#dovunque
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un-mei-no-akai-ito · 7 months ago
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Dovunque tu sia, so che arriverai da me.
Il destino è scritto ed io ci credo.
Dovunque tu sia, quando vuoi, sono qui.
Forse per poco, forse per sempre.
(Cit mia) @un-mei-no-akai-ito // @un-mei-no-akai-ito (Sab 27.07.24 h 21:08)
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ragazzoarcano · 1 year ago
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🎁
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petalidiagapanto · 3 months ago
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«Cosa vuoi che ti scriva? Cosa vuoi che ti dica? Tu sei ovunque in me.»
(Victor Hugo)
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promettimicherestiqui · 5 months ago
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Dovunque tu sia, so che arriverai da me.
Il destino è scritto ed io ci credo.
Dovunque tu sia, quando vuoi, sono qui.
Forse per poco, forse per sempre.
(Cit mia) @un-mei-no-akai-ito // @un-mei-no-akai-ito (Sab 27.07.24 h 21:08)
@jessicasfeelings
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fragilityisavirtue · 2 years ago
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Sì...
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scumlafeccia · 2 years ago
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I think it's a shame that poetry from the middle ages is mostly known for "angelic woman" romantic shit and religious stuff because humans have always been humans (thinking of that Dante's poem about him dreaming of himself and his friends going on a trip and gossiping about women) + we completely forgot gems like "if I were fire I'd burn the world, if I were wind I'd tempest it" or "wherever you go, you bring a shithole with you, you old stinky sodomite (woman)"
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raga ma voi che mi riempite la dash di neonati è perché sono carini o perché volete figli? chiedo per un'amica(una delle 72 personalità che è quella che più di tutte non vuole figli né tantomeno vedere bambini spammati dovunque, mi basta IG con le amiche che sono già mammine pancine)
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tremaghi · 5 months ago
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Non puoi fermare le onde, ma puoi imparare a padroneggiare il surf (Jon Kabat-Zin)
A distanza di cinque anni sto rileggendo i libri della collana Mindfulness e meditazione, edita da Rizzoli nel 2019 e venduta in abbinamento al Corriere della Sera. Come allora non sto procedendo in ordine di pubblicazione, anche se ritengo che questi 21 testi seguano una sorta di filo d’Arianna. Mi lascio guidare dall’istinto nella scelta di questi preziosi saggi che insegnano a migliorare il…
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pensierispettinati · 8 days ago
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È che noi cerchiamo ovunque l’assoluto e dovunque troviamo soltanto oggetti, e le cose non sono più sorprendenti.
Luigi Ghirri (5 gennaio 1943 - 14 febbraio 1992)
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occhietti · 6 months ago
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Dovunque voi siate...
tra grigliate e angurie... al mare, in montagna,
al lago... o nel silenzio di una città d’agosto...
auguro a tutti una serena, allegra, tranquilla,
spensierata giornata.
Buon Ferragosto...
☀️ 🍉 🕶️ 🏖️
@occhietti
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crazy-so-na-sega · 2 months ago
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dall'orrore all'orrore. Dovunque associano la bruttezza alla bellezza, la nullità al genio, il falso al vero, la volgarità alla dignità, il profano al sacro ecc...
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"arte" di Ugo Rondinone.
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ragazzoarcano · 2 years ago
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“Dovunque ti trovi e chiunque tu sia, sto inviando col mio cuore, amore e forza verso il tuo cuore. ti sto mandando la forza per affrontare qualunque cosa tu stia cercando di superare.”
— Najwa Zebian
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lunamarish · 2 months ago
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Ho conosciuto la vecchiaia da bambina. […] Si crede di potersi caricare sulle spalle e sulla schiena il mistero della sofferenza altrui e di poterlo trasportare altrove, in un luogo separato e nascosto dove si dissolverà. Si diventa così molto vecchi. Il corpo resta bambino, ma i pensieri, le preoccupazioni, le visioni rapiscono la mente e un senso di grande pesantezza e inadeguatezza ci accompagna un po’ dovunque, e ci si sente molto soli e si contempla da lontano la leggerezza degli altri senza poter partecipare.
Chandra Livia Candiani
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intotheclash · 8 months ago
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Dovunque andrai, ti si richiederà di fare qualcosa di sbagliato. È la condizione fondamentale della vita essere costretti a far violenza alla propria personalità. Prima o poi, tutte le creature viventi devono farlo. È l’ombra estrema, il difetto della creazione; è la maledizione che si compie, la maledizione che si nutre della vita. In tutto l’universo.
Philip K. Dick - Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
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susieporta · 2 months ago
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«Ho conosciuto la vecchiaia da bambina. […] Si crede di potersi caricare sulle spalle e sulla schiena il mistero della sofferenza altrui e di poterlo trasportare altrove, in un luogo separato e nascosto dove si dissolverà. Si diventa così molto vecchi. Il corpo resta bambino, ma i pensieri, le preoccupazioni, le visioni rapiscono la mente e un senso di grande pesantezza e inadeguatezza ci accompagna un po’ dovunque, e ci si sente molto soli e si contempla da lontano la leggerezza degli altri senza poter partecipare.»
Chandra Livia Candiani, I visitatori celesti, pp.19-20
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diceriadelluntore · 7 days ago
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Storia Di Musica #363 - Deftones, Diamond Eyes, 2010
Il barbagianni in copertina, nella sua bellezza candida, ha una sua storia da raccontare: il suo nome scientifico è Tyto Alba (da τυτώ, la parola greca che traduce gufo, e dal latino alba perchè è bianco), il nome comune barbagianni, che usiamo solo noi in Italia, potrebbe derivare dal fatto che le piccole piume ricce attorno agli occhi possono sembrare una barba, oppure in maniera molto più fantasiosa, da barba, che in molte regioni soprattutto settentrionali vale "zio", e Gianni, ipocoristico di Giovanni, quindi "zio Giovanni", un nome parentale dovuto alla credenza che questo uccello abbia una funzione tutelare (è una versione che non mi convince, perchè anche al Sud si chiama solo barbagianni, la approfondirò).
La storia invece della band di oggi inizia quasi per caso nella seconda metà degli anni '80 con un incidente stradale: Stephen Carperter, mentre faceva skateboard, è investito da un'auto. Per questo, è costretto per un po' su una sedia a rotelle, e per passare il tempo un suo amico gli regala una chitarra, con cui inizia a imparare le canzoni dei suoi gruppi heavy metal preferiti. Due suoi amici, Chino Moreno, che ama cantare, e Abe Cunningham, che suona la batteria, vengono a scoprire che Stephen sta imparando a suonare la chitarra, così mettono su un gruppo, l'autista che aveva investito Carpenter fu costretto a rimborsarlo a causa dei danni fisici riportati e questo permise al gruppo di acquistare l'equipaggiamento necessario per cominciare ad esibirsi. A loro un amico di Moreno, Dominic Garcia, si unisce come bassista. Manca solo un nome: Carpenter unisce un termine dello slang dello skateboard e dell'Hip Hop, Def (che vuol dire, bello, figo) con il suffisso Tones, che lui leggeva stupito sulle copertine dei gruppi doo-woop che ascoltavano i genitori. Nascono così i Deftones, tra le realtà più importanti della musica alternativa americana degli ultimi 30 anni.
Dopo le prime registrazioni, dove si lanciano in un furioso heavy metal, piano piano vengono fuori altre influenze, dovute agli stili musicali prediletti dai nostri: Carperter ai gruppi heavy metal come Metallica o Pantera affiancava l'amore per l'Hip Hop degli esordi, Moreno era cresciuto con i gruppi post new wave internazionali (ama i The Cure ma pure i Duran Duran). Dopo un po' Cunningham abbandona, per fondare i Phallacy, e viene sostituito da Chi Cheng, bassista, spostando Garcia alla batteria. Cheng, musicista più formato degli altri all'inizio, porta con sé il suo amore per il blues, il jazz e il reggae di Bob Marley. Garcia se ne va, dopo alcuni batteristi provati ritorna Cunningham e con questa formazione nel 1993 vengono scritturati dalla Maverick, la casa discografica di Madonna, che produce i loro dischi fino al 2006. L'inizio è sorprendente: Adrenaline del 1995 è uno dei primi album nu metal, per le influenze di genere diversi su base metal, e grazie ad un tour di concerti dovunque e all'esibizione di un brano suonato dalla band nel film Il Corvo 2 inizia a passi spediti a farli diventare conosciuti, obiettivo che raggiungono con Around The Fur (1997, la cui iconica copertina è una delle foto musicali più apprezzate di Tumblr), e soprattutto White Pony del 2000, meno estremo e più melodico, il brano Elite vince il Grammy del 2001 per la migliore canzone metal. Sono ormai famosi, e le collaborazioni con Maynard Keenan dei Tool o Serj Tankian dei System Of A Down (in Meline, da Saturday Night Wrist del 2006) testimoniano l'affetto non solo nelle vendite dei fan, ma una grande considerazione tra i musicisti, affascinati dalle contaminazioni delle loro canzoni, potenti quanto ricche di lirismo.
Ma accade una cosa: mentre erano alle prese con le prime registrazioni per il nuovo disco, dal titolo provvisorio di Eros, Chi Cheng ha un terribile incidente stradale. Trasportato in coma in ospedale, nel novembre del 2008, in un primo momento le sue condizioni sembravano migliorare, tanto che la band continua a lavorare su quel materiale con Sergio Vega, ex-membro dei Quicksand, che già nel 1999 lo aveva sostituito per un breve periodo durante un tour con i Deftones. Ma le cose non migliorano, e nel 2009 la band abbandona il progetto Eros. Nel frattempo, per aiutare a raccogliere fondi, si esibirono per due sere consecutive il 20 e 21 Novembre del 2009 con alcuni dei più grandi nomi americani del metal.
Nel Maggio 2010, quasi a sorpresa, la band pubblica Diamond Eyes. Un disco prodotto con Nick Raskulinecz, già in consolle con Foo Fighters, Velvet Revolver, Alice in Chains. È un disco che viene costruito in maniera molto più semplice e immediata, abbandonando i metodi degli ultimi lavori per ritornare alla tecnica dei primi: scrivere insieme, provare tantissimo e cercare la sintonia perfetta nei pezzi. Nonostante l'umore, il disco è pieno di ottimismo, si lascia da parte ogni dolore privato e parla con considerazione di emozioni. Svetta e Royal con riff grezzi che graffiano e raschiano i versi, quindi liberano la voce di Chino Moreno in ritornelli luccicanti e minacciosi. Moreno e il chitarrista Stephen Carpenter si spingono avanti e indietro su CMND/CTRL come se cercassero di sbattersi a vicenda fuori tempo, caricando la tensione e la sfumatura che mancano a così tanti contemporanei hard-rock dei Deftones. You've Seen The Butcher dal video musicale splatter, è anche un omaggio alla band amica dei Jawbox . Come sempre amano spaziare e contaminare, come dimostrano le sfumature trip-hop di Beauty School, ma sanno scrivere granitiche canzoni come Prince. Il primo singolo fu Rocket Skates, che fu una delle prime canzoni distribuite gratuitamente sul sito di una band, cosa che fece andare in tilt il sito internet dei Deftones. Due canzoni rimangono nell'immaginario: la potentissima Diamond Eyes, che apre il disco con la rabbia, ma soprattutto Sextape, meravigliosa ballata che ha un titolo fuorviante rispetto al suo incedere e ai suoi testi, collegati con delicatezza al suono e al movimento delle onde del mare, un grandissimo brano.
Accolto con entusiasmo da critica e fan, rimane uno dei loro dischi migliori e uno dei capisaldi del metal moderno. La band continuerà in questo stato di grazia con Koi no yokan, del 2012, dal titolo in giapponese che descrive più o meno la sensazione di due persone che si stanno innamorando. Pochi mesi dopo la pubblicazione, Chi Cheng muore, dopo un'agonia di 5 anni. Due incidenti stradale legano l'inizio e l'evoluzione di una grande band.
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