#esaltare
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Creatività
“Usa nessun modo come un modo, usa nessuna limitazione come limitazione.”
Non porti dei limiti. Anche se un maestro ti dice che qualcosa è impossibile, non significa che lo sia. Sii creativo, cerca soluzioni alternative.
Ascolta te stesso e fai ciò che ti esalta.”
— Bruce Lee
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ESALTARE IL RUOLO DELLA DONNA
ESALTARE IL RUOLO DELLA DONNA
di Valentina Carnelli Cosa c’è di più bello e gratificante per una donna del prendersi cura del proprio uomo? Sostenerlo nella battaglia, alleviare le sue fatiche, nutrirlo fisicamente ed emotivamente. Cosa c’è di degradante nel cucinare per lui, nello stirargli le camicie, nel fargli trovare in casa un luogo caldo e accogliente dove non deve difendersi? Perché credono che il modo migliore di…
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Avete veramente rotto il cazzo!
Fateci caso, se aprite i giornali, ci si sono messi pure i vescovi a raccontare fregnacce su st’ultima cena dell’inaugurazione dell’olimpiade! Non bastavano i sobillatori di cretini, non bastava una stampa imbarazzante e dei politici altrettanto inguardabili che nascondono fatti, problemi e disastri che non riescono a risolvere, non bastavano.
Adesso hanno tirato fuori l’ennesima boutade quotidiana, per di più in uno stato laico, guardando quello che hanno organizzato altri e che noi abbiamo rifiutato di fare, anzi, pure di provarci!
E questo mentre il mondo va letteralmente a rotoli.
Non basta quello che viviamo giornalmente, che siamo ostaggio di prepotenti e evasori, non basta che da noi muoiano 3 lavoratori al giorno, 1 donna ogni tre giorni per “troppo amore”, che ci mettono sotto infrazione per debito, che stiamo sempre con 5 milioni di processi pendenti su 60 milioni di italiani, che perdiamo il 40% dell’acqua che immettiamo in rete dagli anni 80 o che soffriamo di siccità, di degrado, di disperazione!
No! Non basta.
Non basta che abbiamo trasporti, sanità e scuola al collasso, no, non basta che siamo talmente rassegnati che nemmeno denunciamo più.
No, ci dobbiamo smazzare ogni giorno ogni genere di insulto all’intelligenza.
Alla dignità.
Alla logica.
E in un paese normale, tutte quelle dichiarazioni per imbecilli, una stampa normale, non le avrebbe nemmeno cagate.
Una stampa normale, li avrebbe ignorati questi sacerdoti del nulla che ci raccontano di insulti alla cristianità. Gente che riesce solo vomitare slogan, e che invece dovrebbe risolvere problemi che non risolve da 30 anni, va semplicemente ignorata.
Invece esaltando la dichiarazione, riportandola, sottolineandola, si apre un dibattito sull’imbecillità e un substrato di analfabeti incapace di capire la realtà (che è là fuori!) assume questi guru dell'inutile come necessari, come esempi da emulare.
E la stampa non fa altro che esaltare ciò di cui non abbiamo bisogno.
Perché se la politica è evitare di far capire alla gente quello che gli interessa davvero, la stampa di oggi sta letteralmente invadendo la nostra percezione con valanghe di stronzate che prendiamo come cose serie mentre le cose serie vengono cancellate dal rumore di fondo di una infodemia per beoti.
Mentre poi se distruggono un popolo, se uccidiamo nell’indifferenza decine di migliaia di bambini, se applaudiamo un criminale al congresso, se piovono 412 mm di pioggia in 24 ore o se il mondo non è in grado di produrre cibo, ce ne fottiamo.
Perché il nostro compito oggi è esaltare dei cretini e far si che un oceano di imbecilli (che li adorano) possano scornarsi sull'inutile e alimentare odio latente.
Quando oggi, di tutto avremmo bisogno... meno che di quello.
BASTA!
La foto è la vincitrice del concorso World Press Photo 2024. E’ la foto dell’anno.
Mentre parliamo di uno che non sa nemmeno se c’era prima Galileo o Colombo.
@BrunoPagnanelli
Photo credit: Mohammed Salem, Reuters.
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"CON GIORGIA..." ecco lo slogan della Meloni che campeggia sui manifesti per queste europee2024. Premesso che io non voterei mai nessun candidato, di dx o sx, che chiede un voto e poi non onora quella poltrona; insomma, le candidature "raccatta voti" mi fanno schifo per principio, una truffa. In piu', non voterei nessun candidato che si presenta in questo modo. Giorgia? e che sei mia sorella? una mia amica? Amica degli italiani? Mi fa pensare a quei genitori che dicono, fieri, che loro sono amici dei figli. Un genitore amico di un figlio? Ma possibile esistono adulti con queste idee? Scusate se lo dico ma io per certi genitori provo pena e compassione. Significa non sapere niente dei compiti di un genitore. Un genitore deve educare, indirizzare, lodare o richiamare suo figlio. Insegnargli cio' che che si puo' fare e cosa no. Un genitore e' insegnante di regole, non deve star li a dar di gomito ai figli come fanno i complici. In genere gli amici sono quelli che coprono, giustificano, spendono anche qualche bugia pur di aiutare l'amico. Quelli che ti fanno copiare il compito se sei in difficolta', quelli con cui marini la scuola, quelli a cui racconti nei particolari le prime esperienze auto-erotiche o quelle vere. L'amicizia prevede indipendenza e autonomia di entrambi. L'elemento che più di tutti contraddistingue l'amicizia, infatti, è il suo essere un rapporto alla pari e, essere alla pari vuol dire che uno dei due non ha prerogative di responsabilità sull'altro. Un genitore senza responsabilita'? 🤯🤯
"CON GIORGIA.." Cara Giorgia Meloni, lei e' la presidente del Consiglio di un grande Paese e il suo compito non e' quello di essere amica degli Italiani ma quello di guidare, di fare cose buone per il bene di tutti. Dovrebbe esaltare i giusti e gli onesti e tirare le orecchie a malandrini ed evasori. Dovrebbe elogiare chi si impegna a migliorare questo Paese e bastonare mafiosi, camorristi, delinquenti, politici ladri e corrotti. insomma, dovrebbe governare questo Paese con disciplina e onore, come dice la Costituzione. Poi, certamente, milioni di italiani saranno felici di votare "l'amica Giorgia". Non io, di certo non io. @ilpianistasultetto
aspettando manifesti.. " Con Elly..." , "Con Matteo...", Con Carlo.." "Con Antonio.."..
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Non innamoratevi mai di una donna che ama e conosce i cani. Lei è pazza.
Lei crede nell’amore vero.
Crede che tornando da lavoro ci sia qualcuno che nonostante la giornata pesante sia lì, ad aspettarla per baciarla.
Crede che un buon piatto o una passeggiata all’aperto possa rendere felice.
Crede fermamente che come i lupi, il suo compagno possa amare veramente per tutta la vita.
Lei, stupidamente, ama ascoltare infiniti silenzi.
Ti insegnerà come trovare la felicità in una carezza. Come esaltare la semplicità delle piccole cose. Come la vita quando c’è un branco affiattato possa anche piegarti, ma non riuscirà mai a spezzarti.
Lei crede che la fedeltà non sia un dovere, ma una cosa naturale.
Non innamorati mai di una donna che ama i cani.
Sa capire prima che tu glielo dica se c’è qualcosa che non va.
Scopre cose che neanche tu sapevi proprio come un segugio.
Sa essere dolce come un cucciolo ma combattiva come un lupo.
Lei ha scoperto cose dai cani che aveva letto solo nelle favole e pretende di ritrovarle in te.
Quindi se non ne sei all’altezza non entrare mai a far parte della sua vita.
Sa perdonare ma non riesce a dimenticare. E se ti ci innamori, sappi che sei fottuto, perché potrai provare a dimenticarla, ma continuerai a cercarla negli occhi di tutte le altre.
Non innamorati di una donna che conosce i cani, ti mancheranno i suoi silenzi, i suoi danni, ti mancherà la sua presenza fatta di piccoli gesti. Dei più insensati. Perché l’amore di un cane è la perfezione, e lei, cercherà di trovarlo. Ma senza ombra di dubbio, sarà in grado di donarlo.
autore sconosciuto
(verissimo ❤️)
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Pesce alla messinese
La felicità è nella semplicità. In tanti ti diranno il contrario e inneggeranno con una dialettica baroccheggiante al superfluo e all’inutile. Ma tu non credergli e vivi dei tuoi sogni e con poco soddisfa i tuoi bisogni. Ad esempio se hai dei filetti di branzino o di orata, basta cucinarli in modo semplice per gustarne la bontà, il sapore marino, la delicatezza creatasi negli abissi. Se non vuoi mangiarli semplicemente arrosto o in bianco, basta che prepari un misto di pan grattato e di formaggio. Già qui un piccolo segreto perché per unire nel gusto e nella preparazione questi due elementi ne occorre un preziosissimo terzo che è l’olio. L’olio evita che la mollica diventi troppo arida e secca e permette al formaggio di esaltare il proprio gusto. Aggiungi a questo impasto i capperi tagliati fini e il prezzemolo tritato. Mi meraviglio sempre del prezzemolo, che ha una chimica che può diventare cattiva, ma che nelle pietanze semplici non solo porta il suo profumo ma con il suo amaro esalta le altre erbe e le carni delicate. Cospargi i filetti con questo impasto e coprili per bene. Se vuoi personalizzare l’impasto puoi aggiungere del peperoncino tritato anche se il cuore del piatto è il gusto semplice del pesce avvolto nel velluto dell’impasto. Una nota troppo forte o una dominante piccantezza potrebbero squilibrarlo. A questo punto occorre qualcosa che aiuti agli umori del pesce a non far inaridire superficialmente l’impasto di copertura. Per questo si aggiungono fette di pomodoro. Io ho scelto di mettere pochi ciliegini di Pachino, sedotto dalla loro dolcezza e delicatezza. Bisogna cuocere fin quando l’impasto di mollica e degli altri ingredienti non imbrunisce, assumendo la colorazione del pane appena tostato. Si potrebbe servire spolverando il tutto con granella di pistacchio, ma sembrerebbe un violentare la delicatezza del tutto seguendo la recente moda di aggiungere ovunque pistacchio a scapito della sottile leggerezza e personalità del buon pesce. Da mangiare accompagnando il tutto con un vino bianco, fermo, tipo Chardonay, Pinot, Viognier o il mio amato Grillo.
Happiness is in simplicity. Many will tell you otherwise and will praise the superfluous and the useless with a baroque dialectic. But don't believe them and live your dreams and satisfy your needs with little. For example, if you have fillets of sea bass or sea bream, just cook them in a simple way to enjoy their goodness, the marine flavor, the delicacy created in the abyss. If you don't want to eat them simply roasted or plain, just prepare a mixture of breadcrumbs and cheese. Here's a little secret because to combine these two elements in taste and preparation you need a very precious third, which is olive oil. The oil prevents the crumb from becoming too dry and arid and allows the cheese to enhance its flavor. Add the finely chopped capers and chopped parsley to this mixture. I am always amazed by parsley, which has a chemistry that can become bad, but in simple dishes it not only brings its scent but with its bitterness enhances the other herbs and delicate meats. Sprinkle the fillets with this mixture and cover them well. If you want to customize the mixture you can add chopped chili pepper even if the heart of the dish is the simple taste of the fish wrapped in the velvet of the mixture. A note that is too strong or a dominant spiciness could unbalance it. At this point you need something that helps the humors of the fish not to dry out the surface of the covering mixture. For this reason, slices of tomato are added. I chose to add a few Pachino cherry tomatoes, seduced by their sweetness and delicacy. You have to cook until the mixture of breadcrumbs and other ingredients browns, taking on the color of freshly toasted bread. You could serve it by sprinkling it all with chopped pistachios, but it would seem like violating the delicacy of the whole thing, following the recent trend of adding pistachios everywhere at the expense of the subtle lightness and personality of good fish. Eat it all with a white, still wine, such as Chardonnay, Pinot, Viognier or my beloved Grillo.
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L’edizione 2024 esalta il “su misura” che coniuga qualità e professionalità con un omaggio all’eleganza rappresentato dagli abiti indossati dalla Principessa Grace di Monaco. Il fascino dell’eleganza che non ha tempo rivive negli scatti fotografici e negli abiti della Principessa Grace di Monaco, provenienti dalla collezione Grimaldi del Principato monegasco ed esposti nella sala privata del Casinò di Sanremo. Un omaggio ad uno dei più amati ed indimenticati simboli di glamour, che spesso visitava la Riviera dei Fiori e Sanremo e che torna nei tessuti impalpabili che ha indossato, simili a farfalle coloratissime, firmati da grandi stilisti, da Yves Saint Laurent, a Balenciaga, a Chanel, a Dior a Lanvin. Una icona di eleganza a livello internazionale, e al tempo stesso esaltare la professionalità e l’eccellenza della creatività italiana, che sa esprimere, nella qualità dei drappeggi, il perfetto equilibrio tra innovazione e professionalità, con esposizioni curate dalla storica dell’arte Federica Flore.
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La malizia è l'arte latente che ogni femmina ha, ma che solo la Donna sa esaltare!..🌹❤️
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I prenditori, veri utili idioti del sistema, devono esaltare un regime comunista per darsi un tono. Queste merdacce, manco sanno cosa sia la libertà
Via ilfaccoquotidiano
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Noi minnazzone siamo le migliori.
Perché? Abbiamo due comodi antistress direttamente appiccicati sul petto.
Se il partner si poggia su, può farsi i migliori pisolini.
Quando sei stanca, puoi appoggiarci le braccia e stare più comoda (forse col reggiseno push up è anche meglio, ma non ne ho idea perché non ne ho mai messo uno).
Durante l'amore è bello farsele sprimacciare e strizzare come fossero cuscini: eccitante per lui e per lei (perché no, anche farle un po' sobbalzare).
È bello chiudergli la faccia dentro come luogo di riposo e pace da tutto e tutti. Ti accorgi proprio che raggiunge la pace dei sensi.
Quando fai ginnastica, nonostante il reggiseno sportivo te le schiacci tutte, non perdi un filo di femminilità perché l'abbozzo di seno resta comunque.
Se vuoi camuffare le forme generose, basta una maglietta larga e un reggiseno senza imbottitura. Se vuoi esaltare le forme generose, metti un reggiseno di due misure più piccole di coppa e a lui fai venire un infarto per tutto il ben di dio (espressione da pesce lesso tipico di un cartone animato giapponese).
Ma avere le minnazzone comporta anche svantaggi.
Se hai una coppa troppo grande rispetto al torace, rischi di non trovare la taglia da nessuna parte (e ahimè, so di cosa parlo) e devi girare nei meandri di internet e/o buona parte del bel paese per trovarne uno.
Con i costumi da bagno è una tortura se il filo del torace non è regolabile perché rischi di navigare nel costume ancor prima di entrare in mare o in piscina (mentre le coppe rimangono fedeli lì, perchè la misura è quella e non si scappa). Comprare in base alla taglia e non alla coppa? Impossibile. Ti ritroveresti due copri capezzoli striminziti al posto delle coppe e direi che non sei lì per girare un porno.
Quando vedi una seconda coppa B (una seconda standard), il tuo primo pensiero è: "Oooh il mio primo reggiseno. Ero così piccola 😍" ed è subito nostalgia immaginando che eri una bimba di 9 anni. Ma poi realizzi che ci sono donne adulte che portano quella misura e che ti ammazzerebbero se sapessero che il tuo primo pensiero, è quello. Eppure non puoi fare a meno di pensarlo.
In conclusione: avere le minnazzone ha sì tante gioie ma pochi contro. Non essendo maggiorata, non soffro di dolore alla schiena. Quello è problema vostro, care maggiorate: se partite da una terza o quarta, coppa C o D (e oltre), il mal di schiena sarà tutto vostro. Ma io parto da una seconda (non coppa B, chiaramente) e dunque non ho questi problemi.
Sì i miei reggiseni saranno anche costosi e sarà un grosso sbattimento trovarne uno ma per lo meno, la mia schiena ringrazia.
Se avete letto sin qui e siete uomini etero, non mandatemi porcate in chat perché tanto vi segnalo e vi blocco. L'ironia e il senso dell'umorismo sono solo per persone puramente intelligenti. Io non voglio idioti sul mio blog. Che siano maschi, che siano femmine.
Buon estate a tutti e ridete, che fa bene 😛
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Adoro condividere il gusto esaltare il tatto ,deliziarmi dell'olfatto,la vista e l'udito si nutrono con immagini e parole. Buon pranzo. 😋
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Parte 2
"Speciale deriva da species, che significa spettacolo, scena vista, qualcosa che risalta agli occhi di chi sa guardare"- è quello che mi disse guardandomi negli occhi con quella luce soffusa che proveniva dalla luce del corridoio, lasciata accesa per la fretta di cogliere al balzo l'occasione di sdraiarsi accanto a me. "Immagino che tu sia colui che sa guardare" -dissi- "non è forse speciale anche la persona che riconosce chi altri lo sia?" -non perdeva mai l'occasione per esaltare le sue qualità, pure troppo, forse anche fino a risultare odioso a volte. Ma a quel punto cominciò a sfiorarmi il viso, io risultai sicuramente infastidita, perché mi girai meglio dalla parte opposta, in ogni caso gli facilitai la presa, in quella posizione poteva tenermi stretta, con una mano sulla guancia, toccandomela meglio, c'era più contatto. Il mio cuore iniziava a battere più veloce ma riuscivo a tenere la calma, forse facilitata dal sonno, che ancora la sua presenza non mi permetteva di prendere. Mantenni quella posizione per tanto, dopo qualche minuto mi iniziava a piacere la sensazione della sua mano calda posta quasi sulla mandibola, a sfiorare la parte del viso a metà tra guancia e collo, tra castità e desiderio. Cominciavo a rilassarmi e quasi ad addormentarmi, quando la sua mano cominciò a spostarsi, scese giù, nel tragitto per qualche secondo mi sfiorò il seno, scese ancora giù. Per un attimo ebbi paura o forse sperai, forse lo pensai perché in realtà lo volevo, che cominciasse a toccarmi meglio. La sua mano cercava qualcosa, disperatamente quasi, era la mia mano, la prese, incastrò le sue dita con le mie, ci giocò per qualche minuto e poi la portò al suo viso. Ovviamente la posizione iniziale, in cui lui mi stava abbracciando da dietro, così non era più comoda per me, dovetti girarmi.
Se la teneva stretta, come a dire "accarezzami, non togliere la mano", è quello che feci: iniziai a sfiorare la leggera ombra di barba che aveva col dorso della mano, i suoi occhi iniziarono ad addolcirsi, non erano come al solito e passai a delle carezze migliori. Ora mi trovavo lì, quasi a pancia in giù, per metà appoggiata al suo petto, con il braccio che mi faceva da cuscino e la mia mano che smetteva di accarezzargli il viso solo per passare qualche secondo sul suo petto. Lui vide nel mio sguardo la paura di caderci ancora, la paura di crederci, di stare davvero bene a causa della mancanza di fiducia nei suoi confronti. Non potevo fidarmi, ogni volta che ero stata bene lui spariva, né un messaggio, né una chiamata, come potevo credere al suo bisogno di ricevere il mio amore, le mie attenzioni... Mi conosceva, leggeva nel mio sguardo ognuna di queste domande e iniziò a parlarmi di quello che lo portava a essere in quel modo.
Da un ragazzo così cosa vi aspettereste? Nulla di specifico, non mi raccontò del perché lo faceva da sempre, né cosa successe nel particolare: si limitò a parlarmi della sua unica relazione, avuta qualche anno prima, quindi comunque dopo che aveva già l'abitudine di sparire. Aveva sofferto, tradito dal suo migliore amico, non aveva perso solo la sua ragazza, sentiva che tutto quello che aveva fatto per entrambi non era stato apprezzato, si sentiva perso e un po' abbandonato. Io ero lì ad accarezzarlo nel tentativo di calmare il suo sfogo, a guardare nei suoi occhi mentre mi raccontava la sua storia, quando mi colpì una frase specifica "per me tu sei un mondo". Vi spiego: non stava parlando di me, ma era uno di quelli che ci metteva anima in quello che faceva, anche io, per cui lo capivo benissimo, e il fatto di non essere apprezzato o che nulla gli veniva riconosciuto lo minava dall'interno, parlava di questa ragazza come un mondo conquistato dopo tanto e che lui aveva contribuito a costruire, un luogo dove trovare rifugio, benessere, qualcosa di enorme, che lo avvolgesse e in cui perdersi, con le sue piccole e uniche caratteristiche. Per lui ero così, con altre diverse piccole e uniche caratteristiche: realmente eravamo dei mondi, dei piccoli pianeti, ognuno differente dall'altro, compresi appieno ciò che voleva dire. Tuttavia, la frase mi colpì perché dolorosa, mi immaginai nella mente un piccolo astronauta, che pur avendo scoperto un pianeta bellissimo per lui, decise di scoprirne un altro e focalizzarsi su questo, considerando il primo solo quando aveva voglia. Pertanto, presa un attimo dall'impulsività, gli risposi "un pianeta che però hai frequentato a intermittenza", lo avevo beccato. Sembrava realmente dispiaciuto della scelta che aveva fatto ma il secondo mondo, a quanto disse, era per lui l'unico che all'epoca poteva frequentare. Effettivamente anche io ero spesso sfuggente, lato che alla lunga poteva dare fastidio, scambiandolo per volontà di non ricambiare i suoi sentimenti. Continuavo a guardarlo negli occhi, quella sera c'è stata un'intimità che in 10 anni non si era mai creata. Mi disse che avrebbe tanto voluto stare con me così da tempo e che non si era mai creata l'occasione, ma che se quell'attesa fosse stata necessaria per provare quello che provava in quel momento, ne valeva la pena. "Sto bene" -disse guardandomi negli occhi- "sto proprio bene, con te così, non ho mai guardato nei tuoi occhi così a lungo e tu non hai mai guardato così i miei, tutto questo mi rende colmo di benessere". Era vero, c'era una strana magia che rendeva diversi i nostri sguardi quella sera, io sentivo la sua gioia, la sua sincerità e il suo reale senso di benessere nello stare così.
Tutto ciò mi aveva inebriato: le sue parole, i suoi occhi, un suo sorriso sincero che non avevo mai visto prima, lo stare vicini, le carezze, il suo entusiasmo nel parlare dei suoi sentimenti verso me, tutto. Mi persi anche io nel suo entusiasmo, mi feci prendere, i miei pensieri legati ai suoi e non mi accorsi che era a un millimetro da me che cercava di baciarmi. Non me la sentivo di baciarlo, ma era lì e un po' di desiderio c'era, comunque realizzai quello che stava accadendo realmente solo quando le sue labbra erano già sulle mie e di colpo andai via. Quello che ne risultò fu un mezzo bacio a stampo, storto, con uno schiocco a vuoto, orribile, perché subito mi allontanai, mi tolsi il piumone di dosso e, messe le scarpe e il cappotto, corsi via, lasciandolo lì, solo nel letto.
Continua
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Che fastidio la gente che sminuisce sempre cosa fai per esaltare sè stessi.
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Puoi cambiare l'aspetto delle tue scarpe semplicemente cambiando i lacci. Ogni piccolo dettaglio è in grado di esaltare o annientare la Bellezza. Scegli i dettagli giusti per migliorare il tuo look.
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Non si ascoltano più i CD (alias una metafora del consumismo emotivo dei tempi più recenti).
Dio benedica Spotify, sia chiaro: sono sua fedelissima devota e giammai lo rinnegherei.
Però, ecco, mi rendo conto che effettivamente il libero accesso ad ogni oggetto del nostro desiderio (e qui sto parlando di Spotify, ma potrei estendere il discorso anche di Netflix e Tinder) ci sta portando (e con "ci" mi riferisco ad una indeterminata massa che al suo interno contempla un congruo numero di eccezioni) a sacrificare la bellezza dell'intero, del bello e del brutto, perché anche il brutto è bello, oppure può diventare bello o, male male che va, esaltare il bello.
Mi spiego meglio: c'era una volta la preistoria, in cui se volevi ascoltare un album dovevi andare nel negozio, sborsare qualcosa come 40 mila lire, che all'epoca dei fatti ti permettevano di comprare un fottio di roba, ed acquistare il CD (uno solo) fisico, materiale, con tanto di libretto e tutto il resto. Al ché, l'homo habilis tornava a casa e, se non altro in virtù del principio economico di massimizzazione del profitto, ascoltava e riascoltava il CD in questione fino ad impararne a memoria ogni singola traccia, spesso con il supporto dell'artwork che lo accompagnava, anch'esso oggetto di meticoloso studio.
Poi arrivò l'homo erectus, che tramite l'utilizzo di vari strumenti che si sono susseguiti nel tempo ma che la sottoscritta può identificare con l'universale nome di "e-mule", riusciva a compiere le suelencate azioni comodamente da casa sua, con un esborso economico notevolmente inferiore, pari all'incirca al costo mensile di un abbonamento internet e un tot di CD vuoti.
In entrambi i casi, tuttavia, l'uomo della preistoria doveva compiere un certo sforzo e questo sforzo lo predisponeva a voler quantomeno ascoltare con un certo grado di "mindfulness" l'album. E ne ascoltava ogni singola traccia, anche quella più noiosa veniva ascoltata più e più volte perché non si sa mai, magari finiva per piacergli pure quella, massimizzando gli sforzi fatti per ottenere il disco (e questo, fra l'altro, apre una breccia in favore di un altro argomento a me caro, ovverosia il fatto che diosolosaperché le cose veramente veramente belle all'inizio sembrano sempre brutte).
L'homo sapiens, invece, non deve fare nemmeno più quel minimo sforzo di ricerca, attesa e trasposizione, no, ovunque vada, quandunque gli venga in mente una qualunque canzone, la può ascoltare.
Ed è così che il brutto ha finito per essere discriminato, intollerato, radicalmente estromesso dalle nostre vite.
Non c'è niente che meriti una seconda possibilità perché tutto è, o crediamo o peggio ancora pretendiamo che sia, a nostra immediata e sostanzialmente gratuita disposizione.
Ma quello che voglio dire, non senza inutili giri di parole e indecifrabili metafore di vita, è che il brutto a volte è più bello del bello, che mi innamoro sempre delle fragilità delle persone e che l'unico modo per amare veramente qualcuno passa attraverso cose come la comprensione, il perdono, la pazienza.
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Esiste una parola meravigliosa nella cultura giapponese, il termine [ Kintsugi ] che letteralmente significa "riparare con l'oro". Un'arte che prevedeva la stesura di laccature in oro e argento per riparare la ceramica rovinata e per rammentare a sé stessi e agli altri che anche se rovinato quel pezzo può tornare a splendere.
Kintsugi: l'arte di amare ed esaltare le proprie ferite.
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