#filme indiano
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Crítica | Missão Ataque (Attack Part One)
Crítica do filme Missão Ataque, um soldado Indiano, aposentado após um atentado, recebe um velho conhecido com uma proposta irrecusável. #missaoataque #attackpartone
No filme Missão Ataque, Arjun Shergill é um soldado do exército indiano que, em 2010 está em uma missão para capturar Rehman Gul, o então líder terrorista. A princípio, ele não está mais no local, mas Arjun consegue desarmar uma bomba, salvando um garoto e encontra Rehman. Anos depois Arjun conhece a aeromoça Ayesha, com quem tem um breve, mas intenso relacionamento. Ele planeja pedi-la em…

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castropol, asturias, spain, august 2023
taken with ricoh r1, kodak 100 film
#film#film photography#35mm#analog#analogue#film is god#film is not dead#filmisnotdead#believe in film#ishootfilm#photographers on tumblr#original phography#believeinfilm#filmisalive#filmcamera#film forever#downingtwo#deeohgoh#ricoh#castropol#asturias#asturies#spain#espain#espana#españa#casa de indianos#golden hour
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O declínio da Sétima Arte (cinema).
Até os filmes indianos sabem muito bem que vilões devem serem tratados como vilões e heróis como heróis.
Esta onde de transformar vilões em heróis, é literalmente a pá-de-cal (ultimo prego no caixão) da morte da Sétima Arte (cinema).
Hoje em dia, eu troco fácil os conteúdos da Disney por produções; indianas e sul-coreanas.
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Freitag, der 28.02.2025
++ Mehr Filmproduktionen 2024 auf den Kanaren + Große Polvacera am Samstag in Los Llanos de Aridane + Abgeordneten von La Palma wird vorgeworfen vom Vulkanausbruch zu profitieren + Weiter hoffen auf Bau des TMT-Telskops ++ Die Kanaren verbuchten 2024 noch mehr Filmproduktionen als 2023 Kanarische Inseln – Mehr und mehr Filmproduktionen werden auf den Kanarischen Inseln registriert. Im Jahr 2024…
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Estrelas na Terra - Toda criança é especial
Como Estrelas na Terra, Toda Criança é Especial ��� Assista e surpreenda-se! Luis F.P. Freitas – TV. 2012 03 abr O filme indiano, no original intitulado Taare Zameen Par – Every Child is Special (2007), dirigido pelo ator Aamir Khan. O longa metragem acabou sendo traduzido para Como Estrelas na Terra – Toda criança é especial. Rebeca Fuks – Cultura Genial O longa metragem de Boollywood tem duas…
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" - Pare de sentir pena de si mesma e comece a amar quem você é".
-Amor de Jovens
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Sugarcane è un documentario diretto da Julian Brave NoiseCat ed Emily Kassie, incentrato sulle indagini sugli abusi e sulla scomparsa di bambini in una scuola residenziale in Canada; questo film mette in luce la resilienza delle comunità indigene mentre affrontano traumi storici e cercano giustizia; è stato presentato in anteprima al Sundance ed è stato descritto come un'esplorazione toccante degli impatti intergenerazionali sui popoli nativi.

A partire dal 1894, il governo canadese costrinse i bambini indigeni a frequentare collegi segregati.
Le scuole furono progettate per "liberarsi del problema indiano"; la maggior parte erano gestite dalla chiesa cattolica.
Per anni, gli studenti riferirono di abusi e di compagni scomparsi.
#Sugarcane#Emily Kassie#Julian Brave NoiseCat#Canada#documentary#missing children#Native peoples#St. Joseph Mission#Sundance Film Festival 2024#Disney+#Directing Award#Political Film Award#Filmfest Hamburg#abusi storici nelle scuole residenziali per nativi americani#chiesa cattolica#1894#governo canadese
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Avrete letto quella notizia della signora francese che pensava di chattare con Brad Pitt e ha mollato al truffatore più di 800.000 euro.
Mortacci de pippo.
Ora io sta cosa l’ho lasciata un po’ decantare perché da una parte c’è il fastidio viscerale per chi fa una roba del genere, dall’altra mi viene da dire “eh però fija mia aiutaci ad aiutarti”.
Come stracazzo fai a credere che Brad Pitt venga a chattare con te che fai l’insegnante in Francia e ti chieda dei soldi.
Non hai nemmeno il bidet, da che presupposto partiamo?
E sii buona su.
Assurdo.
Ne parlavo giusto ieri sera in chat con la mia nuova fidanzata, Angelina Jolie.
Ebbene sì, ho voluto prima accertarmi che fosse lei perché c’è pieno di malintenzionati ma dopo che le ho fatto un bonifico mi ha mandato una foto al mare e un messaggio vocale con una voce un po’ maschile e un accento un po’ indiano ma perché ha la raucedine e sta studiando l’indiano per un nuovo film.
Insomma ci siamo fidanzati.
Parlandone con lei non ci capacitiamo di come una persona che comunque dovrebbe essere colta giacché insegna possa cascare in un tranello del genere.
Con Angelina è stata magia fin da subito.
Mi ha scritto dicendomi che le si è fermata la macchina nel Massachussets, lei spesso va nel Massachussets perché c’è uno che fa i pretzel buoni, e per pura combinazione le hanno bloccato la carta di credito.
Ma vi pare? Bloccano la carta di credito ad Angelina Jolie.
Ovviamente lì per lì non ci ho creduto, non sono uno stupido.
Poi però mi ha detto che mi avrebbe fatto contattare da una sua amica e subito dopo mi ha scritto un’altra che diceva di essere l’amica di Angelina che era lì con lei e, pensate un po’, anche a lei hanno bloccato la carta.
Maremma scorporata ma che casini fanno da quelle parti con le carte di credito?
Insomma a quel punto l’ho aiutata con una cifra simbolica per farla arrivare a casa e tanto che c’ero le ho offerto il pretzel e lei per ringraziarmi mi ha mandato un audio dolcissimo con un forte accento calabrese ma perché mi ha detto che sua zia era di Tropea e infatti mi ha mandato una foto di una vecchia signora con l’aglio.
Valle a spiegare che a Tropea fanno le cipolle, non ho voluto insistere perché comunque non è che puoi sfagiolare la fava ad Angelina Jolie altrimenti è inutile che poi ti lamenti che sei solo come un Border Collie in una casa abitata esclusivamente da gatti.
Da lì abbiamo iniziato a parlare, parliamo tanto io e Angelina, mi ha raccontato di sé, qualche volta le bloccano la carta e io le do una mano ma ragazzi, sono pur sempre un servo della gleba a testa alta mica posso tirarmi indietro.
Anche perché mi ha detto che vuole venirmi a trovare e quindi mi tocca dare una pulita e comprare i bicchieri che sono due mesi che mi si è rotto l’ultimo e bevo con le mani a conchetta.
Quindi nulla, volevo solo dire che anche se ci sono tanti farabutti l’amore vero esiste e io ne sono la testimonianza.
DISCLAIMER: lo so che stai per commentare che non si scherza su sta roba. Lo so. Ti vedo che ti pulsa la vena e ti puzza l’arteria ma ti prego fermati. Voglio darti un’altra chiave di lettura. Il pezzo racconta che a volte a turno un po’ tutti siamo scemi e non bisognerebbe giudicare senza prima accettare il fatto che una debolezza ce l’hai pure tu. E pure io. Certo l’ho messa giù con ironia e tu l’ironia l’hai barattata con il disagio ma ti prego, rileggi con questa idea in testa. E poi insultami. Tanto lo farai comunque. Ma ti vu bi. Sempre.
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Calcutta 71
(Calcutá 71)
IND, 1972
Mrinal Sen
8/10
Revolucionário
Este é um filme que claramente demonstra que há um cinema indiano para além de Bollywood e que nem sequer é novo. Na verdade, Satyajit Ray já filmava o realismo indiano desde a década de 1950.
Este é um filme difícil de classificar. Se no essencial é uma obra crua e realista, que denuncia a miséria de uma cidade (e de um país) onde as desigualdades são gritantes e as carências chegam ao nível da mera sobrevivência, por outro, na sua estrutura segmentada, na mensagem por vezes revolucionária, tem ecos de nouvelle vague, sobretudo após o Maio de 1968. Há umas breves influências de Godard e uma frescura de jovem contestatário de 1971, que contrastam claramente com a linguagem cinematográfica habitual do subcontinente indiano.
Um belo filme sobre uma realidade terrível.
Revolutionary
This is a film that clearly demonstrates that there is an Indian cinema beyond Bollywood and that it is not even new. In fact, Satyajit Ray had been filming Indian realism since the 1950s.
This is a difficult film to classify. If in essence it is a raw and realistic work, which denounces the misery of a city (and a country) where inequalities are glaring and deficiencies reach the level of mere survival, on the other, in its segmented structure, in the message that is sometimes revolutionary, it has echoes of nouvelle vague, especially after May 1968. There are brief influences from Godard and a freshness from the young protester of 1971, which clearly contrast with the usual cinematic language of the Indian subcontinent.
A beautiful film about a terrible reality.
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Autentica virilità
Vi è mai capitato di andare a vedere un western e scoprire che il vostro vicino di poltrona, per immedesimarsi, è venuto al cinema vestito da capo indiano, con tanto di penne in testa? O vedere Rashomon in mezzo a un pubblico in costume da samurai? O Ratatouille in una sala piena di persone travestite da ratto?
A Spilimbergo, in Friuli, si è potuta vivere un’esperienza simile. Una specie di “realtà aumentata”, con parte del pubblico convinta di essere nel cast del film. Proiettavano Comandante, ambientato nella Seconda guerra mondiale, e una decina di persone è entrata in sala con l’uniforme nazista.
Li guidava un consigliere locale di Fratelli d’Italia, che ha poi spiegato trattarsi di una “presenza scenica con alcuni elementi delle associazioni d’arma”, tra le quali la nota sezione provinciale del Fante (motto: “I fanti sempre presenti!”). Scopo della “presenza scenica” era rendere onore, in uniforme nazi, alla “autentica virilità” della quale il film offre esemplare testimonianza.
Ovvio che si tratti di fascisti, si spera di una certa età. Meno ovvio come ci si possa esporre, oltre che alla reazione di disgusto di chi ancora crede che il nazismo sia disgustoso, a una figura così ridicola di fronte ai propri concittadini, costernati dalla mascherata.
“Ma quello lì vestito da nazista, sarà mica il Bepi?”. Sì, è proprio il Bepi. Al quale, come eventuale attenuante, possiamo concedere di non avere mai visto quelle puntate di Happy Days nelle quali il capofamiglia Howard Cunningham, per andare alle riunioni del suo club, la “Loggia del Leopardo”, esce di casa con un enorme berretto maculato. E tutti ridono.
Ve lo dico spesso, ma mai abbastanza: questi qui, non bisogna mai smettere di prenderli per i fondelli.
- Michele Serra -
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"Fúria Primitiva" (monkey man) - cinema.
Tenho a impressão que os trailers hoje em dia são todos iguais. Parecem feitos por IA e os filmes que propagam ficam também muito parecidos. O trailer desse "Fúria Primitiva" acabou se destacando. Não pelo ritmo, música, ou falas, que permaneciam iguais aos outros. Meu olhar se fixou nas cores, texturas e rostos. Era um filme de ação indiano e estrelado por Dev Patel. Fiquei mais curioso quando li que era dirigido também por Dev Patel. Deu vontade de ver.
depois de ver: filme que deveria estar sendo mais falado, comentado e assistido. especialmente aqui no Brasil. filmaço! divertido, maluco, cheio de ação e sangue. dizem que o Jordan Peele assistiu e comprou antes que o filme fosse direto pro streaming. ainda bem! que Patel traga outros assim.
#Fúria Primitiva#cinema#monkey man#2024#Dev Patel#Sharlto Copley#Pitobash#Jatin Malik#Sikandar Kher#Sobhita Dhulipala#Makrand Deshpande#Ashwini Kalsekar#Vipin Sharma#Adithi Kalkunte#Jordan Peele
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KILL – O Massacre no Trem | Produção indiana ganha trailer
Veja o trailer de KILL – O Massacre no Trem, filme indiano de ação que promete ser bastante violento! #kill #killomassacrenotrem #filmeindiano
A Paris Filmes divulgou o trailer legendado de “KILL – O Massacre no Trem”(KILL), filme de ação indiano que promete ser bastante violento, podendo ser o melhor filme de ação de 2024. A produção também ganhou um pôster nacional. Veja o trailer: Conheça o pôster: Imagem: Divulgação O filme conta a história de um comandante do exército viajando em um trem com sua noiva para Nova Deli, capital da…

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#Cinema#filme de ação com mortes#filme de ação indiano#filme indiano de sucesso#kill#KILL – O Massacre no Trem#melhor filme de ação#Trailer
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Biglietto con Raimondo, e due regali ; Lucky può finalmente dormire tranquillo ora che sono a casa
Il mio compleanno è domani oggi già da quattro ore, ho festeggiato con parte del gruppo cenando in un ristorante indiano. Ho offerto io la cena, molto molto buona. Mi hanno regalato un pocket pop di Tomura e Tears of the Kingdom. È dal 2020, da quando ho la Switch, che ho Breath Of The Wild. Non l'ho mai iniziato. L'ho fatto provare una sera a una delle mie sorelle ma io non l'ho ancora giocato. Prima o poi arriverò anche a TOTK e proverò la meccanica di gioco con cui si assemblano mezzi di trasporto/combattimento. Al momento sto giocando a Dark Souls Remastered.
Dopo, in 5, dalle 9 persone che eravamo a cena, siamo andati al cinema a vedere Five Nights At Freddy's come da mia proposta. Mi hanno offerto il biglietto, "è il minimo". Bel film a mio parere. Che carina Abby, la sorellina di Mike, io ho bisogno di una figlia nella mia vita. Per favore, la compagna giusta e una figlia. Desidero questo più di quanto io possa desiderare una carriera di successo o tanti soldi.
Stasera ho preso la macchina, quindi all'andata ho recuperato due miei amici per far risparmiare loro di andare a piedi. Al ritorno dal cinema ho portato anche un altro amico a casa. Ad un certo punto mi si è spenta la macchina e vabbè. Devo aver rallentato troppo o, più probabilmente, ho usato male la frizione. Un altro erroruccio che ho fatto è stato voler sorpassare una macchina che stava parcheggiando, in quella strada non molto larga sono passato a pelo. Va bene così. Sono stato bravo a guidare per quanto in strade non così sconosciute, i ragazzi mi hanno aiutato quando non sapevo dove andare.
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Maria Tallchief

Maria Tallchief è stata una delle più importanti ballerine del ventesimo secolo e la prima danzatrice nativa americana della storia.
Osannata per la sua velocità, energia e passione unite a una grande abilità tecnica, è stata nominata donna dell’anno dal presidente degli Stati Uniti Eisenhower nel 1953, inserita nella National Women’s Hall of Fame, ha ricevuto la National Medal of Arts e il Kennedy Center Honor alla carriera.
È stata la prima ballerina americana a esibirsi all’Opéra di Parigi e al Bolshoi di Mosca.
Nacque il 24 gennaio 1925 a Fairfax, in Oklaoma. Il padre, Alexander Joseph Tall Chief era un ricco discendente della tribù Osage mentre sua madre, Ruth Porter, aveva origini scozzesi e irlandesi.
Trascorse i primi anni della sua vita in una casa in collina che affacciava sulla riserva indiana.
L’amore per la musica e la danza venne coltivato sin da quando era una bambina. Quando la famiglia si trasferì a Los Angeles, per consentire alle figlie di studiare, venne iscritta alla scuola di danza della coreografa russa Bronislava Nijinska. Era ancora un’adolescente quando si convinse che quella era la strada che voleva intraprendere, abbandonando gli studi di pianoforte, iniziati da piccola.
A 17 anni, con l’insegnante e amica di famiglia Tatiana Riabouchinska, si trasferì a New York, dove entrò nella compagnia Ballet Russe de Monte Carlo.
In un’epoca in cui danzatori e danzatrici statunitensi adottavano nomi di scena russi, lei portava avanti con orgoglio il suo patrimonio indiano. Ha sempre rivendicato il suo lignaggio opponendosi a stereotipi e discriminazioni nei riguardi delle persone native.
Lo stato dell’Oklaoma l’ha celebrata più volte e il 29 giugno 1953 le aveva dedicato una giornata, il Maria Tallchief Day.
Nel 1944 ha cominciato a danzare dal coreografo George Balanchine, suo futuro marito, con cui ebbe inizio una fortunata collaborazione artistica durata anche dopo la loro separazione.
Quando lui, nel 1947, distaccatosi dal Ballet Russe de Monte Carlo, aveva creato la sua compagnia, il New York City Ballet, Maria Tallchief ne divenne la star incontrastata.
L’unione tra le difficili coreografie del compagno e il suo appassionato modo di danzare rivoluzionarono il balletto. Era perfetta per i ruoli che richiedevano atletismo, velocità, aggressività. La sua elettrizzante interpretazione in L’uccello di fuoco nel 1949, la rese una vera star.
La sua Fata Confetto nello Schiaccianoci ha contribuito a trasformare il balletto in un classico annuale di Natale.
Ha collaborato con Balanchine fino al 1965 mentre faceva tour mondiali con altre compagnie come il Balletto dell’Opera di Chicago, il San Francisco Ballet, il Balletto Reale Danese, il Balletto di Amburgo e l’American Ballet Theatre. Ha rappresentato Anna Pavlova nel film Million Dollar Mermaid con Esther Williams.
Nel 1962, durante il suo debutto sulla televisione americana al Bell Telephone Hour, è nata la collaborazione con Rudolf Nureyev. Insieme hanno ballato il pas de deux da Infiorata a Genzano di August Bournonville.
Dopo il ritiro dalla danza, nel 1966, si era trasferita a Chicago dove ha diretto la Lyric Opera fino al 1979.
Nel 1981, ha fondato, con la sorella Marjorie, il Chicago Lyric Opera Ballet, di cui è stata direttrice artistica fino al 1987.
Dal 1990 è stata consulente artistica onoraria del Chicago Festival Ballet di Ken Von Heideke.
È morta a Chicago a causa delle complicanze di una rottura al bacino, l’11 aprile 2013, aveva 88 anni.
La sua vita ha ispirato diversi documentari e biografie.
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Quando andavamo al liceo, Vale era entrata nel pieno periodo in cui gli indiani le scrivevano sotto i post "Wow beautiful". Iniziò presto a chattare con dei ragazzi indiani e ogni settimana arrivava a scuola con orecchini stupendi che aveva ricevuto in regalo per posta. Aveva anche iniziato una relazione con un ragazzo dal nome impronunciabile che chiamavamo "SucchiaCola".
Da quel momento ha sem frequentato ragazzi indiani, aveva sviluppato una sorta di fetish al punto che la settimana scorsa, vedendo un film indiano ho pensato "Chissà Vale...". Sono andata sul suo profilo Facebook e ho scoperto che si è sposata.
No, lui non è indiano.
Sì, lo so, ci siete appena rimasti malissimo pure voi. Però immaginate la mia reazione. Ma soprattutto, immaginate che io sono andata dalla gente che la conosce a dire "Sai che Vale si è sposata?" e CHIUNQUE ha subito chiesto "Ma con un indiano?". Giuro. Chiunque la conosce come quella che stava con gli indiani. E tutti, scoprendo che no, non sta con un indiano, fanno la stessa faccia. La mia. La vostra. La nostra.
Raga, mi spiace. Niente indiani.
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Lo chiamavano "L'Immortale"
Nella Finlandia del 1944 un vecchietto corona il suo sogno di cercatore d'oro. Urge mettere al sicuro cotanta ricchezza. Così se ne parte sul suo cavallino. Incappa purtroppo in un cioppetto di nazisti in ritirata. I quali appensa vengono a sapere del suo oro, cercano di impadronirsene. Ma scoprono tre cose. 1) Il vecchietto non intende rinunciare a quanto ha faticosamente trovatto. 2) Il vecchietto non parla. Agisce. 3) Il vecchietto è praticamente invincibile. Ne verrà fuori un discreto massacro. Si scopre infatti che il vecchietto è un specie di leggenda. I russi lo chiamano L'Immortale. Vedete voi, insomma. Ormai il cinema infila zombie, demoni e nazisti in ogni pertugio disponibile. Però ci si passa anche sopra. Sisu L'Immortale è un film violento e sanguinolento come pochi. Però è anche molto divertente. Perché l'uomo solo contro tutti qui è francamente improbabile. Ha l'età di Matusalemme. E la sua faccia sembra un moacassino di cuoio indiano. Eppure si difende come un reggimento intero. Proprio questa inverosimiglianza rende la pellicola spassosa. Ma solo per chi ami la violenza spinta fino al paradosso. Solo per loro. Mi raccomando, eh.
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