#formazione nelle PMI
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Formazione dei Dipendenti in Italia: Investimento Necessario o Sprecato?
Perché investire nella formazione del personale è fondamentale per la crescita delle imprese italiane e quali benefici comporta per lavoratori e aziende
Perché investire nella formazione del personale è fondamentale per la crescita delle imprese italiane e quali benefici comporta per lavoratori e aziende. La formazione dei dipendenti è spesso oggetto di discussione nel panorama delle imprese italiane: è un investimento essenziale o solo una perdita di tempo e denaro? Sebbene numerose ricerche dimostrino l’importanza della formazione per la…
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cinquecolonnemagazine · 9 months ago
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Formazione: imprese campane innovano con intelligenza e sostenibilità
La Campania si conferma come un punto di riferimento per la formazione continua in Italia. È quanto emerge dal Rapporto regionale 2023 «L’intelligenza formativa: persone e aziende interpreti del cambiamento con la formazione continua» che OBR Campania, Organismo Bilaterale per la formazione in Campania articolazione territoriale di Fondimpresa, realizza annualmente nell’ambito del Monitoraggio Valutativo di Fondimpresa. Il Rapporto è stato presentato presso Villa Doria d'Angri a Napoli, nell’ambito della IX edizione di Innovation Village . Formazione: i risultati della Campania La Campania, in particolare, nel 2023 ha raggiunto il traguardo di 25.520 aziende e 278.816 lavoratori aderenti a Fondimpresa e rappresenta la terza regione, dopo Veneto e Lombardia, per numero di aziende e la sesta per numero di lavoratori. “Le imprese della Campania e del Mezzogiorno, sono attente a trovarsi preparati e a rispondere nel modo migliore alle grandi transizioni che sono in corso: tecnologica, ambientale, demografica, geopolitica. La formazione dei dipendenti è un potente strumento per prepararsi, apprendere e testare nuovi strumenti e nuove soluzioni. Le aziende stanno imparando a integrare i tre canali di finanziamento di Fondimpresa: Conto Formazione, Contributo Aggiuntivo e Conto di Sistema. Proprio l’8 maggio si è aperto il nuovo sportello del Contributo Aggiuntivo con l’Avviso 2/2024.  La Campania è in cima a tutte le regioni per quanto riguarda la partecipazione di aziende, soprattutto di PMI, a Piani formativi del Conto di Sistema di Fondimpresa, ma il Conto Aziendale per la formazione dei lavoratori resta il canale più snello e veloce” - è quanto afferma Mike Taurasi, Presidente di OBR Campania. Anche in Campania, così come a livello nazionale, l’industria manifatturiera si conferma il settore più presente in Fondimpresa, con un’incidenza del 31,43%. Il Commercio è il settore con il maggior numero di imprese (il 22,65%), con l’adesione di piccolissime e micro aziende. Produzioni ed esportazioni La Campania che sta avendo eccellenti performance nella produzione e nelle esportazioni, inoltre, si distingue per un altro interessante primato: la macro voce ATECO, relativa ai servizi alle imprese, ricerca e informatica, pesa per il 12,97% sul numero di addetti delle aziende aderenti a Fondimpresa, più di quanto non avvenga a livello nazionale. “Questo dato – continua il presidente Taurasi – indica che tutto il sistema produttivo regionale, dalle aziende che  producono, beni o servizi,  a quelle che offrono servizi di supporto, nel suo insieme si prepara, attraverso la formazione, ad essere protagonista di successo nelle sfide epocali che abbiamo di fronte:  innanzitutto per la sostenibilità e l’uso intelligente, efficace e senza sprechi delle tecnologie, ma anche i cambiamenti organizzativi con ruoli più aperti, flessibili, e mentalmente impegnativi, ma anche basati su sistemi di valori come la parità di genere e il benessere delle persone in azienda”. Bisogno di formazione I dati della Campania evidenziano che sul territorio si realizza una formazione che ha accresciuto la sua attenzione verso le tecnologie digitale come indicano i dati dell’indagine ROLA (Fondimpresa-INAPP), le buone pratiche conferma che questa attenzione nelle aziende si lega a strategie che non subiscono passivamente le “mode” tecnologiche, ma valorizzano le competenze funzionali alle tecnologie che sono più prossime e utili alle strategie aziendali.  “La buone prassi in Campania - commenta Mario Vitolo, curatore del rapporto regionale e direttore dell’OBR Campania- indicano che le aziende  con la formazione finanziata da Fondimpresa, indipendentemente dal canale di finanziamento, riescono a colmare i gap di partenza o ad arricchire le professionalità già presenti con mosaici di microcompetenze che definiscono gli standard professionali di ogni specifica azienda. Le aziende riescono così  a valorizzare i talenti a tutti i livelli, da quelli più progettuali e  tecnici a quelli più operativi e applicativi”.  I piani formativi in Campania La partecipazione delle aziende a Fondimpresa si distribuisce tra i tre canali di finanziamento per la formazione a costo zero dei lavoratori: Conto Formazione, Contributo Aggiuntivo e Conto di Sistema. In Campania, diversamente da quanto avviene a livello nazionale, la formazione con Fondimpresa viene realizzata principalmente attraverso gli Avvisi pubblici del Conto di Sistema che compensa il carattere sporadico delle politiche e dei finanziamenti regionali alla formazione continua dei lavoratori e delle aziende. Tra circa 1800 Piani formativi liquidati nel 2022 e 4.000 imprese della sola regione Campania, sono individuati e analizzati, nel corso del 2023, casi dodici casi aziendali che costituiscono esempi di qualità e di efficacia della formazione aziendale in ambiti di rilevanza strategica per lo sviluppo del sistema produttivo e del mercato del lavoro. Immagine di copertina: Ufficio Stampa Nikura Read the full article
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editorialstaff2020 · 2 years ago
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Insieme 2025: cresce l'impegno SACE a fianco delle imprese italiane
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Il Gruppo SACE approva impegni e strategie per il triennio 2023-2025, definendo un nuovo modello di business e fissando ambiziosi target. Obiettivo: accompagnare il Sistema Paese verso un orizzonte sostenibile
  Si chiama INSIEME 2025 ed è il nuovo Piano industriale di SACE, la società assicurativo-finanziaria italiana controllata dal Ministero dell’Economia, che da oltre 40 anni supporta il comparto produttivo italiano. Il documento nasce con l'obiettivo di guidare le scelte strategiche del Gruppo nel triennio 2023-2025 rafforzando ulteriormente il filo rosso che unisce competitività, innovazione e sostenibilità. E fornendo nuova resilienza al tessuto economico nazionale per creare valore duraturo per il Paese.
 Un percorso che passa da una sostanziale evoluzione del modello di business e che ha fissato importanti target numerici. Nei prossimi tre anni, infatti, l’impegno di SACE per le imprese si rifletterà in 111 miliardi di euro di investimenti sostenuti, progetti supportati e liquidità garantita, puntando a servire fino 65.000 PMI. Abbracciando, come sempre, sia il mercato domestico e che l’export.
 Non si tratta solo di quantità. INSIEME 2025 guarda soprattutto alla qualità. Ecco perché SACE continuerà ad aiutare le imprese italiane sia diversificare i mercati di riferimento, sia a mettere in sicurezza la catena di fornitura, migliorando il posizionamento nelle supply chain dei grandi contractor internazionali.
 La sostenibilità sarà il principio fondante dell'azione. Nel dettaglio il Piano Industriale 2023-2025 introduce valutazioni e misurazioni di impatto ESG (Environmental, Social, Governance) in tutte le decisioni e i processi aziendali, congiuntamente ad un approccio più premiante verso settori e geografie virtuose. L’obiettivo è accelerare l’evoluzione sostenibile delle imprese, coinvolgendo ovviamente anche la gestione interna dell’azienda, con un’attenzione al benessere della comunità (dal work life balance, alla diversity&inclusion) e agli impatti socio-ambientali connessi al lavoro (dal risparmio energetico al mobility management).
“Immaginiamo e realizzeremo un Gruppo SACE riconosciuto in Italia e all’estero per il suo impatto concreto allo sviluppo sostenibile non solo delle imprese italiane, ma anche dei mercati in cui opera”, spiega Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE.
 La competitività e la resilienza del sistema Paese non possono prescindere dall’innovazione. Non a caso INSIEME 2025 trova nella tecnologia la chiave abilitante di una crescita capace di coniugare efficienza e sostenibilità. Nel dettaglio, il Gruppo SACE si focalizzerà nello sviluppo di soluzioni e applicativi per migliorare la consapevolezza e la fruizione di prodotti e servizi, e rendere più efficienti i processi interni, basandosi anche su tecnologie avanzate basate sulla blockchain e l’intelligenza artificiale. Un’innovazione pensata su misura per le imprese e portata avanti in logica di partnership e co-progettazione.
Con una particolare attenzione alle piccole e medie imprese. Il Gruppo punta non solo a raddoppiare il numero di PMI servite nei prossimi tre anni ma anche a coinvolgerle in un innovativo ecosistema digitale: una piattaforma aperta e partecipata, costruita sulla loro esperienza utente, che consentirà l’accesso a prodotti, servizi e tutti gli strumenti di Business Promotion firmati SACE. Comprese nuove opportunità commerciali con iniziative di business matching, accompagnamento e formazione.
“E raggiungeremo tutto questo – aggiunge Ricci – grazie a una squadra unita, ricca di talento e competenze, alla ricerca di un’innovazione continua a supporto del Paese, insieme all’ascolto e al dialogo costante con le aziende, di cui vogliamo essere i partner indispensabili”.
 Link: https://www.sace.it/chi-siamo/la-strategia
KW: Insieme 2025
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livornopress · 2 years ago
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On line CNAJob.it il portale per dare e trovare lavoro a Livorno e provincia
Incrociare domanda e offerta in un mercato del lavoro con ancora molte opportunità Appello ai giovani: “Abbiate fiducia nelle PMI, sono la spina dorsale dell’economia”   Livorno 21 novembre 2022 E’ on line CNAJob.it, la piattaforma dell’Agenzia Per il Lavoro CNA Servizi Formazione accreditata dalla Regione Toscana, che vuole dare una risposta concreta ed efficiente alla forte offerta di lavoro…
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sciscianonotizie · 3 years ago
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Lampugnale, vicepresidente nazionale P.I. Confindustria, al Neet working a Napoli
Pasquale Lampugnale, vicepresidente nazionale P.I. Confindustria, al Neet working tour a Napoli con Fico, Dadone, Manfredi e Marciani: “Ridurre la percentuale di neet significa aumentare il potenziale innovativo del paese”.
  “L’esportazione di capitale umano e la sua mancata valorizzazione abbassano il potenziale innovativo e la competitività delle nostre imprese e del sistema Paese. Il 25% dei giovani italiani fra 15 e i 34 anni è Neet, vale a dire senza lavoro e scoraggiato che neanche più lo cerca. Questa percentuale sale al 38 per cento se guardiamo alla Campania, con una media superiore anche a quella del Mezzogiorno. Questi dati devono farci riflettere, perché rappresentano un segnale di arretratezza del capitale umano all’interno delle imprese”.
E’ l’allarme lanciato da Pasquale Lampugnale, vicepresidente nazionale e presidente regionale di PI Confindustria, al Neet working tour, la due giorni in programma ieri e oggi sabato 7 maggio a Napoli, promossa dal Ministero delle Politiche Giovanili con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, alla quale hanno partecipato, fra gli altri il presidente della Camera Roberto Fico, il ministro per le Politiche giovanili Fabiana Dadone, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e l’assessore alle Politiche Giovanili e al Lavoro del Comune di Napoli Chiara Marciani.
“Oggi denunciamo la carenza di capitale umano con competenze adeguate al nostro sistema industriale. Le imprese sono sfiduciate perché non riescono a trovare le persone giuste. Bisogna intervenire – continua Lampugnale – riducendo la percentuale di Neet e riavvicinando i giovani al mondo del lavoro e della formazione. Questo si può fare, ad esempio, investendo nelle Its Academy che formano i tecnici specializzati necessari per mandare avanti le nostre aziende. Più in generale, dobbiamo mettere in condizione le nostre imprese di attrarre, motivare e trattenere talenti e personale adeguatamente formato. Le piccole imprese al momento chiedono essenzialmente diplomati e solo nel 14% dei casi giovani laureati.
In una fase di trasformazione così grande del mondo del lavoro e dell’industria la tenuta del nostro sistema economico è legata alla capacità del capitale umano di formarsi adeguatamente. La formazione è una opportunità, perché il 65% dei bambini che oggi frequentano la scuola primaria faranno lavori che al momento non esistono, e quindi fare formazione oggi significa avere l’opportunità di trovare lavoro, e per i profili più specializzati anche di sceglierlo.”
“Confindustria – conclude Lampugnale – dedica da sempre grande attenzione alle competenze del capitale umano, alle nuove posizioni lavorative e alle figure professionali. Sono numerose le iniziative di orientamento e placement nelle quali le imprese sono coinvolte. Una tra tutte è sicuramente il progetto PMI day che l’anno scorso in Campania ha visto partecipare 1200 studenti. 32 istituti superiori e oltre 30 aziende”.
source https://www.ilmonito.it/lampugnale-vicepresidente-nazionale-p-i-confindustria-al-neet-working-a-napoli/
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lavocedelcerrano · 4 years ago
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Formazione: Quaresimale, al via corso per esperti export nelle Pmi (
Formazione: Quaresimale, al via corso per esperti export nelle Pmi (
L’Abruzzo si appresta a formare 33 giovani disoccupati come esperti del mercato dell’export per la piccola e media impresa. Oggi al via l’iniziativa “I talenti del reddito di cittadinanza. Ri-parti con l’export”, il progetto promosso da Anpal Servizi e Ice-Agenzia in partnership con la Regione Abruzzo, che prevede formazione specifica di giovani abruzzesi disoccupati e percettori del reddito di…
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Lavoratori italiani: come sono cambiate le priorità
I lavoratori italiani hanno maturato un nuovo approccio al lavoro. Un cambiamento sostanziale che porta la firma della pandemia. Il tempo (e il denaro) guadagnato dalla mancanza di spostamenti casa ufficio ha restituito una dimensione di vita che a molti sembrava perduta. Così, tornare alla vita normale, o meglio alla vita di prima, non è una prospettiva gradita. Le grandi aziende stanno recependo queste nuove istanze mentre le PMI incontrano ancora qualche difficoltà così come ci racconta Riccardo Savariano, Direttore operativo di Amyralia, Gruppo Allcore Spa. Dottor Savariano, quali sono le priorità per i lavoratori italiani oggi? Riccardo Savariano Le priorità rimangono sempre principalmente tre e cioè la coerenza tra la posizione ricoperta e un adeguato compenso economico, il bilanciamento tra vita professionale ed esigenze private e infine la possibilità di avere un adeguato piano di crescita; ciò che ad oggi è cambiato è l’ordine delle priorità, oggi l’elemento principe per attrarre un talento non risiede più in maniera predominante nell’aspetto economico, ma piuttosto nella possibilità di combinare in modo sano e positivo il lavoro con la sfera privata e la possibilità di avere una visione e una prospettiva di crescita professionale e personale nel medio termine; l’aspetto economico, seppur importante, diventa una diretta conseguenza delle prime due, ma con un’attenzione maggiore all’acquisizione delle competenze professionali che è l’elemento differenziante in questo nuovo modo di vedere e vivere l’azienda. Come stanno rispondendo le PMI in merito? Le PMI in Italia oggi hanno raccolto indicazioni molto importanti dal periodo pandemico e hanno compreso come la dimensione umana debba essere messa al centro per la creazione di un ambiente di lavoro positivo e stimolante. I cambiamenti principali che riscontriamo nella maggior parte delle aziende riguardano l’adozione del metodo di lavoro ibrido (ufficio-casa) e l’importanza che oggi viene data alla formazione, sempre più richiesta e apprezzata dalle risorse e pertanto vista come elemento di retention per i talenti. Il modello di lavoro ibrido (smartworking) si accompagna anche a un nuovo modo di intendere il lavoro, che viene organizzato per obiettivi e responsabilizza maggiormente i lavoratori, che sono chiamati a un cambio di mindset. Devono cioè passare da un modello fondato sulla presenza e sul controllo a uno basato sulla gestione del tempo e delle priorità. L’aspetto formativo completa questo cambio di mindset consolidando e fornendo al lavoratore nuove competenze professionali e completandone il profilo anche sotto il punto di vista personale. Un terzo elemento che si sta sviluppando, ma che ad oggi nelle PMI non è ancora così affermato, è la creazione di un piano di welfare aziendale che porta con sé la possibilità di offrire significativi vantaggi al lavoratore pur mantenendo a livello aziendale una gestione economica e fiscale ottimizzata. Digitalizzare è un po’ la parola d’ordine per le aziende. Che costi ci sono per le PMI? Gli investimenti nel digitale oggi risultano essere il fattore critico di successo per le nostre PMI che sempre di più operano sul mercato internazionale dove la competizione in termini di costi, tempi e qualità è sempre maggiore: servire un cliente rapidamente e in qualità vuol dire guadagnare quote di mercato. La digitalizzazione va intesa come un investimento necessario dove l’unico limite che dobbiamo porci risiede nella sostenibilità economica di tale investimento e quindi chiederci quale sia il payback più sostenibile per l’azienda. La digitalizzazione, inoltre, deve essere sempre associata a un’attività di ottimizzazione ed efficientamento dei processi stessi, il rischio altrimenti è digitalizzare gli “sprechi”, e l’informatizzazione di un processo deve portare benefici all'intera catena dei processi correlati generando un approccio win win, altrimenti non è utile. Il cambio di mindset qui risiede nello sfruttare con metodo le opportunità che i sistemi offrono soprattutto in ottica di monitoraggio dei KPI e nella identificazione delle attività di miglioramento dei processi stessi. Mi dica tre caratteristiche che distingueranno d’ora in poi le imprese più competitive Le imprese che vorranno essere competitive in futuro dovranno avere tre caratteristiche. Prima di tutto devono adottare il modello C-level company, devono cioè essere aziende dotate, per ogni funzione aziendale, di un management caratterizzato da solide competenze tecniche e gestionali e con un approccio proattivo alle decisioni. Devono essere digitali e data driven. William Edwards Deming, importante statistico americano e ideatore del ciclo di Deming, sosteneva che “senza dati sei solo un’altra persona con un’opinione”. La disponibilità del dato e la capacità di trasformarlo in informazione consente di poter leggere correttamente l’andamento del business e poter prendere decisioni corrette e in linea con gli obiettivi. Infine devono essere human centric, cioè devono avere la capacità di mantenere e alimentare i talenti fornendo loro un ambiente di lavoro stimolante, attento ai bisogni e alle esigenze. Questo rappresenterà sempre di più un fattore critico di successo in un mercato dove la disponibilità di competenza e di talento rappresenteranno il principale campo da gioco. Come disse il nostro presidente Gianluca Massini Rosati durante il discorso di quotazione del Gruppo Allcore, le aziende si fondano su due cose: la seconda sono i soldi, la prima sono le persone. In copertina foto di Junjira Konsang da Pixabay Read the full article
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axesspr · 4 years ago
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Aiutiamo aziende, associazioni e organizzazioni a dialogare con le Istituzioni e le autorità regolatorie, esaminando a fondo le opportunità e i rischi legati ai loro piani di business e alle loro decisioni.  Sviluppiamo Strategie ad hoc basate sulle esigenze dei clienti e realizziamo campagne di sensibilizzazione a supporto degli obiettivi prefissati.  Trasmettere i giusti messaggi è infatti fondamentale per incidere sul processo decisionale, al fine di far percepire i propri interessi in modo trasparente ed efficace.  Siamo in grado di dar vita a un’organizzazione di base, di mettere insieme una coalizione di rappresentanza degli interessi e di raggiungere i Target di riferimento a partire dal basso. Seguiamo il processo di costruzione del consenso partendo dall’analisi dello scenario e dal coinvolgimento delle terze parti, passando per la creazione di piani di comunicazione ad hoc online e offline, giungendo infine alla mobilitazione dei cittadini e al raggiungimento degli obiettivi fissati.   Contribuiamo all’implementazione di politiche, pratiche e comportamenti a favore della Responsabilità Sociale d’Impresa o Corporate Social Responsibility (CSR), rafforzando il rapporto e le relazioni economiche, sociali e ambientali dei nostri clienti con le comunità nelle quali operano e con i loro stakeholder (azionisti, dipendenti, clienti, partner commerciali, Istituzioni). LE ATTIVITÀ DI PUBLIC AFFAIRS & ADVOCACY Analisi dello scenario Mappatura interlocutori Stakeholder engagement Focalizzazione della "posta in gioco" Definizione degli obiettivi Costruzione del messaggio Strategy building (target, approccio, azioni tattiche) Network & Coalition building (formali o informali) Preparazione dossier e presentazioni istituzionali Monitoraggio legislativo europeo, nazionale e regionale Accreditamento presso le Istituzioni europee, nazionali e regionali Responsabilità sociale d’impresa o Corporate Social Responsibility (CSR) #formazione #consulenza #covid #pmi #marketing #professionisti #imprenditoria #pharma #comunicazionefarma #liberoprofessionista #p #aziende #azienda #italia #impresa #imprese #business #aziendeitaliane #lavoro #imprenditore #imprenditori (presso Axess Public Relations) https://www.instagram.com/p/CJ6rUT6LWan/?igshid=19dqw3h6k8mkz
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fullygotta87 · 4 years ago
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passaggio generazionale
Sito internet personale per proporre servizi di coaching, consulenza e formazione per imprenditori, manager e aziende pmi. Mi differenzio perché sono stato imprenditore e sono fortemente orientato ai risultati. Gli imprenditori di solito mi contattano per le seguenti tematiche: organizzazione aziendale, supportare i manager per migliorare le performance, produttività, gestione del tempo, work-life balance, passaggio generazionale nelle imprese a gestione familiare. Guardare il Blog per capire le keyword principali.
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giulianuma · 4 years ago
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🟣🟣🟣🟣 🔝I dati ce lo dicono chiaro: sono le imprese femminili ad aver pagato il prezzo più alto della crisi dovuta al Covid-19. Per questo ora non possiamo tirarci indietro: dobbiamo dare tutto il sostegno possibile all’imprenditoria femminile. Per farla tornare a respirare, per farla tornare a crescere. Per rimetterla al centro del nostro sistema economico. Lavoriamo allora per promuovere formazione tecnica, incentivare la presenza delle donne nelle PMI. E impegniamoci al massimo, perché quello sarà un investimento ad alto ritorno per tutto il Paese. (presso Asti) https://www.instagram.com/p/CDa-RI5hHgR/?igshid=c0hfd6bk3tte
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yeschanneltech · 5 years ago
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Nuovi partner? Comunicazione quotidiana, training, webinar
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Nuovi partner? Comunicazione quotidiana, training, webinar
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“Il settore dello storage è in continua evoluzione e diventa imprescindibile saper individuare tempestivamente le soluzioni in grado di adattarsi alle nuove esigenze e caratteristiche delle aziende che, soprattutto nel contesto attuale, devono essere in grado di mantenere un certo dinamismo“, spiega Damiano Doria, Product Manager Italy, Greece & Cyprus di Synology, interpellato per lo speciale storage.
Come deve strutturarsi e comportarsi il canale, a livello di team di professionisti di marketing, sales e pre-sales, risorse per la formazione e per la generazione della domanda, per far fronte a una domanda di storage che incontra sempre più dati in circolazione?
“È importante che si sviluppi una reale sinergia tra tutte le parti coinvolte, soprattutto a livello dei servizi offerti, che devono essere in grado di accompagnare il cliente verso soluzioni integrate e di soddisfare le esigenze che evolvono nel tempo. Sarà inoltre fondamentale – spiega Doria – una formazione multilivello in grado di sviluppare la sinergia necessaria per rendere ottimale la customer experience”.
Esiste un un portafoglio di tecnologie complementari che i partner di canale devono avere oggi per affrontare uno ‘storage moderno’?
“La parola chiave nelle richieste dei clienti è semplificazione quindi è necessario che il canale proponga una soluzione integrata in grado di semplificare la gestione dei dati attraverso un sistema centralizzato, controllando il flusso e l’archiviazione dei dati nel tempo e garantendo una scalabilità costante in funzione dell’evoluzione delle esigenze aziendali. Nel nostro caso, che sia per rispondere alle richieste di Pmi o grandi aziende, ciò è reso possibile da DSM, sistema operativo intuitivo e avanzato sviluppato da Synology, e dalla suite di applicazioni professionali per l’Active Backup, in grado di soddisfare tutte le esigenze di archiviazione e backup, non solo a livello locale ma anche perfettamente integrato con i servizi cloud“, afferma Doria.
Quali sono gli strumenti a disposizione dei distributori per portare nuovi partner agli storage vendor?
“Sicuramente vanno menzionate tutte quelle attività di marketing che contribuiscono a illustrare le potenzialità delle soluzioni disponibili sul portale di acquisto, ma anche le attività di comunicazione quotidiana. Non meno importanti sono le attività che promuovono e ottimizzano l’interazione con il cliente, tra cui training e webinar. È grazie a questa sinergia che il Synology Partner Program permette di rafforzare il legame con tutte le parti coinvolte, offrendo risorse digitali, eventi esclusivi e un collegamento diretto con il team di Synology Italia“, conclude Doria.
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designme2011 · 5 years ago
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🌴 Oggi, Daniele di Macelleria F.lli Vitale, partecipa al BOOST WITH FACEBOOK. Si tratta del programma di formazione gratuito, dedicato alle piccole e medie imprese italiane, promosso da Facebook e da EDI Confcommercio con l’obiettivo di favorirne la digitalizzazione, aiutando le PMI a far crescere il proprio business e a promuovere i prodotti del made in Italy sui mercati internazionali. E naturalmente noi c'eravamo. Organizzato nelle sale 2 e 3 del Nuovo Padiglione della Fiera del Levante di Bari, si parla di competenze digitali, imprese e piccole medie imprese, associazioni e istituzioni. Daniele durante la talk ha spiegato quanto è importante oggi la presenza di un'attività come la sua sui canali social di Facebook e Instagram. Ha raccontato come la sua attività sia cresciuta in modo esponenziale usufruendo di diversi mezzi messi a disposizione da queste piattaforme online. Oggi emergere, "farsi vedere e farsi desiderare" è davvero difficile, soprattutto quando si cerca di farlo ad ampio raggio. Per arrivare sui mercati internazionali bisogna seguire diversi step. Ma la vera sfida non è solo trovare il modo ma "mantenere la supremazia" ottenuta, digitalmente parlando... Ed ecco che scendono in campo, a nostro avviso e secondo quanto riportato anche da Daniele, alcuni elementi irrinunciabili come l'autenticità e la fidelizzazione. Per la Macelleria Vitale essere sui Social, essere social, significa sviluppo e aggregazione, come infatti stiamo facendo noi in questo momento: saper fare networking e business arrangement, cioè sapersi organizzare bene il proprio lavoro. Con lui Simone Pastorelli Confcommercio, Mario Biondi Facebook, Enrico Tarantino Borgo Egnazia, Titti Santamato • • • #visitmesagne #visitmesagnecuordisalento #mesagne #lacittadelcuore #lacittadellamore #ilovemesagne #mesagneinlove #gialloblu #cuoreantico #designme #bari #fieradellevante #macelleriafratellivitale @macelleria_vitale @designmedotit #travelme #boostwithfacebook #boostwithfacebookbari #digitalmarketing #socialmediamanager #digitalmarketers #marketers #facebookmarketing #shopify #networking #instagramstories #facebookmarket #socialmediamarketing #millenials #facebookads (presso Fiera Del Levante) https://www.instagram.com/p/B5nFIsqqth3/?igshid=1w1p5218g9em2
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lavoroconstile · 5 years ago
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Recensione Community Manager
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Dietro le Reti ci sono le persone.
Ospiti d'eccezione de La poltrona racconta Osvaldo Danzi e Giovanni Re con il loro Community Manager. Alla seconda ristampa a pochi mesi dall'uscita. Mi permetto di affermare che è l'ennesima conferma del team vincente di Professioni Digitali della Franco Angeli. La recensione del loro libro ha rappresentato per me l'opportunità per rileggere e gustarmi ogni singolo aneddoto e suggerimento. Una parola tra tutte è quella che porterò con me: dono.Sì perché donare all'interno di una community è ciò che fa la differenza e che consente alla stessa di esistere e andare avanti. In questo caso specifico mi riferisco alla reciprocità nelle relazioni e i doni, com'è possibile immaginare, sono: il tempo, l'attenzione, le competenze, il confronto ma anche l'opportunità offline di socializzare e perché no anche di fare business. Una delle provocazioni che ho preferito, per la capacità di far riflettere? Be' senza dubbio quella di Nicola Palmarini "e se il community manager di domani non fosse umano?".Leggendo hai la sensazione di partecipare a una gradevole e costruttiva conversazione tra professionisti. Gli Autori non hanno bisogno di grandi presentazioni: Osvaldo Danzi, è un HR etico e affermato editore della testata SenzaFiltro, Giovanni Re, è un formatore e divulgatore esperto di computer-grafica. Entrambi founder strategici e alla guida di community di successo (FiordiRisorse e Artigiani Tecnologici).Leggendo hai la sensazione di partecipare a una gradevole e costruttiva conversazione tra professionisti. Gli Autori non hanno bisogno di grandi presentazioni: Osvaldo Danzi, è un HR etico e affermato editore della testata SenzaFiltro, Giovanni Re, è un formatore e divulgatore esperto di computer-grafica. Entrambi founder strategici e alla guida di community di successo (FiordiRisorse e Artigiani Tecnologici).Ti consiglio di leggerlo se: - Gestisci una community o vuoi crearne una per la tua azienda; - Senti il bisogno di confrontare la tua esperienza con quella di altri professionisti; - Sei alla ricerca di strumenti per la gestione delle attività operative della tua piattaforma; - Sei semplicemente curioso di approfondire gli sviluppi e le potenzialità di questa nuova professione digitale. Cosa lo rende un prodotto editoriale distintivo? La scelta, da parte degli Autori, di inserire solo contenuti nati dall'esperienza professionale e di rete personale diretta degli ultimi dieci anni. Procediamo con ordine.
Quando si può parlare di Community
All'interno del testo sono descritte alcune delle principali tipologie di realtà virtuali delle quali è possibile apprendere dalla letteratura e da un riscontro diretto online. Ecco quali forme puoi trovare in rete, prese in considerazione nel testo: - C. Professionali, che accomunano quei partecipanti che condividono un mestiere o l'interesse per un tema professionale. Le più strutturate favoriscono uno scambio costante di informazioni su best practice, novità e aggiornamenti, come anche opportunità di lavoro e collaborazioni. - C. di pratica, in cui più persone si ritrovano perché condividono una passione o sono affascinati da un tema sul quale si confrontano. - C. di marca, chi partecipa lo fa perché si sente coinvolto dal brand di cui di frequente usa e conosce molto bene servizi o prodotti. - C. sociali, create da associazioni di volontariato, associazioni umanitarie, gruppi di persone mosse da valori e ideali comuni. - C. aziendali, istituite per creare engagement tra i dipendenti e offrire loro uno spazio protetto più informale per socializzare o scambiare informazioni.Per ogni community è possibile delineare dinamiche e meccanismi relazionali differenti. E tu quali community frequenti? Quali ruoli tendi ad assumere al loro interno?
Gli ingredienti alla base del successo di FiordiRisorse
Gli Autori propongono storie, interviste e approfondimenti su più realtà di successo come ad esempio Secretary.it e Assoreti PMI entrambe italianissime. Io mi soffermerò, però, brevemente sulla business community dei manager e delle imprese, FiordiRisorse, che seguo personalmente. Ti confesso che non ero a conoscenza del "come" sono stati mossi i primi passi ed è stato sorprendente scoprirlo. Non posso spoilerare proprio tutto, ma ti do un piccolo indizio dicendoti che è stato letto molto bene un bisogno dai fondatori. Quale? Creare opportunità di incontro e confronto tra professionisti di funzioni diverse, non solo dunque HR.Fondata sul principio base di Osvaldo Danzi del "prima si dà poi si riceve" in 10 anni e poco più, FiordiRisorse è cresciuta e ha dato vita ad altre forme di espressione culturale e di aggregazione offline, quali: - Il Muster FdR, si hai letto bene, non è un errore! ma un gioco di parole scelto per distinguersi dalle solite proposte. Quali sono gli elementi di novità o meglio di rottura? Si tratta di un percorso formativo low cost, etico, e itinerante le cui sedi sono le aziende e multinazionali più prestigiose del panorama italiano che aprono le loro porte per accogliere e formare i partecipanti del Muster. - SenzaFiltro è il periodico online dove è possibile leggere le penne più irriverenti e argute afferenti al mondo del lavoro. - Bussola del lavoro è un'iniziativa nata per supportare chi è alla ricerca di un lavoro e generalmente si tiene all'interno di centri commerciali. - Scuderia Formazione organizza eventi di training con focus su svariati argomenti. - Nobilita è invece un evento sul mondo del lavoro in cui giornalisti e professionisti di settore si confrontano su innovazione, cambiamenti, best practice.Il successo di FiordiRisorse credo si possa comprendere e percepire in modo immediato. Una community che ha scelto LinkedIn come social e principale canale di comunicazione ma a cui è sempre stata troppo stretta la dimensione dell'online. Credimi sono davvero innumerevoli le opportunità per incontrarsi e contaminarsi in modo più o meno informale. Ma ancora una volta ti dico che l'ingrediente del successo sono il dono e un'etica fervente.Il Community ManagerAll'interno del testo in più occasioni è delineato l'identikit del community manager. Se ne parla dal punto di vista relazionale facendo riferimento alle qualità personali e alle skills che sarebbe più opportuno possedere per ricoprire il ruolo. È descritta una giornata tipo del professionista con un'agenda, assimilabile a una to do list, con le attività a cui dedicarsi quotidianamente. All'interno del testo in più occasioni è delineato l'identikit del community manager. Se ne parla dal punto di vista relazionale facendo riferimento alle qualità personali e alle skills che sarebbe più opportuno possedere per ricoprire il ruolo. È descritta una giornata tipo del professionista con un'agenda, assimilabile a una to do list, con le attività a cui dedicarsi quotidianamente. L'ho trovata utile, illuminante ma tanto impegnativa. Un capitolo è dedicato agli strumenti per ottimizzare il tempo e organizzare l'operatività dei collaboratori. Alcuni li conoscevo già ma quello che ritengo più stimolante è il modo in cui si consiglia di integrarli in una strategia che comprende: - Creazione di contenuti e comunicazione su canali diversi; - Organizzazione di eventi formativi e di aggregazione; - Sviluppo di sentimenti di engagement e senso di appartenenza. In quest'ultimo caso probabilmente non esiste un vero e proprio strumento. A fare la differenza la capacità del community manager di donare tempo, attenzione, competenze. Gli Autori ironicamente a riguardo hanno individuato una formula e un decalogo prezioso ma su questi non sono ammesse anticipazioni.Leggilo perchéIl community manager è una delle professioni digitali più ricercate e complesse. Come formarsi? Quali competenze sono richieste? Qui trovi le risposte a queste e tante altre domande. È un testo originale nella forma e nei contenuti. Lasciami passare l'immagine tratta dal film d'animazione, Aladin della Walt Disney, in cui il genio definisce la lampada con quest'espressione "fenomenali poteri in un minuscolo spazio vitale". Per me è stato così.Stimoli, professionisti, strumenti, aneddoti e frammenti di vita in un libro davvero scorrevole che si legge tutto d'un fiato. Per me che vivo quotidianamente e attivamente all'interno di una community è stato utilissimo. Concludo riportando, a riguardo, un passaggio tratto dal testo, che sento molto vicino al mio modo di vivere quest'esperienza: "Se lo scopo di creare una community è inseguire un trend, ma nella vostra agenda delle prossime due settimane non avete ancora previsto una cena con un cliente, un incontro di networking o un appuntamento con qualcuno di interessante con chi approfondire la vostra conoscenza da online a offline, vi consiglio di chiudere questo libro e pensare ad altro. Le community nascono da una forte propensione al dono e nell'avere uno scopo condiviso".Stimoli, professionisti, strumenti, aneddoti e frammenti di vita in un libro davvero scorrevole che si legge tutto d'un fiato. Per me che vivo quotidianamente e attivamente all'interno di una community è stato utilissimo. Concludo riportando, a riguardo, un passaggio tratto dal testo, che sento molto vicino al mio modo di vivere quest'esperienza: "Se lo scopo di creare una community è inseguire un trend, ma nella vostra agenda delle prossime due settimane non avete ancora previsto una cena con un cliente, un incontro di networking o un appuntamento con qualcuno di interessante con chi approfondire la vostra conoscenza da online a offline, vi consiglio di chiudere questo libro e pensare ad altro. Le community nascono da una forte propensione al dono e nell'avere uno scopo condiviso".Tu lo hai già letto? Ti va di parlarne insieme?Corri a prendere la tua copia. Ti aspetto! Buona lettura! Read the full article
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purpleavenuecupcake · 6 years ago
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Le nostre Pmi sono leader in Europa. Ma abbiamo perso le grandi imprese
Sebbene le nostre Pmi siano leader in Europa, il nostro sistema produttivo  registra ancora dei forti elementi di criticità. “Pur contando su un patrimonio imprenditoriale che non ha eguali nel resto d’Europa – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – rispetto ai nostri principali competitori stranieri, ad esempio, scontiamo un forte deficit di competitività ascrivibile, in particolar modo,  all’assenza delle grandi imprese. In Italia, infatti, da almeno 3 decenni queste realtà si sono pressoché estinte, non certo per l’eccessiva numerosità delle piccole aziende, ma a causa dell’incapacità di questi grandi player di reggere la sfida lanciata dalla globalizzazione dei mercati”. Non abbiamo più grandi imprese Sino alla prima metà degli anni ’80, segnala la CGIA, l’Italia era tra i leader mondiali nella chimica, nella plastica, nella gomma, nella siderurgia, nell’alluminio, nell’informatica e nella farmaceutica. Grazie al ruolo e al peso di molte grandi imprese pubbliche e private (Montedison, Eni, Montefibre, Pirelli, Italsider, Alumix, Olivetti, Angelini, etc.), lo sviluppo ruotava attorno a questi comparti. A distanza di quasi 40 anni, invece, abbiamo perso terreno e leadership in quasi tutti questi settori. E ciò è avvenuto non a causa di un destino cinico e baro, ma a seguito di una selezione naturale compiuta dal mercato. Alla luce di queste specificità, la CGIA chiede con forza che si torni a guardare con maggiore attenzione al mondo delle imprese, in particolar modo alle piccole e alle micro, visto che la tassazione continua ad attestarsi su livelli insopportabili, il credito viene concesso con il contagocce, l’ammontare del debito commerciale della nostra Pubblica amministrazione (Pa) nei confronti dei propri fornitori è di 57 miliardi di euro e circa la metà di questo importo è riconducibile ai mancati pagamenti. Afferma il segretario della CGIA Renato Mason: “La nostra Pa non solo paga con un ritardo ingiustificato che nel dicembre del 2017 ci è costato un deferimento alla Corte di Giustizia Europea, ma quando lo fa non è più tenuta a versare l’Iva al proprio fornitore. Dopo l’introduzione dello split payment, infatti, le imprese che lavorano per il settore pubblico oltre a sopportare tempi di pagamento lunghissimi, subiscono anche la mancata riscossione dell’imposta sul valore aggiunto che, pur rappresentando una partita di giro, consentiva alle imprese di avere maggiore liquidità per fronteggiare le spese correnti. Questa situazione, associandosi alla contrazione degli impieghi bancari nei confronti delle imprese in atto in questi ultimi anni, ha peggiorato la tenuta finanziaria di moltissime piccole aziende”. Le performance delle nostre Pmi non hanno eguali Tornando ai dati di questa elaborazione, le performance delle nostre Pmi (con meno di 250 addetti) sono molto positive; tale risultato lo riscontriamo anche quando analizziamo gli score delle micro imprese, ovvero delle realtà produttive con meno di 10 addetti. Sia per quanto riguarda il numero delle attività, il fatturato, il valore aggiunto e gli occupati, in tutti i casi il nostro dato medio è nettamente superiore a quello europeo.
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Nello specifico, i dati dimostrano che siamo al primo posto in Ue per numero di imprese (oltre 3.719.000)  e pur constatando che anche negli altri paesi il peso delle Pmi è molto simile al nostro, il ruolo delle nostre micro aziende, invece, ci vede primeggiare, soprattutto quando ci confrontiamo con paesi nostri omologhi come, ad esempio, la Germania.
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In termini di fatturato, invece, l’Italia è al 4° posto in UE con 2.855 miliardi di euro all’anno (2016). Solo la Germania (6.195 miliardi), il Regno Unito (3.976 miliardi ) e la Francia (3.696 miliardi) contano un risultato superiore al nostro. Tuttavia, quando analizziamo l’incidenza prodotta dalle nostre Pmi sul totale fatturato, tra i big non abbiamo rivali, nemmeno quando analizziamo lo score delle micro imprese.
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Sulla stessa lunghezza d’onda è risultato che emerge dalla lettura dei dati riferiti al valore aggiunto: anche in questo caso le nostre Pmi e le piccolissime aziende non hanno contendenti tra i principali Paesi UE.
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A fronte di 14,5 milioni di occupati presenti in Italia (dato al netto dei lavoratori del pubblico impiego e di alcuni comparti economici rilevanti), 11,4 lavorano presso le Pmi, di cui  6,5 nelle micro imprese. In entrambi i casi, l’incidenza sul totale occupati sbaraglia qualsiasi altro grande paese d’Europa. Per quanto riguarda le microimprese, siamo addirittura al primo posto  (44,9 per cento sul totale occupati) tra tutti i paesi UE presi in esame in questa elaborazione.
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Le azioni per rilanciare l’economia del Paese L’Ufficio studi della CGIA, infine, indica almeno 5 interventi che la politica dovrebbe attuare per rilanciare il ruolo e la funzione delle nostre Pmi e, conseguentemente, del Paese. Esse sono: 1)            Forte riduzione delle tasse e semplificazione del sistema tributario E’ necessario uno choc fiscale che riduca, in 3 anni, la pressione fiscale di almeno 5 punti percentuali. Come ? Eliminando l’Irap per le micro  e piccole imprese, abolendo lo split payment, il reverse charge nell’edilizia e riducendo progressivamente gli acconti Irpef, Ires, Irap e Inps. Altresì, è importante ridimensionare il peso della burocrazia fiscale che sta penalizzando soprattutto le piccolissime attività. 2)            Favorire l’accesso al credito Dal 2011 ad oggi gli impieghi vivi alle imprese sono diminuiti del 26 per cento. E’ importante  promuovere un intervento concertato con gli altri Stati e presso le istituzioni europee affinché la Bce eroghi speciali finanziamenti alle banche con vincolo di destinazione a favore delle micro e piccole imprese. Inoltre, è necessario attivare strumenti di finanziamento alternativi al credito bancario. Infine, va consentito a tutte le imprese di compensare i crediti verso la Pa (certi, liquidi ed esigibili) con tutti i debiti fiscali. 3)            Tornare ad investire Rispetto al 2007 (anno pre-crisi) in Italia gli investimenti sono crollati di quasi 20 punti percentuali. Per consentire anche alle piccole imprese di crescere e creare lavoro, è necessario che lo Stato centrale torni ad investire in infrastrutture materiali ed immateriali, aggirando i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles. Come ? Applicando, dopo aver trovato un accordo con gli altri paesi dell’Ue, la regola di bilancio (“Golden rule”) secondo la quale gli investimenti pubblici possono essere scorporati dal computo del deficit ai fini del rispetto del patto di stabilità fra gli stati membri dell'Unione europea. 4)            Incentivare gli interventi per il lavoro e la formazione E’ indispensabile rilanciare l’istruzione e  la formazione professionalizzante in un’ottica di filiera che metta a regime il sistema duale (alternanza scuola/lavoro e apprendistato), sostenendo economicamente gli istituti tecnici e professionali di “frontiera”. Inoltre, vanno resi stabili e non limitati nel tempo gli incentivi per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro anche come neo-imprenditori. 5)            Investire nell’impresa 4.0 e nell’utilizzo del digitale Fino ad ora gli effetti dell’iniziativa impresa 4.0. hanno interessato quasi esclusivamente le imprese di media e grande dimensione. Si deve pensare anche alle micro imprese e a quelle artigiane che intraprendono il percorso di trasformazione digitale con il medesimo interesse comunicativo, le stesse corsie preferenziali burocratiche e le medesime risorse speciali attribuite alle start-up e Pmi tecnologiche. Read the full article
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italianaradio · 5 years ago
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Formazione. ‘Export-Passport’: seconda giornata per le imprese aderenti in Cittadella
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/formazione-export-passport-seconda-giornata-per-le-imprese-aderenti-in-cittadella/
Formazione. ‘Export-Passport’: seconda giornata per le imprese aderenti in Cittadella
Formazione. ‘Export-Passport’: seconda giornata per le imprese aderenti in Cittadella
Dopo il numeroso riscontro da parte delle Pmi calabresi alla prima fase di formazione, domani avrà luogo presso la Cittadella Regionale la prima giornata del secondo modulo del piano di formazione integrata “Export Passport” – Tecniche per il commercio Estero, che vanta la partecipazione di 55 aziende regionali. Il corso è organizzato in sei giornate formative che si svolgeranno a cadenza settimanale dalle 9 alle 17 presso la cittadella regionale. Il progetto di formazione, che si avvale della professionalità di Ice-Agenzia, si inserisce nel contesto delle iniziative che il Settore internazionalizzazione della Regione Calabria implementa al fine di supportare i sistemi produttivi calabresi nel percorso di inserimento nei mercati esteri. Dopo il modulo “Marketing Strategico”, che ha fornito alle oltre cinquanta aziende partecipanti, competenze utili ad individuare il mercato potenzialmente più adatto al proprio prodotto e ad individuare canali di entrata e di distribuzione, con il modulo “tecniche del Commercio Estero” le imprese calabresi potranno affrontare temi riguardanti la contrattualistica internazionale, trasporti e dogane, la difesa del marchio e della proprietà intellettuale, il sistema dei pagamenti internazionali e la gestione del rischio credito nelle operazioni con partner stranieri e l’impatto fiscale nelle operazioni di internazionalizzazione. Al termine del modulo formativo, le aziende che avranno frequentato almeno 4 lezioni su 6, potranno usufruire di un affiancamento personalizzato erogato da un esperto della Faculty Ice.
Dopo il numeroso riscontro da parte delle Pmi calabresi alla prima fase di formazione, domani avrà luogo presso la Cittadella Regionale la prima giornata del secondo modulo del piano di formazione integrata “Export Passport” – Tecniche per il commercio Estero, che vanta la partecipazione di 55 aziende regionali. Il corso è organizzato in sei giornate formative che si svolgeranno a cadenza settimanale dalle 9 alle 17 presso la cittadella regionale. Il progetto di formazione, che si avvale della professionalità di Ice-Agenzia, si inserisce nel contesto delle iniziative che il Settore internazionalizzazione della Regione Calabria implementa al fine di supportare i sistemi produttivi calabresi nel percorso di inserimento nei mercati esteri. Dopo il modulo “Marketing Strategico”, che ha fornito alle oltre cinquanta aziende partecipanti, competenze utili ad individuare il mercato potenzialmente più adatto al proprio prodotto e ad individuare canali di entrata e di distribuzione, con il modulo “tecniche del Commercio Estero” le imprese calabresi potranno affrontare temi riguardanti la contrattualistica internazionale, trasporti e dogane, la difesa del marchio e della proprietà intellettuale, il sistema dei pagamenti internazionali e la gestione del rischio credito nelle operazioni con partner stranieri e l’impatto fiscale nelle operazioni di internazionalizzazione. Al termine del modulo formativo, le aziende che avranno frequentato almeno 4 lezioni su 6, potranno usufruire di un affiancamento personalizzato erogato da un esperto della Faculty Ice.
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agevolazienda · 6 years ago
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La Camera di Commercio di Roma sostiene la digitalizzazione delle imprese Tramite il progetto “Punto Impresa Digitale”, la Camera di Commercio di Roma promuove la diffusione della cultura e della pratica digitale nelle micro, piccole e medie imprese (MPMI), di tutti i settori economici. Con il Bando che avrà scadenza il 31 maggio 2019, la CCIAA stanzia un milione e 200.000 euro complessivi per finanziare, tramite l’utilizzo di contributi a fondo perduto (voucher) misure di innovazione tecnologica relative al piano Industria 4.0. Nel dettaglio troviamo interessati progetti indirizzati all'introduzione di tecnologie (di cui all’art. 2 comma 3 del bando) i cui obiettivi e modalità realizzative siano condivisi da più imprese, o anche servizi di formazione e consulenza finalizzati all’introduzione delle tecnologie presentate da singole imprese. Nel primo caso l'importo massimo del voucher è di 10.000 euro, nel secondo di 5.000. Maggiori
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