#enzo da perugia
Explore tagged Tumblr posts
Text
US Vogue August 15, 1959
A striped jacket worn here by Brooke Hayward, daughter of Margaret Sullavan and Leland Hayward. Cardigan made by Ben Kahn from a Scaasi design. Golden jewelry and rhinestones at Altman. Hairstyle by Enzo da Perugia.
Une veste zébrée portée ici par Brooke Hayward, la fille de Margaret Sullavan et Leland Hayward. Cardigan fabriqué par Ben Kahn à partir d'un design Scaasi. Bijoux dorés et strass chez Altman. Coiffure par Enzo da Perugia.
Photo Horst P. Horst vogue archive
#us vogue#august 1959#1959#fashion 50s#fashion 60s#1960#fall/winter#automne/hiver#ben kahn#scaasi#enzo da perugia#brooke hayward#altman#vogue cover#couverture de vogue#horst p. horst
4 notes
·
View notes
Text
25 novembre, oggi manifestazioni contro la violenza sulle donne
(Adnkronos) - Manifestazione oggi, 25 novembre, contro la violenza sulle donne. Due saranno le sedi: una al Circo Massimo alle 14 a Roma e l'altra a Messina. Entrambe scelte per protestare contro "la violenza patriarcale". "Torniamo in piazza contro il governo, le sue politiche e le sue retoriche - scrivono gli organizzatori -, che dietro una misera facciata di contrarietà alla violenza nei fatti ne riproduce e anzi consolida le fondamenta in tutti gli ambiti della vita: dalla scuola, alla famiglia, alle relazioni interpersonali, agli ospedali, ai tribunali, alle politiche pubbliche". Scorrendo l'appello degli organizzatori si trovano, ovviamente, tutti i punti cardine del contrasto all'"attacco sempre più feroce all'autodeterminazione di donne, persone non binarie e Lgbtqiapk con disabilità, migranti e seconde generazioni, sex workers e alle persone povere". Ma anche molto di più. A partire dal fatto che si torna in piazza "contro il governo, le sue politiche e le sue retoriche". Tra l'altro, spiegano sempre gli organizzatori, "non vediamo discontinuità vera tra questo governo di estrema destra della Meloni e i precedenti meno conservatori e nazionalisti". Tra i temi citati c'è, poi, la "cancellazione del reddito di cittadinanza e l’affossamento del – seppur pallido e del tutto insufficiente – tentativo di fissare un tetto per il salario minimo"; il ponte sullo Stretto (definito 'un grande specchio per le allodole' e 'il Mostro'); i "tentativi di moltiplicare le basi militari" e le "pratiche di controllo varie; quali ricoprire le Città di Venezia e Messina di telecamere a riconoscimento facciale (prodotte in Israele)". Ma è sulla situazione in Medio oriente che 'Non una di meno' prende le posizioni più nette. A partire dal manifesto dell'evento, in cui si legge "Palestina libera". A questo proposito, nella piattaforma si legge: "Lo stato Italiano deve smetterla di essere complice di genocidi in tutto il mondo e schierandosi in aperto supporto dello stato coloniale di Israele, appoggia di fatto il genocidio in corso del popolo Palestinese". Sappiamo, inoltre, "che la guerra è la manifestazione più totalizzante della violenza patriarcale" e "per questo, e più che mai, siamo al fianco del popolo palestinese che affronta l’ultimo episodio della lunga storia di un genocidio portato avanti da uno degli apparati politico-militari più potenti al mondo, lo Stato di Israele. Non ci sono margini di ambiguità in questa storia di colonialismo, razzismo e violenza, tesa a cancellare il territorio palestinese e, soprattutto, il suo popolo". La piattaforma, in coerenza, chiede "un chiaro posizionamento in favore del popolo palestinese e della sua liberazione e una visione antimilitarista che ci permetta di evidenziare come i conflitti armati siano l’espressione più terribile della violenza patriarcale". Oggi alla manifestazione potrebbe essere presente anche Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, massacrata dall’ex fidanzato. Non è certa di esserci anche la numero uno del Pd Elly Schlein che, però, assicura: "Il Pd ha sempre partecipato e parteciperà anche domani". "Io sono a Perugia al mattino, se farò in tempo parteciperò volentieri come ho sempre fatto. Ma non userei in modo strumentale questo appuntamento". Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini parteciperà alla manifestazione nazionale di Roma. Per la segreteria confederale sarà presente Lara Ghiglione. La Cgil prenderà parte a tutte le iniziative organizzate nelle città italiane. Ci saranno anche preti e suore alla manifestazione di Roma per alzare la voce contro la violenza sulle donne nella Giornata internazionale. Al Circo Massimo sarà presente il frate francescano Enzo Fortunato che denuncia: "Stiamo attraversando un'ora tragica. C’è un drammatico deficit di umanità a tutti i livelli. La logica del possesso, della conquista degli Stati, delle donne, delle cose ci sta facendo scrivere una delle pagine più buie della nostra storia. È' necessario intraprendere l'ora della luce che ci conduca alla logica del donare, del condividere e dell'empatia nelle relazioni". Anche suor Paola d'Auria, la suora da sempre in prima linea per aiutare chi è in difficoltà, sarà alla manifestazione, se non fisicamente, "con il cuore e con la mente". Osserva la suora all’Adnkronos: "Io ci vivo accanto alle vittime di violenza. Le coccolo. Cerco di fare loro dimenticare tutto il male subito”. E a proposito della morte di Giulia Cecchettin, suor Paola dice: “Provo rabbia e dolore. E penso: se solo la avessi avuta qui vicino a me. E’ una strage che va fermata". [email protected] (Web Info) Read the full article
0 notes
Text
Appuntamento a Roma sabato 14 ottobre 2023 con la ItalianAttori e i Giornalisti Rai. Sabato 14 ottobre alle ore 10.30, al campo SSD Polisportiva Bettini, la Nazionale Italiana Jazzisti ONLUS celebrerà “Dieci anni di calcio, musica e solidarietà” in un triangolare con la ItalianAttori e la Nazionale Giornalisti RAI. In questa prima decade di attività le iniziative promosse dalla Nazionale Italiana Jazzisti hanno consentito di raccogliere più di centomila euro, devoluti interamente ad associazioni sparse in tutto il territorio italiano. Sono state molte le squadre di calcio affrontate: dalla Nazionale Cantanti alla Nazionale Sacerdoti, dalle vecchie glorie del calcio alla Nazionale Terremotati e poi la Nazionale Avvocati, quella degli Psicologi, quella dei Veterinari, i Giornalisti di RAI Sport e molte altre formazioni. «Tra le tante soddisfazioni», racconta Costantino Ladisa (Presidente della Nazionale Jazzisti), «quella che più ci rimane nel cuore è avere contribuito alla ricostruzione della Casa della Musica di Amatrice, che permette alla città, gravemente colpita dal terremoto del 2016, di avere ancora uno spazio inclusivo e vivace per coltivare le attività musicali». La Nazionale Italiana Jazzisti scenderà in campo con artisti del calibro di Max Paiella e Attilio di Giovanni (direttamente dal “Ruggito del Coniglio”), Jacopo Ferrazza, Nicola Angelucci, Paolo Grillo (alias Giovanni all’Heavy), Costantino Ladisa, Luca Rizzo, Gianni Taglialatela, Fabrizio Salvatore e molti altri nomi importanti del panorama jazzistico italiano, mentre la ItalianAttori affronterà le squadre con Daniele Pecci, Enzo De Caro, Paolo Sassanelli, Jonis Bascir, Antonio Serrano, Pietro Masotti, Andrea Rivera, Paolo Romano, Alessio Chiodini e tanti ancora. La Nazionale giornalisti RAI non sarà da meno e schiererà fra gli altri: Americo Mancini (Radio RAI Uno), Fabrizio Tumbarello (RAI Sport), Maurizio Severino (RAI Parlamento) e Mario Sileoni (TG2). Con l’occasione verranno presentate le nuove divise della Nazionale Italiana Jazzisti realizzate grazie al contributo e alla collaborazione con NET INSURANCE e GIVOVA. La Nazionale Italiana Jazzisti Onlus nasce nel 2013 grazie a due operatori del settore che incontrandosi rivelano il loro sogno comune: una nazionale del jazz italiano: «Togliamoci gli strumenti e mettiamoci gli scarpini». Detto fatto, il sogno pian piano diventa realtà. Nel luglio 2013, proprio nel giorno dell'inaugurazione dell’Umbria Jazz Festival, una bozza di quella che attualmente è una realtà viva, entusiasta e felice scende in campo nel mitico stadio Curi di Perugia, e incontra la Nazionale Italiana Cantanti. Da quel giorno molte partite sono state giocate e altrettanti concerti sono stati organizzati. L’Associazione della ItalianAttori si costituisce nel 2006. La squadra nasce da una scissione della vecchia Nazionale e porta con sé alcuni fra i nomi più influenti del cinema e della televisione italiana, fra i quali Enzo Decaro, Luca Zingaretti, Pietro Sermonti, Cesare Bocci, Paolo Conticini, Paolo Calabresi, Marco Risi, Matteo Garrone, Daniele Pecci; e ancora Jonis Bascir, Antonio Serrano, Marco Vivio e Edoardo Leo. Fra il 2007 e il 2010 sono stati devoluti in beneficenza centinaia di migliaia di euro. Nel 2013 ha ricevuto l’Encomio da Roma Capitale e da You Man Right per l’ammirevole sostegno alle iniziative educative e culturali a favore dei Diritti Umani ONU e anche della Solidarietà Sociale. Presidente dell'Associazione Daniele Pecci, Direttore Generale Antonio Serrano, allenatore Federico Tessicini. L’Associazione Calcio e Solidarietà Giornalisti Rai nasce nel giugno 1996 da un’idea di Carlo Picone (1944-2003), compianto giornalista del TG2. Da allora ha giocato più di centottanta partite e raccolto oltre quattro milioni di euro per beneficenza, con eventi che si sono svolti sia in Italia sia all’estero, toccando i più importanti stadi di serie A e B. L’ACS Giornalisti Rai è testimonial Unicef, l’organizzazione delle Nazioni Unite a cui viene devoluto il 15% del ricavato di ogni partita.
0 notes
Text
Contemporaneamente Gualdo Tadino. Festival in Umbria dell’arte contemporanea
Sei mostre in sei sedi museali cittadine e un cartellone ricco di giornate studio e laboratori per famiglie fanno parte di Contemporanemente Gualdo Tadino, il nuovo Festival d’arte contemporanea che animerà l’Umbria fino a gennaio 2024. La rassegna si inserisce nell’ambito delle iniziative volte ad espandere la vocazione culturale e ella provincia di Perugia, unendo il patrimonio storico artistico locale con l’arte contemporanea e l’innovazione culturale. Tra le diverse mostre in programma spicca la prima dedicata alla figura del gallerista recentemente scomparso Pio Monti, intitolata Pittura italiana contemporanea. Ultimi sessant’anni. Un percorso di ricerca per mari e Monti. Monti fu tra i galleristi che hanno fatto la storia di Roma nel secondo novecento accanto a Plinio De Martii, Gian Tommaso Liverani, Fabio Sargentini e Gian Enzo Speroni, la sua pratica ha espresso un modello culturale e artistico ancora centrale nell’estetica contemporanea. Il focus sulla pittura nel percorso di ricerca di Pio Monti ha lo scopo di contribuire a consegnare allo studio critico dei lavori che sono parte della storia dell’identità pittorica contemporanea italiana. Si tratta di un percorso espositivo che accompagna il pubblico alla scoperta della pittura italiana contemporanea degli ultimi sessant’anni, all’interno della Chiesa Monumentale di San Francesco. Nella mostra sono raccolte oltre quaranta opere di Jannis Kounellis,Alighiero Boetti, Emilio Prini, Sol LeWitt, Salvo, Luigi Ontani, Gino De Dominicis, Carlo Maria Mariani, Vettor Pisani, Nicola De Maria, Enzo Cucchi, Claudio Cintoli, Mario Schifano, Tano Festa, Tommaso Lisanti, Gian Marco Montesano, Ubaldo Bartolini, H. H. Lim, Felice Levini, Lorenzo Bonechi, Nunzio, Stefano Di Stasio, Fathi Hassan, Alessio Ancillai, Alessandro Cannistrà, Teresa Iaria, Jeffrey Isaac, Claud Hesse, Mark Kostabi. Oltre all’omaggio al gallerista romano, ci sono una importante retrospettiva dedicata allo scultore contemporaneo Walter Guidobaldi (in arte WAL), che è Il fantastico mondo di WAL. Giganti sculture, magici animali e bizzarre creature, insieme a L’altra metà della Scultura contemporanea: Licia Galizia, Veronica Montanino, Francesca Tulli e Il capolavoro ritrovato. Pier Francesco Mola. Una scoperta di Vittorio Sgarbi. Invece, nel progetto Lab.artisti emergenti, c’è la personale del pittore Marco Ercoli, Nei tuoi occhi. Per il laboratorio per bambini è da non perdere Mangiare con gli occhi, sulla simbologia che si cela dietro frutta, ortaggi e fiori delle nature morte presenti nelle collezioni museali di Gualdo Tadino, oltre alle giornate studio che approfondiranno le strategie di management culturale degli enti museali e il futuro del giornalismo di settore, tra intelligenza artificiale e social networking. Read the full article
0 notes
Text
Emilia Romagna: la Regione Umbria prosegue nel suo impegno nei territori al fine di assicurare un supporto costante nella fase di emergenza
Emilia Romagna: la Regione Umbria prosegue nel suo impegno nei territori al fine di assicurare un supporto costante nella fase di emergenza E' partito da Città di Castello per l'Emilia Romagna colpita dall'alluvione il quarto contingente della colonna mobile della Regione Umbria. Sostituirà quello precedente che sta operando a Cesena. "La Regione Umbria prosegue nel suo impegno nei territori al fine di assicurare un supporto costante nella fase di emergenza" ha sottolineato l'assessore regionale alla Protezione civile, Enrico Melasecche. Il contingente è coordinato da sette funzionari del servizio regionale di protezione civile ed emergenze e composto da 28 volontari di dieci organizzazioni: Cannara,Città di Castello, Gualdo Cattaneo, Narni, Perugia, Sellano, Spoleto, Spello, Foligno, associazione nazionale carabinieri Umbria. E' dotato di attrezzature per il pompaggio dell'acqua - spiega la Regione in una nota - e per il lavaggio da detriti e fango. Sul posto sta ancora operando anche una mini pala per lo svuotamento dal fango dei locali alluvionati del centro di addestramento della polizia di Stato. Inoltre, una delegazione di volontari ha rappresentato l'Umbria a Forlì in occasione del saluto che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita nelle zone alluvionate, ha rivolto a tutti coloro che stanno operando a supporto della popolazione romagnola. "Da parte della Regione - afferma l'assessore Melasecche - rinnovo anche i nostri ringraziamenti alle strutture regionali e ai volontari che, sempre più numerosi, stanno prodigandosi per prestare aiuto in Emilia-Romagna" Si terrà mercoledì 7 giugno, alle ore 12.00 a Palazzo Chigi, un incontro tra il Governo e i rappresentanti istituzionali dei territori colpiti dalle alluvioni del mese di maggio. Il Governo sarà rappresentato dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e dai Ministri competenti. È prevista la presenza dei Presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, Toscana, Eugenio Giani, e Marche, Francesco Acquaroli, delle Province di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca (Sindaco di Cesena), di Ravenna, Michele de Pascale (Sindaco del capoluogo), di Rimini, Jamil Sadegholvaad (Sindaco del capoluogo), di Pesaro-Urbino, Giuseppe Paolini, del Sindaco metropolitano di Bologna, Matteo Lepore, del Sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini e del Sindaco di Firenze, Dario Nardella.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Mussolini sotto assedio
La proclamazione dello stato d'assedio gettò nello sconforto i quadrunviri. Anche qui ci sono testimonianze contrastanti. E' certo che Balbo fu l'unico a votarsi decisamente alla battaglia. De Vecchi, appena giunto a Milano da Roma, dove aveva brigato per trovare una soluzione, veniva deriso dai camerati, che sferzava a sua volta dicendo che combattevano una battaglia ormai perduta. Mussolini aveva dormito a casa, ma quando, all'alba del 28 ottobre, andò al giornale, si trovò nel mezzo di una Milano blindata. La centralissima zona di san Marco, dove aveva sede "Il Popolo d'Italia", era circondata da reparti di polizia e carabinieri con le mitragliatrici puntate. Fin dalla notte la sede del giornale era protetta da 70 squadristi, guidati da Enzo Galbiati, armati di fucili sottratti a un comando militare. Nonostante un'alta barricata formata da gigantesche bobine di carta da stampa e da cavalli di frisia, ogni resistenza sarebbe stata impossibile. Cesare Rossi si scontrò con un maggiore delle guardie regie e ottenne la mediazione di un commissario di pubblica sicurezza che conosceva da tempo per evitare lo scontro armato. Mentre la tensione era al culmine, comparve Mussolini con in pugno un fucile. Ordinò ai suoi di non muoversi, tenendo pronte le armi, scavalcò le barricate e disse alle guardie regie: "Sparate sulle decorazioni, se avete coraggio". Un bel pezzo di teatro, perché il Duce, decorato in guerra, quella mattina non era certo uscito di casa con il medagliere. Questo ritratto così apologetico non trova riscontro nemmeno nelle pagine della Sarfatti, che pure non si trattiene: "La sua figura, la sua parola bastò a dissipare l'ombra...Il giovane squadrista fanatico, che lo seguiva, con occhi di cane adorante, vedendolo scoperto di tutta la persona sopra la barricata, nervosamente puntò il moschetto dietro a lui, in direzione dell'avversario, e la palla sfiorò la testa del Duce, sibilandogli tra i capelli accanto all'orecchio, mentre, da veterano pratico, udito il colpo, si era scostato di scatto. "Ma chi è quell'idiota... "Se non interveniva ridendo a difenderlo, per poco linciavano quel ragazzo, tutto stordito e balbettante alla vista di quanto stava per commettere".
Mussolini continuò ad avanzare. Ecco il racconto rapito di Piero Parini, un cronista del "Popolo d'Italia" che pubblicò i ricordi di quel giorno nel decimo anniversario della marcia: "i fascisti dall'alto delle terrazze e delle case vicine, dove erano appostati, noi della redazione al posto assegnato a ciascuno, concentrammo su quella figura isolata che pareva sospesa nel vuoto gli sguardi degli occhi e dell'anima, come raggi concentrati nel fuoco di una lente. Mussolini era alla mercé di una fucilata della polizia". Adesso riavvolgiamo il nastro e vediamo la versione di Emilio Lussu, scritta nell'esilio francese. Lussu, con garbo malizioso, sostiene che Mussolini nelle ore fatali rimase a Milano, evitando di scendere sia a Perugia che a Roma, perché così sarebbe stato vicino alla frontiera svizzera, nel caso in cui le cose si fossero messe male. Racconta che, quando i fascisti occuparono a Milano il posto di guardia di una caserma degli alpini, si trovarono di fronte un colonnello e un battaglione schierato in armi. "Viva l'esercito!" gridarono. "Molte grazie", rispose il colonnello "ma se non sgomberate entro cinque minuti ordino il fuoco". "Viva l'esercito!" gridarono ancora, presentando le armi. E, al nuovo ordine del colonnello risposero: "No, preferiamo morire". "I vostri desideri saranno appagati". Quando vide che il battaglione innestava le baionette, il capo dei fascisti telefonò a Mussolini che, scrive Lussu, fu protagonista di un animato colloquio con l'ufficiale, conclusosi con gli squilli di tromba che annunciavano l'attacco degli alpini e l'ordine di ripiegamento impartito dal Duce. Lussu, all'epoca dei fatti deputato del Partito sardo l'azione, ricorda che poco dopo fu proclamato lo stato d'assedio e Mussolini, uscendo di nuovo dal suo fortilizio del "Popolo d'Italia, si presentò in prefettura "remissivo come il cittadino obbediente alla legge" e si sentì notificare l'ordine di arresto. Ma i fascisti non fecero in tempo a gridare al tradimento che alle 12.40 di quel 28 ottobre, l'agenzia ufficiale Stefani comunicò la revoca dello stato d'assedio.
La verità sta, come sempre, nel mezzo. Mussolini, si è già visto, era un uomo coraggioso, ma prudente. Un politico accorto che sapeva, al tempo stesso, motivare le masse e tessere accordi nel tetrobottega. Non è credibile né la bravata dello "sparatemi sulle medaglie", né l'immagine denigratoria dell'omino che va in prefettura con il cappello in mano. Anche perché il prefetto Lusignoli era uomo di mondo e si lasciava aperte non una, ma cento porte.
La forza armata fascista era assai più modesta di quanto dichiarato dai suoi capi e militarmente inferiore a quella dello Stato, ma la percezione pubblica era diversa. Lo stesso "Corriere della Sera" del 28 ottobre dava notizia dell'occupazione della questura di Piacenza, della stazione e dell'ufficio postale a Firenze, degli scontri a fuoco a Cremona, della mobilitazione dei Sempre Pronti a Pisa, Lucca e Livorno. E la cosa più impressionante è che, appena si sparse la notizia della revoca dello stato d'assedio, in molte città i fascisti occuparono luoghi strategici senza incontrare resistenza, quasi ci fosse stato un passaggio dei poteri da un'autorità costituzionale a un'altra.
B.V. Perché l'Italia diventò fascista e perché il fascismo non può tornare.
2 notes
·
View notes
Photo
Models (Anna Carin Bjorck left) wearing side-swept cloche-coifs by Enzo da Perugia, barettes by Ben Hur at Lord & Taylor, photo by Sante Forlano, Vogue, Aug. 15, 1958
#Anna Carin Bjorck#vintage#fashion#models#swedish#sante forlano#vogue#500+ top lata mangeshkar videos#mine
159 notes
·
View notes
Text
Mondiali (parte 2)
Non mi sono interessato di calcio fino a quando non ho avuto 10 anni, 9 e mezzo in realtà.
Era l'estate del 1982, fino ad allora mi piaceva la Formula 1 e la Ferrari. Quello era l'anno di Villeneuve e Pironie, i due piloti di lingua francese che dominavano il campionato. Poi c'era stato il GP di San Marino con la seconda guida Pironie che aveva voluto vincere e Villeneuve che si sentì tradito da Enzo Ferrari che gli aveva risposto: «Ma in fondo ha vinto sempre una Ferrari». Qualche tempo dopo Villeneuve, cercando di fare il miglior tempo, sarebbe stato vittima di un incidente che gli costerà la vita. Pironie invece si ritroverà le gambe fracassate in un altro incidente e lascerà per sempre la Formula 1, non l'alta velocità. Morirà durante una gara di off-shore su un motoscafo. Sembra una storia da film quella dell'amicizia rivalità di Villeneuve e Pironie invece è tutto vero. A me piaceva Villeneuve per il suo coraggio e la sua determinazione. Morto lui non avevo più emozioni dalla Formula 1.
L'82 era l'anno dei mondiali di Spagna, 4 anni prima l'Italia di Bearzot era andata bene arrivando quarta e battendo i futuri campioni del mondo dell'Argentina, dunque in Spagna si poteva fare bene. Invece c'era stato il calcio scommesse nell'80. Molti calciatori erano stati squalificati alcune squadre retrocesse d'ufficio e gli Europei del 1980 erano diventati un calvario per la Nazionale azzurra che spesso veniva fischiata dal suo stesso pubblico.
Uno dei calciatori squalificati era il centravanti Paolo Rossi. Solo 4 anni prima il suo passaggio al Vicenza era costato 2 miliardi di lire di allora, due anni dopo era finito sotto processo per la giustizia sportiva per aver aggiustato una partita col Perugia nel quale era andato a giocare nel frattempo.
In casa mia si comprava Telesette una rivista con l'elenco dei programmi TV in un periodo in cui non esisteva ancora la TV satellitare o digitale e neppure il televideo. La copertina di questo numero la ricordo perché c'era proprio Paolo Rossi raffigurato con due maglie, quella della Juve, dove in quel momento giocava, e quella della nazionale azzurra. Il titolo diceva: "Paolo Rossi salvatore della patria?"
Non so perché ma quella immagine mi incuriosì. Rossi era rientrato pochi mesi prima da quella squalifica, la Juve lo aveva ripreso dopo lo scandalo e lui aveva potuto giocare le ultime 3 partite del campionato vinto ancora una volta dalla Juventus. Bearzot lo volle nella sua Nazionale e, nonostante la defezione all'ultimo minuto di Bettega, non convocherà Pruzzo, centravanti della Roma e capocannoniere della Serie A. L'Italia va male, delude e gioca da schifo. Io passo i pomeriggi a disegnare solo qualche volta mi alzo a vedere la TV attirato dalle urla di mio padre. Anche i primi gol li vedo al rallentatore. Da pochi anni abbiamo un TV color Grunding a 8 canali senza telecomando. Vedo qualche immagine di Italia-Perù, l'arbitro travolto dai giocatori che si contendono un pallone, vedo l'autogol di Collovati. Poi il Camerun, il simpatico Camerun che ha questo portiere, N'Kono che indossa pantaloni lunghi neri nonostante le temperature torride di Vigo. 3 pareggi, due per 1-1 e uno per 0-0, passiamo per la differenza reti, per aver segnato un gol in più del Camerun.
Ci tocca affrontare in un girone a 3 Argentina e Brasile. l'Argentina l'abbiamo battuta 4 anni fa e dunque sono convinto lo faremo di nuovo.
90 minuti mi sembrano tanti così riesco a vedere solo il secondo tempo. Vinciamo 2-1.
Ci tocca il Brasile.
Hanno uno squadrone e sono favoriti per il titolo finale. Rossi non ha fatto neppure un gol e in generale l'Italia ha deluso. I giornali criticano giocatori e tecnico così i primi hanno deciso di chiudersi a riccio e proclamano il silenzio stampa. A parlare sono solo CT e il capitano Dino Zoff.
Questa è la partita che vedo dal primo minuto. È Davide contro Golia. Sarebbe già difficile ipotizzare un pareggio e all'Italia serve la vittoria. Dopo 3 minuti Rossi cicca un pallone facile. Non si sveglia proprio il nostro centravanti, difficile pensare si possa andare avanti. Invece due minuti dopo una bella azione corale dell'Italia porta Cabrini a crossare in area dove uno dei nostri colpisce di testa e fa gol. Ha il numero 20. Non si scrivono ancora i nomi sulle maglie ma so già che è Rossi, proprio lui.
Esultiamo, mio padre dice qualcosa tipo: "Magari fosse il 40'" come se si potesse scegliere quando segnare. La partita è lunghissima e sono passati solo 5 minuti.
Il Brasile non si scompone ma noi sembrano veramente forti. Usciamo in palleggio tutto di prima e Martellini commenta: «Si ritrovano a meraviglia i nostri» incredulo, forse anche lui.
Dura poco: il Brasile ha questo numero 10 che ha un nome lunghissimo Arthur Antunes Coimbra in arte (perché il suo calcio è arte) Zico. È il Pelé bianco secondo molti, un'eredità pesante è il più temuto. Lo marca Gentile che, a dispetto del nome, e piuttosto rude per usare un eufemismo. Zico raccoglie un passaggio, è defilato sulla destra, Gentile gli è addosso sembra impossibilitato a muoversi e invece fa passare la palla sotto il tacco e mette fuori tempo il difensore. Ha un metro di vantaggio, vede passargli avanti Socrates il lungo capitano di quel Brasile fantastico, Zico è con i piedi parallelo alla linea di fondo eppure quando calcia la palla si muove con un angolo di 90 gradi rispetto alla posizione del piede. Ho rivisto tantissime volte quel passaggio non mi spiego come possa essere riuscito a dare a quel pallone quella direzione, come se la caviglia avesse ruotato di 90 gradi. E il pallone ha la velocità giusta, Socrates non deve neppure cambiare passo, semplicemente continua a correre ed entra in area. Zoff si aspetta un passaggio in mezzo così fa un mezzo passo verso il centro scoprendo il primo palo e Socrates, il calciatore che legge Gramsci e ha la laurea in medicina, segna tirando tra palo e portiere. Vedo una nuvoletta bianca che si alza sul rasoterra che passa sulla linea di porta. È come se i brasiliani ci avessero detto: «Ma dove credevate di andare?»
Siamo tutti lì sul divano, un divano di velluto a costine sul quale d'estate mia madre mette un lenzuolo per far sentire più fresco. Io sono seduto con i pantaloncini corti le gambe incrociate. Non mi sto annoiando anzi. Il tempo scorre veloce e ora sono i brasiliani a trovarsi meravigliosamente di prima. Rischiamo di prendere altri gol, potremmo farne noi, si rimane sull'1-1 invece.
Verso il 30' invece i brasiliani tradiscono troppa sicurezza. Cerezo passa in orizzontale il pallone a Falcao. Non è preciso così il passaggio è a metà strada fra il centrocampista della Roma e il terzino Junior. Rossi intuisce che quella è una palla buona così si avventa in anticipo su Junior che tenta un recupero disperato in scivolata ma Rossi passa con tutto il pallone. Falcao prova a raggiungerlo ma Pablito, prima di entrare in area tira forte e fa 2-1.
In casa mia è il delirio: mio padre salta sul divano, io mi trattengo perché mia madre mi ha già rimproverato in passato a riguardo. Mio padre però rompe una traversina di legno e si sente un crack fortissimo. Non si può verificare ora l'entità del danno: c'è da soffrire. È entrato un diciottenne in campo con baffoni lunghi che lo fanno sembrare molto più grande. È Bergomi che deve sostituire Collovati. Teniamo duro e al riposo siamo in vantaggio.
Il divano è seriamente danneggiato: la traversina è spezzata nonostante sia molto spessa. Papà e mamma rimettono a posto i cuscini, qualche parola di rimprovero se la becca mio padre, ma promette che sistemerà tutto a fine partita. Il sole comincia a scendere e alcuni suoi raggi filtrano dalla tapparella in legno che ogni pomeriggio mia madre abbassa per non far scaldare troppo il salotto. Da molto fastidio il sole dopo le 5 di pomeriggio.
Il secondo tempo comincia e prevedibilmente i brasiliani si buttano in avanti a testa bassa. Arrivano pure i terzini Leandro a destra e Junior a sinistra. Il secondo praticamente è un altro centrocampista. Mio padre si lamenta per ogni fallo subito, ma pure noi non è che ci andiamo piano: Gentile ha strappato la maglia a Zico tentando di trattenerlo. Mio padre dice che gli devono strappare pure la carne. Siamo tutti in piena trance agonistica e mio padre segue seduto sul bracciolo del divano.
45 minuti sono lunghissimi, non riusciamo a segnare in contropiede e qualche minuto dopo il dramma. Falcao riceve da Junior, Cerezo si allarga e si porta dietro Tardelli e Scirea ma Falcao non passa la palla ma si accentra per tirare di sinistro dal limite. Zoff è in traiettoria, ma Bergomi tocca con la coscia il pallone che si alza di pochi millimetri. Zoff dirà che ha visto la palla passargli vicinissima alla mano prima di infilarsi in rete. Ricordo l'urlo di Falcao mentre corre verso la panchina. Leggo il labiale, dice GOOL e penso: si dice così anche nella loro lingua. La vena al collo del brasiliano è gonfia. Ci teneva a fare gol proprio contro la nazionale del paese in cui gioca.
Siano scoraggiati a casa anche mia sorella che segue con più distacco la partita. Mia madre no. Lei dice: «Gliene facciamo un altro» sicura.
Martellini dice che paghiamo gli errori fatti in precedenza, di sicuro accusiamo il colpo e Bergomi perde un brutto pallone davanti la nostra area di rigore. Come non siano riusciti a segnare i brasiliani è un mistero.
Poi arriva un calcio d'angolo per noi, il primo della partita a nostro favore. Il Brasile respinge male, Tardelli tira al volo e il suo tiro un po' lento sembra facile preda di Valdir Peres il portiere sudamericano.
Invece spunta ancora lui: Paolo Rossi che in scivolata fa gol. Di nuovo.
Mia madre ci ha preso. La sua fiducia è stata ripagata.
Martellini è emozionato, deve esserlo, eppure con grande professionalità resta calmo e dice semplicemente che ci aspettano i 15 minuti più emozionanti della storia del calcio italiano.
È davvero così. Al Brasile basta pareggiare, basta solo un altro gol per non uscire dal mondiale. Noi dobbiamo vincere. Potremmo evitarci un po' di sofferenza se segnassimo ancora. Lo facciamo con Antognoni. Sto esultando, vedo un giocatore brasiliano nella sua porta appoggiato alla rete, si è arreso. Poi la telecamera inquadra Antognoni che non esulta più, il sorriso gli è morto sulle labbra. Fuorigioco.
"Ma chi l'ha inventato il fuorigioco?" mi chiedo. E mi chiedo come accidenti si valuta un fuorigioco? Ho a malapena imparato le regole principali questa mi pare troppo cervellotica.
Non c'è tempo per disperarsi, i brasiliani hanno ripreso vigore e tornano ad attaccare.
Un calcio d'angolo, qualche punizione, ma non segnano. C'è un gol dei brasiliani ma anche qui è fuorigioco. Benedetto fuorigioco.
Zoff urla appoggiato al palo mentre sistema la barriera.
Cross alto, saltano in tanti. Colpisce un ricciolino con la maglia gialla. È il centrale di difesa Oscar. Colpisce bene è angolato ma Zoff fa il miracolo: si butta con un'agilità insospettabile per un quarantenne e la blocca lì. Si alza subito e muove il dito a dire NO, non è gol. I brasiliani esultano alzano le braccia. L'arbitro non fischia: non è gol.
Rimane un calcio d'angolo per i brasiliani qualche minuto dopo. Eder vuole spazio, solleva i cartelloni pubblicitari, i tifosi dietro di lui lo aiutano e gli tengono fermi quei cartelloni così che possa calciare. Finisce ancora una volta con la nostra difesa che allontana.
Esultiamo anche noi a casa.
Anni dopo rivedrò un vecchio servizio Rai. A bordo campo c'è Giampiero "Bisteccone" Galeazzi che intervista qualcuno dei protagonisti di quella partita. Sembra finito anche il silenzio stampa.
Bearzot viene fermato dal giornalista, dice qualche parola su quanto è stata dura ma meritata e improvvisamente arriva Zoff, il capitano, che si avvicina al CT.
Non dice nulla, gli mette solo una mano sulla spalla e lo bacia sulla guancia. Galeazzi non sembra farci caso e neppure Bearzot.
Dopo molti anni si vedrà quel gesto e Zoff, imbarazzato, dirà: «Ma quante storie per un bacio».
La prima volta che ho tifato in una partita di calcio abbiamo vinto. Rossi è ancora oggi il solo giocatore ad aver fatto 3 gol al Brasile in un unica partita di un mondiale. Dopo quella partita L'Italia intera era certa della vittoria finale e così sarà. Avevo imparato i nomi dei calciatori, non solo i cognomi e dopo la litania della formazione tipo (Zoff, Gentile, Cabrini; Oriali, Collovati, Scirea; Conti, Tardelli, Rossi; Antognoni, Graziani) avrei imparato a memoria anche i numeri di maglia di tutti e 22 i giocatori campioni del mondo. Li so ancora oggi.
L'anno dopo avrei finito le elementari, sarei andato alle medie. Atri 3 anni e i miei si sarebbero separati.
Quell'estate però, ci sentimmo tutti invincibili, primi al mondo.
Nulla poteva andare male.
In fondo la felicità sono attimi, come diceva qualcuno. Un attimo come l'urlo di Tardelli al gol del 2-0 in finale contro la Germania Ovest.
Da allora sono diventato anche io vittima del demone del calcio. Purtroppo. O per fortuna.
#il demone del calcio#spagna 82#espana 82#mondiali di calcio#ricordi mondiali#zoff gentile cabrini#rossi#paolorossi#italia brasile 3-2#mundial
7 notes
·
View notes
Link
8 mar 2021 15:37
L’AFFARE S’INGROSSA - GLI ARRESTI DOMICILIARI A FRANCESCO POLIDORI, FONDATORE DI CEPU, ACCUSATO DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA SCOPERCHIANO UN VASO DI INTRECCI - POLIDORI, CHE AVREBBE EVASO CIRCA 140 MILIONI DI EURO, NEL 2020 RILEVO’ LA “LINK UNIVERSITY”, L’ATENEO CARO AL M5S E CROCEVIA DI FACCENDIERI, OPERATORI DI INTELLIGENCE E SERVIZI SEGRETI - ARCHEO: NEL 1998 POLIDORI ANDO’ A GIUDIZIO PER USURA ED ESTORSIONE - QUANDO AL “CEPU” FACEVA LEZIONI ANCHE ANTONIO DI PIETRO…
-
BANCAROTTA CEPU: SEQUESTRATA SEDE ECAMPUS IN PROVINCIA COMO
(ANSA) - La Guardia di Finanza ha proceduto oggi al sequestro della sede di E-Campus, società della galassia Cepu, a Novedrate in provincia di Como, nell'ambito dell'indagine che ho portato agli arresti domiciliari il fondatore di Cepu, Francesco Polidori, accusato di bancarotta fraudolenta.
Il valore della struttura si attesta sui 6 milioni di euro. "Gli immobili sono stati acquistati con somme di denaro - è scritto nell'ordinanza del gip Ezio Damizia - provenienti dalle distrazioni in danno della fallita società Cesd e quindi costituiscono il diretto reimpiego del profitto del delitto di distrazione perché definitivamente entrati nella titolarità della società acquirente mediante le somme di denaro distratte dalla società fallita e impiegate per estinguere il mutuo/finanziamento acceso presso le banche per il loro acquisto".
BANCAROTTA CEPU: GDF, EVASIONE FISCALE PER 140 MILIONI EURO
(ANSA) - Si attesta intorno ai 140 milioni di euro, secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, il valore dell'evasione fiscale messa in atto dal gruppo Cepu in oltre dieci anni. Nell'indagine svolta dai finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Rodolfo Sabelli è emerso che i debiti accumulati raggiungono invece i 180 milioni di euro.
Il gip di Roma nell'ordinanza cautelare afferma che Francesco Polidori, fondatore del gruppo Cepu e finito oggi ai domiciliari, ha "svolto un ruolo importantissimo sia sul punto di vista direttivo, organizzativo, anche operativo ed è stato in più occasioni persino destinatario diretto delle distrazioni di ingenti somme di denaro - si legge nel provvedimento -. Egli ha partecipato all'attività delittuosa operando da una cabina di regia in prima persona.
Il ruolo di dominus evidentemente ancora ricoperto, l'esistenza attuale della Studium Srl", società riconducibile a Polidori, e "lo strettissimo rapporto che l'imprenditore ha con vari soggetti (collaboratori, familiari o persone a lui vicine), che ricoprono cariche sociali nella società del Gruppo, costituiscono elementi da cui desumere certamente l'attualità del pericolo di recidivanza", ossia di reiterazione del reato.
UN'UNIVERSITÀ CHE SCOTTI - CHE NE SARÀ DELLA LINK ORA CHE SE L'È COMPRATA IL SIGNOR CEPU? ATENEO PRIVATO, CROCEVIA DI FACCENDIERI DI OGNI FEDE. DI NOTABILI DELLA PRIMA E DELLA SECONDA REPUBBLICA. DI SPIE VENUTE DALL'EST MA ANCHE DALL'OVEST. E ASSIEME A TUTTO QUESTO ANCHE FUCINA DI CLASSE DIRIGENTE PER I CINQUE STELLE - POLIDORI VUOLE RISERVARE ALLA LINK INSEGNAMENTI PER L'ÉLITE, E AVREBBE INVESTITO CIRCA…
Estratto dell’articolo di Fabio Martini per ''la Stampa'' del 4 agosto 2020
A riflettori ben spenti, come è tradizione della casa, la Link Campus University ha cambiato padrone: a fine luglio nello studio di un notaio romano si è consumato il passaggio di proprietà di una delle più originali «creature» spuntate in Italia negli ultimi venti anni: università privata, ma anche crocevia di faccendieri di ogni fede. Di notabili della Prima ma anche della Seconda Repubblica. Di spie venute dall'Est ma anche dall'Ovest. E assieme a tutto questo anche fucina di classe dirigente per i Cinque stelle.
Un cambio di proprietà accelerato dall'infittirsi delle indagini della magistratura e dai conti in disordine: la eterogenea società uscente Gem - che aveva il suo «vate» nell'ex ministro dc Enzo Scotti - ha ceduto tutto a Francesco Polidori, l'uomo che dopo aver inventato Cepu, la scuola di recupero esami, ha creato E-Campus, il più esteso ateneo telematico italiano. Personaggio legato al centrodestra e a Berlusconi, ma senza mai mischiare didattica e politica, Polidori si presenta con un'idea di business diversa da quella che ha imperato sinora alla Link.
[…] I conti sono andati sempre più in rosso e a quel punto alla porta del vecchio Scotti, ha bussato Polidori, un umbro di 72 anni, a suo tempo inventore del Cepu e di Radio Elettra.
Parla come un filantropo: «In passato le famiglie ricche avevano il precettore. I nostri tutor svolgono lo stesso compito, calibrando l'intervento in funzione della capacità, del tempo a disposizione, delle esigenze. In assoluta trasparenza: il risultato finale, infatti, non lo decidiamo noi, ma l'esame, che è pubblico».
Polidori vuole aggiungere un insegnamento frontale al suo «impero» di atenei telematici, con sedi in undici città e, a quanto pare, vuole riservare alla Link insegnamenti per l'élite. Poco si sa di quanto sia costato l'«avviamento» che la Link Campus ancora garantisce: Polidori si sarebbe fatto carico dei 22 milioni di debito e avrebbe corrisposto un milione cash ai vecchi proprietari.
Immaginando di investirne un'altra ventina. Per ora ipotesi, anche perché l'annuncio ufficiale del passaggio di proprietà ancora non c'è stato. Ma si capirà presto se sia finita una volta per tutte la leggenda dell'ateneo romano «vortice di intrighi», come il New York Times ha definito la Link, l'università nella quale un giorno si incontrarono e simpatizzarono due campani così diversi come Enzo Scotti e Luigi Di Maio.
FONDATORE 'CEPU' A GIUDIZIO PER USURA ED ESTORSIONE
(ANSA) - PERUGIA, 1 luglio 1998
Usura ed estorsione: sono le accuse per le quali verranno processati dal tribunale di Perugia l' imprenditore Francesco Polidori, noto per essere il fondatore della ''Cepu'' (l' istituto tifernate per la preparazione universitaria in cui ha tenuto corsi anche Antonio Di Pietro), ed il suo collaboratore Flavio Nataloni. Lo ha deciso oggi il gip Giuseppe Petrazzini che ha rinviato a giudizio entrambi. La prima udienza del processo e' in programma il 10 maggio '99.
Polidori e Nataloni sono stati indagati nell' ambito della loro attivita' di intermediazione finanziaria. Attraverso due societa' - secondo l' accusa - avrebbero infatti erogato mutui per centinaia di milioni, facendosi ''dare e promettere'' interessi usurari che avrebbero oscillato tra il 120 ed 250 per cento.
Agli imputati vengono contestati due diversi episodi di usura, nei confronti di una coppia, marito e moglie, e di un altro imprenditore, tutti impegnati in agricoltura. Quest' ultimo, in particolare, si e' costituito parte civile attraverso l' avvocato Luca Maori ed ha chiesto un risarcimento di 600 milioni. Nataloni deve inoltre rispondere di avere minacciato la donna di far valere i diritti usurari, costringendola - sempre secondo l' accusa - a rilasciargli una procura per vendere terreni di sua proprieta' (valore 260 milioni) a Polidori. Di qui l' accusa nei confronti di entrambi anche di estorsione.
INCHIESTA PROCURA BOLOGNA IPOTIZZA EVASIONE FISCALE ''CEPU''
(ANSA) - BOLOGNA, 15 maggio 1998
Sono finiti nel mirino delle magistratura bolognese i conti del Cepu, il consorzio europeo preparazione universitaria che offre sostegno didattico a circa 20mila giovani: ieri su ordine dei Pm Valter Giovannini ed Enrico Cieri la Guardia di Finanza ha compiuto un centinaio di perquisizioni nelle sedi del consorzio sparse in tutta Italia. L' ipotesi della Procura e' che i redditi realizzati sul territorio italiano siano finiti nella Repubblica di San Marino senza sottostare alla tassazione italiana. Del consorzio Cepu fanno parte, infatti, anche societa' finanziarie con sede nel Titano.
Gli indagati sarebbero una ventina, tutti per evasione fiscale, tra cui il presidente Francesco Polidori. Per gli inquirenti il Cepu ha una organizzazione societaria in Italia e di conseguenza deve essere assoggettato a tassazione in Italia. ''Le indagini sono solo di carattere fiscale - ha precisato il Pm Giovannini - e non coinvolgono ne' il metodo ne' il merito del supporto didattico che il consorzio fornisce agli studenti''. Gli inquirenti hanno precisato che nelle perquisizioni e' stata ''acquisita una documentazione minima, che non blocca l' attivita' del consorzio''.
0 notes
Text
“Fragilità e Distacco / 70 Years Ruggero Maggi”
COMUNICATO STAMPA
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
“Fragilità e Distacco / 70 Years Ruggero Maggi”
a cura di Sandro Bongiani
Dal 29 agosto al 28 novembre 2020
Inaugurazione: sabato 29 agosto 2020, ore 18.00
S’inaugura sabato 29 agosto 2020, alle ore 18.00, la mostra collettiva internazionale a cura di Sandro Bongiani dal titolo: “Fragilità e Distacco / 70 Years Ruggero Maggi” che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista italiano Ruggero Maggi, uno dei più interessanti artisti contemporanei nati negli anni cinquanta. Una importante mostra collettiva internazionale in concomitanza anche della speciale ricorrenza del suo settantesimo compleanno, presentando 289 opere di 295 artisti presenti su un totale corpus grafico di ben 388 opere arrivate da ogni parte del mondo.
Ruggero Maggi inizia la sua attività di artista negli anni '70 con lavori incentrati sulla poesia visiva, sulla mail art, copy-art, laser art e olografia caratterizzati anche dall’inserimento di “estratti” di vita reale. Con il passare degli anni queste strutture “interferenti” all’interno dell’opera sono diventate sempre più evidenti, in un rapporto di intensa “osmosi”, in cui a partire dal 1989 gli arcaici elementi naturali convivono con componenti tecnologici, fino alle opere recenti dove il concetto “Artificiale /Naturale” tra ”sincronismo concettuale e emozionale” assume un ruolo predominante consegnandoci una realtà in cui l’azione umana coincide con quella morale, in un complesso intrico di rimandi e di sollecitazioni. Sandro Bongiani nella presentazione a questa rassegna scrive: “un continuo interesse verso la natura e la dimensione umana in un complesso rimando di sollecitazioni e interferenze, di sottintesi e nascosti richiami in cui l'azione coincide sinteticamente con il tempo provvisorio e oscuro dell’uomo. In questa particolare condizione, la sua ricerca marginale di confine “più vera di natura” ha saputo prendere corpo e manifestarsi in una sintesi poetica accorta che condivide le urgenze estreme della vita ed i contrasti inquieti della nostra malandata società contemporanea”.
Artisti presenti:
Christian Alle Dino Aloi Antonio Amato Lutz Anders Leslie Atkins Paola Baldassini Franco Ballabeni Calogero Barba Fabiola Barna Donatella Baruzzi Pier Roberto Bassi Umberto Basso Keith Bates Elisa Battistella Lutz Beeke Giacomo Beffa Lancillotto Bellini Milena Bellomo C. Mehrl Bennett John M. Bennett Luisa Bergamini Mariarosa Bergamini Pedro Bericat Carla Bertola Diane Bertrand Rita Bertrecchi Massimo Biagi Gabriele Bianconi Lucia Biral Manuel Xio Blanco Antonio Bobò Rovena Bocci Norbert Bockmann Kika Bohr Giovanni Bonanno Adriano Bonari Anna Boschi Rosa Bosco Maria Cecilia Bossi Marzia Braglia Hans Braumüller Rossana Bucci Joachim Buchholz Anna Maria Buonapace Viviana Buttarelli Fulgor C. Silvi Mirta Caccaro Alfonso Caccavale Glauco Lendaro Camiless Loretta Cappanera Guido Capuano Lamberto Caravita Cascadia Artpost Bruno Cassaglia Antonia Mayol Castello Gianpiero Castiglioni Renato Cerisola Bruno Chiarlone Simonetta Chierici Silvia Cibaldi Cosmo Cinisomo Circulaire132 Maria Antonietta Claretto Anna Maria Cognigni Ryosuke Cohen Mabi Col Francesco Cornello Enzo Correnti Carmela Corsitto Crackerjack Kid Maria Credidio Anna Maria Crescenzi Laura Cristin Carla Crosio Rosa Cuccurullo Crescenzio D'Ambrosio Nicolò D’Alessandro Diana Danelli Marc De Hay Ko De Jonge Mario De Leo Antonio De Marchi Teo De Palma Adolfina De Stefani Albina Dealessi Michel Della Vedova Antonio Di Michele Debora Di Bella Elena Di Felice Maura Di Giulio Fabio Di Ojuara Franco Di Pede Marcello Diotallevi Giovanna Donnarumma Mike Dyar Eart Art Mimmo Emanuele Rita Esposito Ever Arts Cinzia Farina Fernanda Fedi Gretel Fehr Domenico Ferrara Foria Ivana Ferraro Luc Fierens Giuseppe Filardi Anna Finetti Alessandra Finzi Aaron Flores Maurizio Follin Roberto Formigoni Kiki Franceschi Nicola Frangione Piet Franzen SIDAC Giglio Frigerio Ivo Galassi Daniele Galdiero Rosalie Gancie Antonella Gandini Attilia Garlaschi Claudio Gavina Ombretta Gazzola Roberta Ghisla Roberto Gianinetti Mario Giavino Ed Giecek Gino Gini Guglielmo Girolimini Lino Giussani Coco Gordon Bruno Gorgone Daniela Gorla Claudio Grandinetti Elke Grundmann Paolo Gubinelli Giovanni Gurioli _Guroga Karl Friedrich Hacher Hanrahan Peter Hide 311065 Uwe Hofig Slanye Huang Carlo Iacomucci Ibirico Gennaro Ippolito Robert James Benedetta Jandolo Janus Edition Isabel Jover Magda Lagerwerf Felipe Lamadrid Giusi Lazzari Ettore Le Donne Nadine Lenain Pascal Lenoir Alfonso Lentini Marialisa Leone Giovanni Leto Pino Lia Pierpaolo Limongelli Pietro Lista Oronzo Liuzzi Serse Luigetti Ruggero Maggi Olga Maggiora Nadia Magnabosco Mailarta MailArtMartha Loredana Manciati Antonio Mancini Antonello Mantovani Angela Marchionni Renzo Margonari Patrizio Maria Dorian Ribes Marinho Laura Marmai Max Marra Calogero Marrali Maria Grazia Martina Maribel Martinez Gianni Ettore Andrea Marussi Anna Maria Matone Anja Mattila Michelangelo Mayo Monica Mazzone Pierluigi Meda Massimo Medola Myriam M. Mercader Miche Art Universalis Monica Michelotti Virginia Milici Gabi Minedi Antoni Mirò Annalisa Mitrano Henning Mittendorf Mauro Molinari Domingo Sanz Montero Maya Lopez Muro Museuvofmailart Keiichi Nakamura Giuliana Natali Katerina Nikoltsou Aldo Nodari Pierangela Orecchia Clemente Padin Lucia Paese Franco Panella Katia Paoletti Linda Paoli Paola Pareschi Sjoerd Paridaen Enzo Patti Giuseppe Pellegrino Remy Penard Walter Pennacchi Mariella Perani Marisa Pezzoli Riccardo Pezzoli Tarcisio Pingitore Horvath Piroska Valentina Poli Veronique Pozzi Painè Nadia Presotto Daniele Principe Tiziana Priori Gina Pritti Giancarlo Pucci Fabrizio Randini Cesar Reglero Gaetano Ricci Angelo Ricciardi Isabella Rigamonti Carla Rigato Ina Ripari Costantino Rizzuti Ilaria Rizzuti Jaume Rocamora Gian Paolo Roffi Claudio Romeo Piero Ronzat Giovanni Ronzoni Lorenzo Rosselli Manuel Ruiz Ruiz Marialuisa Sabato Hikmet Sahin Piero Sani Sergio Sansevrino Antonella Sassanelli Antonio Sassu Anna Maria Saviano Roberto Scala Duccio Scheggi Peter Schubert Lars Schumacher Jörg Seifert Cesare Serafino Lucio Serafino Tiziano Serafino Domenico Severino Noriko Shimizu Maria Josè Silva – Mizè Pietro Silvestro Cecilia Solamito Luigino Solamito Alberto Sordi Cristina Sosio Lucia Spagnuolo Celina Spelta Ciro Stajano Honoria Starbuck Giovanni e Renata Strada Rod SummersVec Elisa Taiola Franco Tajariol Nello Teodori Ernesto Terlizzi Gian Paolo Terrone Elsa Testori Roberto Testori Thierry Tillier Paola Toffolon Renata Torazzo Micaela Tornaghi Horst Tress Alan Turner Stefano Turrini Mikel Untzlla Sigismund Urban Valdor Generoso Vella Silvia Venuti Ada Vera Verbena Daniele Virgilio Alberto Vitacchio Antonio Zenadocchio Rolando Zucchini.
RUGGERO MAGGI / Biografia
Dal 1973 si occupa di poesia visiva e libri d'artista (Archivio Non Solo Libri); dal 1975 di copy art e arte postale (Archivio Amazon); dal 1976 di laser art, dal 1979 di olografia, dal 1980 di X-ray art e dal 1985 di arte caotica sia come artista - con opere ed installazioni incentrate sullo studio del caos, dell’entropia e dei sistemi frattali - sia come curatore di eventi: “Caos italiano” 1998; “Caos – Caotica Arte Ordinata Scienza” 1999 – 2000; “Isole frattali” 2003, “CaoTiCa” 2004, “Attrazione frattale” 2006, “Caos e Complessità” 2009, “Caos, l’anima del caso” 2010, “Caotica.2014” Lodi e Jesi.
Tra le installazioni olografiche: “Una foresta di pietre” (Media Art Festival - Osnabrück 1988) e “Un semplice punto esclamativo” (Mostra internazionale d’Arte Olografica alla Rocca Paolina di Perugia – 1992); tra le installazioni di laser art: “Morte caotica” e “Una lunga linea silenziosa” (1993), “Il grande libro della vita” e “Il peccatore casuale” (1994), “La nascita delle idee” (1993) esposta nel 1995 al Museo d’Arte di San Paolo (BR).
Suoi lavori sono esposti al Museo di Storia Cinese di Pechino ed alla GAM di Gallarate. Ha inoltre partecipato alla 49./52./54. Biennale di Venezia ed alla 16. Biennale d’arte contemporanea di San Paolo nel 1980.
2006 realizza “Underwood” installazione site-specific per la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate.
2007 presenta come curatore il progetto dedicato a Pierre Restany “Camera 312 – promemoria per Pierre” alla 52. Biennale di Venezia.
2008 presenta come curatore il progetto “Profondità 45 – Michelangelo al lavoro” sul rapporto Arte -Tecnologia. Nel 2008 a Villa Glisenti (BS) ed all’Art Centre della Silpakorn University di Bangkok, per un simposio artistico italo-thailandese dedicato alle problematiche del riscaldamento globale, realizza l’installazione “Ecce ovo”.
2009 cura l’installazione site-specific collettiva “Prima o poi ogni muro cade” all’interno di PLAZA: OLTRE IL LIMITE 1989-2009 XX Anniversario della caduta del Muro di Berlino in Galleria del Corso a Milano; evento successivamente presentato a Villa Pomini a Castellanza (VA) e Spazio Luparia a Stresa.
2010 “GenerAction – un promemoria per le generazioni” progetto di Mail Post.it Art presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo - Gallarate.
2011/2013/2015/2017 presenta a Venezia con il Patrocinio del Comune di Venezia Padiglione Tibet, progetto presentato successivamente alla Biennale di Venezia, al Museo Diotti di Casalmaggiore (CR), palazzo Ducale di Genova e presso la Biblioteca Laudense di Lodi.
2014 PadiglioneTibet partecipa alla Bienal del Fin del Mundo in Argentina.
2016 “TERRA/materiaprima” progetto di Mail Art presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo – Gallarate.
2016 presenta Padiglione Tibet al Castello Visconteo di Pavia.
2017 presenta la 1 Biennale Internazionale di Mail Art a Venezia – Palazzo Zenobio
2018 Padiglione Tibet partecipa alla Vogalonga (Venezia)
2018 installazione “Erosioni in pinzimonio” - Poetry and Pottery Un’inedita avventura fra ceramica e poesia visiva - CAMeC centro arte moderna e contemporanea La Spezia
2018 installazione CaraPace - Museo Tecnico Navale - La Spezia
2019 “Onda Sonora” libro collettivo – V Biennale del Libro d'artista - Napoli
2019 ARTNIGHT Venezia – Padiglione Tibet - videoproiezione 2011.2019. Storia di un padiglione per un paese che non c'è - Magazzini del Sale, Reale Società Canottieri Bucintoro
2019 riceve il Premio alla carriera - PREMIO ARTE IN ARTI E MESTIERI 2019 – XIX EDIZIONE - Fondazione Scuola Arti e Mestieri "F. Bertazzoni" - Suzzara (MN)
2020 “#GlobalViralEmergency / Fate Presto” L’arte tra scienza, natura e tecnologia - Spazio Ophen Virtual Art Gallery – Salerno
“Fragilità e Distacco / 70 Years Ruggero Maggi”
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105/D - Salerno, Tel/3937380225
e-mail: [email protected]
Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
1 note
·
View note
Text
Dark side, dal 7 maggio la webserie sulla Storia segreta d’Italia – VIDEO
Un viaggio articolato in 8 puntate sui misteri italiani, in diretta ogni giovedì sera, alle 21, dal 7 maggio al 25 giugno, trasmesse sulla pagina Facebook Gianluca Zanella Editing, in collaborazione con Radio Radicale. Con alcuni tra i più noti giornalisti d’inchiesta italiani, esperti di intelligence, magistrati e avvocati. Nella prima puntata, il 7 maggio, Stefania Limiti dialoga con Enzo Ciconte sui Poteri occulti Il progetto Dark side nasce sostanzialmente dal mio personalissimo interesse verso il lato oscuro della nostra storia recente e, perché no, della nostra quotidianità. Cronaca nera, criminalità organizzata, terrorismo, anni di piombo, eversione, servizi segreti. Non c’è un intento voyeuristico, ma l’interesse di sviscerare a fondo singoli episodi o fenomeni più ampi con la volontà di fornire chiavi di lettura, possibili spiegazioni, o semplicemente porre domande. I NOMI Avvalendomi dei contatti stretti in molti anni di lavoro nel campo editoriale e con il supporto imprescindibile di Marcello Altamura, giornalista e scrittore che mi aiuta a mettere in piedi questo palinsesto, l’idea è stata quella di dare vita a un format dove ad essere protagonisti sono grandi conoscitori dei temi affrontati: giudici come Guido Salvini, esperti d’intelligence come Aldo Giannuli, avvocati come Valter Biscotti e bravi giornalisti, tra cui Monica Zornetta, Edoardo Montolli, Giovanni Fasanella e altri. LA PRIMA EDIZIONE In questa prima edizione (spiegherò poi perché parlo di prima edizione) si spazia da un focus sulle Nuove BR, alla strage di Erba, dall’unico caso italiano di serial killer “di coppia” come Ludwig a casi controversi e divisivi come la strage di Piazza Fontana. Un viaggio articolato in 8 puntante, in diretta ogni giovedì sera, alle 21, dal 7 maggio al 25 giugno, trasmesse sulla pagina Facebook Gianluca Zanella Editing. Un viaggio dove, accanto ai relatori di altissimo spessore, ad essere protagonista è il pubblico. Sì, perché l’intento primario di questo format – e la caratteristica che lo rende unico nel suo genere – è quello di rendere parte attiva delle singole puntate le persone da casa, che possono commentare in diretta, fare domande, talvolta anche intervenire, in un’ottica di dinamismo e confronto che manca in trasmissioni canonicamente televisive come Blu Notte, Chi l’ha visto? Quarto Grado e simili. Un format, questo, su cui lavoriamo da tempo, ma che siamo stati costretti a realizzare in modo veloce per non vederci sottratta l’idea. La nostra forza, quella che ci ha permesso di realizzare il progetto nell’arco di una settimana, è di essere un team ristretto ma collaudato e con un obiettivo in comune: quello di realizzare qualcosa di valido, interessante, riconoscibile per qualità. Oltre a me, Gianluca Zanella, giornalista, editor e agente letterario, c’è il già citato Marcello Altamura, giornalista delle Cronache di Napoli, autore dell’unica monografia sul capo brigatista Giovanni Senzani (Il professore dei misteri, Ponte alle Grazie, 2019), e Andrea Piras, grafico, web designer, videomaker ed esperto di comunicazione. Senza alcun tipo di sostegno esterno, ci siamo rimboccati le maniche sicuri di fare qualcosa di apprezzabile e con l’intento dichiarato – se la risposta del pubblico sarà buona – di replicare l’esperienza a partire da settembre/ottobre, stavolta in modalità ancora più strutturata, con nuovi ospiti e, possibilmente, con partnership importanti e sponsor che ci permettano di sostenere le spese che inevitabilmente stiamo affrontando di tasca nostra. I MISTERI L’idea è di mantenere anche in futuro il format online, senza rinunciare – non appena sarà possibile – a incontri, seminari, vere e proprie lectio magistralis aperte al pubblico. Già adesso stiamo delineando il futuro palinsesto. Batteremo strade che ora non abbiamo avuto il tempo di percorrere, come il mondo del dark web, con i suoi pericoli e le sue degenerazioni; tenteremo di mettere a fuoco entità misteriose con sede all’estero – come la scuola di lingue Hyperion e l’Aginter press – ma che hanno avuto un profondo impatto sul nostro Paese; affronteremo casi di cronaca nera recenti, come il delitto di Perugia e l’ingerenza degli Stati Uniti nella vicenda; ma soprattutto, stiamo cercando di delineare dei focus su singole Regioni e, ancora più nello specifico, su singole città. Ecco che allora sarà inevitabile, giusto per fare un esempio, dedicare una o più puntate di Dark side – storia segreta d’Italia a Roma, concentrandoci sul fenomeno Mafia Capitale, sul clan dei Casamonica e sul diffuso fenomeno dell’usura in tutte le sue sfaccettature. Allo stesso modo ci concentreremo su Napoli, Milano, Torino, Palermo, sempre cercando di dare alle nostre puntate un taglio originale, mai scontato, con la volontà – se possibile – di aprire serie riflessioni sui casi e i fenomeni raccontati senza limitarci al gossip di basso livello. Se è poi vero che molte puntate prendono spunto o ruotano attorno a uno o più libri, non si tratterà di “presentazioni” in senso stretto. Certo, il riferimento alle pubblicazioni sarà sempre presente, ma l’intento è quello di andare oltre, di raccontare anche – anzi soprattutto – il lavoro di inchiesta che ha portato alla realizzazione di un libro, i retroscena, l’accoglienza presso il pubblico, gli eventuali “effetti collaterali”. RADIO RADICALE Attualmente il progetto – che si profila con un vero e proprio banco di prova – ha riscosso un notevole interesse da parte dei media. In particolare, forse uso un termine improprio, sarà partner di questa fase Radio Radicale, che ci seguirà passo dopo passo, caricando sul suo sito ogni singola puntata a poche ore dal termine, con l’intera sbobinatura della registrazione annessa. Inutile dire che per noi è non solo una grande soddisfazione, ma un importante incoraggiamento per andare avanti. *** LA PRIMA PUNTATA Giovedì 7 maggio ore 21.00 Poteri occulti
Stefania Limiti dialoga con Enzo Ciconte “Il tema dei poteri occulti è essenziale per la comprensione del nostro Paese, sfuggente e inafferrabile per natura, l’argomento lascia smarriti, un po’ persi tra le nuvole di ciò che esiste ma non è”. È l’incipit del libro pubblicato da Stefania Limiti con Rubbettino a offrire il quadro più esaustivo dell’argomento di questo interessante appuntamento. L’autrice di best seller come L’Anello (Chiarelettere) e Doppio livello (Chiarelettere), racconta il lato oscuro del potere in tutte le sue forme e in tutte le sue inquietanti implicazioni. Ad accompagnarla in questo excursus Enzo Ciconte, consulente dal 1997 al 2008 presso la Commissione parlamentare antimafia, docente universitario e autore di numerosi libri in cui esplora e analizza il mondo della criminalità organizzata, con particolare riferimento al fenomeno della ‘Ndrangheta. Poteri occulti, di Stefania Limiti, Rubbettino editore - GUARDA Read the full article
0 notes
Photo
Comunicato #758: Olimpia Matera superata al Palasassi da Juve Caserta
Un confronto d’alto livello non è bastato ai biancoazzurri per restare in partita fino alla fine del match, dominato dagli ospiti nell’ultimo quarto: 70 a 84 il punteggio finale. DS Grappasonni: “Avversari di tutto rispetto”. Coach Origlio: “Riprendere le forze per il recupero con Luiss Roma” in programma mercoledì.
Nella serata di domenica 14 aprile 2019, il Palasassi delle grandi occasioni, gremito di una folla partecipe, ha ospitato il big match tra Olimpia Matera e Juve Caserta, conclusosi con il punteggio di 70 a 84 e valido per la ventinovesima giornata – quattordicesima di ritorno – del campionato nazionale di pallacanestro – serie B “Old Wild West” – Girone D.
I ragazzi della squadra materana hanno subito il pressing degli ospiti, sempre primi in classifica per tutto il torneo, tentando ripetutamente di recuperare il passivo che progressivamente si andava formando, e quasi riuscendovi. Infatti, a fronte di un primo quarto segnato dal vantaggio dei campani (19-25), il secondo veniva chiuso a favore dei lucani (17-18), mentre il terzo acquisiva una perfetta parità (19-19); soltanto nell’ultima frazione i forti avversari riprendevano la strada del controllo del match, chiudendo il parziale per 15 a 22. Il primo disavanzo per l’Olimpia, quattordici lunghezze dopo quindici minuti di gioco (25-39) pareva potersi neutralizzare in un paio di occasioni nel terzo quarto (l’ultima volta sul 55 a 57); ma quando l’impresa sembrava alla portata dei locali, Caserta prendeva a galoppare forsennatamente, portando il massimo vantaggio a venti punti con quattro minuti ancora da giocare, vanificando qualsiasi velleità dei materani, e chiudendo anzitempo la partita
Racconta Cristiano Grappasonni, DS Olimpia: “Abbiamo affrontato la capolista e si è visto, si tratta di una squadra di tutto rispetto. Abbiamo giocato la nostra partita a tratti, probabilmente avremmo dovuto metterci qualcosa di più in termini di cuore e di energia, poiché da questa combinazione scaturiva l'arma principale con cui avremmo potuto dare una svolta a questa gara. Siamo stati bravi a rimontare nel terzo quarto, poi sono venuti fuori il carattere e la forza dei nostri avversari, che sono riusciti a riprendere le redini in mano”. Conferma il coach Agostino Origlio: “Quando si gioca con queste squadre non è mai facile rimanervi attaccati, forse ci eravamo illusi di farcela e invece hanno dimostrato sul campo di essere di un livello superiore. Avevamo raggiunto una differenza di un solo possesso, ma poi la caratura, l'esperienza e la forza fisica di questa formazione si sono evidenziate e riprenderla è diventato impossibile. Complimenti ai nostri sostenitori e alla nostra città, abbiamo sentito ancora di più la loro presenza con una bella cornice di pubblico. Ci spiace di non aver regalato una vittoria di blasone, ma li aspettiamo con i Playoff, un campionato a parte nel quale avremo ancora di più bisogno della loro partecipazione”. Cinque materani hanno concluso il match in doppia cifra; sono Enzo Cena (15 punti), Pasquale Battaglia (12), Daniele Merletto (11), Maurizio Del Testa (11) e Giacomo Sereni (10). Il bilancio delle realizzazioni è stato composto dal 36% di tiri dall’arco (10 su 28), dal 41% di canestri dall’area (13 su 32) e dall’82% di tiri dalla lunetta (14 su 17). Le altre partite della giornata si sono concluse con le vittorie casalinghe di Luiss Roma su Battipaglia (127-42), Salerno su IUL Roma (87-72), Napoli su Scauri (86-69) e Capo D’Orlando su Pozzuoli (78-57), mentre hanno vinto in trasferta Reggio Calabria con HSC Roma (77-78), Catania a Valmontone (80-89), e Palestrina a Palermo (70-88). La classifica a una giornata dal termine vede sempre al comando Caserta con 52 punti, seguita da Palestrina (48), Salerno (46), Matera (38), Reggio Calabria (37), Luiss Roma e Napoli (34), HSC Roma (32); fin qui, la zona Playoff, che registra un salto di posizione da parte di Napoli sulla sconfitta HSR Roma. Nella zona neutra ci sono tre squadre: Scauri (26), IUL Roma (24) e Capo D’Orlando (22). La zona retrocessione è occupata da Valmontone (20), Palermo (18) e dalla coppia Pozzuoli/Catania a 14 punti. Ultima a zero punti e già retrocessa, Battipaglia.
Con la battuta d’arresto contro la capolista, l’Olimpia ha consumato il suo primo match point utile per concludere la stagione regolare al quarto posto, necessario per ottenere il vantaggio di giocare in casa la prima partita e l’eventuale spareggio dei quarti dei Playoff. A una giornata dal termine, l’avversaria che incontrerebbe i materani sarebbe Pescara, attualmente al quinto posto del suo girone C.La squadra lucana ha ancora due occasioni in trasferta per chiudere al quarto posto in classifica: il recupero della ventisettesima giornata con Luiss Roma e l’ultima giornata a Scauri (sabato prossimo). Dei due prossimi appuntamenti in meno di una settimana, il primo avrà dunque luogo tra Luiss Roma e Olimpia Matera al PalaLuiss mercoledì 17 aprile, con inizio alle 18.00. La partita avrebbe dovuto essere disputata lo scorso 30 marzo, ma poi è stata posticipata di un paio di settimane.
A proposito dell’imminente impegno dei suoi giocatori, dichiara coach Origlio: “Abbiamo poco tempo per preparare la partita con Luiss Roma, in questo momento dobbiamo recuperare le energie fisiche. Sappiamo di trovare una squadra che in casa è capace di esprimere un grandissimo gioco, non a caso Caserta e Salerno hanno perso al PalaLuiss. E’ una squadra molto giovane, che del “corri e tira” fa la sua arma vincente. Dobbiamo approcciare bene alla partita evitando di concedere troppi contropiedi perché potrebbero avvantaggiarsene”. Il match sarà arbitrato da Marco Guarino di Campobasso e Vladislav Doronin di Perugia.
0 notes
Text
Marcia della Pace, in 10mila da Perugia ad Assisi
Marcia della Pace, in 10mila da Perugia ad Assisi. "Trasformiamo il futuro”. Questa la scritta che campeggia sullo striscione in testa al corteo partito da Perugia e diretto ad Assisi. Sono 10mila - affermano gli organizzatori - i partecipanti alla Marcia della Pace. Quest’anno edizione speciale dedicata alla formazione e al protagonismo dei giovani. Sono 119 le scuole e 71 le università italiane che aderiscono alla rete per la pace e hanno partecipato alla manifestazione. Durante l’avvio della Marcia, dove è stata ricordata anche la tragedia in corso in Emilia Romagna con l'alluvione, si sono alternati sul palco vari interventi. Una pace sofferta ma possibile anche oggi, investendo soprattutto sulle giovani generazioni grazie anche a scuole e università italiane sempre più "laboratori di pace”. Questo il messaggio lanciato dalla Marcia e sottoscritto all'arrivo del corteo davanti al Sacro convento di San Francesco dai rettori della Rete delle università italiane per la pace, dei dirigenti scolastici della Rete nazionale delle scuole di pace e dei sindaci del Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani. «La Marcia della pace e della fraternità è il segno di un'Italia viva e vivace, coinvolta e partecipe che non si arrende alle logiche della guerra, ma si ostina a cercare il dialogo». Così Padre Enzo Fortunato, tra i volti più noti del francescanesimo in Italia, presente alla Perugia Assisi. «Oggi - prosegue, in una sua dichiarazione - i giovani ci dicono: "Ci siamo”. Tocca ai governi smettere di ignorarli, sfruttarli, uccidere il loro futuro».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
La Cassazione annulla la sentenza «troppo mascolina per essere stuprata»
Nuovo post su italianaradio http://www.italianaradio.it/index.php/la-cassazione-annulla-la-sentenza-troppo-mascolina-per-essere-stuprata/
La Cassazione annulla la sentenza «troppo mascolina per essere stuprata»
La Cassazione annulla la sentenza «troppo mascolina per essere stuprata»
Un passo indietro per farne uno in avanti. La corte di Cassazione ha deciso di annullare una sentenza contestata che riguardava lo stupro di una donna ad Ancona nel 2013. Secondo i giudici dell’Appello, infatti, i presunti colpevoli erano stati assolti perché la vittima era «troppo mascolina», con riferimento nel testo della sentenza (che risale al 2017) a una foto allegata agli atti. Ora, dopo mesi di polemiche, la decisione di annullare quanto deciso ormai due anni fa.
La Corte d’appello di Ancona, nella sua sentenza del 2017, si è basata «sulla incondizionata accettazione del narrato degli imputati, che viene ritenuta riscontrata da elementi non decisivi», come gli sms che la vittima si sarebbe scambiata con uno degli imputati, e da elementi «irrilevanti in quanto eccentrici rispetto al dato di comune esperienza rispetto alla tipologia dei reati in questione come l’aspetto della vittima», spiega il giudizio della corte di Cassazione che ha annullato la sentenza.
La Cassazione annulla la sentenza «non è stupro, lei è troppo mascolina»
La Cassazione ha, quindi, accolto tutti i ricorsi della procura generale di Ancona e della parte civile, disponendo un nuovo processo davanti ai giudici della Corte d’appello di Perugia. Nella nella sentenza depositata oggi dalla terza sezione penale si definisce «meramente congetturale» la ricostruzione secondo cui «la madre della ragazza, al rientro della stessa serata ‘goliardica’, avrebbe preso a schiaffi la figlia vedendola ubriaca, ciò che avrebbe determinato la scelta della ragazza di inventarsi la storia della violenza per giustificarsi agli occhi della madre, spingendosi addirittura, secondo la opinabile ricostruzione della sentenza d’appello, al punto di assumere di nascosto dalla madre benzidiazepine per corroborare la sua versione di essere stata drogata la sera dei fatti».
Lo stupro risalirebbe al marzo 2013
L’episodio contestato ai due ragazzi sudamericani, adesso di nuovo a processo per stupro, risale al 9 marzo 2013 quando – a Senigallia -una giovane peruviana denunciò una violenza sessuale da parte loro dopo una serata. La sentenza della corte d’Appello, data 2017, scagionava i due – tra le altre cose – anche perché la giovane aveva un aspetto mascolino. Anche per questo motivo, secondo i giudici di Ancona, la violenza non poteva essere avvenuta.
(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
L’articolo La Cassazione annulla la sentenza «troppo mascolina per essere stuprata» proviene da Giornalettismo.
Per il caso di Ancona, i giudici hanno spiegato che l’aspetto fisico è irrilevante
L’articolo La Cassazione annulla la sentenza «troppo mascolina per essere stuprata» proviene da Giornalettismo.
Enzo Boldi
0 notes
Link
0 notes
Link
ANCONA – Nuova guida per la Coldiretti Marche. In partenza Enzo Bottos, direttore regionale negli ultimi 5 anni, e in arrivo Alberto Frau, direttore uscente di Coldiretti Viterbo. Il passaggio di consegne e il saluto al personale si è tenuto ieri negli uffici della Baraccola, ad Ancona.
Frau, 45 anni, originario di Perugia, iscritto all’Ordine degli Agronomi, è in Coldiretti da circa 15 anni. Gli ultimi 4, appunto, a Viterbo. Oltre all’incarico regionale, Frau si occuperà anche della Federazione provinciale di Ancona.
“Abbiamo fatto insieme tanta strada – ha evidenziato Bottos – dal rinnovo della Regione Marche quando sono arrivato all’impresa titanica dell’Expo che ci ha visti protagonisti nel lavoro nazionale dell’organizzazione. Dal terremoto, alle tante iniziative fino alla petizione sull’etichettatura obbligatoria del cibo. Tanta strada si dovrà ancora affrontare e spero che il mio successore si accolto come io lo sono stato. Qui nelle Marche ho trovato davvero una grande squadra”.
A Bottos è andato il saluto affettuoso di tutto il direttivo regionale e del personale. “Salutiamo una persona che per continuità temporale, postura istituzionale e preparazione ha dato tanto a tutti: dirigenti, collaboratori e aziende. – ha detto la presidente regionale Maria Letizia Gardoni – a Enzo Bottos e ad Alberto Frau i nostri auguri di buon lavoro”.
????????????????????????????????????
0 notes