#ValvassoriPeroni
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sistemabibliotecariomilano · 6 years ago
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Buon compleanno, Valvassori Peroni
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Nelle prime settimane del 2019 sui social è diventato un vero e proprio fenomeno globale il #10yearschallenge, cioè la pubblicazione, da parte dei frequentatori delle più diffuse piattaforme, di una foto di dieci anni fa e di una corrente: se siete su facebook o instagram avrete quindi visto decine di foto del 2009 di celebrità (più o meno tali) così come di vostri amici a parenti.
Prendiamo spunto da questo salto nel recente passato per farlo nostro. Da una fotografia di inizio 2009 del nostro Sistema Bibliotecario si noterebbe una vistosa differenza rispetto ad oggi: ci sarebbe una biblioteca in meno! In questi giorni infatti, dieci anni fa, veniva inaugurata la Biblioteca Valvassori Peroni, la più giovane delle biblioteche rionali di Milano. La ricorrenza è celebrata da una serie di attività e iniziative che avranno luogo in Valvassori e che culmineranno nell'apertura straordinaria di domenica 24 marzo (il programma completo lo potete trovare qui).
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Non siamo purtroppo in grado di soddisfare la nostra curiosità riguardo a quale sia stato il primo prestito effettuato dalla Valvassori Peroni in occasione della sua apertura. Non è del tutto improbabile, però, che sia stato uno dei bestellers di allora: alcuni titoli in testa alle classifiche di vendita del 2009 erano infatti usciti negli anni precedenti ma continuavano a mietere successi.
Ne è esempio la trilogia Millennium di Stieg Larsson che Marsilio completava nella traduzione italiana proprio in quell'anno con La regina dei castelli di carta, pubblicato in Svezia nel 2007: le statistiche ci raccontano che fu quello il libro più venduto dell'anno, ma tra le primissime posizioni figuravano sia Uomini che odiano le donne sia La ragazza che giocava con il fuoco, i primi due capitoli della celeberrima serie svedese. Siamo invece sicuri che il primo prestito non fu l'altro grande besteller dell'anno: Il simbolo perduto di Dan Brown arrivò nelle librerie italiane (e quindi nelle biblioteche) solo a fine anno.
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Se siete tra chi ha l'abitudine di appuntarsi con precisione quando (e magari dove) ha letto un romanzo, vi sarà facile andare a ritroso nel tempo e controllare su quali pagine vi stavate concentrando a quel tempo. Chi scrive non ha questa consuetudine ma ricorda benissimo qual è stata la scoperta letteraria più interessante di quell'anno: Herta Müller.
L'autrice, rumena di nascita e tedesca d'adozione, al tempo in cui vinse il Nobel era praticamente sconosciuta in Italia al punto che, prima della vittoria, nei nostri cataloghi editoriali nazionali figuravano soltanto due suoi titoli: il breve In viaggio su una gamba sola, che Marsilio aveva pubblicato nel 1992, e Il paese delle prugne verdi la cui traduzione italiana si deve al piccolo e meritorio editore Keller.  Fondata nel 2005, la piccola casa editrice di Rovereto aveva pubblicato solo l'anno prima quello che è considerato il capolavoro della Müller e lo fece pagando meno di mille euro i diritti per l'Italia. Mille come le copie che componevano la tiratura della prima edizione, alla quale seguì la ben più corposa fornitura che l'editore dovette realizzare in brevissimo tempo dopo l'annuncio del Nobel.
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A proposito di premi, quello fu un anno particolarmente felice per le autrici. Il Pulitzer 2009 andò ad Elizabeth Strout per Olive Kitteridge, romanzo che ha avuto grande successo in tutto il mondo e che ebbe la meglio su altre due donne: Christine Schutt (nei nostri cataloghi potete trovare il suo Florida, ad oggi l'unica sua opera tradotta in Italia) e Louise Erdrich con Il giorno dei colombi, romanzo incentrato, come praticamente tutta la sua opera, sulle vicende spesso tragiche dei nativi americani.
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Anche alcuni importanti riconoscimenti italiani nel 2009 vennero assegnati ad autrici: Margaret Mazzantini si aggiudicò il Campiello con Venuto al mondo, mentre Melania Mazzucco vinse il premio Bagutta con il suo affascinante romanzo ispirato alla vita di Tintoretto e della sua figlia illegittima Marietta: La lunga attesa dell'angelo.
Un piccolo caso letterario italiano di quell'anno fu il romanzo di un'esordiente: L'ultima estate di Cesarina Vighy. Un esordio che definire tardivo è quasi eufemistico: la Vighy aveva infatti superato i settant'anni quando Fazi pubblicò la storia di Zeta, una donna ormai irreparabilmente malata che proprio nella scrittura trova un nuovo modo di attraversare la vita che la sta abbandonando. Una parabola che ricalca la dolorosa esperienza dell'autrice (che ha lavorato a lungo alla Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma) in quegli anni. La Vighy morirà poco dopo aver dato alle stampe il suo secondo e ultimo lavoro letterario, il romanzo epistolare Scendo: buon proseguimento, il primo maggio 2010.
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In tema di debutti ci sembra doveroso segnalare quello di un autore che in questi dieci anni si è affermato come uno dei maggiori punti di riferimento per gli amanti del thriller: Donato Carrisi. L’autore pugliese portava alle stampe nel 2009 il suo primo romanzo,  Il suggeritore. Nonostante da allora non sia passato così tanto tempo, vale la pena ricordare che, tra gli autori italiani, il genere era ancora molto poco percorso; Giorgio Faletti, che nel 2009 pubblicava il suo quarto romanzo, Io sono Dio, si stagliava abbastanza solitario nel panorama nostrano e infatti il suo romanzo fu, insieme a La danza del gabbiano di Camilleri, il libro di un autore italiano che vendette più copie.
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Chiudiamo questo breve viaggio nel 2009 citando Nel nome del padre, il romanzo pubblicato dal protagonista di uno degli incontri previsti per il decennale, Gianni Biondillo, che venerdì 22 marzo sarà presente in Valvassori Peroni in compagnia di Barbara Borlini e Francesco Memo, autori di La vita che desideri.
Magari sarà l’occasione giusta per chiedere anche a loro se ricordano cosa stavano leggendo esattamente dieci anni fa...
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