#durezza
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duramente's child just fucking won another G1 race again.
uma musume anime is getting too real
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[Museo dell’osso e dell’acqua][Nicole Brossard]
Prima traduzione integrale in italiano di un’opera poetica di Nicole Brossard, Museo dell’osso e dell’acqua inaugura la collana la lumière obstinément di Affinità elettive.
Un viaggio poetico attraverso ossa, acqua e femminilità nelle parole di Nicole Brossard Titolo: Museo dell’osso e dell’acquaScritto da: Nicole BrossardTitolo originale: Musée de l’os et de l’eauTradotto da: Micol Bez, Jessy Simonini e Angelo VanniniEdito da: Affinità Elettive EdizioniAnno: 2024Pagine: 130ISBN: 9788873267232 La sinossi di Museo dell’osso e dell’acqua di Nicole Brossard A…
#2024#acqua#Affinità Elettive Edizioni#amore#Angelo Vannini#Astrazione#Canada#Città#corpo#Desiderio#Distinzione#Dresda#Durezza#Fluidità#Fossili#Frammenti#gay#Gioia#Jessy Simonini#Key West#LGBT#LGBTQ#libri gay#Madrid#Micol Bez#Montréal#Musée de l&039;os et de l&039;eau#Museo#Museo dell’osso e dell’acqua#Nicole Brossard
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UNO SCONTRO MERAVIGLIOSO
UNO SCONTRO MERAVIGLIOSO, un commento al vangelo della 14esima Domenica del T.O., disponibile anche come audio-commento e con testo tradotto in lingua spagnola, entrando nella sezione "Commenti al vangelo" del menu di www.predicatelosuitetti.com
XIV DOMENICA DEL T.O. anno B (2024) Ez 2,2-5; 2Cor 12,7-10; Mc 6,1-6 https://predicatelosuitetti.com/wp-content/uploads/2024/07/xiv-domenica-del-t.o.-anno-b-2024.mp3 Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che…
#Accoglienza#Apertura#Azione#Chiusura#Conoscenza#Conoscere#Credere#Cuore#Durezza#Fede#Fedeltà#Gesù#Incredulità#Infedeltà#Insegnamento#Luce#Maestro#Mente#Meraviglia#Miracolo#Missione#Nazareni#Nazareth#Opera#Parenti#Profeta#Profezia#Rifiuto#Sapienza#Scandalo
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All’austerità del punto, così fermo definito e definitivo, io preferirò sempre il punto virgola.
Che contiene, insieme alla sua finta durezza, la delicatezza della pausa e il coraggio della porta mai chiusa.
Quasi sussurrasse ‘non si sa mai’.
#frasi italiane#pensieri#emozioni#austerità#punto#virgola#durezza#delicatezza#coraggio#sussurrare#frasi tumblr#non si sa mai
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L'impatto della durezza del calcestruzzo
Il calcestruzzo è un materiale apprezzato e scelto per pavimentazioni, ma come si fa a capire qual è la durezza ottimale del calcestruzzo? #calcestruzzo #durezza #pavimentazioni #PSI
Sebbene i gradi del calcestruzzo siano importanti per la progettazione degli edifici, non sempre sono considerati una priorità durante la rimozione del pavimento. Per aiutare gli appaltatori a comprendere l’impatto della durezza del calcestruzzo sulla scelta degli utensili, analizziamo questo argomento in modo più dettagliato. A seconda dei requisiti di progettazione strutturale di un edificio,…
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Come detto mille volte, i prezzi bassi degli idrocarburi rendono il costo-opportunità della transizione insostenibile.
In più, senza incentivi e sussidi la transizione non ci può essere. Vediamo quanti anni impiegheranno a capirlo.
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"Magnifico "scritto"
"Donne stiamo attente, ci stanno levando tutto! Se ci levano anche la vecchiaia siamo fritte. Voglio restauraurare una parola fuori moda, fuori legge: vecchiaia.
La vecchiaia è un'età anche interessante, la vecchiaia è un'età molto anarchica e romantica. Perché ogni giorno può essere l'ultimo, perché sei in fuga dalla morte e ogni giorno in più dici: tié, ti ho fregato. È un età molto fervida, è un'adolescenza senza domani. E sarebbe un'età interessante se non fosse che poi si muore.
Cioè, io la retorica sulla bellezza della vecchiaia la lascio al mercato che ci adula a noi vecchi per venderci i suoi schifosi prodotti. Mi secca essere vecchia, perché è la porta della morte ed è, e resta, una maledizione biblica. Però non è mai stata così brutta da quando si cerca di nasconderla, da quando non si nomina più, cioè, non è una parolaccia è il nome di una stagione, perché esistono le stagioni e c'è una grande durezza, ma anche una grande dolcezza in questo.
Terza età, anziano, mi fa sentire in fin di vita mentre vecchio ha un bel suono di battaglia, vecchio! La vecchiaia femminile è stata abrogata dal mercato e la donna è stata demonizzata: la donna accetta la farsa della giovinezza obbligatoria, la plastica è il nostro burqua.
Ci fosse il filtro di giovinezza ti credo correrei! Farei qualsiasi bassezza, vorrei avere sedici anni in tutto, specie nella mente, ma anche in corpo, nel fegato... E se non mi sono rifatta non è perché non sono vanitosa, ma è perché sono vanitossissima, di una vanità ributtante, e non voglio aggiungere l'oltraggio del bisturi a quello del tempo. Certo, ci vuole un senso dell'umorismo sempre più spiccato per portare in giro la propria faccia, però mica sei vecchio sempre. La persona libera cambia età molte volte al giorno: siate nonne a quindici anni, fidanzate a ottanta, ma non siate mai quelle che gli altri vogliono.
La donna oggi: in una mano la ramazza nell'altra il biberon nell'altra il computer nell'altra la biancheria sexy nell'altra i vecchi da curare. Ma quante mani ha una donna? E adesso bisogna pure essere fighe fino a ottant'anni. Ma perché? Non facevamo già abbastanza?"
BARBARA ALBERTI
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Leggo con interesse il principio di Reciprocità nel libro di Giovanni Sartori dedicato al multiculturalismo e predicato anche dal Cardinale Biffi. È un principio teoricamente ineccepibile, si è tolleranti nella stessa misura in cui si è tollerati. Si rispettano le altrui tradizioni nella stessa misura in cui vengono rispettate in casa dell'ospitante. Al rovescio, altrimenti, nessuna tolleranza verso gli intolleranti, nessuno rispetto verso gli irrispettosi. Si erigono ad esempio Moschee nelle nostre città solo se è possibile erigere cattedrali nel loro. Si chiama bilateralità o più semplicemente rispetto.
Ma può mi chiedo uno stato far scontare al singolo cittadino immigrato l'assimetria tra i propri principi e quelli orrendi del proprio paese d'origine?
Si dico ma per questo è necessaria la certezza e la durezza della pena per i migranti che delinquono orribilmente, in modo che quei ahimè pochi che vivono moralmente non paghino le conseguenze e le antipatie dei loro fratelli criminali.
Dura lex sed Lex.
Se non siamo multiculturali noi...voi che siete?
Pensiero Greco, Diritto Romano, e Civiltà Cristiana....spicciatece casa grazie...
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Legata inerme mentre mi scopi... Come solo tu sai fare... Nel tuo modo brutale... Con tutta la tua durezza... Con tutto il tuo ego freddo e cinico... Con il tuo velo di mistero addosso... Con le tue dure parole... Con la mano sul mio collo... Non si può descrivere quello che provo... E quando i tuoi occhi mi guardano... Mi penetrano assieme al tuo membro... E mi entri tutto nell'anima... Tutto... E dentro di me succede il caos... Succede che non esiste più niente... Esisti solo tu e il mio piacere... Ogni parte di me gode... Ogni parte di me trema... Ogni parte di me ti brama... Ecco cosa mi manca... Manchi tu...
~ Virginia ~
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PRIMA PAGINA La Nazione di Oggi giovedì, 03 ottobre 2024
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Peccati segreti e pedalate
Ma tu guarda che mi capita! Alla mia età, poi. Dunque: tre domeniche fa, di mattina presto, inforcai la mia mountain bike per farmi un giro sulle colline che circondano la piccola città di provincia in cui abitiamo. Mi ci trovo bene: ho tutto a portata di mano e non c'è quasi mai traffico. Quel giorno avevo bisogno di far sbollire la rabbia: da qualche tempo con mio marito è ogni giorno una litigata, per qualsiasi motivo. Ma la ragione vera è che non ci sopportiamo proprio più. Capita, a un certo punto del matrimonio e non ci si può fare molto, credo.
Uso la bici ogni giorno: per andare al lavoro o per fare sport. Ne ho tre: una da passeggio-città, con le canne del telaio basse, da poter usare anche con la gonna. Con tanto di campanello e cavalletto. Poi ho una stradale da corsa, che però uso di rado. Infine c'è la mia “cocca”: una mountain bike di fascia alta a cui tengo come una figlia e che uso molto spesso, per ossigenarmi e fare meditazione zen a mio modo. Non appena imboccato il primo sentiero sterrato, vidi in lontananza una ragazza. Cercai ovviamente di raggiungerla. Giuro: senza altro obiettivo che quello di superarla.
Spiegazione doverosa: chi non va in bici sappia che, al contrario di ciò che si possa pensare, il ciclismo è uno sport altamente competitivo. In special modo se esci da solo: con chiunque incontri, da nove a novant’anni… è guerra! Non c’è compassione, nessuna pietà. Provare per credere. Quindi, essendo ben allenata, in breve mi avvicinai molto a lei, ma fui costretta a rallentare, per mettermi nella sua scia e per ammirarla: lo meritava decisamente.
Giovanissima, atletica, molto bella. Il suo profumo mi arrivava di continuo in scia, misto al suo odore personale sotto sforzo. Aveva degli yoga pants bianchi strettissimi e semi trasparenti, che pedalando e muovendosi in modo naturalmente sensuale sul sellino, le lasciavano intravedere le cosce perfette ma soprattutto un bellissimo solco tra le natiche sode, impreziosito dal filo sottile del suo perizoma rosso. Una vera Dea, un essere bellissimo da sognare e desiderare.
Anche per una donna. Confesso che era una situazione che mi piaceva molto. Mi affiancai a lei e iniziai a prendere confidenza. Avevo un assoluto bisogno di gentilezza, complicità, dolcezza. La mia anima era a secco da tempo. Troppa durezza, attorno a me. Solo un’altra donna poteva capirmi. Una a un certo punto ha un dannato bisogno di complicità, sorrisi, carezze, sguardi dolci.
Parlammo dapprima delle uscite in bici: quante, come t’alleni, da quanto tempo, che bici è eccetera. Emma mi disse poi che s’era diplomata quell’anno e per l’estate sarebbe rimasta qui in paese, dai nonni. Anche perché s’era lasciata col suo ragazzo in modo molto brutto, anche violento e quindi voleva solo ritrovare un pizzico di pace e serenità.
Ci fermammo presso uno degli essenziali chioschetti-ristoro posti lungo il percorso; in pratica solo una tettoia di legno con due panche. Eravamo sole e senza nessuna fretta. Parlare con lei mi piaceva: aveva due anni meno di mio figlio, già universitario e attualmente ancora in viaggio per l’Europa, ma mi sembrava comunque molto più matura di lui.
Ricordando le ultime burrascose vicende che l’avevano costretta ad allontanarsi da casa, iniziò a commuoversi e infine si sciolse in un pianto dirotto. Era bellissima: una cerbiatta indifesa di cui subivo passivamente l'enorme potere d'attrazione. Mi venne spontaneo stringermela al petto e accarezzarla, consolarla.
D’un tratto mi guardò negli occhi, mi prese, mi strinse a sé e mi baciò in bocca! Ero paralizzata, soprattutto perché mi resi conto che era la cosa più naturale e bella del mondo. Avevo il cuore e il corpo in subbuglio: sentivo di stare predisponendomi all’amore. Con una persona assolutamente sconosciuta, di sesso femminile ma di fatto estremamente sensuale. Irresistibile passione tra due donne. Introdusse la sua lingua nella mia bocca e io la succhiai avidamente, ci giocai a lungo.
Le sussurrai che con una donna non avevo mai fatto certe cose, che forse stavamo correndo troppo e intanto sentivo di essere rossa in viso come un peperone. Mi disse di non preoccuparmi, perché al giorno d’oggi… “ormai tra noi ragazze fare l’amore in cameretta è normale come parlare di moda, di uomini o di musica. Solo dopo essere venute, si studia.” Mi sbilanciai e le dissi che la desideravo proprio tanto. Ero probabilmente viola, in viso: e lei sorrise.
Quindi riprendemmo le bici e ci inerpicammo tra gli alberi, fuori dal sentiero battuto, in cerca di arbusti alti che potessero nasconderci alla vista. Quando fummo sicure di essere occultate al mondo e sufficientemente lontane dal sentiero, le palpai i seni inizialmente da sotto la maglietta: aveva dei capezzoli turgidi e sodi. La mia cerbiatta gemeva di piacere. Poi glieli liberai del tutto e li succhiai a lungo. Senza più alcun ritegno, le infilai la mano negli yoga pants e le misi un dito nella fica; allargò le gambe e prese a muoversi.
La feci godere leccandola e succhiandola. Quella prima volta di mattino domenicale finì così. Ci ricomponemmo e continuammo la nostra escursione. Ma poi già nel primo pomeriggio la feci venire a casa per un tè. Verso le quattro mio marito uscì con degli amici e appena chiusa la porta di casa, immediatamente la spogliai, la portai in camera e la buttai sul letto. Me la mangiai letteralmente.
La baciai dappertutto, la mordicchiai, succhiai a lungo e lei ricambiò, facendomi venire in modo che da tempo non accadeva. Le leccai il culo e la passera fino a consumarmi la lingua. Devo dire comunque che Emma era espertissima: le sapeva tutte e mi guidava dolcemente nella scoperta del mondo saffico. Mi infilava le mani dappertutto, che il cielo la benedica; mi faceva godere e poi ancora godere. Dovetti ammettere a me stessa che la amavo. Io la amo.
Ormai so già che per tutta l’estate ci ameremo come pazze. Sto scoprendo con lei un nuovo mondo, sottilmente erotico e dolcissimo; un pianeta donna sino a ora a me totalmente ignoto. Le piace farsi allattare. Dapprima me le carezza e lecca con trasporto: io da parte mia vengo non appena lei poggia le sue labbra su un capezzolo e inizia a tirare fortissimo. E allora non ragiono più, le dico di non smettere mai, semmai di succhiarmele alternativamente.
Lei allora mi succhia come se non ci fosse un domani, mettendosi tutto un seno in bocca e al tempo stesso mi infila una mano nella fregna fino al polso, per farmi venire ancora, ancora e ancora. Sono sua. La cosa è ufficiale. Mio marito nella mia vita è ormai solo un fastidio necessario. Il problema sorgerà per noi quando la mia ragazzina adorata dovrà tornare nella sua città, che dista circa duecento chilometri dal mio paese.
Vedremo. Intanto, in questi giorni e fino a settembre facciamo l’amore in casa di una mia amica intima, single e compiacente. Magari, se ci gira, in macchina. Oppure, la cosa più bella e sorprendente, andiamo con le bici in montagna e ci diamo piacere di nascosto dal mondo, molto più vicine a Dio: lui da lassù ci vede, capisce l’amore e sorride. Dopotutto… l'amore e il sesso li ha inventati lui!
RDA
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Nessuno mi ha insegnato a scrivere, non ho mai imparato tecniche di scrittura, e per dirla tutta non ho mai studiato molto. Allora come ho fatto ad imparare a scrivere? Ascoltando la musica. Cosa conta di più nella scrittura? Il ritmo. Se in un testo non c'è ritmo, nessuno lo leggerà. Perché mancherà quel senso del movimento che è come una pressione dall'interno, e porta il lettore avanti pagina dopo pagina.
Il ritmo si crea da come si mettono insieme le parole, le frasi, i periodi. Dall'alternanza tra dolcezza e durezza, leggerezza e intensità, equilibrio e squilibrio. Dall'uso della punteggiatura, dal tono.
Quando si scrive se in una frase non c'è il ritmo la frase seguente non viene. E la storia non avanza. Il ritmo della frase è il ritmo della storia.
- Murakami Haruki
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IL RAGAZZO E LA MONTAGNA
C'era una volta un giovane esploratore, la cui più grande passione era addentrarsi in tundre, scendere in ghiacciai e percorrere deserti alla ricerca della Gemma Preziosa.
Ogni luogo della terra aveva una propria Gemma Preziosa - scintillante, tenebrosa, rubescente o lattiginosa - e lui aveva viaggiato già mezzo mondo ed esplorato mille lande impervie per trovarle e collezionarle tutte.
Nella sua casa aveva una stanza intera piene di tali meraviglie, tutte racchiuse in teche di cristallo, ma il giovane esploratore non amava tornare nella propria casa, se non per riporvi i suoi tesori.
Intendiamoci, adorava la propria casa e la propria città, voleva bene ai suoi genitori e stava bene con i suoi tanti amici, ma il suo animo inquieto lo portava puntualmente a guardare le nuvole fuori dalla finestra, desiderando di poterle cavalcare e andarsene via col vento.
Un giorno sentì parlare dell'Ultima Montagna e di come al suo interno fosse la celata la pietra più preziosa di tutte: il Cuore di Gea.
L'Ultima Montagna si trovava nel paese di Finisterrae e il suo vecchio mappamondo non aveva ancora finito di girare che lui si era già messo in cammino.
Non fu un viaggio facile, né per le gambe né per il cuore, perché dovette salutare molte persone - Finisterrae era lontana - e parte del suo percorso lo dovette fare a piedi, passo dopo passo, senza mai più incontrare anima viva (tranne i ragni, che gli tennero compagnia nelle lunghe notti insonni ma che però non erano gran conversatori).
Quando arrivò all'Ultima Montagna rimase con la bocca spalancata per qualche minuto (i ragni controllarono preoccupati se ci fossero delle carie ma uscirono soddisfatti): un'enorme montagna scintillante di materiale translucido giallo paglierino svettava fino a quasi bucare la volta del cielo.
Ma il suo stupore si tramutò ben presto in preoccupazione quando, a un esame più attento, il giovane esploratore si rese conto che la montagna era in realtà un enorme conglomerato di Crisoberillo come non se n'erano mai visti in alcun libro di geologia.
Molto bene - pensò con stanca autoironia, guardando il suo piccone - sulla Scala delle Durezza di Mohs il crisoberillo ha un punteggio di 8,5 ma volendo considerare il bicchiere mezzo pieno mi è andata anche bene... la montagna poteva essere fatta di Rubino o di Zaffiro!
E cominciò a scavare una galleria per raggiungere il Cuore di Gea.
Man mano che avanzava a fatica all'interno della montagna, egli si rese conto di una cosa molto strana: per ogni colpo di piccone e di scaglia di crisoberillio che cadeva a terra lui sentiva di perdere qualcosa.
Ma cosa? - si chiese.
Non lo so - si rispose.
E allora pensò di riempire quei vuoti nel cuore immaginando il momento in cui avrebbe finalmente scalzato dalla roccia il Cuore di Gea... la gioia di sentirlo pulsare tra le proprie mani, gli occhi socchiusi per schermarsi dal bagliore di mille soli di puro cristallo, lo stupore delle persone al suo ritorno, la teca gigante già pronta al centro della sua collezione.
Quello di cui in un primo momento il Giovane Esploratore non si rese conto è che ogni picconata stava sottraendo un minuto alla sua vita e le picconate erano tante e il tempo scorreva avanti in una sola direzione, dritto come la galleria che sventrava la montagna.
Le mani che impugnavano il piccone invecchiavano, come invecchiavano le domande che lui si faceva...
Perché? Da dove? Verso cosa?
Quando le domande diventano opprimenti, i colpi del piccone rallentavano, salvo poi riprendere forza al pensiero della gemma che ogni giorno si avvicinava.
E poi, dopo mille eternità l'ultima picconata, la parete che crolla ed ecco il Cuore di Gea, sospeso nel buio luminescente di un antro nel ventre della colossale montagna.
Ma il Giovane Esploratore non poteva più definirsi tale.
Non stava più esplorando nulla e di certo non era più giovane.
Con passo incerto e polverose mani tremanti si avvicinò al Cuore di Gea e fece per prenderlo.
Ma si fermò.
Verso cosa? E perché?
E poi la domanda giusta.
Da dove?
Da dove vengo? Cosa ho lasciato? Chi ho lasciato?
E voltandosi vide che la lunga galleria che portava all'esterno era disseminata di corpi, congelati nell'atto di colpire la roccia.
Erano tutti lui, metro dopo metro sempre più vecchio, bloccati nell'attimo in cui aveva deciso di cancellare un ricordo per fare spazio al pensiero della Gemma Più Preziosa.
Sono morto? - si chiese.
Sì, ogni volta - si rispose.
Il Cuore di Gea lo guardava con occhio pulsante ma la mano, dimagrita e raggrinzita, scese sul fianco.
Non era quello che voleva... quello era ciò che aveva deciso di volere per cancellare i veri desideri, quelli che lo tenevano vivo in attesa del domani.
E il vecchio ragazzo si voltò e tornò indietro, accarezzando con una mano sempre più giovane tutti i sé che aveva lasciato morire per non aver voluto ricordare come vivere.
E li perdonò tutti, uno a uno, finché la luce del sole non gli baciò le palpebre socchiuse e lui non ritrovò la voglia di esplorare, mai perduta ma solo addormentata sotto a una pesante coperta di tristi rimpianti.
E come il mappamondo tornò a girare, il vero Cuore di Gea riprese a battergli nuovamente nel petto, perché Finisterrae è quel luogo che comincia nel punto in cui appoggi il piede per iniziare il viaggio verso il domani.
Questo post è dedicato a @seiseiseitan, per me il più grande esploratore <3
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L'acqua è la cosa più morbida, eppure può penetrare nelle montagne e nella terra.
Questo mostra chiaramente il principio della morbidezza che vince la durezza.
Lao tzu
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Il Trattato di Schengen è come il gatto di Schrödinger: è vivo ma è anche morto. Sull'ultimo OUT!
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