#frasi di coppia
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“Vali di più, ricordalo
e non lasciare mai che un’altra persona
ti spenga solo perché non sei quella
che vorrebbe.”
— tratto da “Cuori che brillano nell’oscurità” (Marco Polani)
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"A volte una coppia è un po' un disastro e tutti son perduti. A volte combattiamo insieme, a volte combattiamo da soli, a volte combattiamo gli uni contro gli altri."
~ Anatomia di una caduta
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Sono giorni che mi ripeto che non è colpa mia...non è colpa mia se è andata così...non è colpa mia se abbiamo giocato ed ho perso....non è colpa mia se sto così ora...non è colpa mia se non riesco a cancellarti...non è colpa mia!!!
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Non mi basta mai l'amore, ne vorrei tanto, ne vorrei sempre di più, più passa il tempo, a differenza delle persone che si affievoliscono. Ricordo un episodio indelebile nella mia memoria tanto era stato improvviso e doloroso. Una persona a cui tenevo mi aveva detto che ero impegnativa nel senso peggiore che potesse intendere e cioè che non aveva voglia di portare avanti un impegno simile ritrattando tutti i suoi passi e volontà precedenti. È vero che sono una persona impegnativa perché ho bisogno di dimostrazioni, conferme e rassicurazioni e questo non è da tutti, questo non è per tutti, io non sono per tutti.
-laragazzadagliocchitristi
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In un rapporto non mi piace imporre nulla.
Si costruisce assieme e se uno dei due vuole adottare manovre che possano minare il tutto, faccia pure perché sarà in prossimità di perdere una persona speciale.
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悪い女の子 (๑´•.̫ • `๑)
Mi ha sempre chiamata così.
Bambina cattiva.
Ma con tono gentile..
Il suo passo è ancora leggero,dopo tutti questi anni. Al punto di arrivarmi vicino, abbastanza da vedere le mie lacrime.
Ha messo il mazzo di gigli bianchi vicino a tutti gli altri fiori. Ha sfiorato l'unicorno di peluche..
"sei stata troppo tempo sotto la pioggia".
Una pausa.
"seguimi"
Ed io ho preso la moto e l'ho seguito.
Non sapevo che a Fiesole ci fosse un' Izakaya,gestita da una coppia giapponese.
Lui sa sempre tutto, evidentemente.
Il posto caldo e discreto,poche persone, più stranieri che italiani.
Ed io ho riempito la pancia di ramen bollente,ravioli al vapore e un sacco di altre cose.
Un panda triste non ha bisogno di parlare e le poche frasi sono passate tra noi in giapponese,come nove anni fa. Quando eravamo ancora insieme.
Ha ancora il tocco magico. Arriva nei momenti peggiori. Elegante e discreto,i capelli lunghi e lisci,lo sguardo attento.
Lo guardo ingrugnita,chiedendogli quante volte tornerà.
E lui risponde con un mezzo sorriso..
"Finché ne avrai bisogno."
#exfuturehusband
#TakahiroYuasa
#ramen
#lacrime
#byronnightisback
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MARZAMEMI
Abbiamo lasciato il Gelsomineto per andare a mangiare. La Figlia mi chiede se conosco qualche trattoria li vicino. Le sorrido e le dico di chiamare un ristorante a Marzamemi. A Marzamemi, dopo le casette e le strade simili a tanti paesini sulla costa, ci abbraccia serena e luminosa la grande piazza che nasconde il mare, con la piccola chiesa, gli edifici dell’antica tonnara trasformati in ristoranti e negozi. È tornare indietro nel tempo, quando il mare era color corallo per il sangue dei tonni e le case accoglievano i pescatori , gli attrezzi per le gabbie in cui intrappolare i tonni e le nere Parascalmi, le barche su di cui ai lati della camera della morte, si eseguiva la rituale, drammatica mattanza (“sangu pi sangu”, sangue per avere sangue, come diceva mia nonna quando uccideva gli animali da cortile per nutrire tutti noi). La chiesa in piazza, non è un ornamento, ma il nodo tra la vita e la morte per cui Marzamemi è nata, l’incrocio tra il dolore e la vita, l’ultima certezza prima degli incerti giorni di un tempo. Ora invece il tempo sembra fermarsi nella solare serenità della piazza e che questa serenità contagia ogni persona che l’attraversa. I tavoli sulla piazza del ristorante prenotato sono vuoti. La Figlia, mi guarda preoccupata. “Vieni” le dico e la porto sul di dietro del ristorante dove, dopo un vicolo pieno di fiori, c’è una grande terrazza sopra gli scogli del mare. La terrazza è coperta da canne e la luce filtrando tra loro, assume una luminosità dorata. Intorno scuri scogli usurati dalle onde, bianca schiuma, il blù del mare, l’azzurro perfetto del cielo. I piccoli tavoli sono coperti da antiche tovaglie siciliane ricamate o fatte all’uncinetto mentre forchette e coltelli sono di quelli grandi e pesanti delle grandi occasioni. I bicchieri colorati ed i vecchi piatti siciliani, rendono quel luogo familiare alla memoria e unico tra tutti quei locali, che seguono temporanee mode e tendenze. Alla destra abbiamo una famiglia olandese con la madre che non starà zitta per tutto il pranzo mentre il marito, dirà solo due parole, “Pane prego” per fare la scarpetta nel salmorigghiu del pesce. Alla sinistra abbiamo una coppia francese, non più giovane che si guardano da innamorati e che parlano sottovoce dicendosi frasi che li fanno sorridere e riempiono i loro occhi di complicità e malizia. Scrivono nell’aria versi che nessun poeta potrà mai copiare e che restano intrappolare tra le canne del tetto e trai petali dei fiori. Arriva il responsabile di sala, in realtà un ragazzo con i capelli ricci e i baffetti alla Domenico Modugno che ci porta un menù colorato. Ordiniamo poche cose tra cui un calice di Grillo perché per raggiungere Marzamemi ho attraversato le terre dove nascono il Grillo e l’Inzolia. Terre bianche, secche, aride, bruciate dalla calura e mi stupisce come i vini di quella terra possano essere così profumati, sapendo di fiori e di vento. Forse nell’uva la vite mette i suoi sogni, quel suo voler essere nell’arida terra, fiori e bellezza e sono questi sogni che sentiamo nel vino e che alla fine donano ebrezza. Mangiamo ascoltando il mare, la brezza che attraversa le canne, osservando l’andare e venire di invisibili camerieri che percepisci solo per le gustose emozioni che lasciano sui tavoli. Lentamente mangiamo guardando i colori dei fiori, gli sguardi amorevoli degli innamorati, la gioia delle famiglie, il soffice silenzio in cui tutto si perde tra il profumo dei fiori del bianco Catarrato e la dolcezza assoluta della cassata. La lentezza con cui viviamo una necessità come nutrirsi diventa piacere, ci libera da ogni ansia donata dal correre dei minuti, ci da un senso di libertà che le grandi città ci hanno rubato. Così ci riprendiamo lo spazio e il tempo per essere felici, per dimenticare affanni, credere nella serenità e inventare nuovi sogni. In fondo, è questo Marzamemi. ( andando via l’olandese si ferma a guardare il mare che urta gli scogli. La moglie lo raggiunge e lo abbraccia osservando il mare con la sua testa appoggiata alla spalla del marito. Sono già ammalati di nostalgia).
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Faccio finta di essere scemo, ma capisco benissimo Se ci stiamo frequentando e vuoi che ti scrivo, vuoi che faccio 10,000 km per venire da te, vuoi che ti offra le battute migliori, le mie spalle su cui piangere, il sesso migliore del mondo, lo avrai. Ma non lo avrai sempre, perché io sono stanco. Se basta una serata fuori per farti scopare con un altro, non ti voglio nella mia vita. Se basta che ti dico una cosa per farti dire "ti lascio", non ti voglio nella mia vita. Se basta che " non ho la macchina" per un mese per farmi lasciare, non ti voglio nella mia vita. Non ti voglio nella mia vita se mi prendi su solo perché ti senti disperata. Non ti prendo su se devo fare tutto io. Ti prendo su se: sei in grando di dimostrare affetto oltre a farmi i bocchini, e anche tu per una volta ti svegli alle 4 del mattino per venire da me. Ti do spazio se sei in grando di stare da sola e allontanare gli altri uomini invece che farti trombare dal primo che passa. Anche io li uso i cessi pubblici, ma non me li porto a casa. Ti amo se sei in grado di sostenere una conversazione che non termini in 30 secondi con un semplice " eh ma io faccio cosí" o frasi del genere che dimostrano l'incapacità di agire su se stessi e quindi nella coppia. So di meritare di essere amato. E sono stufo di offrire il mondo a tutte e poi essere lasciato come un cane. Esistono donne là fuori con cui è possibile avere una conversazione normale, fare l'amore senza troppe pare e che riescono da persone civili a navigare la vita senza scoparsi il fratello dell'amica e poi lamentarsi di essere single a 35 anni. L'umanità è un gran casino, c'è bisogno di amore, affetto per tutti. E va bene. Ma dare affetto in queste situazioni è tipo volontariato. Portarsi in casa questi casini è male. Fine
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VI RUBO SOLO DUE MINUTI.
Può piacere o non piacere la coppia , l'artista o le idee. Al di là di questo ho visto nella giornata di oggi moltissime ragazze,comentare fare video o postare frasi del tipo... " Non ci sono più uomini così,lui è un uomo vero" , "vorrei anche io trovare una persona cosi ", "nessuno ama più in questo modo ".
Ora io vorrei dire una cosa a tutte le ragazze e donne che hanno questo genere di pensiero. Quante realmente ,con una qualsiasi persona conosciuta da poco , sareste uscite se si fosse fatto trovare sotto casa il ragazzo con 2 birre un telo e invitarvi ed una passeggiata . Fatevi due domande su cosa voi cercate , su che tipo di persona cercate, e i soldi, e mi deve comprare questo, e mi deve fare questo regalo, macchine sportive moto, vacanze .
Manco un unghia di Jaqueline siete voi e state a pensa a Nicolò come un uomo che ormai non esiste quasi più, o vi state ad interrogare se è meglio l'orso o l'uomo. Non lamentatevi poi siate almeno coerenti.
Passo e chiudo
PS. Non sto generalizzando a tutto il genere femminile ma solo a quelle donne o ragazze che hanno avuto o hanno questo genere di pensieri e ragionamenti.
#frasi#citazioni#amore#amore triste#citazione amore#fottetevi#ho bisogno di te#riflessione#pensieri#riflessioni#domande#compagnia#scrivimi
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Quando John Lennon incontrò Yoko Ono nel 1966, se ne innamorò a tal punto da lasciare la sua prima moglie, Cynthia, in maniera repentina. Iniziò una storia con Yoko e si sposarono all'inizio del 1969.
Come stabilito per il divorzio, diede a Cynthia soltanto uno stipendio, nonostante fosse consapevole che lei avrebbe dovuto sostenere e crescere da sola il loro figlio Julian, all'epoca di soli cinque anni.
Dopo qualche tempo, trovandosi quasi senza risorse, Cynthia sapeva di dover trovare il modo per procurarsi dei soldi per lei e Julian.
Decise quindi di vendere le lettere d'amore e i disegni che John le aveva dato quando erano una giovane coppia.
Le lettere erano cariche di passione, ricche di frasi come "Ti amo, Cyn". Potete immaginare quanto sia stato doloroso per Cynthia dover rinunciare a questi ricordi inestimabili. Alla fine, vendette tutto per una cifra importante.
L'acquirente era Paul McCartney, che pagò un vero patrimonio per questi ricordi. Pochi giorni dopo, Cynthia ricevette tutte le lettere e i disegni per posta, ora ben incorniciati. Arrivarono con un biglietto. Il messaggio diceva: "Non vendere mai i tuoi ricordi. Con amore, Paul McCartney".
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Forse
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Scriverai..?
No..
Sei troppo orgogliosa per farlo e cadrebbe il tuo Muro che dimostri agli altri..io ti sento ancora però...
Io no,non ti scriverò, non sarò quello che perseguita e d'altronde mi hai detto che ti ho persa e non nutri piu nulla nei miei confronti.Perche quindi scriverti?
Peggiorerei il tuo niente...ti lascio andare come tu hai fatto con me.
Troppe volte ho calpestato il mio essere perché tu non sai chiedere scusa ...perche pensi che sia sempre l'uomo a doverlo fare con la tua mentalità troppo del sud.
La coppia e formata da due unità,dove non arriva uno arriva l'altro ma non può essere sempre la stessa metà a chiedere e scrivere.
E' uno stilare parole premute fino a far male...ma se tu non sai dimostrare a te stessa che anche tu sbagli..non ci rivedremo più..e così sia,
Ritengo a parere mio che i tuoi pensieri che rimbombano ancora voglion dire che non sei onestà e la domanda sorge spontanea..
Se non lo sei con te stessa onesta come fai ad'esserlo con me?
Sai cosa rimbombano per te?
..I bei ricordi ma non ciò che abbiamo sopportato per arrivare ad' essere unici.Io la forza che ci mettevo la ricordo..tu cosa ricordi?niente...il lamentarti per un odience maggiore.
Scrivi le frasi su questo social che per te è vita qui.. ma per me la vita è fuori e non avevo bisogno di sostegni ma di te,solo di te.
Sei un social bisognosa di apprezzamenti per condurre qui la tua odissea.
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Comfort zone delle cose da dire dopo i 30 anni
Arriva, così come arrivarono i brufoli, le mestruazioni, i primi amori, quel momento in cui l'adolescenza finisce e l'età adulta incombe come un avvoltoio. All'improvviso ti trovi a parlare di lavoro, famiglia, figli, insomma tutta una serie di argomenti che fino al giorno prima sentivi solo come rumore di fondo, sull'autobus o in metro. I primi giorni possono essere difficili: non trovare le parole giuste può causare dei momenti di imbarazzo ma salvate questo post, imparate a memoria 3 o 4 frasi e vedrete che riuscirete a cavarvela e a passare come gente "matura"
"i maschi assomigliano sempre più alla madre e le femmine al padre" Questo dogma può togliervi d'impaccio quando vi viene presentato/a il primo figlio di una coppia di vostri amici. Considerando che il 93% dei bambini fino ai 3 mesi è molto brutto, con questa frase inconstestabile potrete uscirne alla grande senza offendere nessuno
"preferisco sempre un bambino sia vivace piuttosto che vederlo incollato al telefonino". Se il pargoletto che i vostri amici vi presentano ha 3 o 4 anni e dimostra già di essere una testa di cazzo, questa frase vi garantisce una figura da signori. Anche se istintivamente avreste voluto mollare una cinquina a mano aperta su quel piccolo coglione che continua a darvi calci e a toccarvi con le mani appiccicose
"se tornassi indietro anche a me sarebbe piaciuto imparare uno strumento o una lingua da piccolo" Questa bugia vi tornerà utile quando i novelli genitori vi stanno frantumando le palle dicendo che stanno pensando di iscrivere il proprio pargolo a scuola di inglese o di musica. Questa malattia è ormai diffusissima, ma spiegare il perchè può richiedere tempo e fatica. In realtà non finirò mai di ringraziare i miei che non mi hanno mai obbligato a passare i pomeriggi in orribili accademie di lingua dove la professoressa, nella più rosea delle opzioni, era un'ex tossica che era fuggita dal Regno Unito negli anni '80.
"alla fine abbiamo sempre questa smania di visitare qualche città europea quando invece dovremmo prima conoscere le bellezze del nostro Paese" Quando la coppia che avete di fronte ha fatto la cazzata di spendere migliaia di euro per sposarsi, altre migliaia di euro per comprare un appartamento piccolo come la mia moralità, altri mille mila euro per iscrivere il figlio alla scuola di inglese (vedi punto 3), per giustificare il fatto che, non avendo più soldi, sono costretti per il terzo anno di fila a passare le uniche due settimane di vacanza in un appartamentino orribile della costa adriatica/ligure/ionica che sia, allora, invece di gridargli "cogliooooni noi ce ne andiamo allo Sziget", fate un sospiro e sciorinate quanto leggete al punto 4. Il successo è garantino e la coppia vi adorerà.
"non vedo molte serie in generale, più che altro perchè altrimenti poi ci vado sotto, ma questa me la segno" Piuttosto che spiegare a due ritardati perchè non vedrete mai l'ennesima serie televisiva di merda prodotta da Netflix, invece che sciorinare ore e ore di spiegazioni sul perchè i film siano nettamente migliori che qualsiasi serie televisiva, del perchè avete visto solo serie tipo Twin Peaks e Boris, meglio tagliare corto e uscirne con stile ed eleganza.
"i cani sono più affettuosi, i gatti magari di meno, ma forse sono più autonomi" Quando la vostra fantastica coppia di amici vi fa conoscere il gatto/cane che hanno adottato/acquistato per far fronte a una crisi ormonale/generazionale, fate lo sforzo di accarezzarlo ma capisco (davvero) che sia troppo difficile dire "oddiochecarino". Quindi piuttosto che mentire, potete affidarvi a questa sempiterna banalità.
"mi piacerebbe tantissimo avere un animale a casa, ma siccome sono creature che rispetto e che hanno bisogno di tanta cura e amore, ho il timore che non abbia tutto il tempo che queste meravigliosi animale necessitano. Per cui preferisco non avere animali piuttosto che ignorarli" Se la discussione al punto 6 va avanti, certamente vi si chiederà se avete animali a casa o se avete intenzione di prenderne uno. La risposta al punto 7 è davvero incontestabile e vi garantisce un aurea di santone, amante degli animali che neanche Licia Colò
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Verità per Lucia Raso TgVerona Sera 08/07/23 Telenuovo #LuciaRaso #Verit...
Verità per Lucia Raso TgVerona Sera 08/07/23 Telenuovo #LuciaRaso #VeritaperLuciaRaso #Verona news - Servizio di TgVeronaSera su Lucia Raso VeritaperLuciaRaso - Iscriviti al canale YT : youtube @VeritaperLuciaRaso - Seguici su Facebook : @VeritaperLuciaRaso 00:00 titoli TgVerona Sera Fonti: corrieredellasera - Lucia Raso morta in Baviera: il padre assolto per gli sms al papà del fidanzato indagato di Laura Tedesco. Rischiava la condanna per minacce. I Raso all’attacco sui social: «Nostra figlia fu aggredita prima della caduta dalla finestra. Ecco le prove». Lucia Raso, suo padre assolto per gli sms inviati al papà del fidanzato «Sappiate che le cose non finiranno presto...quando verrà a galla la verità, sarà fatta giustizia». Così, nei giorni immediatamente successivi alla tragica e misteriosa morte di sua figlia Lucia in Germania, «messaggiava» Pietro Raso a Moreno Treo, padre di Christian, il fidanzato della vittima. Venerdì il papà di Lucia, caduta fatalmente dalla finestra del fidanzato in Baviera, è stato assolto dall’accusa di aver minacciato via sms e Whatsapp il papà di Christian: il signor Raso rischiava la condanna a causa di quella e di altre frasi indirizzate al telefonino del signor Treo, che oltre ad averlo denunciato si era anche costituto parte civile in aula contro il genitore della vittima ed ex fidanzata di suo figlio Christian. Il contenzioso si è ora chiuso davanti al giudice di pace del Tribunale di Verona, dottor Giuliano Crivellaro: difeso dall’avvocato Enrico Bastianello, Pietro Raso è stato assolto «perché il fatto non sussiste». La mamma di Lucia: «Noi chiediamo solo giustizia» Secondo il magistrato scaligero, dunque, aver scritto «sappiate che le cose non finiranno presto...quando verrà a galla la verità, sarà fatta giustizia» non integra il reato di minacce. «Se mio marito fosse stato condannato sarebbe stata un���autentica beffa, un vero scandalo - reagisce la signora Xenia Maria, moglie di Pietro e mamma di Lucia -. Sarebbe stato paradossale se, dopo aver perso nostra figlia in circostanze che devono ancora essere chiarite, il padre di Lucia fosse addirittura stato condannato. Mio marito non ha mai minacciato il papà di Christian, la nostra famiglia chiedeva e continua ancora a chiedere solo la verità, tutto qui. Vogliamo giustizia e verità per Lucia, chiediamo soltanto di sapere come mai nostra figlia non è mai potuta tornare da quel viaggio in Germania. A quasi tre anni di distanza non sappiamo ancora cos’è realmente accaduto quella maledetta notte». La Procura ha chiesto l'archiviazione per Christian Treo Il dramma che ha sconvolto per sempre le vite di due intere famiglie, i Raso che hanno perso la figlia e anche i Treo visto che Christian è stato indagato per il presunto omicidio volontario di Lucia, è datato 24 novembre 2020: belli, giovani e innamorati, la commessa 36enne Lucia Raso e il pizzaiolo 29enne Christian Treo stavano trascorrendo un weekend d’amore in Baviera, a Landshut, dove lui lavorava come stagionale in un locale. Quella notte sfociata nel sangue, la coppia veronese si trovava nell’appartamento di Treo insieme ai due coinquilini siciliani del 29enne. Alcol, risate, sembrava un’allegra serata tra amici invece all’improvviso la situazione precipitò: un malinteso, poi forse una lite, finché avvenne il peggio. Lucia cadde dalla finestra al primo piano, perdendo la vita sul colpo. Si aprì così uno scenario di dolore e di dubbi, partirono le indagini e scattarono i tanti, troppi interrogativi che tuttora devono trovare risposta. In questo momento l’inchiesta è giunta a un nodo cruciale e tutto dipenderà dal verdetto della giudice delle indagini preliminari Carola Musio: spetta a lei sciogliere la riserva decidendo se accogliere o meno la richiesta di archiviazione con cui il pubblico ministero Stefano Aresu ha concluso le indagini su Christian Treo prosciogliendolo, come sollecitava il suo difensore Massimo dal Ben, dai sospetti di aver ucciso Lucia. La famiglia di lei: «Ha subìto un'aggressione prima di morire» Ma la famiglia Raso, assistita dall’avvocato Bastianello e supportata dalla criminologa Roberta Bruzzone, non si rassegna all’idea che il caso possa venire relegato in un cassetto senza colpevoli: oltre a opporsi all’archiviazione, è appena tornata all’attacco sui social annunciando sulla pagina Facebook creata appositamente per chiedere la verità su Lucia «clamorosa novità! Dall’autopsia - affermano i Raso su Fb - si evidenzia che Lucia, prima di cadere, ha subito un’aggressione (oppure è stata picchiata: “La corona del primo incisivo in alto a sinistra è rotta”. È emerso anche Un ematoma sotto l’occhio. La perizia della Procura conferma ferite non compatibili con la caduta. segue.... Corriere del Veneto Verità per Lucia Raso, TgVerona, Sera, Telenuovo, LuciaRaso, VeritaperLuciaRaso, Verona, Baviera, Lucia Raso, Verona, Lucia Raso Verona, Lucia Raso ultime notizie, Verona, caso Lucia Raso, Rassegna stampa
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“ Vedo Akiko alla mensa, è seduta a un tavolo con due amiche e chiacchiera animatamente. Ha sciolto i capelli che le arrivano a metà schiena, mentre prima, quando è venuta nel mio studio, li aveva legati sulla nuca. Risatine, espressioni di marcato stupore, dinieghi sconcertati, le vivaci reazioni delle tre ragazze lasciano pensare che la conversazione verta su un argomento appassionante: deve trattarsi di qualche vicenda personale, escluderei la possibilità che stiano discutendo di problematiche sociali o grandi questioni esistenziali, considerato lo scarso interesse che le une e le altre riscuotono fra i giovani. Vista al di fuori del contesto formale della classe o del colloquio con me, che sono la sua sensei, la sua insegnante, Akiko mi sembra più disinvolta e rilassata. Ha una gestualità un po’ affettata ma espressiva, un atteggiamento vivace. Tutt’a un tratto entra il suo ragazzo insieme a uno studente che non conosco. Avanzano con i vassoi del pranzo, strascicando i piedi, si guardano intorno, poi vanno a sedersi con aria indolente al tavolo delle ragazze, le quali non si scompongono più di tanto e continuano la loro infervorata conversazione. I due ultimi arrivati ogni tanto interloquiscono, ma ben presto si disinteressano delle ragazze e cominciano a parlare tra di loro. Manca ancora un quarto d’ora all’inizio delle lezioni, ma Akiko e le sue amiche a un certo punto si alzano e se ne vanno, solo lei si attarda ancora un momento accanto al tavolo per dire qualcosa al suo ragazzo, poi raggiunge le altre che sono già sulla porta. Dopo cinque minuti anche i due maschi, che nel frattempo hanno finito di mangiare, se ne vanno. Non fossi stata informata da Akiko poco prima, non avrei mai sospettato in quel gruppo di cinque persone la presenza di una coppia. L’apparente indifferenza dei due non deve però trarre in inganno, potrebbero essere perdutamente innamorati l’uno dell’altra, se non lo dànno a vedere è perché in Giappone non si fa, non si mostrano in pubblico gli affetti privati, tanto meno negli ambienti che si frequentano per studio o per lavoro. Nell’università dove insegno, le storie d’amore fra studenti sono all’ordine del giorno, ma raramente l’atteggiamento esteriore degli interessati le lascia indovinare. Però non se ne fa mistero, e quando se ne presenta l’occasione se ne parla senza falsi pudori. Altre volte ne sono venuta a conoscenza anni dopo, ricevendo un cartoncino che mi annunciava le nozze fra due ex studenti che per quattro anni erano rimasti seduti uno a un angolo della classe e l’altra a quello opposto. Il massimo dell’intimità che le coppie più giovani si concedano davanti a terzi è tenersi per mano. Una volta, tornando dall’Italia, mi sono per caso trovata a viaggiare nello stesso aereo con un mio studente che non vedeva la sua ragazza da due mesi, ed era letteralmente esasperato per un ritardo di un paio d’ore. Ebbene, quando i due si sono finalmente rivisti all’aeroporto, si sono salutati con un mezzo inchino impacciato; morivano palesemente dalla voglia di buttarsi l’uno nelle braccia dell’altra, ma per farlo hanno dovuto aspettare di essere soli. Tanto più appassionate e profonde sono le relazioni affettive, in questo popolo, tanto meno vengono esibite, tanto più intensa è l’emozione, tanto meno le si lascia libero sfogo in pubblico. Mi è successo di assistere all’aeroporto all’incontro di persone che non si vedevano da anni – madre e figlia, o fratello e sorella – e si salutavano con un cenno del capo, un sorriso, una pacca sulla spalla. Belle frasi e grandi dichiarazioni, sia di gioia che di dolore, sono di solito riservate alle relazioni formali e poco sentite. Come in tutti i fenomeni, anche negli affetti in Giappone la facciata è diversa dalla realtà che si cela dietro di essa, e può essere molto fuorviante dedurre la seconda dalla prima. “
Antonietta Pastore, Nel Giappone delle donne, Giulio Einaudi, 2004. [Libro elettronico]
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