#esala
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"wake: interzone, esala graduation project at edinburgh school of architecture"
Wake: I am in the Interzone Tangier building design and thesis investigation Perceiving Tangier through an investigation of William Burroughs’ dreamlike writing and Brion Gysin’s technique of cut-ups, the city manifests itself as a parallel, as an other. This thronging sea of relations between, across, and through the urban fabric become permutations of Tangier’s material reality; a pin-cushion…
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Il mio ventre fiorisce
irrorato dal tuo nettare
ed esala il suo profumo
che arriva fino a te.
Lo senti ?
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Un giorno c'è la vita. Per esempio, un uomo sano, neanche vecchio, senza trascorsi di malattie. Tutto è com'era prima e come sarà sempre. Passa da un giorno all'altro pensando ai fatti suoi, sognando solo il tempo che ancora gli si prepara. Poi, d'improvviso, capita la morte. Un uomo esala un leggero sospiro, si abbandona sulla sedia, ed è la morte. La sua subitaneità non lascia spazio al pensiero, non dà occasione allo spirito di cercare una parola che possa consolarlo. Restiamo soli con la morte, col dato inoppugnabile della nostra mortalità. La morte dopo lunga malattia possiamo accettarla con rassegnazione. Anche che la morte accidentale si può attribuire al destino. Ma che un uomo muoia senza causa apparente, che muoia solamente perché è uomo, ci spinge così vicino all'invisibile confine tra la vita e la morte da farci domandare su che lato di esso ci troviamo. La vita si fa morte, ed è come se quella morte avesse posseduto questa vita da sempre. Morire senza preavviso. Come dire: la vita si interrompe. E può interrompersi in qualunque momento.
Paul Auster, L'invenzione della solitudine, 1982
Il grande scrittore americano muore oggi 1° Maggio 2024,all'età di 77 anni, dopo una malattia.
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con la poesia di Giovanni Pascoli
E s’aprono i fiori notturni, nell’ora che penso ai miei cari. Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi là sola una casa bisbiglia. Sotto l’ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse.
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Che dolce profumo esala da quel pelo
biondo e bruno! Com’ero tutto profumato
una sera che l’accarezzai
una volta, una soltanto!
È lui il mio genio tutelare!
Giudica, governa e ispira
ogni cosa nel suo impero;
è una fata? O forse un dio?
Quando i miei occhi, attratti
come da calamita, dolci si volgono
a quel gatto che amo
e guardo poi in me stesso,
che meraviglia il fuoco
di quelle pallide pupille,
di quei chiari fanali, di quei viventi opali
che fissi mi contemplano!
Charles Baudelaire
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Una poesia di Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 - Milano, 3 dicembre 1938)
ODORE DI FIENO
"Chissà da dove esala
quest'odore di fieno:
ha la pesantezza d'un'ala
che giunga da troppo lontano.
Si affloscia, si lascia piombare
su me, con abbandono insano,
come l'alito di una creatura
che non sappia più continuare.
Tutte le lagrime di questo ignoto interrotto cammino
tremolano nella mia anima impura,
come il tintinnio roco di quel grillo,
in giardino,
che rode la solitudine oscura."/(Antonia Pozzi)
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The Next Full Moon is the Buck or Thunder Moon
The Next Full Moon is the Buck or Thunder Moon; the Hay or Mead Moon; Guru Purnima; Asalha Puja (aka Dharma Day or Esala Poya); and the start of Vassa. The next full Moon will be Sunday morning, July 21, 2024, appearing opposite the Sun (in Earth-based longitude) at 6:17 AM EDT. For the International […] from NASA https://ift.tt/1F0MjDX
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Non voglio altra luce che il tuo corpo avanti al mio:
assoluto chiarore, trasparenza completa.
Limpidezza il cui ventre, come il fondo del fiume,
con il tempo s’afferma, con il sangue s’affonda.
Che materie durevoli e lucenti t’hanno fatto,
cuore dell’aurora, carnagione mattutina?
Non voglio altro giorno di quello che esala il tuo seno.
Il tuo sangue è il domani che non ha mai termine.
Non c’è altra luce o sole che il tuo corpo: tutto è tramonto.
Non vedo le cose ad altra luce che alla tua fronte.
L’altra luce è un fantasma, nulla piú, del tuo passo.
Il tuo insondabile sguardo mai volge a ponente.
Chiarezza senza via di declino: essenza somma
del fulgore che non cede né lascia la cima.
Gioventú. Limpidezza. Chiarore. Trasparenza
che avvicina gli astri piú lontani nella luce.
Chiaro corpo, bruno di calore fecondante.
Erba nera l’origine; erba nere le tempie.
Nera sorsata gli occhi, lo sguardo distaccato.
Giorno azzurro. Notte chiara. Ombra chiara che vieni.
Non voglio altra luce che la tua ombra dorata,
da cui scaturiscono anelli d’un’erba oscura.
Nel mio sangue, fedelmente dal tuo corpo acceso,
per sempre c’è la notte: per sempre c’è il giorno.
(Miguel Hernández)
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Come una mela caduta dall’albero con un grosso tonfo… resta a marcire a terra, prima che pioggia o tempo portino via ogni sembianza. Ogni illusione lontana, l’eco dei sogni taciuta dal volo. Il tempo è così pesante, come se l’orologio avesse deciso di rallentare lo scorrere della vita che vola quando si è felici e si ferma appena ogni parvenza si chiude. E l’illusione muore, perenne come un vino che esala al buio aromi di terre irraggiungibili. Tatiana Andena
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Sri Dalada Maligawa
The Dalada Maligawa is a really famous Buddhist temple in Kandy, Sri Lanka. It's also known as the Temple of the Tooth because it houses a sacred tooth relic of the Buddha. People from all over the world visit to pay their respects and experience the beautiful architecture and serene atmosphere.
The history of Dalada Maligawa is quite fascinating. It was constructed in the 16th century by King Vimaladharmasuriya I. Throughout its existence, the temple has faced destruction and rebuilding due to various invasions and natural calamities. However, it has always been restored to its former glory. The temple holds immense cultural and religious significance as it houses the sacred tooth relic of the Buddha. It's truly a remarkable place with a rich history.
Elephants in Dalada Maligawa, play a special role in the temple's history and cultural traditions. During the annual Esala Perahera festival, which is held to honor the sacred tooth relic, you can see beautifully adorned elephants parading through the streets of Kandy. It's a mesmerizing sight to behold. The elephants are considered sacred and are an important symbol of power and majesty in Sri Lankan culture.
Almsgiving at Dalada Maligawa,is a beautiful and meaningful tradition. Devotees offer alms to the Buddhist monks as a way of showing respect and gratitude. This act of generosity is believed to bring blessings and merit. People gather early in the morning to offer food, flowers, and other necessities to the monks. It's a humbling and spiritual experience, witnessing the monks receiving these offerings.
Kandy lake is also situated near by the Dalada Maligawa. It also known as Kiri Muhuda or the Sea of Milk, is a beautiful man-made lake located in the heart of Kandy, Sri Lanka. It was built in 1807 by King Sri Wickrama Rajasinghe as a part of the royal pleasure garden. The lake is surrounded by lush greenery and offers a serene atmosphere for leisurely walks and boat rides.
At Dalada Maligawa, there are four Dewalas, or shrines, dedicated to different deities. The four Dewalas are Natha Devale, Vishnu Devale, Katharagama Devale, and Pattini Devale. Each Dewala has its own unique significance and is associated with specific rituals and ceremonies. Natha Devale is dedicated to the deity Natha, Vishnu Devale to Lord Vishnu, Katharagama Devale to the deity Katharagama, and Pattini Devale to the goddess Pattini. These Dewalas add to the spiritual and cultural richness of Dalada Maligawa.
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Luna nera
È uno sgorbio in cielo
una macchia d’inchiostro
sfuggita dalla mano di Dio.
Non indora i campi
rabbuia strade e uomini
nella loro cupa tristezza.
Silenziano le voci attorno
svaniti i latrati lontani
il vento esala l’ultimo spiro
le stelle hanno paura.
I sogni senz’anima
danzano irrequieti
nelle tenebre e
cercano la luna
che non c’è.
Dov’è la luce?
Inseguo la eco primordiale
è flebile
lontana
svanisce
negl’orizzonti della vita;
la invoco
pallida
debole
non mi appartiene,
mi nutro di triste
illusione.
La luna nera
stasera
è un capriccio
di Dio.
Marco Feccia🖋
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L'erba del diavolo
Scena:
Così come la descrive Leonardo Sinisgalli ne L’età della luna:
"L’hanno lasciata quasi intatta a Torre del Greco la stanza di Leopardi, l’armatura di ferro del letto, la spolverina nella scrivania. In confronto alla Reggia di Recanati questa cameretta sembra il rifugio di un suicida. Il poeta aveva, stando seduto, il Vesuvio alle spalle e intorno, sulle pendici del vulcano fino al mare, vigne e aranceti. Lungo il viottolo che dalla strada porta all’ingresso della villa cresce d’estate un’erba che, a scuoterla, esala un triste fetore. I circumvesuviani la chiamano "fetienta".
Da Giacomo, il prepotente, di Giuseppe Manfridi
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Quando con le mie mani di fuoco ti accendo e della rosa in basso perdi i petali quando con la mia ardente e cieca torcia penetro di notte il tuo fiore che esala urina e miele cosa cerco con tutta questa assassina furia di maschio? cosa cerco io nel fuoco qui in basso? se non cogliere con l'imprevista mano del delirio un altro fiore: quello del sorriso che in alto illumina il tuo viso?
Ferreira Gullar - Un sorriso
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Qualcuno ha detto Ghost: Signor Mardi-Gras Delle Ceneri
Alzi la mano chi non apprezza le storie sull’aldilà. Ecco, sì, tu lì in fondo che ti aggiri per questo blogghino semideserto, clicca pure sulla x rossa in alto a destra, perché oggi si parla di quanto è bella tutta quella narrativa che parla di che cosa succede dopo che la nostra anima esala l’ultimo respiro e lascia le nostre spoglie mortali. SIGLA!
OK, scemenze a parte, ho sempre trovato il fantastico che si propone di immaginare la vita dopo la morte particolarmente intrigante proprio perché si dà un compito difficilissimo: sciogliere in maniera soddisfacente il mistero cruciale con cui passiamo tutta la vita a venire a patti, cercando sì di non dipingere un’immagine dell’aldilà trita e banale che non sia capace di rispondere alle esigenze di complessità che la domanda “che cosa succede dopo?” necessariamente pone, ma allo stesso tempo di non raccontare in maniera eccessivamente criptica e incomprensibile, con un linguaggio vago e privo di specificità che permettano la narrazione di una storia soddisfacente, quel post-vita che tanto ci sta a cuore e di cui vogliamo leggere un’interpretazione coerente e tangibile. E quando qualche autore riesce a trovare il perfetto bilanciamento tra queste due esigenze, la storia che racconta è capace di toccare un sacco di temi che ci stanno molto a cuore: il fascino dello svelamento dell’ultimo mistero che non abbiamo alcuna possibilità di penetrare mentre siamo in vita, l’angoscia terribile nello scoprire che è davvero “tutto qui” e che il resto dell’eternità sarà passato a fare quello che stai leggendo e nient’altro – specialmente quando quello che ci accoglie non è l’equivalente del paradiso dantesco ma qualcosa di molto più sinistro, bizzarro e terrificante. Che è poi il caso del consiglio di oggi, il fumetto sceneggiato e disegnato da Éric Liberge dal titolo Signor Mardi-Gras Delleceneri, edito con mia sorpresa anche in Italia, che s’immagina un aldilà a tinte cristiane deliziosamente blasfemo che ha catturato la mia attenzione senza alcuna difficoltà.
Infatti il signor Mardi-Gras Delleceneri che dà il titolo all’opera altri non è che un cartografo recentemente deceduto proprio in quei giorni che compongono il patronimico che gli viene assegnato una volta arrivato nell’aldilà; il fu Victor Tourterelle viene dunque scortato da un misterioso postino via dal deserto angosciante in cui si è risvegliato fino alla città di Santa Cecilia, pur con qualche pezzo mancante: infatti tutto ciò che rimane ai defunti che approdano in questo luogo è il loro scheletro, epurato di organi, carne e tutto ciò che non sia tessuto osseo, ed è dunque un mondo in cui ogni singolo metatarso è prezioso, poiché perdere pezzi per strada può facilmente risultare nell’impossibilità di muoversi, parlare o di fare alcunché che non sia attendere in agonia per l’eternità. Victor non è in grado di rassegnarsi allo squallore della vita dopo la morte, in cui orde di scheletri ciondolano senza meta e si svuotano in gola (... o qualcosa del genere) ogni sorta di sostanze tossiche per imitare le bevande che erano in grado di ingerire in vita, ma proprio per questo viene immediatamente preso di mira dall’organizzazione clericale della Salamandra, che governa Santa Cecilia con il pugno di ferro e che non esita a spedire i dissidenti nelle segrete di San Luca per impedire qualsiasi cambiamento nelle regole dell’oltretomba.
La copertina italiana del primo volume. Notare che Liberge ha voluto complicarsi il lavoro con una bici, nella top ten delle cose difficili da disegnare assieme agli scheletri.
C’è però un’altra setta misteriosa che vorrebbe accaparrarsi Victor per le sue abilità di cartografo: la Cornice, ribelli e dissidenti che mirano a tracciare, contro il volere della Salamandra per cui la conoscenza è eresia, una mappa di Santa Cecilia e poi dell’intero regno dei morti… Victor potrà fidarsi almeno di loro, o anche i postulanti della Cornice hanno piani scomodi in serbo per lui? Nel corso dei due volumi che compongono l’opera seguiremo il suo viaggio disperato ai confini del tempo e dello spazio per conoscere la verità che si cela dietro questi lugubri inferi, accompagnato da una pletora di scheletri più o meno inquietanti, un’aeronave dal design assai vintage e soprattutto litri e litri di caffè. Ebbene sì, in questo fumetto il caffè è la bevanda dell’oltretomba per eccellenza, capace di indurre potenti visioni – o allucinazioni? – nei deceduti e di risvegliare loro ricordi delle loro incarnazioni passate; questo punto cruciale di worldbuilding dovrebbe farvi facilmente intuire il primo motivo per cui ho trovato Signor Mardi-Gras così interessante: Liberge riesce a costruire in soli due volumi un aldilà ricco di trovate affascinanti, di architettura folle e ammantato da un’estetica curatissima e se non originale, perlomeno molto riconoscibile e dettagliata. Come avrete già ampiamente avuto modo di notare dalle tavole che vi ho mostrato finora, sono piuttosto sicura che se anche l’autore non è un fan sfegatato dei Ghost, perlomeno ha assorbito un certo tipo di immaginario cattolico fatto di reliquie, ossa e mix audaci di pietra e metalli preziosi per creare edifici tanto elaborati quanto maestosi; è un vero peccato che ci siano poche splash page nel corso dei volumi, ma nonostante ciò la tentazione di fermarsi ad ammirare ogni pagina per diversi minuti accompagna costantemente la lettura e scaturisce chiaramente dall’abilità di Liberge non solo nel disegno dei fondamentali (anatomia check: superato), ma anche nel creare un’estetica coerente con sé stessa e con i temi che la serie tratta. Infatti, al di là delle splendide tavole che di certo costituiscono un motivo a sé stante per procurarsi la serie, il fascino dell’aldilà che l’autore narra si estende anche e soprattutto alle modalità con cui l’oltretomba viene narrato: fin da subito è evidente quanto l’influenza cristiana non sia un mero fatto estetico ma abbia radici profonde nel setting in cui Victor si trova catapultato. L’aldilà come luogo di espiazione, di attesa senza scopo come penitenza per i peccati commessi in vita si intreccia con la possibilità di una reincarnazione di stampo tutt’altro che cristiano, in cui le vite precedenti dei residenti degli inferi hanno accumulato peccati e infrazioni che devono essere espiati in un luogo privo di colori, odori, sapori e tutto ciò che rende la vita umana degna di essere vissuta.
Infatti, al di là del fascino razionalizzabile che permea questo aldilà dall’architettura intricata e dai motivi religiosi sovrapposti ma mai incoerenti, la forza viva e pulsante de Signor Mardi-Gras Delleceneri sta in quell’intimo e doloroso scavare nella vacuità della vita dopo la morte. Ogni tavola è soffocata da mucchi di scheletri, ingombranti casse toraciche, pile di femori e ulne accatastate le une sulle altre che si trascinano stancamente dalla piazza di Santa Caterina al mercato della città gonfio di guardie della Salamandra, fino alla totale solitudine del penitenziario di San Luca; l’ossessione ricorrente delle anime per il caffè, unica bevanda dei vivi penetrata nel mondo dei morti che causa violente crisi nonché una morbosa dipendenza poiché è l’unica ancora alle vite passate di quei defunti che sono stati privati persino persino della lingua per sentirne il vero sapore. Quanto sia schiacciante l’ingiustizia di questo mondo oltre la Terra e le motivazioni che possono aver portato alla creazione di un luogo così pieno di sofferenza sono le domande che premono sul lettore e che lo incoraggiano a seguire il viaggio di Victor, primo portavoce di queste istanze e che fin dal primo momento della sua permanenza a Santa Cecilia appare il solo a rifiutare la crudeltà senza scopo di un tale sistema. Liberge ha ben chiari quali sono i temi che desidera affrontare nel corso della storia, e non ha nessuna difficoltà a far emergere prepotentemente quelle caratteristiche degli inferi che ci suscitano più angoscia e terrore ma allo stesso tempo anche morbosa curiosità circa i misteri che li circondano.
Una pagina dell’originale francese. Purtroppo i caratteri scritti a mano sono molto più belli del font utilizzato per l’edizione italiana.
Quando però il focus si allontana da quello che è chiaramente il punto di forza del fumetto – l’esplorazione della cosmogonia celeste e delle leggi assolute che regolano questo oltretomba bizzarro e angoscioso – la qualità complessiva della narrazione perde colpi. Di tutta la carrellata di personaggi che viene messa in scena per aiutare o ostacolare Victor nei suoi viaggi (di solito entrambe le cose, talvolta anche in contemporanea) solo un paio vengono caratterizzati in maniera meno bidimensionale: il misterioso postino che sembra avere bene in mente il ruolo che Victor dovrebbe giocare nel destino di tutte le anime, e Petronilla, la psicopompa e contrabbandiere di caffè della Cornice che offre a Victor un posto nella sua nave in cambio di risposte sulla struttura dell’aldilà; anch’essi rimangono tuttavia saldamente ancorati ai loro archetipi fondamentali, senza presentare un’evoluzione significativa in linea con quella del protagonista. Victor Tourterelle stesso, che pure nel corso del suo viaggio attraverso i cerchi dell’aldilà scoprirà tutto del suo passato da vivo e dovrà fare i conti con verità molto spiacevoli circa la persona che era stato prima di scivolare su quella fatidica macchinina giocattolo nel suo bagno, fatica all’inizio a catturare l’empatia del lettore pur essendo gettato in un contesto per cui dovrebbe essere facile provarla nei suoi confronti a causa della sua petulanza e generica sgradevolezza, fastidio che fatica ad essere compensato dalle rivelazioni successive sul suo passato e da un percorso di crescita che verso l’ultima parte della storia viene scavalcato dal pressante sfaldamento politico e sociale dell’oltretomba. Non si tratta di un fumetto che brilla per caratterizzazione dei personaggi o per la loro evoluzione, complice anche lo spazio ridotto con cui Liberge deve raccontare una storia densissima di concetti, nomi e avvenimenti.
La densità della storia si riflette anche nelle pagine estremamente affollate di scritte, balloon e frasi. Al di là della mia personale crociata contro i balloon quadrati che sospetto sia semplicemente una delle mie tante idiosincrasie senza importanza, le tavole di Liberge sono piene di frasi lunghissime in cui i personaggi riversano fiumi di spiegazioni statiche che rendono la lettura talvolta inutilmente faticosa; è difficile far immergere il lettore in mondo così alieno dandogli anche tutti gli strumenti per comprenderne gli elementi fondamentali, ma un medium così visivo avrebbe senz’altro beneficiato di più show e meno tell soprattutto nelle sue fasi conclusive, permettendo anche una maggiore comprensibilità del senso di lettura, che in molte pagine è poco lineare e costringe a tornare sui propri passi per seguire il filo di un discorso già di per sé tortuoso.
Buongiornissimo, merkurio???? (Scusate.)
In ultima analisi, però, Signor Mardi-Gras Delleceneri è un fumetto che potrebbe interessare a chiunque ami le storie che vogliono parlare di quello che succede dopo la morte. Se siete stati tra quelli che si sono divorati Queste oscure materie da piccoli o da meno piccoli e non faticate di fronte a narrazioni a cui interessa poco l’approfondimento psicologico dei personaggi coinvolti vi direi di spararvi questa roba direttamente in vena, ma se anche solo uno degli elementi che ho citato vi suona vagamente intrigante – caffè allucinogeno, cattolicesimo, i Ghost – il fumetto vale di certo una lettura.
(Nota dolente: il recupero non dev’essere facilissimo. Ho letto l’edizione cartacea grazie ad un prestito fortuito e mi pare di capire che almeno un volume non sia disponibile in italiano – confido che ci sia la possibilità di leggerlo almeno virtualmente attraverso canali legali ma non solo, ma non posso confermarlo con certezza.)
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Sri Lankan dancers getting ready for a festival. These young guys are participants in the spectacular annual Esala Perahera held once a year in Kandy, central Sri Lanka.
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"Tutto ciò che discende dall'alto genera ,
mentre ciò che esala dal basso verso l'alto nutre."
(Corpus Hermeticum)
Ottava Di Bingen
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