#edizioni di atlantide
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Recensione: "Queste voci mi battono viva" di Tiffany McDaniel
Buongiorno a tutti sono Elena e grazie di essere su Life Is Like A Wave Who Rises and Falls! Oggi vi parlo di un libro di un’autrice tra le mie preferite: Queste voci mi battono viva di Tiffany McDaniel (These Voices Beat Me Alive, Traduzione di Simone Caltabellota) Edizioni di Atlantide, 2018 ISBN: 978-8899591274, 288 pagg. La mia copia è la numero 646 della prima edizione Prima raccolta…
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queerographies · 10 months ago
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[Fassbinder. Migliaia di specchi][Ian Penman]
Clicca qui per acquistare il libro Titolo: Fassbinder. Migliaia di specchiScritto da: Ian PenmanTitolo originale: Fassbinder Thousands of MirrorsTradotto da: Luca FusariEdito da: Atlantide EdizioniAnno: 2023Pagine: 208ISBN: 9788899591687 Fassbinder Migliaia di specchi è uno di quei rari libri che, partendo da un soggetto (in questo caso il geniale e controverso regista tedesco autore di film…
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donaruz · 10 months ago
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Oggi avrebbe compiuto 79 anni l'indimenticabile cantautore e chitarrista Ivan Graziani (Teramo, 6 ottobre 1945 – Novafeltria, 1º gennaio 1997).
Buon compleanno poeta con la chitarra , ovunque tu sia!🎸❤
Ivan Graziani è stato e rimane un caso anomalo nel mondo musicale italiano, in grado di collaborare con una serie impressionante di artisti (da Venditti alla P.F.M. l’elenco sarebbe davvero troppo lungo) rimanendo sempre perfettamente riconoscibile e musicalmente incorruttibile. Qualche anno addietro uno tra i più geniali dei suoi colleghi, Edoardo Bennato, durante un concerto a Teramo, città di Ivan, raccontò un suo personale ricordo risalente agli anni ’60 quando, giovane musicista esordiente, andò a Milano a tentare la fortuna in quella che, almeno allora, era la vera capitale della nostra industria discografica, nonché il regno delle edizioni musicali. Una sera, insieme ad alcuni amici, passeggiando per i Navigli sentì, proveniente da uno di quei locali sotterranei dove si suonava dal vivo, una musica che lo catturò magnetica… tanto che scese le scale urlando: “Questo è il suono che vado cercando da sempre!“.
Inutile dire che “quel” suono proveniva dalla chitarra di Ivan Graziani, e che i due, da quel momento diventarono amici, scritturati entrambi dalla Numero 1 di Battisti e Mogol
Atlantide
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afnews7 · 2 months ago
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Alix senator 15: Les Cercles des géants - edizioni standard e de luxe
#bandedessinee #afnewsinfo – Puoi prendere gli albi (e vedere le anteprime)  facendo click qui – http://www.afnews.info segnala: Roma, anno 9 a.C. L’imperatore Augusto è onnipotente. Alix ha più di 50 anni. È un senatore. Determinati a raggiungere la misteriosa Atlantide nell’estremo nord, Alix e la sua famiglia si recano in un villaggio dell’Armorica per far costruire una nave in grado di…
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paoloferrario · 5 months ago
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Malanima Nada, Il mio cuore umano, edizioni di Atlantide, 2019. Da questo romanzo è tratto il film di Costanza Quatriglio "La bambina che non voleva cantare"
VAI A: Malanima Nada, Il mio cuore umano, edizioni di Atlantide, 2019. Da questo romanzo è tratto il film di Costanza Quatriglio “La bambina che non voleva cantare”
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alemicheli76 · 8 months ago
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Il blog consiglia “L’angelo caduto di Feerilandia”di Roberta De Tomi, Saga edizioni. Da non perdere!
Nella città di Mont Ivory stanno accadendo strani eventi. Dana non è più la ragazza piena di entusiasmo che tutti conoscono, qualcosa in lei si è spento. Le amiche di sempre, l’alternativa Vanessa e la talentuosa pianista Morgan, indagano ma trovano un muro.Nel frattempo, nel regno parallelo di Feerilandia,è allerta. Ariel, l’Angelo-Farfalla che duemila anni prima distrusse Atlantide, regno…
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aneddoticamagazinestuff · 9 months ago
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L'Antartide e i suoi misteri
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L'Antartide e i suoi misteri
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Quello dell’Antartide è un tema che, oggi più che mai, affascina per tutta una serie di motivi. Le distese ghiacciate paiono nascondere segreti che le varie spedizioni, nel corso degli anni, non solo non hanno diradato ma, al contrario, hanno contribuito a infondere un’aura di mistero ancora più fitta.
Antartide che, molto stranamente, risulta presente in certe mappe antiche quando ancora non era stata ufficialmente scoperta e, aspetto decisamente singolare, risulta priva di ghiacci, come se le mappe in questione fossero successive trascrizioni di antiche mappe nautiche risalenti a un lontano passato in cui il continente era privo di ghiacci.
Ecco quindi il perché alcuni studiosi hanno ritenuto che la tanto discussa Atlantide, di cui ci parla diffusamente Platone in alcuni suoi Dialoghi, sia da ricercare proprio in Antartide, dove attualmente le coltri di ghiaccio nasconderebbero le antiche vestigia.
In tutto questo non si può dimenticare il forte interesse del regime hitleriano verso il polo australe, con numerose missioni e ingente dispiegamento di mezzi per andare a creare delle basi proprio in Antartide. Quale il fine di andare così lontano dal suolo germanico? Che cosa cercavano i tedeschi e che cosa hanno portato al polo sud con decine di U-boot giunti in loco per motivi che sfuggono appieno?
Domande cui il saggio “Sotto l’Antartide”, Edizioni Facciamo Finta Che, cerca di dare una risposta, esaminando anche la testimonianza dell’ammiraglio Byrd e i dettagli dell’operazione Highjump che lo vide protagonista nel 1947 a capo di una missione dai fini non totalmente chiari nemmeno oggi.
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stilouniverse · 1 year ago
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Pierre Adrian "I giorni del mare", presentazione
Traduzione di Maria Sole Iommi I giorni del mare è un romanzo di intensità assoluta e profonda maturità stilistica, in cui la nostalgia per le cose perdute trascolora nella speranza di quello che verrà e nella rivelazione inaspettata di ciò che significa amare e appartenere.( da Edizioni Atlantide) Agosto, Bretagna, un giovane uomo torna nella casa in cui ha trascorso tutte le estati della sua…
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WWW.PATRIZIARIELLOPERALIBRI.IT
ANNO 2080.ANTIMATERIA
SOVERA EDIZIONI 
I protagonisti sono due giornalisti, inviati speciali dell’Atlantide’s Journal, che indagano sull’operato di uno scienziato giapponese che ha scoperto una pianta, l’A.U.W., in grado di far retrocedere il processo d’invecchiamento. Nel contempo la sostanza estratta dalla pianta provoca una mutazione degli esseri umani in Hybrid, entità mostruose aggressive. Si parte dall’anno 2080, che dà il titolo all’opera, per poi giungere al 5000. In soccorso del’umanità soccombente entra in gioco il Bambino Sapiente. E’ un romanzo fantascientifico che vede fronteggiarsi l’eterno dilemma sull’uso spregiudicato della tecnologia e della scienza che talora non utilizzano il sapere nel rispetto dell’etica e dei valori basilari dell’uomo.
ESTRATTO: “Il mio nome è Durendal Alleyn e sono nata trent’anni fa a Las Vegas. Lavoro come inviato speciale dell’Atlantide’s Journal.Nel 2060 d.C. la Terra venne devastata dal quarto conflitto mondiale. Le armi atomiche cancellarono quasi ogni traccia di vita dal nostro pianeta e contaminarono irrimediabilmente l’atmosfera. Io e gli altri esseri umani sopravvissuti trovammo rifugio su Planet, un satellite di Urano.Lo scienziato giapponese Toshiro Honshu iniziò la coltivazione dell’AUW, una pianta in grado di crescere soltanto su quel lontano pianeta. Da essa, il professor Honshu ricavò un farmaco in grado di fare retrocedere il processo di invecchiamento cellulare. Lo sperimentò su se stesso, ottenendo notevoli risultati.Molti lo imitarono, facendo un uso smodato di AUW. Subirono delle impreviste modificazioni genetiche, dando origine a una nuova specie uomo-animale, gli Hybrid, il cui obiettivo è tuttora ottenere la supremazia sugli esseri umani. Queste orride creature vennero catturate e rinchiuse in un carcere speciale. Nel frattempo, gli scienziati progettarono un sistema in grado di riportare la vita sulla Terra. La superficie di ciascuna città superstite venne ricoperta da una calotta termica in grado di mantenere le normali condizioni climatiche e di filtrare la luce solare. Le città furono collegate fra loro tramite tunnel sotterranei…
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oubliettemagazine · 7 years ago
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Intervista di Emma Fenu a Flavia Piccinni: Bellissime il saggio sulla strumentalizzazione della bellezza infantile
“Ma lei era del mondo dove le più belle cose/ Hanno il peggior destino:/ Da rosa ha vissuto quanto vivono le Rose,/ Lo spazio d’un mattino.” ‒ François de Malherbe   Flavia Piccinni Bellissime: un titolo evocativo. Non può non tornarci alla memoria Anna Magnani che lotta per far emergere la bambina dalle trecce scure. Ma non è di una pellicola in bianco e nero che oggi parliamo. Ombretti,…
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giuliavaldi · 7 years ago
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Chiara Lev Mazzetti
https://www.bookblister.com/2018/03/26/chiara-lev-mazzetti-poesie-edizioni-di-atlantide/
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wdonnait · 5 years ago
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Mario Tozzi di Sapiens, biografia del geologo
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Mario Tozzi di Sapiens, biografia del geologo
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Mario Tozzi è noto geologo, saggista e divulgatore scientifico italiano.
E’ noto al pubblico per le sue numerose apparizioni in tv, per programmi inerenti ai suoi studi. Tra le sue esperienze lavorative più recenti, troviamo Sapiens- Un Solo Pianeta. Ovviamente, non è l’unica che ha reso Mario Tozzi popolare.
Scopriamo qualcosa in più della sua carriera!
Mario Tozzi chi è
Mario Tozzi ha 60 anni ed è nato il 13 dicembre del 1959 a Roma.
Riguardo i suoi studi, sappiamo che è laureato in Scienze Geologiche all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con il massimo dei voti (110 e lode).
In un secondo momento, ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze della Terra.
Attualmente, Tozzi risulta essere primo ricercatore per l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche e tratta in particolar modo l’evoluzione geologica del Mediterraneo centro-orientale.
Facendo riferimento alla carriera in tv, il geologo è comparso per la prima volta in alcune puntate del documentario Geo&Geo, tra il 1996 e il 2004.
Tuttavia, in questo lasso di tempo è stato anche un inviato speciale di King-Kong e ha condotto “Gaia – Il pianeta che vive”.
Successivamente, nel 2007 ha condotto Terzo pianeta e ben 120 documentari per Rai International, appartenenti alla serie chiamata “Che bella l’Italia”.
Tra le sue esperienze televisive più significative troviamo anche:
Trio Medusa
La gaia scienza
Allarme Italia Atlantide – Storie di uomini e di mondi
Fuori luogo
Ed ovviamente Sapiens…
Inoltre, ha effettuato numerose collaborazioni in radio e per varie testate giornalistiche e magazine di un certo calibro.
A tal proposito, bisogna citare La Stampa di Torino, Qui Touring, Le Frecce, National Geographic, Vanity Fair, Newton e tanti altri ancora…
Insomma, Mario Tozzi sembrerebbe avere proprio una carriera di tutto rispetto.
Infatti, sempre più persone si appassionano ai suoi programmi e al suo modo di spiegare dettagliatamente alcune curiosità legate al mondo della geologia.
Mario Tozzi twitter
Il divulgatore scientifico Mario Tozzi risulta essere abbastanza appassionato di social network.
Infatti, oltre ad avere un profilo instagram con più di 20 mila followers (lo potete trovare con il nickname mariotozziofficial), è molto attivo su Twitter.
E’ proprio qui che spesso condivide le news lavorative e alcune curiosità legate alla sua passione più grande, ossia la geologia.
Mario Tozzi libri
Come vi abbiamo già accennato in precedenza, Mario Tozzi ha una carriera super ricca di esperienze significative.
Infatti, oltre ad aver preso parte a trasmissioni e collaborazioni, il noto geologo è autore di numerosi libri, come ad esempio:
La dinamica della terra, nel 1997
Manuale geologico di sopravvivenza planetaria. Consigli a un giovane geologo, nel 1998
Annus horribilis. Dal terremoto umbro alla frana di Sarno: i segreti di una catastrofe annuncitata, nel 1998
Gaia. Viaggio nel cuore d’Italia, nel 2004
Catastrofi. Dal terremoto di Lisbona allo tsunami del sudest asiatico: 250 anni di lotta tra l’uomo e la natura, nel 2005
L’Italia a secco. La fine del petrolio e la nuova era dell’energia naturale, nel 2006
Italia segreta. Viaggio nel sottosuolo da Torino a Palermo, nel 2008
Il grande libro della terra, nel 2008-2012.
Viaggio in Italia. 100 + 9 emozioni da provare almeno una volta. Prima che finisca il mondo, nel 2009
Nel nome del parco. Un anno sull’arcipelago, nel 2010
Ma anche:
M. Tozzi – Valerio Rossi Albertini, Il futuro dell’energia. Guida alle fonti pulite per chi ha poco tempo per leggere, Edizioni Ambiente, 2011
Perché i vulcani si svegliano?, nel 2011
Pianeta Terra: ultimo atto. Perché saranno gli uomini a distruggere il mondo, nel 2011
Tecnobarocco. Tecnologie inutili e altri disastri, nel 2015
Paure fuori luogo. Perché temiamo le catastrofi sbagliate, nel 2017
L’Italia intatta. Viaggio nei luoghi italiani non alterati dagli uomini e fermi nel tempo. Un mosaico di straordinaria bellezza, nel 2018
Come è nata l’Italia. All’origine della grande bellezza, nel 2019
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ariannausoleil · 7 years ago
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Ritratto di Jennie, Robert Nathan, edizioni di Atlantide
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pangeanews · 5 years ago
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“Povero Crane, un poeta autentico schiavo della dissipazione…”. Su Hart Crane, l’inafferrabile (una manciata di lettere e l’amicizia con Lovecraft)
Harold Bloom non amava le classifiche: pensava, nettamente, che la letteratura fosse una lotta tra titani. Nella lotta, va da sé, se ne salva qualcuno – a volte soltanto uno. Tra Thomas S. Eliot – che non amava – e Hart Crane, preferiva quest’ultimo. A suo dire, la poesia americana moderna dipende interamente da Crane e dal suo miracoloso poema, Il ponte. “Dopo una vita passata a criticare la visione letteraria e culturale di Eliot, mi sono arreso a The Waste Land. L’ho fatto perché Hart Crane, per comporre il suo poema, ha combattuto contro The Waste Land. La gloria de Il ponte, in effetti, risiede nella guerra ambivalente a The Waste Land, e in questa guerra è la ragione del suo miracolo”. Da una parte il deserto, il Tamigi, il Gange, dall’altre il ponte di Brooklyn, Capo Hatteras, Atlantide – i libri si compenetrano e compensano, in entrambi qualcosa va varcato, quasi tutto si perde. Ma se Eliot puntella con florilegio di citazioni ciò che resta dell’Occidente, Hart Crane invoca il volo, crede nel canto e nella trasformazione del clangore in falco. T.S. Eliot dopo la terra desolata trova un buon impiego in Faber; Hart Crane, invece, accetta la seduzione oceanica e il vagabondaggio. Nel triangolo gnostico di Bloom, Hart Crane è il lato che congiunge quelli occupati da Walt Whitman e William Blake.
*
Hart Crane nasce in Ohio nel 1899, il padre ha inventato le caramelle “col buco”, non gli mancano i soldi. Gli manca tutto il resto – compresa una famiglia: i suoi divorziano presto. La vita, perciò, ricamata tra assenze, è dedita alla poesia: una poesia imbizzarrita, indomabile, che parte da Whitman e prevede Philip K. Dick, biblica e cosmica, crocefissa al prodigio. Il primo libro, White Buildings, è edito nel 1926, sotto gli auspici di Eugene O’Neill – “la poesia di Hart Crane è profonda e frutto di una ricerca vertiginosa; rivela un potere nuovo, diverso, una mistica della bellezza” – e di Allen Tate. Il suo libro più grande, The Bridge, esce nel 1930, per Black Sun Press, l’editrice di Wilde e di D.H. Lawrence, di Joyce, di Hemingway, di Faulkner. Nello stesso anno, insieme a Crane, escono Imaginary Letters di Pound, Marcel Proust (47 Lettres inedites a Walter Berry), Lewis Carroll. Il poema di Crane è in 283 copie numerate, adornata di tre fotografie di Walker Evans, il fotografo che lavorerà con James Agee. “The Bridge è finito nel 1929. Un’opera, con tutti i suoi squilibri, fra le più rappresentative della poesia americana del Novecento. Ma Crane pensa di aver fallito lo scopo. Quello che si trova tra le mani è un risultato diverso da quello progettato, non lo sa giudicare. Con la coscienza che, comunque, tutto debba essere tentato, e ancora legato all’idea di un’America senza confini, terra e mare, storia e leggenda, onnipresente, feconda e distruttrice, cerca altre radici, più lontane. Parte per il Messico, e ancora è sopraffatto – morbosamente – dall’ampiezza del disegno. Riprende la via del ritorno. Il 26 aprile 1932, dalla tolda della nave Orizaba, si getta in pieno Golfo del Messico. Il suo corpo scompare per sempre” (Roberto Sanesi).
*
In effetti, il poeta non ha mai coscienza precisa di ciò che fa, non può – egli non scrive, getta e si getta, dopo una ingenerosa disciplina. Insoddisfatto, il poeta tenta il Messico di una innocenza sempre più arcana – fino a farsi corrodere, concorde all’ombra.
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Dalle lettere di Crane, ne ho scelte due, scritte dal Messico, la tappa definitiva. La prima è indirizzata a Katherine Anne Porter, scrittrice di talento – Pulitzer nel 1966 e tre candidature al Nobel – da tempo in Messico (e su questa febbre messicana, da Crane a Malcolm Lowry, da Artaud a Cormac McCarthy e Lawrence, bisognerà scrivere, vi passa un meridiano della letteratura del secolo). Crane denuncia a Katherine lo stato livido, la rabbia, il rimbambimento alcolico. L’altra è l’ultima lettera di Crane, alla matrigna, cinque giorni prima di morire. Crane ricama il desiderio di andare da alcuni amici, a New York; come sempre, è in bolletta. Nel groviglio dei futili problemi quotidiani sguazza il poeta, vertiginoso nell’ascesa: c’è come un’ansia alchemica nel leccare la vita negli angoli oscuri, a quattro zampe.
*
Pubblicato qualche anno fa dalle Edizioni Grenelle (White Buildings, 2016; Key West e altre poesie, 2017) e da Mauro Pagliai (Il ponte. La torre spezzata, 2013), Hart Crane merita degno riconoscimento, proprio perché imbraccia una poesia sciamanica e d’acciaio, al di là dei furbi e forbiti giochi di parole, della poesia come grigio sorbetto civico. A novant’anni dalla prima edizione di The Bridge, spero che qualcuno recuperi la traduzione di Sanesi: pubblicata da Guanda nel 1967 poi da Garzanti nel 1984, con un primo studio come introduzione. Nella Library of America, con Complete Poems & Selected Letters, Crane occupa il numero 168, e 850 pagine di lirica celestiale, di lotta angelica. “Nessun poeta americano ha trasformato il corso della poesia in modo tanto deciso e rapace come Hart Crane. Nella sua vita breve e dolente, Crane ha modellato un linguaggio moderno che fonde la retorica elisabettiana agli enigmi estatici di Rimbaud alle espressioni profetica e la visione cosmica di Whitman”. Lo presentano così.
*
Un brano da Atlantide, ottava – e ultima – lassa de Il ponte:
Fra i cavi di ferro allacciati s’inarca verso l’alto il passo svariante di luci, la fuga delle funi – rigide miglia di chiardiluna che appare e scompare sincopano la corsa bisbigliata, telepatia di fili. E fino al limitare della notte granito e acciaio – e maglie trasparenti – piloni limpidi risplendenti – tremano voci sibilline, ondulando trascorrono come se fosse un dio la prole delle funi…
E nella trama delle corde, con il suo richiamo, si sdipana un’arcata sinottica di tutte le maree – le labirintiche bocche della storia versano una risposta, come se tutte le navi si dolessero al largo in un respiro, vibrante, che diventa grido – “Rendi sicuro il tuo amore – per il cui canto noi continuiamo a tessere!” – E dalla costa nera, scandagli immoti in saluto, così sette oceani dal loro sogno rispondono.
*
Non credo sia un caso l’amicizia dispari tra Hart Crane e H.P. Lovecraft: entrambi, in fondo, sotterranei rivoluzionari della letteratura americana. Il punto d’unione tra i due è Samuel E. Loveman (1887-1976), intimo amico di Crane – su cui scriverà diverse memorie – e di Lovecraft – faceva parte del ‘Kalem Club’, si scrivevano dal 1917; a lui H.P. dedica un poema. Certamente Crane incontra Lovecraft nel 1924 (in una lettera di giugno, parlando del “mio classico, puritano, pudico amico Sam Loveman, che ha tradotto in modo così affascinante Baudelaire”, cita “la signora Sonia Green e suo marito, Howard Lovecraft, dalla voce acuta” che insieme a Sam “si sono trascinati per gli slums fino al molo, fino alle quattro di mattina, a cercare esempi di architettura coloniale”). D’altronde, in una lettera di Lovecraft alla zia, Lillian, si fa cenno a Crane in questo tono: “Povero Crane! Un poeta autentico & un uomo di buon gusto, discendente da una antica famiglia del Connecticut & vero gentiluomo, ma schiavo della dissipazione e dell’alcolismo che rovineranno rapidamente la sua salute”. Così accade: “partito per il Latinoamerica certo di scrivere lì il suo capolavoro”, Crane non combinerà nulla, preda di allucinazioni alcoliche ed esperimenti sessuali – fino alla morte, cercata, accidentale, chissà. Ma è proprio lì, nell’incompiutezza, nel tentativo di una parola che superi tutte quelle finora espresse, alla soglia del silenzio, nella capriola, il capolavoro del poeta autentico. (d.b.)
***
A Katherine Anne Porter, Mixcoac, 22 giugno 1931
Cara Katherine Anne, le mie scuse stanno diventando davvero meccaniche tanto che, a forza di ripetermi, riesco ad assaporarne la minima finzione. Quindi devo lasciare la maggior parte di tutto questo a tua discrezione riguardo la potenza e la cattiva sorte di una dose eccessiva di tequila. Chiedi a Theodora se ho qualche possibilità di parlare e di poter spiegare, altrimenti capirò che non vuole essere importunata nemmeno fino al limite della sopportazione.
Come probabilmente Theodora ti ha già detto, ho passato la notte in prigione. A modo suo, era una punizione sufficiente, oltre ad avermi reso ridicolo in città. . . Tuttavia sono stato arrestato per niente, se non per aver affrontato il tassista a causa di una tariffa eccessiva. Ma se non fosse stato per l’attesa ­– ora dopo ora a cercare di mantenere il cibo caldo, la crema deliziosa e la mia indole dannata – non credo che ti avrei urlato contro in un modo così orrendo!
Non ti chiedo di perdonarmi, perché so quasi certamente di non avere più speranza. Ma dal momento che Peggy [Baird] sarà qui tra qualche giorno, preferirei, per il suo bene e per il mio, che non si sia cacciata in una scena tipica da Greenwich Village…
**
A Bessie M. Crane [la matrigna], Mixcoac, 22 aprile 1932
Cara Bess, scusatemi per aver collegato Byron [Madden] ai soldi, ma mi sono venute subito in mente così tante difficoltà e, debole per la febbre alta e la dissenteria, ho dovuto usare ogni modo per impressionarlo riguardo all’urgenza dei miei bisogni immediati. E immagino che potreste essere stata davvero preoccupata per rendervi conto, anche solo in parte, della situazione che c’è qui.
Nel complesso, ultimamente ho trascorso un periodo terribile. Non posso iniziare a scrivere i dettagli ora che ho quasi finito di fare le valigie. Domani sera parto per Vera Cruz e domenica mattina vado a Orizaba per poi tornare a New York. Avevo intenzione di tornare in Ohio anche prima che arrivassero le notizie scioccanti sulla questione di W.; e con tutto quello che è accaduto, non avrei mai pensato di restare qui un altro minuto. Potrei esservi di aiuto durante la prossima estate, impegnandomi soprattutto perché sarete bloccata (nel cottage) senza l’aiuto di Dorothy.
Non potete immaginare quanto sia difficile per gli stranieri rimanere qui e stare bene con i messicani. Adoro il paese e il popolo (indiani) ma per un certo periodo ho avuto numerose difficoltà con il passaporto, problemi con i servitori e altre complicazioni. Non sono stato solo malato, ma ero quasi spaventato dal mio ingegno perché mi è capitato, ingenuamente, di mettere il problema del rinnovo del passaporto nelle mani di un avvocato-truffatore. Non preoccupatevi, ho i documenti per la dogana; ma questo mi ha costretto a molte spese, consultazioni con innumerevoli persone e preoccupazioni infinite. Poi, all’ultimo momento, il mio domestico si è ubriacato, se ne è andato, è tornato, ha scosso il cancello urlando minacce contro la mia vita, terrorizzandoci per giorni, finché non fummo costretti a chiamare l’Ambasciata Americana per un servizio speciale di polizia, et cetera. Vi chiederete se sono stato ansioso di partire il prima possibile. Grazie a Dio, il contratto di locazione è già scaduto e non possono esserci ulteriori complicanze, che io sappia.
Ultimamente, mi è seccato attingere ai vostri soldi in modo così sostenuto, ma dopotutto non avevo modo di sapere come sarebbero andate le cose con la tenuta; e le spese per tornare a casa ora sembrano certamente giustificate in vista della possibilità di economizzare in seguito. Ci sono molte cose davvero importanti da discutere insieme, e inoltre non vedo l’ora di rivedere voi e il resto dei nostri amici e parenti. Vi porterò molte cose interessanti, alcune davvero belle che vi piaceranno, ne sono certo.
Una cassa di libri è stata inviata (a carico di Wells Fargo) ed è da ritirare direttamente in fabbrica. Vi prego di stare all’erta per questo. Le altre cose sono tutte in una grande cesta che porterò con me in nave e che verrà successivamente inviata in fabbrica da New York. Resterò a New York alcuni giorni perché devo vedere dei vecchi amici dopo così tanto tempo. Vi telefonerò la notte del mio arrivo verso le dieci quando le tariffe saranno ridotte.
Per favore, consegnate il mio amore alla piccola Dorothy. Ultimamente non ho avuto un attimo per scrivere, forse avrei dovuto scriverle molto tempo fa. Ieri ho passato tutto il giorno in giro a cercare di riscuotere denaro per vaglia telegrafico. Non è stata colpa vostra, e nemmeno mia. Peggy quasi è impazzita con il suo denaro inviatole dal precedente marito. L’ufficio del telegrafo ci ha ripagato con seicento dollari e alcuni strani “Tostons” (su come ottenere tutto in centesimi) e né l’ufficio della Ward Line né l’ufficiale Banco de Mexico li avrebbero accettati… Sembra che ci sia una legge contro il pagamento di una tale valuta oltre un certo importo. Ma come avremmo potuto saperlo? E poi, cosa vuol dire che, attraverso un ente governativo come il telegrafo qui presente e che pago in contanti, lo stesso governo, tramite la propria banca ufficiale, muti politica e lo rifiuti? Alla fine abbiamo dovuto organizzare un colloquio con il presidente della banca. Ero pronto a lamentarmi addirittura con l’ambasciata. Quindi vedete come le cose si muovono lentamente qui e quali ostacoli incessanti si devono combattere per il tipo di transazioni più semplici. Certamente mi sono innervosito, ma mi riposerò durante il viaggio in nave.
Hart Crane
*Il testo è tratto da “The Letters of Hart Crane (1916-1932)”; la traduzione è di Caterina Rosa
L'articolo “Povero Crane, un poeta autentico schiavo della dissipazione…”. Su Hart Crane, l’inafferrabile (una manciata di lettere e l’amicizia con Lovecraft) proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2YEKQWQ
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paoloferrario · 5 months ago
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Malanima Nada, Il mio cuore umano, edizioni di Atlantide, 2019. Da questo romanzo è tratto il film di Costanza Quatriglio "La bambina che non voleva cantare"
scheda dell’editore: Home Page “La storia di ognuno di noi ha una sua strada, un destino che ci sfugge.Io spesso ho percorso la mia strada e sfidato il destino inconsapevolmente.“Il mio cuore umano” per me è la memoria, non il passato, il passato è morto,mentre la memoria è viva, sempre viva e si arricchisce continuamente di vita”.Da questo romanzo è tratto il film di Costanza Quatriglio “La…
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