaltazione del fascismo ed oltraggi alla Resistenza''. Piero Calamandrei
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giancarlonicoli · 2 years ago
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17 apr 2023 17:37
NEL MALE E NEL BENE (CARMELO) – LA BOMBASTICA INTERVISTA DEL 1997 AL GENIO SALENTINO DI GIANCARLO DOTTO RI-PUBBLICATA IN UN SAGGIO E SU “FINZIONI”, IL MENSILE CULTURALE DI “DOMANI” – “GLI SCRITTORI E POETI DELLA BEAT GENERATION? A MORTE. TUTTI DA FUCILARE. CORSO, FERLINGHETTI, GINSBERG. KEROUAC? SE NE PUÒ FARE A MENO BENISSIMO. LA BEAT GENERATION È STATA SOPRAVVALUTATA, COME LA NOUVELLE VAGUE FRANCESE. GODARD MI FA SCHIFO, COME TUTTO IL CINEMA FRANCESE" - "NEL MIO SANTUARIO DELLA LETTERATURA DI OGNI TEMPO C'E'..."
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Testo di Giancarlo Dotto, L'Espresso, 15 marzo 2012. Intervista raccolta nell’estate del 1997
Dieci anni dopo la sua morte, l'ho trovato in fondo a un cassetto. Un vecchio nastro. Un Carmelo Bene inedito che si diffonde sulle sue predilezioni e repulsioni letterarie, in fondo a una delle tante notti insonni nel suo eremo di Otranto, estate del 1997. Dell'opera di Bene si sa e si è scritto tutto, tranne l'indispensabile.
Ancora prima che reinventare l'attore a teatro, ancora prima che ripensare il cinema e la tv, la letteratura e il verso, dislocare la voce dal corpo, il suono dal significato e l'atto dall'intenzione, la sua impresa, certosina, implacabile, è stata quella di diventare Carmelo Bene. E cioè mito a se stesso, mito trai miti, di un mitomane nato. Che, da bambino, andava a frugare sotto le vesti delle Madonne di cartapesta, in attesa di diventare la loro apparizione preferita. Quella notte iniziammo a parlare di miti sportivi, da Edberg a Van Basten e finimmo a parlare di miti letterari.
Cominciamo dai tedeschi e da Goethe. Risulta che non l'hai mai amato. Il tuo Fausta teatro è quello di Marlowe.
Lo trovo troppo esemplare, Goethe. Troppo esemplare e a sproposito. È anche per questo che André Gide lo stronca come si deve nelle sue note sull'Egmont. Peraltro stroncato per la concertistica anche dal suo amico Schiller, un altro poco interessante nei suoi conflitti morali. Virando in positivo?
M'interessa molto Von Chamisso. Il suo Peter Schlemihl è il Faust più grande, dove l'anima da perdere è l'ombra. Gigantesco. Aggiungo il Rilke delle Elegie duinesi.
Aspetterei una citazione dei tuo Hölderlin.
Sono d'accordo con don Benedetto Croce: per trovare una perla in Hölderlin bisogna scorrere tante cose cristologiche o teocratiche. L'ho anche tradotto, io. Dio mi perdonerà. No, non mi perdona perché non c'è. Sono io a perdonargli l'assenza. Certo, dove svetta, Hölderlin, svetta su tutti. Ci sarebbe poi un boemo di lingua tedesca. Su tutti, non ci piove, inarrivabile, Franz Kafka. Ho cominciato a leggerlo a quindici anni, ma non ero pronto. Troverò prima o poi il tempo di stilare un mio saggio sul «comico» in Kafka. E, quando parlo di comico, non intendo la consolazione del riso, ma il cianuro del porno.
Continuiamo il gioco. Siamo in Spagna.
E qui non si finisce mai. La leggo in lingua la letteratura spagnola. Dico Gòngora, Quevedo, Antonio Machado. Naturalmente Pedro Calderòn de la Barca.
Tirso de Molina, il prete drammaturgo?
Non m'interessano i teatranti.
Cervantes?
Ovvio. Non solo quello del Don Chisciotte, ma anche Vetrada, il dottore che si crede fatto di vetro e vive nel terrore di essere infranto, da cui il mio omaggio teatrale negli anni eroici delle cantine.
García Lorca?
Cose per la maggior parte da buttar via, pur essendo Lorca tra i più grandi simbolisti. Prendo quello del Paesaggio americano. Ci metto, il filosofo Unamuno con i suoi limiti. Nel suo commento al Don Chisciotte e Sancio- Panza ci sono cose interessanti.
È il momento per affrontare i portoghesi.
Portoghese è il mio romanziere preferito: Eça de Queiroz. Il suo Illustre casata Ramires è un ceffone alla nobiltà, uno schiaffo all'araldica, di una desolazione sconfinata, le atmosfere gelate dei film di Joáo Monteiro. De Queiroz è uno dei miei dieci autori prediletti.
Con i francesi il discorso si fa sterminato.
Inizio da François Villon a Rabelais, per restare nel Cinquecento. Se poi si passa al Sette-Ottocento, si va ai pazzi. Èmile Zola in primis. La bestia umana, una crudezza inaudita, il fango al fango. Lo metto trai dieci assoluti.
Più di Flaubert e Maupassant? Assolutamente. Di Flaubert prendo quello dei Racconti più che Bovary e Salambò. E poi tanto Balzac. Anche qui non dico Papà Goriot ma Sarrasine, quindici paginette e un miracolo della penna. Il mio francese preferito è, però, Villiers de L'Isle-Adam. Lo amo da sempre. E poi Sade, chiaramente. Come si fa a non citarlo?
Tra Baudelaire, Verlaine e Rimbaud?
Dico Tristan Corbière, più di Verlaine e di Rimbaud, più di qualunque altro poeta francese. Certo de Nerval, tanto in versi quanto in prosa. Di Baudelaire prendo, oltre a Les fleurs du mal, il suo interessamento a Poe e a Delacroix.
Nella casa romana hai l’opera completa di Stendhal. Cinquanta torni. Non tanto e non solo Il rosso e il nero o La Certosa, a cominciare da quando, diciassettenne, scriveva le sue prime recensioni musicali, i suoi studi su Rossini. Con i francesi non si finisce più.
È quasi l’alba e mancano gli inglesi, i russi, gli italiani.
Qui rischiamo il manicomio. Con gli inglesi ci perdiamo del tutto. Da Chaucer alla grande vendemmia elisabettiana, Marlowe, Shakespeare, fino a John Donne, sopra tutto e tutti. Lo stesso Oscar Wilde, quello grandissimo de La ballata del carcere di Reading.
La tua più grande dichiarazione d'amore rho sentita però per un dublinese.
L'Ulisse di Joyce fu la svolta dei miei anni giovanili. Nulla fu più come prima. Illeggibile nella versione francese di Valery Larbaud e dello stesso Joyce, ci vuole la traduzione italiana di Giulio de Angelis per riscattarlo. L'inglese moderno deve tutto a un irlandese come Joyce e a un americano come Ezra Pound. Irlandese d'origine era l'enorme Jonathan Swift.
Lo stesso Bernard Shaw.
Non mi riguarda molto. Come non mi riguarda Samuel Beckett. Lo capisco talmente che non m'interessa.
Parliamo di Walt Whitman, per entrare nel mondo anglo-americano.
Non m'interessa. C'è piuttosto Henry James, in quanto rovescio di Joyce. C'è soprattutto il sublime Nathaniel Hawthorne, non tanto nella Lettera scarlatta ma nei racconti. Ha ragione Borges a consigliarli. Melville gli dedica il suo Moby Dick.
C'è il grande Francis Scott Fitzgerald.
L'infinito Francis Scott Fitzgerald. Un fratello per me. Uno che nega il tempo, non c'è infanzia, con lui non si è mai nati. Prendo i suoi romanzi brevi, Il prezzo era alto su tutti. Una penna magistrale che, a tratti, parrebbe giornalistica tanto butta giù rapido. Superbo e insuperato.
Ernest Hemingway?
Appartiene al grande giornalismo. M'interessa molto, ma molto meno di Fitzgerald.
Gli scrittori e poeti della Beat Generation?
A morte. Tutti da fucilare. Corso, Ferlinghetti, Ginsberg. Il William Burroughs del Pasto nudo. Kerouac?
Ha scritto delle cosine meno gravi, ma se ne può fare a meno benissimo.
La Beat Generation è stata sopravvalutata, come la Nouvelle Vague francese. Godard mi fa schifo, come tutto il cinema francese.
Charles Bukowski. Mai incrociato?
Ma sì, come Nabokov. Li ho aperti e chiusi. Non c'è tutto questo tempo disponibile. Lo stesso Zivago. Sono un ammiratore di Boris Pasternak, ma l'ho lasciato a metà. Però ha ragione Majakovskij: «Chi non conosce il russo perde due cose, Puskin e Pasternak ». Restando in terra russa, preferisco Gogol' a Gor'kij.
L'italiano da affinità elettive?
Il più grande, a tutt'oggi, rimane Matteo Maria Bandello, il novelliere. Ma, la manzoniana Storia della colonna infame è forse il più grande libro di tutta la letteratura italiana d'ogni tempo. Più della Vita Nova, più d'ogni cosa. È un miracolo scritto da un cattolico.
Il tuo Dante?
È come Chaucer o Shakespeare per gli inglesi. Pozzi senza fondo, troppo vasti per parlarne, tali che a un certo punto si smarrisce anche la tua deferenza. Certo, tra i poeti italiani il sommo resta Dino Campana. Nessuno, nemmeno Leopardi, arriva ai Canti orfici. Abbiamo omesso qualcosa di fondamentale? Ho taciuto Cime tempestose che è l'opera romantica più importante d'Europa, e forse non solo romantica. Georges Bataille mette quello di Emily Brontë fra gli undici libri della storia umana. Sono d'accordo.
Ce n'è abbastanza perché possa anche tu stilare il tuo santuario della letteratura di ogni tempo.
L'Iliade in testa a tutto. Ecco, li c'è il bacio della Grazia in fronte all'orbita vuota di chi l'ha scritta. Si chiami Omero o qualsivoglia, l'Iliade è follia pura, nella versione di Einaudi. Tutte le altre sono da cestinare. A seguire ci metto l'Ulisse di Joyce e poi Cime tempestose. Franz Kafka tutto, anche avesse scritto solo la Descrizione di una battaglia, un raccontino. Basterebbe qualunque pagina di Kafka. Di Zola abbiamo detto. Si è fatta l’alba e non abbiamo toccato i latino-americani. Ne parleremo alla prossima veglia
(Questa intervista è tratta da Carmelo Bene Si può dire solo nulla, a cura di Luca Buoncristiano e Federico Primosig, volume di oltre 1.700 pagine che raccoglie tutte le sue interviste appena pubblicato da II Saggiatore)
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personal-reporter · 2 years ago
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Cana, dove Gesù fece il primo miracolo
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Cana, piccola cittadina della Galilea, è il luogo che, secondo il Vangelo di Giovanni, vide  l’inizio dell’attività pubblica di Gesù come predicatore, con il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino, durante un ricevimento di nozze cui il Messia fu invitato assieme alla madre, Maria. Dalle fonti storiche si sa che sotto i Romani Cana era nel territorio della Palestina ed oggi gli archeologi hanno identificato nell’antica cittadina di Kafr Kanna quella che vide la presenza di Cristo, che era anche la città dove nacque San Bartolomeo o Natanaéle, uno dei dodici apostoli di Cristo. Nel XVI secolo alcuni pellegrini scoprirono a Kafr Kana una grotta sotterranea alla quale si scende all’interno di un edificio a colonne e varie spedizione, come nel 1969 quella di padre  Loffreda e nel 1997 di padre Alliata, hanno avvalorato la tesi che si trattasse di una chiesa, fatta edificare negli anni dell’imperatore Costantino. Con gli anni varie capitelli, abside e cisterne di un’antica costruzione sono stati rinvenuti nelle spedizioni e sono ancora visibili al pubblico. Nel 1879, grazie al sostegno di padre Geissler, venne edificata una piccola chiesa, ingrandita negli anni successivi, fino a diventare il grande Santuario del Primo Segno di Gesù, meta di milioni di pellegrini. La struttura del santuario sorge sui resti della  casa del miracolo di Gesù, come dimostrano i vari  reperti archeologici appartenenti alla famiglia dello sposo. Ogni anno migliaia di coppie rinnovano le loro promesse matrimoniali in una cerimonia molto intima e personale. Infatti un altro significato, che si è soliti dare al miracolo di Cana è quello della realizzazione del matrimonio, dato che Gesù, con l’acqua che divenne vino, benedisse quella sacra unione. E il vino, che arrivò in tavola grazie a Gesù, simboleggia la gioia e la buona riuscita delle nozze, oltre alla gioia nella vita di tutti i giorni, come parte di una realizzazione personale. Inoltre a Cane si trova yna targa commemorativa si trova nei pressi del cancello di ingresso del santuario, in ricordo di un episodio del 1948, quando un frate francescano impedì alla milizia israeliana di fucilare parte della popolazione della cittadina. Read the full article
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adrianomaini · 2 years ago
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La zona del Dianese. Foto: Giulio Meinardi su Wikiloc Negli ultimi giorni di gennaio del 1945 dal CLN di Diano Marina ci venne segnalato un ...
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