#finanza green
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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Ener2Crowd: Opportunità di Investimento Green per Clienti di Alto Profilo.Un'iniziativa dedicata a chi vuole unire rendimenti solidi e impatto positivo sul pianeta
Ener2Crowd, la principale piattaforma italiana di investimenti green, ha annunciato una nuova iniziativa destinata ai clienti di alto profilo, ovvero individui con patrimoni superiori ai 250 mila euro.
Ener2Crowd, la principale piattaforma italiana di investimenti green, ha annunciato una nuova iniziativa destinata ai clienti di alto profilo, ovvero individui con patrimoni superiori ai 250 mila euro. L’obiettivo è attirare investitori sub-HNWI e HNWI che desiderano destinare almeno 25 mila euro all’anno in progetti sostenibili, con rendimenti competitivi e un impatto positivo sull’ambiente e…
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primepaginequotidiani · 17 days ago
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PRIMA PAGINA Identita di Oggi domenica, 19 gennaio 2025
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ritroviamocida · 9 months ago
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Symbola: 10 eccellenze italiane che brillano nel panorama della sostenibilità
L’Italia, spesso sottovalutata nel panorama internazionale, vanta in realtà diverse eccellenze nel campo della sostenibilità, dall’economia circolare alle energie rinnovabili. In questo articolo, ci soffermeremo su 10 di queste realtà luminose, prendendo spunto dal dossier “L’Italia dei 10 selfie 2023” realizzato dalla Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere ed Assocamerestero. 1.…
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fitnessitaliano · 1 year ago
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Guida Completa agli Investimenti Sostenibili
Gli investimenti sostenibili sono una delle novità più importanti degli ultimi anni. Si tratta di una forma di investimento che tiene conto non solo della performance finanziaria, ma anche dell’impatto sociale e ambientale delle aziende e dei progetti in cui si investe. In questo modo, si può contribuire a creare valore non solo per se stessi, ma anche per la società e per il pianeta. Ma come…
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abr · 3 months ago
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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese. 
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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anchesetuttinoino · 2 months ago
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Correva l'anno 2021, mese di marzo...
Il Governatore della Regione Campania De Luca:
“Per quelli che hanno fatto le due dosi di vaccino – spiega De Luca – abbiamo dato una card con microchip, che garantisce l’anonimato ma che, avvicinato al cellulare, può certificare dove e quando è avvenuta l a vaccinazione. Stamperemo altre 4milioni di card, credo possa essere una cosa importante. Abbiamo già distribuito le prime 100mila card di avvenuta vaccinazione”.
20 dicembre 2024
La Sezione Giurisdizionale Campania della Corte dei Conti ha condannato il governatore Vincenzo De Luca a risarcire alla Regione Campania la somma di euro 609mila euro in relazione alla produzione delle smart card regionali, ritenute “un inutile duplicato del green pass nazionale”.
Le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli svolte sotto la direzione dei pm contabili Davide Vitale e Mauro Senatore. De Luca è stato condannato perché la sua condotta è stata ritenuta commessa con dolo. (ANSA).
Si rifarà tentando di vendere il Maschio Angioino agli ammericani. Mai arrendersi! 💪
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falcemartello · 1 year ago
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Per avere un’idea sui veri obiettivi che stanno dietro alla cosiddetta emergenza climatica, è necessario aprire uno squarcio sulla finanza internazionale. La Green Economy, secondo quanto aveva già scritto nel 2019 l’IIF è “il nuovo oro”.
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Di conseguenza la preoccupazione più grande è verso il debito mondiale dovuto ai governi. Il problema per l’IIF è che questo debito elevato, con oneri molto pesanti, potrebbe indebolire gli sforzi internazionali per mitigare i cambiamenti climatici.
La soluzione dell’IIS è: “ridimensionare i flussi di finanza pubblica e privata”. Cita, a tal proposito, la stima dell’IPCC del 2010 secondo cui sono necessari 3,5 trilioni di dollari ogni anno per evitare che le temperature globali aumentino di 1,5 °C entro il 2050.
Insomma l’IIF è preoccupato perché il debito degli Stati nazionali potrebbe ridurre gli investimenti per l’emergenza climatica (IIF 2019b). Perciò, l’enorme debito pubblico mondiale, non preoccupa l’IIF per le conseguenze negative sui diritti sociali, come la diminuzione della spesa sulla sanità, l’istruzione, la previdenza o per la mancata fornitura di energia elettrica a due miliardi di persone nei paesi più poveri etc.
L’IIF si preoccupa invece per la diminuzione di disponibilità di risorse destinate a prevenire presunti rischi climatici. Insomma si preoccupa di non perdere “il nuovo oro”. Secondo voi Greta &Co non lo sanno, o fanno finta di non saperlo?
Critica Climatica
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oraultima · 27 days ago
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armoniaverdemartinprieto · 2 months ago
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Las green skills están impulsando una transición laboral hacia la sostenibilidad. Energías renovables, transporte ecológico y finanzas sostenibles marcan el camino hacia un futuro más verde.
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forzaitaliatoscana · 3 months ago
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Mazzetti: Dotare UE di un piano per energia e infrastrutture
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La deputata di Forza Italia e componente VIII Commissione ambiente Erica Mazzetti: "Dotare UE di un piano per energia e infrastrutture". L'On. Alessandro Battilocchio: "Italia è tornata presente in Europa" "Il ruolo del Parlamento italiano è centrale per adattare e rendere più efficaci, più conformi alla particolarità italiana le norme di derivazione europea, che sono sempre di più, almeno il 50% in alcuni settori come l'ambiente. Quando si va in Europa, sia i politici sia i nostri tecnici devono essere preparati per difendere gli interessi nazionali. Ci sono delle differenze di cui si deve tener conto, a partire dalla morfologia e l'ambiente italiano": così l'On. Erica Mazzetti, Deputato di Forza Italia, membro della commissione ambiente e segretario della bicamerale per la Semplificazione, nel corso della presentazione de "Pronunce della corte di giustizia dell'Unione Europea che hanno cambiato la vita degli italiani. Recenti sentenze che hanno comportato un overruling nell'ordinamento italiano" alla Sala Stampa della Camera. Mazzetti ha ricordato che ci sono diversi provvedimenti decisivi in discussione come "Pniec, direttive sul clima, case green", sulle quali "dobbiamo far valere la voce degli italiani, visto che siamo tra i paesi fondatori". "Dovremmo avere, inoltre, un piano strategico europeo per l'energia e per le infrastrutture, due temi determinanti per il futuro dell'Unione e di tutti i cittadini". "Solo adesso nel nostro Paese si sta facendo strada la convinzione che la normazione, gli accordi e le decisioni adottate dagli organi della Unione Europea, abbiano una diretta rilevanza nell'impianto giuridico interno e, quindi, nelle nostre vite. Per molto tempo abbiamo continuato a considerare l'Unione Europea come un soggetto abbastanza terzo e sostanzialmente irrilevante rispetto al nostro vivere. Il risveglio è stato abbastanza brusco", ha aggiunto l'avvocato cassazionista Pier Paolo Poggioni, che ha contribuito alla pubblicazione con un contributo sullo stato di diritto e i fondi europei. "Le sentenze della Corte europea – ha rilevato il Prof. Enea Franza – hanno forza di "quasi" legge, alla quale gli stati dell'Unione Europea non possono che conformarsi. Questo è ancora più vero nel mondo della finanza dove la globalizzazione è già un fatto acquisito. Questo impone un maggior coordinamento delle politiche di vigilanza per garantire ina piena tutela del risparmio proprio in un Paese come il nostro che e tradizionalmente un detentore di ricchezza finanziaria". "La gran parte delle leggi e degli atti normativi negli Stati membri – ha puntualizzato l'On. Alessandro Battilocchio, già europarlamentare e membro Commissione politiche UE – si inserisce in una cornice comunitaria: sono sempre di più le materie che vedono Bruxelles al centro delle dinamiche. Il principio del primato del diritto dell'Unione europea di basa sul concetto che in caso di conflitto tra diritto dell'Unione e diritto di uno Stato, prevale il diritto dell'Unione. Il principio del primato del diritto dell'Unione si è consolidato nel tempo mediante la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, anche se non è sancito dai trattati dell'Unione. Nella sentenza Van Gend en Loos contro Nederlandse Administratie der Belastingen (Causa 26/62), la Corte ha dichiarato che le leggi adottate dalle istituzioni dell’Unione sono in grado di creare diritti giuridici che possono essere rivendicati da persone fisiche e giuridiche dinanzi ai tribunali degli Stati membri. Pertanto, il diritto dell’Unione ha un’applicabilità diretta. Nella sentenza Costa contro ENEL (Causa 6/64), la Corte ha sviluppato ulteriormente il principio dell’applicabilità diretta e ha colto l’idea che gli obiettivi dei trattati sarebbero stati compromessi se il diritto dell’Unione fosse stato subordinato al diritto nazionale. Con il trasferimento di alcuni poteri all’Unione, gli Stati membri hanno limitato i loro diritti sovrani; pertanto, per essere efficaci, le norme dell’Unione devono prevalere su qualsiasi disposizione del diritto nazionale, comprese le costituzioni. Il principio del primato è volto quindi a garantire che i cittadini siano tutelati uniformemente dal diritto dell’Unione in tutti i territori dell’Unione stessa. Si noti che il primato del diritto dell’Unione si applica solo laddove gli Stati membri hanno ceduto la sovranità all’Unione, in settori quali il mercato unico, l’ambiente, i trasporti. Non si applica, invece, in settori quali l’istruzione, la cultura o il turismo. L’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Unione: mai come ora la nostra voce è ascoltata a Bruxelles, grazie soprattutto ad un Governo autorevole, stabile e con le idee chiare. È basilare quindi per il nostro Paese proseguire un’azione proattiva in ambito europeo, avvicinando sempre di più istituzioni e cittadini a quel contesto contesto europeo che abbiamo contribuito a costruire". Coordinamento regionale Forza Italia Toscana
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mundolatinomedia · 5 months ago
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¿Cómo obtener la Green Card de Estados Unidos antes de que finalice la administración Biden? - Yahoo Finanzas
¿Cómo obtener la Green Card de Estados Unidos antes de que finalice la administración Biden?  Yahoo Finanzas
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Ener2Crowd.com: Tassi d’Interesse in Crescita per Investimenti ESG, Rendimenti Medi al 9,6% nei Primi Nove Mesi del 2024. Recensione Alessandria today
Gli investimenti in ambito ESG su Ener2Crowd.com registrano un aumento significativo dei tassi d’interesse, con un rendimento medio del 9,6% nel 2024. Opportunità di crescita sostenibile per chi investe.
Gli investimenti in ambito ESG su Ener2Crowd.com registrano un aumento significativo dei tassi d’interesse, con un rendimento medio del 9,6% nel 2024. Opportunità di crescita sostenibile per chi investe. La piattaforma di crowdinvesting Ener2Crowd.com, leader in Italia per investimenti sostenibili e digitali, ha registrato un aumento significativo dei tassi d’interesse offerti nei primi nove…
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primepaginequotidiani · 18 days ago
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scienza-magia · 9 months ago
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I signori della guerra sempre più ricchi grazie alla Russia
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A Wall Street la guerra tocca il fondo. La finanza Usa e l’industria delle armi. Il “complesso militar-industriale” degli Stati Uniti, così definito nel 1961 durante il celebre discorso d’addio del presidente Dwight D. Eisenhower, ha accolto in maniera entusiastica la decisione della Camera Usa di approvare il pacchetto di aiuti esteri (Ucraina, Israele, Taiwan) da 95 miliardi di dollari. Il disegno di legge include, tra le varie misure, quasi 14 miliardi di dollari per aiutare l’Ucraina ad acquistare sistemi d’arma avanzati ed equipaggiamenti di difesa, 13,4 miliardi di dollari per ricostituire le scorte di difesa statunitensi, 7,3 miliardi di dollari per le attuali operazioni militari statunitensi nella regione e 13,7 miliardi di dollari per l’acquisto di sistemi di difesa statunitensi per l’Ucraina. Come nota il giornalista investigativo Lee Fang, Christopher Calio, presidente di RTX, ha fatto notare durante l’incontro con gli investitori che dei 60 miliardi di dollari previsti dalla legislazione per l’Ucraina, due terzi saranno indirizzati a “prodotti RTX”. James Taiclet, amministratore delegato di Lockheed Martin, ha dichiarato agli investitori che il bilancio supplementare e quello della difesa “forniranno una solida base per la crescita futura della nostra azienda nei prossimi anni”. Lo stesso tipo di entusiasmo lo ha manifestato Chris Kubasik, amministratore delegato di L3Harris. “Sono state cinque settimane fantastiche per l’industria della difesa”, ha dichiarato Kubasik alla Cnbc.”Abbiamo 900 miliardi di dollari, che cinque settimane fa non c’erano”, ha osservato, riferendosi al bilancio della difesa e al pacchetto di spesa supplementare. Quali sono i fondi che posseggono le grandi aziende della Difesa
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Ma ad esultare sono soprattutto i grandi fondi americani, che detengono una buona parte delle azioni delle più grandi aziende della Difesa degli Stati Uniti e di quel “complesso-militar industriale” citato poc’anzi. State Street, ad esempio, è il maggiore investitore in Lockheed Martin con azioni per un valore di oltre 16 miliardi di dollari. Lockheed Martin, com’è noto, è uno dei maggiori appaltatori del governo degli Stati Uniti e il suo principale cliente è il Dipartimento della Difesa, al quale fornisce sistemi d’arma, aerei e supporto logistico. Tra i suoi prodotti figurano il caccia F-35 Lightning II, gli elicotteri Sikorsky e il sistema Aegis. Oltre a State Street, i principali azionisti della società sono Marillyn Hewson, Daniel Akerson, Scott Greene, Vanguard Group Inc. e BlackRock. Quest’ultimo – uno dei più grandi fondi americani – possiede 17,2 milioni di azioni di Lockheed Martin, pari al 6,2% del totale. Capital Group detiene almeno 13 miliardi di dollari in azione di RTX, azienda del settore aerospaziale e della Difesa, che fornisce sistemi e servizi per clienti commerciali, militari e governativi negli Stati Uniti e a livello internazionale, e che opera attraverso tre segmenti, Collins Aerospace, Pratt & Whitney e Raytheon. Come nel caso di Lockheed Martin, oltre a Capital Group, tra i maggiori azionisti figurano Vanguard Group Inc, State Street Corp, BlackRock Inc, Morgan Stanley, VTSMX – Vanguard Total Stock Market Index Fund Investor Shares, Dodge & Cox, Vanguard e molti altri. Non solo. BlackRock ha recentemente rivelato di detenere la proprietà di 17.403.276 azioni di L3Harris, il che rappresenta il 9,2% delle azioni complessive dell’azienda. Le più grandi aziende del settore sono nelle mani di questi fondi, sempre più influenti e potenti. E il cui interesse primario è solo uno: il profitto, sopra ogni cosa. Il paradosso etico Nonostante questi fondi affermino di sostenere la Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite e, le linee guida dell’Ocse e, in generale, i diritti umani, con State Street che sostiene che le sue politiche sono “pensate per prevenire l’uso illegale dei nostri prodotti e servizi, compresi quelli che potrebbero comportare violazioni dei diritti umani” come nota Responsible Satecraft, aziende come RTX e Lockheed Martin sono direttamente impegnate nel sostenere la campagna israeliana a Gaza. “RTX – osserva il ricercatore del Quincy Institute Nick Cleveland-Stout – fornisce all’esercito israeliano missili e bombe a grappolo e produce motori per gli aerei da combattimento F-15 e F-16 che sono stati utilizzati per bombardare Gaza. Lockheed Martin fornisce a Israele missili Hellfire e aerei da combattimento F-16 e F-35 usati per bombardare la Striscia”. Visti anche gli utili in crescita di queste società, nessun investitore si è azzardato a chiedere delle potenziali violazioni dei diritti umani o su come queste armi vengano utilizzate. Questo nonostante le violazioni acclarate da vari organismi internazionali. Eisenhower diceva nel 1961 che “nei consigli di governo dobbiamo evitare che il complesso militare-industriale acquisisca un’influenza ingiustificata”: un monito quantomai attuale. Read the full article
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abr · 1 year ago
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E' FURNUTA, SE N'E' ACCORTO PURE IL MANIFESTO -
Nei grandi circoli della finanza capitalistica (...) la transizione ecologica non sembra più raccogliere i consensi di un tempo.
Tra i grandi proprietari cresce la fazione che contesta l’eccessiva rigidità delle misure necessarie a ridurre le emissioni inquinanti. L’idea che ora va di moda è che la transizione “green” è troppo veloce e che l’aumento dei costi di produzione rischia di diventare insostenibile.
Il cambio di orientamento ai vertici del potere si avverte un po’ ovunque nel mondo. Attuale capofila è il premier britannico conservatore Rishi Sunak, che ha messo in discussione non solo il ritmo di abbattimento delle emissioni ma anche gli obiettivi di eco-compatibilità fino ad oggi vigenti nel Regno Unito.
Ma anche nel nostro paese si avvertono riverberi della nuova tendenza. Al recente Italian Energy Summit del Sole 24 Ore, l’amministratore delegato di Eni è intervenuto sulla nuova “dottrina” di Sunak sostenendo l’esigenza di ridimensionare gli obiettivi europei della transizione verde, e possibilmente di adattarli alle specifiche caratteristiche di ciascun paese. Un adattamento al ribasso, ovviamente.
Questi nuovi venti di «capitalismo anti-ecologico» sembrano esser diventati dominanti anche nella topica vicenda dell’Ex Ilva di Taranto. L’idea della ricapitalizzazione da parte dello Stato, per portare avanti la riconversione ecologica dell’impianto e la bonifica del territorio, appare ormai sconfitta. Il governo Meloni non ha nessuna voglia di mettere altri soldi pubblici sul progetto di acciaieria «verde», e si para affermando che i contribuenti non capirebbero. (...)
I capitalisti nemici dell’ambiente stanno pescando consensi in una classe lavoratrice frammentata e già martoriata dall’inflazione, (...) che ciò nonostante appare sempre più insofferente verso i costi della transizione ecologica. Con qualche ragione, a ben vedere. (...)
In questo scenario, c’è il rischio concreto che nei circoli dell’alta finanza la questione ecologica perda il suo glamour. (...)
Ci potremo arrivare con il libero mercato, come i circoli del capitalismo ecologista talvolta amano suggerire? Con buona pace delle fantasiose storielle sui benefici della cosiddetta «finanza verde», la risposta è negativa. Per quanto turbi gli animi dei ricchi, ecologisti o meno che siano, la soluzione potrà essere una soltanto: una versione, inedita e innovativa, di piano collettivo.
Da IL MANIFESTO, https://ilmanifesto.it/perche-ai-capitalisti-non-piace-piu-il-green
I sapientoni benecomunisti se ne sono finalmente resi conto: la transizione eco energetica - t.e.e. - non tira più come prima tra chi ci ha messo i capitali e ne ricava i profitti (mentre i costi rimangono a chi é lasciato vivere purché consumi). La t.e.e. non ha MAI tirato tra chi lavora, ha sempre suscitato la perplessità di chi ha acquisito con profitto la matematica di terza media ma era un affarone troppo ghiotto per la finanza globale. I benecomunisti, sempre i più boccaloni perché confondono i loro desideri con la realtà, non hanno mai voluto capire è che la t.e.e. era solo un calesse momentaneo dopo altri per la speculazione finanziaria. Si sono illusi che fosse una reale conversione del Globalismo finanziario alle loro Verità, ma il loro statalismo era il solito riflesso monopolista, i soldi ai burattini da Greta ai giornalai era cibo a cani da guardia, quelli ai ricercatori era per ottenere ricerca sc sc scientifica "educated" e guidare il parco buoi. Ora non più, è furnuta: il grido che non si sente ma c'è �� RIENTRARE, chi ha dato ha dato ... rimangono solo le retroguardie retrò provinciali tipo Elkann. Ai compagni delle Ztl che girano per i terrazzi a caccia di apericene, non resta che chiagnere ...
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anchesetuttinoino · 4 months ago
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«SIAMO IN TROPPI IN QUESTO MONDO, DOBBIAMO RIPULIRE»
Lo ha dichiarato un personaggio istituzionale, frasi del tutto simili sono uscite anche dalla bocca di ministri, lo ripetono come un mantra e, pochi giorni fa anche un ex CEO della Pfizer ci ha detto «La pandemia era tutta una farsa, non c'è mai stato nulla, si trattava di una scusa per iniettare delle tossine nel corpo di cinque miliardi e mezzo di persone».
Qualcuno (...) lo aveva capito, noi lo sapevamo, ma se lo dicevamo prima eravamo da TSO, mentre oggi ce lo dicono tutti, anche gli ex vice-presidenti di Pfizer.
È chiaro che tale ideologia dominante, ovvero tornare ad una popolazione mondiale di 600 milioni di persone come nel Medioevo, derivi da una specifica visione del mondo. Una specifica visione ontologica dell'umanità. Ci sono gli "pneumatici" (illuminati), gli "psichici" (coloro che hanno un'anima e che per vivere devono affiancarsi agli pneumatici, ovvero i burattini) dopodiché la stragrande maggioranza definita "ilici": coloro che sono fatti di fango, degli scarafaggi da schiacciare che non hanno la dignità di esseri umani. Se tu non sei più uomo, chiaramente puoi essere spazzato via senza troppi clamori. Questo è quanto.
In tale contesto anche la green economy ha degli obiettivi intermedi, strumentali (finanza come strumento, non come fine) ma gli obiettivi macroscopici consistono nella visione del mondo sopra descritta.
Black Rock si trova in cima alla classifica come attore in tali orientamenti. E cosa fa la Signora Meloni, cioè una psichica? Si stende come un tappeto persiano sotto le suole di questi personaggi. Facciamola ancora più semplice nelle più dirette implicazioni: cosa sono gli italiani? Fango, terra e blatte.
Buon week-end
https://www.startmag.it/innovazione/governo-meloni-microsoft-openai-blackrock-starlink/
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