#diversità genetica
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Cos’è esattamente la biodiversità?. L'importanza della diversità biologica per il pianeta e per l'uomo. A cura di Alessandria today
La biodiversità, termine che deriva dalla contrazione di "diversità biologica", si riferisce alla varietà di tutte le forme di vita presenti sulla Terra.
La biodiversità, termine che deriva dalla contrazione di “diversità biologica”, si riferisce alla varietà di tutte le forme di vita presenti sulla Terra. Questo concetto abbraccia un’enorme gamma di organismi, dalle piante agli animali, dai funghi ai microrganismi. La biodiversità non include solo le singole specie, ma anche la varietà genetica all’interno delle stesse e la diversità degli…
#adattamento genetico#Ambiente#Aree protette#Biodiversità#biodiversità marina#biodiversità terrestre#Cambiamento climatico#conservazione della biodiversità#conservazione della natura#cos&039;è la biodiversità#deforestazione#diversità biologica#diversità degli ecosistemi#diversità delle specie#diversità genetica#ecosistemi#ecosistemi naturali#equilibrio degli ecosistemi.#equilibrio ecologico#estinzione delle specie#Habitat#impatto umano sulla biodiversità#importanza biodiversità#Inquinamento#interazioni ecologiche#minacce alla biodiversità#protezione biodiversità#protezione delle specie#protezione habitat#risorse naturali
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LA LINCE IBERICA NON È PIÙ A RISCHIO DI ESTINZIONE
Cacciata in passato per il suo prezioso mantello e decimata dalla perdita del suo habitat naturale, la lince iberica si era ridotta ad una popolazione complessiva di 62 individui nel 2001. Oggi, la popolazione totale è stimata in oltre 2.000 individui e lo stato di conservazione della Lynx pardinus è passato da ‘in pericolo’ a ‘vulnerabile’, superando il rischio di estinzione.
Gli sforzi di conservazione di questa specie si sono concentrati sull’aumento dell’abbondanza delle sue prede, il coniglio europeo (anch’esso precedentemente in via d’estinzione), sulla protezione e il ripristino della macchia mediterranea e degli habitat forestali e sulla riduzione delle morti causate dalle attività umane. Aumentare la diversità genetica della specie attraverso traslocazioni e un programma di riproduzione fuori dal proprio ambiente naturale, anche in cattività, hanno permesso l’aumento del numero di esemplari in natura. Dal 2010, più di 400 linci iberiche sono state reintrodotte in alcune parti del Portogallo e della Spagna. La lince iberica occupa ora circa 3.320 km2, in aumento rispetto ai 449 km2 del 2005.
“Questo successo, il più grande recupero di una specie felina ottenuto attraverso la conservazione, è il risultato di una collaborazione impegnata tra enti pubblici, istituzioni scientifiche, ONG, aziende private e membri della comunità, tra cui proprietari terrieri locali, agricoltori, guardie forestali e cacciatori, con il supporto finanziario e logistico del progetto LIFE dell’Unione Europea”, ha dichiarato Francisco Javier Salcedo Ortiz, coordinatore del progetto LIFE Lynx-Connect, che ha guidato le misure di conservazione della lince iberica.
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Fonte: International Union for the Conservation of Nature; foto di Phil Glister
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Perché siamo (biologicamente) uguali?
Che le razze umane non esistano è un fatto ormai scientificamente assodato. Anche se questa invenzione è sempre stata usata per giustificare il razzismo culturale.
Ognuno di noi è ovviamente una versione diversa di Homo sapiens: la riproduzione sessuale fa un gran bel lavoro di rimescolamento con il materiale genetico che ha a disposizione. Ma siamo lo stesso così simili gli uni con gli altri che è possibile trovare qualcuno dall'altra parte del mondo che casualmente ha un genoma più simile al proprio di chiunque abiti nel nostro stesso quartiere (a meno che non si viva con il proprio fratello gemello, ovviamente).
Certo, nel corso dell'evoluzione il nostro cervello ha sviluppato la capacità di riconoscere e amplificare la percezione delle differenze estetiche e la nostra cultura ne ha fatto un totem di appartenenza etnica. Ma i classici tratti somatici che usiamo per discriminare (colore della pelle, dei capelli e degli occhi, statura, forma del viso, eccetera) sono determinati solamente da una manciata di geni, su un totale che si aggira sui 20mila.
Ovvio che se un aborigeno australiano avesse migliaia di geni identici ai miei ma che codificano solo proteine che influenzano il funzionamento del cuore, del cervello, la composizione del sangue e la struttura ossea, non me ne potrei mai accorgere a colpo d'occhio.
La genetica di Homo sapiens è così poco varia che siamo la specie di primate con meno diversità genetica di tutte. È questo che ci rende così simili gli uni con gli altri. E, tra l'altro, ci espone ad un numero maggiore di malattie genetiche. Potremmo dire che siamo tutti consanguinei.
Secondo l'attuale conoscenza scientifica, il motivo è duplice.
Da un lato, circa 73mila anni fa si è verificata una drastica diminuzione della popolazione. Dall'altro, siamo sempre stati una specie fortemente migratoria.
La diminuzione della popolazione probabilmente è stata causata dalla catastrofe di Toba: l'esplosione di un supervulcano che ha lasciato un cratere di 100 km sull'isola di Sumatra e ha disperso polveri che oscurarono il Sole, rendendo ancor più freddo un pianeta che già stava attraversando una glaciazione.
Questo mise a dura prova gli ecosistemi e provocò una repentina diminuzione degli esemplari di varie specie. Provocando, dal punto di vista genetico, un cosiddetto collo di bottiglia: solo chi sopravvisse potè trasmettere il proprio corredo genetico ai discendenti, e questo ha lasciato una traccia nel genoma delle generazioni successive. I genetisti sono riusciti a datare vari colli di bottiglia di ghepardi, tigri e di molti primati, più o meno nello stesso periodo della catastrofe di Toba.
Per quanto riguarda Homo sapiens, si stima che circa 70mila anni fa fummo vicini all'estinzione: rimasero solo 20-25mila esemplari. O più precisamente, tutti gli 8 miliardi di persone che oggi abitano la Terra derivano da un ristretto gruppo di 20-25mila che vissero in Africa 70mila anni fa. Avrebbero potuto essere di più ma o non si sono riprodotti, o le loro stirpi si sono estinte.
Questo collo di bottiglia ha quindi distrutto gran parte della variabilità genetica esistita precedentemente: ad un certo punto sopravvissero e si riprodussero molti meno esemplari e quindi molte meno versioni diverse di Homo sapiens.
Un fenomeno geneticamente simile ma con cause totalmente diverse è il cosiddetto effetto del fondatore in serie, causato dalle migrazioni che Homo sapiens ha più volte intrapreso nel corso dei millenni. Si tratta di spostamenti di pochi km per ogni generazione, ma abbastanza per partire dall'Africa e raggiungere, in relativamente poco tempo, la Patagonia.
L'effetto del fondatore provoca un fenomeno di deriva genetica che porta ad una ulteriore diminuzione di una già bassa variabilità genetica. Infatti, se un sottogruppo della popolazione si stacca e non si mescola più con la popolazione iniziale, si porta dietro solo un piccolo pezzettino di variabilità genetica e quindi avrà una variabilità genetica diminuita. Il motivo è quindi simile: un sottogruppo ha meno esemplari, quindi meno versioni di Homo Sapiens, e quindi meno diversità genetica.
Certo, la variabilità può ricominciare ad aumentare col tempo e la globalizzazione può rimescolare un po' il genoma del genere umano, ma è un processo molto più lento (o molto più recente) delle migrazioni. Tanto è vero che ancora oggi si vede come la variabilità genetica sia massima (seppur bassa) in Africa e sempre minore mano mano che ci si allontana dalla culla di Homo sapiens, seguendo le antiche rotte migratorie.
Se quindi alla nascita siamo tutti così biologicamente simili, allora la quasi totalità delle differenze fra esseri umani è di origine culturale e ambientale, dovuta alla storia e alle esperienze personali. Sono queste che giocano un ruolo significativo nella distinzione fra esseri umani, che definiscono chi siamo e come ci comportiamo. E non è nulla che si possa trasmettere geneticamente.
Con buona pace dei razzisti e di taluni psicologi riduzionisti.
(L'immagine di apertura è stata creata con l'intelligenza artificiale generativa Adobe Firefly)
#homo sapiens#razzismo#razze#deriva genetica#effetto del fondatore#collo di bottiglia#catastrofe di toba#migrazioni#africa
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Come va intesa e vissuta una religione.
La religione non è verità, non è Cultura, ma superstizione; è un aspetto privato delle persone, non pubblico; credere in qualcosa, fare parte d'una istituzione religiosa NON è obbligatorio e tanto meno indispensabile.
Non sussiste alcuna predisposizione genetica che porti alcuno a credere in 'dio'; esiste, invece, una dispotica imposizione politica che organizza lo Stato italiano in modo che l'indottrinamento religioso avvenga in un momento in cui non è possibile sottrarsi ad esso, cioè da bambini. Dopo un percorso educativo corretto, Etico, Razionale, è infatti molto difficile che un soggetto adulto possa dare credito a dogmi, a fantasie, a mitologie: a ciò che è totalmente privo di prova, di evidenza e che lo porti ad odiare qualcuno per la sua diversità.
Le scuole pubbliche non sono luoghi di culto, non sono templi, non sono proprietà o sede secondaria di alcuna istituzione religiosa: è pertanto necessario togliere ogni tipo di simbolo religioso appeso e che nelle scuole pubbliche si offrano agli studenti tutti gli strumenti necessari per comprendere la Realtà, affrontarla con Razionalità, con Maturità e Dimestichezza, senza credere in alcun dogma.
La religione non è Cultura, ma mera superstizione (Ignoranza), da cui tenersi alla larga; per comportarci in modo Civile non abbiamo bisogno di alcuna religione, ma di una Coscienza - che si può costruire solo attraverso Scienza e Cultura. Quanto detto vale, allo stesso modo, anche per gli ospedali pubblici, gli uffici pubblici, i tribunali, che devono riflettere un approccio Etico verso ogni cittadino, al di sopra d'ogni tipo di superstizione, d'ogni forma di Ignoranza.
I politici italiani sono FUNZIONARI DELLO STATO ITALIANO NON DEL VATICANO: se desiderano fare proselitismo religioso, possono chiedere di farsi assumere in Vaticano o diventare sacerdoti. Lo Stato Italiano NON è una teocrazia.
Un papa non è altro che uno sciamano: l'opinione di qualsiasi religioso, in un Paese Laico, non conta. Nei Paesi cattolici, causa indottrinamento religioso, si verificano non solo aggressioni nei confronti di chi non è eterosessuale, ma per la visione misogina della donna tipica del cattolicesimo, anche violenze contro le donne e femminicidi.
L'educazione e l'ambiente in cui si cresce influiscono sul nostro essere sensibili, empatici e attenti alle altrui esigenze; affinché diventino sensibili, empatici e attenti alle altrui esigenze (cioè persone mentalmente equilibrate) è bene tenere i bambini, i ragazzi, il più lontano possibile da qualsiasi realtà, 'opinione', 'educazione', indottrinamento, politica, superstizione, apologia, propaganda omofobi, misogini, maschilisti, xenofobi, razzisti, schiavisti.
Crescere in un ambiente in cui si impara ad ascoltare gli altri e si riceve corretta, opportuna attenzione e interesse, aiuta a maturare la capacità di comprendere i punti di vista altrui e a sviluppare un'idea di società felice, libera, senza alcun tipo di oppressivo condizionamento morale.
Autodeterminarsi è un diritto inalienabile di ogni individuo: un credente ha diritto a vivere la propria 'fede', anche come martire di una iniqua sofferenza, ma non di imporre a terzi il suo 'credo'.
Chi ha 'fede' può vivere serenamente secondo i suoi principi, fare ciò che vuole del suo corpo, della sua vita, ma non può costringere altri (bambini compresi) a fare scelte non indispensabili, non condivisibili, di cui non hanno piena Coscienza e per cui non è possibile esprimere un Consenso.
La nostra esistenza �� effimera, peritura: nasciamo, viviamo, moriamo, senza specifica ragione; tale condizione è un motivo sufficiente per rendere un Diritto Inalienabile la ricerca individuale del Piacere - indispensabile per raggiungere la Felicità.
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La religione non è verità, non è Cultura, ma superstizione; è un aspetto privato delle persone, non pubblico; credere in qualcosa, far parte d'una istituzione religiosa, non è obbligatorio e, tanto meno, indispensabile.
Non sussiste alcuna predisposizione genetica che porti a credere in dio; esiste, invece, una dispotica imposizione politica che organizza lo Stato italiano in modo che l'indottrinamento religioso avvenga in un momento in cui non è possibile sottrarsi ad esso: da bambini.
Dopo un percorso educativo corretto, Etico, Razionale, è difficile che un soggetto adulto possa dare credito a dogmi, a mitologie: a ciò che è totalmente privo di prova, che lo porti ad odiare qualcuno per la sua diversità.
Le scuole pubbliche non sono luoghi di culto, non sono templi, non sono proprietà o sede secondaria di alcuna istituzione religiosa: è pertanto necessario togliere ogni tipo di simbolo religioso appeso, e che nelle scuole pubbliche si offrano agli studenti tutti gli strumenti necessari per comprendere la Realtà, affrontarla con Razionalità, con Maturità e Dimestichezza, senza credere in alcun dogma.
La religione non è Cultura, ma mera superstizione (Ignoranza), da cui tenersi alla larga; per comportarci in modo Civile non abbiamo bisogno di alcuna religione, ma di una Coscienza - che si può costruire solo attraverso Scienza e Cultura; quanto detto vale, allo stesso modo, anche per gli ospedali pubblici, gli uffici pubblici, i tribunali, che devono riflettere un approccio Etico verso ogni cittadino, al di sopra d'ogni tipo di superstizione, d'ogni forma di Ignoranza.
Offrono più sollievo le cose che possiamo dimostrare e quindi impegnarci a migliorare, rispetto alla religione (basata sul nulla del nulla): assurdo è, pertanto, credere a qualcosa, scritto eoni fa, da una manica di ubriachi.
#religione#Cultura#superstizione#ignoranza#Civile#Coscienza#Scienza#ospedale#ufficio pubblico#tribunale#cittadino#Etica#Realtà#Razionalità#Maturità#scuola#tempio#culto#simbolo religioso#dogma#mitologia#politica#dio#prova#odio#diversità#verità#credere#indispensabile#ubriachi
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Wild banana in mainland Southeast Asia reveal hidden diversity and need to conserve natural genetics
Chuối dại ở Đông Nam Á lục địa cho thấy sự đa dạng tiềm ẩn và nhu cầu bảo tồn di truyền tự nhiên
ກ້ວຍປ່າໃນອາຊີຕາເວັນອອກສຽງໃຕ້ແຜ່ນດິນໃຫຍ່ເປີດເຜີຍຄວາມຫຼາກຫຼາຍທີ່ເຊື່ອງໄວ້ ແລະຕ້ອງການອະນຸລັກພັນທຸກໍາທໍາມະຊາດ
东南亚大陆的野生香蕉揭示了隐藏的多样性,需要保护天然遗传基因
東南亞大陸的野生香蕉揭示了隱藏的多樣性,需要保護自然遺傳
दक्षिण-पूर्व एशिया की मुख्य भूमि में जंगली केले छिपी हुई विविधता और प्राकृतिक आनुवंशिकी के संरक्षण की आवश्यकता को उजागर करते हैं
Pisang liar di daratan Asia Tenggara menunjukkan keragaman tersembunyi dan perlunya melestarikan genetika alami
กล้วยป่าในเอเชียตะวันออกเฉียงใต้แผ่นดินใหญ่เผยให้เห็นความหลากหลายที่ซ่อนอยู่และความจำเป็นในการอนุรักษ์พันธุกรรมธรรมชาติ
Ang ligaw na saging sa mainland Southeast Asia ay nagpapakita ng nakatagong pagkakaiba-iba at kailangang pangalagaan ang natural na genetics
ចេកព្រៃនៅអាស៊ីអាគ្នេយ៍ដីគោកបង្ហាញពីភាពចម្រុះដែលលាក់កំបាំង ហើយត្រូវការអភិរក្សហ្សែនធម្មជាតិ
အရှေ့တောင်အာရှပြည်မကြီးရှိ တောရိုင်းငှက်ပျောသီးသည် လျှို့ဝှက်ကွဲပြားမှုများကို ထုတ်ဖော်ပြသပြီး သဘာဝမျိုးဗီဇကို ထိန်းသိမ်းရန် လိုအပ်သည်။
দক্ষিণ-পূর্ব এশিয়ার মূল ভূখণ্ডের বন্য কলা লুকানো বৈচিত্র্য প্রকাশ করে এবং প্রাকৃতিক জেনেটিক্স সংরক্ষণের প্রয়োজন
අග්නිදිග ආසියාවේ ප්රධාන භූමියේ වල් කෙසෙල් සැඟවුණු විවිධත්වය හෙළි කරන අතර ස්වභාවික ජාන සංරක්ෂණය කිරීමේ අවශ්යතාවය පෙන්නුම් කරයි
मुख्य भूमि दक्षिणपूर्व एशियामा जंगली केराले लुकेको विविधता प्रकट गर्दछ र प्राकृतिक आनुवंशिकी संरक्षण गर्न आवश्यक छ
東南アジア大陸部の野生バナナは隠れた多様性と自然遺伝子の保全の必要性を明らかにする
동남아시아 본토의 야생 바나나는 숨겨진 다양성을 보여주며 자연 유전학을 보존해야 할 필요성을 보여줍니다.
Les bananiers sauvages du continent sud-est asiatique révèlent une diversité cachée et la nécessité de conserver la génétique naturelle
El banano silvestre en el sudeste asiático continental revela una diversidad oculta y la necesidad de conservar la genética natural
Banana selvagem no Sudeste da Ásia continental revela diversidade oculta e necessidade de conservar a genética natural
Wilde Bananen auf dem südostasiatischen Festland offenbaren verborgene Vielfalt und die Notwendigkeit, die natürliche Genetik zu bewahren
Le banane selvatiche nell'Asia sud-orientale continentale rivelano una diversità nascosta e la necessità di conservare la genetica naturale
Дикие бананы в материковой части Юго-Восточно�� Азии обнаруживают скрытое разнообразие и необходимость сохранения естественной генетики
Dzikie banany w kontynentalnej Azji Południowo-Wschodniej ujawniają ukrytą różnorodność i potrzebę zachowania naturalnej genetyki
Güneydoğu Asya anakarasındaki yabani muzlar gizli çeşitliliği ve doğal genetiğin korunması ihtiyacını ortaya koyuyor
Wilde piesang op die vasteland van Suidoos-Asië openbaar verborge diversiteit en behoefte om natuurlike genetika te bewaar
Дикі банани в материковій частині Південно-Східної Азії виявляють приховану різноманітність і потребують збереження природної генетики
Dlium theDlium @dlium
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Nel DNA la predisposizione per la dieta vegetariana
La dieta vegetariana è più salutare? Dipende dai tuoi geni. Abbiamo scoperto che alcune varianti genetiche influiscono sul modo in cui assorbiamo i nutrienti, capovolgendo gli effetti della dieta vegetariana sull'organismo. Nell'immaginario collettivo la dieta vegetariana è sinonimo di mangiare sano: tuttavia, se è vero che per la maggior parte delle persone eliminare carne e pesce significa diminuire il colesterolo e il rischio di soffrire di malattie cardiache e diabete di tipo 2, per alcuni gli effetti potrebbero essere diversi.
La nutrigenetica studia l’impatto della diversità genetica degli individui sul metabolismo dei nutrienti e dei composti introdotti con la dieta. Lightspring | Shutterstock Il motivo? La genetica: secondo quanto scoperto da uno studio pubblicato su PLOS Genetics, la presenza di alcune varianti genetiche (o alleli) influenza infatti il modo in cui il nostro organismo assorbe alcuni nutrienti, modificando le conseguenze della dieta sulla salute. Effetti generali Lo studio ha coinvolto oltre 150.000 partecipanti, 2.300 dei quali seguivano una dieta strettamente vegetariana: la maggior parte dei vegetariani aveva bassi livelli di colesterolo, una cosa positiva per la salute del cuore, e di vitamina D, importante invece per la salute delle ossa e il sistema immunitario. Alti invece i livelli di trigliceridi, un tipo di grasso del sangue la cui presenza eccessiva può aumentare il rischio di soffrire di malattie cardiovascolari. Calcio, ormoni e reni Includendo la componente genetica è emerso che quando era presente una specifica variante genetica, detta allele minore, gli esiti cambiavano. In particolare in chi era vegetariano e aveva la variante del gene MMAA, connessa al metabolismo del calcio, aumentavano i livelli di calcio (invece che diminuire). Questo è da un lato positivo, perché il calcio migliora la salute di ossa e denti, ma dall'altro può avere anche risvolti negativi, aumentando il rischio di soffrire di calcoli renali e malattie cardiovascolari. Un piccolo gruppo di partecipanti con un'altra variante genetica ha poi riscontrato un aumento nei livelli di testosterone – tendenza contraria rispetto alla maggior parte dei vegetariani, nei quali questo ormone diminuisce. Infine la presenza di un allele minore connesso alle funzioni renali ha modificato gli effetti del vegetarianismo, facendo diminuire (invece che aumentare) il tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGFR), ovvero la velocità con cui il sangue viene filtrato dai reni. La ricerca getta le basi per condurre nuovi studi di nutrigenetica e trial clinici che aiutino gli esperti a comprendere meglio in che modo i geni influiscono sulla dieta che adottiamo. Alcune cose che forse non sai su vegani e vegetariani La dieta vegana è ecosostenibile? No. Anzi, nel lungo periodo risulterebbe peggiore di quella onnivora, sia per quanto riguarda lo sfruttamento ambientale, sia per la sopravvivenza dell’umanità. Lo sostiene una ricerca della Tufts University (Usa) basata sull’analisi di dieci diversi regimi alimentari (dal vegano, al vegetariano ad altri onnivori, caratterizzati da maggiore o minore presenza di carne e proteine animali) e del loro impatto ambientale. È emerso che una dieta vegana, nel lungo periodo, risulterebbe quella in grado di sfamare meno persone, rivelandosi quindi la scelta meno sostenibile per l’umanità. L’ideale, per la Terra ma anche per la nostra salute, sarebbe invece non eliminare ma piuttosto ridurre il consumo di proteine animali. I vegetariani stanno meglio? Semplificando, studi statunitensi mostrano che i vegetariani stanno complessivamente meglio rispetto agli onnivori, hanno un cuore più sano, un rischio ridotto di ammalarsi di diabete e di alcuni tumori, e sono più magri. Nelle ricerche condotte in Europa, tuttavia, i vantaggi sono molto meno netti. Perché? Secondo gli esperti gli studi americani sono spesso falsati, perché confrontano i vegetariani con persone che hanno abitudini alimentari pessime: lì gli onnivori mangiano davvero malissimo. Il confronto andrebbe invece fatto con chi segue una dieta onnivora, ma salutare. Gli studi che hanno seguito questo criterio non sono molti, ma quelli disponibili fanno pendere la bilancia verso un’alimentazione che includa perlomeno il pesce. Il mix perfetto? La dieta mediterranea Read the full article
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Gli organoidi cerebrali chimerici catturano la diversità genetica umana Modelli innovativi per lo studio del cervello umano Un nuovo studio pubblicato su Natura ha rivelato l’utilizzo di organoidi cerebrali chimerici, creati combinando cellule di fino a cinque donatori diversi. Questi modelli offrono la possibilità di considerare la diversità genetica umana nello studio dello sviluppo e delle malattie cerebrali. Approccio rivoluzionario in campo scientifico L’approccio innovativo utilizzato in questo studio potrebbe aprire nuove prospettive nella ricerca sul cervello umano, consentendo di comprendere meglio le variazioni genetiche che influenzano lo sviluppo e le malattie neurologiche. Implicazioni per la ricerca sulle malattie cerebrali La capacità di creare organoidi cerebrali chimerici con diversità
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Gli scienziati rivelano la struttura di un antico elemento genetico simile a un virus
Il genoma umano contiene circa mezzo milione di copie di LINE-1. Il retrotrasposone Long Interspersed Element-1 (LINE-1) è un “antico parassita genetico” che ha scritto circa un terzo del genoma umano attraverso un meccanismo di “copia e incolla” e funge da fonte attiva della diversità genetica e delle malattie umane. Il retrotrasposone LINE-1, uno degli elementi più comuni del DNA umano, è una…
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Nuovo post su Atom Heart Magazine
Nuovo post pubblicato su https://www.atomheartmagazine.com/rumeysa-a-testa-alta-rakuten-tv/
Rakuten TV annuncia la sua ultima produzione: Rumeysa: A Testa Alta
Rakuten TV, una delle principali piattaforme di streaming europee, sta per lanciare “Rumeysa: A Testa Alta“. In documentario che segue il viaggio ispiratore della donna più alta del mondo.
Rumeysa: A Testa Alta – Disponibile su Rakuten TV
Questo avvincente documentario sarà disponibile nella sezione FREE di Rakuten TV dal 21 dicembre in tutta Europa e sarà un’esclusiva della piattaforma. Di grande impatto, “Rumeysa: A Testa Alta” fa parte della collezione Rakuten Originals e celebra la diversità sensibilizzando sulla normalizzazione delle differenze visibili.
Chi è Rumeysa Gelgi
La notevole altezza di 215,16 cm di Rumeysa Gelgi riflette la sua straordinaria forza interiore. Nata con la rara mutazione genetica della sindrome di Weaver, la vita non è stata facile per lei. Il documentario racconta come un intervento chirurgico che le ha cambiato la vita le abbia permesso di viaggiare per la prima volta in America, consentendole di incontrare alcune delle donne più straordinarie del mondo. In questo viaggio unico, Rumeysa condivide la sua storia e impara da altre incredibili detentrici del titolo GUINNESS WORLD RECORDS™.
Il documentario
Il documentario è diretto da Matthew Musson, pluripremiato documentarista con una vasta esperienza nel Guinness World Records. “Rumeysa: A Testa Alta” permette ai detentori del record mondiale di raccontare le loro storie con la loro voce. Il film è allo stesso tempo una riflessione sul trattamento delle persone con differenze visibili e una celebrazione della loro unicità nel quadro di una società inclusiva di cui c’è grande bisogno. Rumeysa Gelgi, attivista e ricercatrice turca, riconosciuta come la donna vivente più alta del mondo con più titoli GUINNESS WORLD RECORDS™, conduce il documentario. A lei si affiancano Samantha Ramsdell, che detiene il record della bocca più larga, Wildine Aumoithe, la donna vivente più bassa, e Savvi Trapp, membro della famiglia più alta del mondo. Nel racconto non mancano momenti notevoli, come la rimozione di sei posti in economy sulla Turkish Airlines per ospitare Rumeysa sul suo primo volo, l’epico incontro tra la donna più alta e quella più bassa del mondo e la relazione tra la famiglia, la modella e l’attrice più alte del mondo durante una seduta di manicure.
Girato in luoghi iconici della Turchia e degli Stati Uniti, “Rumeysa: A Testa Alta” è un’aggiunta unica alla crescente library di contenuti originali del Guinness World Records™. La società di produzione del marchio, GWR Studios, produce contenuti di successo da oltre due decenni. il documentario è ricco di momenti salienti e di potenti testimonianze. Culmina con un commovente discorso di Rumeysa a un gruppo di persone con capacità diverse, che trovano ispirazione nei suoi successi e nella celebrazione della diversità.
Rumeysa: A Testa Alta – Il trailer
youtube
Rumeysa: A Testa Alta sarà un’esclusiva di Rakuten TV e sarà disponibile gratuitamente in 42 paesi europei come parte della collezione Rakuten Originals.
Non perderti anche le altre novità di dicembre su Rakuten TV.
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IL MIO SISTEMA DI VITA
Ho sempre voluto avere un mio posto, sin da bambina cercavo il marito, la casa, il lavoro, gli amici, la mia famiglia.
Ogni weekand preparavo il mio zainetto rosa della Barbie (che era fighissimo, tipo rosa scuro semi trasparente), ci mettevo le mutande di ricambio e uscivo.
Mia madre mi fermava. Un giorno le mie guide interiori mi hanno detto, se questa è una cosa importante che devi fare, quando ti dicono di no o cercano di farti fare qualcosa d’altro, devi arrabbiarti.
“Ma io non sono arrabbiata, perché se voglio lo faccio comunque” Loro hanno cercato di farmi capire delle cose, allora sono uscita.
Ho detto “Mamma io vado” e lei mi ha detto “Dove vai?” Io con il mio bellissimo zainetto rosa le ho detto vado a dormire fuori, non so quando torno, ma so che tornerò.
Lei basita. Io convinta stavo uscendo e lei non ricordo cosa abbia fatto, ma ricordo di averle detto che volevo andare a dormire dalla mia amica o da qualcuno e quando sarei arrivata avrei detto alla loro mamma di chiamarla.
Allora acconsentí, credo mi mise alla prova. Probabilmente mi spiava dalla finestra. O forse le avevo detto “sono una bambina, sai che luoghi conosco, quindi sai dove posso andare”.
Mentre camminavo non capivo cosa volessi fare e la mia mente ha iniziato a dubitare di me stessa.
Ricordo di aver pensato “Ma io non so dove abita la *, so dove abita, ma non come arrivarci.” Quindi a seguito del mio discorso interiore e varie resistenze sul tornare indietro, scelsi di andare dalle vicine di casa.
Colsi la loro mamma di sorpresa perché non mi stava aspettando e così chiamò mia madre e alla fine rimasi li a dormire con il consenso.
Giocammo, poi feci una proposta indecente e rifiutarono il mio ideale di conoscere le diversità della genetica umana attraverso l’osservazione dei genitali (credo derivi da qui la paura del rifiuto e forse anche del giudizio), quindi ci divertimmo a giocare facendo finta che il pavimento fosse lava o qualcosa così e dovevamo restare sulle sedie e via dicendo, ma non riuscivo a divertirmi, però mi stavo impegnando a far divertire loro, sembravano non aver mai riso così tanto in vita loro. Poi la loro madre entrò in stanza a dirci che era pericoloso e noi le dicemmo, lo sappiamo, infatti questa sedia la teniamo come luogo sacro da mai toccare (una cosa del genere, parlando della sedia con le ruote su cui non potevamo salire).
Ma il gioco continuò senza oggetti pericolosi annessi.
Al momento di dormire mi era venuta paura, volevo piangere e volevo la mamma, ma siccome avevo voluto io tutto questo mi feci forza e non piansi, ma quella fu l’unica volta che dormii da loro. Credo che però mi invitarono più volte a fare merenda e continuai a frequentarle.
Al ritorno, mia madre era tipo “Com’è andata? Cosa avete fatto?” Io non volevo condividere la mia esperienza da persona che fa le sue scelte di vita, perché erano mie personali. La sensazione di avere una vita al di fuori della famiglia era invasa dalle sue domande.
Da quel momento mia madre mi ha fatto capire che se volevo andare a dormire da qualcuno, se avevo dei desideri di comunicarli, così mi avrebbe aiutata a realizzarli io le chiesi che tipo di desideri e lei rispose in merito alle amiche da vedere. (Il mio barlume di speranza deluso)
Le risposi “ma io non lo so prima”.
Lei non mi capì e rimasi come se lei avesse vinto e io avessi dovuto stare alle sue regole e io delusa e insoddisfatta senza ascoltare i miei impulsi.
Che diciamocelo, loro da piccoli stavano fuori tutto il giorno e suonavano il campanello ai vicini per uscire a giocare ed era normale.
Oggi se suoni il campanello a qualcuno chiamano gli sbirri tranne se sei il corriere.
Comunque, il punto di tutto ciò è che il mio percorso di vita è stato deviato da questo giorno nell’infanzia e grazie a questo mio trasgredire innocentemente sono uscita da uno schema generazionale in cui la propria integrità morale e fisica è destinata a travisarsi con le idee degli altri.
Alla fine di tutto ciò, ricordo che stando alle idee di mia madre, rispettando comunque le mie, sceglievo chi invitare a casa mia e quando, così non ero più io a fare così tanto sforzo, ma loro a raggiungere me.
Poi le loro madri, soprattutto una, che potevo considerare la mia seconda mamma per quanto stavo con sua figlia, facevamo a rotazione per decidere chi andava a dormire da chi.
Quindi eravamo prima due pappine e poi 3 peppine a fare le nottate in bianco, generalmente incentrate sul soprannaturale, la magia, i fantasmi, le barbie e i night club.
Eravamo tre leali, poi una di loro due ha tradito prima la mia amica * e anni dopo me, diversamente.
Con la amica * a volte mi vedo ancora, non so per quale motivo, ma è come una di famiglia. La conosco da 1 anno di nascita, quindi non so risalire alla mia memoria di vita senza la sua presenza. Come una sorella.
Ma paradossalmente, la mia vita si è allontanata dalla sua, siamo diverse in molto, ma in un qualche modo uguali.
Lei è tipo una versione diversa di me, come se ha le stesse caratteristiche sviluppate diversamente, altre non sviluppate, altre che si esprimono in maniera più evidente.
Non so se è così con tutti gli umani, ma con lei lo vedo chiaramente ogni volta.
Ma so che riconosco quando qualcuno è me, diversamente da quando qualcuno è come me, diversamente da quando qualcuno è simile a me in certe cose, diversamente ancora da quando ci sono altri aspetti da considerare perché qualcuno è qui davanti a me, tipo a specchio, a opposizione, a modi lezione,…
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Debutterà giovedì 26 ottobre 2023 alle ore 20.30 al Teatro Spazio 18B - via Rosa Raimondi Garibaldi, 18/b, in zona Garbatella/via Cristoforo Colombo - Freak Show - e ci chiamano fenomeni da baraccone, spettacolo scritto da Massimo Roberto Beato e diretto da Jacopo Bezzi. La vera storia dei gemelli siamesi Tocci, uniti per la vita da una malformazione genetica e resi unici dalle esibizioni della loro “mostruosità”. Se fisicamente erano menomati, sotto il profilo intellettivo probabilmente brillarono per spiccato acume, ed impararono a parlare tre lingue oltre l’italiano, riuscendo a interagire con il pubblico in modo brillante e arguto. La loro carriera di “fenomeni da baraccone” conobbe il suo apice nel corso del Tour negli Stati Uniti, che inizialmente sarebbe dovuto durare un anno, ma fu poi esteso a cinque. Visto l’enorme successo e gli immensi guadagni, la famiglia Tocci rimase in giro con vari circhi per molti anni. Una storia di umanità e di sofferenza, con uno sguardo ironico sull’ineluttabilità del destino e della vita. Due attori soli in scena, legati insieme con i loro corpi. Bloccati in una immobilità che ricorda gli echi dei Giorni felici beckettiani, si esibiscono, parlano, si confrontano sul loro destino e sulle loro diversità. Parlano e interagiscono con il pubblico in un vero e proprio spettacolo nello spettacolo, in cui la “mostruosità”, a poco a poco, diventa la dura normalità di tutti i giorni. Freak Show…E ci chiamano fenomeni da baraccone di Massimo Roberto Beato - regia: Jacopo Bezzi; interpreti: Renato Civello, Tommaso Paolucci; produzione: La Compagnia dei Masnadieri - rimarrà in scena al Teatro Spazio 18B fino a domenica 29 ottobre 2023; (orario: da giovedì 26 a sabato 28, ore 20.30; domenica 29, ore 18.00) www.compagniadeimasnadieri.org
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Effective population size di Homo sapiens
Tempo fa scrivevo del perché siamo biologicamente uguali, di quanto scarsa fosse la variabilità genetica nella specie umana e di quali potrebbero essere le cause.
Un modo affascinante per vedere la questione è di considerare il concetto di effective population size (o grandezza effettiva della popolazione).
L’effective population size è una misura, usata in genetica, che stima quanti individui stiano effettivamente contribuendo al pool genetico della popolazione stessa.
Da un altro punto di vista, questa stima corrisponde al numero minimo di individui che servono a giustificare tutta la diversità genetica che osserviamo in una popolazione. Tutti gli altri individui sono così simili ai primi che non apportano nuove mutazioni genetiche al totale.
Se quindi la grandezza effettiva è molto simile alla popolazione reale, allora vuol dire che c’è molta variabilità genetica. Viceversa, se è molto più piccola della popolazione reale, la variabilità è scarsa.
Per Homo sapiens, con una popolazione di circa 8 miliardi di individui, l’effective population size è stimata essere compresa fra 10.000 e 100.000 individui.
Sarebbe quindi sufficiente lo 0,001% o forse addirittura 10 volte meno, della popolazione mondiale per rappresentare tutte le varianti genetiche esistenti. Questo ci mostra ancora una volta che, nonostante le nostre innumerevoli differenze culturali, etniche e personali, geneticamente parlando, siamo molto più simili di quanto potremmo immaginare.
E, in un'epoca in cui la società sembra sempre più divisa, la scienza ci offre un promemoria potente: siamo tutti collegati, legati dalla trama invisibile del DNA che ci rende unici e, allo stesso tempo, universali.
*immagine di apertura generata a scopo illustrativo tramite DALL-E
#homo sapiens#variabilità genetica#effective population size#grandezza effettiva della popolazione#genetica
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Un articolo pubblicato sulla rivista "Nature" riporta i risultati di uno studio genetico sugli archei Asgard che espande la diversità genetica di questo gruppo di microrganismi e conclude che l'ordine tassonomico Hodarchaeales è quello maggiormente legato agli eucarioti, gli organismi che costituiscono tutte le forme di vita multicellulari sulla Terra. Un team di ricercatori ha condotto un'analisi genetica di archei Asgard da campioni raccolti in 11 luoghi in varie parti del mondo in una ricerca genomica che ha usato lo stato dell'arte delle tecniche di analisi. La conclusione è che gli eucarioti costituiscono un gruppo all'interno degli archei Asgard, dai quali potrebbero essersi evoluti direttamente.
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Selezione massale
Selezione massale
La selezione massale è un metodo di propagazione della vite che consiste nella selezione dei migliori vitigni presenti in un vigneto per ottenere nuove piante con le stesse caratteristiche. In pratica, si prelevano i rami delle piante più produttive e di maggior qualità, si ripropongono in una nuova area di coltivazione e si lasciano crescere per formare una nuova vigna.
Questo metodo di propagazione è stato utilizzato per secoli e ha permesso di preservare le varietà autoctone di vite. Oggi, la selezione massale continua ad essere utilizzata in molti vigneti tradizionali, soprattutto per mantenere la biodiversità delle varietà autoctone.
La selezione massale, tuttavia, presenta alcuni svantaggi rispetto ad altri metodi di propagazione come il trapianto di viti innestate. In particolare, il rischio di trasmissione di malattie o parassiti da una pianta all’altra può essere maggiore. Inoltre, il tempo e l’energia necessari per selezionare le piante migliori possono essere maggiori rispetto ad altri metodi.
Per questo motivo, negli ultimi decenni si è sviluppata la selezione clonale, un metodo di propagazione che prevede la selezione delle piante migliori tramite l’identificazione di cloni con caratteristiche specifiche. La selezione clonale ha permesso di ottenere piante con caratteristiche specifiche come resistenza alle malattie o produttività più elevata.
In ogni caso, la selezione massale rimane un metodo importante per preservare la diversità genetica delle varietà autoctone e per mantenere la tradizione vitivinicola di molte regioni.
un nuovo post è stato publicato su https://online-wine-shop.com/selezione-massale/
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