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#dodecanneso
giuliocavalli · 5 years
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#Repost @lukalekker (grazie!) ・・・ #rodi #grecia #dodecanneso #maregeo #isola #luglio #estate #vacanze #relax #nostress #ozio #sole #mare #lunedi #anthonyquinnbay #libro #carnaio https://www.instagram.com/p/B0IP8t3iymv/?igshid=10fl6ezpnr3c
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vacanzaavela · 5 years
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#ComeArrivarci
Nisyros è una piccola isola vulcanica dalla forma rotonda situata tra Kos e Tilos, nell’arcipelago del Dodecaneso, poco sviluppata turisticamente e adatta per tutti coloro che sono alla ricerca di una vacanza alternativa e tranquilla.
Famosa soprattutto per il suo vulcano attivo, il più giovane della Grecia, che si trova al centro dell’isola, Nysiros ha pittoreschi villaggi con un’architettura tradizionale e un’atmosfera rilassante.
La capitale e porto dell’isola è Mandraki, nel nordovest, situata ai piedi di una ripida collina. Il candore delle sue case forma un notevole contrasto con il colore scuro della terra di origine vulcanica. Un altro paese, Emborios, si trova a sudest di Mandraki, in una zona verde, ricca di ulivi, alberi da frutto, fichi e viti. Vicino c’è il grande cratere del vulcano, dallo scenario lunare.
Come raggiungerla?
L'isola di Nisyros è collegata alla terraferma da linee di navigazione effettuate con traghetti che partono dal porto del Pireo. Dall'Italia non esistono linee dirette, è necessario fare, ad esempio, scalo a Patrasso, spostarsi via terra al Pireo e da lì raggiungere l'isola via mare (14 ore). Il porto d'arrivo è quello di Mandraki.
L'isola si può raggiungere anche con traghetti o aliscafi da quasi tutte le altre isole del Dodecanneso (ad esempio da Kos in 1-2 ore, da Tilos in 1 ora, da Symi in 3 ore, da Astypalea in 5 ore e mezza, da Rodi in 3-5 ore).
Quasi tutti i traghetti fanno scalo nelle maggiori isole che incontrano lungo la rotta.
Le principali compagnie marittime che forniscono i collegamenti sono la Dodekanisos Seaways e la Blue Star Ferries. Per la prenotazione e l'acquisto on-line dei biglietti fare riferimento ad esempio al sito directferries.it.
I collegamenti per l'isola sono più frequenti nel periodo estivo; ti raccomando quindi di controllare sempre la presenza delle tratte marine nelle altre stagioni.
Info e foto: web  
#How to get there Nisyros is a small volcanic island with a round shape located between Kos and Tilos, in the Dodecanese archipelago, little developed for tourism and suitable for all those who are looking for an alternative and peaceful holiday. Most famous for its active volcano, the youngest in Greece, located in the center of the island, Nysiros has picturesque villages with traditional architecture and a relaxing atmosphere. The capital and port of the island is Mandraki, in the northwest, located at the foot of a steep hill. The whiteness of its houses forms a striking contrast with the dark color of the earth of volcanic origin. Another village, Emborios, is located southeast of Mandraki, in a green area full of olive trees, fruit trees, figs and vines. Nearby is the large crater of the volcano, with a lunar scenario. How to reach it? The island of Nisyros is connected to the mainland by shipping lines made by ferries that leave from the port of Piraeus. From Italy there are no direct lines, it is necessary, for example, to make a stopover in Patras, to travel by land to Piraeus and from there to reach the island by sea (14 hours). The port of arrival is that of Mandraki. The island can also be reached by ferries or hydrofoils from almost all the other islands of the Dodecanese (for example from Kos in 1-2 hours, from Tilos in 1 hour, from Symi in 3 hours, from Astypalea in 5 and a half hours, from Rhodes in 3-5 hours). Almost all ferries stop in the major islands they meet along the route. The main shipping companies that provide the connections are Dodekanisos Seaways and Blue Star Ferries. For online booking and purchase of tickets, refer for example to the website directferries.it. Connections to the island are more frequent in the summer; I therefore recommend that you always check the presence of sea routes in other seasons. Info and photos: web
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iviaggidielle-blog · 6 years
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Oggi voliamo a KARPATHOS... Grecia 🇬🇷!!! In un fantastico resort sulla spiaggia 🏖 🏝 Karpathos riesce a sorprendere e conquistare per la diversità dei suoi paesaggi e per una realtà ancora incontaminata, orgogliosa delle proprie radici. Gli amanti della natura potranno apprezzare splendide spiagge dai colori turchesi, ma anche una verde e rigogliosa vegetazione mediterranea. L'isola di Karpathos, oltre al mare dai colori indescrivibili, offre l'opportunità di fare un viaggio attraverso le sue antiche tradizioni, infatti è possibile visitare un paesino di montagna con gli abitanti vestiti come inantichità, intenti in diverse attività come ad esempio la produzione di 'makarounes', una pasta con solo farina e acqua da gustare a pranzo. Molte altre sorprese vi aspettano in questa singolare isola greca. #grecia #grecia🇬🇷 #karpathos #dodecanneso #vacanza #mancapoco #ferie #ferietiaspetto #dajetutta #daje #sole #mare Per info👉 http://grecia.iviaggidielle.com/it_IT/tab/27437_konstantinos-palace.html ( per vedere il link vai su Fb) (presso Karpathos Island)
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paoloxl · 6 years
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Dopo 23 anni di contenzioso diplomatico e di molte pagliacciate nazionaliste dalle due parti, di cui ha fatto le spese soprattutto la grande ombra di Alessandro Magno, soggetto di tante statue da far invidia al compianto Stalin, finalmente nel giugno di quest’anno il governo greco a guida Siryza e il nuovo governo macedone, che si autodefiniscono ambedue “di sinistra”, hanno raggiunto un’intesa sulla nuova denominazione della Macedonia, accordandosi, senza troppa fantasia, sul nome di Repubblica della Macedonia del Nord. La questione sorse quando, alla fine della guerra che ha smembrato la Repubblica Federativa di Jugoslavia, dando origine a diversi Stati, nel 1993 si costituì al confine con la Grecia la Repubblica di Macedonia. Quello Stato fu riconosciuto, con quel nome, da 140 Paesi dell’ONU, tra cui Russia e Stati Uniti, ma non dalla Repubblica di Grecia che dichiarò che il nome di Macedonia poteva appartenere solo alla regione greca che storicamente così si chiama e che comprende Salonicco. Dunque dalla Grecia quel nuovo Paese fu denominato, ugualmente con poca fantasia, FYROM, Former Yugoslav Repubblic of Macedonia. La cosa non ha avuto solo una valenza nominalistica: la Grecia, membro dell’Unione Europea e della Nato, denunciando le “mene irredentiste” di Skopje, si è successivamente sempre opposta a che la Macedonia fosse integrata nell’UE e anche nella NATO. L’intralcio non era gradito né alla UE né soprattutto agli Stati Uniti, che da anni stanno cercando di rafforzare la loro presenza nei Balcani in funzione antirussa attraverso l’allargamento della Nato. L’accordo non ha quindi riguardato solo il nome, riconoscendo la Repubblica della Macedonia del Nord la Grecia si è impegnata a non ostacolare la sua integrazione nella Unione Europea e nella NATO, il che è stato accolto con soddisfazione dall’Unione Europa e dall’ONU, presenti alla cerimonia con loro rappresentanti e subito benedetto dal Dipartimento di Stato. Ma, sia in Macedonia “del Nord” sia in Grecia, non ha mancato di provocare le proteste delle opposizioni di destra, e anche di “sinistra”. In Grecia il partito Nuova Democrazia, di centro-destra, ha espresso la sua netta contrarietà all’accordo, nonostante ne avesse proposto uno molto simile quando era al governo; il partito filo-nazista di Alba dorata ha chiesto addirittura all’esercito di intervenire arrestando il capo del governo e il presidente della Repubblica, colpevoli di alto tradimento. Lo stesso partitino di destra Anel, che con i suoi voti assicura la sopravvivenza del governo Tsipras, ha espresso contrarietà all’accordo (ma ha dichiarato che non farà cadere il governo per questo!). Al richiamo di questi partiti, e di simili in Macedonia, in varie occasioni decine di migliaia di nullatenenti, non altrimenti mobilitati, sono scesi in piazza inebetiti dal nazionalismo più insensato. La mossa del governo greco riteniamo sia stata dettata dalla necessità di ottenere in cambio un maggiore sostegno da parte della Nato e dell’Europa nel suo contenzioso con la Turchia nel Mar Egeo, che si sta facendo sempre più impegnativo. Lo testimonia la sua forte spesa militare, che in percentuale sul PIL (2,5%) è la più alta nella NATO dopo quella degli USA: cinque miliardi di dollari annui. Questa funzione di pungolo della Grecia contro la Turchia, che si è manifestata anche attraverso la collaborazione con Israele e con l’Egitto, è sfruttata dalla NATO come uno degli strumenti per contrastare i giri di valzer e le aperture dello Stato turco alla Russia. Il capitale greco inoltre vorrebbe partecipare alla spartizione del petrolio e del gas del Mediterraneo orientale e sud-orientale, e l’appoggio della NATO sull’ancora aperta questione di Cipro. Da parte sua il primo ministro turco Erdo?an ha contribuito a gettare petrolio sul fuoco: durante la recente visita ad Atene non ha esitato a chiedere una revisione del Trattato di Losanna, l’accordo con il quale nel 1923 furono definiti i confini della Turchia moderna e divise le isole del Dodecanneso tra Grecia ed Italia (che le aveva conquistate nel 1912 durante la guerra contro l’Impero Ottomano per la conquista della Libia). Il Trattato di Losanna fu riconfermato dal Trattato di pace firmato a Parigi nel 1947 al termine della Seconda Guerra mondiale, assegnando alla sovranità greca buona parte delle isole già appartenute all’Italia, probabilmente tenendo conto della partecipazione della Grecia alla guerra a fianco degli Alleati oltreché del fatto che la grande maggioranza della popolazione delle isole era greca. Questo atteggiamento “revisionista” della Turchia ha alzato il livello dello scontro tra le due potenze regionali, che puntano sul nazionalismo e sulla politica estera per far dimenticare i gravi problemi sociali al loro interno, dimostra una volta di più che persistendo questo sistema economico basato sullo sfruttamento del lavoro salariato, sulla sopraffazione e sulla forza, nessun governo, si definisca esso di sinistra, operaio, socialista come è il caso di quello greco, può esimersi dal condurre una politica militarista e, in ultima analisi, guerrafondaia. Ovviamente l’atteggiamento della diplomazia greca nella questione macedone non è piaciuto alla Russia, nonostante i due paesi siano legati storicamente da relazioni di simpatia fin dalla guerra d’indipendenza del 1821, anche a causa dell’influenza della chiesa ortodossa nei due Paesi. Il governo russo ha espresso contrarietà all’accordo e pare abbia cercato anche di ostacolare l’azione della diplomazia ateniese. Su tutta la faccenda il Partito Comunista Greco (KKE) in un suo comunicato non ha trovato di meglio che condannare l’accordo tra Grecia e Macedonia per il fatto che esso apre la strada all’adesione della Macedonia alla NATO, e dunque al suo rafforzamento nella regione balcanica a scapito della Russia. Se è vero, come afferma il documento del KKE, che «le dichiarazioni del governo greco che questo accordo tende a garantire la pace, la cooperazione e la stabilità nei Balcani e nella regione sono assolutamente false, erronee e antistoriche», è altrettanto vero che la Russia con la sua azione nei Balcani, in Europa Orientale e in Medio oriente sta difendendo i suoi interessi imperialistici proprio come gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Continua il comunicato del KKE: «Il governo Syriza-Anel è diventato il miglior portabandiera dei piani della NATO e dell’UE nella regione, in favore di quelle parti del capitale greco che chiedono maggiori profitti dalla nuova divisione della regione, con la rapina e lo sfruttamento dei popoli». Evidentemente secondo questi pseudo-comunisti ci sarebbero altre “parti del capitale greco” che non vogliono aumentare i loro profitti! Ecco che il KKE si trova a fianco della destra. Ma, schierandosi con l’altro imperialismo, quello del Cremlino, accusa i destri di non opporsi alla NATO e dell’UE! Il proletariato greco come quello di tutta la regione, deve ben guardarsi dallo schierarsi su uno qualunque dei fronti dell’imperialismo. Il proletariato non ha nazione e non ha alleati. Il nazionalismo, l’irredentismo, il patriottismo, il razzismo sono bestie immonde usate dal politicantume borghese nella sua decadenza; sono l’ultimo appiglio di una classe dominante che non ha più niente di progressivo da proporre all’umanità ma solo instillare odio per impedire l’unità del proletariato come classe e per preparare nuove guerre. Non si combattono contrapponendo ad esse le parole borghesi impotenti ed ipocrite della pace e della fratellanza universale perché sono prodotti necessari del regime del capitale e della sua democrazia: è solo abbattendo questo regime che il proletariato potrà davvero liberare se stesso e l’umanità intera.
PARTITO COMUNISTA INTERNAZIONALE
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yourboatholiday · 4 years
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Grecia: 3 mete green da scoprire a bordo di un catamarano
L’estate 2021 si avvicina e sempre più famiglie decidono di intraprendere una vacanza sostenibile. Va sottolineato che il turismo sostenibile rappresenta una chiara scelta nel rispettare l’ambiente, e non un trend come molti pensano. Noi vi proponiamo un modo alternativo per raggiungere e viverle isole greche: noleggiando una barca, meglio se un catamarano, a basso impatto ambientale nel rispetto dell’ecosistema marino.
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Cosa si intende per turismo sostenibile? 
Si tratta di un tipo di turismo che ha un minor impatto sull’ambiente locale pur essendo fonte di grandi benefici per la popolazione.
Lo sviluppo del turismo deve essere basato sul criterio della sostenibilità, ciò significa che deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali.
Consigliato: Vacanze ecosostenibili in barca
Il turismo sostenibile in Grecia
La Grecia figura tra i membri dell’ECEAT (Centro Europeo per il turismo ecologico e agricolo), ovvero l’Organizzazione leader in Europa nell’ambito del turismo sostenibile con particolare attenzione alle aree rurali e all’agricoltura biologica. Quindi se avete deciso di raggiungere la Grecia vi aspetta una vacanza indimenticabile in luoghi incantati, a volte selvaggi, spiagge mozzafiato e tramonti indimenticabili, tutto arricchito da buon cibo e tanto relax. Noi abbiamo scelto per voi tre isole definite green per lo stile di vita tipicamente isolano e rispettoso della natura.
Vacanze in catamarano tra le Isole Greche: Lipsi, Karpathos e Itaca
La parola d’ordine è lontano dal turismo di massa, ovvero in questa nostra proposta di vacanza green non consideriamo le mete più battute quali Santorini, Mykonos e Kos.  Ne rimangono comunque un’infinità. Vi proponiamo una mini crociera di otto giorni a bordo di un catamarano. Ma ricordiamo che il grande vantaggio di noleggiare una barca è quello di scegliere la propria destinazione. Contattate i nostri charter, vi consiglieranno la miglior crociera tra le isole elleniche.
LIPSI. La prima delle isole risparmiate dal turismo di massa che ci sentiamo di consigliarvi è la piccola Lipsi, nel Dodecanneso, circondata da un mare limpidissimo, nulla da invidiare alle altre isole greche più famose. Qui grotte, baie esclusive, natura incontaminata farà da cornice a giorni di relax immersi nella natura. Lipsi è ricca di fiordi e baie naturali. La spiaggia più bella è Platis Gialos, incastonata in un’ansa della costa nord nascosta al meltemi. Quest’isola offre l’opportunità di conoscere e scambiare due chiacchiere con gli isolani, lasciarsi affascinare dalla loro tranquillità. Sarà inoltre l’occasione per acquistare dell’ottimo pesce e materie prima d’eccellenza per rifornire lacambusa.
KARPHATOS. La bella, montuosa e selvaggia Karpathos è una di quelle mete in cui conviene recarsi prima che sia troppo tardi. L’isola è situata tra Rodi e Creta,  presto sarà preda del turismo di massa. Karpathos è adatta per chi vuole una vacanza serena, ottimo cibo, acque cristalline. L’isola possiede anche alcune delle spiagge più belle del Mediterraneo, ideali da esplorare a bordo di un catamarano. Olympos, il paese più settentrionale dell’isola, arrampicato ad anfiteatro sul pendio del monte ha mantenuto accese le tradizioni. Sarete catapultati in un luogo senza tempo, qui le donne del paese continuano a vestirsi con i loro abiti tradizionali. I suoi mulini, ancor oggi, macinano grano.
Molte le occasioni per visitare le isole distanti solo poche miglia, il vostro capitano di bordo di indicherà quali sono le migliori isole per una nuotata rinfrescante per una passeggiata alla scoperta della natura incontaminata. 
ITACA. La terza tappa della nostra crociera è Itaca, nelle Isole Ioniche. Famosa per essere la protagonista dei racconti omerici, è una meta ideale per chi desidera una vacanza all’insegna dell’ecosostenibilità. Il turismo di massa è pressoché nullo, molti affermano che su quest’isola si respira la Grecia autentica, genuina, dove la vita scorre tranquilla e la gente è molto amichevole. Itaca offre ai turisti spiagge di rara bellezza, nascoste tra le coste rocciose che regalano agli avventori il gusto della scoperta, insieme al tanto desiderato relax.
Quest’isola, con 3000 abitanti, la cui forma ricorda una farfalla, è creata da due porzioni di terra unite da uno stretto istmo, puntellate di spiaggette e insenature, villaggi pittoreschi sparsi qua e là e deliziosi porticcioli, è la meta ideale per una vacanza senza fronzoli, all’insegna della semplicità.
Ricordate inoltre che se volete portare a casa un ricordo di questa incantevole crociera in barca nelle Isole Greche allora rivolgetevi a qualche artigiano del posto, vi stupirete della manualità degli isolani, non prendete qualcosa di preconfezionato. Inoltre è obbligatorio preservare l’uso dell’acqua e cercare di produrre meno rifiuti possibile, basta usare il buon senso soprattutto quando si acquistano beni di prima necessità.
Questo itinerario è indicativo e può essere adattato o variato in ragione delle condizioni metereologiche e delle preferenze dell’equipaggio.
Come prenotare un catamarano per le Isole Greche
Se devi prenotare una vacanza scegliendo la formula di noleggio barche, comincia subito a pianificare il tuo viaggio per l’estate 2021 in Grecia.  Se non  vuoi perdere tempo tra mille agenzie o sfogliare decine di cataloghi allora chiama Your Boat Holiday, insieme pianificheremo il miglior tour per una crociera nelle splendide acque della Grecia.
Your Boat Holiday è da sempre sensibile alla salvaguardia del pianeta, attenta a pianificare viaggi che rispondano il più possibile ai principi dell’ecosostenibilità. In grado di organizzare una cambusa con prodotti Biologici, a Km0, ridurre la presenza di plastica e consigliare in modo concreto quali scelte fare e cosa è meglio evitare. Metteteci alla prova.
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Grecia: 3 mete green da scoprire a bordo di un catamarano
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freedomtripitaly · 4 years
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Mari cristallini e luoghi da sogno in cui potersi distendere e rilassare. Con ben 497 lidi (a cui si aggiungono 14 porti e 6 barche turistiche), la Grecia è secondo Paese al mondo con le spiagge più belle e da Bandiera Blu. A rivelarlo l’Hellenic Society for the Protection of Nature, la più antica Ong greca dedicata alla protezione dei siti naturali, che mostra come la Grecia abbia conquistato questa ambita posizione tra ben 47 paesi in gara che hanno partecipato alla 34esima edizione di Bandiere Blu 2020. Si tratta di un prestigioso riconoscimento assegnato dalla Foundation for Environmental Education (FEE) che ha assegnato premi anche in Italia. Un merito che tiene in considerazione non solo le aree visivamente più belle, ma anche i mari più puliti e le zone più curate: tutta una serie di criteri che devono soddisfare al massimo i severi requisiti imposti dalla Fondazione e che in Grecia è arrivato presto, già nel 1987. Un segno che questa fantastica terra nasconde tesori dall’ineguagliabile bellezza. A dominare la classifica 2020 sono le spiagge della penisola Calcidica, una zona caratterizzata da una natura incontaminata che si estende fino al mar Egeo settentrionale. Qui, tra meravigliose baie e lunghe penisole di sabbia, si contano ben 94 Bandiere Blu. Studiando l’intera classifica, invece, sono diverse le regioni che si sono distinte tra cui l’isola più grande di tutta la Grecia, Creta, con 117 spiagge premiate e una marina; la Macedonia Centrale con 104 spiagge e tre marine e l’Egeo Meridionale Cicladi e Dodecanneso con ben 78 spiagge e due marine. Nella classifica dei luoghi splendidi trovano posto, per quanto riguarda le Prefetture, la Calcidica con 85 Bandiere Blu, seguita da Lassithi con 39, l’isola di Rodi con 34, Chania con 33, Iraklion con 27, l’Attica con 19, terminando con Rethimno con 18, Cefalonia e Chios con 15 Bandiere Blu. Per quanto riguarda, invece, i comuni, il primo posto del podio va a Rodi con 34 Bandiere Blu. Seguono Kassandra con 32, Agios Nikolaos con 26, Nea Propontida e Sitonia con 18, Chersonissos con 17, Aristoteli e Xios con 15, Volos e Kos con 12. Luoghi senza dubbio splendidi e che vale la pena visitare per scoprire fondali cristallini, per vivere una vacanza in totale relax oppure per riscoprire la natura visitando piccoli paradisi, isolotti deserti, lasciandosi conquistare non solo dalla loro bellezza, ma anche dalla loro storia antica. Spathies, Sithonia. Fonte: Ufficio Stampa https://ift.tt/2M4RWg2 Bandiere Blu, la Grecia è il secondo Paese al mondo con le spiagge più belle Mari cristallini e luoghi da sogno in cui potersi distendere e rilassare. Con ben 497 lidi (a cui si aggiungono 14 porti e 6 barche turistiche), la Grecia è secondo Paese al mondo con le spiagge più belle e da Bandiera Blu. A rivelarlo l’Hellenic Society for the Protection of Nature, la più antica Ong greca dedicata alla protezione dei siti naturali, che mostra come la Grecia abbia conquistato questa ambita posizione tra ben 47 paesi in gara che hanno partecipato alla 34esima edizione di Bandiere Blu 2020. Si tratta di un prestigioso riconoscimento assegnato dalla Foundation for Environmental Education (FEE) che ha assegnato premi anche in Italia. Un merito che tiene in considerazione non solo le aree visivamente più belle, ma anche i mari più puliti e le zone più curate: tutta una serie di criteri che devono soddisfare al massimo i severi requisiti imposti dalla Fondazione e che in Grecia è arrivato presto, già nel 1987. Un segno che questa fantastica terra nasconde tesori dall’ineguagliabile bellezza. A dominare la classifica 2020 sono le spiagge della penisola Calcidica, una zona caratterizzata da una natura incontaminata che si estende fino al mar Egeo settentrionale. Qui, tra meravigliose baie e lunghe penisole di sabbia, si contano ben 94 Bandiere Blu. Studiando l’intera classifica, invece, sono diverse le regioni che si sono distinte tra cui l’isola più grande di tutta la Grecia, Creta, con 117 spiagge premiate e una marina; la Macedonia Centrale con 104 spiagge e tre marine e l’Egeo Meridionale Cicladi e Dodecanneso con ben 78 spiagge e due marine. Nella classifica dei luoghi splendidi trovano posto, per quanto riguarda le Prefetture, la Calcidica con 85 Bandiere Blu, seguita da Lassithi con 39, l’isola di Rodi con 34, Chania con 33, Iraklion con 27, l’Attica con 19, terminando con Rethimno con 18, Cefalonia e Chios con 15 Bandiere Blu. Per quanto riguarda, invece, i comuni, il primo posto del podio va a Rodi con 34 Bandiere Blu. Seguono Kassandra con 32, Agios Nikolaos con 26, Nea Propontida e Sitonia con 18, Chersonissos con 17, Aristoteli e Xios con 15, Volos e Kos con 12. Luoghi senza dubbio splendidi e che vale la pena visitare per scoprire fondali cristallini, per vivere una vacanza in totale relax oppure per riscoprire la natura visitando piccoli paradisi, isolotti deserti, lasciandosi conquistare non solo dalla loro bellezza, ma anche dalla loro storia antica. Spathies, Sithonia. Fonte: Ufficio Stampa Da Creta a Cefalonia, la Grecia fa il pieno di Bandiere Blu. Un riconoscimento che decreta la Grecia come il secondo Paese al mondo dalle spiagge più belle.
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alemicheli76 · 4 years
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La rubrica Viaggio attraverso la storia presenta "TRA PUGNI CINESI E SPIAGGE TURCHE" A cura di Alfredo Betocchi
La rubrica Viaggio attraverso la storia presenta “TRA PUGNI CINESI E SPIAGGE TURCHE” A cura di Alfredo Betocchi
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Isolotto di Sàseno, Albania
Delle conquiste coloniali italiane e della loro sanguinosa perdita sono pieni i libri di storia: Libia, Abissinia, Eritrea, Somalia, Albania e le isole del Dodecanneso sono nomi che ogni bravo scolaro non può dimenticare.
Oltre a questi nomi altisonanti ci sono stati, in giro per il mondo, anche alcuni piccoli territori che l’Italia ha governato per qualche tempo,…
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purpleavenuecupcake · 5 years
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Libia: Fallimento italiano. Eni si difende da sola
L'Italia ha perso la Libia nel 2011 quando venne deposto con la forza Gheddafi, per mano della Francia di Sarkozy. La Francia non ha mai digerito la nostra rilevanza, la nostra corsia privilegiata in Libia. La spallata definitiva per l'Italia la firma, il 27 novembre scorso, del trattato turco-libico sulle aree giurisdizionali del Mediterraneo di cui Serraj ha annunciato l’entrata in vigore l’8 dicembre scorso. Turchia e Libia hanno così  trasformato i seicento e passa chilometri di Mediterraneo che separano la costa turca di Bodrum e Marmara da quella libica di Derna e Tobruk in una zona economica esclusiva ignorando la presenza di Creta e delle isole greche del Dodecanneso. L’intesa riconosce alla Turchia diritti quasi esclusivi sulle prospezioni per la ricerca di gas e petrolio mettendo a serio rischio le concessioni off shore dell’Eni. E la minaccia non si ferma alla Libia. L’accordo mette indirettamente a rischio anche le prospezioni dell’Eni nelle acque di Cipro bloccando di fatto l’eventuale costruzione dei gasdotti indispensabili per portare in Europa il gas di nuovi giacimenti.  Oltre al gigantesco pozzo Zohr, scoperto dall’Eni di fronte all’Egitto, e all’Aphrodite, al Leviathan e al Tamar già attivi nelle acque di Cipro ed Israele quel tratto di Mediterraneo, nasconde secondo alcune stime, riserve di gas per oltre 3mila 500 miliardi di metri cubici. Ma per individuarle bisogna fare i conti con la Turchia impegnata da anni a contestare le zone economiche esclusive concordate da Cipro, Egitto ed Israele per spartirsi i diritti di ricerca. Diritti che Erdogan vorrebbe ripartiti con la Repubblica Settentrionale di Cipro, lo stato fittizio non riconosciuto dall’Onu, creato nei territori occupati militarmente da Ankara nel 1974”. Perdere la Libia è un fallimento epocale della politica estera italiana In pericolo l’interscambio tra i due paesi che si è attestato nel 2018 a 5,4 miliardi di euro, secondo quanto riferisce Quotidiano energia, di cui l’88,8% nel settore energetico per un ammontare di oltre 4,1 miliardi di euro che fanno del paese nordafricano il quinto fornitore della nostra Penisola. La Libia possiede, infatti, le none riserve petrolifere più grandi del mondo, circa 48 miliardi di barili, secondo le stime dell’US Energy Information Administration. I dati 2018 della Noc, la National Oil Corporation che controlla tutte le riserve del paese, hanno registrato una produzione media di 1,107 milioni di barili al giorno nel 2018 e un fatturato medio di 24,4 miliardi di dollari con un aumento del 78% su base annua, secondo quanto riporta una nota della stessa compagnia. Si tratta del massimo livello di produzione e entrate dal 2013, come ricordato dal presidente della Noc Mustafa Sanalla. A cominciare da quest’anno però si registra un certo rallentamento: a gennaio, secondo quanto riporta il sito ufficiale della Noc, le entrate generali derivanti dalla vendita di petrolio e derivati, oltre a tasse e canoni ricevuti dalle concessioni, è stato di poco superiore a 1,6 miliardi di dollari, in calo di oltre 680 milioni rispetto al mese precedente (-30%). Stesso discorso a febbraio: le entrate sono state pari a 1,26 miliardi di dollari, oltre 330 milioni in meno nel confronto mese su mese (-21%). “Il calo delle entrate petrolifere è attribuito a condizioni meteorologiche avverse che hanno colpito le esportazioni dal porto di Es Sider, oltre al recente blocco delle milizie armate e allo stato di forza maggiore a Sharara fino al 4 marzo 2019”, ammette Noc evidenziando, tramite le parole del presidente Sanalla, la possibilità di aumentare quest’anno la produzione “fino a 1,4 milioni di barili” nel caso di una stabilizzazione della situazione. E in effetti, secondo quanto riporta l’agenzia Nova, la produzione di greggio in Libia sarebbe “salita ad aprile a 1,2 milioni di barili al giorno”, secondo lo stesso presidente Sanallah. Quest’ultimo ha rilevato come l’aumento di produzione sia legato proprio alla ripresa delle attività del complesso di al Sharara, nel sud della Libia, “che si è attestato a 280 mila barili di petrolio al giorno”. L'ENI in Libia Naturalmente l’Italia è interessata da vicino anche per il ruolo che svolge Eni nel paese, presente dal 1959 e in tandem con la società nazionale Noc, rappresenta il 70% della produzione nazionale libica. Gli ultimi dati di produzione di Eni in Libia parlano di 270-280 mila barili al giorno, mentre nel 2017 si era toccato il record di 384 mila barili al giorno. Senza dimenticare il fondamentale compito che svolge il gasdotto Greenstream che raccogliere il gas proveniente dai due giacimenti di Bahr Essalam e Wafa per poi approdare a Gela, in Sicilia. La produzione libica dell’Eni “vale circa il 15% della produzione del gruppo italiano. Circa un terzo del gas naturale prodotto dal gruppo è libico”. Come ha spiegato il gruppo guidato dall’ad, Claudio Descalzi, l’attività è condotta nell’offshore mediterraneo di fronte a Tripoli e nel deserto libico per una superficie complessiva sviluppata e non sviluppata di 24.673 chilometri quadrati (12.336 chilometri quadrati in quota Eni). L’attività di esplorazione e sviluppo è raggruppata in 6 contratti. A livello onshore abbiamo l’Area A, comprendente l’ex Concessione 82 (Eni 50%); l’Area B, ex-Concessione 100 (Bu Attifel) e il Blocco NC 125 (Eni 50%); l’Area E, con il giacimento El Feel (Elephant) (Eni 33,3%); l’Area F, con il Blocco 118 (Eni 50%); e l’Area D, con il Blocco NC 169, nell’ambito del Western Libyan Gas Project (Eni 50%). L’Offshore ENI in Libia Nell’offshore Eni è presente nell’Area C, con il giacimento a olio di Bouri (Eni 50%) e nell’Area D, con il Blocco NC 41, parte del Western Libyan Gas Project. Nella fase esplorativa, Eni è invece operatore nelle Aree Contrattuali onshore A e B e offshore D. Il Gasdotto GREENSTREAM Come detto, la Libia è anche gas. Come evidenzia ENI  sul suo sito, “il gasdotto, composto da una linea di 520 chilometri, realizza l’attraversamento sottomarino del Mar Mediterraneo collegando l’impianto di trattamento di Mellitah sulla costa libica con Gela in Sicilia, punto di ingresso nella rete nazionale di gasdotti. La capacità del gasdotto ammonta a circa 8 miliardi di metri cubi/anno. L’approvvigionamento di gas naturale in Libia nel 2017 è stato pari a 4,76 miliardi di metri cubi”. Eni ha confermato che le attività a Mellitah proseguono regolarmente. Le azioni militari che si sono volte attorno alla zona sono avvenute “a più di 25 chilometri di distanza dalle strutture operative ed erano dirette ad una vecchia caserma delle milizie di Zwara”, ha riferito la stessa compagnia italiana che Eni gestisce in joint venture al 50% con la Compagnia petrolifera nazionale (Noc) libica è situato circa 22 km a est di Zuwara e consiste in impianti di trattamento di petrolio e gas. Prima del verificarsi degli ultimi scontri nel paese, l’Eni era attiva anche nell’attività esplorativa in Libia (prolungata fino al 2019). Lo ricorda la stessa azienda sul suo sito evidenziando, tra l’altro, un esito positivo delle esplorazioni “nell’area contrattuale D con una nuova scoperta a gas e condensati” situata in prossimità dei campi in produzione di Bouri e di Bahr Essalam. L'ENI si difende da sola in Libia Gli impianti sono gestiti e protetti da personale locale in coordinamento con quello italiano. E laddove non arriva l’uomo vi è la possibilità di monitorare la situazione con le nuove tecnologie, l’utilizzo di droni e robot che forniscono ai centri di comando e controllo un quadro sempre completo e reale della situazione dei pozzi petroliferi. Eni è all’avanguardia di questa trasformazione grazie al suo nuovo super computer HPC4, il più potente computer industriale al mondo, che consente tecniche di esplorazione più raffinate grazie alle analisi di prossima generazione. Ma ci sono anche nuove tecniche per la semplificazione del processo di perforazione dei giacimenti. Questo modello riesce a  ridurre la necessità di input umani,  aumentando la sicurezza e abbattendo in maniera significativa i costi fino al 50 per cento, oltre a dare maggiore sicurezza nei territori difficili o dove sono in atto conflitti come in Libia.   Read the full article
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sangha-scaramuccia · 6 years
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Dolomiti IV E V 19/24 agosto. Vie lunghe
Così era scritto nel programma RYUZAN 2017/2018 che Alvise Ryuci Mario aveva spedito i primi giorni del 2018. Dal 1974, anno del corso alla Sucai di roccia, aspettavo l'occasione per fare in Dolomiti delle arrampicate degne di questo nome. La mia esperienza si era limitata al corso al monte Morra, qualche via al Circeo, Gaeta, Leano e al Gran Sasso. Le Dolomiti erano state lo stimolo a fare il corso. Il prete Don Luigi della parrocchia di Santa Emerenziana organizzava in estate un campeggio e ci portava a fare camminate è un po' di ferrate partendo da San Virgilio di Marebbe. Oltre a reprimere la vita e imbonirci con prediche e pratiche dello stile venuto di moda con il papa gesuita. Le torri del Vajolet, le cime di Lavaredo, i denti di Croda Rossa, Sasso Lungo e Sasso Piatto, Pordoi avevano lasciato un segno più profondo della Gioventù Studentesca che abbandonai dopo due estati. Ma non le Dolomiti che ancora per un anno videro me con altri "fuoriusciti" fare un trekking tra i vari rifugi l'anno della liberazione. Ho chiesto ad Alvise se gli sembrava fattibile che partecipassi pur non praticando da tanti anni e mi ha incoraggiato. Le mie estati da anni si svolgono sul mare vivendo su una barca a vela che a ottobre 2017 è arrivata a Leros in Dodecanneso. A febbraio la decisione è presa e dopo aver prenotato volo A/R dalla Grecia comunico ad Alvise la mia partecipazione. A luglio gli mando un messaggio un po' inquieto, è quasi tempo, sullo stato delle mie ginocchia e se fosse il caso di prendere dei bastoncini per l'avvicinamento e il rientro post arrampicata. In perfetto stile Mario mi risponde di non preoccuparmi e che i bastoncini li ha lui. Il 19.8 Giacomo, con cui ho già praticato lo sci nelle settimane a Chamonix, viene a prendermi alla stazione di Montebelluna e insieme raggiungiamo Alfauro dove con Alvise c'è anche Giorgio con l'entusiasmo dei 23 anni. La mattina del 20, dopo il passaggio a comprare la puccia con lo speck che Giorgio e Giacomo non si faranno mai mancare, siamo andati alla Piramide di Col dei Bòs sullo spigolo della parete sud per la via degli Alpini. Penso sia la via per testare i giovani militari con zaini pesanti alla montagna. Almeno così dice la mia immaginazione. Per me è stata la via dove per la prima mezz'ora mi son chiesto ripetutamente perché mi fossi messo in questa situazione. Poi le cose sono migliorate, al terzo tiro ha cominciato a prevalere la soddisfazione di riuscire a fare la parte che Alvise mi aveva assegnato: il "recuperatore"; colui che chiudendo le 2 cordate doveva recuperare tutto il materiale, dadi cordini fettucce rinvii moschettoni e soprattutto friends (sono i più costosi), lasciati in parete con il compito essenziale di assicurare i primi arrampicatori. Le inquietudini hanno man mano lasciato spazio al presente e mi sono trovato con mia sorpresa a guardare facilmente in alto la parete piuttosto che in basso lo strapiombo. Non mi riusciva facilmente 40 anni fa! E tanto è dovuto alla sicurezza provata ad avere in testa una guida come Alvise. Quando esco dalla via un grande sorriso collettivo mi attende insieme alla stretta di mano rituale. Qualche momento per guardare dall'alto il paesaggio delle Dolomiti e, come tutti i giorni seguenti, una minaccia di pioggia ci spinge a prendere velocemente il cammino per tornare a valle e godersi la birra da "Strobel". A casa poi si farà un po' di aperitivo con la puccia non mangiata e formaggio nell'attesa dell'abbondante pasta. Alvise con Giacomo, che da 8 o 9 anni partecipa a questa settimana di vie lunghe, parlano della via da fare l'indomani. Il risultato sarà questo in ordine cronologico:
Grande Parete Costeana 2584m Via dei Bolognesi (settore centrale, ovest) 8 tiri 280m
Lagazuoi Piccolo Settore sinistro 2500m Via "Vonbank" parete sud 9 tiri 245m
Cima del Lago 2654m Diedro Dall'Oglio (diedro sud-ovest) 10 tiri 400m
Lagazuoi Piccolo settore centrale 2500m Via dei proiettili (parete sud) 6 tiri 191m
Per arrivare all'attacco delle vie e tornare a valle in alcuni casi si sono percorsi sentieri lunghi e fatte corde doppie in discesa con tempi di quasi 3 ore da aggiungere a quelli di arrampicata di 5/6. Tutta salute è stata la finale sensazione! Tra parentesi, Alvise seguita la sua pratica di pasto unico serale con successo e insieme si conveniva sulla fattibilità serena della pratica in giorni di intense e coinvolgenti attività, qualche difficoltà in più nei giorni meno dinamici. Tornando alla vita aggrappata e verticale mi son portato via dalle venete ascensioni una grande carica che penso tutti i praticanti sperimentano, mi sono sussurrato frasi del tipo "questo lo hai fatto strisciando da verme" o " liberato bene questo passaggio " fino a "veramente elegante quella mano in appoggio" che poi sarebbe un obiettivo. In più le vie lunghe m'hanno richiamato alla memoria dal libro di Pirsig che ha dato il nome alla nostra compagna di sangha greca "Lila" questo pensiero "...insieme con la barca noi compriamo lo spazio, il nulla, il vuoto... enormi distese di acque aperte... e distese di tempo senza scadenze... è una merce che vale un sacco di soldi... difficile da trovare di questi tempi." In montagna le distese enormi sono fruibili forse per meno tempo, ma credo sia questo che mi ha fatto desiderare la via lunga. Forse un giorno cercherò il passaggio di un grado più difficile oggi è lo spazio che ho cercato e mi ha saziato. Credo che le fotografie parlino di questo e se diventerò più bravo forse un giorno le foto saranno dentro il testo con la singola didascalia. Per ora specifico solo che avevo iniziato una mini preparazione con qualche camminata nel Cantal francese con Josiane ed è la prima delle immagini. Tutto il resto è Dolomiti! Altre riflessioni nate pensando alla vita in mare sono state: bello se anche in barca ognuno facesse la sua parte come in montagna. Se come su ogni moschettone o grigri o corda anche prima di salire in barca per viverci una settimana o più si sottoscrivesse un testo similare al seguente:
La pratica dell'Alpinismo (progressione o arrampicata su ghiaccio, neve, roccia) necessita di una preparazione specifica e comporta dei rischi che possono portare alla morte o a gravi conseguenze. Chiunque faccia uso di questo moschettone è comunque responsabile di possedere la conoscenza delle tecniche e delle misure precauzionali e si assume la responsabilità dei rischi legati a queste attività attribuibili ad un utilizzo non corretto del prodotto. Ogni modifica del prodotto originale può avere conseguenze pericolose per la durata e la sicurezza del prodotto stesso. Le modifiche sono a rischio e pericolo dell'utilizzatore e comportano automaticamente la caduta di qualunque garanzia. I materiali non sono eterni.  Prima di ogni utilizzo ispezionare l'attrezzatura e non esitare a sostituirla in caso di dubbio.
Per un domani, all'età di quella che una volta era della pensione, potrò adottare questa formula e rientrare anch'io nel favoloso mondo dei "formatori"... Il detto "più siamo meglio stiamo" è molto bello... in una piccola barca al massimo si arriva a essere in dieci, così ero preparato a essere anche solo in quattro ed è stato bello poter dire "meglio pochi, ma buoni!" Mai ho pagato con più piacere quella comunemente intesa come una vacanza, ma che preferisco chiamare dei bellissimi giorni in montagna con una guida eccezionale e compagni sereni senza egocentrismi scassamaroni. Messaggio di Giorgio in ritorno ad alcune foto "Sono stati giorni da paura!" La sintesi dei 23 anni. Grazie Alvise Ryuci Mario
A mani unite Mario Soshin
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blogexperiences · 7 years
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Da noi la villeggiatura potrebbe continuare
Da noi la villeggiatura potrebbe continuare
  L’estate, dove l’avete trascorsa? A Leros nel Dodecanneso o alle Eolie? Avete imboccato i tornanti per Sarmizegetusa, capitale della Dacia o quelli che portano a Novara di Sicilia? Avete preferito il clima nordico dell’Estonia, del Baltico, della Scozia? Oppure siete andati alla ricerca di Kallipolis? Non Gallipoli, nella provincia di Çanakkale, sullo stretto dei Dardanelli e neppure Gallipoli…
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vacanzaavela · 6 years
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ultraultimaedizione · 9 years
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Migranti: molti i bambini tra i 22 annegati in Grecia. 144 i salvati
#Migranti: molti i bambini tra i 22 annegati in #Grecia. #ultimaedizioneeu, #news, #esteri
Sono numerosi i bambini annegati nel corso di due naufragi avvenuti nel Mare Egeo, nelle acque territoriali della Grecia. In totale vengono segnalati tra i migranti 22 i morti.  144 le persone tratte in salvo. Ancora una volta lo scenario è quello del Dodecanneso. Nei pressi dell’isola di Kalymnons i cadaveri recuperati sono stati 19. Altri tre migranti annegati sono, invece, segnalati dall’isola…
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vacanzaavela · 6 years
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vacanzaavela · 6 years
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vacanzaavela · 6 years
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