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LA CINA RIESCE A BLOCCARE L’ESPANSIONE DEL SECONDO DESERTO DEL MONDO

La Grande Muraglia Verde è stata completata intorno al deserto del Taklimakan. La cintura di 30 milioni di ettari di alberi iniziata nel 1978 in Cina intorno al secondo deserto di sabbia più grande del mondo è stata portata a termine contribuendo a arrestare il processo di desertificazione e, in alcuni casi, ad invertirla riducendo la superficie complessiva del deserto del Gobi di 2.761 chilometri.
La piantumazione di alberi nell’arida zona nord-occidentale ha contribuito a portare la copertura forestale totale della Cina a oltre il 25%, rispetto al 10% circa del 1949, interrompendo l’inaridimento di estese aree e compensando quantità significative dell’impronta di carbonio del Paese. Il deserto del Taklimakan è il punto più lontano da un oceano sulla Terra ed è stato riforestato con alberi di pioppo del deserto, salice rosa, saxsaul e altre piante resistenti alla siccità. “Per adattarsi a diverse condizioni, durante il processo vengono impiegati tre metodi principali: controllo ingegneristico della sabbia, controllo fotovoltaico della sabbia e controllo biologico della sabbia”, ha affermato Deng Xiaobo, vicedirettore dell’ufficio forestale e dei pascoli di Hotan.
In alcune aree selezionate, grandi pannelli solari installati nelle zone desertiche generano elettricità, riducono la velocità del vento in superficie e diminuiscono l’erosione eolica stabilizzando il terreno. Il terreno sotto i pannelli solari è utilizzato per piantare colture resistenti alla siccità che aiutano a fissare la sabbia con il loro apparato radicale, ottenendo il triplice vantaggio di generare elettricità, aumentare il reddito agricolo e controllare la sabbia.
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Fonte: People’s Daily; foto di Julia Volk
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Viste le cose che si sentono in questi giorni, un "ripescaggio" dal 2019.
«La carica di anticipazione che, retrospettivamente, l’esperienza del confino a Ventotene sembra avere è la premessa di tutte le esagerazioni e gli stereotipi propagandistici fioriti intorno al cosiddetto Manifesto di Ventotene, scritto da Spinelli e Rossi sull’isola, nel 1941. Secondo questa vulgata, Ventotene fu la "culla dello spirito europeo" e, addirittura, il luogo di nascita dell’Unione europea. Si crede che il Manifesto di Ventotene – che non si chiamava nemmeno così, è una reintitolazione di molto posteriore – abbia squarciato i cieli e annunciato un tempo nuovo, quasi una scena da kolossal biblico.
In realtà, quando il manoscritto circolò sull’isola, in una parte molto minoritaria della comunità dei confinati (girò quasi solo tra giellisti e socialisti), non solo se lo filarono in pochissimi, ma tra quei pochissimi attirò – con buone ragioni – aspre critiche. Ne nacquero alterchi e divisioni, a tal punto che i suoi autori – ribattezzatisi "federalisti" – furono praticamente isolati e dovettero aprirsi una mensa per conto loro. Poi il manoscritto fu portato rocambolescamente in continente, grazie ad Ada Rossi e Ursula Hirschmann, ma nemmeno lì riuscì ad aggregare più di una minuscola cerchia di borghesi “illuminati”. Non si tratta di ingenerosità da parte mia, è un dato di fatto rilevato più volte anche dagli stessi federalisti.
Dopo la guerra, per decenni il testo rimase sconosciuto ai più. A lungo non fu nemmeno ripubblicato. Ha cominciato a tramutarsi in un livre de chevet da citare alla bisogna – e perlopiù a vanvera – all’incirca una ventina di anni fa, quando il vaporware della costruzione europea ha cominciato a sfumare e si sono rese visibili le magagne che conosciamo. L’ordoliberismo di Maastricht, del Trattato di Lisbona e della direttiva Bolkestein si è concretizzato in un’austerity da mattatoio, scatenando per reazione rigurgiti nazionalisti. Di fronte a tali rigurgiti c’era il bisogno di premere sul pedale del mito delle origini, un mito delle origini nobile, e così si è fatto di Spinelli un santino.
Naturalmente, una significativa parte di chi cita il Manifesto di Ventotene – soprattutto i politici – lo fa per sentito dire, non sa nemmeno cosa ci sia scritto. Stiamo parlando di un testo che, pur con tutte le sue criticità, come pezza d’appoggio dell’ordoliberismo non funziona granché bene. Ad esempio, prevede estese nazionalizzazioni. Ad ogni modo, il risultato è che se oggi dici "Ventotene" scatta il cliché: "Dove è nata l’Unione europea!". Tutta la potenza, la carica di anticipazione di una storia vasta, complessa e ricca di sfumature come quella del confino politico sull’isola viene ridotta a un europeismo bidimensionale e strumentale, e perciò ineluttabilmente impoverita.
Non mi sembra un caso che ciò sia avvenuto negli stessi anni in cui si picconava la memoria pubblica del movimento che Ventotene anticipò davvero, vale a dire la Resistenza.»
https://jacobinitalia.it/proletari-di-tutti-gli-universi-paralleli-unitevi/

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Necropoli della Banditaccia, Cerveteri
La necropoli della Banditaccia è una area funebre etrusca, afferente all'antica città di Caere, situata su un'altura tufacea a nord-ovest di Cerveteri, in provincia di Roma
La necropoli che si estende per circa 20 ettari, una delle più estese al mondo, ed è attraversata da una 'via sepolcrale lunga 2 chilometri, conserva centinaia di tumuli, dai più antichi del periodo villanoviano (IX secolo a.C.) alle più "recenti" del periodo ellenistico (II secolo a.C.); si stima che nell'area si trovino oltre 20.000 tombe a camera.
La sua origine va ricercata in un nucleo di tombe villanoviane nella località Cava della Pozzolana, e il nome "Banditaccia" deriva dal fatto che dalla fine dell'Ottocento la zona viene "bandita", cioè affittata tramite bando, dai proprietari terrieri di Cerveteri a favore della popolazione locale.
Le sepolture più antiche sono villanoviane (dal IX secolo a.C. all'VIII secolo a.C.), e sono caratterizzate dalla forma a pozzetto, dove venivano custodite le ceneri del defunto, o dalle fosse per l'inumazione.
Per «villanoviano» s'intende un sistema di consuetudini, un'espressione tipica di civiltà materiale dell'area che sarà storicamente etrusca. Tale termine è stato variamente utilizzato con significato etnico, cronologico e riduttivamente legato al rituale funerario. Spesso e anche di recente, soprattutto nella diatriba riguardante le origini degli Etruschi, ma non solo, i Villanoviani sono stati contrapposti agli Etruschi. Un popolo di Villanoviani non è mai esistito.
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" Anzitutto, gli eventi cileni estendono la consapevolezza, contro ogni illusione, che i caratteri dell’imperialismo, e di quello nord-americano in particolare, restano la sopraffazione e la jugulazione economica e politica, lo spirito di aggressione e di conquista, la tendenza a opprimere i popoli e a privarli della loro indipendenza, libertà e unità ogni qualvolta le circostanze concrete e i rapporti di forza lo consentano. In secondo luogo, gli avvenimenti in Cile mettono in piena evidenza chi sono e dove stanno nei paesi del cosiddetto «mondo libero», i nemici della democrazia. L’opinione pubblica di questi paesi, bombardata da anni e da decenni da una propaganda che addita nel movimento operaio, nei socialisti e nei comunisti i nemici della democrazia, ha oggi davanti a sé una nuova lampante prova che le classi dominanti borghesi e i partiti che le rappresentano o se ne lasciano asservire, sono pronti a distruggere ogni libertà e a calpestare ogni diritto civile e ogni principio umano quando sono colpiti o minacciati i propri privilegi e il proprio potere.
Compito dei comunisti e di tutti i combattenti per la causa del progresso democratico e della liberazione dei popoli è di far leva sulla più diffusa consapevolezza di queste verità per richiamare la vigile attenzione di tutti sui percoli che l’imperialismo e le classi dominanti borghesi fanno correre alla libertà dei popoli e all’indipendenza delle nazioni, e per sviluppare in masse sempre più estese l’impegno democratico e rivoluzionario per modificare ulteriormente, nel mondo e in ogni paese, i rapporti di forza a vantaggio delle classi lavoratrici, dei movimenti di liberazione nazionale e di tutto lo schieramento democratico e antimperialistico. Gli avvenimenti del Cile possono e devono suscitare, insieme a un possente e duraturo movimento di solidarietà con quel popolo, un più generale risveglio delle coscienze democratiche, e soprattutto un’azione per l’entrata in campo di nuove forze disposte a lottare concretamente contro l’imperialismo e contro la reazione. "
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Brano tratto da Imperialismo e Coesistenza alla luce dei fatti cileni, articolo di Enrico Berlinguer pubblicato il 28 settembre 1973 su Rinascita, periodico politico-culturale del Partito Comunista Italiano.
#Enrico Berlinguer#Salvador Allende#Augusto Pinochet#Cile#imperialismo americano#Richard Nixon#Henry Kissinger#America Latina#Plan Cóndor#XX secolo#Operation Condor#Operação Condor#CIA#democrazia#socialismo#dittatura#golpe#guerra fredda#rivoluzione#Compromesso Storico#Aldo Moro#PCI#Democrazia Cristiana#Prima Repubblica#Palacio de La Moneda#anni '70#Partito Comunista Italiano#America meridionale#dittature militari#DINA
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Abbattere e seppellire alberi per fermare il cambiamento climatico: l’idea di una startup sostenuta da Bill Gates
Un anno fa Merritt Jenkins si è trasferito da Boston a Twain Harte, in California, ai piedi della Sierra Nevada. Un mattiino si dirige verso un bosco di dieci acri nella Stanislaus National Forest. Qui la sua startup, Kodama Systems, sta perfezionando la sua macchina per la raccolta del legname, che pesa 17 tonnellate ed è lunga 7metri e mezzo. I taglialegna usano macchine del genere, per prendere tonnellate di alberi tagliati e detriti e trascinarle fuori dal bosco. La versione di Kodama è progettata per svolgere questo compito anche di notte, con meno persone, grazie a connessioni satellitari e camere avanzate a lidar (light detection and raging), le stesse utilizzate sulle auto a guida autonoma, per monitorare il lavoro da remoto. Non è facile. “Gli alberi hanno molte texture diverse”, dice Jenkins, 35 anni. “Ogni 3 metri il cammino è leggermente diverso”. Ma tagliare legna nell’oscurità non è la parte più intrigante dei programmi di Kodama, che ha raccolto 6,6 milioni di $ di finanziamenti dalla Breakthrough Energy di Bill Gates e da altri. Dopo avere tagliato gli alberi, Jenkins vuole seppellirli per contribuire a rallentare il cambiamento climatico e raccogliere compensazioni di carbonio che potrà poi vendere (e forse, un giorno, anche crediti d’imposta). L'idea è quella di piantare alberi per assorbire la CO2 dall’aria e poi vendere i crediti alle aziende, ai proprietari di jet privati o a chiunque altro abbia bisogno o voglia compensare le sue emissioni. Gli scienziati, però, sostengono che anche seppellirli possa ridurre il riscaldamento globale. Soprattutto nel caso di alberi che finirebbero altrimenti per bruciare o decomporsi, disperdendo nell’aria il carbonio che hanno immagazzinato. I giganteschi incendi divampati in California nel 2020 hanno evidenziato i rischi per l’aria, le proprietà e la vita posti dalle foreste troppo estese. “I cieli arancioni di San Francisco hanno rappresentato un punto di svolta”, afferma Jimmy Voorhis, head of biomass utilization and policy di Kodama. “Ora queste storie hanno un’eco diversa. L’allarme suona ancora più forte quest’anno, dopo che gli incendi in Canada hanno messo a rischio l’aria di New York, Washington e Chicago. Per affrontare il problema, lo Us Forest Service intende tagliare 70 milioni di acri delle foreste occidentali, soprattutto in California, nei prossimi 10 anni. In questo modo estrarrà più di un miliardo di tonnellate di biomassa secca. È consuetudine, dopo un disboscamento del genere, che i tronchi di dimensioni tali da essere di interesse commerciale finiscano alle segherie, mentre il resto viene in gran parte accatastato e bruciato in condizioni controllate. Kodama, invece, vuole seppellire gli avanzi in vasche di terra progettate per mantenere condizioni asciutte e senza ossigeno e proteggere il legno dalla putrefazione o dalla combustione. Oltre ai fondi raccolti da venture capital, Kodama ha già ricevuto sovvenzioni per 1,1 milioni di dollari dall’agenzia californiana che si occupa degli incendi boschivi. Altri si sono già impegnati ad acquistare i crediti di carbonio legati alle prime 400 tonnellate di alberi seppellite. Sul mercato, quei crediti dovrebbero fruttare 200 $ a tonnellata. Kodama conta di arrivare ad abbattere e seppellire più di 5000 tonnellate di alberi all’anno. L’idea di seppellire gli alberi sembra semplice e poco tecnologica, soprattutto se paragonata alle complesse tecnologie per la cattura del carbonio che vengono sviluppate per estrarre la CO2 dall’aria. Grazie all’Inflation Reduction Act approvato dai DEM nel 2022, società come Occidental Petroleum ed ExxonMobil potrebbero beneficiare di 85 $ di crediti d’imposta per ogni tonnellata di CO2 se riusciranno a perfezionare i sistemi per aspirare il gas direttamente dall’aria e trasferirlo tramite condutture, per poi iniettarlo nel sottosuolo. La legge incentiva alcuni di questi progetti con crediti d’imposta pari al 30% o più del capitale iniziale investito.
https://forbes.it/2023/08/04/kodama-systems-startup-abbatte-alberi-salvare-clima/
Non ho parole per commentare, se non che basta piantare nuovi alberi. Ma evidente non rende così tanto
https://www.science.org/doi/10.1126/science.aax0848
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Contrastare l'ignoranza diffusa dagli Eshperti Eco Mainstream - in realtà reazionari passatisti decrescisti - con esempi.
Le città s'allagano sempre più frequentemente non tanto perché piove (non di più ma tutto assieme - cosa vera) ma soprattutto perché esse sono sempre più estese, quindi c'é sempre più terreno impermeabilizzato che amplifica la velocità e i danni dell'acqua.
Aggiungi la fuga dai campi quindi l'assenza di manutenzione di pendii canali e torrenti a monte (anche per via della diffusione sul territorio di assessori verde ignoranza che la manutenzione non s'ha da fare, così risparmiano per costruir piste ciclabili ... ASFALTATE), e l'equazione tutta emiliana del rischio è completa, SENZA BISOGNO DI FARNETICARE DI CAMBIAMENTI CLIMATICI.
In Svezia alcune città han deciso di usare i parchi pubblici, dal suolo non asfaltato non cementificato molto permeabile, come eventuali "sfoghi" in caso di precipitazioni intense. Ne stanno ABBASSANDO il livello del terreno di un metro, un metro e mezzo allo scopo. Non serve altro, poi ci penserà la fisica.
Non è difficile: basta non aver in giro assessori (che si credono) tanto Eco ma è solo l'eco che rimbomba nelle loro teste vuote, neh Sala?
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QUANDO NOSTRO PADRE COMINCIA A MORIRE
Quando il padre invecchia e comincia a trotterellare come se fosse nella nebbia. Lento, lento, impreciso.
È quando uno dei genitori che ti teneva stretta la mano quando eri piccolo non vuole più restare solo. È quando il padre, un tempo fermo e insormontabile, si indebolisce e fa due respiri prima di alzarsi dal suo posto.
È quando il padre, che un tempo aveva comandato e ordinato, oggi non fa altro che sospirare, solo gemere, e cerca dove siano la porta e la finestra: ogni corridoio è ormai lontano.
È quando un genitore precedentemente volenteroso e laborioso non riesce a indossare i propri vestiti e non ricorda i farmaci che ha preso. E noi, da bambini, non faremo altro che accettare di essere responsabili di quella vita. Quella vita che ci ha dato i natali dipende dalla nostra vita per morire in pace.
Forse la vecchiaia del padre e della madre è curiosamente l'ultima gravidanza. Il nostro ultimo insegnamento. Un'opportunità per ricambiare la cura e l'amore che ci hanno donato per decenni. E proprio come abbiamo adattato la nostra casa per prenderci cura dei nostri bambini, bloccando le prese della luce e montando dei box, ora cambieremo la distribuzione dei mobili per i nostri genitori.
La prima trasformazione avviene nel bagno.
Saremo i genitori dei nostri genitori che ora metteranno una sbarra sotto la doccia. Il bar è emblematico. Il bar è simbolico. La sbarra inaugura il “detemperamento delle acque”. Perché la doccia, semplice e rinfrescante, è ormai una tempesta per i vecchi piedi dei nostri protettori. Non possiamo lasciarli per nessun momento.
La casa di chi si prende cura dei propri genitori avrà dei rinforzi ai muri. E le nostre braccia saranno estese sotto forma di ringhiere. Invecchiare è camminare aggrappandosi agli oggetti, invecchiare è anche salire le scale senza gradini. Saremo estranei a casa nostra. Osserveremo ogni dettaglio con paura e ignoranza, con dubbio e preoccupazione. Saremo architetti, designer, ingegneri frustrati. Come non prevedere che i nostri genitori si sarebbero ammalati e avrebbero avuto bisogno di noi?
Rimpiangeremo i divani, le statue e la scala a chiocciola. Rimpiangeremo tutti gli ostacoli e il tappeto. E a nostro padre si saluta un po' tutti i giorni...
Un uomo di nome José accompagnò suo padre fino ai suoi ultimi minuti.
In ospedale, l'infermiera stava facendo la manovra per spostarlo dal letto alla barella, cercando di cambiare le lenzuola quando José gridò dal suo posto: - Lascia che ti aiuti! - . Raccolse le forze e prese suo padre sulle ginocchia per la prima volta.
Appoggiò il volto di suo padre al petto. Ha messo sulle sue spalle il padre consumato dal cancro: piccolo, rugoso, fragile, tremante. Rimase abbracciato a lungo, il tempo equivalente alla sua infanzia, il tempo equivalente alla sua adolescenza, un tempo bello, un tempo infinito.
Dondolando suo padre da una parte all'altra.
Accarezzare suo padre.
Calmare suo padre.
E gli disse sottovoce:
- SONO QUI, PAPÀ!
Ciò che un padre vuole sentire alla fine della sua vita è che suo figlio è "lì" per dirgli... Vacci piano. Ti diamo il permesso, non preoccuparti... Andrà tutto bene! 🙏🏽
Queste meraviglioso testo lo aveva trovato anni fa. Dopo la morte del mio padre. Non ho potuto arrivare in tempo prima che lui mancase.
Grazie papà ovunque la nel spazio infinito sta te e tutti mie antenati. Mi manchi.
Xiukiauitzincheko Escandon
Nagual Sciamano dell’anima
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LE BARRIERE CORALLINE DEL MONDO SONO PIÙ ESTESE DEL PREVISTO

Un nuovo studio ha rivelato che la superficie sottomarina ricoperta da barriere coralline è grande il doppio rispetto alle stime precedenti e corrisponde a un’area di 348.000 chilometri quadrati nelle acque poco profonde degli oceani.
Le mappe degli ecosistemi marini mettono in evidenza molte attività scientifiche e di conservazione ma, fino a tempi recenti, nessuna carta ad alta risoluzione delle barriere mondiali era disponibile per l’esame della comunità scientifica. Oggi grazie ai rilevamenti satellitari, un team di ricercatori dell’Università del Queensland in Australia ha analizzato 1,5 milioni di campioni di addestramento per implementare oltre 100 bilioni di pixel di immagini, ottenendo così una mappatura dettagliata delle barriere coralline di tutto il mondo.
Le barriere coralline ospitano un quarto della vita sottomarina mondiale e contribuiscono al sostentamento di milioni di persone, soprattutto nelle aree tropicali. Sebbene siano sistemi fragili, minacciati da inquinamento, sovrapesca e sviluppo costiero, esse rappresentano una protezione delle coste da erosione e tempeste, contribuendo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Perciò una delle domande di maggiore interesse che la comunità scientifica si pone è quanti coralli siano effettivamente presenti sotto la superficie del mare. Le mappe realizzate dall’Università del Queensland, liberamente accessibili tramite l’Atlante Allen Coral e il motore di ricerca Google Earth, vengono ora utilizzate da migliaia di ricercatori per migliorare la gestione e la conservazione sugli ecosistemi corallini mondiali.
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Fonte: Science Direct; foto di VisaVietnam
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1980s Fashion Print
Marnie Fogg
Batsford, London 2009, 22x22cm, 192 pages, ISBN 97819063888416
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
This title features hundreds of prints from this key decade of fashion design. This is a unique sourcebook for designers and students. It is ideal for the 1980s revival in fashion design and print. It contains exclusive illustrations and original artwork of print design. A sourcebook of 1980s fashion print, this edition showcases prints from a design period that is having a major revival. Covering the whole of this decade of excess, the book includes prints that were, for the first time, produced completely by fashion fabric designers (not the interior print designers of earlier eras). The creativity of the period is given full expression in this sourcebook of hundreds of designs that make it an essential for contemporary designers and students. The book contains exclusive illustrations and original artwork from designers as well as finished prints. Each short chapter introduction is followed by illustrations with captions to give provenance and relevance.
Neon accecanti, fiori esotici della giungla urbana, surf ad alta tensione e motivi per lo skateboard: devono essere gli anni '80, di nuovo! Questo divertente libro di fonti di moda cattura l'energia abbagliante di quell'era di eccessi con una favolosa serie di stampe, tutte prodotte da designer di tessuti di moda e non da designer di interni. Coprendo il decennio nella sua interezza, dà piena espressione alla creatività di quel periodo con centinaia di disegni, illustrazioni estese, opere d'arte originali e stampe finite.
04/10/24
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Tens alguna recomanació de llibres sobre història de Catalunya??
Los pobles dels rius (2023) de David Garcia Rubert, un arqueòleg a qui admiro molt. És un llibre divulgatiu preciós sobre la cultura que vivia a la zona de les terres de l'Ebre, el Sénia, l'Algars, el Matarranya, el Guadalop i el Bergantes durant la primera edat del ferro (segles VIII-VI aC), és a dir, abans dels ibers. És una cultura molt poc coneguda pel públic general però súper interessant, i el llibre ho mostra tot amb imatges de les troballes arqueològiques d'on surt la informació que es dona. Totes les seccions també van acompanyades d'unes il·lustracions a tot color que mostren com era el jaciment o el tema del que s'està parlant.
Pirates, bandolers i bruixes (2004) d'Agustí Alcoberro, un altre cop un historiador a qui admiro molt, si us interessa l'època moderna a Catalunya n'ha escrit molt. Aquest és un del seus llibres de divulgació que tracta, doncs, del que diu al títol haha. Tres elements que van marcar moltíssim la vida a la Catalunya dels segles XVI i XVII. Seguint amb el tema de la bruixeria, també de l'Alcoberro Judici a una bruixa catalana. La història de l'Anna Boixadors i la persecució de les dones al segle XVII (2022). Si voleu més sobre bruixeria, el Pau Castells també ho ha treballat molt.
Dos llibres divulgatius d'edat contemporània de l'Assumpta Montellà que segurament conegueu perquè al seu moment se'n va parlar molt: La maternitat d'Elna (2005), sobre la institució que va fundar una infermera suïssa per ajudar a les dones embarassades que hi havia als camps de refugiats de Catalunya Nord, on tancaven els refugiats i exiliats de la Guerra Civil qua creuaven la frontera, i El silenci dels telers: ser dona a les colònies tèxtils catalanes (2012), sobre les dones i nenes que treballaven a les colònies tèxtils des de l'inici de la industrialització fins a finals del segle XX.
Un clàssic: Els catalans als camps nazis (1977) de Montserrat Roig. Explica què van viure els deportats dels Països Catalans als camps de concentració i d'extermini nazis.
Per una visió més global de tota la història: Història mundial de Catalunya (2018) i Vides catalanes que han fet història (2020), coordinats per Borja de Riquer.
Pseudohistòria sobre Catalunya. De l'espanyolisme a la Nova Història (2020), escrit per varis historiadors coordinat per Vicent Baydal i Cristian Palomo. El que diu el títol, refuta les "fake news" més esteses sobre la història de Catalunya amb rigor historiogràfic.
A part de llibres, també recomano moltíssim la revista Sàpiens.
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Il minareto con la meridiana

La moschea Muhaşşi Sinan è una importante moschea facente parte del patrimonio storico e culturale di Beykoz. Muhaşşi Sinan Efendi é stato un importante studioso ottomano del XVI secolo. Ha svolto anche il ruolo di Kazasker dell'Anatolia. Il Kazasker originariamente, era responsabile di risolvere le dispute legali tra i soldati. Successivamente, il ruolo si estese a includere anche la giustizia civile. Nell'ambito dell'amministrazione ottomana, viene spesso considerato secondo solo alla figura del Gran Visir. La moschea venne costruita nel 1574 e si distingue per il suo minareto, l'unico del genere in tutto il mondo. Invece del classico alem (la mezzaluna) sulla sommità del minareto è posta una meridiana. La scelta di installare un orologio solare rifletteva l'interesse dello studioso per l'astronomia e la misurazione del tempo.



Ad Istanbul esiste un'altro minareto unico nel suo genere e si trova ad Eyüp. Il minareto della moschea Defterdar presenta un calamaio ed una penna. Chi aveva commissionata lo moschea era Mahmut Çelebi, ministro delle Finanze (Defterdar) durante il regno di Solimano il Magnifico e famoso calligrafo. La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
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La Greta oto, nota anche come farfalla ali di vetro, ha ali quasi perfettamente trasparenti, che le consentono di mimetizzarsi senza ricorrere a colorazioni estese.
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D’accordo, amore.
Espungiamo dal testo perle d’acqua
su petali, le frange estese,
le bolle schiuma.
Le cose lietamente necessarie.
Togliamo anche
l’acqua l’aria il pane.
Giunti all’osso buttiamo
fuori dalla vita
l’osso, l’anima,
per credere alla tua
tabula che mai
avrà l’icona,
l’idolo,
la cara calamita?
Bartolo Cattafi, Tabula rasa, da L'osso, l'anima
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SENSI DELL’ARTE - di Gianpiero Menniti
IL TEMPO DEL RITORNO
Quelli dell'arte sono racconti brevi che racchiudono parole estese. Indicano "storie" e non descrivono oggetti. S'ispirano alla distinzione, chiarita da Dilthey, tra le scienze della natura e le scienze dello spirito: le prime penetrano la materia e la classificano, ma nulla affermano sulla storia di un oggetto. Lo spirito, inteso come rappresentazione culturale, atto di "coscienze", è invece l'effetto di una vicenda che incrocia l'umano e da questo si lascia connotare. La passione antiquaria propone un esempio di questa percezione dell'oggetto: il nuovo non possiede una storia, l'antico la evoca. Solo così può essere compreso il "tempo vissuto" di Bergson e il suo rapporto con la libertà: le relazioni causali perdono il peso della necessità e muovono da infinite e incoercibili possibilità. Nel corso del "secolo lungo", l'espressione artistica s'è assunta il ruolo di richiamo a questo statuto ontologico delle "cose" e di rifiuto d'ogni forma canonica, per rivendicare la differenza dal paradigma d'inclusione nell'ordine delle scienze di natura. Giorgio de Chirico (1888 - 1978) ha declinato questo sentimento di rivalsa in tutte le sue opere, animandole di silenzi. Una di queste, "I progetti della fanciulla", 1915, oggi al MoMA di New York, è l'apparire di sogni, di aneliti, di speranze, di pensieri, assorbiti negli oggetti della vita. Questi divengono coscienza e formano il tempo del ritorno. Il tempo circolare che segna la verità delle "cose".
#thegianpieromennitipolis#arte#arte contemporanea#arte italiana#giorgio de chirico#dilthey#henri bergson
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I "Mari della Luna" (in latino Maria, singolare Mare) sono ampie pianure basaltiche scure sulla superficie lunare, formate da antiche eruzioni vulcaniche. Non sono veri mari pieni d'acqua, ma furono chiamati così dagli astronomi antichi perché sembravano distese marine osservandole dalla Terra.
Ecco i principali Mari della Luna:
🌑 Mari sul lato visibile della Luna
Mare Imbrium (Mare delle Piogge) – Uno dei più grandi e visibili.
Mare Serenitatis (Mare della Serenità)
Mare Tranquillitatis (Mare della Tranquillità) – Qui è atterrato l’Apollo 11.
Mare Crisium (Mare delle Crisi)
Mare Fecunditatis (Mare della Fecondità)
Mare Nectaris (Mare del Nettare)
Mare Nubium (Mare delle Nubi)
Mare Humorum (Mare dell’Umidità)
Mare Frigoris (Mare del Freddo)
Mare Vaporum (Mare dei Vapori)
🌓 Altri mari e formazioni simili:
Oceanus Procellarum (Oceano delle Tempeste) – Non è un "mare" ma una vasta regione basaltica, la più grande.
Lacus (laghi), Sinus (golfi), e Palus (paludi) – Altri nomi poetici dati a regioni più piccole.
✨ Curiosità: Questi nomi furono dati nel XVII secolo da astronomi come Giovanni Battista Riccioli, e riflettono una visione romantica del cielo.
I Lacus sono piccole pianure basaltiche simili ai Maria, ma di dimensioni inferiori. Ecco i più noti:
Lacus Somniorum. Lago dei Sogni, nome adottato ufficialmente dalla IAU nel 1935. Il più grande tra i Lacus, vicino al Mare Serenitatis. Nome poetico e onirico.
Lacus Mortis. Lago della Morte, nome adottato ufficialmente dalla IAU nel 1935. Situato a nord-est del Mare Serenitatis. Nome cupo, probabilmente per la sua apparenza scura.
Lacus Felicitatis. Lago della Felicità. Piccolo lacus vicino al Mare Vaporum. Nome positivo, parte della simbologia contrastante.
Lacus Doloris. Lago del Dolore,nome adottato ufficialmente dalla IAU nel 1976. A sud del Mare Tranquillitatis. Insieme al "Lago della Felicità" crea un contrasto emotivo.
Lacus Gaudii. Lago della Gioia. Nome gioioso, probabilmente scelto per bilanciare altri nomi più cupi.
Lacus Temporis. Lago del Tempo, nome adottato ufficialmente dalla IAU nel 1976. Situato vicino al bordo nord della Luna. Nome suggestivo, forse legato alla ciclicità lunare.
Lacus Autumni. Lago dell’Autunno. Nome stagionale e poetico. Raro e meno noto.
Lacus Veris. Lago della Primavera, nome adottato ufficialmente dalla IAU nel 1970. Anch'esso legato alla simbologia delle stagioni.
🌒 SINUS – Golfi lunari
I Sinus sono propaggini o estensioni più piccole dei Maria, come insenature nel mare.
Sinus Iridum. Golfo degli Arcobaleni. Uno dei più belli e distintivi, annesso al Mare Imbrium. Ha forma semicircolare ed è molto fotografato.
Sinus Medii. Golfo del Centro. Si trova vicino al centro visibile della Luna. Usato come punto di riferimento per la cartografia lunare.
Sinus Aestuum. Golfo del Calore. Collegato al Mare Vaporum. Il nome evoca il calore e il vapore, in linea con le credenze antiche.
Sinus Roris. Golfo della Rugiada. A nord del Mare Humorum. Nome poetico e delicato.
Sinus Successus. Golfo del Successo. Vicino al Mare Fecunditatis. Nome ottimista, parte della visione simbolica lunare.
Le Palūs (dal latino palus, cioè “palude”) sono regioni più piccole e meno estese rispetto ai Maria sulla superficie lunare. Anche se non sono vere paludi, gli astronomi antichi le chiamarono così per la loro apparenza scura e irregolare.
Ecco le principali Palūs (Paludi) della Luna:
🌘 Elenco delle Palus lunari:
Palus Putredinis – Palude della Putredine
Situata vicino al Mare Imbrium e al Mare Serenitatis
Nome piuttosto macabro! Ma era in linea con la nomenclatura poetica dell'epoca.
Palus Epidemiarum – Palude delle Epidemie
A sud-ovest del Mare Nubium
Anche questo nome evoca immagini drammatiche, ma non c'entra nulla con malattie reali.
Palus Somni – Palude del Sonno
A est del Mare Tranquillitatis
Nome più delicato e sognante.
🧐 Curiosità:
Questi nomi furono assegnati principalmente nel XVII secolo da Giovanni Battista Riccioli, che cercava di creare una mappa poetica e simbolica della Luna.
Le "paludi" sono aree basaltiche più piccole e meno profonde rispetto ai Maria, spesso associate a crateri o zone di transizione.
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