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#e il tuo suonare da in piedi
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CHAPEAU
LETTERA DI UN VETERINARIO AL PAPA
Predicare l’amore e seminare l’odio
Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell’animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente.
Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare.
Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti.
La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell’amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l’amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce.
Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l’uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso?, che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio?
Ma lo sa che il santo d’Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili”
Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di S. Antonio Abate? E’ un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall’aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo
Ma davvero lei crede che la fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? E no, qui divento cattivo io!, ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi della ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine?, non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l’8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli?
Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi 4 milioni dati a Mediaset e Rai?
Gesù diceva “quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”e allora tutti questi spot autocelebrativi per l’8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene?
Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all’autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un’altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell’adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede.
Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare fulltime in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio?
Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l’anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell’universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli.
L’amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo.
L’amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo.
Amare insegna ad amare.
La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l’età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?” ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla.
Una occasione persa
(Dottor Vincenzo Minuto, Medico Veterinario)
Medita Francesco!
Medita se ne sei capace!!!
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petalididonna · 1 year
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LETTERA DI UN VETERINARIO AL PAPA
Predicare l’amore e seminare l’odio
Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell’animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente.
Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare.
Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti.
La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell’amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l’amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce.
Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l’uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso?, che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio?
Ma lo sa che il santo d’Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili”
Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di S. Antonio Abate? E’ un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall’aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo
Ma davvero lei crede che la fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? E no, qui divento cattivo io!, ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi della ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine?, non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l’8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli?
Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi 4 milioni dati a Mediaset e Rai?
Gesù diceva “quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”e allora tutti questi spot autocelebrativi per l’8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene?
Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all’autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un’altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell’adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede.
Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare fulltime in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio?
Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l’anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell’universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli.
L’amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo.
L’amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo.
Amare insegna ad amare.
La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l’età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?” ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla.
Una occasione persa
Dottor Vincenzo Minuto
Medico Veterinario
#iostoconglianimali
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giannilenox · 1 year
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Chapeau.
LETTERA DI UN VETERINARIO AL PAPA
Predicare l'amore e seminare l'odio
Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell'animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente.
Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare.
Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti.
La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell'amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l'amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce.
Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l'uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso?, che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio?
Ma lo sa che il santo d'Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili”
Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di S. Antonio Abate? E' un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall'aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo
Ma davvero lei crede che la fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? E no, qui divento cattivo io!, ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi della ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine?, non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l'8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli?
Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi 4 milioni dati a Mediaset e Rai?
Gesù diceva “quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”e allora tutti questi spot autocelebrativi per l'8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene?
Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all'autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un'altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell'adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede.
Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare fulltime in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio?
Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l'anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell'universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli.
L'amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo.
L'amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo.
Amare insegna ad amare.
La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l'età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?” ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla.
Una occasione persa
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nonvoglionulla · 1 year
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LETTERA DI UN VETERINARIO AL PAPA
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Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell’animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente.
Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare.
Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti.
La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell’amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l’amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce.
Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l’uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso?, che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio?
Ma lo sa che il santo d’Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili”.
Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di S. Antonio Abate? E’ un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall’aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo.
Ma davvero lei crede che la fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? E no, qui divento cattivo io!, ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi della ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine?, non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l’8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli?
Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi 4 milioni dati a Mediaset e Rai?
Gesù diceva “quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” e allora tutti questi spot autocelebrativi per l’8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene?
Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all’autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un’altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell’adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede.
Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare fulltime in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio?
Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l’anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell’universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli.
L’amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo.
L’amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo.
Amare insegna ad amare.
La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l’età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?” ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla.
Una occasione persa.
(Dottor Vincenzo Minuto, Medico Veterinario)
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klimt7 · 2 years
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Rumi
SERJ TANKIAN
( Canzone di un padre )
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Rumi è la traccia numero quattro dell’EP di Serj Tankian, Elasticity, pubblicato il 19 marzo del 2021.
La canzone è dedicata al figlio del cantante ( figlio a cui è stato dato il nome del grande poeta Arabo, Rumi ).
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Chi è Serj Tankian
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Serj Tankian è nato a Beirut, capitale del Libano, il 21 agosto 1967 sotto il segno del Leone. Originario dell’Armenia, a cinque anni si trasferisce con i genitori a Los Angeles, e qui frequenta la scuola armena Rose and Alex Pilibos, dove conosce due dei futuri membri dei System of a Down.
Durante gli anni dell’università inizia a dedicarsi attivamente alla musica, scrivendo le sue prime canzoni e imparando a suonare diversi strumenti. Così, dalle ceneri di un gruppo chiamato Soil nasce il nucleo originario dei System of a Down. Dopo qualche difficoltà iniziale, la band arriva al successo mondiale con l’album Toxicity del 2001.
Serj Tankian è sposato dal 2012 con Angela Madatyan. Dalla loro relazione è nato il suo primo e finora unico figlio, Rumi.
– Oltre che cantante, Serj è un poeta e ha debuttato con il suo primo volume nel 2001.
– Si è laureato all’Università statale della California di Northridge in marketing e business.
– Ha fondato l’etichetta Serjcal Strike Records, con l’obiettivo di promuovere correnti musicali che altrimenti verrebbero ignorate.
– Da sempre attivo per il sociale, Serj lotta fin dall’inizio della sua carriera per il riconoscimento del genocidio armeno da parte degli Stati Uniti e della Turchia.
– È vegetariano e da anni si batte per la lotta alla macellazione industriale.
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youtube
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Traduzione RUMI – SERJ TANKIAN:
RUMI
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Oh, caro Rumi
mio piccolo bambino, ti voglio bene
Mi fai correre, figlio mio
Mi migliori perché sei unico
La saggezza della parola
la ricerca di tutta la creazione
L’estasi della devozione
nel suono d’ogni azione
Mi porti ad ascoltare
e vedere tutta la vita, un’anomalia
Non perdo mai la tua meraviglia,
l'esigenza stessa del mistero.
Mi ubriaco di passione
e dei fiumi pacifici dell'amore.
.
Chiudi entrambi gli occhi e
ascolta il volo distante delle colombe
Quando crescerai nel fiore degli anni
Stai alla larga da Dio e dal Crimine
Abbraccia la giustizia in questo
mondo veramente tormentato
Imparerai qualcosa ogni giorno
Non immergere soltanto le dita dei piedi
vai fino in fondo.
.
Sii il cambiamento che vuoi vedere
e sii l’uomo che vuoi diventare.
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Oh, caro Rumi,
(sii) il poeta supremo dell’amore.
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Tu mi fai muovere come il sole
Diventa la verità e resta in quella.
Perditi nella brezza degli alberi
che rimangono alti
Non capisci che si basa tutto
sulla conoscenza e sull’amore?
.
Chiudi entrambi gli occhi e
ascolta il volo distante delle colombe.
Quando crescerai nel fiore degli anni
Stai alla larga da Dio e dal Crimine.
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Abbraccia la giustizia in questo
mondo veramente tormentato.
Imparerai qualcosa ogni giorno
Non immergere solo le dita dei piedi
vai fino in fondo
.
Sii il cambiamento che vuoi vedere
e sii l’uomo che vuoi diventare..
che vuoi diventare...
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Caro figlio, prega che i tuoi giorni
rimangano lunghi e che il tuo sentiero
corrisponda alla tua canzone interiore.
Il tuo sorriso
vale ogni sacrificio in questa vita.
Il tuo respiro
è la mia ragione per andare avanti.
Ti voglio bene, più di quanto potessi
immaginare
Per qualsiasi cosa su questa terra
Quando crescerai nel fiore degli anni
Stai alla larga da Dio e dal Crimine
Abbraccia la giustizia in questo
mondo veramente tormentato.
Imparerai qualcosa ogni giorno
Non immergere soltanto le dita dei piedi
vai fino in fondo
.
Quando crescerai nel fiore degli anni
Stai alla larga da Dio e dal Crimine
Abbraccia la giustizia in questo
mondo veramente tormentato.
Imparerai qualcosa ogni giorno
.
Sii il cambiamento
che vuoi vedere
sii l’uomo, sii l’uomo
sii l’uomo che vuoi diventare.
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claudio1959 · 1 year
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LETTERA DI UN VETERINARIO AL PAPA Predicare l’amore e seminare l’odio
Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell’animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente. Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare. Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti. La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell’amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l’amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce. Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l’uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso?, che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio? Ma lo sa che il santo d’Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili” Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di S. Antonio Abate? E’ un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall’aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo Ma davvero lei crede che la  fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? E no, qui divento cattivo io!, ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi della ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine?, non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l’8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli? Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi 4 milioni dati a Mediaset e Rai? Gesù diceva “quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” e allora tutti questi spot autocelebrativi  per l’8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene? Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante  vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all’autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un’altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell’adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede. Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare fulltime in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… Con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio? Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l’anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell’universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli. L’amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo. L’amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo. Amare insegna ad amare. La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l’età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?” ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla. Una occasione persa.
(Dottor Vincenzo Minuto, Medico Veterinario)
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LETTERA DI UN VETERINARIO AL PAPA
Predicare l’amore e seminare l’odio
Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell’animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente.
Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare.
Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti.
La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell’amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l’amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce.
Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l’uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso?, che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio?
Ma lo sa che il santo d’Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili”
Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di S. Antonio Abate? E’ un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall’aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo
Ma davvero lei crede che la fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? E no, qui divento cattivo io!, ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi della ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine?, non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l’8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli?
Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi 4 milioni dati a Mediaset e Rai?
Gesù diceva “quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”e allora tutti questi spot autocelebrativi per l’8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene?
Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all’autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un’altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell’adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede.
Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare fulltime in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio?
Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l’anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell’universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli.
L’amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo.
L’amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo.
Amare insegna ad amare.
La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l’età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?” ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla.
Una occasione persa
(Dottor Vincenzo Minuto, Medico Veterinario)
Sono d’accordo con questo veterinario e voi??
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coccobellos-blog · 1 year
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CHAPEAU
LETTERA DI UN VETERINARIO AL PAPA
Predicare l’amore e seminare l’odio
Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell’animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente.
Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare.
Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti.
La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell’amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l’amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce.
Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l’uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso?, che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio?
Ma lo sa che il santo d’Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili”
Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di S. Antonio Abate? E’ un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall’aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo
Ma davvero lei crede che la fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? E no, qui divento cattivo io!, ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi della ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine?, non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l’8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli?
Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi 4 milioni dati a Mediaset e Rai?
Gesù diceva “quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”e allora tutti questi spot autocelebrativi per l’8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene?
Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all’autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un’altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell’adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede.
Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare fulltime in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio?
Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l’anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell’universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli.
L’amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo.
L’amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo.
Amare insegna ad amare.
La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l’età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?” ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla.
Una occasione persa
(Dottor Vincenzo Minuto, Medico Veterinario) ♤
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Comunque Erica Terenzi è la Stella Mozgawa italiana.
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astrid-sama · 2 years
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I balli non sono così brutti dopo tutto (Calanthe x fem reader)
(The post is also in English on my profile)
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<<Allora restate accanto a me, sguardo cattivo e fingete di essere muti nessuno deve sapere chi siete>> io e Gerald ci troviamo al palazzo reale di Cintra per proteggere Jaskier dai reali cornuti. Ci ha costretto a vestirci come dei tristi mercanti di seta dicendo che era meglio tenere un "basso profilo".
<<Gerald e T/N gli intrepidi witcher>>all'improvviso tutti gli ospiti del banchetto si voltano per guardarci.
<<Cazzo>> a quanto pare il piano di Jaskier non è andato bene.
Come state non ci vediamo dai tempi della pestilenza>>
<<Bei tempi sacco di topo>>
<<Mi è mancato il tuo colorato cinismo, temevo una serata noiosa ma con voi due qui non tutto è perduto >> sacco di topo poi si girò verso di me <<T/N perché tu e Gerald siete vestiti come dei tristi commercianti di seta? >> invece di rispondere mi giro a guardare Jaskier e dall'espressione sulla sua faccia immagino che abbia capito il motivo per cui siamo qui.
<<Venite con me voglio mostrarvi una cosa>> così noi tre ci incamminiamo tra i tavoli pieni di pretendenti.
<<Sono consigliere alla Corte di Skellige da anni una terra dai confini difficili ma dal cuore tenero, come me>>
<<Allora è un regno vecchio e scontroso>> dice Gerald facendo venire un sorriso a sacco di topo.
<<Quanto durerà tutto questo la nobiltà è meglio prenderla a piccole dosi>>
<<Mi spiace per te T/N ma non sperare di andare via prima dell'alba i pretendenti si contenderanno la mano di Pavetta tutta la notte, un matrimonio regale è ambitissimo, chi non vorrebbe diventare il re del regno più potente della regione>> dice sacco di topo mentre beve un sorso di birra.
<<Quindi quale di questi coglioni privilegiati hai truffato? >> chiesi mentre bevevo una birra cercando di cambiare argomento.
<<Venite con me vi mostro una cosa>> dice camminando tra i tavoli fino ad arrivare vicino a un tavolo dove un uomo dall'aspetto di un maiale mangia come se non vedesse cibo da giorni.
<<Non ci avrei mai creduto ma quell'ubriacone la giù - disse indicando l'uomo di fronte a noi- sposerà Pavetta la leonessa ha già pianificato tutto con lo zio del ragazzo Eist di Skellige, nessuno oserebbe ostacolare un'alleanza così potente>> disse mentre guardava un nobile far rigirare un pugnale tra le mani.
<<Abile con le lame e abile con le donne >>
<< Tutta apparenza, la regina Calanthe ha rifiutato la sua proposta tre volte, e inutile che continui a provare la leonessa non è fatta per stare all'ombra di un marito>> mentre sacco di topo parlava mi sono accorta di come un uomo (sicuramente il marito di una delle donne con cui Jaskier era andato a letto) stava mettendo Jaskier all'angolo, l'ho fatto notare a Gerald e insieme ci siamo diretti a salvare Jaskier.
<<Perdonatemi signore succede sempre che Jaskier venga scambiato per un mascalzone codardo ma le assicuro che non è così, T/N puoi spiegare tu? >> dice Gerald rivolgendosi a me, ovviamente vuole che mi inventi qualcosa.
<<Ha ragione, signore è risaputo che da piccolo è stato colpito alle palle da un toro>>
Jaskier annuisce e l'uomo si scusa prima di andarse.
<<Ma grazie mille prima attirate tutta l'attenzione e poi rovinate la mia reputazione a corte>>dice Jaskier offeso.
<<Ti abbiamo salvato, adesso cerca di non farti pugnalare prima dell'alba >>
All'improvviso delle trombe iniziano a suonare e un uomo annuncia il ritorno della regina Calanthe, quando mi volto a guardare mi ritrovo davanti la donna più bella che abbia mai visto, è in armatura con i capelli in disordine ricoperta di sangue dalla testa ai piedi, è selvaggia è bellissima una vera leonessa.
<<Birra>>grida la regina, poi si scusa per il ritardo dicendo che ha dovuto ricordare ai ribelli chi comanda facendo così applaudire tutti gli uomini.
La sto ancora guardando mentre si avvia al tavolo dove si trova sua figlia, Gerald se ne accorge è mi fa un sorriso consapevole, ovviamente lui sa della mia preferenza per le donne.
<<Non hai ucciso un moscerino figuriamoci una manticora>>
<<Ho ucciso manticore due volte più grandi di te>>due nobili stavano litigando, ognuno di loro sosteneva di aver ucciso una manticora, cosa che ovviamente nessuno dei due aveva fatto.
La discussione si era fatta così intensa che anche la regina si unì <<Ci sono ospiti famosi stasera forse loro sapranno dirci chi dei due lord dice la verità>> tutti si sono girati verso di noi in attesa che uno dei due parlasse.
<<Nessuno>>dissi e Gerald annuì d'accordo.
<<Ci state dando dei bugiardi? È ovvio che i macellai di Blaviken stanno mentendo>> disse uno dei lord.
<<Forse potrebbero aver incontrato qualche sotto specie di manticora>> aggiunge Gerald dopo aver visto lo sguardo importante che Jaskier gli rivolgeva. La regina rise.
<<Forse i nostri ospiti posso raccontarci di come hanno massacrato gli elfi ai confini del mondo>>
<<In realtà sua altezza noi non abbiamo ucciso nessun elfo, anzi stavamo quasi per essere uccisi>>disse Gerald mentre la folla cominciava a deriderci <<Almeno quando la loro spada c'è arrivata alla gola noi non c'è la siamo fatti sotto, spero che sarebbe stato così anche per voi, però ne dubito>> aggiunsi.
<<Qualsiasi uomo e donna disposto ad ammettere i propri fallimenti renderà le conversazioni di stasera più interessanti, venite witcher sedetevi al mio fianco io mi vado a cambiare>>disse la regina.
<<Questi maledetti vestiti preferirei indossare la mia armatura>>disse Calanthe mentre si toccava lo stomaco stretto dal corsetto.
<<Anch'io, e anche Gerald è d'accordo >> le risposi.
<<In effetti cosa ci fanno due witcher alla festa di fidanzamento di mia figlia vestiti come>> <<come tristi mercanti di seta>> disse Gerald finendo la frase iniziata dalla regina.
<<Proteggiamo il bardo dai vendicativi reali cornuti>>le risposi.
<<Un ammasso di idioti, sono lieta della vostra presenza mi tornerà utile, stasera sicuramente si verserà del sangue >>
<<Non ti faccio sprecare altro fiato, noi non siamo qui come guardia personale>>disse Gerald bevendo un sorso di birra.
<<Siete stati assunti dal bardo>> << Stiamo semplicemente facendo un favore a un amico altezza>>le risposi mentre lei alzava gli occhi al cielo.
<<Sto solo dicendo che nel caso si scatenasse l'inferno conto su di voi per eliminare alcuni soggetti che potrebbero essere d'intralcio>> <<Ne io ne Gerald ti aiuteremo >> <<Come regina potrei obbligarti a farlo>> <<Se fossimo tuoi sudditi ma non lo siamo>> la regina si giro a guardarmi ovviamente colpita da ciò che ho detto.
<<Potrei torurarti e costringerti a obbedire>>
<<Mi dispiace altezza ma la tortura non ha molto effetto su quelli come noi>>la regina sorrise, a quanto pare gli piacevo.
Durante la festa io è Calanthe abbiamo continuato a parlare e avrei potuto giurare di aver visto la lussuria nei suoi occhi mentre le conversazioni andavano avanti.
All'improvviso si alzò e cominciò a camminare verso l'uscita della sala, mi toccò leggermente la spalla come se mi invitasse a seguirla, aspettai un po' per non destare sospetti e poi la segui.
Avevo fatto solo pochi passi quando fui spinta contro il muro del corridoio con le labbra di Calanthe sopra le mie, all'improvviso le sue mani erano sul mio corpo, io sussultai sorpresa e lei ne approfitto per far scivolare la lingua nella mia bocca. Quando ci siamo separate avevamo entrambe il respiro affannoso, Calanthe mi stava guardando con uno sguardo affamato praticamente spogliandomi con gli occhi.
<<Dovremmo spostare questo in lungo più privato>>mi disse mentre mi afferrava la mano e mi trascinava nella sua camera da letto.
Adesso sono nel letto di Calanthe la mia testa sul suo petto, i nostri corpi sono pieni di morsi, succhiotti e graffi.
Non ci sono dubbi è stata sicuramente la notte più bella della mia vita.
<<Dovremmo tornare alla festa prima che qualcuno sospetti qualcosa>>dice Calanthe mentre mi fa scorrere le dita tra i capelli, annuisco e mi alzo per rimettermi i vestiti.
Stavo per andarmene quando Calanthe mi afferro <<Ti aspetto nelle mie stanze non appena la festa sarà finita>>annuì con un sorriso sulle labbra, non vedo l'ora che la festa finisca.
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lunamagicablu · 2 years
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in un villaggio viveva una ragazza molto bella di nome Pandagian che danzava meravigliosamente. I giovani del suo villaggio si riunivano tutte le sere in una radura, per suonare e ballare.
Pandagian restava là finché non sorgeva il sole: allora, ritornava a casa.
I suoi genitori, il fratello e i nonni dormivano al primo piano di una casa, cui si accedeva con una scala di giunchi intrecciati.
Un giorno, suo padre, irritato per le sue assenze, disse:
“Da oggi ti proibisco di danzare!”.
Ma la sera dopo, al calar della notte, Pandagian non rientrò. Il fratello andò a cercarla e la trovò che ballava come sempre:
“Sai che nostro padre ti ha proibito di danzare!”. “Rincaserò non appena la danza sarà finita” rispose la ragazza.
Il padre, allora, s’infuriò, ordinò di ritirare la scala e aggiunse: “Se uno di voi rimette la scaletta per Pandagian, lo caccio di casa!”.
Quando Pandagian arrivò a casa, rimase sorpresa di non trovare la scala.
Allora chiamò: “Padre! Sono tornata! Srotola la scala!”. Ma il padre inflessibile: “Ti avevo proibito di danzare!”. Pandagian supplicò: “Madre, ti prego srotola la scala!”. E la madre: “Chiedi al nonno!”. “Nonno, per favore srotola la scala!”. “Domanda a tua nonna!”. “Nonnina, srotola la scala!”. “Chiedi a tuo fratello!”. “Fratello adorato, srotola la scala!”. “Chiedi a nostro padre!”. “Padre, ti supplico, non mi cacciare!”. “Hai disobbedito: dormirai fuori!”.
Piangendo, Pandagian si distese per terra, con il viso rivolto al cielo.
Le parve di distinguere tra le stelle Riamasan, il principe della Notte, in piedi sul suo cocchio d’argento trainato da quattro cavalli bianchi. “Come mi piacerebbe ballare tra le stelle!” mormorò Pandagian. “Se il principe della Notte mi portasse nel suo regno, sarei la donna più felice del mondo!”.
Allora scese dal cielo una lunga catena d’argento, cui era legata una sedia d’oro. Pandagian si sedette sulla seggiola, che risalì verso le stelle. Quando passò all’altezza della casa, gridò: “Nonno, nonna, fratello, addio! Me ne vado tra le stelle! Cara madre ti saluto! Addio padre!”.
Tutti la chiamarono, anche il padre: “Non partire! Potrai continuare a danzare! Non abbandonarci!”.
Ma ormai era tardi; ben presto la sedia d’oro si confuse tra le stelle.
Riamasan accolse la ragazza: “Da molto tempo ti osservo danzare. Vuoi sposarmi?”. Pandagian acconsentì. Gli sposi vissero molto felici; di notte, Riamasan percorreva il cielo sul suo carro d’argento e Pandagian danzava tra le stelle.
Un giorno, andò a fare il bagno nel fiume che separa il regno del principe della Notte dal regno del principe della Luce. Stanca, si addormentò sotto un albero sulla riva opposta.
Il mattino, il principe della Luce la notò; geloso di suo fratello, brandì il suo arco e colpì con una freccia d’oro il cuore di Pandagian.
Giunta la sera, il principe della Notte scoprì la moglie morta e pianse. Le sfiorò il corpo, che subito si trasformò in una miriade di stelle.
Riamasan le raccolse e le lanciò in cielo dove formano le costellazioni.
Poi strinse nella mano l’ultima stella, la più lucente; la stella si ruppe in mille frammenti che caddero come pioggia sulla terra e si trasformarono in lucciole..
Da allora sotto gli occhi del principe della Notte, le lucciole danzano luminose sui fiori.. frammenti di quella dolce fanciulla che grazie al suo amore vero fu Donna, libera di volare tra le stelle e condividere col mondo il suo talento e la sua libertà.
E da allora, le donne selvagge ballano di notte, sotto la luna, fino al sorgere del sole, per confortare colui che ha amato La Donna libera, e per ricordare Pandagian..
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in one village lived a very beautiful girl named Pandagian who danced beautifully. The young people of her village gathered every evening in a clearing, to play and dance.
Pandagian stayed there until the sun came up: then, she went home.
Her parents, her brother and grandparents slept on the first floor of a house, which was accessed by a staircase of intertwined rushes.
One day, her father, irritated by her absences, said:
"From today I forbid you to dance!".
But the next evening, as night fell, Pandagian did not return. Her brother went to look for her and found her dancing as usual:
"You know that our father forbade you to dance!". "I'll be back as soon as the dance is over," replied the girl.
The father, then, was furious, ordered the ladder to be removed and added: "If one of you puts the ladder back for Pandagian, I'll throw him out of the house!".
When Pandagian arrived home, she was surprised not to find the ladder.
She then she called: “Father! I'm back! Unroll the ladder! ”. But the inflexible father: "I forbade you to dance!". Pandagian pleaded, "Mother, please unroll the ladder!" And her mother: “Ask the grandfather!”. "Grandpa, please unroll the ladder!" "Ask your grandmother!" "Granny, unroll the ladder!". “Ask your brother!”. "Beloved brother, unroll the ladder!" “Ask our father!”. "Father, I beg you, do not throw me out!". "You disobeyed: you will sleep outside!".
Crying, Pandagian stretched out on the ground, face up to the sky.
She seemed to distinguish among the stars Riamasan, the prince of the Night, standing on his silver chariot drawn by four white horses. "How I'd love to dance among the stars!" Pandagian murmured. "If the prince of the night took me to his kingdom, I would be the happiest woman in the world!"
Then she came down from heaven a long silver chain, to which a gold chair was tied. Pandagian sat in the chair, which went up to the stars. When she passed the house, she shouted: "Grandfather, grandmother, brother, goodbye! I'm going to the stars! Dear mother, I salute you! Goodbye father! ".
Everyone called her, even her father: “Don't leave! You can keep dancing! Don't abandon us! ”.
But it was too late now; soon the golden chair merged with the stars.
Riamasan welcomed the girl: “For a long time I have watched you dance. Do you want to marry me?". Pandagian agreed. The spouses lived very happy; at night, Riamasan traveled the sky in his silver chariot and Pandagian danced among the stars.
One day, he went to bathe in the river that separates the kingdom of the prince of the night from the kingdom of the prince of light. Tired, she fell asleep under a tree on the opposite bank.
In the morning, the prince of Light noticed her; jealous of his brother, he brandished his bow and struck Pandagian's heart with a golden arrow.
When evening came, the prince of the night discovered his dead wife and wept. He touched her body, which immediately turned into a myriad of stars.
Riamasan picked them up and threw them into the sky where they form constellations.
Then he held the last star, the brightest one in his hand; the star broke into a thousand fragments that fell like rain on the earth and turned into fireflies ..
Since then, under the eyes of the Prince of the Night, the fireflies dance brightly on the flowers .. fragments of that sweet girl who thanks to her true love of her was Donna, free to fly among the stars and share her talent with the world and her freedom.
And ever since, wild women have been dancing at night, under the moon, until the sun rises, to comfort the one who loved The Free Woman, and to remember Pandagian.
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charlievigorous · 2 years
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L'Ascensione
12 filamenti di DNA e 12 chakra di attivazione
Coloro che hanno deciso di ascendere e stanno operando dalla 5a dimensione noteranno molti cambiamenti energetici. Tutti e dodici i chakra sono stati attivati, le energie femminili e maschili sono state bilanciate e ora stiamo entrando in un nuovo regno di possibilità, abilità e diversi modi di comunicazione.
Molti di voi hanno familiarità con i primi sette chakra.
Parliamo degli altri cinque:
🌍 Il Chakra della Terra si trova sotto i tuoi piedi, simile a una sfera.
Alcune delle funzioni di questo chakra sono simili al nostro chakra della radice ma aggiungono un'altra parte inesperta. Quando questo chakra sarà attivato, sarai in grado di sentire la Terra in un modo completamente nuovo.
Ti riconnetti con la Terra e la sua Anima, vedendo che è un essere vivente che respira, sente e ha coscienza.
Una volta attivato questo chakra, non avrai più bisogno di radicarti poiché il tuo radicamento ora è permanente.
Ha stabilito un canale diretto dalla Terra nell'universo, creando un chiaro canale energetico che ti apre all'alchimia (parte della teoria del conduttore di energia nascosto di Tesla...).
🌱 Il Chakra dell'ombelico si trova tra il plesso sacrale e quello solare, collegandoti con altri esseri viventi sulla Terra, comprese piante, animali e persone.
Non è un modo esterno di comunicazione, ma un profondo senso di connessione e unità con tutti.
Una volta attivato questo chakra, ti ritroverai in un flusso creativo molto potente e cercherai la tua individualità. Altre persone non sono più i tuoi concorrenti ma co-creatori di abbondanza e prosperità per la Terra e tutto il suo essere da una prospettiva più ampia piuttosto che individuale.
🌕 Il Chakra casuale è sopra la tua testa, noto anche come chakra lunare. Questa attivazione del chakra porta l'equilibrio femminile di cui il collettivo ha bisogno per bilanciare il maschile. Osserva questo chakra durante la luna piena poiché è più attivo in quel momento.
📚 Soul Chakra è al di sopra del tuo Chakra casuale, noto anche come la dimensione dell'Akashico o dei record della biblioteca.
Quando questo chakra viene attivato, sei connesso alla tua memoria galattica. Il chakra ti consente di accedere a tutte le tue abilità e ricordi delle vite passate e attivare molte abilità galattiche a cui non avevi accesso in precedenza. Una volta attivato questo chakra, sarai in grado di attivare abilità naturali per la guarigione, lavorare con i cristalli, suonare strumenti musicali e molti altri talenti che non sapevi di avere. Sarai anche in grado di portare informazioni per aiutare a sostituire sistemi obsoleti ovunque, dalla tecnologia al modo di vivere.
✨ Chakra stellari sopra il chakra dell'anima. Se allunghi le braccia, sarai in grado di raggiungere quel chakra.
Quando questo chakra viene attivato, sarai in grado di teletrasportarti, comunicare telepaticamente, bi-localizzare e avere molte altre esperienze extracorporee.
Questo chakra è collegato al sole cosmico, il divino maschile, che porta l'amore incondizionato insegnato da molti maestri.
by Nuri Sunshine
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Grazie @hope-now-and-live e @painbubble 🥰
1. Qual è il tuo colore preferito?
Solitamente direi il nero, però ultimamente un altro colore sta dirompendo sempre di più tra i miei preferiti, è tipo un Turchese pero un po' più vicino al blu, non so esattamente come chiamarlo 🤔
2. Sei fidanzato/a o impegnato/a?
Né fida né impe :/
3. Sei innamorato/a?
Può darsi 🙊
4. Piatto preferito?
Se si intende proprio un piatto nel senso di primo o secondo piatto, direi tipo una bella pasta fatta bene, come quella col pesto o carbonara; altrimenti come cibi in generale dico pizza a mani basse, in particolare con salsiccia e patate al forno 😍
5. Qual è il tuo più grande desiderio?
Mh, non saprei 🤔 non ne ho uno in particolare che spicca sopra tutti, mi piacerebbe diventare ricco (dico seriamente eh🙄) perché avendo tanti soldi, puoi fare del bene al mondo e aiutare tanto e tanti
Mi piacerebbe un giorno riuscire a cambiare il mondo, lasciare il segno
Mi piacerebbe avere una band e mettermi a suonare rock
Mi piacerebbe fare tante cose, avrei tanti "desideri"...
6. Qual è la tua più grande paura?
Beh più o meno direi che non ho nessuna grande paura, però va beh se devo dirne una o anzi anche due
Una paura più "banale" è quella delle altezze, anche se è relativa, se sono a piedi vicino ai bordi oltre cui c'è abbastanza profondità allora sì, ma non ho alcuna paura di aereo o funivie
Una paura un po' più particolare invece è, paura che le persone che conoscono possano provare dolore, di qualsiasi tipo, questo mi fa paura
7. Che lavoro volevi fare da grande quando eri bambino/a?
Beh penso soprattutto il calciatore, molto classico 😅, però pensandoci bene, se avrò un figlio o una figlia e le piacerà il calcio, farò il possibile per aiutarlo/a a percorrere quella strada, mai dire mai, se dovesse andare bene, non avrà bisogno di nient'altro...
8. Qual è il tuo segno zodiacale?
Vergine, ascendente non ricordo, forse sagittario boh 🤔
Non che mi interessi più di tanto il segno zodiacale...
9. In che epoca avresti voluto nascere?
Mi sarebbe piaciuto nella seconda metà del Novecento oppure nel Rinascimento 🤔
10. Band/cantante preferita/o?
Ovviamente senza nemmeno starci a pensare dico i Linkin Park 🥰
Mi manca Chester 😢
Taggo: @latuaamicaimmaginaria, @daylightisfadingaway, @dreamers-queen, @tetrachlorobenzene, @darthwafersblog, @full-of--art, @eseildomanifosseieri, @ananothernormalgirl, @basically-im-a-clown, @justafangirlaroundthisapp, @unanottedinvernounalettrice, @unafotoricordo, @vale-xyr, @loveisjustawaytodieblog.
Ne taggo molti ma tanto alla fine non lo fa mai quasi nessuno :(
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unanuvola · 3 years
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Come sarò io e come sarai tu (con qualche giorno in più)
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1. Non c'è tempo per la solitudine
Settembre 2004
Buttai il borsone sul pavimento e lo zaino sul letto. Sospirai dal sollievo di aver liberato le spalle da quelle due zavorre e mi guardai attorno. La mia nuova cameretta era carina, anche se non come quella della nostra casa a Torino, e i miei avevano fatto un buon lavoro per renderla accogliente.
La prima cosa che feci fu aprire il borsone e tirare fuori Mr. Bear. Lo strinsi forte a me e lo misi sul letto. Quando papà mi accennò, scherzando, che Mr. Bear poteva benissimo starsene a Torino, avevo talmente sbroccato che mi dovette tranquillizzare. Si può scherzare su tutto, ma non con Mr. Bear!
"Andrà tutto bene, vero?" chiesi al mio orsacchiotto, "E se non andrà bene, stringeremo i denti, porteremo a casa la maturità e torneremo a Torino. Possiamo farcela." mi dissi, mentre presi una foto delle mie migliori amiche, già incorniciata e messa in bella mostra sulla scrivania. Potevo scommettere qualsiasi cosa che era stata mamma a metterla lì, forse per farmi sentire meno nostalgia. "Posso farcela."
Quelle tre sceme mi mancavano un casino e persino tutti i miei compagni di classe. Non ci potevo ancora credere che stavo sacrificando il mio ultimo anno per colpa del lavoro di mio papà eppure eccomi qui, dopo un viaggio eterno, nel nostra nuova casa.
Per evitare di iniziare a piangere per l'ennesima volta, decisi di iniziare a sistemare le poche cose che mi ero portata, anche perché il grosso era stato portato dai miei con un furgoncino ai primi di agosto. Aprii l'armadio e con stupore notai che, attaccato all'anta, c'era un poster di Kevin dei Backstreet Boys. Alzai gli occhi al cielo e risi debolmente. Prima la foto delle mie amiche e ora il poster della mia prima cotta nell'armadio. Mamma non aveva solamente passato le sue vacanze a rendere accogliente la casa, ma aveva avuto anche l'accortezza di mettere in tutta la cameretta tante piccole cose che erano solamente mie, forse per farmi sentire meno la mancanza di tutto quello che avevo lasciato indietro.
La mia buona volontà durò ben poco. Dopo solo due magliette, un paio di jeans e una felpa, feci quello che mi veniva meglio: lasciare il lavoro a metà. Intanto le cose da mettere a posto non sarebbero scomparse nel nulla e con molta probabilità avrei finito dopo cena, ovviamente dopo essermi fatta rimproverare dai miei almeno un paio di volte.
Frugai nello zaino e presi il mio lettore CD. L'unica cosa che volevo fare era non pensare e stare da sola. Aprii la porta finestra e uscii sul balcone. Una folata di aria afosa mi colpì in pieno, ma questo non mi impedì di curiosare e scoprire, con stupore, che il nostro nuovo appartamento faceva parte di una casa di ringhiera. Questo voleva dire che il nostro ballatoio era diviso da quello dei vicino soltanto da un cancello e dovevo ammettere che il nostro era proprio bello. Inizio 1900, in ferro con fantasia floreale e ovviamente chiuso, pensai mentre muovevo la maniglia con un po' troppo vigore. Delusa, oltrepassai la mia camera e scoprii che anche il salotto affacciava sul balcone. Scostai la tenda della finestra e diedi davvero solo una sbirciatina alla stanza, perché non volevo che mamma mi vedesse cazzeggiare al posto di mettere in ordine il borsone, e poi ritornai verso la porta finestra della mia camera.
Senza fare rumore, mi misi seduta a gambe incrociate appoggiata al cancello di ferro. Il cielo era di un azzurro così intenso che guardarlo faceva quasi male agli occhi, oppure ero solo io che avevo una voglia matta di piangere.
Misi le cuffie, saltai le prime due canzoni perché volevo arrivare direttamente alla mia preferita, Stay di Tommy Vee. La compilation me l'avevano fatta le mie amiche con tutte le nostre canzoni, soprattutto quelle del sabato sera quando andavamo a ballare. Chiusi gli occhi e i ricordi delle nostre serate mi affollarono la mente. I chupiti offerti dal barista che ci provava con Valeria, Marina che si appartava negli angoli bui per limonare, Isabella che piangeva perché l'ennesimo ragazzo che gli piaceva non la cagava e io che ballavo per tutta la sera fino a che uno dei nostri genitori non ci veniva a prendere per riaccompagnarci a casa. Nonostante le nostre divergenze, eravamo un gruppo affiatato e quello che mi spaventava di più, non era solamente di essere dimenticata da loro, ma anche quello di non essere in grado di fare nuove amicizie. Chissà come sarebbero stati i miei nuovi compagni di classe e soprattutto la mia compagna di banco, oppure compagno. Per saperlo non avrei dovuto aspettare tanto perché domani era già il primo giorno di scuola e io non ero assolutamente pronta. Nuova città, nuovi professori, nuovi compagni di classe. Era tutto nuovo tranne la mia paura di non farcela a gestire tutti questi cambiamenti.
I miei pensieri vennero interrotti da uno strano rumore che stava interferendo con la riproduzione di Hey Mama! dei Black Eyed Peas. Scossi leggermente il lettore CD, pregando che non fosse lui ad avere problemi perché di comprarne uno nuovo non se ne parlava, ma nulla, quel pst pst continuava. Allora mi tolsi le cuffie e ci soffiai sopra. Proprio in quel momento sentii muoversi qualcosa alle mie spalle, oltre il cancello. Mi voltai di scatto e mi scappò dalla bocca un urletto stridulo che prontamente cercai di coprire con la mano.
"Oddio, scusami! Non volevo spaventarti."
Al di là del cancello c'era un ragazzo che mi guardava con occhi spalancati, probabilmente per colpa della mia reazione esagerata. Aveva lunghi capelli neri raccolti in uno chignon basso e sembrava essere più piccolo di me.
"Scusami tu! Ero sovrappensiero e non ti ho sentito…" mi giustificati, vergognandomi come una pazza. Odiavo mettermi in imbarazzo davanti alle persone e questo era uno di quei momenti in cui avrei voluto sotterrarmi. Poi, però, vidi il ragazzo davanti a me sorridermi e tutte le mie ansie si dissolsero.
"Sono Ethan," si presentò, porgendomi la mano dalle sbarre del cancello. Nonostante il suo aspetto da ragazzino la sua stretta era forte e sicura, "e tu devi essere la nuova vicina. Tua mamma ci aveva già avvisati del tuo arrivo. Beh, in realtà l'ha detto a mia mamma…"
Annuii, un po' scocciata dal fatto che mamma avesse parlato di me, "Sì, a volte a mia mamma piace chiacchierare troppo. Quindi saprai già tutto di me, nome, età, probabilmente anche numero di scarpe e che scuola frequenterò."
"In realtà so solo che vieni da Torino," disse, guardando a terra, "a quale scuola ti sei iscritta?"
"Al Manzoni, domani è il pr-"
"Al Manzoni?? Ma è dove vado io! In che classe sei?"
"Quinta B."
"Non ci credo!"
"Siamo in classe insieme?" chiesi speranzosa.
"Purtroppo no, io sono al quarto anno. Ma non ti preoccupare, c'è uno dei miei migliori amici in quella classe. Questa sera abbiamo le prove con il gruppo e glielo dirò di sicuro. Così magari ti sentirai meno sola."
"Grazie mille, sei davvero gentile!" Ethan annuì, labbra strette e il volto serio come se avesse appena risolto tutti i problemi dell'Italia, "Quindi suoni in una band?"
I suoi occhi si illuminano e io pensai che la musica e questa band fossero la sua passione, "Sì, suono la batteria. La band non ha ancora un nome, ma io e i miei due migliori amici ci stiamo pensando. Non è così facile, sai?
"Immagino! E che musica fate?"
"Più che altro facciamo cover. Grunge, rock anni '70 e '80, un po' di new wave e poi le canzoni del momento che ci piacciono. Adesso stiamo lavorando su The Reason degli Hoobastank."
"Adoro quella canzone!"
"Magari un giorno di questi puoi venire alle nostre prove. A proposito, sai per caso suonare il basso?"
Sorrisi, "L'unica cosa che so suonare è il campanello di casa!"
Ethan mi guardò serio, poi, tutto a un tratto, scoppiò a ridere, "Credo che io e te diventeremo buoni amici," sentii il cuore battere forte. Avevo un nuovo amico, non ci potevo credere! "Però non mi hai ancora detto come ti chiami."
"Ma io pensavo che mia mamma te l'avesse detto," mi sbattei una mano sulla fronte, "mi chiamo…"
"Rebecca," mia mamma aprì la porta della camera, "tra un quarto d'ora andiamo… Rebecca?" il suo sguardo vagò per la stanza finché non mi vide sul balcone, "Non dovevi mettere a posto?"
"Lo stavo facendo, poi ho aperto la finestra perché faceva troppo caldo e ho visto Ethan. Sai una chiacchiera tira l'altra!" mi voltai verso Ethan e gli feci l'occhiolino.
Mamma si affacciò dalla porta finestra, "Ciao Ethan, come stai?"
"Tutto bene, grazie signora Carisi." disse alzandosi in piedi.
"Sono contenta. Mi raccomando, salutami tua mamma," poi si voltò verso di me, "tra dieci minuti ti voglio pronta in salotto perché dobbiamo andare la spesa. Ok?"
"Ok!" risposi, mentre lo sguardo di mamma viaggiava veloce tra me e Ethan. Ci sorrise, girò i tacchi e uscì dalla camera. Volevo sapere a cosa frullava nella sua testa? Forse era meglio di no.
"Quindi, Rebecca," io annuii, sorridendo, "No, dai non ridere della mia erre moscia!"
"Non stavo ridendo di te, giuro! Stavo solo pensando che la tua erre è particolarmente adorabile," ed è solo quando vidi un leggero rossore sulle sue guance che capii che quello che avevo detto forse era stato un po' troppo sfacciato. Sentii le guance andare a fuoco, "Forse è meglio che vada a prepararmi. Ci vediamo a scuola domani?"
"Certo. Passa una buona prima serata a Roma!"
Stavo per entrare in camera quando mi sentii chiamare, "Rebecca, se vuoi possiamo andare insieme con il mio motorino."
"Perfetto! A che ora ci vediamo?"
"Sette e mezza al portone?"
"Sette e mezza al portone." gli sorrisi, poi entrai in camera e mi chiusi la porta finestra dietro la schiena. Non riuscivo a smettere di sorridere. Non solo mi ero fatta un nuovo amico, ma a quanto pareva avevo anche un amico di Ethan in classe con me. Forse alla fine questo ultimo anno di liceo non sarebbe stato così brutto.
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Marco era nella sua camera quando ricevette la chiamata.
Era pomeriggio e quegli idioti dei suoi amici si erano autoinvitati nel suo appartamento con la scusa di voler studiare tutti insieme per l’esame di Astrofisica Stellare. Nel momento in cui Andrea e Lorenzo si erano presentati alla sua porta con dodici bottiglie di Ichnusa, Marco aveva capito che un pomeriggio di studio sui processi di cattura neutronica non era mai stato nei piani di quegli imbecilli dei suoi compagni di corso. 
Aveva provato a sbattergli la porta in faccia, eccome se lo aveva fatto, ma Tamara era stata più svelta ed era sgattaiolata all’interno dell’appartamento stringendo tra le braccia due pacchi di patatine alla paprika. Marco si era distratto solo due secondi per cercare di bloccarla mentre correva verso la cucina, ma Azzurra ne aveva approfittato per spalancare la porta d’ingresso ed entrare con Andrea e Lorenzo al seguito.
“Levatevi dalle palle, devo studiare”.
“Suona come un tuo problema” gli aveva risposto Andrea mentre toglieva dal frigo le bottiglie d’acqua per fare posto alla birra. 
“È sabato” Tamara gli si era parata davanti, le mani premute sui fianchi e i grandi occhi neri intenti a fissarlo con decisione. “Ti proibisco di studiare”. 
E Marco aveva ceduto. Cedeva sempre quando si trattava di Tamara.
Stava giocando alla PlayStation, impegnato in una partita di Smash Bros contro Andrea che gli sedeva a fianco sul pavimento della camera. Alle sue spalle Tamara parlava entusiasta di qualcosa e Azzurra la incitava a continuare offrendo qualche commento sporadico. Erano sedute sul letto. Marco le aveva detto di non farlo.
Era così concentrato sullo schermo della televisione che non aveva nemmeno sentito il suo telefono squillare la prima volta.
“Marco, ti stanno chiamando” gli disse Tamara.
“Lascialo suonare”.
“Sicuro? È tuo padre”.
“Se è urgente richiamerà”.
Il padre di Marco lo chiamò altre due volte prima di ricevere risposta. 
“Pronto” rispose, ma dall’altra parte della linea sentì solo un rumore di respiri profondi e controllati. “Oh pa’, ci sei? Mi chiami tre volte per non dire un cazzo?”
“Marco” la voce di suo padre era solo un sussurro. Marco sentì lo stomaco chiudersi, le sue interiora strisciare a disagio all’interno della pancia.
“Cos’è successo?”
Davanti a lui, alla sedia della scrivania, Lorenzo alzò lo sguardo dal telefono e fece cenno ad Andrea di spegnere la Play. La musica del gioco smise di suonare e il resto della stanza cadde nel silenzio. Anche Tamara aveva smesso di parlare.
“Tua madre...” cominciò suo padre, ma la voce gli si ruppe e tutto ciò che Marco sentì dopo non furono altro che parole sconnesse strozzate dal pianto. 
La forza di gravità perse la presa intorno alle sue caviglie. 
“Stava tornando a casa”. 
Marco cadde; cadde in caduta libera. 
“Un camion”.
Stava volando. In alto, sopra l’atmosfera. 
“I soccorsi sono arrivati subito, ma non...” 
Era nell’ozonosfera e stava bruciando. Si stava disintegrando, pronto a scomparire. Ogni prova della sua esistenza sulla Terra stava svanendo nel nulla.
“Marco,” un respiro profondo, un’eternità di silenzio: “non ce l’ha fatta”.
La voce di suo padre cedette a un pianto incontrollato. Marco non potè fare altro che restare in linea, ascoltare gli orribili suoni di suo padre e fissare il poster appeso alla parete azzurra sul fondo alla camera: un anello di luce rossa immerso nel buio nero, l’ombra del buco nero supermassiccio al centro della galassia Messier 87.
Un fenomeno assurdo, i buchi neri. Nascono soltanto dalle stelle più grandi, da quelle che hanno bruciato più intensamente, fino a dieci volte più del Sole. Quando una super stella muore, implode su se stessa, tutta la sua massa viene risucchiata al centro. Non esiste alcuna forza in grado di contrastare la gravità di un buco nero: qualunque cosa viene attirata al suo interno, persino la luce. 
“Ok” disse Marco. Con la coda dell’occhio vide Andrea spegnere la televisione, Lorenzo si era spostato sul letto e stava sussurrando qualcosa all’orecchio di Azzurra. Tamara si avvicinò a Marco con il passo muto delle calze sul parquet.
“Puoi tornare a casa?” gli chiese suo padre.
“Ok”.
Quando riattaccò, Marco non si mosse. L’iride incandescente del buco nero continuava a fissarlo dal fondo della stanza. 
"Marco?" 
Tamara gli mise una mano sulla spalla. In un’altra occasione, con qualunque altra persona, Marco si sarebbe liberato di quel tocco scuotendo malamente il braccio. In quel momento, però, non riusciva a sentire il tocco di Tamara sopra la maglietta. Non riusciva a sentire niente. 
"Cosa dice tuo padre?"
Distolse lo sguardo dal poster e lo puntò su Tamara, occhi neri lo fissarono attenti sotto all’ordinata frangia rossa. Gli erano sempre piaciuti i capelli di Tamara: lisci, morbidi e rossi. Gli ricordavano l’ombra del buco nero. 
Scostò la mano di Tamara e uscì dalla stanza. Attraversò il corridoio ed entrò in cucina. Aprì la credenza, prese un bicchiere e si versò dell’acqua.
"Oi, bro’". 
Andrea prese dei bicchieri dall'armadietto vicino al frigo, oltre a Marco era l’unico abbastanza alto da arrivarci senza doversi alzare in punta di piedi. Gli lanciava delle occhiate veloci distogliendo lo sguardo appena incrociava quello immobile di Marco.
Una presa intorno al polso attirò la sua attenzione. Una mano pallida con le unghie dipinte di nero lo stringeva delicatamente. Di solito era Azzurra quella con le unghie nere.
"Marco, è successo qualcosa?" 
Sì, era Azzurra quella davanti a lui. Un liscio caschetto nero, eyeliner e ombretto nero, un corpo minuto stretto in vita da un braccio muscoloso ricoperto di tatuaggi. 
"Bro', mi stai preoccupando" gli disse Lorenzo che posò il mento sulla nuca della sua ragazza. Azzurra odiava quel vizio del suo fidanzato, ripeteva sempre che la faceva sentire bassa, eppure non si scostò.
Tamara era silenziosa di fianco ad Azzurra. Un miracolo dato che, da quando l’aveva conosciuta, Marco l’aveva sentita tacere solamente le volte in cui si era addormentata durante le lezioni di Fisica Generale.
“Marco, perchè hai preso una tazza?”
Fra le mani, Marco stringeva una tazza chiaramente fatta a mano. Aveva una forma per nulla omogenea, piena di curve e rigonfiamenti che nessun negozio degno di tale nome avrebbe mai pensato di mettere in vendita. Lo smalto blu era venuto via nella parte in cui il manico si attaccava alla tazza, scoprendo la ceramica marrone sotto allo strato di colore. Disegnate con il bianco c’erano due figure, puntini collegati tra di loro con delle linee sottili: la costellazione del toro e quella del leone, il segno zodiacale di sua madre insieme a quello di Marco e suo padre.
La madre di Marco aveva avuto un periodo di fissazione per la ceramica qualche anno prima. Per il suo sessantesimo compleanno aveva chiesto in regalo tutti gli strumenti necessari: aghi di ogni forma, formine di tutti i tipi e persino un tornio, perchè: “senza tornio qual è il bello della ceramica?”. Il padre di Marco le aveva regalato tutto, incapace di dirle di no anche una singola volta. Anche quando gli aveva chiesto di imitare la famosa scena di Ghost, il padre di Marco aveva assecondato la moglie alzando gli occhi al cielo e nascondendo a stento un sorriso sotto ai baffi grigi.
La tazza con le costellazioni era stato uno dei primi esperimenti di sua madre. Gliel’aveva regalata quando Marco era stato ammesso al corso di Astronomia dicendo che, anche se non era perfetta, quello era un giorno troppo importante per non essere commemorato da un regalo. Era l’unico ricordo di sua madre che Marco si era portato nella nuova casa.
“Marco”.
La voce di Tamara lo riportò al presente all’improvviso, facendolo sussultare per la sorpresa. Lo smalto liscio scivolò contro i polpastrelli di Marco e la tazza cadde, atterrando sulle piastrelle bianche del pavimento con l’inconfondibile suono di qualcosa che si rompe e si frammenta in mille pezzi.
Tamara imprecò sottovoce e si chinò per raccogliere i cocci più grandi.
“Mia madre è morta”.
Per un secondo non riconobbe nemmeno la sua stessa voce. Per un minuscolo secondo, si chiese se si fosse immaginato di aver parlato. Perchè, se lo aveva solo immaginato, allora aveva solo sognato di essere entrato in cucina, di essere stato in camera con i suoi amici, di aver parlato al telefono con suo padre…
Ma no. La tazza, quello che ne rimaneva, se ne stava a pezzi sul pavimento. Cocci blu erano volati fino a sotto al tavolo, infilandosi tra le fughe delle piastrelle. Non aveva immaginato nulla.
Un braccio gli cinse la vita e Tamara lo abbracciò premendo il viso contro il suo petto, capelli rossi gli sfiorarono la barba che non aveva avuto il tempo di rasare quella mattina.
“Mi dispiace” gli disse piano. “Mi dispiace tantissimo”.
Gli altri gli si avvicinarono con cura e lo strinsero delicatamente nello stesso abbraccio. Andrea gli circondò le spalle, Lorenzo gli accarezzò la schiena e Azzurra premette la fronte contro il suo braccio.
“Tam,” lei gli strinse le braccia intorno alla vita: “perchè non riesco a piangere?”
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timeeeno · 4 years
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Incastrato fra lo stomaco e il cuore c'è un luogo, dove puoi distenderti e rilassarti senza pensare alla vita fuori, puoi stare al sicuro per un po', per tutto il tempo che vuoi. Tutti abbiamo questo luogo e possiamo raggiungerlo quando vogliamo, per ridurre lo stress, per ritrovare la pace, per piangere, per abbracciarci per poi ritornare alla vita fuori con più forza e gentilezza.
È la prima volta che usciamo da soli io e te, stai ascoltando la fontana al centro della piazza vuota, con i piedi nudi senti la rugiata fredda che ti solletica ad ogni passo. Ti distendi sotto il sole primaverile che ti scalda dal venticello che passa veloce. Il mio cuore batte un po' più forte e il giardino vibra facendo cadere alcune pigne dagli alberi, ne prendi una e la lanci giocando. Accarezzi la corteccia di un pino e il mio stomaco lo sente, i rami sembrano parlare fra di loro con il vento che ansiosamente ho generato e tu sembri quasi capire cosa si dicono
-"Che poi gli alberi comunicano con le radici." Mi hai detto. Come noi che con i piedi ci sfioriamo sotto al tavolo. Vedi un museo, ti incuriosisci perché ti piace osservare, lo noto da come mi guardi le mani. Entri, non c'è fila, a dire la verità non c'é proprio nessuno. Questo silenzio ti piace, cammini con attenzione, non vuoi rompere nulla nemmeno questo silenzio. Non tutte le stanze sono aperte al pubblico, non ancora. Esci sorridendo, sei soddisfatta come se mi avessi rubato qualcosa.
-"Adesso mi parli di te?" Quasi sussurrando ti chiedo. Incominci a parlare con quella sicurezza che si ha solo con le persone che conosci da anni e sai che puoi fidarti. Mi sembra di vederlo il tuo luogo, sì quello fra lo stomaco e il cuore, ci sto arrivando con un ascensore, c'è una musichetta d'attesa molto orecchiabile, cosa che non si sente molto spesso. Le porte si aprono, c'è un pianoforte magico che suona da solo, la sua sinfonia riempie tutto. Ci sono statue grezze, con pochi strumenti del mestiere, comprendo che quando ti rifugi qui ti rilassa sporcarti le mani e sentire sotto pelle le tue creazioni prendere forma. Ci sono delle nuvole grigie, sembrano polvere nel cielo, sorrido perché c'è un aspirapolvere enorme nell'aria e qui giù c'è un tasto on e off, clicco su on e ti aspiro la polvere facendo ricomparire l'azzurro. Forse la polvere compare spesso, l'aspirapolvere è una bella trovata. Il tempo della musica aumenta, sarà il tuo cuore che batte più veloce? Non ne sono sicura, ma mi piace pensarlo. Ho voglia di guardare in ogni angolo. Ogni respiro che faccio è sempre a pieni polmoni perché, non so se si può definire così, ma qui l'aria è proprio buona. Voglio respirarti profondamente. Mi siedo a gambe incrociate e gioco con i fili d'erba tra le dita. Guardo tutto intorno quasi freneticamente, condivido il tuo significato di pace, vorrei adesso entrare nei luoghi chiusi al pubblico ma so che è troppo presto, quindi mi distendo.
Accarezzo i tuoi capelli, la tua guancia, le tue labbra, ti bacio la fronte, gli occhi, le guance, la punta del naso, arrivo alle labbra ma mi fermo e giuro, mi è sembrato quasi di sentirlo quel pianoforte suonare.
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