#forata
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LIBERA!
Il titolo non si riferisce a un proclama urlato a squarciagola per qualche lotta politica contro le sopraffazioni ma alla frase urlata dal dottore di turno dei medical drama quando si appresta a usare un defibrillatore su un paziente in arresto cardiaco.
Se non lo aveste ancora intuito, con questo post mi appresterò a raccontarvi quanto siano sbagliati e/o inesatti i medical trope cinematografici a cui tanto siete abituati, così abituati che promettereste denuncia al tribunale del diritto del malato qualora non vi venissero praticate le stesse identiche procedure.
NESSUNO ESTRAE I PROIETTILI
Non è una priorità, non è il proiettile a creare l’eventuale emorragia (cioè... lo ha fatto ma non continua a farlo) quindi tutte le scene in cui la vita dell’appena crivellato dipende dall’estrazione del proiettile SONO UNA STRONZATA. Eventualmente ci si concentra sul tamponamento della ferita applicando una pressione perché il tentativo di rimozione potrebbe peggiorare il sanguinamento, sia perché eseguito in modo maldestro con pinzette per sopracciglia o tenaglia da fabbro sia perché, a volte, il proiettile tiene chiusa la ferita.
Il proiettile è di per sé a bassa carica batterica (è stato sterilizzato dalla deflagrazione della polvere da sparo) quindi può essere rimosso a distanza di ore o giorni (e pure anni).
NESSUNO CAUTERIZZA LE FERITE
Il sanguinamento di un’arteria non lo fermi con un pezzo di ferro arroventato (se proprio tenendoci sopra qualche minuto una fiamma ossidrica) e sanguinamenti venosi li blocchi col tamponamento. Cauterizzare una ferita, a dispetto di quanto si creda, AUMENTA IL RISCHIO DI INFEZIONE perché non solo le ferite non le ‘disinfetti’ col fuoco ma un’ustione è una sede di ingresso di patogeni migliore di un semplice buco o taglio.
NESSUNO RIDUCE LE FRATTURE TIRANDO
O meglio, lo fanno gli ortopedici dopo un Rx e dopo averti somministrato del midazolam o del propofol. Se lo fai per strada a caso, rischi come minimo una lesione di un plesso nervoso o addirittura un’arteria tranciata. E se non sapete come steccare correttamente un arto evitate di farlo e aspettate i soccorsi.
NESSUNO ESTRAE I CORPI ESTRANEI CONFICCATI
e comunque nessuno si fa distrarre da domande stupide prima della rimozione a tradimento.
I corpi estranei conficcati VANNO LASCIATI DOVE SONO perché un pezzo di legno appuntito, una scheggia metallica e persino un coltello stanno già creando un tamponamento su qualsiasi vaso dovesse essere stato reciso e una rimozione maldestra in ambito non operatorio potrebbe creare danni emorragici in uscita che non potrebbero essere trattati in modo professionale.
NESSUNO METTE LACCI EMOSTATICI
perché se non sapete qual è l’origine dell’emorragia (venosa o arteriosa) un laccio emostatico può creare un danno ischemico IMPORTANTISSIMO all’arto, proporzionale ai minuti di applicazione (dopo i canonici tre). Peggio che mai se applicate una cintura o una corda. TAMPONATE E BASTA.
NESSUNO AFFOGATO SPUTA L’ACQUA DOPO ESSERE STATO RIANIMATO
Se sei in arresto cardiaco, la respirazione bocca-a-bocca e il massaggio non servono a far tornare il cuore a pulsare e tu a respirare MA A PRESERVARE IN MODO FORZATO L’OSSIGENAZIONE E IL CIRCOLO in attesa di veri soccorsi attrezzati. Quindi nessuno che sia veramente in arresto cardiaco si rianima in tale modo (se succede era solo svenuto) né tantomeno avrebbe la forza di espellere con un colpo di tosse l’acqua del tratto tracheo-bronchiale. La posizione laterale di sicurezza, invece, ne permette il defluire per gravità.
NESSUNO INIETTA UN FARMACO PIANTANDOTI L’AGO DRITTO NELLA VENA DEL BRACCIO
E soprattutto guardandoti negli occhi mentre lo fa.
Sarebbe quasi impossibile individuare la vena senza palpare e senza stabilizzare le proprie mani sull’avambraccio e se l’ago è perpendicolare alla cute, pochi millimetri prima sei fuori dalla vena e pochi dopo l’hai forata da parte a parte.
Bonus: se pianti un ago nel collo di una persona gli inietti il farmaco in trachea, nell’esofago, nel midollo spinale o anche nella tiroide.
NESSUNO FA LA TRACHEOTOMIA A UNA PERSONA CHE HA SMESSO DI RESPIRARE
La tracheotomia e la tracheostomia (la prima è la manovra, la seconda il foro praticato) servono a bypassare un’ostruzione tra la bocca e la laringe. Si fa col bisturi e un taglio prima verticale sulla cute e poi orizzontale sulla cartilagine cricotiroidea. Se perfori brutalmente con una penna è facile che farai soffocare la persona nel suo stesso sangue perché non è che inserendo una cannuccia l’emorragia si ferma. E devi avere difficoltà respiratorie da corpo estraneo... se hai già smesso di respirare è inutile.
E per concludere, ripetete con me:
NESSUNO INIETTA L’ADRENALINA NEL CUORE
né alcun’altro tipo di farmaco, soprattutto se sei in overdose da oppiacei.
Capito Quentin Tarantino?
(ノಠ益ಠ)ノ彡┻━┻
Grazie dell’attenzione e dell’eventuale gentile reblog medico-divulgativo.
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È molto semplice, secondo i fascisti al governo: se le notizie economiche (e non solo) sono positive, è merito loro; se sono negative è colpa di qualcun altro (a scelta tra i comunisti, l'Unione Europea, una gomma forata, le cavallette, etc etc.).
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LUCƎ di D1S7OP1A: pt. II (con Dario De Pol, ƎᴅᴠⒶᴙᴅ project)
Il tramonto in scala di grigi, voi, non mi crederete, ne ora ne poi
perchè nemmeno io me lo sarei mai aspettato dai miei neuroni (che figata)
l'ho vista e quasi ne percepivo, i colori... quanti colori:
lilla, giallo pastello, verde acido e militare, bianco distopico
azzurro marcio, rosa salmone fluo, viola shock, rosso elettrico
apparsa in un riflesso di luce tra nelle mie dimenticanze
e diventata 'na nuvola nera, questa, nostra, in ciclostilo, stampa mentale
che solo tu potevi trasmetter col pensiero, amante, la mia miseria
pensata seria, su carta forata e oscurata come specchi, di ossidiana,
o gli schermi, spenti, dei nostri telefoni, androide, replicante:
la nostra assurda connessione, nei, nostri assurdi corridoi
(e ne faccio necessità di virtù)
La voglia di tamburellare coi polpastrelli e gli artigli
su qualcosa di matrice, superfice di strato duro ma dal sonor tonfo
per ascoltarne il micro-profondo, come il capitombolo tuo,
resisti, cipiglio terrorizzato, lungo la parete vertiginosa
dello scapicollo della mia ossessione per te.
e lasciartici ruzzolare, è come il lasciare
il proprio cibo preferito nel piatto,
per voglia di alzarsi da tavola
per il sonno e andare a stordire e svenire, in quella sensazione
di cader nel vuoto lasciando che ci inganni il cervello
con immagini random e frasi sconclusionate,
poi scriverci questo, scriverci un pezzo, scrivere un sogno
Rit.
sulle orbite atrofizzate, che graffiano l'interno-palpebra
cavità oculari con iridi del colore impressionate
ormai toccate, apatiche nella riccorrente distopia
Luce di distopìa, nella tua gravità: orbite atrofizzate
come nervi bluacei, d'un blu elettrico, in luce di distopìa
mi fa male non averti fra le mie braccia,
faccio per distrarmi in mille diavolerie che studio
per far passare il tempo come fosse una botta.
un livido che guarisce lento come il mio bacino
che spinge la mia eccitazione dentro le tue pupille,
per rompere la stasi del rimanere incantati tra noi
e spaccarsi in un imprinting impossibile da 'solvere,
poi veloce come il nostro infarto, e quanto ti amo
tanto forte lo respirerò sul tuo viso, canterò un rantolio,
isolandolo dal mio udito, per dar spazio, al tuo dolce, (dolce... dolce. dolcissimo) lamento
orgasmo, che sfocia, in un singhiozzo disumano pianto,
cui ogni lagrima, ogni mia, sintassi intridono, mi rassomiglia
(e ne faccio necessità di virtù)
scivolando lungo, i muri di tutto, ciò che d'esser m'illudo
truce, giù mi ci ammollo, se tra le rughe, delle lenzuola, ti cerco
viepiù, non scriverò, il solito banal iglù, sulla mia perdita di te,
anzi stretta ti terrò, a costo di legarti alla spalliera del letto.
Stai con me, tutta la vita, dillo, dillo di nuovo, ripetilo, ripetilo
ancora, ripeti. che questa frase mi fa impazzire, e lo, sai.
Non rinuncerò a questa mia nuova versione di perfezione,
che è la tua esistenza su sto pianeta, perfetta, non sei, mai,
ma ogni ora, sei, 'na ferita che brucia e scopro idratarsi in diletto,
Di nuovo, ripetilo ancora... ogni giorno, ogni giorno.
(Ogni mese) di ogni vi... (ta) intro, a cui son rassegnato a far storno
crepuscolare assillo, d'una cosa mai iniziata: parte 2, senza parte 1
Rit.
sulle orbite atrofizzate, che graffiano l'interno-palpebra
cavità oculari con iridi del colore impressionate ormai toccate, apatiche nella riccorrente distopia Luce di distopìa, nella tua gravità: orbite atrofizzate come nervi bluacei, d'un blu elettrico, in luce di distopia
2/8/'24
#poetry#poets on tumblr#poetic#true love#true loyalty#poesia#poesie#poems on tumblr#original poem#love poem#distopic
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roman places, deities and emperor forenames + periodic elements BUT excluding "i"
Acana Acertum Acres Adrona Aeates Aedurnum Aeesta Aeesteces Aestus Aesulesula Aetum Alena Altum Aluceryx Amutte Angutas Anscus Antum Aphos Apollus Aputa Aratoconae Arbor Arcum Arens Arnae Arotan Artastas Artetus Artum Asalenea Astas Astatera Atoromons Aturnae Augus Augutus Aunos Balemerum Balera Ballaus Baltus Banus Barbas Barcus Bastas Bellus Bermes Berva Bohnera Bonste Bonus Borcus Bornoana Caepho Caeptera Caethan Cagona Caguva Calenus Caltum Calus Camacca Camans Camenum Canna Canos Capholtum Carae Carcamer Carcus Cardold Carompax Carsa Carse Casta Catetas Catota Ceranum Cerea Cerna Cernaea Cervagne Challael Chargo Chlony Chlorum Chulus Claus Clena Cletan Clonemeno Clons Clonvenos Colyces Comata Comerras Concan Conna Connax Cononos Conos Constel Contas Conturona Conum Corgo Cornova Corra Cortas Corutus Cunaes Cunum Cusomma Dacametus Danus Dechus Dectas Deleo Dellota Denta Dentus Dertabon Devold Devoluna Dubro Dubrus Dunaes Dunes Dunuel Durnoa Durota Duryx Dysphon Ebohne Ebons Ebracerra Egenc Egerfon Empeno Ercamnum Ethas Evangena Eventa Everta Fabubra Fales Falexan Falexanus Falune Famaus Famentum Famnum Fantuad Faugus Faunae Favector Febona Ferforus Fertorra Fertum Feryllus Flone Flonona Flunus Fluora Forajan Forata Forres Fortalexan Fortum Fortus Foruscae Fulaes Fulum Furnatus Furnete Gabeodum Gabon Gabullon Gadempena Gadenum Gadrova Galca Galeac Galerus Gales Galeto Gallum Galuta Genoruta Genza Gesegus Getor Glybdes Glyber Gorna Hades Hadronas Haees Hafrum Haronne Hastercus Hellum Hendeacon Heona Heonveruth Hephrota Herac Herae Heramamen Herantus Hermeta Herna Herocos Heronver Herypto Hocops Holames Holotas Holybra Horas Horna Horum Horus Hydrobela Jorca Jorus Julacchlon Julad Julae Julba Julum Junum Justus Juturon Juvenas Laclae Lacus Laetus Laman Langulus Latter Laugus Lauron Lempedura Lente Lenther Lenza Leodos Leony Letas Letrac Levenus Lorna Luces Lunovum Lunum Lunus Luthartus Maber Magerras Magna Magnustas Magorra Majan Majoacres Majornum Manna Manon Manuna Manus Mardona Marsea Maugulcae Menne Mentum Menum Menus Menza Merba Mercuromo Merta Modons Modustunus Mortus Mulgo Mulum Muluorto Mulus Naees Natabus Nemorus Neona Nermenna Neury Neusa Novac Oclons Ollawrenc Olybevold Oranus Otabus Otaur Otora Oxygetum Palata Palus Parmena Pedae Pedandanum Pedus Peryx Pespetus Phafrae Phortus Phras Phrona Poenus Polausfel Polla Poltus Polum Pomante Pomma Ponaeda Porgo Porma Pornus Portota Portum Porturops Portus Potas Potassomes Potaus Pralus Prate Probas Procalcan Proccaea Prolorurna Promarcum Prona Pronae Prota Pudae Racus Raphroma Relus Renetony Rheonna Rhermeta Rhola Rhornes Rocchlor Roclachaes Roman Rophordes Rotana Rubroccas Rultus Rutan Rutas Saees Sallum Saltus Samete Sarcus Scona Segulos Semon Senae Senna Senoratora Senrvagena Senum Seodonaes Seona Septece Solla Sollorum Sollum Solotascus Solybrum Sones Sornadon Soromna Sortum Spados Spedaca Spentus Sphor Stelum Strae Stutum Suasta Sulus Talexana Tellum Temna Terellonas Termera Teror Tertum Terum Tevenna Themnus Thens Theon Theony Therocoea Theroncas Tholan Tholt Thranc Thularae Tortan Tranna Tread Turoger Ulleona Urons Vacara Vagnus Vales Varca Vecer Vecum Venors Verebonta Verra Verva Veryx Vollon Vortunata Vulus Xendro Xenton Xenum Yttros Yttrum Zenus Zeuryx
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Los alcaldes afectados por el río Magro estuvieron en contacto personalmente y en tiempo real con el presidente de la Confederación Hidrográfica, Miguel Polo... Y los alcaldes sostienen que esas llamadas permitieron salvar vidas... La alcaldesa del PP relata que gracias a una de esas comunicaciones, alrededor de las 18:30, en la que Miguel Polo le avisó de que iban a aliviar la presa de La Forata para evitar el riesgo de rotura con el consecuente incremento de caudal, consiguió "advertir a los vecinos de la zona del río de que se situaran en las plantas altas a través de la megafonía"... así que no es cierto lo que dice Mazón, acusando a la Confederación Hidrográfica del Júcar (CHJ) como responsable de una supuesta falta de información el martes 29 de octubre, cuando sobrevino el desastre
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💥 NADIE HABLA DE QUE ¿ABRIERON LA PRESA DE FORATA? CATÁSTROFE VALENCIA
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💥 NADIE HABLA DE QUE ¿ABRIERON LA PRESA DE FORATA? CATÁSTROFE VALENCIA
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LE CALDARROSTE - Filastrocca
Se l’autunno vuoi affrontare le caldarroste devi mangiare. Sotto la cappa del mio camino un focolare acceso ho. Tra fiamme e tizzoni le castagne ti cucinerò. Nella padella forata le adagerò e con colpi ben precisi saltare le farò. Cucinate a puntino in un cartoccio te le consegnerò. Sbocconcellando la prima, ricordati di formular un desiderio e la fortuna t’abbraccerà! Profumati, morbidi, caldi…
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io e stefan
non hai fatto altro che seguirmi per due mesi!, gli ho detto. poi ho aggiunto, anche io tiho seguito un po'. infine abbiamo convenuto, annuendo, che sì, in effetti ci eravamo seguiti a vicenda tutto il tempo. (io l'ho guidato per tutta atene, ovunque, e anche nelle isole del circondario, e lui decideva a quali feste andare, dove poi dovevo portarlo io però). siamo partiti da una materia grezza formalmente simile, abbiamo lavorato molto e anche molto da soli e siamo arrivati a delle conclusioni (momentanee) praticamente opposte. magicamente ci capiamo benissimo, scherziamo bene insieme e abbiamo un senso dell'umorismo molto simile. abbastanza strano per un pazzo delle montagne. quando andiamo a mare lui si siede per un sacco di tempo di fronte, a guardarlo, io mi ci tuffo dentro anche se ci sono le onde che mi fanno paura. lui ci ha provato ma ha avuto più paura di me. l'altra volta eravamo in paradiso, il mare era una tavola cristallina allora io volevo esplorare tutti i dintorni, l'ho avvisato ma non gli ho chiesto di venire. fatto sta che io ho nuotato felicemente per circa due ore e lui mi seguiva sugli scogli a fianco buffo e impacciato. ho paura, mi ha detto, di nuotare, quando gli ho suggerito che la via del ritorno in acqua sarebbe stata più agevole. poi senza parlare, io gli lavavo la frutta e lui mi trovava conchiglie o sassi da conservare. mi ha addirittura suggerito di costruire una collana con una conchiglia perfettamente forata. abbiamo giocato a far saltare i sassi sull'acqua, lui mi ha insegnato e io l'ho subito sfidato. ci offriamo naturalmente cibo e bevande a vicenda, o altri aggeggi utili e nel suo caso anche ninnoli inutili. lui mi chiama sirena quando sono in acqua e dice che si vede che vengo dal mare. siamo gli opposti in questo.
mi capisce addirittura quando faccio animare le cose della natura tipo quando gli ho detto che il vento sulla superficie dell'acqua sembrava un'orda di minuscoli omini bianchi che correvano e si sparpagliavano per tutto il mare (li ho anche mimati e ne ho fatto il verso). oppure che nuotare in contro al sole mi faceva sentire come se lo stessi raggiungendo su una pista dorata calda e velocissima (diretta). l'unica cosa che non ha capito è stata quando ho battezzato the sanctuary of water. ma poco male, lo amo lo stesso e non vedo l'ora di rivederlo. forse gli portio anche la mozzarella.
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Devo smaltire anche quell' ultimo pezzettino di pancetta entro il matrimonio. Altre due ascese alla Balza Forata di Monte Nerone e forse ce la faccio.
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Lavorazione della lamiera: le diverse tecniche per creare fori e forme personalizzate
La lamiera è un materiale metallico piatto, sottile e flessibile, prodotto principalmente tramite lavorazioni di laminazione o tranciatura. È comunemente realizzata in acciaio, alluminio, rame e leghe di questi metalli. Le sue caratteristiche principali includono la duttilità, la resistenza alla corrosione e la conducibilità termica ed elettrica. La lamiera forata è un'importante variante della lamiera standard, che viene lavorata attraverso il processo di foratura per creare una serie di aperture regolari sulla sua superficie. Queste aperture possono essere circolari, quadrate, oblunghe o persino seguendo pattern decorativi. Questo tipo di lamiera viene utilizzato in una vasta gamma di applicazioni, sia funzionali che estetiche. Dal punto di vista funzionale, la lamiera forata è ampiamente impiegata in settori come la filtrazione, la ventilazione, la sicurezza (ad esempio, per griglie antiscivolo) e l'isolamento acustico. Le aperture regolari consentono il passaggio di liquidi, gas o aria, oltre a ridurre il peso della lamiera senza comprometterne la resistenza strutturale. Dal punto di vista estetico, la lamiera forata offre un'ampia flessibilità di design. Le aperture possono essere disposte in modelli decorativi intricati, creando effetti visivi interessanti. Questo la rende popolare nell'industria dell'arredamento, nell'architettura e nel design artistico. Il processo di foratura della lamiera può essere eseguito mediante vari metodi, tra cui punzonatura, trapanatura, taglio laser o taglio al plasma. La scelta del metodo dipende dalle specifiche dell'applicazione e dalle caratteristiche desiderate delle aperture. Esistono quindi, vari modi di lavorazione della lamiera forata tra questi citiamo anche le più comuni tipologie di forature applicate: Foro Tondo: Questo è uno dei tipi di lavorazione più comuni per le lamiere. Può essere realizzato tramite diverse tecniche, come trapanatura, punzonatura o taglio laser. I fori tondi sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, come nella produzione di componenti meccanici, nell'industria automobilistica, nell'elettronica e nell'edilizia, per citarne solo alcune. Possono essere presenti singolarmente o in gruppi su una lamiera, a seconda delle specifiche del progetto. Foro Quadro: Rispetto al foro tondo, il foro quadro offre un'estetica e una funzionalità leggermente diverse. È spesso utilizzato in applicazioni dove è necessario un adattamento preciso, come per l'installazione di apparecchiature o per il passaggio di elementi rettangolari, come cavi o tubi. Anche in questo caso, può essere creato tramite vari processi di lavorazione della lamiera. Foro Oblungo: Questo tipo di foro è caratterizzato da una forma allungata o ovale anziché circolare o quadrata. È utile quando è necessario un passaggio più stretto o allungato attraverso la lamiera. Ad esempio, in applicazioni dove ci sono limitazioni di spazio, un foro oblungo può essere più adatto rispetto a un foro circolare di dimensioni simili. Foro Fantasia o Decorativo: I fori fantasia o decorativi sono creati per scopi estetici piuttosto che funzionali. Possono assumere una vasta gamma di forme e motivi, come forme geometriche, figure o persino loghi aziendali. Questi fori sono comunemente utilizzati in progetti di design architettonico, produzione di mobili, decorazioni per esterni e interni, e altro ancora. Foro su Misura: Questo tipo di foro è progettato e realizzato specificamente per soddisfare le esigenze del cliente o le specifiche del progetto. Può includere forme particolari, dimensioni non standard o dettagli di design personalizzati. La lavorazione su misura è fondamentale quando le esigenze funzionali o estetiche non possono essere soddisfatte con fori standard. Lamiere Calandrate: La calandratura è un processo di lavorazione della lamiera che comporta la formatura della lamiera attraverso una serie di rulli. Questo processo consente di ottenere forme complesse, curve, angoli o profili desiderati. Le lamiere calandrate sono utilizzate in una vasta gamma di settori, inclusi quello automobilistico, edilizio, aerospaziale e della produzione di attrezzature industriali. Queste lamiere sono fondamentali per la produzione di componenti strutturali e decorativi che richiedono forme particolari e una maggiore resistenza. Foto di Kasvi da Pixabay Read the full article
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Soundcore Boom 2: potenza, stile e resistenza in un unico altoparlante bluetooth - Recensione
L'Anker Soundcore Boom 2 porta con sé molte delle caratteristiche che hanno reso il Motion Boom un successo, come la costruzione impermeabile che garantisce la massima resistenza ad acqua e urti. Questo altoparlante presenta un suono potente con bassi corposi, cui si uniscono luci LED dai vivaci colori e un volume tale da riempire ogni spazio con la propria musica. Nonostante la qualità costruttiva possa essere migliorata, il Boom 2 risulta una scelta eccellente per le feste in riva al mare o in piscina, capace di infondere gioia e ritmo ad ogni occasione. Design e Caratteristiche Il Soundcore Boom 2, disponibile in tre colori diversi, misura misura circa 18,5 x 29,7 x 10,2 cm e pesa 1,7 kg. Presenta due pannelli LED su ciascuna estremità, che fungono anche da radiatori passivi per i bassi. Una maniglia integrata sulla sommità ne semplifica il trasporto. La scocca principale in plastica appare leggermente deludente al tatto, tuttavia la sua certificazione di resistenza all'acqua e la facilità di movimentazione compensano tale aspetto. L'impermeabilità di livello IPX7 permette l'immersione fino a un metro di profondità per mezz'ora senza danni. Inoltre, la galleggiabilità lo rende adatto all'uso in piscina senza il rischio che affondi o si rovini. Una griglia metallica forata protegge il sistema audio a due vie e mezzo. Due altoparlanti da 15 watt ciascuno e uno centrale da cinquanta erogano complessivamente 80 watt di potenza. Sebbene quest'ultimo non sia abbastanza grande da essere un vero subwoofer, si tratta comunque di una configurazione notevole per un dispositivo portatile. Da notare che disattivando la modalità "Bass Up" la potenza scende a 60 watt. In entrambi i casi le estremità vibrano intensamente per riprodurre basse frequenze profonde grazie a una gamma da 45 Hertz a 20000 Hertz. In termini di connettività, il Bluetooth 5.3 con SBC standard e aptX supportano una gamma eccezionalmente ampia di dispositivi abbinabili. I pulsanti fisici offrono un controllo intuitivo, tra cui l'alimentazione, Bluetooth, volume su e giù, accoppiamento stereo TWS e chiamate/tracce. Un tocco prolungato richiama l'assistente, mentre due tocchi saltano avanti e tre indietro. Sebbene alcuni preferirebbero un pulsante separato per le luci, i comandi risultano reattivi. Sul retro, un coperchio snap-on protegge una porta USB-C per la ricarica e una USB-A per alimentare altri dispositivi. I piedini antiscivolo assicurano stabilità su qualsiasi superficie, mentre le grafiche rievocano avventure all'aria aperta. Anker stima un'autonomia di 24 ore a volume medio-basso disabilitando i bassi potenziati e le spie. Attivando tutte le funzioni, l'autonomia si riduce sensibilmente. Il processo di ricarica da 0% al 100% richiede approssimativamente cinque ore e mezza. In sintesi, la resistenza all'acqua, la galleggiabilità e l'eccellente autonomia del Soundcore Boom 2 ne fanno la scelta ideale per l'uso in piscina o outdoor. Nonostante alcuni margini di miglioramento estetico, prestazioni e trasportabilità rendono questo altoparlante una valida opzione per chi desidera funzionalità e potenza senza rinunce. Un'altra caratteristica vincente del Soundcore Boom 2 è la sua capacità di collegarsi ad altri speaker Soundcore attraverso la funzione PartyCast. Questa funzione permette di connettere fino a 100 altoparlanti compatibili, creando un sistema audio di vaste proporzioni perfetto per feste o eventi all'aperto. Per quanto riguarda la qualità audio, il Soundcore Boom 2 offre un suono corposo e coinvolgente, con bassi profondi e ben definiti grazie al woofer centrale e ai radiatori passivi. I tweeter assicurano una buona chiarezza delle alte frequenze, mentre la modalità Bass Up enfatizza ulteriormente i bassi per un'esperienza di ascolto più immersiva. Anche se gli audiofili più esigenti potrebbero notare una certa mancanza di dettaglio e precisione rispetto agli altoparlanti di fascia alta, il Boom 2 si difende egregiamente nella sua categoria di prezzo. Nonostante una costruzione leggera e compatta, questo altoparlante Bluetooth è in grado di garantire un suono potente e corposo, merito di un driver largo e di un radiatore passivo che amplificano le basse frequenze. Grazie alla certificazione IPX7 risulta completamente impermeabile all'acqua e resistente alla polvere, potendo essere tranquillamente portato con sé ovunque, anche in riva al mare o in piscina. La lunga autonomia della batteria e le funzioni aggiuntive come PartyBoost per duplicare lo stesso brano su più dispositivi JBL rendono questo modello versatile e adatto ad accompagnare l'utente in molteplici contesti di ascolto. Applicazione L'app Soundcore è disponibile per Android e iOS. Nella pagina principale, in alto, mostra l'indicatore della batteria residua dello speaker, insieme a un cursore del volume e un pulsante di riproduzione più in basso. Da questa pagina principale è anche possibile attivare o disattivare la funzione Bass Up. Scorrendo verso il basso, si raggiunge la sezione Equalizzatore, che consente di selezionare tra diversi preset, come Bilanciato, Soundcore Signature (l'impostazione predefinita), Treble Boost e Voce. Qui è anche possibile creare una curva EQ personalizzata con 9 bande che vanno da 80Hz a 13kHz. Toccando la sezione Luce in basso, è possibile personalizzare i LED. Infine, nel menu Impostazioni, è possibile attivare o disattivare i prompt dello speaker, modificare la luminosità dei pulsanti, regolare i parametri di spegnimento automatico e accedere al manuale d'uso. Qui è anche possibile eseguire gli aggiornamenti del firmware. Test e prestazioni Non sono riuscito a testare tutte le funzioni di illuminazione a causa della versione preliminare dell'app che avevo durante il periodo di prova, ma posso confermare che i LED si sincronizzano con il ritmo e che i radiatori passivi dei bassi creano un interessante effetto sfumato. Per valutare la qualità audio, ho impostato l'altoparlante sulla modalità EQ Soundcore Signature predefinita e ho attivato la modalità Bass Boost. Disattivando quest'ultima si può risparmiare un po' di batteria, come già detto, anche se lo speaker suona decisamente peggio con questa funzione disattivata. Nel complesso, la firma sonora è vivace, anche se pesantemente definita. Su brani con un intenso contenuto di bassi profondi lo speaker offre una notevole sensazione di potenza per le sue dimensioni. I driver riescono a evitare la distorsione e a suonare pieni ai volumi massimi, mentre i radiatori laterali vibrano. Anker ha dichiarato che al suo interno c'è un subwoofer che va a migliorare il suono. Il microfono per le chiamate offre un'eccellente decifrabilità. Non ho avuto problemi a comprendere ogni parola di una registrazione di prova sul mio iPhone. Batteria Ho avuto il piacere di mettere alla prova l'autonomia del Soundcore Boom 2 e devo ammettere che sono rimasto piacevolmente colpito. Secondo le indicazioni fornite, lo speaker offre fino a 20 ore di riproduzione continua, ma l'esperienza sul campo mi ha riservato ancora più soddisfazioni. Nel corso delle mie prove su strada, ho portato il Boom 2 in molteplici contesti, dalle gite all'aria aperta ai momenti di relax in giardino. Ore e ore di musica senza dovermi preoccupare del livello di carica. A mia grande felicità, una singola ricarica completa mi ha consentito di utilizzare il dispositivo per giorni interi prima della ricarica. Un risultato notevole, data la compattezza del prodotto. Certo, con un impiego più saltuario il Boom 2 può tranquillamente garantire un'autonomia di una settimana abbondante. Questo lo rende il compagno perfetto per chi desidera poter sempre contare su un alleato portatile, senza doversi costantemente angosciare sullo stato della batteria. L'unico aspetto da ponderare riguarda i tempi di ricarica, stimati attorno alle cinque ore. Pertanto, il consiglio è quello di sfruttare i momenti di sosta, magari nelle ore notturne, per ricaricare completamente lo speaker, in modo da averlo sempre pronto all'azione quando serve. Conclusioni Se stai cercando uno speaker Bluetooth portatile di medie dimensioni, compatto ma in grado di far suonare la musica in modo eccellente, il Soundcore Boom 2 ha tutto ciò di cui hai bisogno in uno speaker stereo da festa con un ottimo bass, il tutto a meno di 129,9 euro su Amazon (99,99 € con il codice sconto SPKBOOM2). Inoltre, le impostazioni dell'equalizzatore di Soundcore sono un valore aggiunto per qualsiasi esperienza di ascolto e le sue capacità di impermeabilità lo rendono un'opzione eccellente per gli appassionati di musica all'aperto. Read the full article
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La Piva, canti natalizi nel Milanese
Ogni anno, in quella zona che si trova tra Abbiategrasso, Magenta, Cassinetta di Lugagnano, Robecco sul Naviglio, Albairate e Corbetta, nelle giornate che precedono Natale, Capodanno ed Epifania si possono vedere uomini e donne che, nei cortili e piazze di questi antichi centri del Milanese, intonano canti tipici delle festività. Si tratta della Piva, una tradizione lombarda che affonda la sue radici nella storia di un singolare strumento musicale dell’Emilia Romagna… Infatti la Piva venne ideata intorno al 1200 nell’Appennino emiliano e deriva il suo nome da una omonima danza sviluppatasi nella stessa zona geografica, ballata soprattutto nei matrimoni e nelle feste. Inizialmente la riva era utilizzata da musici girovaghi, che allietavano con le loro melodie le feste popolari che si tenevano lungo le vie e le piazze dei borghi dal Medioevo, fino a tutto il Rinascimento, periodo in cui, da strumento di strada, divenne strumento di corte. Infatti i musici del periodo rinascimentale erano al servizio delle Corti ed il loro compito era quello di intrattenere con la musica gli invitati ai ricevimenti ed ai banchetti che si tenevano a palazzo. La piva è uno strumento che fa parte del gruppo delle cornamuse, e come tale è formata da: una sacca che funge da contenitore per l’aria; una canna in legno che collega l’interno della sacca e permette al suonatore di immettere aria, due canne in legno alla cui estremità è posta un’ ancia semplice, messa in vibrazione dall’aria contenuta nella sacca, i quali producono un suono fisso e una canna forata, in legno, dove il suonatore articola la melodia. All’epoca per la sacca era utilizzata pelle di capra, oggi si utilizza oltre alla capra, il vitello oppure in alcuni casi pelli sintetiche e per le altre parti invece i legni più usati sono il bosso, legno di colore chiaro molto duro e sonoro, il sorbo, un legno più morbido ed ha una sonorità leggermente inferiore al bosso, oppure pero o ciliegio. La piva è uno strumento nella tonalità di sol, i due bordoni sono ad ancia semplice ed emettono a distanza di ottava la nota sol, essi accompagnano la canna del canto con questo suono fisso, mentre il chanter è ad ancia doppia ed è la parte dello strumento dove si esegue la melodia. L’estensione dello strumento è di una nona e, chiudendo tutti i fori si emette la sensibile della tonalità d’impianto dello strumento, cioè il fa dìesis. Nelle sue esecuzioni la piva infatti poteva essere suonata da sola e insieme ad altre pive, oppure essere accompagnata dal piffero, che può essere considerato un antenato dell’ oboe, sia per la forma che per il fatto che utilizza un’ ancia doppia. Il piffero è identico al chanter della piva, è nella stessa tonalità di sol, ha la stessa estensione e segue la stessa diteggiatura, mentre l’unica differenza risiede nel fàtto che l’aria viene immessa direttamente dal suonatore nello strumento, non essendoci una sacca. Durante le esecuzioni la melodia era un dialogo tra i due strumenti, da una parte la piva, che suonava un intero brano e dall’altra il Piffero, che si inseriva in determinati momenti durante l’esecuzione. Questo modo di utilizzare tale strumento, deriva dal fatto che richiede una grande pressione dell’aria e ciò comportava enorme fatica da parte dell’esecutore. A questo proposito in alcuni testi si afferma che i suonatori di pifferi e bombarde indossassero durante le esecuzioni una maschera forata in prossimità della bocca come sostegno per poter suonare. Read the full article
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BYD Auto è un’azienda poco conosciuta da noi, ma è il più grande costruttore mondiale di auto elettriche
BYD Auto è l’unico costruttore di auto elettriche che progetta e realizza in casa tutto il necessario: motori, accumulatori, trasmissioni, unità di controllo e semiconduttori. L’azienda asiatica è sbarcata nei nostri listini con due modelli a emissioni zero: oltre alla Han c’è la suv compatta Atto 3, che abbiamo già avuto modo di guidare recentemente). Più avanti arriveranno altre due vetture a batterie: la compatta Dolphin e la berlina Seal. La BYD Han è molto aerodinamica: il suo Cx è di 0,23. Seducente il design, che mescola stilemi occidentali e orientali: davanti troviamo un cofano basso e spiovente, la fiancata ha slancio e ospita le maniglie delle porte a filo con la carrozzeria, mentre i fanali posteriori sono sottili. L’abitacolo della BYD Han appaga la vista e il tatto: abbondante l’uso della pelle, mentre le plastiche sono morbide e ben assemblate. I sedili anteriori, dalla forma sportiva ma comodi, sono riscaldabili e ventilati (così come quelli posteriori, che possono oltretutto vantare lo schienale reclinabile elettricamente). Alti e bassi, però, alla voce “spazio”. Chi si accomoda dietro ha tanti centimetri a disposizione per le gambe, ma la linea del tetto discendente ruba spazio in altezza. Il sistema multimediale della BYD Han dispone di un grande monitor di 15,6”, ma i menu non sono molto intuitivi da gestire. Il cruscotto digitale è di 12,3”, e c'è anche un terzo display di 7”, che spunta tra i sedili posteriori quando si abbassa il bracciolo: consente di controllare il climatizzatore, di azionare il tetto apribile panoramico e di scegliere fra 31 combinazioni di luci ambientali. Sorprende trovare in un’auto così grande come la BYD Han un bagagliaio così piccolo: il vano ha una capienza di soli 410 litri e oltretutto non lo si può ampliare (i sedili posteriori non si possono reclinare). Manca inoltre un vano anteriore per riporre i cavi di ricarica: bisogna metterli per forza dietro. La BYD Han scatta molto rapidamente e frena bene: il potente impianto della Brembo è di serie. In curva è piuttosto agile a dispetto delle dimensioni, ma anche nella modalità di guida Sport (più dinamica delle Normal, Eco e Snow) lo sterzo non brilla per precisione. Ottimo il comfort: l’abitacolo è ben insonorizzato e le sospensioni a controllo elettronico filtrano egregiamente le sconnessioni. La batteria da 85,4 kWh non è molto capiente se paragonata a quelle delle rivali, ma garantisce una buona autonomia: 521 km dichiarati, oltre 400 letti nel computer di bordo durante il nostro test. È di tipo LFP (litio-ferro-fosfato), poco infiammabile in caso di incidente (quando viene forata non prende immediatamente fuoco) e longeva. Non eccezionali, però, i tempi di ricarica: la BYD Han accetta 11 kW in corrente alternata e solo 120 kW in corrente continua. Questo significa che ci vogliono ben 30 minuti per passare dal 30 all’80%. La BYD Han protagonista del nostro primo contatto ha un prezzo relativamente contenuto (70.940 euro) se paragonato a quello delle altre berline di potenza simile. Valida la dotazione: oltre agli accessori che abbiamo già descritto, troviamo i cerchi in lega di 19”, la pompa di calore (che aiuta a migliorare l’autonomia nei mesi freddi) e il vano bagagli apribile elettricamente. Senza dimenticare i numerosi aiuti alla guida gestiti da otto radar, quattro telecamere a 360° e una ad alta definizione: cruise control adattativo, frenata automatica anche in retromarcia, mantenimento in corsia e sensori dell'angolo cieco. Secondo noi PREGI> Finiture. Ha assemblaggi curati e materiali raffinati: pelle su sedili, plancia, pannelli delle portiere e volante, nonché inserti in legno o carbonio.> Motori. I due propulsori - uno davanti e l’altro dietro - spingono fortissimo.> Rapporto prezzo/contenuti. La cifra da sborsare è impegnativa, ma le auto simili per potenza e dotazione costano molto di più. DIFETTI> Abitabilità. posteriore Sono pochi i centimetri a disposizione per la testa, specialmente per chi si accomoda al centro del divano.> Baglaliaio. Il vano è molto piccolo e poco sfruttabile.> Ricarica. La vettura accetta al massimo 120 kW e l’accumulatore, oltretutto, non ha una capienza eccezionale. Ci vuole mezz’ora per portare la batteria dal 30 all’80%. SCHEDA TECNICA Motore elettrico anteriore Potenza massima kW (CV)n.d.Coppia max Nmn.d.Motore elettrico posteriore Potenza massima kW (CV)n.d.Coppia max Nmn.d. Potenza massima complessiva kW (CV)/giri380 (517)Coppia max complessiva Nm700 Tipo batteriaioni di litioTensione - capacità570 V - 85,4 kWhPotenza max di ricarica dalle colonnine In corrente alternata11 kWIn corrente continua120 kWTempo di ricarican.d. (a 11 kW) TrazioneintegraleFreni anterioridischi autoventilantiFreni posterioridischi autoventilanti Le prestazioni dichiarate Velocità massima (km/h)180 (autolimitata)Accelerazione 0-100 km/h (s)3,9Autonomia (km, ciclo WLTP)522 Quanto è grande Lunghezza/larghezza/altezza cm500/191/150Passo cm292Posti5Peso in ordine di marcia kg2325Capacità bagagliaio litri410Pneumatici (di serie)245/45 R 19 Read the full article
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LE PIETRE FORATE
(dette pietre della Strega e pietre di Odino, nome che deriva dal mito secondo il quale Odino si trasformò in un verme e strisciò attraverso il foro in una roccia per rubare il l’erba della poesia) sono pietre dotate di uno o più fori naturali che, fin da tempi antichi, sono considerate dotate di poteri magici. A questi ciottoli, che possono essere trovati lungo i fiumi, vicino ai laghi o al mare, ma anche dalla terra ferma, erano attribuite capacità curative, di protezione da morte, maledizioni, malattie e incubi, ma anche di finestre attraverso le quali vedere mondi altri e spiriti invisibili.
Portando una pietra forata al collo questa aiutava a guarire e preservava dalle malattie;
appoggiandole sopra una ferita coperta da una benda esse aiutavano la guarigione;
quando una di esse si rompeva aveva protetto una vita.
attraverso una leggenda, infine, capiamo che... guardando attraverso il buco della pietra si sarebbe stati in grado vedere le creature invisibili e di entrare in contatto con esse. Per questo motivo, le pietre forate sono spesso presenti nelle favole e nelle leggende, soprattutto in quelle legate alle fate e al piccolo popolo.
Fonte: Web
Crediti a chi di dovere
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Trapani: 90enne rimane tra le campagne con una ruota forata e senza cellulare. Carabinieri cambiano la gomma e lo riaccompagnano a casa
Trapani: 90enne rimane tra le campagne con una ruota forata e senza cellulare. Carabinieri cambiano la gomma e lo riaccompagnano a casa. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Trapani, impiegati in un normale servizio perlustrativo nelle campagne in zona Granatello, hanno notato un anziano, vicino la propria autovettura, in palese difficoltà in quanto, dopo aver forato la ruota non riusciva a sostituirla rimanendo bloccato in una zona poco frequentata e non di passaggio. I militari, intuito il problema, soccorrevano il 90enne che, sprovvisto di cellulare, era li da qualche ora senza possibilità di far rientro a casa ne tanto meno di chiamare qualcuno per chiedere aiuto. Dopo aver sostituito la ruota i Carabinieri, tramite la Centrale Operativa, hanno contattato il figlio del malcapitato che, preoccupato per il mancato rientro del padre per pranzo, lo stava cercando disperatamente. Si è conclusa nel migliore dei modi la spiacevole avventura del nonnino che veniva riaccompagnato a casa dai Carabinieri in una Contrada del marsalese.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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