#discograficas
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radiocalamar · 1 year ago
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No seas bolú ni baladí! Bandcampte el avispero del respeto oriundo occidentál!
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seluvivas · 1 year ago
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Ya está aqui el esperado estreno  de 👉 Selu Vivas - Hoy Tengo Ganas de ti ( 2 single del triple lanzamiento en 2023 ) YA DISPONIBLE EN PLATAFORMAS !! Y Pronto en más !!! y aún habrá + Atent@s se avecina mucho más que...
🔥👉🎶🌍🔝❤️💿 QUE NADIE SE QUEDE SIN EL 🎶💿 !!
Seguimos ultimando fechas y agendando
Disponible también nuevos datos para #promoción ( #radio / #prensa / #Television ) y #contrataciones
Vamos allá ! Siempre por ustedes !
#NuevoLanzamiento #SeluVivas
#Tiktoker #Tiktokviral #Exito #Fama #Musica #likes #Amor #Single #hoytengoganasdeti
#abundancia #suerte #riqueza
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Gli Ideatori di “Genova per Voi”: Innovatori della Musica Italiana
Gian Piero Alloisio, Claudio Buja e Franco Zanetti: tre personalità di spicco che hanno dato vita a un concorso musicale unico per valorizzare giovani talenti nel campo della canzone d’autore.
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buscandoelparaiso · 8 months ago
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capsulas · 11 months ago
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Antes del streaming, todos los integrantes de la cadena de valor necesitaban música nueva. Las tiendas de discos hubiesen quebrado si la gente simplemente hubiera escuchado las viejas canciones una y otra vez. Y lo mismo hubiese ocurrido con los distribuidores de discos, los sellos discográficos, las estaciones de radio, los propietarios de clubes nocturnos y los periodistas musicales. Todo el mundo necesitaba nuevas grandes canciones y nuevos músicos en ascenso. Por supuesto, los fans también se beneficiaban de esto. La vida se vuelve aburrida si escuchas las mismas canciones año tras año, década tras década. Pero no había ningún riesgo de que eso ocurriera. La industria musical trabajó incansablemente para encontrar música nueva e interesante y compartirla con el mundo. Ese modelo de negocio está desapareciendo ahora. Las personas que dirigen la industria la mataron y ahora vemos las consecuencias. La ironía es que todavía se publica música nueva e interesante, pero casi nadie la escucha. El sistema trabaja activamente para ocultarla.
¿Por qué está colapsando el periodismo musical? - POTQ Magazine
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linocriswell · 1 year ago
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AAR Musica: pratiche etiche nell'industria musicale
introduzione
In un settore spesso criticato per i suoi rapporti opachi e lo sfruttamento degli artisti, AAR Music rappresenta un faro di pratiche etiche. In questo articolo esploreremo il modo in cui AAR Music sostiene l'equità, la trasparenza e il rispetto nel mondo della musica.
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Contratti trasparenti
AAR Music è orgogliosa dei suoi contratti trasparenti. Gli artisti firmati con l'etichetta discografica possono aspettarsi accordi chiari e comprensibili, garantendo loro la piena comprensione dei propri diritti e obblighi.
Equa condivisione delle entrate
A differenza di alcune etichette che beneficiano in modo sproporzionato dal successo di un artista, AAR Music si impegna a condividere equamente le entrate. Ciò significa che gli artisti ricevono una congrua quota dei profitti generati dalla loro musica.
Sostegno finanziario
AAR Music fornisce anche sostegno finanziario agli artisti emergenti, aiutandoli a investire nella loro arte senza essere gravati da debiti eccessivi o accordi finanziari ingiusti.
Influenza a livello di settore
L'impegno di AAR Music verso pratiche etiche ha un effetto a catena in tutto l'industria musicale, ispirando altre etichette ad adottare principi simili e creare un ambiente più equo per gli artisti.
Conclusione
La dedizione di AAR Music alle pratiche etiche nell'industria musicale stabilisce uno standard encomiabile che gli altri possono seguire. Dando priorità a contratti trasparenti, equa condivisione delle entrate e sostegno finanziario agli artisti, l'etichetta non solo sostiene il suo talento, ma contribuisce anche a un cambiamento positivo in tutto il settore.
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canesenzafissadimora · 11 months ago
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Lunga vita a Roger Waters, licenziato ieri dalla sua casa discografica (BMG) per sostenere la causa Palestina.
🇯🇴
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diceriadelluntore · 1 month ago
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Storia Di Musica #352 - Deep Purple, Burn, 1974
Tra i dischi che compiono 50 anni quest'anno, la scelta della domenica dell'Immacolata scalderà il cuore degli amanti dell'hard rock. Fu questo disco la seconda rinascita di una formazione che come poche altre ha segnato l'immaginario musicale, sia per la storia lunga e travagliata, ma soprattutto per la musica, dirompente e davvero una delle poche che ha, quasi da sola, designato un genere. ma andiamo con ordine.
I Deep Purple nel 1972 sono tra le band più famose del mondo, e vengono da una serie di dischi capolavoro incredibile: In Rock (1970), Fireball (1971), e nell'anno magico del '72, Machine Head e quello che è probabilmente uno dei dischi più famosi della storia del rock, Made In Japan. Erano all'epoca alla seconda formazione, quando nel 1970 il cantante Ian Gillian e il bassista Roger Glover subentrano a Rod Evans e Nick Simper e si associano a Jon Lord alle tastiere, Ian Paice alla batteria e alla chitarra di Ritchie Blackmore. Eppure nel momento di massima popolarità, Gillian, attratto dalle sirene di una carriera solista, si chiama fuori, e così fa Glover. Non se ne vanno subito, perchè per motivi contrattuali devono pubblicare un nuovo disco, tra l'altro il primo per la propria casa discografica Purple (che sarà distribuito poi dalla Harvest). È uno stillicidio: si acuiscono i dissidi interni, soprattutto tra Gillian e Blackmore, e il disco che ne viene fuori, Who Do You Think We Are?, esce nel 1973 tra polemiche infinite, e mostra un gruppo stanco e dilaniato che firma solo un brano all'altezza della fama, Woman From Tokyo.
C'è però un lato positivo: quelli che restano hanno tutto il tempo di decidere i sostituti. La scelta è all'inizio su un giovane e pirotecnico bassista, che fa faville con i Trapeze, si chiama Glenn Hughes. Ed è quasi deciso che il posto di Gillian verrà preso da Paul Rodgers in uscita dei Free. Tuttavia Rodgers glissa, fondando i Bad Company, e la band fa un unico provino, dopo un annunio sul Melody Maker, ad un ragazzo di 21 anni, sconosciuto, David Coverdale. Come dirà Paice nelle interviste future, il repertorio che il ragazzo presentò era scarsissimo, ma aveva un che in quella voce dai tratti molto soul e calda, quindi completamente diversa dalla potenza acuta di quella di Gillian, che era l'obiettivo che la band voleva.
Nascono, o meglio, rinascono così i Deep Purple, Mark III (che fa presagire, come nomenclatura, le ulteriori future formazioni), che nel 1974 pubblicano un 33 giri che riporta dove merita la band. Burn esce il 15 Febbraio 1974 e ha nel pezzo di attacco il segnale che la classe è tornata: Burn è uno dei loro brani classici, uno dei riff degni della leggenda dei Deep Purple, che diventerà il brano di apertura di tutti i concerti dei successivi due anni. Vibrante, con la chitarra di Blackmore a giganteggiare, è uno dei brani degli anni '70. Ma è l'intero disco che ammalia: Hughes è fine musicista e compositore, e solo per problemi contrattuali non è citato nei crediti delle canzoni della prima edizione (problema che verrà "risolto" nella edizioni successive, dove nei crediti delle canzoni comprare il suo nome), il suono seppur rimane potente acquista delle inflessioni soul, più blues, e canzoni come Might Just Take Your Life, Lay Down, Stay Down e You Fool No One sono magistrali esempi di quell'hard rock che furono loro, e pochi altri, a costruire a fine anni '60. Il disco è pieno di cavalcate strumentali, non solo di Blackmore alla chitarra (come dimenticare l'assolo alle tastiere di Lord in Burn!), di intrecci vocali e melodici e va ricordato, tra gli altri, quello strepitoso hard blues che è Mistreated, canzone che Blackmore aveva nel cassetto da anni, ma che solo con la voce di Coverdale, che all'esordio fa una figura da veterano, riesce a sviluppare appieno.
La copertina, iconica, ritrae il volto dei musicisti come candele accese, sul retro le stesse candele sono quasi del tutto consumate e sullo sfondo ci sono i veri volti dei musicisti: è opera di Fin Costello. Il disco arriverà in cima alle classifiche di 13 paesi, e il successivo tour avrà grande successo.
La Mark III durerà un altro disco, Stormbringer, dove sono ancora più accentuati il lato funk e soul della nuova formazione, e che regala alcuni brani fortunati (Lady Double Dealer o la stupenda Soldier Of Fortune, che esalta il timbro di Coverdale). Poi nel 1975 Blackmore se ne va a fondare i Rainbow, e la band arriva alla Mark IV con Tommy Bolin, proveniente dagli Zephyr e Bill Bruford: Come Taste The Band è un disco particolare, dove si esalta anche Hughes che duetta spesso con Coverdale e c'è un accenno marcato al funk rock.
La band si scioglie nel 1977, non senza polemica, ma l'affetto dei fan continuerà a lungo, tanto che la leggendaria Mark II, con di nuovo Blackmore e Gillian, si riunì nel 1984 con un album tanto dimenticato quanto bello: Perfect Strangers. E non finirà qui, tra litigi, reunion e un nome significativo e potente come pochi della Storia del rock. Proprio come la loro musica.
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latinotiktok · 3 months ago
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Uy ya que estamos hablando mal de los canadienses, es increible los chorros que son. James somerton, El Drake (les hacia entrar a gente a su discografica para que le escriban canciones basicamente), Lily Orchard (tengo tantas cosas que decir de esta señora, me fascina y me repugna simultaneamente)
Gente sumamente desagradable, realmente la version trucha de los yanquis
LA VERSIÓN TRUCHA JAJDJSJFJDJ
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jazzandother-blog · 5 months ago
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https://youtu.be/9B7ZWDaKECI?si=xFf6HwQfex3zQCUm
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(English / Español / Italiano)
On March 2, 1959, at 2:30 in the afternoon, a group of musicians entered an old church on 30th Street in New York that the Columbia record company had converted into a recording studio thanks to the special sonority of the place. The musicians belonged to the sextet of Miles Davis, trumpeter and composer extraordinaire, a cornerstone of modern jazz. The first to arrive was drummer Jimmy Cobb, who calmly and carefully set up his drum kit. Soon after, bassist Paul Chambers, saxophonists Cannonball Adderley and John Coltrane, pianists Bill Evans, who no longer belonged to the sextet but would record on this album, and Wynton Kelly arrived. Finally, Miles, the leader of the group. Without even knowing it, this first session and the second recorded on April 22 would become fundamental in the history of both jazz and music. The product of those two days would be called Kind of Blue and was released on August 17 of the same year.
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El 2 de marzo de 1959, a las dos y media de la tarde, un grupo de músicos entraron a una antigua iglesia en la calle 30 de Nueva York que la compañía discográfica Columbia había convertido en estudio de grabación gracias a la sonoridad especial que tenía el lugar.Los músicos pertenecían al sexteto de Miles Davis, trompetista y compositor extraordinario, piedra angular del jazz moderno. El primero en llegar fue el baterista Jimmy Cobb quien con tranquilidad y esmero montó su batería. Poco después llegarían el bajista Paul Chambers, los saxofonistas Cannonball Adderley y John Coltrane, los pianistas Bill Evans, quien ya no pertenecía al sexteto pero que grabaría en este disco, y Wynton Kelly. Finalmente, Miles, el líder del grupo. Sin siquiera saberlo, esta primera sesión y la segunda grabada el 22 de abril se volverían fundamental tanto en la historia del jazz como de la música. El producto de ese par de días se llamaría Kind of Blue y salió a la venta el 17 de agosto del mismo año.
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Il 2 marzo 1959, alle due e mezza del pomeriggio, un gruppo di musicisti entrò in una vecchia chiesa della 30ª strada a New York che la casa discografica Columbia aveva trasformato in studio di registrazione grazie alla particolare sonorità del luogo. I musicisti appartenevano al sestetto di Miles Davis, trombettista e compositore straordinario, pietra miliare del jazz moderno. Il primo ad arrivare fu il batterista Jimmy Cobb, che con calma e attenzione sistemò la sua batteria. Subito dopo arrivarono il bassista Paul Chambers, i sassofonisti Cannonball Adderley e John Coltrane, i pianisti Bill Evans, che non faceva più parte del sestetto ma che avrebbe registrato su questo album, e Wynton Kelly. Infine, Miles, il leader del gruppo. Senza nemmeno saperlo, questa prima sessione e la seconda registrata il 22 aprile sarebbero diventate fondamentali nella storia del jazz e della musica. Il prodotto di quei due giorni si sarebbe chiamato Kind of Blue e sarebbe stato pubblicato il 17 agosto dello stesso anno.
Fuente: Pasión por el Jazz y Blues
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seluvivas · 1 year ago
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¡Te recomiendo que escuches este audio de iVoox! SeluVivas-HoyTengoGanasDeTi https://go.ivoox.com/rf/118340987
Disponible en más plataformas el segundo nuevo single del triple lanzamiento.
Selu Vivas - Hoy Tengo Ganas de Ti
En breve  🔥 en muchas más !!!
Contrataciones Abiertas Selu Vivas
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donaruz · 1 year ago
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Oggi avrebbe compiuto 79 anni l'indimenticabile cantautore e chitarrista Ivan Graziani (Teramo, 6 ottobre 1945 – Novafeltria, 1º gennaio 1997).
Buon compleanno poeta con la chitarra , ovunque tu sia!🎸❤
Ivan Graziani è stato e rimane un caso anomalo nel mondo musicale italiano, in grado di collaborare con una serie impressionante di artisti (da Venditti alla P.F.M. l’elenco sarebbe davvero troppo lungo) rimanendo sempre perfettamente riconoscibile e musicalmente incorruttibile. Qualche anno addietro uno tra i più geniali dei suoi colleghi, Edoardo Bennato, durante un concerto a Teramo, città di Ivan, raccontò un suo personale ricordo risalente agli anni ’60 quando, giovane musicista esordiente, andò a Milano a tentare la fortuna in quella che, almeno allora, era la vera capitale della nostra industria discografica, nonché il regno delle edizioni musicali. Una sera, insieme ad alcuni amici, passeggiando per i Navigli sentì, proveniente da uno di quei locali sotterranei dove si suonava dal vivo, una musica che lo catturò magnetica… tanto che scese le scale urlando: “Questo è il suono che vado cercando da sempre!“.
Inutile dire che “quel” suono proveniva dalla chitarra di Ivan Graziani, e che i due, da quel momento diventarono amici, scritturati entrambi dalla Numero 1 di Battisti e Mogol
Atlantide
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chez-mimich · 3 months ago
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LINA ALLEMANO: FLIP SIDE
È uscito lo scorso 4 ottobre il nuovo disco di Lina Allemano, trombettista, compositrice, improvvisatrice canadese-berlinese che vede nel CD, oltre che la sua adamantina tromba, Dan Peter Sundland al basso elettrico, Michael Griener, alla batteria e, talvolta ospite in alcuni brani, Andrea Parkins alla fisarmonica, oggetti ed elettronica. Lina e la sua tromba, pur avendo salde basi nel jazz, spaziano in territori liminari alla musica colta o cosiddetta tale. Ad aprire il magnifico lavoro del trio-quartetto “Lina Allemano’s Ohrenschmaus” (che significa smorfia), è il brano dal titolo “Sidetrack” che, in riferimento all’originalissimo nome della formazione, la prima smorfia la offre in apertura con una accattivante “intro” tutta rumorista, con qualche insufflazione di tromba, quasi a voler ingolosire l’ascoltatore su quanto successivamente lo aspetta. E in effetti il brano prosegue, dopo le fascinose titubanze iniziali, con la tromba della Allemano sempre più presente, anche se mai dominante, mentre le atmosfere restano inquiete; anche “Signal” si apre con rumori e percussioni, ma più decisi, come appare più certo e definito il ruolo della tromba. I toni sono rilassati e le parti sembrano più dialogiche, così come il “clima sonoro” in “Heartstrings” è pieno e ben definito, con la tromba che sembra aver preso decisamente il sopravvento o quantomeno, sembra tenere decisamente in pugno la situazione con un rumorismo delizioso, sia all’inizio che al termine del brano. Con “Sideswipe” (primo brano con l’intervento dell’elettronica di Andrea Parkins), il dialogo con la tromba diventa quasi un’invettiva dissacrante per un formidabile calando nelle parte finale dove spatole, carillon e ticchettii introducono l’ultimo lamento della tromba di Lina. Malinconico e lunare “Stricken” serba nel suo ventre un magnifico assolo al basso di Dan Peter Sundland che rende il brano quasi espressionista. “Flip Side”, che dà il titolo all’intero lavoro, è un pezzo sublime, di grandissimo spessore, notturno e solenne, dove le percussioni gravi e profonde sembrano dettare il tempo, un tempo di cupa sontuosità, con l’archetto del contrabbasso che diffonde rasoiate di vibrazioni rendendo ancora più drammatica l’atmosfera, ma sulla quale la tromba di Lina Allemano, ricama un disegno sonoro fatto di pacata leggerezza. È proprio in questo contrasto che vive “Flip Side”, ultimo brano dell’album edito dalla LUMO Records, etichetta della stessa compositrice, registrato dal vivo sul pavimento di una vecchia aula scolastica nel quartiere Schöneweide di Berlino, e non poteva essere altrimenti, poiché oltre ad essersi parzialmente stabilita a Berlino, Lina Allemano, pregna della cultura musicale della vecchia Europa, ha certamente assimilato la lezione della musica colta contemporanea della capitale tedesca, facendola rinascere a nuova vita, grazie allo straordinario sound della sua tromba, le cui radici sono saldamente piantate nella improvvisazione, nella ricerca e anche nel free jazz. Dopo una produzione discografica qualitativamente e quantitativamente notevolissima alla quale si aggiunge questa preziosa perla.
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t-annhauser · 2 years ago
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Cage aux folles ad eccesso controllato
Sanremo è diventato un caravanserraglio pazzo, soprattutto un serraglio, una cage aux folles ad eccesso controllato sul modello dell'eurovision song contest. Fosse vera anarchia almeno, vera follia orgiastica/dionisiaca, ma figurati, si può mica in prima serata sulla Rai (ma nemmeno su La7, per dire), a questo punto era meglio Colpo Grosso. Se Sanremo è lo specchio della società (specchio e società si rincorrono per ispirarsi a vicenda), allora la società è questo manifesto politico di una liberazione, soprattutto sessuale, tutta di facciata, in cui l'industria, nello specifico discografica, vista la pochezza dei valori in campo, ripiega tutta sulla costruzione dei personaggi, un'infinita teoria di epigoni dei Maneskin e di Achille Lauro. Mapplethorpe con la frusta che gli esce dall'ano, quella sì che sarebbe una performance, ma questi quattro sfessati di trapper che a fine esibizione regalano i fiori alla mamma fanno solo tenerezza, come dei bimbini vestiti da Zorro col mantello nero e i baffetti disegnati sulla faccia.
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carmenvicinanza · 4 months ago
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Fiona Apple
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Fiona Apple, pianista, compositrice e cantautrice è tra le artiste più interessanti della sua generazione.
Tra i tanti premi e nomination ricevute, spiccano tre Grammy e due MTV Video Music Award.
Nel 2023 la rivista Rolling Stones l’ha inclusa tra le 200 cantanti più brave di tutti i tempi.
Ha composto ballate con liriche drammatiche e intimiste che testimoniano la sua personalità tormentata e i problemi psicologici cominciati dalla violenza sessuale subita a dodici anni da uno sconosciuto, nel garage di casa.
All’anagrafe Fiona Apple McAfee-Maggart, è nata a New York il 13 settembre 1977, dall’unione tra Brandon Maggart e Diane McAfee, entrambi attori che si sono separati quando lei era ancora molto piccola.
A otto anni ha iniziato a suonare il piano e a undici ha scritto la sua prima canzone.
La sua ascesa artistica è iniziata quando, nel 1994, un’amica ha fatto ascoltare una sua cassetta a Kathryn Schenker (che ha prodotto anche Sting e Smashing Pumpkins), per la quale lavorava come babysitter, che le ha subito procurato un contratto con la Sony.
Ha esordito a soli diciotto anni con Tidal del 1996, disco di platino che ha venduto oltre tre milioni di copie solo negli Stati Uniti e con cui ha partecipato al primo festival tutto al femminile della storia, il celebre Lilith Fair. L’album ha riscosso subito un grande successo di pubblico e di critica e le ha portato il primo Grammy Award nella categoria Best New Artist in a Video per il brano Criminal.
Il suo carattere difficile e la resistenza ad accettare le leggi dello star system che la voleva sex-symbol a tutti i costi, mal si adeguavano alle sue ambizioni artistiche. Nel 1997, agli Mtv Video Music Awards, ritirando il Best New Artist Award, ha dichiarato che quel mondo faceva schifo e concluso con la frase della scrittrice Maya Angelou Go with yourself.
Nel 1999 è uscito il suo secondo album When The Pawn Hits The Conflicts He Thinks… che ha venduto oltre un milione di copie ottenendo il disco d’oro e portandole ulteriori candidature ai Grammy. Il disco è entrato nel Guinness dei Primati come album dal titolo più lungo mai entrato nelle classifiche statunitensi, è infatti, una poesia di 90 parole.
Tra i vari progetti collaterali, nel 1998 ha contribuito anche alla realizzazione della colonna sonora del film Pleasantville interpretando Across the Universe dei Beatles.
Il terzo album di inediti, Extraordinary Machine, è uscito nel 2005, portandole il disco d’oro, una candidatura ai Grammy e molte recensioni positive dalla critica. La casa discografica ne aveva bloccato l’uscita ritenendolo poco vendibile, allora venne distribuito in rete, tanto da mobilitare i suoi fans in una raccolta di firme e coniare lo slogan “FreeFiona!
Nel 2006 ha interpretato una cover di Sally’s song inclusa nell’edizione speciale della colonna sonora del film di Tim Burton Nightmare Before Christmas.
Nel 2011 ha partecipato all’album di cover in onore del cantante Buddy Holly, Rave on Buddy Holly, interpretando il famoso brano Everyday.
Nel 2012 ha pubblicato il quarto album, un altro titolo lunghissimo, The Idler Wheel Is Wiser Than the Driver of the Screw and Whipping Cords Will Serve You More Than Ropes Will Ever Do, svettato subito alla terza posizione della classifica statunitense.
Dopo quasi otto anni di parziale assenza dalle scene musicali, nel 2020, ha pubblicato Fetch the Bolt Cutters, interamente registrato a casa sua, che è stato uno degli album maggiormente acclamati nella storia della musica, vincitore del Grammy Award al miglior album di musica alternativa nel 2021.
Fiona Apple ha iniziato come una tenera e languida cantautrice di storie intrise d’angoscia e malinconia, in eterna lotta con il music business, con un carattere difficile e ribelle che l’ha portata a porsi contro chi voleva affibbiarle etichette di bella, sexy e ricca. Oggi è un’artista che non ha dimenticato nulla, che ha imparato a convivere col caos dei suoi sentimenti, pronta ad accusare in pieno ogni nuova ferita. E ad apprezzarne morbosamente le ripercussioni.
Tra uscite di scena, silenzi infiniti e improvvisi ritorni, la sua carriera è un grande gioco di magia che continua a lasciarsi dietro applausi e commozione. Prosegue così come vuole lei, coi suoi tempi e la sua libertà.
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kaileidoscopio · 7 months ago
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dreamcatcher anuncio hoy fechas en latinoamerica y OBVIAMENTE van a mexico brasil y chile. cosa que me da MUCHA bronca porque en 2018 vinieron a buenos aires y la pasaron re bien. Y ENCIMA EN ESE TOUR NO FUERON A EEUU O EUROPA!!!! literalmente el tour fue fechas en asia y el resto todas en latam. ellas les dijeron no a los gringos y si a nosotros, PORQUE AHORA NO VAN A VENIR???
entiendo que no tenemos un mango pero dale!!!! se les subio la fama a la cabeza, el fandom argentino esta desde siempre no se hagan las tontas ENCIMA en ese tour hicieron un cover de SHAWN MENDES tipo ellas tenian menos de 20 canciones y con ese tour vinieron a argentina!!!!! ahora que tienen ochocientas canciones mas y son mucho mas exitosas que les cuesta
encima me da mucha bronca porque justo dreamcatcher son muy distintas a otras bandas porque las categorizan como kpop porque hacen coreos y tienen todo el lio de que su discografica tambien es una agencia de entrenamiento y qsy pero en realidad ellas hacen todo rock (si alguien esta leyendo esto les invito a escuchar especificamente "Chase Me", "REASON" y "VISION" que son mis favs)
y ENCIMA como el 80% del fandom de dreamctcher son queers tipo dale amigo tiranos una buena que en un año prohiben la marcha del orgullo y necesitamos algo para mantenernos en pie
en fin, que bronca que las bandas nunca vengan a argentina, incluso cuando saben que tienen fans aca
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