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Hypnotic su Prime Video: Un thriller psicologico tra ipnosi, misteri e ricerca della verità
Un detective, una sensitiva e un viaggio pericoloso tra il paranormale e il lato oscuro della mente
Un detective, una sensitiva e un viaggio pericoloso tra il paranormale e il lato oscuro della mente Hypnotic, disponibile su Prime Video, è un thriller psicologico che racconta la storia del detective Austin Danny Rourke, interpretato da Ben Affleck, impegnato nella disperata ricerca della figlia scomparsa. Rourke è convinto che dietro alla misteriosa sparizione della bambina ci sia una figura…
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Sette di Bastoni
"Da burattini a Uomini d'Onore"
Le Energie di Settembre ci portano a rivedere il nostro Passato.
E mentre ricostruiamo interiormente a fatica "i torti e le ragioni", le "occasioni perse o lasciate", "le vittorie e le sconfitte", ci rendiamo conto che quella storia "non siamo più noi", da tempo.
I personaggi sembrano marionette che si muovono dinoccolate su un palco, incoscienti di essere tirate da un filo e governate dalle "sapienti" mani di un burattinaio.
E tutta la narrazione sembra "uguale a se stessa".
Stesso film, stesso copione, stessa dinamica.
E' commovente assistere alla scena di Pinocchio che diventa Bambino.
Ma ci dispiace per quel "pezzo di legno".
Era stato creato con tanta dedizione da Geppetto, padre materiale e spirituale di Pinocchio, che insieme alla sua creazione, matura il senso della Genitorialità come funzione evolutiva.
Nell'incoscienza, Geppetto offre il dono della Vita ad un "figlio surrogato", un burattino parlante, per riempire il proprio vuoto d'Amore. E sempre nell'inconsapevolezza, si ritrova catapultato nel viaggio verso la propria Rinascita interiore.
Per riconquistare "il diritto all'incarnazione" Pinocchio si perde tra le contraddizioni dell'Esistenza, sbattuto qua e là, nella mancanza assoluta di connessione interiore, di direzione, di radicamento, disperso nella dolorosa degenerazione dell'Io.
Ancora oggi è così.
Molti individui vivono la Vita senza provare l'Amore. Appiattiti nell'inedia, nella ipnosi del piacere compensativo fine a se stesso.
O esasperati dalla radicata mancanza di punti di riferimento, dalla ribellione, dall'autosabotaggio, dalla solitudine e dal vuoto interiore, dalla rabbia e dall'insofferenza, governati da fili invisibili che li incatenano ad uno schema disfunzionale invisibile, ma più potente di qualsiasi altra gabbia interiore.
Pinocchio incontra la Fata Turchina. Un Entità che da bambina, matura il proprio spazio energetico femminile e diventa "madre interiore".
Essa lo pone di fronte alla Menzogne che racconta a se stesso per non maturare, per non crescere nella Verità.
Lo pone di fronte alle sue scelte distruttive.
Pinocchio poi matura. E matura attraverso l'affettività e l'empatia.
Il "donarsi" all'altro con Amore e Verità, lo rende finalmente "Umano".
Rompe l'incantesimo della prigione di legno e lo trasforma in un Maschile responsabile ed "energeticamente vitale".
E' questa la Strada.
E' la Strada che ci propone di percorrere Settembre.
La Via della Responsabilità e della Maturità affettiva.
Per divenire Uomini e Donne integri, emozionalmente presenti, onesti e non più schiavi dei "fili del burattinaio".
Per divenire Maschili e Femminili energeticamente potenti e sani e "genitori interiori" consapevoli e abbondanti nell'accoglienza e nell'Amore.
Mirtilla Esmeralda
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🔴🇮🇹TRISTEZZA: CAUSE e SOLUZIONI?!
non sei nato triste né depresso! Sei diventato
triste! Dimmi cosa pensi e ti dirò chi sei!
I condizionamenti provengono da tutti ma soprattutto da 51 anni ad oggi dalla famosa tv in senso lato che semina paura, odio, tristezza, povertà, sfiga, rassegnazione e chi più ne ha più ne metta!
Tutti cercano fuori la soluzione al loro problema e nessuno dentro di se’!
Basterebbe cambiare canale in tv per soli 30 giorni mettendo film e programmi e trasmissioni che fanno ridere, tirarsi su, gioire per cambiare vita per il bene tuo ed il bene dei tuoi cari!
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Quando Mick Jagger e David Bowie si appropriarono di “Arancia meccanica”. Storia di un romanzo sfuggito al controllo del suo autore
Un testo con la “fedina penale” sporca. È difficile separare il romanzo di Anthony Burgess del 1962, Arancia Meccanica, con la notorietà acquisita dall’adattamento cinematografico di Stanley Kubrick del 1971. La brutale rappresentazione del delinquente Alex e della sua banda che violentano e saccheggiano la futuristica Londra sulle note di Elgar, di Purcell e della nona sinfonia di Beethoven, faceva parte della nuova violenza cinematografica emersa dopo un allentamento della censura avvenuto a fine anni ’60. Subito dopo l’uscita, l’incriminazione di un quattordicenne accusato di omicidio colposo alludeva all’influenza di Arancia Meccanica sul crimine. Il film è stato inoltre collegato a un altro omicidio adolescenziale e a uno stupro di gruppo, poiché si riteneva venissero recitate scene del film. Corroso da una forte pressione, il regista ha ritirato il film dalla circolazione nel Regno Unito, e ha osservato questo divieto con severo vigore giuridico fino alla sua morte, avvenuta nel 1999. Si poteva vedere il film solo in proiezioni illegali o, in seguito, per 27 anni, su copie video abusive. Per tutto quel tempo, Arancia Meccanica ebbe il fremito di ciò che turba, una implacabile suggestione.
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Burgess detestava il film (come Stephen King detestava ciò che Kubrick aveva fatto a Shining). Burgess pensava che Kubrick avesse completamente frainteso la premessa del libro. Ma già dai primi anni ’70, l’autore deve aver iniziato a capire che la lettura errata del libro gli avrebbe garantito, per paradosso, l’unica narrativa intramontabile in una ricca e variegata carriera editoriale. Già Mick Jagger dei Rolling Stones (una band che Burgess disprezzava quasi quanto i Beatles) aveva espresso interesse per le riprese cinematografiche del libro. Burgess ha riportato che Jagger era apparso come la “quintessenza della delinquenza”. David Bowie si appropriava di elementi del libro per i suoi spettacoli teatrali fino al 1971. Eppure questa era la cultura pop che il conservatore ed elitario Burgess intendeva castigare. Il modo in cui la lingua e l’iconografia del libro continua a saturare la cultura popolare oggigiorno, avrebbe davvero spaventato l’autore.
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Origini e primi contesti. Arancia Meccanica ha le sue origini in un orribile incidente durante la Seconda guerra mondiale, quando la moglie di Burgess, Lynne, fu aggredita e violentata da quattro disertori americani a Londra durante un’incursione aerea nel 1940. Il romanzo è ambientato in un futuro distopico – genere che ribalta la lunga tradizione dell’utopia idealizzata e che sarebbe potuto nascere solo durante le atrocità del XX secolo. L’immediato futuro è presentato in una città triste e anonima in cui le bande di giovani vagano alla ricerca di possibilità di “ultra-violenza”; pertanto l’opera tratta di una serie di ansie postbelliche.
La superficie del mondo che è rappresentata contiene echi di 1984 di George Orwell, con il suo sistema sociale per blocchi abitativi standard in rovina, uniforme, vagamente comunista con rigide politiche sociali. Al contrario della rappresentazione del controllo totalitario di Orwell, Burgess riprende il discorso sulla delinquenza giovanile e sul collasso generazionale tipico del panico morale che conquistò la stampa e i politici negli anni ’50. Mentre gli Stati Uniti erano preoccupati per i giovani cittadini che indossavano lo zoot suit e per le bande di motociclisti che creavano disordini sociali, l’Inghilterra aveva cresciuto i Teddy Boys e gli scontri perenni tra Mod e Rocker. Sociologi e psicologi hanno ampiamente discusso di cosa significassero queste rivolte: questi furono i primi sintomi dell’eruzione della cultura giovanile degli anni ’60, in cui Arancia Meccanica prosperò inaspettatamente, poiché non solo derise la conformità socialista, ma anche le indulgenze delle democrazie occidentali liberali.
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Teologia di fronte alla questione criminale. In effetti, nonostante la sua reputazione, il nucleo del libro è in realtà un dibattito religioso piuttosto serio sul destino dell’anima nella modernità del dopoguerra. A differenza degli inquietanti e ambigui pensieri cattolici obsoleti di Graham Greene, Arancia Meccanica è un’opera relativamente ortodossa e incontestabile. Questo è un didattismo che sorge spesso con i generi di utopia e distopia.
La figura centrale, il delinquente Alex, è una creatura bestiale che vediamo nella sua ostentazione immorale nella Prima parte. Alex è propriamente malvagio per Burgess, non è mai scusato come prodotto del suo ambiente. Nella Seconda parte, Alex viene imprigionato e scelto come soggetto sperimentale per un nuovo trattamento, la “cura Ludovico”, progettata attraverso tecniche di ipnosi e condizionamento per cancellare la sua capacità di commettere un crimine. Questo materiale si basa sulle teorie comportamentiste dello psicologo Burrhus Frederic Skinner, allora molto in voga. Come gli esperimenti di Ivan Pavlov sui cani nell’Unione Sovietica negli anni ’20, Alex è addestrato ad associare nausea e disgusto ai sentimenti violenti e sessuali: questo correggerà la sua devianza sociale. Eppure per Burgess, questo avviene solo per forzare l’anima. L’autore attacca la teoria del comportamento per la sua mancanza di interesse per i sentimenti dell’uomo, la vita personale, l’anima. Il comportamentismo, come suggerisce il nome, è interessato solo all’atto esterno, considerando l’interiorità come un semplice errore di proiezione psicologica. Mentre gli psichiatri di Alex vengono derisi, Burgess ha poca pazienza con i liberali che difendono i diritti umani. Alex viene liberato come cittadino modello alla fine della Seconda parte, solo per essere umiliato e tormentato dalle complete restrizioni che la moderna scienza comportamentale ha posto sulla sua anima.
In un saggio che Burgess ha scritto per The Listener nel 1972, l’autore ha messo in rilievo l’assenza di teologia nell’adattamento cinematografico fatto da Kubrick. Burgess ha sostenuto con forza che il comportamentismo era “in termini di etica giudaico-cristiana, e che Arancia Meccanica cerca di esprimere… un’eresia grossolana”. “Il desiderio di diminuire il libero arbitrio”, ha concluso lo scrittore, “è, dovrei ritenere, il peccato contro lo Spirito Santo”. Nella Terza parte la cura Ludovico viene ribaltata, ma questa non è una celebrazione dell’umanesimo liberare sul socialismo. Per Burgess quello che conta è la scelta morale e infine teologica di Alex se essere un criminale o meno. Che la prima edizione americana abbia eliminato l’ultimo capitolo, in cui Alex rinuncia alla violenza, ha danneggiato la narrazione teologica di Burgess mettendo in rilievo soltanto i timori della giovinezza non redenta. E questo è un altro esempio molto importante in cui Burgess ha perso il controllo del suo testo.
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Inventare la lingua: il Nadsat. Da quando il romanzo è stato oggetto di studio, il suo significato religioso è stato trattato a stento. In parte, ciò è dovuto al fatto che l’elemento più sorprendente di Arancia Meccanica sono le sue innovazioni linguistiche, e non i dibattiti filosofici. La lingua di strada di Alex e dei suoi ‘droog’ è scritta in un gergo inventato che deriva principalmente da influenze del cockney e della lingua tedesca, ma principalmente da quella russa (droog = amico, deng = denaro, veck = uomo, viddy = vedere e nadsat stesso, che qui significa adolescente, richiama l’uso del suffisso inglese “-teen” che sta per teenager). Burgess disse di aver sentito per caso la frase “un’arancia meccanica” in un pub dell’East End di Londra e pensò che catturasse perfettamente la collisione tra anima umana e controllo cibernetico.
L’esperimento nel linguaggio futuro non è radicale come La veglia di Finnegan di James Joyce (un libro che Burgess ha ammirato, studiato e desiderato emulare con le sue abilità di poliglotta), ma ha effetti più alienanti sul lettore rispetto alla Neolingua di Orwell in 1984, chiaramente uno dei modelli per pensare a come il linguaggio possa influenzare la trasformazione sociale e politica. Il lettore di Arancia Meccanica deve lavorare sodo per mettere insieme il significato in base al contesto. L’introduzione di un romanzo linguistico è una tattica comune di diffamazione nella fantascienza. Questo è forse il motivo per cui è stato criticato così fortemente, tanto che nella prima edizione americana è contenuto in fondo al libro un elenco di traduzioni: ha reso le cose troppo facili.
Attraverso la scelta del russo, Burgess suggerisce che il futuro, dal 1962, avrebbe potuto essere più sovietico che socialista, o che almeno i giovani si sarebbero rivolti al fascino di una completa rivoluzione sociale. In una certa misura, ha avuto ragione, dato che il dominio del partito conservatore in Gran Bretagna terminò nel 1964 e gli studenti radicali si ribellarono contro l’establishment nel 1968 in tutta l’Europa occidentale.
L’uso del Nadsat era di nuovo qualcosa che Burgess non poteva necessariamente controllare o prevedere. Nel 2016, uno dei brani dell’ultimo album di David Bowie, “Girl Loves Me”, è composto principalmente nella lingua inventata in Arancia Meccanica. Se si ascolta attentamente, viene il sospetto che si riesca a sentire in sottofondo il suono di Anthony Burgess che si rivolta a poco a poco nella tomba.
Roger Luckhurts
*L’articolo è pubblico sul sito della British Library come “An introduction to A Clockwork Orange”; la traduzione è di Caterina Rosa
L'articolo Quando Mick Jagger e David Bowie si appropriarono di “Arancia meccanica”. Storia di un romanzo sfuggito al controllo del suo autore proviene da Pangea.
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Detesta la gente. Anzi no. La odia. Odia tutto quell'ammassarsi di corpi, quei suoni assordanti di clacson e telefoni, le voci alte perché temono, chissà, che forse dall'altra parte non sono abbastanza attenti.
Rigorosamente in macchina, perché volare o correre a modo loro erano pratiche vietate in mezzo agli umani, Marco, Rosa e Gabriele si dirigono verso la villa del vampiro.
"Toglimi una curiosità, Marco, indossi delle lenti a contatto colorate?"
"Direi di sì."
"Sapevo che facevano male."
"Beh, a meno che non vuoi essere circondato da fanatici che si credono vampiri, bigotti che pensano basti un paletto di legno per ucciderti, ragazze tutt'altro che vergini che vogliono farsi mordere il collo o che ti domandano se davvero esistono i Volturi, direi che indossare le lenti a contatto è decisamente il male minore."
Gabriele si mette a guardare fuori dal finestrino, leggendo le varie insegne, quando gli viene spontaneo chiedergli ancora, "Da quanto tempo hai problemi coi licantropi?"
Il biondo fa un secondo mente locale, "Un mesetto circa. Ho provato a parlarci, ma hanno fatto orecchie da mercante, cominciando ad attaccarmi. Sarebbe meraviglioso farli fuori, almeno non devo più sentire il loro cazzo di fetore, ma poi la polizia inizierebbe ad indagare, io dovrei continuare con la strage, per poi fuggire immediatamente e ricominciare da capo altrove. Sono trecento anni che scappo, vorrei finalmente avere una dimora fissa."
"Detto da un mostro che ha problemi con l'invecchiamento, direi che la fuga è l'unica soluzione per non destare sospetti, senza contare tutta la documentazione che gli umani si sono messi in testa di voler possedere."
"Il Consiglio, per queste cose, aiuta parecchio, qualche ipnosi, quel bauco di Sandro, hai presente, no? Quell'alieno che indossa gli occhiali e sempre qualcosa di verde, altrimenti la gravità nostra lo schiaccerebbe al suolo... Insomma, per quello lì i nostri computer sono dei semplici giochi infantili, non ci mette nulla a fare qualche manovra a nostro favore. Mi sta sul cazzo, però almeno si rivela utile ogni tanto. Mi piace il posto che mi son scelto, e lasciarlo per colpa di alcuni figli di una cagna in calore mi fa letteralmente incazzare."
Il Fenrir si mette a ridere, interrompendo Marco dall'esecuzione del proprio soliloquio, "Cosa trovi di divertente in quello che ho detto?"
"Il modo. Non sei l'unico della tua specie, ma sicuramente sei l'unico che usa questo linguaggio scurrile, da scaricatore di porto, al contrario dei tuoi simili, che pensano di essere angeli maledetti, e collezionano tutte cose frivole, con pizzi, merletti e porcellana, roba inutile e di cattivo gusto."
Il vampiro alza lo sguardo verso lo specchietto retrovisore per studiare la creatura vestita di nero, su cui spicca quella cravatta bordeaux un po' consumata, ma ancora in grado di fare il proprio dovere.
"Ho smesso di frequentare quei coglioni della mia specie," si decide a rispondere, nonostante creda che al suo interlocutore poco importa dei propri rapporti col resto dei vampiri, "Avevano cominciato a diventare strani, volevano tornare a cacciare gli umani senza preoccuparsi d'essere perseguitati, volevano convincere anche me ad entrare in quella setta, la haburu, háború, bidibi bodibi bu-qualcosa... Ma dico io, ci sta la strafottuta possibilità di bere il sangue umano senza cacciare, basta che affermi d'essere uno di quelli che hanno bisogno delle donazioni di sangue e il gioco è fatto, senza sporcarti i vestiti, disseminare cadaveri in giro, che fa vomitare, è tutto di guadagnato! Ma no! Facciamo i nostalgici! Coloriamo i fiumi di sangue perché un giorno ci siamo svegliati col piede sbagliato, facciamola pagare a quegli sporchi umani."
"Il piacere di cacciare manca un po' anche a me, in realtà." Una terza voce s'intromette prima di stiracchiarsi sul sedile del passeggero.
"Alla buon'ora, la prossima volta guidi tu ed io mi riposo."
"Tu puoi restare sveglio anche mille anni senza batter ciglio, caro, a differenza mia," la kitsune si volta dietro per guardare Gabriele, "spero che non ti abbia bombardato la testa con i suoi infiniti monologhi. Sai, è rimasto un tipo teatrale, una prima donna, è quasi impossibile togliergli questo suo vizio."
"... Ricordami perché ti ospito."
Rosa torna a fissare Marco e gli pizzica scherzosamente la guancia, mentre il Fenrir ha smesso di seguire questo atto... Quanto manca per arrivare a destinazione?!
* * * * *
"Oltre al teatro, hai la passione delle piante?"
È passato da poco il tramonto, ma si possono notare ancora tutti gli alberi e le piante che circondano la villa ottocentesca... Il problema è che, quando Marco e Rosa l'avevano lasciata per l'incontro con il Consiglio, c'erano solo pianticelle appena posizionate e ancora fragili al posto dei tronchi secolari.
"Ditemi che non è lui."
"Chi?"
"Se ci tieni tanto, no, decisamente non è lui."
"Di che state parlando?"
"Lo ammazzo!"
"Prima o dopo le coccole?"
"La smetti di fare la sarcastica, o devo aggiungere anche te alla lista nera?!"
"MARCO~"
Prima che possa reagire in qualche maniera, il vampiro si ritrova due braccia al collo e la bocca premuta su un paio di labbra che attendevano solo ed esclusivamente il suo ritorno; agli occhi di Gabriele, quell'essere è senza dubbio un elfo, decisamente, altrimenti non si spiegherebbe le orecchie a punta, i capelli ricci e neri perfettamente sistemati, l'aria eterea che lo circonda e due occhi verdi che farebbero invidia anche al giardino dell'Eden.
"Ti presento Lorenzo," gli dice Rosa con un sorrisetto che le spunta alla vista di come il biondo faccia il sostenuto e il puritano, come se lei non avesse orecchie per sentire quello che i due fanno nei momenti di privacy, "ti mostro la zona dove questi licantropi appaiono il più delle volte, vieni?"
Gabriele indica i due, domandando silenziosamente se aspettarli o meno.
"Non si staccheranno per la prossima mezz'ora, se va bene, quindi possiamo incamminarci, a meno che tu non voglia starli a vedere."
Lo scatto verso la sua direzione la fa scoppiare a ridere e insieme si dirigono verso il bosco; l'aria fresca accarezza la loro pelle senza recare alcun fastidio, entrambi sono abituati a cose ben peggiori. Gabriele si guarda attorno con circospezione, annusando e spostando le orecchie in ogni direzione per cogliere il minimo dettaglio.
"Di solito, dopo mezzanotte si fanno vedere, ironico vero?"
"Hanno preso spunto dai film dell'orrore?"
"Potrebbe essere, anche se non dimostrano molta fantasia."
"Gli umani non li hanno mai avvistati?"
Con un balzo disumano, Rosa supera un tronco abbattuto mentre Gabriele ci passa attraverso incurante, ripetendo a mente i vantaggi di avere come padre il Dio delle illusioni.
"Non vengono spesso qui, credo che anche tu sappia come pensano, meglio qualcosa di confortevole e lussuoso piuttosto che avere a che fare con insetti, animali e tutto ciò che riguarda la natura."
"Direi che non ti dispiace," insinua, guardandola di sottecchi, rilassando appena le spalle.
"Per cacciare sì, mi manca il sapore della carne umana, e chiedere al macellaio se vende fegato d'uomo non è normale, però almeno posso riposare senza avere scocciature di alcun genere."
Le risate che scaturiscono al pensiero della macelleria vengono smorzate da un rumore sospetto che li mette in allerta, Rosa fa un passo indietro, pronta a traformarsi in volpe per mettersi in salvo, Gabriele sta facendo svanire l'illusione per riprendere il suo vero aspetto, voglioso d'incutere timore a quei cuccioli troppo cresciuti, quando da un cespuglio esce fuori un coniglio grigio con tre piccoli a seguire, facendo tirar un sospiro di sollievo e uno di frustrazione ai due.
"Se non avessi cuore, li ucciderei solo per avermi fatto prendere uno spavento."
"Beh, accomodati."
"No, preferisco vederli crescere e poi ucciderli, sono ancora troppo piccoli, non mi basterebbero a saziarmi."
Si voltano per dirigersi da un'altra parte, quando un lupo uccide il coniglio senza lasciarsi sfuggire i cuccioli, e allo stesso tempo altri quattro lupi circondano i due, "Non dovrebbero essere qui," ripete la kitsune, mentre d'istinto fa apparire le sue tre code e cinque globi incandescenti iniziano a vorticare intorno a lei.
"Non avevamo detto che questo sarebbe diventato nostro territorio, piccola volpe?"
"Scusate ragazzi, ma non ho visto alcun cartello con su scritto Territorio occupato."
"Vorrà dire che, quando torneremo umani, sarà la prima cosa che faremo, una volta aver fatto fuori te e il tuo amico succhiasangue."
"Vedo che hai portato compagnia, che c'è, quel finocchio imbalsamato ha troppa paura ad affrontarci?"
"Ha assoldato un cane da guardia?"
"In quale canile t'hanno riesumato?"
"Oppure è qualche pover'anima che ti scoperai prima di man--"
Un pugno fa guaire il lupo mannaro, incutendo negli animi degli altri un timore ancestrale, quell'essere non era come loro, ancor meno umano, il suo aspetto da uomo trasandato sulla trentina comincia a svanire, lasciando posto ad un lupo ancora più grande del normale licantropo, il suono metallico di una catena rimbomba per il bosco, facendo scappare gli animali più piccoli e i volatili.
"Non so come vi abbiano abituato, ma dalle mie parti non si fanno certe affermazioni su una femmina," il Fenrir comincia a parlare, dirigendosi verso il lupo ancora a terra, famelico, pronto ad aprire le fauci per porre fine a quella miserabile vita, un lupo mannaro in meno era la normalità, un umano in meno una benedizione; posa una zampa nera sulla gola dell'altro mostro, bloccandogli il respiro e godendo di quei versi strozzati, mentre gli altri hanno paura ad intervenire, nonostante si trattasse del loro amico e capobranco.
"Adesso, spero di essere il più chiaro. Possibile. Non ho alcuna voglia di venire a sapere che un branco di lupi mannari disturba gli altri esseri soprannaturali solo per il piacere di farlo. Neanche se questi sono i vostri nemici naturali. D'accordo?"
Con le forze completamente svanite, e il corpo che si contorce alla disperata ricerca d'ossigeno, il licantropo emette uno strozzato sì, ricevendo poco dopo la grazia di tornare a respirare; questo, ritornato momentaneamente umano, si porta la mano alla gola ed inizia a tossire, mentre tutti i suoi compagni gli vanno incontro per controllare le sue condizioni e il Fenrir raggiunge Rosa. Ad un tratto, però, il lupo attaccato pensa bene di restituirgli il favore, attaccandolo di sorpresa; Gabriele si volta in tempo per vedere il licantropo a mezz'aria pronto a mordergli il collo, quando una palla di fuoco lo attacca direttamente sull'occhio, scaraventandolo contro un albero.
"È solo un avvertimento, lupo, la prossima volta non ci andrò leggera," Rosa lo minaccia, ringhiando e coi bei denti in mostra.
Il branco prende il capo e decide d'andare via, minacciando i due di chiedere aiuto al capo di una qualche congrega troppo difficile da mettere a mente.
Allo sguardo stupito del Fenrir, il quale ha ripreso l'illusione di essere umano, Rosa si stira distrattamente la manica, ritornando completamente umana.
"Mi sembrava il minimo, tu gli hai dato un pugno per quello che aveva detto nei miei confronti."
"Un semplice grazie bastava."
"Tu ancora non l'hai detto."
"Semplicemente perché non ritengo fosse necessario il tuo intervento."
"O perché è stata una femmina a salvarti? Per giunta di volpe."
"Hey, io non faccio distinzioni di specie, né di sesso. Ho sempre lavorato da solo, quindi sono abituato a guardarmi le spalle. Torniamo a casa, adesso, andiamo a dare la bella notizia a Marco che sono scappati."
Rosa s'affianca a Gabriele, saltellando di tanto in tanto, anche se il tarlo di un possibile ritorno dei licantropi non la fa stare completamente serena.
* * * * *
"E quindi sai di Emanuele?"
"Il Doppelgänger? Come se la cosa me ne potesse fregare. Sono riusciti a trovare l'altro?"
"Non parlavo di quello," Lorenzo, con la schiena appoggiata al petto di Marco, gli lancia un'occhiata di rimprovero, prima di riprendere a giocare con la mano sinistra del vampiro, "piuttosto ha ufficializzato la sua relazione con il centauro."
"Oh beh, buon per loro. Devo mandare a Salvatore un biglietto di congratulazioni e qualche bottiglia di vino pregiato."
"Quindi," l'elfo inizia a baciargli il palmo, focalizzandosi sull'anulare, "se ricordo bene, anche un'altra coppia deve ufficializzare."
"La nekomata è tremendamente plausibile che sia innamorata di quel rompicoglioni di Flavio."
Gli occhi verdi incontrano quelli rossi quando le parole vengono marcate con troppa enfasi da Lorenzo, "Non parlavo di Francesca e Flavio, ma di un'altra coppia."
L'espressione persa di Marco fa perdere completamente le speranze all'elfo, che diamine, come può un mostro centenario, con una vasta conoscenza, intelligente, brillante, essere talmente stupido quando questi argomenti vengono trattati? Per dispetto, il moro inizia a fare cose ben poco caste a quelle dita, chissà, magari con un piccolo incentivo Marco inizia a comprendere dove vuole andare a parare.
#abruzzo#Puglia#Veneto#Toscana#oc @blogitalianissimo#Fanfiction#Mostri!au#(anon ti devo ringraziare per avermi dato letteralmente la possibilità d'impazzire per questa au 🤣❤️❤️❤️)#(ricapitolando: lollo elfo... manu doppelganger... Salvo centauro... Francesca nekomata... Sandro alieno)#(mentre già l'avevo scritto nell'altro post (ma per correttezza lo scrivo nuovamente))#(flavio jinn... Gabrio fenrir... Rosa kitsune... Marco vampiro... Giacomo ghost rider... Eleonora banshee... Lucia echidna...)#(se dovesse andare avanti probabilmente inserirò anche gli altri)
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Killer che confessa omicidio sotto ipnosi
Killer che confessa omicidio sotto ipnosi
Eccomi di nuovo questo è il secondo film che sto cercando. Parlava di un assassino che viene catturato dalla polizia e confessa i suoi crimini ad un poliziotto tramite ipnosi, questa conversazione viene registrata dal poliziotto su una cassetta ma l’assassino riesce a trovarla e la fa sparire in water se non erro. Poi non ricordo come ma l’assassino riesce a fuggire e va a casa del poliziotto…
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“La coppia è la vera protagonista nei film di Wong Kar-wai. La narrazione nel film del regista, quindi, è fondata su un incastro di storie, su un intreccio fra due o più episodi che vanno a costituirsi in modo sia autonomo sia complementare.Importante per Wong Kar-wai è stata l’influenza della letteratura ispano-americana, in particolare lo scrittore Gabriel García Márquez e Manuel Puig. Quest’ultimo è stato letto e ammirato da Wong,il quale ha apprezzato il suo caratteristico modo di scrivere.
La costruzione della storia, in Puig, è basata non sulla presenza di un narratore onnisciente, ma sull’utilizzo di materiali diegetici diversi che contribuiscono alla comprensione del testo.Wong Kar-wai eredita da Manuel Puig l’uso dei dettagli e di indizi, che sono rintracciabili nelle opere, frammenti di emozioni, gesti, parole e avvenimenti importanti.
L’influenza dello scrittore spinse Wong a girare un film negli ambienti e nel paesaggio umano che il regista conosceva tramite la letteratura: l’Argentina.
Un’altra tecnica usata dal regista è la voce-off omodiegetica, in cui un personaggio che appartiene alla storia la racconta allo spettatore dopo molto tempo. La voce-off proviene sempre dall’interno della storia, i personaggi raccontano le loro storie, nella mancanza di un altro personaggio in grado di ascoltarli,essi parlano a loro stessi.”
“Il regista sceglie di girare a Buenos Aires non soltanto perché è un paese che si trova nella parte opposta a Hong Kong, ma anche perché Wong è motivato dall’amore per il tango e soprattutto dalla passione per la letteratura sudamericana.
Egli, infatti, viene ispirato dal romanzo di Manuel Puig The Buenos Aires Affair, poi non utilizzato per la sceneggiatura,ma Stephen Teo ritiene che sia stato influenzato,anche, da un altro romanzo di Puig, Il bacio della donna ragno, e soprattutto da Il gioco del mondo, un racconto (???) dell’argentino Julio Cortázar. “
Fonte: http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/4747/813935-1161205.pdf?sequence=2
“L’ abisso è un momento di ipnosi”
Albata -“Risvegli tristi, risvegli strazianti (di tenerezza), risvegli bianchi, risvegli innocenti, risvegli pieni di sgomento.”
“Sapere che non si scrive per l’ altro, sapere che le cose che sto per scrivere non mi faranno mai amare da chi io amo, sapere che la scrittura non compensa niente, non sublima niente, che è precisamente là dove tu non sei: è l’ inizio della scrittura.”
“Perché una cosa sia saputa, bisogna che sia detta; ma anche, appena detta, essa è, molto provvisoriamente, vera.”
“….come un cretino, di troppo: l’ innamorato”
Frammenti di un discorso amoroso, R.B.
#handover#wong kar wai#storie#tempo#manuel puig#julio cortazar#gabriel garcia marquez#rayuela#Roland Barthes#eos#sur#cccp
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Questa lettura ti aiuterà ad apprezzare ancora di più le storie, ti aiuterà a sentirti attratta da quei meravigliosi mondi intrecciati da scrittori e creatori.
Questa lettura ti aiuterà a cadere sempre più in profondità... mentre ti lasci trasportare e vivere una storia..
La cosa bella e' che puoi goderti la storia semplicemente senza pensarci...
diventa più facile da vivere..
.. più facile assorbire le parole
E questa e' una storia come alcune storie che iniziano molto tempo fa, con qualcuno...
come te...
che ha molta voglia di leggere..
molto curiosa di esplorare il mondo delle storie raccontate da me.
E questa persona, che sei te, cerca di esplorare i mondi, libro dopo libro, storia dopo storia.
E lentamente hai imparato a lasciarti andare mentre leggevi.. leggendo...parola dopo parola..
Quando stavi solo leggendo potevi semplicemente chiudere gli occhi e lasciare che la storia andava
attraverso di te e immaginare che sia come un film..
.. non avevi piu' bisogno di pensare. .
Era molto più bello lasciarti andare.
Quando leggevi le parole non facevi alcuno sforzo, era cosi' facile.. semplicemente lasciare che i tuoi occhi vagassero per le meraviglie delle mie parole che si diffondevano pian piano nella tua mente.
Leggere.. leggere... assorbire..
immergersi in se stessi..
In molte storie scritte, raccontate..
Le storie possono essere complicate come un'intera avventura o semplici come un singolo evento..
ma ciò che rende le storie davvero interessanti è quando si entra in esse.
Quando entri nella storia, quando ti concentri sulle mie parole..
Solo sulle mie parole..
e lasci che dipingano una bella immagine nella tua mente.....è meraviglioso.
E quell'immagine nella tua mente diventa sempre più chiara... come leggi le mie parole va sempre più in profondità.. L'immagine diventa sempre piu'vivida nella tua mente..
L'immagine di te seduta...che leggi, cadendo nella storia sempre più in profondità..rilassandoti sempre piu'. .
...una storia di molto tempo fa..che racconta di una persona che leggeva, e immaginava se stessa
leggere..molto molto tempo fa
E sembra così facile immaginare quell'immagine... sedersi, leggere, il silenzio intorno a te,
Cosi rilassante..basta solo seguire le mie parole senza pensare veramente..
Non pensare..
Leggi solo le mie parole...
E più ti immergi nella storia, più le storie diventano vivide.
Potresti facilmente immaginarti
Di essere profondamente ipnotizzata,
seguendo ogni mia parola
senza domande..
Sempre piu' ipnotizzata..
E ti rendi conto che piu' leggi la parola 'ipnotizzata'
Piu' ti senti ipnotizzata..
È cosi rilassante.
Cosi' meraviglioso lasciarti ipnotizzare dalle mie parole...
Cosi' fantastico essere la protagonista di questa storia..
Ci sono tante storie diverse, possono essere qualsiasi cosa tu voglia o
anche meravigliosamente semplici.
Come immaginare di essere ipnotizzata da un amico perché ti senti stressata e vuoi rilassarti.
Quella voglia meravigliosa di cadere in TRANCE..quando guardi i suoi occhi magnetici..
Quando ti sussurra di rilassarti,di lasciarti andare...
Di cadere in TRANCE
E lo fai senza pensare.
Perché ti fa sentire cosi bene
Perché adori essere ipnotizzata da me..
Puoi sentire le mie parole sussurarti “dormi profondamente”..
Quella senzazione bellissima e profonda mentre i tuoi pensieri svaniscono nel nulla ...concentrandosi solo sul conto alla rovescia nella storia..
10 ... Puoi sentirmi mentre conto alla rovescia
9 ... Sai che stai cadendo in una magnifica TRANCE
8 ... Perché tu fai parte della storia
7 ... E cosi' piacevole
6 ... Perché tu sei qui e stai leggendo
5 ... Sai che sto contando e vuoi che continui.
4 ... Puoi sentire pian piano tutto il tuo corpo rilassarsi.
3 ... Puoi sentire la mia voce... profonda guidarti...
2 ... Puoi sentire il calore nel cadere in profondità.
1 ...Puoi lasciarti cadere in uno stato di totale benessere... come volevi.
Ipnotizzata
Ipnotizzata
Puoi sentire la testa rilassata, il collo rilassato..il corpo rilassato.. hai solo immaginato che sarebbe stato magnifico essere ipnotizzata
E cosi e' stato..
Dalla tua immaginazione la storia diventa realta'...
E più ti concentri su una storia, più diventa reale, più lasci
te stessa cadere dentro in profondità..
La bellezza è che più abbracci la storia, più ti coinvolge, è così
è facile lasciarsi andare in uno stato di benessere ..
..in quello stato vuoto dove non sono necessari pensieri.. Devi solo seguire le mie parole..
Dove lasci che la tua mente sia riempita dalle meraviglie dello scrittore, dove l'autore della storia decide il momento, il luogo, il quando, il dove, il come,
qualunque cosa...
E l'autore ha deciso che la storia sia piena di felicita'.
piena di RELAX...
Piena di Ipnosi...
Cosi Bella da aver la voglia di ringraziare L'autore e di implorarlo di ipnotizzarti piu' profondamente..
Ma sai bene che ogni parola che leggi ti ipnotizza sempre di piu'
L'autore adesso ha deciso di risvegliarti da questa meravigliosa Trance.. Quando contera' da 1 a 5...e quando contera' il numero 5..ti sveglierai piena di energia
1….2..3..4...puoi sentirti sveglia e piena di felicita' e energia positiva
5... Svegliati :)
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DIALOGHI DAL TERZO MILLENNIO. DIBATTITO POLITICO.
Ufficio mattina: Tobia: “Buongiorno Mario, vuoi partecipare a qualche corso della nostra autogestione?” Mariulin: “Grazie ma non posso, devo lavorare…” Tobia: “Ma per una volta…” Mariulin: “Magari dovessi lavorare solo una volta…” Tobia: “Toglimi una curiosità, quando eri uno studente si facevano le autogestioni?” Mariliun: “Sì certo, ma si chiamavano occupazioni…” Tobia: “Ah si, me lo ha detto anche mia madre…” Mariulin: “Eh certo, erano anni diversi…” Tobia: “In che anno hai fatto la matura?” Mariulin: “La maturità? Nel 1977.” Tobia: “E cosa facevate durante le occupazioni?” Mariulin: “Politica.” Tobia: “Politica?” Mariulin: “Sì, lotta politica…” Tobia: “Beh anche noi nel programma di quest'anno abbiamo inserito un bel dibattito politico…” Mariulin: “Davvero?! Non l'avrei mai immaginato su che argomento?” Tobia: “È importante essere strafighe per fare politica?” Mariulin: “Ah…” Tobia: “Abbiamo cercato di accontentare chi voleva un dibattito sulla politica pura e chi lo voleva sulla condizione della donna…” Mariulin: “Capisco…” Tobia: “E che cosa c'era in programma nelle vostre occupazioni?” Mariulin: “Più o meno le cose che fate anche voi…” Tobia: “Per esempio?” Mariulin: “Beh così a memoria: “Jimi Hendrix, da Are You Experienced a Electric Ladyland” poi “Anatomia del potere: la scuola di classe come strumento del capitalismo” o anche “Il Pane e le Rose o dell'editoria movimentista”, poi “Guy Debord: a vent'anni dalla Internazionale situazionista”…“ Tobia: “E musica?” Mariulin: “Naturalmente: Bob Dylan, Lou Reed, Jefferson Airplane, ma anche Satie, Stockhausen, Berio…” Tobia: “Vuoi sentire il nostro?” Mariulin: “Sì, certo…” Tobia: “Karaoke, Disegna una farfalla, corso di selfie, torneo di ping-pong, corso di ipnosi, poi tanti film…” Mariulin: “Ora scusami ma devo lavorare…” Tobia: “Che peccato…” Mariulin: “Non è detto…” Tobia: “Ah dimenticavo a che ora uscivate dopo l'autogestione?” Mariulin: “Non uscivamo, fuori c'era la polizia.” Tobia: “Noi andiamo a mangiare il sushi e il tofu” Mariulin: “Noi in questura dalla Digos.” Tobia: “Ciaone…” Mariulin: “Ciao Tobia.”
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🔴🇮🇹 IL TUO SCRIGNO SEGRETO? IL TUO SUB!
la tua vita e’ come inconsciamente la immagini ! il tuo subconscio conosce il perché che la tua ragione non conosce!
La tua Mente non ha tempo ne’ età ne’ spazio e può tutto anche se la tua ragione non sa spiegarselo e aggiungo neanche la ragione dei bla bla bla!
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L'ipnosi ericksoniana in psicoterapia.
Cos’è?
La concezione ericksoniana dello stato di trance, ha introdotto una profonda innovazione, come innovativo è il modo in cui Milton Erickson ha modificato il processo terapeutico e le tecniche tradizionalmente utilizzate dagli ipnotisti prima di lui. Questa rivoluzione della prospettiva ipnotica ha indotto Daniel Araoz a definire il modello ericksoniano, la “Nuova Ipnosi”.
L’utilizzo dell’ipnosi ericksoniana in psicoterapia, è un prezioso strumento che consente, allo psicoterapeuta qualificato, di entrare in contatto, approfondire e risolvere situazioni di disagio.
E’ una procedura che permette al professionista, di aiutare la persona, suggerendo che faccia esperienza di cambiamenti nelle sensazioni, percezioni, pensieri o comportamenti.
A chi è rivolta l’ipnosi ericksoniana?
E’ un’esperienza rivolta a tutti. Ogni persona può rispondere all’ipnosi in modi diversi: la responsività influisce sulla profondità della trance raggiunta dal soggetto, ma non inficia un lavoro psicoterapico svolto con il modello ipnotico. Come sostiene Erickson, l’ipnosi non è altro che una condizione naturale che si verifica spontaneamente in diversi momenti della vita quotidiana (“common everyday trance”, Haley 1978) e che può essere indotta nel pieno rispetto delle esigenze e delle capacità della persona. Viene così sdoganata l’idea associata all’ipnosi come una serie di rituali standard, ma piuttosto vista e utilizzata come un particolare stile comunicativo ed una particolare “situazione comunicativa relazionale” (Haley).
Cosa succede in ipnosi?
L’elemento che caratterizza lo stato ipnotico è quello di provocare un’esperienza di trance, ovvero “la perdita dell’orientamento della realtà esterna e lo stabilirsi di una nuovo orientamento nei confronti di una realtà concettuale astratta” (Erickson, 1964). Un’esperienza comune è quella ad esempio di essere assorto in un’attività (leggere un libro, guardare un film, sostenere una conversazione) e distaccarsi, anche se per brevi istanti, dalla realtà esterna, oggettiva, per vivere una realtà interna soggettiva.
L’ipnosi ericksoniana in psicoterapia.
L’utilizzo della trance terapeutica di uno psicoterapeuta specializzato, diventa utile nel momento in cui l’esperienza di modificazione di coscienza viene associata ad un percorso psicoterapeutico.
L’obiettivo è di aiutare la persona a sperimentare nuovi modi di sentire, pensare, agire rispetto alla situazione di disagio che porta e che la aiutino concretamente a risolvere i problemi.
In altre parole, l’ipnosi non è un fine, ma un mezzo attraverso il quale aiutare la persona ad uscire dalla “modalità disfunzionale” dalla quale non riesce ad uscire. La trance ipnotica, in un contesto terapeutico, aiuta la persona a sviluppare un diverso stato di coscienza che la renda capace di modificare le proprie reazioni, al fine di “indirizzare verso un cambiamento spontaneo”. “L’ipnosi non altera la persona (…), serve a permetterle di imparare di più su se stessa e ad esprimersi adeguatamente” (Erickson).
Principali fenomeni ipnotici.
I cosiddetti “fenomeni ipnotici classici”, sono quei fenomeni che si possono indurre e sviluppare durante la trance ipnotica. I principali sono:
Regressione d’età
Progressione temporale (pseudo-orientamento temporale)
Amnesia ipnotica
Analgesia e anestesia
Catalessia
Dissociazione
Allucinazioni e alterazioni sensoriali
Distorsione temporale
In quali situazioni psicopatologiche può essere di aiuto l’intervento di uno psicoterapeuta specializzato in ipnosi ericksoniana?
Sono svariati gli ambiti clinici in cui l’intervento dell’ipnoterapeuta è particolarmente efficace: da situazioni in cui è necessario controllare il dolore (a volte non si tratta di far sparire il dolore, ma di poterlo gestire), al trattamento di disturbi d’ansia, attacchi di panico, fobie. O in qualunque altra situazione la persona ritenga di dover lavorare, per risolvere un disagio, all’interno di un percorso psicoterapeutico adeguato a lei.
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Stasera in tv 25 Luglio 2019. Finalmente la felicità su Canale 5: il professore partecipa a C’è Posta per te e…
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/stasera-in-tv-25-luglio-2019-finalmente-la-felicita-su-canale-5-il-professore-partecipa-a-ce-posta-per-te-e/
Stasera in tv 25 Luglio 2019. Finalmente la felicità su Canale 5: il professore partecipa a C’è Posta per te e…
Giovedì 25 luglio: cosa vedere stasera in tv? Se volete trascorrere una piacevole serata estiva comodamente seduti in casa godendovi una divertente commedia, sintonizzatevi su Canale 5 alle 21.15. In programma sulla rete ammiraglia di Mediaset, infatti, c’è Finalmente la felicità, film scritto, diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni. LEGGI ANCHE: — Don Matteo chiude per sempre: Nathalie Guetta annuncia la fine della famosa serie tv con Terence Hill L’attore e regista toscano veste i panni di Benedetto, un insegnante di Lucca che partecipa alla celebre trasmissione C’è posta per te, condotta da Maria De Filippi. Grazie al programma scopre che sua madre, prima di passare a miglior vita, aveva adottato una bambina brasiliana. La piccola ormai è cresciuta, è diventata bellissima e fa la modella. Arrivata in Italia, la ragazza – che ha il volto della meravigliosa Ariadna Romero – vuole conoscere il fratello italiano. Stasera in tv su Rai e Mediaset Su Rai 1 alle 21.25 tornano le avventure di Don Matteo con la replica di due episodi dell’undicesima stagione: Pene d’amore, nel quale i carabinieri indagano su un caso collegato a un amore nato dietro le sbarre, e Una famiglia normale – a cui partecipa anche Carlo Conti nei panni di se stesso – che affronta il tema del bullismo. Rai 2 alle 21.20 trasmette Ricatto ad alta quota. Dina Meyer interpreta una agente dell’FBI, testimone chiave nel processo contro un senatore americano accusato di omicidio. La prova è in un video che lei porta con sé. Natalie Portman è Jacqueline Kennedy nel film Jackie in onda su Rai 3 alle 21.20. La pellicola diretta da Pablo Larraìn racconta la vita della First Lady americana, che aveva solo 34 anni quando suo marito John Fitzgerald Kennedy venne eletto Presidente degli Stai Uniti. Una donna straordinaria che divenne ben presto un’icona globale. Stasera in tv, alle 21.30 su Rete 4 c’è il film Le Crociate. Un cast stellare per il kolossal di Ridley Scott che racconta di un giovane fabbro che scopre che suo padre è un cavaliere in partenza per le Crociate. Tra gli interpreti Orlando Bloom e Liam Neeson. Italia 1 alle 21.21 propone la serie tv Chicago PD, dedicata alle attività della polizia di Chicago. Tre i nuovi episodi in programma: La tana del coniglio, Senza scrupoli e Il rapimento. I programmi sulle altre principali reti David Parenzo e Luca Telese ci danno appuntamento stasera in tv con In Onda su La7 alle 21.15. Il programma di approfondimento è dedicato all’attualità e alla politica, con ospiti in studio, inviati e inchieste giornalistiche. Prosegue la serie di film dedicata ai supereroi di TV8 che alle 21.30 manda in onda le Tartarughe Ninja. Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo sono impegnati a salvare la città di New York da un gruppo di spietati e malvagi criminali Spazio alle inchieste di Tutta la verità su NOVE alle 21.25. Il programma ripercorre e approfondisce alcuni dei casi giudiziari più controversi degli ultimi anni: dai delitti di Garlasco e Avetrana al mostro di Firenze, passando per la strage di Erba. La maledizione dello scorpione di giada è il film in programma stasera in tv su IRIS alle 21.08. La pellicola diretta da Woody Allen è ambientata in una New York anni ’40. Protagonista della storia è un investigatore di una compagnia assicurativa che sotto ipnosi compie furti sui quali lui stesso poi indaga. Ecco tutto il pianeta di LOLnews The post Stasera in tv 25 Luglio 2019. Finalmente la felicità su Canale 5: il professore partecipa a C’è Posta per te e… appeared first on Funweek.
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Cecil Day-Lewis, il poeta laureato che s’inventò detective. Padre di Daniel, l’attore, fedifrago, voleva essere il Virgilio d’Albione. In Italia non lo traduce nessuno
Che io sappia, è il solo poeta che si è inventato un investigatore – suo figlio è una star, ma lui assomiglia terribilmente a un altro. Il primo romanzo ‘giallo’ lo scrisse, per far cassa, nel 1935: il protagonista, Nigel Strangeways, improbabile fin nel nome, è il primo detective snob della storia, elegante, schifiltoso, sagace nipote di un vice commissario di Scotland Yard. L’aveva ideato sul profilo di Wystan H. Auden, suo grande amico – poi ex. Si firmava Nicholas Blake. Il gioco, cominciato con A Question of Proof, funzionò: nell’arco di trent’anni di onorata, aristocratica attività, Nigel Strangeways appare in sedici romanzi, molti dei quali pubblicati da Mondadori, con sfoggio pubblicitario, tempo fa. Ora è scomparso, tranne qualche fantomatica apparizione nei mercatini: qualche anno fa l’editore Polillo ha riproposto uno dei romanzi più noti di Blake, La belva deve morire; di Cecil Day-Lewis, tra i grandi poeti in lingua inglese del secolo, nato a Ballintubbert, Irlanda, il 27 aprile del 1904, figlio di un rettore della Chiesa irlandese, comunque, non troverete nulla. I gialli li firmava usando il cognome della madre, Blake, morta troppo giovane, Cecil aveva due anni e fu mandato a Londra: ottime scuole, testa finissima. Ventenne, fece parte del circolo di Auden, appunto, pubblicò la prima raccolta nel 1925, tre anni dopo giurava eterna fedeltà a Constance Mary King. La donna durò con Cecil un ventennio, gli diede due figli, lui pareva bello e s’imbarcò in una storia straziante con Rosamond Lehmann, scrittrice di successo, già paladina del Bloomsbury, tradotta in lungo e in largo da Mondadori ed Einaudi. Entrambi avidi di vita, impastoiati in un matrimonio claustrofobico, si lasciarono, lascivi e lacerati: Cecil divorziò nel 1951, per unirsi, quello stesso anno, a Jill Balcon, attrice di candida bellezza, figlia di un grosso produttore cinematografico – Michael, che produsse, tra l’altro, i primi film di Hitchcock –, vent’anni più giovane di Cecil. A quell’epoca, Cecil Day-Lewis era già poeta di fama. Torniamo nel 1935. Sotto ipnosi di Auden, mentre si dava al ‘giallo’, Cecil scelse di parteggiare per il Communist Party britannico. Si ravvide presto. Dall’inno – era il 1937 – “il capitalismo non è utile alla cultura”, passò dall’altra parte, giunto a conoscenza dei crimini di Stalin. Salutò i comunisti, esteticamente mollò Auden, nel romanzo The Sad Variety (1964) racconta la repressione sovietica in Ungheria e le tattiche ciniche dei servizi russi. Sapeva di cosa stava scrivendo: durante la Seconda guerra fu impiegato presso il Ministry of Information. Ex comunista tornato alla ragione, Cecil Day-Lewis scalò le vette: cattedra a Cambridge nel 1946, professore di poesia a Oxford tra 1951 e 1956, Norton Professor ad Harvard (carica di pregio ricoperta, tra gli altri, da Borges e Strawinsky, da Eliot e Calvino) nel 1964, fu Poet Laureate dal 1968 fino alla morte, accaduta nel 1972. Non sopportava George Orwell – ora, questa è la marea del successo civico, tutti leggono Orwell e pensano a Day-Lewis come a un tizio d’altri, nebulosi tempi. Lui, d’altronde, riteneva di aver vissuto abbastanza: nel 1960 scrisse la sua autobiografia, dal titolo emblematico, The Buried Day. Poeta fino in fondo, chiese di farsi seppellire non troppo distante da Thomas Hardy, di cui riconosceva la maestria; uomo alieno al chiasso, un po’ fuori dal mondo, tradusse nella sua lingua Il cimitero marino di Valéry, ma legò il suo nome a Virgilio: dal 1940 al 1963 diede la sua versione delle Georgiche, delle Bucoliche, dell’Eneide. Giudicarlo il Virgilio d’Abione è eccessivo; la seconda moglie gli diede due figli, Lydia Tamasin e Daniel, che stando agli Oscar ottenuti (tre su sei nomination, l’ultima nel 2018) dovrebbe essere l’attore più importante di Hollywood e dintorni. Nati nello stesso giorno, Cecil morì che Daniel aveva 15 anni. In una fotografia, mangiano il gelato insieme. Cecil assomiglia, terribilmente, a Hugo Weaving, l’Agente Smith di Matrix, il re Elrond del Signore degli Anelli. Fu un uomo dai molti nomi, Cecil. Nei suoi libri di poesia si firmava “C. Day Lewis”. Non voleva il trattino nel cognome, che così appariva raddoppiato. Il trattino, diceva, gli sembrava un nodo alla gola. (d.b.)
*
Istruzioni finali
Il sacrificio prevede alcuni principi – Pochi, ma essenziali.
Non conosco il tuo rituale. Hai appreso questo – La ghirlanda, il sale, l’uso corretto del coltello, A cosa serve il sangue: Devo ricordarti che due Sacrifici non sono mai uguali tra loro – Ma questo non riguarda questo dio.
L’attitudine del celebrante si riassume In tre parole – pazienza, gioia, Indifferenza. Ricorda, non ti sacrifichi Per la tua gloria, per la tua serenità: Devi assistere i clienti e accontentare il dio.
Non devo dirti Che solo il meglio è abbastanza per il dio. Ma il meglio – insisto – anche il tuo meglio Non sarà mai sufficiente. Non scoraggiarti: Una lucertola o un gatto possono assaggiare il tuo sacrificio Benedici il dio: non sarà del tutto sprecato.
Ma il punto cruciale è questo: Sei chiamato per fare il sacrificio: Se vi partecipa o meno Questo è affare del dio; e qualunque cosa dicano i testi Non hai dominio sulla sua presenza e non puoi disporne – Tutto ciò che puoi fare è renderla possibile. Se il sacrificio prende fuoco da sé Sull’altare, è buono e giusto. Ma non Esaltarti: disciplina e devozione Non hanno compiuto un miracolo: lo hanno permesso. Posso solo augurarti la fortuna – non hai bisogno d’altro. E ogni volta che ti prepari a sdraiarti Sull’altare per offrire quello che devi offrire Ricorda, figlio mio, Quelle parole – pazienza, gioia, indifferenza.
Cecil Day-Lewis
L'articolo Cecil Day-Lewis, il poeta laureato che s’inventò detective. Padre di Daniel, l’attore, fedifrago, voleva essere il Virgilio d’Albione. In Italia non lo traduce nessuno proviene da Pangea.
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SAN BENEDETTO – Andrea Purgatori presenterà “Quattro piccole ostriche” domenica 14 Luglio alle ore 21,30 alla Palazzina Azzurra. In caso di pioggia Auditorium Tebaldini. Evento organizzato dall’associazione “I Luoghi della Scrittura”, la “Fabbrica dei Fiori” con il patrocinio ed il sostegno dell’Amministrazione Comunale e dalla Regione Marche. Conversa con l’autore Olga Merli.
Andrea Purgatori è uno dei più importanti sceneggiatori italiani. Tra i film che ha scritto per il cinema si ricordano Il muro di gomma (1991), Il giudice ragazzino (1994), Fortapasc (2009), L’industriale (2011), e per la televisione Caravaggio (2008), Lo scandalo della Banca Romana (2010), Il Commissario Nardone (2012). Attualmente conduce la trasmissione Atlantide in onda su La7, con grande successo di pubblico e critica.
2019. Alpi Svizzere. Nell’albergo di lusso dove vive, un uomo di nome Wilhelm Lang riceve una lettera inattesa, una lettera che apre la porta su un passato che pensava sepolto, quando il suo nome era Markus Graf. Il mittente è Greta, la sua amante del tempo, la sua collega del tempo in cui era una spia della STASI. Nello stesso momento, nel parco del Tiergarten di Berlino, un diplomatico russo viene ucciso da un colpo di pistola.
A indagare arriva Nina Barbaro, Kriminalhauptkommissar di origine italiana, che non crede che dietro il delitto ci sia l’ISIS, nonostante stia ricevendo forti pressioni politiche per chiudere in fretta il caso trovando i colpevoli più comodi. Ma per risolvere il mistero si deve andare indietro nel tempo, tornare ai giorni della caduta del muro. Nella sera del 9 novembre 1989, mentre il mondo assiste commosso al fiume umano che da est cerca di passare a ovest, le strade di Berlino sono percorse proprio da Markus, Nina e Greta, chiamati a scelte decisive destinate a condizionare per sempre le loro vite. E non solo.
Intanto Yuri, un ambizioso agente del KGB destinato a diventare presidente della Russia, e Leo Kasprik, uno psichiatra esperto di ipnosi, cercano di impadronirsi dei dossier legati al progetto segreto cui hanno dedicato anni: il progetto “Walrus”, in onore del malvagio tricheco della canzone di John Lennon e Paul McCartney e dell’inquietante favola nera di Alice nel Paese delle Meraviglie. Un progetto che avrebbe dovuto creare quattro micidiali “agenti dormienti”, addestrati per uccidere e invincibili sul campo.
Andrea Purgatori, uno dei più amati sceneggiatori e giornalisti investigativi italiani, fa il suo debutto nel romanzo. Il risultato è un grande libro, che ricorda i migliori thriller spionistici internazionali, da La cruna dell’ago di Ken Follett, a Il candidato della Manciuria di Richard Condon o La spia che venne dal freddo di John Le Carré.
La perfetta documentazione e ricostruzione storica va di pari passo con una trama emozionante, che tiene il lettore avvinto dalla prima all’ultima pagina. Quattro piccole ostriche è un libro indimenticabile, come la notte di trent’anni fa in cui cadde il muro e inizia la storia messa in scena da Andrea Purgatori.
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Sette sataniche. Motivazioni alla stesura dell'opera. Introduzione di Vincenzo Maria Mastronardi. Rivelazioni di sensitivi e i casi di presunta possessione demoniaca per patologia psichiatrica
Sette sataniche
Motivazioni alla stesura dell'opera. Introduzione di Vincenzo Maria Mastronardi
Le richieste abitualmente rivolteci dai mass media, specchio delle tensioni e degli allarmi sociali, relativamente alle scottanti problematiche di peculiare attualità quale il fenomeno delle sette sataniche non disgiunte dagli ultimi sviluppi delle indagini sulle cosiddette "Bestie di Satana" e sul Motro di Firenze, non potevano vederci disertori in un argomento di palese interesse criminologico e quindi per i nostri vincoli istituzionali universitari. Un solo assassino? Oppure assassini che agivano in gruppo? Il gruppo agiva autonomamente oppure per commissione di parte di un mandante? Cosa centra il Clan dei Sardi? Forse si intreccia con i riti esoterici? Tutti questi interrogatori, non possono prescindere da altre coonsiderazioni degne della massima importanza effettuate abitualmente da più studiosi del settore criminologico: se trattasi di serial killer che agiscono in gruppo. rientrano in uno di quei casi più unici che rari nelle modalità omicidiarie espresse dall'assassino seriale, il quale abitualmente invece agisce da solo? E poi, abbiamo attestzioni dalla letteratura internazionale di altri serial killer che uccidevano coppiette?
Rivelazioni di sensitivi e i casi di presunta possessione demoniaca per patologia psichiatrica
A proposito del capitolo delle percezioni extrasensoriali, e quanto qui di seguito riferito, relativo alle rivelazioni di due sensitivi miratamente alle vicende del Mostro di Firenze, ha carattere puramente informativo nei confronti dell'ampliamento cognitivo-culturale del lettore e quindi dell'opinione pubblica. E' doveroso richiamare l'attenzione del lettore sulle ricerche internazionali più accreditate relative ai presunti indemoniati, che in realtà possono essere affetti da patologie o tratti caratteriali psicopatologici qui di seguito riportati:
1 Isteria (autosuggestionabilità in seguito a letture, film o pratiche spiritiche). 2 Epilessia larvata (con deliri e allucinazioni a carattere demoniaco o divino). 3 Schizofrenia (con allucinazioni visive e di demoni; auditve; rumori insoliti; cenestetiche: percosse, levitazioni). 4 Deliri depressivi (ad esempio, deliri di influenzamento, di trasformazione del proprio corpo, mistico-religioso; alcuni deliri sono ad insorgenza improvvisa). 5 Psicosi maniaco-depressiva (nelle fasi di agitazione). 6 Nevrosi ossessivo-compulsiva (con impullsi incoercibili a bestemmiare in chiesa e avere pensieri aggressivi verso figure sacre). 7 Sonnambulismo isterico o epilettico 8 Disturbi da personalità multipla (conseguenti a traumi psicofisici infantili, nei quali si hanno due diverse personalità con banche di memorie separate). 9 Autoipnosi spontanea (a contenuto demoniaco, per predisposizione biologica alla dissociazione difensiva di fronte a pericoli fisici o psichici). 10 Stati alterati di coscienza (indotti da allucinogeni; fame, sete o insonnia protratta, meditazione, isolamento protratto, ritmi musicali, cnati e nenie ripetute ossessivamente).
Caso I: Sensitiva
Maggio 1987. Nel mio studio di psicoterapia si presenta una ennesima paziente che oltre a richiedermi cure psicofarmacologiche per un problema di "disturbi di panico", mi richiedeva sedute di ipnosi clinica sia relativamente alle sue crisi di panico quotidiane, in occasione di attraversamenti di spazi aperti, sia a suo dire per facilitarle la comunicazione con il marito (deceduto qualche anno prima) attraverso il riascolto di un registratore a microcassette, con il quale riusciva a interloquire rivolgendo al compianto coniuge alcune domande e riascoltando quindi, qualche attimo dopo, le risposte registrate. Io stesso, ho voluto ascoltare registrazioni fornitemi dalla signora al nostro primo incontro terapeutico e, anche se in modo non del tutto chiaro e con una pronuncia biascicata, le microcassette qua e là emettevano acluni suoni nei quali la signor riusciva a distinguere alcuni frasi, attribuendo al coniuge la voce, sia pure sussurrata. Rispolverai i dati di una precedente sperimentazione su di un'altra signora inviatomi alcuni anni prima dal collega Prof. Nicola Simonetti della <<Gazzetta del Mezzogiorno>> di Bari, in cui feci esaminare presso il Dipartimento di elettrotecnicaa ed elettronica dell'Università di Bari la voce registrata sempre biascicata, attribuita dalla stessa signora al figliolo deceduto in seguito ad un incidente stradale. La finalità della sperimentazione erano ben più articolate e volli peraltro rendermi conto se con peculiari tecniche subliminali, tramite ipnosi e microaltoparlanti a condizione ossea acquistati da una detta di apparecchi acustici di Milano per non udenti, era possibile influenzare le risposte registrate della persona deceduta suggestionando la mente della signora con risposte preconfezionate da parte dello sperimentatore, sempre in ipnosi con amnesia al risveglio e subliminalmente tramite trasduttore osseo. Il tutto secondo le teorie dei alcuni Autori per i quali in realtà quanto registrato su microcassetta non sarebbe la voce dei trapasati bensì soltanto il frutto della proiezione su mezzo meccanico di onde elettromagnetiche provenienti dal cervello della persona. Nel nostro caso del maggio 1987, quest'altra signora, che per motivi deontologici di rispetto della privacy chiameremo A.L. , fin dal primo appuntamento, oltre a richiedermi sollievo dai suoiu "disturbi del pensiero" negli spazi aperti, mi diceva che parlava con il marito deceduto e successivamente aveva delle "immagini oniroidi" e "ipnagogiche" nelle fasi di addormentamento o di risveglio. A tal proposito, mi richiedeva, se avessia vuto disponibilità e volontà di ricerca scientifica, di incrementare tali possibilità di comunicazioni col marito, la cui morte era stata in definitiva la responsabile prima di una sua profonda depressione. Pur manifestando le sue perplessità in proposito, sia pur mirate alle "crisi di panico", in fase di rilassamento ipnotico iniziò a sudare, a muoversi sul lettino dell'ipnosi, si sollevò e, aprendo improvvisamente gli occhi, con le braccia protese in avanti come se stesse reggendo il volante, emise un urlo sovrumano, e pochi secondi dopo, crollò come tramortita ad occhi chiusi, mettendo di nuovo in posizione orizzontale sul lettino. Pur avendo avuto amnesia al risveglio della prima seduta di ipnosi clinica, le suggerì, con le opportune tecniche del "comando post-ipnotico", di non avere amnesia anzi di ricordare tutti i contenuti della seduta. Mi raccontò, di essersi sentita <<un ragazzo>> in una autovettura blu, con la sua ragazza sul sedile posteriore, mentre veniva penetrato improvvisamente da un colpo di pistola alla spalla e nonostante ciò, metteva in moto con la retromarcia inserita allontandandosi rapidamente, ma si arenava ben presto nel fossato ubicato dall'altra parte della strada e poi ricordava soltanto il rumore di altri due colpi che oscuravano i fari della sua macchina e di un successivo colpo. Dopo di che, ricordava soltanto <<tanta pace>>. Aggiungevano che erano immagini che si ripetevaano ogni tanto nella sua mente fin da quel sabato del 19 giugno 1982, allorquando risvegliandosi dall'incubo visualizzato verso mezzanotte, la percezione era quella di trovarsi sicuramente nelle campagne della Toscana. Concludeva dicendo che, qualche giorno dopo, venne a sapere che in quella data e a quell'ora era stata uccisa una coppia (Paolo Mainardi e Antonella Migliorini) in Toscana che quello che cominciava as essere definito il "Mostro di Firenze".
Caso II: Sensitivo
Aprile 2001. Viene a trovarmi nel mi studio un interessante personaggio accompagnato dalla moglie e segnalatomi riservatamente da una struttura della Santa Sede, il quale subiva immagini oniroidi improvvise in perfetto stato di veglia. La richiesta effetuatami in questo caso era più che altro relativa ad un colloquio liberatorio e di tranquillizzazione terapeutica. Ma un'altra implicita richiesta, che io ho percepito come tale, era quella di eventuali strategie ipnotiche e semipnotiche per evitare sul nascere l'aumento graduale ma incalzante delle immagini vividamente visualizzate, seguito da uno stato successivo di prostrazione che durava abitualmente molte ore. Tale argomento fu affrontato alla fine del nostro incontro comunicando la tecnica monoideistica ipnotica dello "Stop all'idea" caratterizzata dal visualizzare, lo schermo bianco illuminato di un cinema sul quale comparve a caratteri cubitali e con lettere al neon di colore blu elettrico, la scritta "Stop" da fissare con il proprio sguardo molto attentamente e da incidere profondamente in almeno un paio di sedute ipnotiche, in grado di determinare l'immediato depistaggio delle immagini che diventano così estremamente del tutto evanescenti. Tra questi vividi vissuti, e con successiva profonda prrostrazione psicofisica, vi compariva il sentirsi una donna che precipitava dal quarto piano di un palazzo di Roma. Il giorno dopo ha appreso dal giornale che a quell'ora una donna a Roma si ra lanciata giù dal quarto piano. Altro episodio fu peraltro quello relativo ad un accadimento dell'8 settembre 1985 dopo le ore 23.00. Le visualizzazioni si svolgevano in quel San Casciano Val Di Pesa (Toscana) e, dopo un primo colpo di pistola, il sensitivo mi riferì di aver chiaramente avvertito un coltello che dal basso verso l'alto tagliava la tenda da campeggio vicino alla sua testa mentre lui allucinava di trovarsi disteso con il capo dalla parte opposta alla cerniera della tenda. In preda al panico, riesce a scappare dall'altra parte della tenda e nella fuga si scontra con qualcuno; ricorda di aver corso come un forsennato tra i campi e che, guardandosi indietro sia pure nella penombra, ha visto che non era inseguito da una sola persona. Il sensitivo continua il suo racconto e mi dice di aver pensato mentre correva a gambe levate: "Ma in quanti mi inseguono?".
Caso III: Presunte indemoniate
E' il caso di due sorelle che, venivano a chiedermi un particolare aiuto analogo ahimé a quello che si può richiedere ad un esorcista per trovare sollievo e scacciare mediante ipnosi, secondo un loro convincimento, i diavoli che le tormentavano abitualmente da anni senza tregua. Delle due sorelle zitelle di 60 e 55 anni, che si contagiavano psichicamente a vicenda, in realtà soltanto una costituiva l'elemento trainante nei suoi convincimenti allucinati. La primogenita era ossessionata da continue visioni terrifiche di demoni minacciosi che si accentuavano ogni volta che aveva pensieri da lei stessa definita <<lascivi>> verso il medico. La sua casa però era anche piena di soprammobili che si muovevano in aria, di colpi sul muro e sul tavolo e di diavoli che ridendo in maniera sarcastica la invitavano a seguirli se avesse voluto la felicità e l'affetto del medico, ma pronti ad inveire con parole oscene definendola <<puttana destinata a soffrire>>. Soltanto dopo pochi giorni di assunzione di farmaci antipsicotici deliriolitici la sintomatologia allucinatoria scompariva del tutto, e con i farmaci giusti <<i diavoli ritornavano a casa propria>>, Anche la sorella ebbe modo quindi di rasserenarsi, il clima in casa era finalmente diventato sereno.
Caso IV: Omicida perseguitato dal demonio
Durante l'estate del 2005, nel mese di agosto, ricevevo una telefonata da parte del sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale Penale di Roma, la Dott.ssa Bice Barborini. Lungo le rive del Tevere un uomo, che leggeva la Bibbia con accanto il suo cane, il suo gatto e la sua tartaruga, ad un certo punto vede avvicinarsi una figura alta e grossa: era un uomo accompagnato da due cani. <<Quei cani eran mandati dal diavolo per entrare nello spirito del mio cane e farlo proprio>>. A spronarli contro, in tale strategia demoniaca, sarebbe stato prroprio il padrone dei due cani: <<Dovevo ucciderlo>>. Lo accoltella. Il pubblico ministero recupera il corpo del reato chiedendo al medico legale in sala autoptica di estrarre la lama del coltello rimasta conficcata in pancia. All'omicida, già precedentemente ricoverato in ospedale psichiatrico, era stata diagnosticata una "schizofrenia paranoide". Una volta arrestato, era stata diagnosticata una "schizofrenia paranoide". Una volta arrestato, nel carcere di Regina Celi in Roma è stato sottoposto a regime di stretta sorveglianza al colloquio, risultavano <<presenti gli spunti paranoidi con palese atteggiamento opositivo e sospettoso>>. Nell'atto della stesura di questo testo e dei cassi peritali attualmente affidatimi da alcune procure italiane, ne ho due di tentato omicidio con caratteristiche psicopatologiche in cui i deliri allucinatori terrifici demoniaci non rappresentano altro che l'estrinsecazione di una sintomatologia schizofrenica. Vieppiù in uno dei due casi, è stato l'uso continuativo di droga leggera (hashish), così come qualche anno prima, ad aver risvegliato una psicosi fino ad allora soltanto assopita. Dopo trentacinque anni di mia attività forense avvertivo il dovere accademico verso i nuovi allievi di affrontare appieno l'argomento satanismo. L'argomento esorcismo può essere spesso considerato alla stessa stregua di un processo di suggestione circolare che si autoalimenta vicendevolmente imprigionando esorcista ed esorcizzato in un processo di perverso "autoconvincimento riverberante", viceversa trattasi di psicosi allucinatoria debellabile in pochissimo tempo con il giusto farmaco antipsicotico deliriolitico, oppure come nel caso di un paziente che accusava avversione verso il sacro bestemmiando ogni volta che entrava in chiesa contro le statue di Santi e della Madonna, ma che in realtà fu diagnosticato affetto da "disturbo ossessivo compulsivo" invalidante eed attualmente percepisce la pensione di invalidità. La percentule di coloro che sono realmente bisognevoli dell'intervento di un esorcista si assottiglierebbe sempre più e in realtà, atteso in diversi casi è ottenuto lo stesso risultato con le normali sedute di ipnosi clinica, la fenomenologia della relazione esorcista-esorcizzato è del tutto analoga a quella esistente nella coppia ipnotista-ipnotizzando, lì dove è lo status ipnotico di "maggiore attività" verso le istanze etero o autoindotte delle stesse aspettative del soggetto presunto posseduto a compiere il miracolo della "cacciata dei demoni della psiche", in una sorta di suggestionabilità circolare che lievita le stesse aspettative di ambedue i soggetti coinvolti. In questo caso il diavolo non c'entra. Il soggetto è miracolato in relatà dalla forza del più profondo sentimento di trionfo narcisistico sia pur intriso di volonà altruistica religiosa da parte dell'esorcista.
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