#elizabeth a. castelli
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SCREAMWALKERS '90s retro micro-budget horror - review and trailer
‘You’re gonna need more than nine lives.’ Screamwalkers is a 2024 horror film about young CJ Wyatt who is in the centre of the strange killings taking place in her home town. CJ learns that each of her friend’s murders gets the killer one step closer to her discovering the terrifying truth of the mysterious “Screamwalkers” The movie was written, photographed, directed and edited by Sean King…
#2024#Aidan P. Finnegan#Dino Castelli#Elizabeth Davoli#horror#Jen Elyse Feldy#Julia DeVita#movie film#review reviews#Sasha Graham#Screamwalkers#Sean King#trailer
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Perhaps the most famous of the women of the Apocryphal Acts is Thecla, a well-born young woman whose conversion and subsequent activities are recorded in The Acts of Paul and Thecla. Thecla would remain a model for generations of women who committed their lives to virginity, and she first cuts her hair as a sign of her renunciation of the world (§25) and later puts on men’s clothing in order to travel the world as a teacher (§40). Mygdonia in the Acts of Thomas 114 cuts her hair, and Charitine wears men’s clothing in the Acts of Phillip 44. It is striking that in all of these narratives, the women who perform these outward gestures of stretching dominant cultural expectations related to gender are also embracing a form of piety (sexual renunciation and virginity) which resists the dominant cultural expectations vis-à-vis social roles. This connection may be seen in the description of the renunciation performed by a fourth-century Egyptian holy woman, Syncletica, who publicly demonstrated her casting aside of the things of the world (kosmos) by the rejection of self beautification (kosmetikês) through the act of cutting her hair. The cutting of hair continues to this day as a bodily signifier for women taking religious orders, marking their difference from their sisters in the world.
End ID.
Elizabeth A. Castelli, "'I Will Make Mary Male': Pieties of the Body and Gender Transformation of Christian Women in Late Antiquity"
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ten people i'd like to get to know better
tagged by: I wasn't tagged. I saw it and I stole it :^)
Last Song: technically the last song I heard is the My Hero Academia s1 end credits song ... but if we are looking for the last song I chose to listen to it's "I think about it all the time" (Charli xcx ft Bon Iver)
Favorite Color: I think lately it's been pink and purple
Last Book: I was reading Elizabeth Castelli's Martyrdom and Memory a couple of weeks back before I dropped it in favor of binging Chainsaw Man manga ... which I'm not sure counts as a book! So let's say Castelli. I need to pick it back up.
Last Movie: The Menu, also a few weeks back.
Last TV Show: My Hero Academia S1!
Sweet/Spicy/Savory: always sweet ... I'm craving some brownies right now it's unreal. or at least the cherry pistachio biscotti from my fav bakery ... UGH.
Relationship Status: none ...
Last Thing I Googled: kefir for gas. let a girl have bad tummy lmfao -_- (found out kefir is probably not your best bet for my other bad tummy girlies ...)
Current Obsession: it's always Megumi ...... to be honest. sorry. also itafushi & sukugo ...
Looking Forward To: seeing @uchihaapologism in a few DAYS!!!!!!!!!!!!!!!
tagging: @uchihaapologism @kikuism @peachiiringss @ringthelivingbell @ctiren @kokonutcat @geminipdf @deadmegumi @saintirulan @richmondflyingsquirrels ^_^ + whoever else wants to do it, just say i tagged you!
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Becoming Elisabeth - Il ritratto di una regina (2022)
Alla scoperta di "Becoming Elizabeth": Un'immersione nella storia Tudor
"Becoming Elizabeth" è una miniserie che cattura l'attenzione degli appassionati di storia e delle serie TV storiche. Essa offre uno sguardo affascinante e dettagliato sugli anni formativi della futura regina Elisabetta I d'Inghilterra. La serie, ambientata nel tumultuoso periodo post-Enrico VIII, esplora le dinamiche politiche e personali che hanno influenzato la giovane Elisabetta.
Fedele ai Riferimenti Storici
Una delle principali forze di "Becoming Elizabeth" è il suo impegno nel rimanere fedele ai fatti storici. Ovviamente presenta qualche inevitabile licenza artistica. Nonostante il focus su Elizabeth, la miniserie mette anche in evidenza eventi chiave come la morte di Enrico VIII assieme alla successione di Edoardo VI. Vengono rappresentate le lotte di potere tra le diverse fazioni della corte inglese. Attraverso dialoghi ben scritti e una trama avvincente, la serie riesce a trasmettere l'atmosfera di incertezza politica che caratterizzò l'epoca.
Ecco che Elisabetta, interpretata da Alicia von Rittberg, è presentata come una giovane donna intelligente e ambiziosa. Una persona consapevole delle insidie che la circondano. La serie non manca di esplorare le sue relazioni personali. Sono inclusi i complessi rapporti con il fratellastro Edoardo VI, la sorella Maria, e il patrigno Thomas Seymour. Queste dinamiche sono trattate con una sensibilità che permette di comprendere meglio le sfide e le pressioni a cui Elisabetta fu sottoposta fin dalla giovane età.
Ambientazioni Autentiche
Le ambientazioni di "Becoming Elizabeth" sono curate nei minimi dettagli, offrendo uno spaccato realistico della vita nella corte Tudor. I set, dalle grandi sale del palazzo reale ai giardini curati e ai castelli austeri, contribuiscono a creare un senso di immersione totale. Le riprese, realizzate in parte in location storiche in Inghilterra, aggiungono autenticità e profondità visiva alla narrazione.
Come detto in precedenza, infatti, ogni ambiente è attentamente progettato per riflettere l'epoca, dai lussuosi appartamenti reali ai più modesti alloggi dei servitori. Le scelte cromatiche, la disposizione degli arredi e l'uso della luce naturale nelle scene interne contribuiscono a creare un'atmosfera che rispecchia fedelmente il periodo rinascimentale.
Costumi Dettagliati
Continuando a parlare dei particolari su cui i creatori si sono soffermati, parliamo dei costumi.
Un altro elemento che distingue "Becoming Elizabeth" è l'attenzione ai costumi. Quest'ultimi sono ricchi di dettagli e riflettono accuratamente la moda dell'epoca Tudor. Abiti sontuosi, ricami intricati, tessuti pregiati e gioielli sfarzosi contribuiscono a delineare lo status e la personalità dei personaggi.
Elisabetta, con i suoi abiti elaborati, trasmette l'evoluzione da giovane principessa a futura regina. I costumi di personaggi come Maria Tudor e Caterina Parr sono ugualmente curati. La serie quindi offre un ulteriore livello di profondità e autenticità alla rappresentazione storica.
Recitazione Eccellente
La qualità della recitazione in "Becoming Elizabeth" è un altro punto di forza della serie. Alicia von Rittberg offre una performance convincente e sfaccettata come Elisabetta. L'attrice riesce a trasmettere sia la vulnerabilità che la determinazione della giovane principessa.
Da fan delle romance, molto importante è stata anche la chimica tra la protagonista a l'attore di Robert Dudley. Jamie Buckley diventa uno dei principali attori negli ultimi episodi, dando alla serie una sfumatura più giovanile.
Gli attori di supporto, tra cui Romola Garai nel ruolo di Maria Tudor e Tom Cullen come Thomas Seymour, offrono interpretazioni altrettanto solide, aggiungendo complessità ai loro personaggi. Le interazioni tra i personaggi principali sono cariche di tensione emotiva e sottigliezza, riflettendo le sfide e le rivalità che caratterizzavano la corte Tudor.
Conclusione
"Becoming Elizabeth" è una miniserie che merita di essere vista sia dagli appassionati di storia sia da chi ama le narrazioni ricche e ben realizzate. La sua fedeltà ai riferimenti storici, le ambientazioni autentiche, i costumi dettagliati e la recitazione di alto livello si combinano per creare un'esperienza coinvolgente e istruttiva.
Guardando "Becoming Elizabeth", gli spettatori possono immergersi nel mondo complesso e affascinante della corte Tudor, scoprendo le radici di una delle sovrane più iconiche della storia inglese.
Se anche voi amate le serie storiche, romanzate come questa appena descritta, commentate e scrivetemi la vostra preferita!
Non perdetevi gli altri articoli di questo blog. Se avete dei consigli su quali serie TV recensire o qualche argomento che vi appassiona, scrivetemi!
Stay Tuned! La vostra Easy Tears
#serieaddicted#serietv#blog#tumblr tv#addictedtoseries#easytears#tv shows#serie tv#becoming elizabeth
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After Andy Warhol
Andy Warhol Reigning Queens Exhibition Announcement
Card announcing the exhibition of Andy Warhol's "Reigning Queens" at Castelli Uptown, September 21–October 12, 1985.
Includes Warhol's imagery of Queen Elizabeth II.
Exhibition information printed inside card.
#59thavenue#art#queen#reigning queen#andy warhol#pop art#mixed media#contemporary art#print#unique prints#art print#printmaking
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vic your books fascinate me. i’ve noticed you talk a lot about religion and martyrdom and that kind of thing on here and was wondering if you have any reading recs? nonfiction, theory, poetry, anything. honestly, i’d just love to hear you talk about some of your favorite books in general. then i’ll be on my way.
meg!!!!!!!!!!!!!!! i do have some reading recs if you're interested in martyrs and saints and christian theology!!
first up, is not actually a book, but a journal. i highly recommend the journal of feminist studies in religion. if you're in college you most likely get automatic access but if not, if you have a jstor account you get 100+ articles for free (more if you have a vpn or a way to get across paywalls !!).
i think this is an amazing source not only for the diverse range of topics on religions but ive found that the book review section is an easy way to expand my reading list.
there's also just the plain journal of religion, though i more so use this for the book reviews and less the actual articles.
now!! onto the books!
martyrdom and memory by elizabeth castelli (i also recommend many of her articles as well)
the classic theory of religion by georges bataille
fragmentation and redemption and holy feast and holy fast both by caroline walker bynum
holy anorexia by rudolph bell (huge huge HUGE tw for eating disorders)
women and sacrifice: male narcissism and the psychology of religion by william beer
a noble death: suicide and martyrdom among christians and jews in antiquity by arthur droge
the cult of thecla: a tradition of women's piety in late antiquity by stephen j davis
redeemed bodies: women martyrs in early christianity by gail streete
i have my list of poetry recommendations....somewhere on this blog. but i can't find it and im too lazy to type all of it out again, so i'll just say some of my fave poets are anne carson, audre lorde, and marie howe
(also...a lot of these books can be found for free at b-ok.org)
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Para relembrar o sinistro presépio Darth Vader do Vaticano no Natal de 2020
A Bíblia nos diz em Isaías 14 que Satanás quer perverter a ideia de Deus e apresentá-lo como um engano. Se Satanás fosse projetar um presépio, certamente seria tão macabro, perturbador, repulsivo, medonho, e estaria em total desacordo com o verdadeiro Deus, quanto o presépio que o Papa Francisco e o Vaticano deram ao mundo no Natal de 2020, marcado pela pandemia de Covid-19, justamente quando as pessoas mais precisariam de algo que lhes trouxesse mais ânimo, alento, inspiração, fé e esperança.
Um presépio que parece saído diretamente da antiga Babilônia, que glorificava o Diabo naquele ano louco de 2020, soou como o anúncio profético, mais do que um prenúncio, de que o Reino do Anticristo, a Nova Ordem Mundial, já estava instalado, e que o Apocalipse já tinha começado.
O Vaticano apresentou sua cena da manjedoura de 2020 na Praça de São Pedro na noite de sexta-feira, dia 11 de dezembro, deixando até os fiéis mais liberais chocados e escandalizados. Católicos em geral não pouparam críticas ao infeliz espetáculo, a ponto de rivalizarem entre si para encontrar os epítetos mais apropriados para descrever a cena terrível: “Maria Mumificada”, “Deuses Astronautas”, “Marcianos”, “Darth Vader”, “Rolos de Papel Higiênico”, foram algumas das comparações feitas com as figuras totêmicas cilíndricas que representariam a Sagrada Família, os Reis Magos e os pastores de Belém.
Como um irado italiano escreveu nas redes sociais sobre a cena da manjedoura do Vaticano, “A feiúra é a primeira coisa que você nota, seguida pela falta de calor familiar e pelo distanciamento das figuras cilíndricas, que evocam os pólos sagrados dos cultos satânicos condenados na Bíblia.”
“O que, em nome do Cristianismo, eles criaram no Vaticano”, tuitou A. A. Michelangelo: “Não há palavras para esta criação horrível que deve ter vindo do planeta Zog.”
O presépio futurístico composto por estátuas de cerâmica, e que inclui um astronauta e um personagem que lembra Darth Vader de Star Wars, foi feito entre 1965 e 1975 como parte de uma coleção de 54 estátuas criadas por alunos e professores do Instituto de Arte F.A. Grue em Castelli, uma cidade da região de Abbruzo, na Itália, que era conhecida por suas cerâmicas já no século 8º a.C. A figura do astronauta foi adicionada em 1969 para comemorar “o pouso do homem na Lua”, informou a ministra do turismo local Alessia Di Stefano.
Um comunicado de imprensa do Vaticano informou que o presépio é uma ode, isso mesmo, à arte contemporânea e à história cultural de Abruzzo. Ora, a arte contemporânea, como qualquer especialista reconhece, em toda sua essência é sumamente ateísta, materialista, superficial e depravada.
Ninguém, nem mesmo especialistas em arte, foram capazes de identificar ao certo se o astronauta e a figura “Darth Vader” representam os pastores ou dois dos três Reis Magos. Alguns mais benevolentes especularam que a intenção dos artistas ao criar as figuras inspiradas no espaço poderia ter sido comunicar a ideia de evangelizar qualquer ser além deste planeta, uma ideia que teria sido popular em meio à corrida espacial, em seu auge, e do subsequente pouso na lua.
A Natividade celebra a Encarnação do Deus que vem ao mundo em forma de carne, e não em uma forma totêmica. Elizabeth Lev, uma historiadora da arte norte-americana que vive e leciona em Roma, disse que “As figuras deformadas do presépio carecem de toda a graça, proporção, vulnerabilidade e luminosidade que se busca na cena da manjedoura. O ponto principal deste feriado é a segunda pessoa da Santíssima Trindade assumindo a forma humana, nascida como um bebê de carne e osso, e não há nada de particularmente humano nas formas que vemos diante de nós.”
Montar um presépio que convida a uma falta de seriedade, não é só uma falta de respeito para com o cristianismo, para não dizer uma blasfêmia, mas vai contra o objetivo da evangelização e atua mesmo contra. Não se brinca com figuras sagradas, e debochar da Sagrada Família e do próprio Cristo em um ano cheio de dificuldades e perdas, beira o satânico. Tradicionalmente, uma cena de manjedoura tem como objetivo evocar sentimentos de piedade e devoção – não piedade e repulsa – pelo nascimento de Jesus em Belém, e, portanto, esta obra particularmente lamentável ofende não apenas a sensibilidade estética, mas também a reverência religiosa dos fiéis.
Não poderia haver ocasião menos propícia para o Vaticano querer ousar e se pretender “modernoso” do que agora, quando o mundo, obscurecido pela pandemia e passando por enormes dificuldades, carece de beleza e inspiração, de uma mensagem clara e retumbante, de coragem e força cristãs, de algo que o eleve, e não de mais confusão e controvérsias demoníacas. Como bem disse à Reuters o vendedor de artigos religiosos na Praça São Pedro há 30 anos, Alfredo Chiarelli, de 65 anos, “Com essa pandemia global e tudo o mais, o povo cristão, ou qualquer outra pessoa, esperava um sinal de renascimento. Isso confundiu e entristeceu muitas pessoas”.
O tenebroso e lamentável presépio do Vaticano de 2020 permaneceu em exibição na Praça de São Pedro até a Festa do Batismo do Senhor em 10 de janeiro deste ano.
#presepio#vaticano#natal2020#papafrancisco#pope francis#igrejacatólica#igrejaspelomundo#catolicismo#cristianismo#corona covid 19#darth vader#star wars#anticristo#newworldorder#novaordemmundial#satanismo#deusesastronautas#extraterrestres#sinistro
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For the book ask: 9, 11, 15? I admire your cosmere dreamscape stuff, it's very pretty!
9. when do you tend to read most: when I’m supposed to be doing something else
11. what non-fiction books do you like if any: I actually enjoyed most of the books analyzing Christian martyrdom I read for an undergrad class last semester; I’d especially recommend Martyrdom and Memory by Elizabeth Castelli. I’m also a big fan of Tune In by Mark Lewisohn, a ridiculously comprehensive biography of the Beatles, and Martin Puchner’s The Language of Thieves, a look at a language spoken by German itinerants that the Nazi’s tried to destroy.
15. Reccomend and review a book: Check out “Wild Seed” by Octavia Butler—I don’t know why more people aren’t checking out the Patternist novels but that’s something which needs to change. Its a story of two immortals, a body-swapper and a shape-shifter, and the strange dance they lead across the centuries. It has some deeply uncomfortable subject matter, but uses them for incredible character exploration rather than cheap shock value.
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All’Elizabeth Unique Hotel il cocktail di presentazione di “Photos for Life” in mostra alla Galleria Russo
All’Elizabeth Unique Hotel il cocktail di presentazione di “Photos for Life” in mostra alla Galleria Russo
Trenta opere di Enrico Vanzina per un progetto di beneficenza in favore della Pediatria del Policlinico Umberto I a Roma
Bar Bacharach & Bistrot
Giovedì 11 aprile 2019 il Bar Bacharach & Bistrot dell’Elizabeth Unique Hotel, raffinato e prestigioso boutique hotel nel centro di Roma, ospiterà l’elegante light dinner a chiusura del vernissage di presentazione di “Photos for Life”, importante…
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#Bar Bacharach & Bistrot#Elizabeth Unique Hotel Roma#Enrico Vanzina#Gaetano Castelli#Galleria Russo#Photos for Life#Policlinico Umberto I
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Christian Groups That Resist Public-Health Guidelines Are Forgetting a Key Part of the Religion’s History
TIME
https://time.com/5824128/early-christian-caritas-coronavirus/
BY MATTHEW GABRIELE
APRIL 20, 2020
Because of its long history, Christianity has a tendency to produce contradicting reactions to any number of situations—and the ongoing COVID-19 pandemic is no exception. On one hand, some religious leaders have shown that they believe a Christian response to the global emergency involves steps such as making allowances for their congregants to practice their faith with socially distant private worship or drive-through confession; in March, Pope Francis hailed “the creativity of priests” in responding to this crisis. Meanwhile, others have made it clear that they see their Christian faith as a reason not to follow public-health guidelines.
Lawsuits across the country filed by Christian churches seek exemptions from state-level stay-at-home orders, and some churches simply said they wouldn’t obey those orders and would hold services anyway this Easter, leading in some cases to arrests. One Virginia evangelical pastor who preached in March that he would continue to hold services in a crowded church died on April 11 due to the coronavirus. In perhaps the most notable example, Liberty University made headlines as one of the few U.S. colleges that welcomed students back to campus after their Spring Break. Though the school later reversed course and went entirely to online instruction, university president Jerry Falwell, Jr., has downplayed the threat of the virus to young people, echoing earlier statements he’d made about the virus being a conspiracy to hurt President Trump. Now, as COVID-19 deaths in the area near the school grow, the school faces a class-action lawsuit initiated by a student.
The reasons behind these acts of defiance are, of course, varied. Some said that social distancing violates the Constitution, while others claimed their religion gave them immunity from virus, while still others acknowledged the threat but said that the gatherings were essential because “true” Christians welcomed death. Some of these ideas might suggest a link between these acts of defiance and the early Church, and certainly we can see similar themes — a sense of persecution by the state, spiritual protection against the evils of the world for the select few, welcoming (what they perceive as) potential martyrdom. In fact, the perception of such a link has been demonstrated over the past decade or so by scholars such as Elizabeth Castelli and Candida Moss, among others, and the defenses mustered by churches now support that linkage; for example, one Louisiana church that defied gathering-size limits relies on a theology that specifically touts its connection to the early church.
But there seems to be something missing from how Christian groups defying public-health guidelines are thinking about the ancient past. In fact, scholars of ancient Christianity might point out that the religion’s origins offer a very different lesson—one that would be useful for the world to remember at this moment of crisis.
The growth of the earliest local cult practices among the first followers of Jesus into a pan-Mediterranean religion is a development that has interested scholars for generations. Indeed, that rise and spread was by no means linear. It moved in fits and starts, with Jesus followers (people we today think of as “Christians”) at first clustering in and around urban centers across the Roman world, remaining a very small percentage of the overall population. The real explosion only came after the Emperor Constantine’s conversion in 312 CE and his Edict of Milan the following year, allowing the formal practice of Christianity across the empire.
But though the Emperor played a large role in that story, scholars have found another consistent element that, both before and after Constantine’s conversion, made the religion grow. This element was embodied by the Latin word caritas. In English, we often translate that word as “charity” but it also, and perhaps more meaningfully, meant “love.” The term is found throughout the Christian Bible, perhaps most famously in 1 Corinthians 13, that staple of so many wedding readings today (“Love is patient, love is kind,” etc.), in which every instance we translate as “love” is actually caritas in Latin. This love, this charity, in the ancient and early medieval world, was about care for others.
This mattered because the ancient Mediterranean world was a world of disease. For example, the Antonine Plague (perhaps smallpox) ravaged populations from the Tigris to the Rhine during the late second century CE, while the Plague of Cyprian (measles?) killed thousands in those same regions towards the end of the third century CE. Generally, polytheistic philanthropy was focused on endowments and monuments, with little care for suffering bodies. Christianity offered something different with caritas. Scholars have shown that a large part of Christianity’s attraction in the Roman world was that it cared for the welfare of the people who were suffering.
Although initially a closed community, wary of contemporary social antagonism and the threat of imperial violence, these early Christians offered people a sense of equality and a social network that would “love” them with donations of food or money, that would often take them in if they were ill. It’s striking how much time in early hagiographies (lives of the saints) was spent on healing miracles. These in part are literary convention, emulations of these same miracles in the Gospels, but they also reflect the very real concerns of contemporaries. The Life of Martin of Tours, written in the fourth century CE, says at one point that “the gift of accomplishing cures was so largely possessed by Martin, that scarcely any sick person came to him for assistance without being at once restored to health.” In a world where affliction was everywhere, where the pandemic was always, a response of caritas was revolutionary.
The line between then and now is never direct. There is no “rainbow connection” that we can use to move between epochs, skipping over the historical change that’s occurred across the last 1,700 years. But history echoes. In the later Middle Ages, in stone on cathedrals across Europe, virtues and vices were paired. Charity was depicted as the antidote to avarice. Caritas was portrayed as a woman giving what she had to help someone in need. Avarice was shown as hoarding, being concerned only for yourself and not for the public good.
The early hagiographies, the images etched into those cathedrals, still hold lessons for us today. The Christian groups in 2020 that are resisting stay-at-home orders are actually far divorced from the historical models they might seek to emulate. Actions that put others at risk are actions that create rather than ameliorate future suffering. They’re far removed from the early Christian ideal of caritas—an ideal that should hold just as much power today as it did all those centuries ago.
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Historians’ perspectives on how the past informs the present
Matthew Gabriele is a professor of medieval studies and chair of the Department of Religion & Culture at Virginia Tech
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The Psychological Needs That QAnon Feeds – Joe Pierre M.D.
The thin line between conspiracy theories and cult worship is dissolving DEREK BERES 18 May, 2020 bigthink.com
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CNN: Born on the dark fringes of the internet, QAnon is now infiltrating mainstream American life and politics
By Paul P. Murphy, CNN
There’s no evidence that any of what QAnon claims is factual.
FULL STORY:
https://www.cnn.com/2020/07/03/us/what-is-qanon-trnd/index.html
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Women in Design “For too long their work has been lost in the mists of time and therefore gone unacknowledged. Our book’s central message to women following in the wake of these remarkable female design pioneers is: ‘Yes, you can, now go and do it!’” - Charlotte Fiell. Aino Aalto, Anni Albers, Laura Ashley, Gae Aulenti, Lina Bo Bardi. Cini Boeri, Irma Boom, Marianne Brandt, Vivianna Torun Bülow-Hübe, Margaret Calvert, Louise Campbell, Anna Castelli Ferrieri, Gabrielle 'Coco' Chanel, Louise ‘Madeleine’ Chéruit, Kim Colin (Industrial Facility), Collier Campbell, Matali Crasset, Lucienne Day, Carlotta De Bevilacqua, Elsie De Wolfe, Sonia Delaunay, Elizabeth Diller, Nanna Ditzel, Marion Dorn, Nipa Doshi, Dorothy Draper, Clara Driscoll, Ray Eames, Estrid Ericssson, Vuokko Eskolin-Nurmesniemi, Front, Georgina ‘Georgie’ Gaskin, GM’s ‘Damsels of Design’, Sophie Gimbel, Glasgow Girls, Lonneke Gordijn (Studio Drift), Eileen Gray, April Grieman, Maija Grotell, Zaha Hadid, Katharine Hamnett, Ineke Hans, Edith Head, Margaret Howell, Maija Isola, Grete Jalk, Betty Joel, Hella Jongerius, Ilonka Karasz, Susan Kare, Rei Kawakubo, Florence Knoll, Florence Koehler, Belle Kogan, Jeanne Lanvin, Estelle Laverne, Amanda Levete, Shelia Levrant de Bretteville, ’Lucile’ Lucy, Lady Duff-Gordon, Elaine Lustig Cohen, Märta Måås-Fjetterström, Greta Magnusson-Grossman, Cecilie Manz, Enid Marx, Bonnie MacLean, Grethe Meyer, Rosita Missoni, May Morris, Marie Neurath, Neri Oxman, Maria Pergay, Charlotte Perriand, Miuccia Prada, Mary Quant, Ingegerd Råman, Ruth Reeves, Lilly Reich, Lucie Rie, Astrid Sampe, Paula Scher, Elsa Schiaparelli, Margarete ‘Grete’ Schütte-Lihotzky, Denise Scott Brown, Inga Sempé, Alma Siedhoff-Buscher, Alison Smithson, Sylvia Stave, Varava Stepanova, Nanny Still McKinney, Gunta Stözl, Marianne Straub, Anne Swainson, Faye Toogood, Nynke Tynagel (Studio Job), Patricia Urquiola, Valentina Kulagina, Mimi Vandermolen, Lella Vignelli, Nanda Vigo, Vivienne Westwood, Yiqing Yin, Eva Zeisel, Nika Zupanc . ‘Women in Design: From Aino Aalto to Eva Zeisel’ by Charlotte Fiell, Clementine Fiell, published by ’Laurence King Publishing’. #neonurchin #neonurchinblog https://www.instagram.com/p/B7-yVKIA-t0/?igshid=zeffnlqo6xud
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Elizabeth A. Castelli, "'I Will Make Mary Male': Pieties of the Body and Gender Transformation of Christian Women in Late Antiquity"
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tyler johnson, co-writer and co-producer of hs1, is currently in australia with adam weaver (cam ochs’ husband), jon castelli (who’s written with tyler before), and elizabeth miranda, a photographer who’s worked with capitol records.
and i am. losing my shit.
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Voici les références qui m’ont inspiré durant le projet personnel
Meret Oppenheim
Meret Elizabeth Oppenheim est née en Suisse le 6 octobre 1913, c’est une écrivaine, poétesse et plasticienne. Intéressée rapidement par la psychanalyse, elle note ses rêves. Désirante d’indépendance, soutenue par sa mère et sa grand-mère suffragette elle cesse ses études et commence à fréquenter des artistes Bâlois.
En 1932 elle rentre aux cotés d’Irène Zurkinden (peintre suisse) à l’académie de la Grande Chaumière de Paris. Elle se rend dans des café à Montparnasse pour écrire et dessiner, c’est là qu’elle rencontrera Giacometti, Hans Rudolf Schiess, Max Ersnt et Sophie Taeuber Arp.
Elle expose pour la première fois en 1933 avec les surréalistes dans Paris, Copenhague, Londres et New York. Elle pratique le collage, la peinture, le dessin, la transcription des rêves, réalise des objets et des assemblages. Elle posera dans une série photographique érotique de Man Ray en 1934 qui sera publiée dans un célèbre magazine, « Le Minotaure ». Par la suite elle gagnera sa vie en dessinant des bijoux et vêtements de haute couture. Elle aime banaliser les gestes de création. Suite à un dîner avec son ami Picasso elle réalisa Déjeuner en fourrure (1936). Cette oeuvre est une pièce iconique du surréalisme, elle permet de réévaluer la notion. De l’art, du créateur et des objets du quotidien. À défaut de moyen, elle retourne en 1937 à Bâle pour vivre de la restauration, elle retournera a Paris pour exposer dans la galerie Drouin-Leo Castelli. C’est une féministe revendiquant son indépendance et son devoir de travailler. En 1956 elle réalise les costumes et masques d’une pièce de théâtre inspirée d’une oeuvre de Picasso Le Désir attrapé par la queue. En 1959, elle organise à Berne un banquet célébrant l’arrivée du printemps, symbole de la fécondité, les plats sont servis sur le corps d’une femme nue. André Breton, l’invita à réitérer l’événement à Paris à la galerie Cordier, mais elle y dénoncera le voyeurisme des spectateurs et le rôle passif ainsi donné au corps féminin, loin de son propos d’origine. Ses projets artistiques prendront de l’ampleur par la suite, elle mourra en 1985 à Bâle.
J’ai choisi cette référence pour son rapport insolite à l’objet.
Wiebke Meurer
Wiebke Meurer est une jeune artiste Allemande, elle a étudié la joaillerie et le design d'objets au Berufskolleg de Pforzheim, à la Gerrit Rietveld Academie d'Amsterdam et au studio de Simone ten Hompel à Londres. En 2002, elle obtient sa maîtrise en beaux-arts au Sandberg Institute d’Amsterdam.
Elle vit et travaille en Suisse depuis 2001. Ses créations en argent sont exposées dans des galeries d'art contemporain depuis plus de 10 ans. « Je transforme les objets du quotidien en les déformant, en changeant leur échelle ou en recourant à d'autres matériaux pour créer ces œuvres fragiles qu’on ose à peine toucher. » Inspirée par l’histoire de la vaisselle en Europe, Wiebke Meurer est spécialisée dans la vaisselle en porcelaine et en argent. Son travail est exposé dans des galeries d'art et dans des musées tel que le musée Stedelijk, le Victoria & Albert Museum de Londres, à la Saatchi Gallery de Londres, le Gustavsberg Konsthall en Suède et à Art Genève. Fascinée par les créations de bols, d’assiettes, de fourchettes et autres argenterie du 18ème siècle, elle retravaille ces objets et ciselant finement leur forme. L’art de la table devient alors art décoratif pur, les objets perdant leur utilité originale. Elle effectue un travail de sculpture délicat de porcelaine, or ou argent qui libère la vaisselle de son contexte historique pour la projeter dans une nouvelle vie. Meurer est une artiste allemande passionnée des arts de la table qui réalise des dentelles de couverts et de vaisselles.
J’ai choisi cette référence car à travers son travail, Wiebke Meurer retranscrit la beauté d’objets ordinaires en les raffinants.
Lucile Brendlé
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Buon compleanno, Valvassori Peroni
Nelle prime settimane del 2019 sui social è diventato un vero e proprio fenomeno globale il #10yearschallenge, cioè la pubblicazione, da parte dei frequentatori delle più diffuse piattaforme, di una foto di dieci anni fa e di una corrente: se siete su facebook o instagram avrete quindi visto decine di foto del 2009 di celebrità (più o meno tali) così come di vostri amici a parenti.
Prendiamo spunto da questo salto nel recente passato per farlo nostro. Da una fotografia di inizio 2009 del nostro Sistema Bibliotecario si noterebbe una vistosa differenza rispetto ad oggi: ci sarebbe una biblioteca in meno! In questi giorni infatti, dieci anni fa, veniva inaugurata la Biblioteca Valvassori Peroni, la più giovane delle biblioteche rionali di Milano. La ricorrenza è celebrata da una serie di attività e iniziative che avranno luogo in Valvassori e che culmineranno nell'apertura straordinaria di domenica 24 marzo (il programma completo lo potete trovare qui).
Non siamo purtroppo in grado di soddisfare la nostra curiosità riguardo a quale sia stato il primo prestito effettuato dalla Valvassori Peroni in occasione della sua apertura. Non è del tutto improbabile, però, che sia stato uno dei bestellers di allora: alcuni titoli in testa alle classifiche di vendita del 2009 erano infatti usciti negli anni precedenti ma continuavano a mietere successi.
Ne è esempio la trilogia Millennium di Stieg Larsson che Marsilio completava nella traduzione italiana proprio in quell'anno con La regina dei castelli di carta, pubblicato in Svezia nel 2007: le statistiche ci raccontano che fu quello il libro più venduto dell'anno, ma tra le primissime posizioni figuravano sia Uomini che odiano le donne sia La ragazza che giocava con il fuoco, i primi due capitoli della celeberrima serie svedese. Siamo invece sicuri che il primo prestito non fu l'altro grande besteller dell'anno: Il simbolo perduto di Dan Brown arrivò nelle librerie italiane (e quindi nelle biblioteche) solo a fine anno.
Se siete tra chi ha l'abitudine di appuntarsi con precisione quando (e magari dove) ha letto un romanzo, vi sarà facile andare a ritroso nel tempo e controllare su quali pagine vi stavate concentrando a quel tempo. Chi scrive non ha questa consuetudine ma ricorda benissimo qual è stata la scoperta letteraria più interessante di quell'anno: Herta Müller.
L'autrice, rumena di nascita e tedesca d'adozione, al tempo in cui vinse il Nobel era praticamente sconosciuta in Italia al punto che, prima della vittoria, nei nostri cataloghi editoriali nazionali figuravano soltanto due suoi titoli: il breve In viaggio su una gamba sola, che Marsilio aveva pubblicato nel 1992, e Il paese delle prugne verdi la cui traduzione italiana si deve al piccolo e meritorio editore Keller. Fondata nel 2005, la piccola casa editrice di Rovereto aveva pubblicato solo l'anno prima quello che è considerato il capolavoro della Müller e lo fece pagando meno di mille euro i diritti per l'Italia. Mille come le copie che componevano la tiratura della prima edizione, alla quale seguì la ben più corposa fornitura che l'editore dovette realizzare in brevissimo tempo dopo l'annuncio del Nobel.
A proposito di premi, quello fu un anno particolarmente felice per le autrici. Il Pulitzer 2009 andò ad Elizabeth Strout per Olive Kitteridge, romanzo che ha avuto grande successo in tutto il mondo e che ebbe la meglio su altre due donne: Christine Schutt (nei nostri cataloghi potete trovare il suo Florida, ad oggi l'unica sua opera tradotta in Italia) e Louise Erdrich con Il giorno dei colombi, romanzo incentrato, come praticamente tutta la sua opera, sulle vicende spesso tragiche dei nativi americani.
Anche alcuni importanti riconoscimenti italiani nel 2009 vennero assegnati ad autrici: Margaret Mazzantini si aggiudicò il Campiello con Venuto al mondo, mentre Melania Mazzucco vinse il premio Bagutta con il suo affascinante romanzo ispirato alla vita di Tintoretto e della sua figlia illegittima Marietta: La lunga attesa dell'angelo.
Un piccolo caso letterario italiano di quell'anno fu il romanzo di un'esordiente: L'ultima estate di Cesarina Vighy. Un esordio che definire tardivo è quasi eufemistico: la Vighy aveva infatti superato i settant'anni quando Fazi pubblicò la storia di Zeta, una donna ormai irreparabilmente malata che proprio nella scrittura trova un nuovo modo di attraversare la vita che la sta abbandonando. Una parabola che ricalca la dolorosa esperienza dell'autrice (che ha lavorato a lungo alla Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma) in quegli anni. La Vighy morirà poco dopo aver dato alle stampe il suo secondo e ultimo lavoro letterario, il romanzo epistolare Scendo: buon proseguimento, il primo maggio 2010.
In tema di debutti ci sembra doveroso segnalare quello di un autore che in questi dieci anni si è affermato come uno dei maggiori punti di riferimento per gli amanti del thriller: Donato Carrisi. L’autore pugliese portava alle stampe nel 2009 il suo primo romanzo, Il suggeritore. Nonostante da allora non sia passato così tanto tempo, vale la pena ricordare che, tra gli autori italiani, il genere era ancora molto poco percorso; Giorgio Faletti, che nel 2009 pubblicava il suo quarto romanzo, Io sono Dio, si stagliava abbastanza solitario nel panorama nostrano e infatti il suo romanzo fu, insieme a La danza del gabbiano di Camilleri, il libro di un autore italiano che vendette più copie.
Chiudiamo questo breve viaggio nel 2009 citando Nel nome del padre, il romanzo pubblicato dal protagonista di uno degli incontri previsti per il decennale, Gianni Biondillo, che venerdì 22 marzo sarà presente in Valvassori Peroni in compagnia di Barbara Borlini e Francesco Memo, autori di La vita che desideri.
Magari sarà l’occasione giusta per chiedere anche a loro se ricordano cosa stavano leggendo esattamente dieci anni fa...
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