#ferdinando bruni
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Ritorno all'infanzia dell'Isola che non c'è: Peter Pank guida 3 adulti alla ricerca di bambini perduti e fate dispettose
Tgcom24 In viaggio verso l’Isola che non c’è Nel loro spettacolo, che come sottotitolo ha “Tutta la verità su Peter Pan”, Ferdinando Bruni e Francesco Frongia imbastiscono un viaggio verso “l’Isola che non c’è” a partire non dall’eterno bambino che nel nostro immaginario ha le sembianze del folletto vestito di verde dagli occhi birichini, ma da tra adulti che tornano piccini. Gli attori…
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Milano, presentata la nuova stagione del Teatro Elfo Puccini
Milano, presentata la nuova stagione del Teatro Elfo Puccini. Questa mattina c'è stata, a Milano, la conferenza stampa di presentazione della stagione 2023/2024 del Teatro Elfo Puccini. Alla presentazione ha partecipato l'assessore della Regione Lombardia alla Cultura, Francesca Caruso. "Il Teatro Elfo Puccini - ha detto - è un luogo che ha fatto la storia della scena milanese e lombarda e che oggi spegne le sue prime 50 candeline. Regione Lombardia è al fianco di questa istituzione che arricchisce l'offerta culturale lombarda". Opportunità per i giovani "Il cartellone della prossima stagione - ha proseguito l'assessore Caruso - pur non dimenticando le radici del Teatro propone un'offerta ricca e variegata che guarda al futuro. Ho apprezzato in particolare l'attenzione che l'Elfo Puccini rivolge ai giovani: gli spettacoli del progetto pensato per Elfo 50, 'Ricordare il Futuro', sono un'opportunità per dare voce ai giovani e alle loro potenzialità". Il dietro le quinte "Apprezzo molto - ha sottolineato Caruso - anche l'iniziativa che porta gli spettatori a scoprire il dietro le quinte del teatro: un'occasione per avvicinare una nuova tipologia di pubblico e far conoscere la storia di questo Teatro, una storia di apertura verso l'esterno e in particolare verso i giovani. Ringrazio Fiorenzo Grassi, anima del teatro oltre che direttore organizzativo e i direttori artistici, Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, per l'ottimo lavoro che continuano a svolgere". Read the full article
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Carla Bruni by Ferdinando Scianna, 1992
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Carla Bruni by Ferdinando Scianna, in St.Petersburg,Russia, for Vogue Germany 1992. Part 3.
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Carla Bruni by Ferdinando Scianna St.Petersburg, 1992
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Supermodel Carla Bruni in Saint Petersburg, Russia. Fashion Story by Ferdinando Scianna, 1992
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Verso Tebe. Variazioni su Edipo
Verso Tebe. Variazioni su Edipo
All’Elfo di Milano uno spettacolo sul mito greco dalla messinscena interessante. Ma dalla sostanza poco coinvolgente. (more…)
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#Edoardo Barbone#Ferdinando Bruni#Francesco Frongia#Mauro LamantiaMannias l#Recensione Verso Tebe. Variazioni su Edipo#Sofocle
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La Vie en Pose: Carla Bruni by Ferdinando Scianna, St.Petersburg, 1992
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CARLA BRUNI IN ST PETERSBURG BY FERDINANDO SCIANNA, 1992
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Carla Bruni by Ferdinando Scianna, St.Petersburg, 1992
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Carla Bruni by Ferdinando Scianna, 1992
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Carla Bruni by Ferdinando Scianna, in St.Petersburg,Russia, for Vogue Germany 1992. Part 2.
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“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”
Con le parole di Bertolt Brecht apriamo questo blog che, in occasione del giorno della memoria (Milano lo celebra con molte manifestazioni, spettacoli, mostre e testimonianze, sotto il titolo Milano è memoria. Senza memoria non c’è futuro), intende celebrare il grande drammaturgo e poeta tedesco e il suo impegno contro il nazismo.
Al Teatro dell’Elfo si rappresenta, fino all’11 febbraio, Mr Pùntila e il suo servo Matti, di cui Ferdinando Bruni (fondatore, insieme a Gabriele Salvatores, del Teatro Elfo Puccini) è traduttore, regista e attore. La pièce (1940), basata sul tema del doppio, che abbiamo già affrontato in diversi blog, racconta di un ricco possidente, normalmente di carattere tirannico e crudele, che sotto i fumi dell’alcol si trasforma in uno spirito mite e fraterno. Una variante farsesca de Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde, con tracce di Luci della città (da cui lo scrittore tedesco pare abbia tratto ispirazione), una metafora della società capitalistica, una feroce satira contro ogni tirannide. Le tematiche sono quelle consuete dell’autore: la dualità, come, per esempio, ne L’anima buona del Sezuan, la critica alla società e all’economia capitalistica (Santa Giovanna dei Macelli), la stigmatizzazione di ogni tipo di totalitarismo, come in La resistibile ascesa di Arturo Ui, il cui protagonista è chiaramente ispirato alla figura di Hitler.
Ecco uno dei suoi più famosi aforismi, vero apologo sull’egoismo umano, che ci ricorda gli ignavi della Divina Commedia, che durante la vita non hanno mai sprecato lacrime, sudore e sangue per nessuno e per nessuna causa, e all’inferno ’nvidiosi son d’ogne altra sorte:
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L’apice dell’impegno antimilitarista dello scrittore di Augusta sarà raggiunto dalle Poesie di Svendborg (1939), ma vogliamo ricordare anche una poesia di Montale dalla raccolta Bufera, dal titolo Primavera hitleriana. Nonostante la presunta dichiarazione di neutralità da parte dell’autore in quella poesia-manifesto tratta da Ossi di seppia, Non chiederci la parola, che si conclude con gli emblematici versi Codesto solo oggi possiamo dirti, / ciò che non siamo, ciò che non vogliamo, espressione della volontà di disimpegno del poeta, in Primavera hitleriana, scritta nel 1938, in occasione della visita di Hitler a Firenze, Montale sembra voler prendere decisa posizione contro l’indifferenza che diventa complicità e connivenza della popolazione di fronte al dramma che si sta vivendo e al presagio della guerra. Hitler è definito messo infernale, i bottegai, in un gesto di supino servilismo, chiudono i negozi per partecipare all’evento, alcuni mostravano già nelle vetrine cannoni e giocattoli di guerra: a questo punto più nessuno è incolpevole, nessuno può negare la propria responsabilità. Non dimentichiamo che Montale fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti.
Sul tema dell’olocausto vi consigliamo un libro di recente pubblicazione (2016), Io non mi chiamo Miriam di Majgull Axelsson, un thriller originale e coinvolgente. Miriam è il nome che la protagonista, una ragazzina rom, ha assunto da un cadavere, per avere un’opportunità di sopravvivenza, anche se questa significava il lager. “In occasione del suo ottantacinquesimo compleanno, essa sente l’esigenza di dire la verità. Io non mi chiamo Miriam parla ai nostri giorni di crescente sospetto verso l’'altro' interrogandosi sull’identità – etnica, culturale, ma soprattutto personale – e riuscendo a trasmettere la paura e la forza di una persona sola al mondo, costretta nel lager come per il resto della vita a tacere, fingere e stare all’erta, a soppesare ogni sguardo senza mai potersi fidare di nessuno, a soffocare i ricordi, i rimorsi, il dolore per gli affetti perduti.”
Vi proponiamo ancora un classico, Il silenzio del mare di Vercors, che dimostra come gli aguzzini non sempre siano dei mostri, ma è la guerra che li trasforma e li costringe ad essere diversi da come sono, magari anche contro la loro stessa volontà. In questo breve e godibilissimo romanzo (da cui è stato tratto uno splendido film del 1949) il protagonista, un ufficiale tedesco affascinante, educato e colto (particolarmente versato proprio nella cultura francese), si innamora della nipote del padrone di casa, costretto ad ospitarlo in un paesino della Francia occupata. La giovane non lo ricambierà neppure con uno sguardo, ma la dinamica dei rapporti che si creano tra queste quattro mura è descritta con grande passione e sensibilità. L’edizione Einaudi contiene la pregevole traduzione di Natalia Ginzburg.
Un’ultima suggestione: il recentissimo film di Simon Curtis, voluto dagli stessi produttori di Philomena, Woman in Gold, con Helen Mirren. La pellicola, tratta da una storia vera, racconta la vicenda di un’ebrea fuggita da Vienna proprio alla vigilia dell’arrivo dei nazisti, che saccheggiarono la sua casa trafugando un quadro di Klimt. Cinquant’anni dopo la donna intraprenderà un’azione legale per poter tornare in possesso del prezioso quadro, che dà il titolo al film.
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