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The Umbrella Academy (4° stagione)
" vi voglio bene ma siete dei coglioni."
Questo commento inizia con un ringraziamento a Game Of Thrones e a molti drama koreani. Grazie a loro oramai sono temprata ai finali orribili, aperti, senza senso. Mi hanno crudelmente insegnato la nobile arte della disillusione ed a tenere bassissime le mie aspettative sul finale di una serie, ogni volta che qualche show si avvicina alla sua conclusione. GOT docet
Ciò, ringraziando Iddio, mi ha salvata dalla pugnalata emotiva che è la bruttezza della quarta stagione di The Umbrella Accademy. Leggo in giro commenti di fan arrabbiati, delusi, frustrati, increduli e onestamente se non fossi ormai forgiata a ciò, anche io sarei sulla loro stessa lunghezza emotiva. E' tosta infatti vedere come LA STAGIONE FINALE di una serie che hai amato alla follia sia un totale disastro su moltissimi aspetti: ritmo, narrazione, buchi di trama, involuzioni dei personaggi, buchi di logica... ma soprattutto - e questo è quello che mi fa più male - distruzione dei caratteri, personalità, evoluzioni dei personaggi. Che poi sono ciò che amo di più della Umbrella Academy.
La quarta stagione pare un riassunto. Una bozza, per citare @veronica-nardi. Sembra che gli sceneggiatori avessero un idea generale di cosa fare - Ben e Jennifer - e per il resto sia solamente abbozzata. Manca l'intensità, il conflitto emotivo, l'organicità del racconto.
Ci sono personaggi che hanno quest secondarie che non portano a niente né di trama né di crescita e ti viene la sensazione che siano state inserite nella serie, solo per dargli qualcosa da fare. Manca la follia tipica dello show che tanto me l'ha fatto amare: quell'idea di star vedendo qualcosa di divertente e stranissimo che è allo stesso tempo triste e introspettivo. The Umbrella Academy ha sempre avuto il giusto mix tra stravaganza e analisi interiore, tra risate e drammi.
In questa ultima 4 stagione, ci sono anche buone idee - come la crisi del rapporto matrimoniale tra Lila e Diego - ma la serie è così frettolosa che niente viene approfondito o risolto e anzi...
Ci sono mille domande a cui manca la risposta. Domande che ci portiamo dietro dalla prima stagione e di cui meritavamo un responso che la serie a ben pensato di evitare e di lasciarci con il dubbio.
Ci sono eventi che contraddicono quanto detto nelle stagioni precedenti e che mi hanno sorpreso tantissimo perché di solito, nelle altre stagioni, erano stati attenti a non creare casini. D'altronde giochi con linee temporali e viaggi nel tempo...ma una tale palese superficialità ed un così cattivo lavoro sarebbe quasi da premiare.
E ciò si ripercuote anche nel finale. Idealmente è un finale perfetto, logico quasi. Tutti i casini sono cominciati con loro e con loro devono finire. E' quasi poetico come alla fine siano stati davvero dei supereroi che si sono sacrificati per il mondo...riprendendo quindi in mano anche il discorso dell'essere degli eroi.
Loro d'altronde non dovrebbero esistere. Al pari di Jennifer, sono stati creati con la Merigold. Quindi anche senza poteri, rimangono comunque delle " cosa che non dovrebbero esserci". Non sono stati generati. Non hanno un padre. Sono nati all'improvviso senza nemmeno i 9 mesi di gestazione.
Infatti in questa quarta stagione, pur non avendo dei superpoteri, i Custodi ci fanno capire che basta la loro presenza in quella linea temporale perché la situazione sia sbagliata. Ed ecco perché la loro cancellazione. E perché tutte le stagioni precedenti sono finite con il mondo distrutto. Sono come un virus che infetta qualsiasi posto in cui vanno.
Avevo letto di una soluzione che prevedesse che Viktor togliesse a tutti i poteri e si sacrificasse perché la situazione tornasse sui giusti binari. Ma non è possibile perché appunto, già dalla prima puntata, quando loro sono senza i superpoteri, viene fatto capire che le linee temporali stanno convergendo. Non dipende quindi dai poteri ma da loro stessi.
Per me quindi è un finale sensato ma è stato così veloce e così poco d'impatto il loro sacrificio che anziché piangere tutte le mie lacrime - d'altronde stavano per essere cancellati dall'esistenza TUTTI i personaggi - sono rimasta molto asettica. In sostanza, non ho provato nessun dispiacere.
E dire che la morte/sacrificio di Ben alla fine della seconda stagione è ancora una scena che mi fa piangere ogni volta che la guardo o ci penso. Credo che se dovessi scegliere una scena che mi strazia il cuore, sceglierei sempre quella.
E invece cazzo! Amo the Umbrella Academy. Amo i personaggi, le loro storie, psicologie. Anche la sua folle trama. Amo l'assurdità e la disfunzionalità di questa famiglia.
Ma appunto, forse perché tutto sono stati in questa stagione, tranne che una famiglia, ho percepito così poco emotivo questo finale! Forse la distruzione dei personaggi mi ha fatto arrivare alla fine pensando che quelli non erano davvero i ragazzi della Umbrella Academy. Non erano più loro.
Ma andando nello specifico:
La storia di Jennifer e Ben
Allora... prima di tutto Jennifer era un personaggio orribile. Anzi, non era nemmeno un personaggio ma un contenitore per una cosa pericolosa. Non aveva personalità, caratteristiche...niente. Un pezzo di carta vuoto. Non abbiamo mai saputo nulla di lei. Non ha una storia, un qualcosa che la fa essere reale. Capisci a me che preoccuparmi per lei era L'ULTIMA cosa che mi importava.
La storia con Ben poi, era più una roba da magneti che una storia d'amore. Lei era disposta a lasciare la sua famiglia e tutte le persone che presumibilmente la amavano dopo aver parlato con Ben per circa 2 minuti. Lui le fa:-" Dai, scappiamo! Ti porto via da qui." E lei, che non era in pericolo o altro gli risponde :-" ok andiamo." Fine.
I due sembrano attirarsi come una calamita ma tutto ci vedo tranne che una storia d'amore.
Senza parlare poi dello spreco per il personaggio di Ben.
Parentesi: Ben è assieme a Five e Diego uno dei miei personaggi preferiti. Il Ben della nostra linea temporale intendo. Questo Ben non è quel Ben. E' un altro Ben che NON SI è MAI RELAZIONATO con nessuno degli Umbrella. Non ha rapporti amichevoli con nessuno di loro e quindi la sua salvezza pare più legata ad un discorso di fare la cosa giusta piuttosto che salvare una persona a cui vuoi bene.
Ed è un peccato perché con questo Ben ci si poteva lavorare sopra tantissimo. E' un uomo che ha perso tutta la sua famiglia, finito in una linea temporale diversa, senza poteri, dove 7 individui cercano di stargli vicino ma non perché gli vogliono bene ma perché gli ricorda il loro Ben morto anni or sono. Sai quanto ci potevi psicologicamente lavorare su questo? La prima stagione l'hai fatta praticamente sulle problematiche emotive di Viktor! Perché con Ben no?!
Tralascerò poi il fatto tristissimo che Klaus non abbia mai saputo che è stato il loro padre ad uccidere Ben. E per sanità mentale non mi domanderò neanche perché Ben fantasma non abbia mai domandato al fratello come sia morto ecc ecc...
Su questa storia poi ci si potrebbe anche fermare a riflettere sulla parte logica:
Perché il padre non ha ucciso subito Jennifer? Perché tenerla rinchiusa in un Truman Show? Mi si potrebbe rispondere che è perché Reginald non uccide gente a caso. Magari pensava che i ragazzi non avrebbero ripreso mai i poteri e quindi non ci fosse bisogno di ucciderla. Ma è una stronzata quando lo abbiamo visto uccidere Luther e Klaus senza batter ciglio nel momento in cui intralciavano i suoi piani o se le loro morti servivano a qualcosa! Reginald non è il tipo che si affida alla speranza. Anche perché gli costa più la baracconata della finto paesello che un omicidio di una ragazzina.
E poi... ma sto Durango che è presente in Jennifer....la moglie di Reginald dice che è stata creata erroneamente assieme al Marigold. Ma perché non è mai cicciata fuori fino a mo'? Dove era il Durango nella linea temporale della Sparrow Academy ad esempio? Lì l'incidente di Jennifer non c'è stato poiché Ben è ancora vivo ed il Durango quindi non esiste? Perchè?
Tutta sta storia è un gran peccato. Uno spreco. Perché avevi il personaggio di Ben che poteva essere analizzato, esplorato e relazionato con gli altri ed invece... il blob schifoso gli hanno fatto fare!
Ben, mi manchi come l'aria
Viktor
Chi ne esce un pochino meglio è il personaggio di Viktor che conclude il suo arco di sviluppo tenendo testa al padre e assumendo finalmente il suo ruolo di eroe in autonomia.
Ma anche qui c'è un meh: ottimo che abbia contrastato Reginald, che gli abbia vomitato addosso decenni di abusi e traumi..se solo quello fosse davvero il loro padre! Come ricorda lo stesso Reginald, lui e il loro papà sono persone diverse. Un conto è opporsi al vero Reginald, l'incubo della loro infanzia. Avrebbe avuto tutto un altro peso. E un conto invece è contrastare un tizio che gli somiglia ma non è lui.
Ma ho comunque apprezzato che Viktor abbia almeno provato con tutte le sue forze a salvare Ben e che sia andato contro Reginald. Grandi progressi rispetto alla prima stagione!
Luther, Allison e Klaus
La cosa che mi fa impazzire qui è che se togli questi tre personaggi dalla quarta stagione a livello di storia e di introspezioni, non cambierebbe nulla. Nulla!
Luther ridotto ad un personaggio machietta, che fa ridere e fa da spalla a Diego quando invece abbiamo visto come le stagioni precedenti costruivano la sua indipendenza dal padre, il suo conflitto sull'essere il Numero Uno o sul fare la cosa giusta ecc ecc...
La sua storyline era sempre legata alla trama principale mentre esplorava vari lati della sua psicologia, mettendolo di fronte a conflitti interiori e drammi familiari.
Nella questa stagione sparisce tutto: sia la sua amata Sloane che nessuno sa che fine abbia fatto, sia la coerenza narrativa... visto che con i poteri gli ritorna anche il corpo scimmiesco quando abbiamo visto che ciò era dovuto ad un intervento del padre per salvargli la vita e non al suo superpotere. Ma tant'e! Luther deve far ridere e quindi sti cazzi la coerenza narrativa!
Allison poi. Ok, a me sta tizia non è mai piaciuta. Sin dalla prima stagione. L' avevo rivalutata nella seconda perché percepivo il lavoro degli autori di farle sviluppare la consapevolezza di sé anche senza i suoi poteri: la lotta per i diritti civili senza usare la sua voce era una bella idea.
Nella terza stagione invece si trasforma in una stronza aggressiva/passiva che quasi stupra Luther - la serie vuole farcelo dimenticare ma io non dimentico - perché è arrabbiata. Che fa accordi sottobanco con Reginald e porta al reset del mondo. Un rottweiler con la rabbia, praticamente.
Questa stagione inizia con tutti che sono arrabbiati con Allison per le vicende della stagione precedente ma... nessuno ne parla mai o c'è alla fine qualche risvolto. D'altronde Allison passa metà serie appresso a Klaus - ha preso il posto di Ben - e a relazionarsi con la figlia adolescente... anche la sua storyline è completamente staccata dalla trama orizzontale e pure tutta la sua psicologia viene messa in secondo piano.
Gran parte del suo personaggio ha sempre ruotato attorno a due tematiche: raggiungere obbiettivi da sola senza usare la Voce ed il conflitto tra la famiglia e Claire. Nella terza stagione aveva scelto la figlia ma non vediamo mai come questa decisione influisca nella storia o nelle relazioni tra i personaggi.
Allison sta in questa stagione perché ci deve stare e punto.
PS: qualcuno sa cosa gli è successo ai poteri?! adesso non ha manco più bisogno di dire " ho sentito una voce". E' passata direttamente alla telepatia. Allison ammazza la gente pensando.
Così.
Perché ci va.
Ed infine Klaus, uno dei personaggi più eclettici, folli e intriganti della serie. La sua storia lungo tutta la serie è quella che secondo me racchiude perfettamente l'anima dell'Umbrella Academy: divertente, matta, sconvolgente ma anche triste e introspettiva. Il suo personaggio ha una quantità impressionante di spunti: dalla sua storia con Dave fino al suo rapporto con Ben fantasma. La sua dipendenza dalla droghe, la mancanza di fiducia in sé stesso, la sua connessione con la morte...tutte tematiche che si riflettono in questo personaggio.
In questa stagione ahimè sparisce tutto. Klaus compie un' involuzione quasi imbarazzante, tornando quasi il personaggio della prima stagioni. Appena tornati i poteri torna a drogarsi per finire a far da schiavo sessuale e poi seppellito vivo in un cimitero. Salvato poi da Allison. E stop. Non c'è altro.
Si poteva analizzare il rapporto con la nipote Claire, fargli avere un evoluzione che lo allontanasse definitivamente dalle droghe o anche - cosa che avrei adorato - si poteva trattare il rapporto tra lui e Ben ora che Ben esiste ma non è lo stesso Ben. Per Dio, sono stati assieme per decenni. Sempre appiccicati come colla. Poi te lo ritrovi davanti in carne e ossa - seppur diverso caratterialmente - e... niente?! famo finta che non lo conosciamo neppure a sto Ben?!
Klaus a differenza dei fratelli non è solo un personaggio sprecato. Ma è più di tutto una orribile cancellazione della sua costruzione durata ben 3 stagioni.
E no, il fatto che a 5 minuti dal finale si scopra che Klaus può volare non è un evoluzione. Chissà perché poi, ci hanno detto sta cosa. A che serve?
Diego, Lila e Five
I drammi veri.
Partiamo da Diego. Preciso che non è stato sin dall'inizio un personaggio che amavo ma piano piano ha preso sempre più piede nel mio cuore. Adoro il suo essere un finto duro, la questione del peso dell'essere il Numero Due, il fatto di voler essere un eroe perché crede davvero che le persone possono migliorare il mondo. E' una persona buona Diego. Sensibile e tenero. E amo il fatto che nei momenti di nervosismo diventasse balbuziente, quasi a cementificare la sua doppia natura di duro/tenero.
E mi è sempre piaciuta la sua relazione con Lila. Due matti che si incontrano in manicomio e che hanno un legame disfunzionale perché loro sono disfunzionali ma in qualche modo... funzionano.
In questa quarta stagione Diego affronta la monotonia di tutti i giorni. L'avere una vita normale, casa, lavoro e figli che alla lunga annoia un uomo che ha passato tutto ciò che ha passato Diego: traumi, abusi, apocalissi, mazzate, sparatorie, pericolo... questo è anche il dramma di Lila che come il marito, soffre per questa vita così poco avventurosa. E da qui, nascono i problemi matrimoniali.
Diego pensa che Lila lo tradisca ed entra nella CIA con lo scopo di ritrovare una vita più movimentata. Ora, ci può anche stare questa dinamica tra Diego e Lila. E' anche molto realistica e trova una coerenza nei personaggi.
Ma anche qui la troppa velocità rovina le cose. Alla CIA Diego parla con un uomo che si lamenta perché gli manca la famiglia: lavora troppo e troppo tardi ha capito che i suoi figli e sua moglie sono la cosa più importante per lui. Questa scena, che dura 3 minuti forse, illumina Diego che gli dà ragione e nel giro di neanche una puntata, lo vede far dietrofront e tornare da moglie e figli, consapevole che loro, sono le cose più importanti della sua vita. Tutto ciò grazie ad una frase detta da un tizio random.
Domanda: ma anziché mandare Lila e Five nella metropolitana, non ci potevano mandare Diego e Lila? Così avrebbero risolto i loro problemi matrimoniali capendo l'importanza di ciò che hanno costruito assieme.
D'altronde Diego ha avuto un infanzia abusante ed un padre orribile. Lila è stata manovrata dalla madre ed ha avuto anche lei una vita terribile. Adesso hanno dei figli... non si poteva analizzare questo? l'essere genitori, costruire una vita più bella, le difficoltà di essere un padre ed una madre migliori di quelli che hanno educato loro.
Buon Dio, non sappiamo nemmeno i nomi di questi bambini!
Il suo finale è forse uno dei peggiori poiché viene cancellato dall'esistenza senza sapere se sua moglie lo ama, tradito da lei e da suo fratello, andandosene da questo mondo amareggiato e con il cuore spezzato.
Stesso percorso ma con esiti diversi per Lila.
Anche lei come il marito soffre questa vita monotona e ritrovandosi bloccata con Five per 7 anni nella metropolitana, "cade" in amore per il fratello del marito, vivendo una vita idilliaca assieme a lui, coltivando le piante, pomiciando e facendosi regalini.
Durante questo periodo Lila pare dimenticarsi del tutto della sua vita fuori di lì. Non pensa mai ai figli, al marito, alla famiglia che ha lasciato dietro di sé. Ma d'altronde questo pezzo importantissimo che manda a puttane due personaggi dura venti minuti. Se ci mettevi anche l'introspezione poi non bastava il tempo!
Alla fine Five le rivela che ha trovato il modo per tornare a casa e SBAM! Lila si ricorda improvvisamente che è una moglie ed una madre. Che gli mancano i suoi figli... non Diego
Fino alla fine non si capirà se il rapporto con Five sia nato per via della sopravvivenza o se ci sia davvero amore tra loro: lei dice la prima ma quando Diego le chiede se ama Five, Lila è indecisa e non risponde.
La crisi quindi non viene minimamente affrontata ma anzi le cose si fanno più complicate e da un finale di serie ti aspetti che ormai i personaggi siano maturi abbastanza, che siano cresciuti, che si siano evoluti maggiormente per risolvere la questione e lasciarci con personaggi finalmente progrediti. Ed invece...
Lila era uno dei miei personaggi femminili preferito: psicopatica, folle ma in fondo buona e desiderosa di avere una famiglia. Per certi versi era simile a Five. Ma in questa stagione la vediamo buttar via tutta la costruzione della sua storia con Diego, tutti i risultati raggiunti per... una cosa non necessaria né alla trama né al personaggio.
Alla fine tutta sta storia Five/Lila... cosa ha aggiunto al personaggio? in cosa l'ha cambiata?
PS: anche per lei, poteri strani. Adesso può sparare i laser dagli occhi. Bello. Peccato che il suo potere fosse il poter replicare i poteri degli altri e NESSUNO tra loro ha questo potere. Chiaramente un potere dato solo per fare le scenette divertenti e chi se ne frega della coerenza narrativa.
Ma don't worry. Se la situazione personaggi è brutta, può ancora peggiore con Five, colui che più di tutti viene massacrato da questa stagione. Per tutta la stagione mi sono ripetuta come un mantra ":- Questo non è Five. Questo non è Five. Questo non è Five."
Il buon Five infatti, si ritrova bloccato con Lila nella metropolitana e piano piano si innamora di lei, tradendo suo fratello ecc ecc. Questa nuova vita è così paradisiaca che nonostante trovi la via di casa, Five ci mette 5 mesi a rivelarla a Lila, troppo timoroso che lei se ne vada e l'idillio finisca.
Una volta poi che tornano a casa, Five non pare nemmeno troppo dispiaciuto di aver rubato la moglie al fratello. Anzi. Nel momento clou, quando il blob Ben/Jennifer rischia di uccidere tutta la sua famiglia, anziché combattere per salvarli, comincia a fare a botte con Diego, ignorando totalmente il pericolo.
Five viene cancellato anche lui dall'esistenza con suo fratello furioso con lui e la donna che ama che gli ha detto che la loro storia è stata solo un avventura... fantastico.
Mio Dio, non so nemmeno da dove cominciare:
Per 3 stagione abbiamo visto Five cercare di salvare la sua famiglia. E' rimasto bloccato 45 anni nell'Apocalisse completamente da solo con l'unico desiderio di tornare dagli altri. E' sempre lui che riunisce la family, li sprona o manda a puttane le loro vite tranquille perché si riuniscano. Non c'è niente di più prezioso per Five dei suoi fratelli. Ha fatto cose orribili per tornare da loro. Ha ammazzato innocenti, è diventato un assassino, ha venduto la sua moralità solo per poterli vedere e salvare.
Poi gli sceneggiatori alla quarta stagione si sono resi conto che l'attore che fa Five adesso è grande abbastanza per avere una storia d'amore - d'altronde tutti i personaggio l'hanno avuta perché lui no?! - ed hanno ben pensato di piazzarlo con Lila perché con 6 puntate difficilmente avrebbero avuto il tempo di creare una storia d'amore credibile per un personaggio come Five con una persona random. Tanto più che tra loro c'è sempre stato questo rapporto un po' frizzantello...
Risponderò a ciò riprendendo un discorso letto qui su Tumblr ma che non ritrovo più [ se lo trovo lo metto ] e che in sintesi sosteneva che Five ha già una storia d'amore. La più importante di tutte: quella con la sua famiglia. D'altronde The Umbrella Academy parla proprio di famiglia.
E' un amore totalizzante, potente. Che gli ha dato la forza per sopravvivere fino alla quarta stagione ed affrontare cose terribili e lo ha reso l'uomo che è adesso. La prima preoccupazione di Five è sempre stata la sua famiglia. Sempre.
Perciò la storia d'amore con Lila non era necessaria. Soprattutto una storia d'amore che lo vede mandare a puttane la sua famiglia come se non gliene fregasse nulla di loro. Buon Dio, non voleva tornare! Aveva la strada di casa sottomano e non l'ha seguita. Sarebbe rimasto fermo a vedere gli altri morire!
Vederlo fare a pugni con Diego mentre gli altri rischiano la vita è stata una visione straziante: quello non è Five. Non sarebbe mai rimasto a guardare mentre Luther, Klaus o Allison rischiano di essere uccisi.
Tutto ciò è ancora più assurdo perché questo stravolgimento del personaggio è nato in venti minuti di puntata. La serie ci dice che sono passati sette anni ma per noi spettatori non è nemmeno una puntata. E' un cambiamento così repentino e fuori dal personaggio che mai e poi mai potrei digerirlo. Non puoi modificare un personaggio così cementificato, impostato come Five in una sola puntata.
L'idea che mi sono fatta è che gli autori volessero dirci che Five si fosse stancato di salvare la sua famiglia. Se nell'Apocalisse non aveva mai mollato perché era solo, questa volta ha compagnia e per la prima volta dalla prima stagione, appende il cappello al chiodo e si riposa. Non trova di nuovo la via di casa ma stavolta Lila è con lui.
E se da una parte posso apprezzare questa idea per esplorare questo fatto che Five sia stanco, che voglia riposarsi, che non ne possa più perché d'altro canto è umano pure lui, dall'altro posso certamente dire che se questa era l'idea, potevano farlo meglio: esattamente come con Viktor, la cui evoluzione mentale cambiò lungo tutto l'arco della prima serie, avrebbero dovuto mostrarci un Five che sin dall'inizio della quarta stagione soffre questa situazione. Farci vedere come cercare una soluzione per la famiglia lo stressi e distrugga mentalmente. No che nel giro di mezzo episodio abbandona tutto e tutti!
Ma soprattutto, se questa era la scelta, dovevano farci vedere un Five che anche se sta bene con Lila, sceglie la sua famiglia alla fine perché questo è sempre stato il filo conduttore della sua vita. Perché per come l'hanno gestita pare che Five non torni dai suoi fratelli non perché non può...ma perché non vuole.
A pezzi. Hanno fatto a pezzi questo personaggio. E ripeto l'idea di Five che cede alla stanchezza non era nemmeno male come concetto da esplorare. Poteva essere interessante. Ma non così.
Five se ne va da questo mondo senza aver fatto pace con Diego, senza aver risolto nulla ma soprattutto dando l'impressione che la sua storia con Lila fosse più importante della sua famiglia e questo non lo posso accettare.
Che poi: Lila ci ripete costantemente che lei e Five sono rimasti intrappolati per 7 anni. Come se la quantità di tempo assieme fosse una giustificazione. :-" ci siamo innamorati perché abbiamo passato 7 anni insieme!! Capito? sette anni!! era ovvio che ci saremmo innamorati! Perché siamo io e lui da 7 sette anni!"
Cioè è la serie che ci ripete fino alla nausea che sono passati tot anni così da giustificare la cosa!
Un massacro.
Persino il personaggio di Reginald che è sempre stato un mistero da risolvere, non si salva:
Non ho capito ad esempio, perché se il suo obiettivo era riportare in vita la moglie, ha creato l'Umbrella Academy e tutte le Academy che abbiamo visto. Che c'entra questo con il suo obiettivo finale? E poi non abbiamo saputo nulla su di lui. Sul suo pianeta, su come sia morte Abigail. Perché in certe linee temporali questa donna era viva e in altre no... niente. Non si è scoperto niente.
Ed infine, il buco di logica finale che mi ha dato la certezza che tra i tanti problemi di questa serie, ci fosse anche il fatto che gli autori non abbiano riguardato le stagioni precedenti: i figli di Allison e Diego che giocano felici e contenti nella linea temporale originale. Tutto molto bello. Peccato che ciò contraddica quanto detto nelle stagioni prima, in particolare il Paradosso del Nonno. Se tuo nonno muore prima che nasca tuo padre, tu non puoi esistere. Semplice e efficace. E allora, se Lila, Diego e Allison non sono mai esistiti, come possono esistere i loro figli????!!! Da dove sono nati?
E niente finisce così. Finisce così una - e l'unica - serie occidentale che seguivo sin dall'inizio e amavo tantissimo. Una delusione e un enorme peccato.
Perché meritavamo di meglio. Perché Luther, Diego, Allison, Klaus, Ben, Five, Viktor e Lila meritavano di meglio. Andavano celebrati, dopo tutto il percorso che avevamo affrontato assieme. Ed invece siamo stati costretti ad assistere alla cancellazione - in tutti i sensi - dei loro personaggi e progressi.
La cosa che mi dispiace di più è che arrivata alla fine della serie, avrei voluto percepire il senso di famiglia. La storia inizia con questi fratelli che sì, si vogliono bene, ma sono così traumatizzati che rendono le relazioni tra loro molto disfunzionali e bizzarre. Dopo 3 stagioni di mirabolanti avventure, di crescita personale, d'evoluzioni, di rapporti riallacciati ma anche tesi, mi aspettavo che i ragazzi dell'Umbrella Academy si ritrovassero come famiglia, uniti nell'affetto e comprensione. Ed invece...
Un peccato. Un dannato peccato.
*consoliamoci con questi due adorabili idioti
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Small things
Mi piacciono le cose che gli altri nemmeno notano, quelle che appaiono come piccole, imperfette e spesso banali.
Le venature delle foglie, per esempio, che tracciano righe via via più sottili, mano a mano che si allontanano dal centro verso le estremità della foglia come tante minuscole vene che irrorano la pianta trasportando il nutrimento nel suo sangue verde di crolofilla al pari del lavoro svolto dal nostro sangue; mi piace come ogni pianta abbia le sue foglie, diverse da quelle altrui e persino difformi tra loro poiché non ve ne sarà mai una in tutto e per tutto identica ad un'altra.
I fiori ed il muschio che crescono tra i ricami di cemento spezzando il nero con i loro colori brillanti e festosi, svettando mossi dal vento a suggello della loro vittoria sul catrame dell'asfalto e della loro resilienza.
Le differenti tipologie di cinguettii emessi dagli uccellini, incasellati uno dietro all'altro per avvertire di un pericolo, per corteggiare, per ammaliare o semplicemente per cantare al mondo intero la loro esistenza mentre eleganti e leggeri prendono il volo librandosi nel cielo di frasca in frasca.
Le sfumature che la flora e la fauna acquatiche conferiscono all'acqua rendendola viva e pulsante e permettendole di cangiare a proprio piacimento dal blu, al verde, al celeste o al nero pece a seconda del mondo che va ad accogliere e delle stagioni che andranno a susseguirsi, creando specchi più o meno cristallini in cui riflettersi e dove riflettere.
Le "consistenze" difformi delle nuvole, più o meno dense, soffici, sfibrate che conferiscono alle stesse quel magico gioco di mutare forma e solleticare la nostra fantasia ad associarvene una per ciascuna o viceversa ad associarle alla panna, allo zucchero filato e via discorrendo mentre puntiamo in su i nostri nasi.
L'odore che permea la carta dei libri a seconda della cellulosa scelta per creare il foglio, dell'inchiostro che vi è stato intriso, delle mani delle persone che lo hanno stretto, assume quando aperto se ne respira la storia, la realizzazione nel frattempo che si leggono mirabolanti avventura, si studiano nuove informazioni, si notano i piccoli dettagli delle figure o le finiture che ne rilegano le pagine alla copertina stessa.
Il sapore dolce e zuccherino della frutta appena raccolta, leggermente calda per via della temperatura, ma così soddisfacente da addentare durante l'estate quando è accatastata nelle ceste in vimini costruite a mano da chissà che artigiano esperto e che profumano di frutta, d'estate, di sole e di terra; che vengono riportate nelle case per realizzare deliziose confetture e marmellate da conservare per l'inverno.
Il profumo persistente del legno che scricchiola nel camino e che riscalda la casa diffondendo la sensazione di coccola emanata dal cedro, dal pino, dal ciliegio e che ti si appiccica addosso come un profumato scudo contro il gelo.
La morbidezza della pelle dei neonati quando solamente gli sfiori e con la forza di quelle manine tanto piccole ti stringono il dito e tu senti tutta la vita e la sua forza in un piccolo esserino morbido e profumato, che seppur fragile all'esterno è spesso molto più forte di noi all'interno.
La laboriosità delle formiche che in fila indiana trasportano le briciole di pane e si muovono come un piccolo esercito minuscolo, ma compatto formando a volte anche curiosi "disegni" durante il tragitto.
Mi piacciono i nei, quelli piccoli o dalle forme particolari, quelli che se uniti creano quasi delle forme o delle costellazioni sulla pelle delle persone,come se seguissero il loro personale schema.
Le sfumature di colore, le pagliuzze più o meno dorate, le punte più accese di una sfumatura quando guardando una persona negli occhi sotto diverse luci, secondo diverse angolazioni o altresì a seconda dell'umore animano la persona da dentro, accendendo ora una sfumatura, ora un'altra permettendo di cogliere nel suo complesso quest'opera d'arte straordinaria.
Sono belle le rughe in un viso, in un punto preciso, le fossette, le voglie o le lentiggini, sono preziosi i riflessi tra le ciocche di capelli, i vari particolari che danno senso al tutto; come pennellate di colore su una tela che sigillano la composizione.
L'andatura di coloro che mi trovo ad osservare mentre passeggiano, il modo di adagiare il piede al suolo o viceversa di sollevarlo dal terreno per spostarsi, l'ampiezza della falcata, il punto esatto in cui si possono il tacco o la punta della scarpa, il movimento oscillatorio o assente delle mani, composte o sbarazzine.
Sentire il mare dentro una conchiglia, il ticchettio della pioggia, la neve posarsi sulle superfici ricoprendole, il suono del mare, del vento.
Il timbro di una voce, il suo tono, l'incriminazione di una parola, il sentimento in un'altra, l'accento utilizzato o la sua assenza, le vocali chiuse e quelle aperte, la scelta delle parole in un discorso o l'assenza del suono stesso; l'intensità del silenzio.
Contare i puntini sul dorso delle coccinelle o i cerchi nei tronchi degli alberi per calcolarne l'età; il cambio di "casa" di un paguro che lascia una conchiglia per sceglierne un'altra con chi adornarsi.
Le impronte lasciate dalla farina sui vestiti quando si prepara un dolce e che sembra di farci uscire dal forno del Mulino Bianco talmente abbiamo gli indumenti cosparsi.
Le filastrocche, i giochi e le ninnnananne di quando ero bambina e che ancora ricordo e canticchio di tanto in tanto come svagare la mente o per addormentarmi la notte.
Saltare nelle pozzanghere formate dopo i temporali, camminare nei cumuli di foglie secche in autunno e sentirle scricchiolare sotto le suole delle scarpe, stendersi sulla coltre bianca e fare gli angeli di neve rabbrividendo per via del freddo, ma ridendo per il divertimento dato dal gioco.
Potrei proseguire ancora, ma non mi basterebbe una vita intera, perché troppo belle e straordinarie sono le piccole cose ed io le amo tutte.
-umi-no-onnanoko ( @umi-no-onnanoko )
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La monta
C'è tutta una ritualità propiziatoria dietro l'atto della monta, dietro quell'inseminazione che si pone in quella terra di mezzo tra la natura dell'animale e l'esigenza forzata dell'uomo, del padrone, del fattore, del levatore di bestie.
La monta è un atto spontaneo, innato, ben ficcato nelle membra carnose delle bestie.
La monta non ha stagioni, nella sua necessità perpetua, al di fuori dal patinato mondo equino. Tuttalpiù la monta richiede una selezione di vacche fertili non gravide, un'attenta selezione.
Stride la vacchetta, ferma sotto il peso della bestia, in un rito antico, dove ancora la pratica di inseminazione prevede un membro che penetra, una minchia dura bovina.
Rosetta è curiosa e quella scena agita la sua malizia.
Rosetta guarda sempre la monta, cerca i dettagli, cerca l'animale, il cazzo, il dilatarsi della cloaca. Se lo sente addosso quel peso e sa bene cosa aspettare.
Lo sa che deve solo stare a guardare e non voltarsi mentre quello le mette le mani addosso, mentre le solleva il vestito, mentre si accorge della sua indecenza, della sua voglia indotta da quel gesto così sozzo, da quello stridere di vacca e quel grugnire di toro.
Adesso lo sente bene quel peso, adesso la sente la minchia del fattore farsi strada nelle carni e nei pensieri, sente quell'odore di piscio e violenza concupiscente entrarle dentro.
La virtù le era colata dalle gambe così, non molte volte prima, quando aveva capito che l'odore del suo calore era evidente agli uomini, come ai cani.
Finivano sempre al ritmo delle bestie, come animali, lo stesso subire e lo stesso godere. Solo che loro, si baciano.
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Bisogna essere molto forti
per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe
e una resistenza fuori dal comune; non si deve rischiare
raffreddore, influenza e mal di gola; non si devono temere
rapinatori o assassini; se tocca camminare
per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera
bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è;
specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata,
e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi;
non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio,
oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte
senza doveri o limiti di qualsiasi genere. Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri
– e anche d’inverno, per le strade abbandonate al vento, tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani,
essi sono molti – non sono che momenti della solitudine;
più caldo e vivo è il corpo gentile
che unge di seme e se ne va,
più freddo e mortale è intorno il diletto deserto;
è esso che riempie di gioia, come un vento miracoloso,
non il sorriso innocente, o la torbida prepotenza
di chi poi se ne va; egli si porta dietro una giovinezza
enormemente giovane; e in questo è disumano,
perché non lascia tracce, o meglio, lascia solo una traccia
che è sempre la stessa in tutte le stagioni. Un ragazzo ai suoi primi amori
altro non è che la fecondità del mondo.
È il mondo così arriva con lui; appare e scompare,
come una forma che muta. Restano intatte tutte le cose,
e tu potrai percorrere mezza città, non lo ritroverai più; l’atto è compiuto, la sua ripetizione è un rito. Dunque la solitudine è ancora più grande se una folla intera
attende il suo turno: cresce infatti il numero delle sparizioni –
l’andarsene è fuggire – e il seguente incombe sul presente
come un dovere, un sacrificio da compiere alla voglia di morte. Invecchiando, però, la stanchezza comincia a farsi sentire,
specie nel momento in cui è appena passata l’ora di cena,
e per te non è mutato niente: allora per un soffio non urli o piangi;
e ciò sarebbe enorme se non fosse appunto solo stanchezza,
e forse un po’ di fame. Enorme, perché vorrebbe dire
che il tuo desiderio di solitudine non potrebbe essere più soddisfatto
e allora cosa ti aspetta, se ciò che non è considerato solitudine
è la solitudine vera, quella che non puoi accettare?
Non c’é cena o pranzo o soddisfazione del mondo,
che valga una camminata senza fine per le strade povere
dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani.
Pierpaolo Pasolini
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La sorella di Franco
partiva per il mare
lo zaino il sacco a pelo
e centomila lire
e fu all'angolo di Via Irnerio
che sentì l'esplosione
poi nel sole del mattino
vide il volo cieco di un piccione
Passò un momento sospeso e polvere e spettri fuggenti
prima di un po' di luce
per Bologna e i suoi lamenti
Lele era un bambino
e rimase fermo ad ascoltare
le frasi in dialetto
che il postino diceva al padre
era solo un bambino
ma ricorda ancora bene
la faccia di quell'uomo
e il grido delle sirene
Passò un giorno per capire
poi i giornalisti e il presidente
prima di un po' di luce
per Bologna e la sua gente
Salì sul taxi coi feriti accanto
guidò fino all'alba
poi si arrese al pianto
dal sedile di dietro
il sangue era preso
gli parlava di morte
dell'orrore all'improvviso
Passarono mesi e stagioni
omissioni e servizi deviati
prima di un po' di luce per Bologna e i suoi Magistrati
Maria di vent'anni aveva il mondo davanti e lo sguardo più dolce di chi non può aver rimpianti
Maria se n'è andata come un angelo in volo
inghiottita nel nulla in un attimo il sole
Passarono più di dieci anni
quante promesse infinite
prima di un po' di luce per Bologna e le sue ferite
Il giorno che il cielo cadde su Bologna
piovvero pietre fiamme e vergogna
una breccia nel muro
e un'altra nel cuore
quando il ricordo è radice
custodisce il dolore
quando il ricordo è radice
il futuro avrà un fiore
Passò secolo e millennio
menzogne e governi e sentenze
prima di un po' di luce
per Bologna e le sue coscienze
Passò una generazione
l'oratore e il testimone
resta il profumo di un fiore
per Bologna e la sua stazione
e il fiore della memoria
che sboccia in ogni stagione.
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La solitudine: bisogna essere molto fortiper amare la solitudine; bisogna avere buone gambe e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere rapinatori o assassini; se tocca camminare per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è; specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata, e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi; non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio, oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte senza doveri o limiti di qualsiasi genere. Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri – e anche d’inverno, per le strade abbandonate al vento, tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani, essi sono molti – non sono che momenti della solitudine; più caldo e vivo è il corpo gentile che unge di seme e se ne va, più freddo e mortale è intorno il diletto deserto; è esso che riempie di gioia, come un vento miracoloso, non il sorriso innocente o la torbida prepotenza di chi poi se ne va; egli si porta dietro una giovinezza enormemente giovane; e in questo è disumano, perché non lascia tracce, o meglio, lascia una sola traccia che è sempre la stessa in tutte le stagioni. Un ragazzo ai suoi primi amori altro non è che la fecondità del mondo. È il mondo che così arriva con lui; appare e scompare, come una forma che muta. Restano intatte tutte le cose, e tu potrai percorrere mezza città, non lo ritroverai più; l’atto è compiuto, la sua ripetizione è un rito. Dunque la solitudine è ancora più grande se una folla intera attende il suo turno: cresce infatti il numero delle sparizioni – l’andarsene è fuggire – e il seguente incombe sul presente come un dovere, un sacrificio da compiere alla voglia di morte. Invecchiando, però, la stanchezza comincia a farsi sentire, specie nel momento in cui è appena passata l’ora di cena, e per te non è mutato niente; allora per un soffio non urli o piangi; e ciò sarebbe enorme se non fosse appunto solo stanchezza, e forse un po’ di fame. Enorme, perché vorrebbe dire che il tuo desiderio di solitudine non potrebbe esser più soddisfatto, e allora cosa ti aspetta, se ciò che non è considerato solitudine è la solitudine vera, quella che non puoi accettare? Non c’è cena o pranzo o soddisfazione del mondo, che valga una camminata senza fine per le strade povere, dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani.
Pier Paolo Pasolini
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Il grande capo di Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra. Il grande capo ci manda anche espressioni di amicizia e di buona volontà. Ciò è gentile da parte sua, poiché sappiamo che egli non ha bisogno della nostra amicizia in contraccambio. Ma noi consideriamo questa offerta perché sappiamo che se non venderemo, l'uomo bianco potrebbe venire con i fucile a prendere la nostra terra. Quello che dice capo indiano Seattle, il grande capo di Washington può considerarlo sicuro, come i nostri fratelli bianchi possono considerare sicuro il ritorno delle stagioni. Le mie parole sono come le stelle e non tramontano. Ma come potete comprare o vendere il cielo, il calore della terra? Questa idea è strana per noi. Noi non siamo proprietari della freschezza dell'aria o dello scintillio dell'acqua: come potete comprarli da noi? Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo. Ogni ago scintillante di pino, ogni spiaggia sabbiosa, ogni goccia di rugiada nei boschi scuri, ogni insetto ronzante è sacro nella memoria e nella esperienza del mio popolo. La linfa che circola negli alberi porta le memorie dell'uomo rosso. I morti dell'uomo bianco dimenticando il paese della loro nascita quando vanno a camminare tra le stelle. Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli. Il cervo, il cavallo e l'aquila sono nostri fratelli. Le creste rocciose, le essenze dei prati, il calore del corpo dei cavalli e l'uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia. Perciò quando il grande capo che sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra, ci chiede molto. Egli ci manda a dire che ci riserverà un posto dove potremmo vivere comodamente per conto nostro. Egli sarà nostro padre e noi saremo i figli. Quindi noi consideriamola vostra offerta di acquisto. Ma non sarà facile, perché questa terra per noi è sacra. L'acqua che scorre nei torrenti e nei fiumi non è soltanto acqua ma è il sangue dei nostri antenati. Se noi vi vendiamo la terra, voi dovete ricordare che essa è sacra e dovete insegnare ai vostri figli che essa è sacra e che ogni tremolante riflesso nell'acqua limpida del lago parla di eventi e di ricordi, nella vita del mio popolo. Il mormorio dell'acqua è la voce del padre, di mio padre. I fiumi sono i nostri fratelli ed essi saziano la nostra sete. I fiumi portano le nostre canoe e nutrono i nostri figli. Se vi vendiamo la terra, voi dovete ricordare e insegnare ai vostri figli che i fiumi sono nostri fratelli e anche i vostri, perciò dovete usare la gentilezza che usereste con un fratello. L'uomo rosso si è sempre ritirato davanti all'avanzata dell'uomo bianco, come la rugiada sulle montagne si ritira con il sole del mattino. Ma le ceneri dei nostri padri sono sacre. Le loro tombe sono terreno sacro e così queste colline e questi alberi. Questa porzione di terra è consacrata, per noi. Noi sappiamo che l'uomo bianco no capisce i nostri pensieri. Un porzione di terra è la stessa per lui come un'altra, perché egli è uno straniero che viene nella notte e prende dalla terra qualunque cosa gli serva. La terra non è suo fratello, ma suo nemico e quando l'ha conquistata, egli si sposta lascia le tombe dei suoi padre i diritti dei suo figli vengono dimenticati. Egli tratta sua madre, la terra e suo fratello, il cielo, come cose che possono essere comprate, sfruttate e vendute, come fossero pecore o perline colorate. Il suo appetito divorerà la terra e lascerà dietro solo un deserto. Non so, i nostri pensieri sono differenti dai vostri pensieri. La vista delle vostre città ferisce gli occhi dell'uomo rosso. Ma forse questo avviene perché l'uomo rosso è selvaggio e non capisce. Non c'è alcun posto lieto nelle città dell'uomo bianco. Alcun posto in cui sentire lo stormire di foglie in primavera e il ronzio delle ali degli insetti. Ma forse io sono un selvaggio e non capisco. Il rumore delle città sembra quasi che ferisca le orecchie. E che cos'è mai li la vita, se un uomo non può ascoltare il rumore del succiacapre o delle rane attorno ad uno stagno di notte ? Ma io sono un uomo rosso e non capisco. L'indiano preferisce il dolce sapore del vento che soffia sulla superficie del lago o l'odore del vento stesso, pulito dalla pioggia o dagli aghi di pino. L'aria è preziosa per l'uomo rosso poiché tutte le cose partecipano allo stesso respiro. L'uomo bianco sembra non accorgersi dell' aria che respira e come un uomo da molti giorni in agonia, egli è insensibile alla puzza. Ma se noi vi vendiamo la nostra terra, voi dovete ricordare che, per noi, l'aria ha lo stesso spirito che essa sostiene. Il vento che ha dato ai nostri padri il primo respiro, riceve anche il loro ultimo respiro. E il vento deve dare ai nostri figli lo spirito della vita. E se vi vendiamo la nostra terra, voi dovete tenerla da parte come sacra, come un posto dove anche l'uomo bianco possa andare a gustare il vento addolcito dei prati. Perciò noi considereremo l'offerta di comprare la nostra terra, ma se decideremo di accettarla, io porrò una condizione: l'uomo bianco deve trattare gli animali di questa terra come suoi fratelli. Io sono un selvaggio e non capisco altri pensieri. Ho visto centinaia di bisonti marcire nelle praterie, lasciati lì dall'uomo bianco dal treno che passava. Io sono un selvaggio e non riesco a capire come un uomo bianco preferisca un cavallo di ferro sbuffante che un bisonte che noi uccidiamo solo per sopravvivere. Che cos'è l'uomo senza gli animali? Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine. Perché qualunque cosa capiti agli animali in seguito capiterà agli uomini. Tutte le cose sono collegate. Voi dovete insegnare ai vostri figli che la terra sotto i loro piedi è la cenere dei nostri antenati. Affinché rispettino la terra, dite ai vostri figli che la terra è ricca delle vite del nostro popolo. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: LA TERRA E' NOSTRA MADRE. Qualunque cosa capiti alla terra, capita anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano in terra, sputano a se stessi. Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all'uomo ma è l'uomo che appartiene alla terra.Questo noi sappiamo.Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce la famiglia..Qualunque cosa capiti alla terra, capita anche ai figli della terra.Non è stato l'uomo a tessere la tela della vita, egli è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso. Ma noi consideriamo la vostra offerta di andare nella riserva da voi stabilita per il mio popolo. Noi vivremmo per conto nostro e in pace.Importa poco dove spenderemo la fine dei nostri giorni. I nostri figli anno visto i loro padri umiliati nella sconfitta. I nostri guerrieri hanno provato la vergogna. E dopo la sconfitta, essi passano i giorni nell'ozio e contaminano il loro corpo con cibi, dolci e bevande forti. Poco importa dove passeremo il resto dei nostri giorni: essi non saranno molti. Ancora poche ore, ancora pochi inverni, e nessuno dei figli delle grandi tribù, che una volta vivevano sulla terra e che percorrevano in piccole bande i boschi, rimarrà a piangere le tombe di un popolo, una volta potente e pieno di speranze come il vostro. Ma perché dovrei piangere la morte del mio popolo? Le tribù sono fatte di uomini e nient'altro. Gli uomini vanno e vengono come le onde del mare. Anche l'uomo bianco, il cui dio cammina e parla con lui da amico ad amico, non può sfuggire al destino comune Può darsi che siamo fratelli dopo tutto. Vedremo. Noi sappiamo una cosa che l'uomo bianco forse un giorno scoprirà: il nostro dio è lo stesso dio. Può darsi che voi ora pensiate di possederlo, come desiderate possedere la nostra terra. Ma voi non potete possederlo. Egli è dio dell'uomo e la sua compassione è uguale sia per l'uomo rosso che per l'uomo bianco. Questa terra è preziosa anche per lui. E far male alla terra è come far male al suo creatore. Anche l'uomo bianco passerà, forse prima di altre tribù. Continuate a contaminare il vostro letto e tra qualche notte soffocherete nei vostri rifiuti.
(Lettera del capo Sethl al presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce 1855)
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Non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte
Mi cercarono l'anima a forza di botte
Perché dissi che dio imbrogliò il primo uomo,
Lo costrinse a viaggiare una vita da scemo
Nel giardino incantato lo costrinse a sognare,
A ignorare che al mondo c'è il bene e c'è il male
Quando vide che l'uomo allungava le dita
A rubargli il mistero di una mela proibita
Per paura che ormai non avesse padroni
Lo fermò con la morte e inventò le stagioni
Mi cercarono l'anima a forza di botte
E se furon due guardie a fermarmi la vita
È proprio qui sulla terra la mela proibita
E non dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato
Ci costringe a sognare in un giardino incantato
Ci costringe a sognare in un giardino incantato
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The Killing: un viaggio oscuro tra delitto e redenzione.
Introduzione alla serie
The Killing è una serie televisiva crime disponibile su Disney+, remake di un prodotto danese tratto dalle opere dello scrittore David Hewson. La serie statunitense è divisa in quattro stagioni. Le prime due narrano il caso dell’omicidio di una diciannovenne Rosie Larson. Mentre la terza e la quarta trattano altri due casi diversi. Le prime tre stagioni sono composte da 13 episodi mentre l’ultima da sole 6 puntate.
I protagonisti sono una coppia di detective della squadra omicidi: Sarah Linden e Stephen Holder. Insieme dovranno affrontare il crimine nella città di Seattle e affrontare i drammi delle loro vite.
La serie è stata accolta molto positivamente dal pubblico e dalla critica. Personalmente è stata una tra le serie televisive più interessanti e coinvolgenti che io abbia mai visto.
L’ambientazione e l’atmosfera noir di Seattle
I protagonisti sicuramente sono i detective e le famiglie delle vittime, specialmente nella prima e nella seconda stagione. Ma da padrona la fa Seattle. I suoi angoli nascosti, la pioggia costante che infradicia i vestiti di Holder e i capelli di Linden.
Il clima rafforza ancora di più l’atmosfera cupa e asfissiante della trama. Come se la pioggia simboleggiasse il mistero e gli ostacoli che circondano i due detective. Il peso dei vestiti grondanti di pioggia è lo stesso peso che grava su Sarah e su Stephen.
Il tutto è immerso in una fotografia quasi grigia e tonalità che ricordano la tradizione noir. L’inquietudine e la tensione che viene costruita una puntata dietro l’altra.
I personaggi principali e la loro evoluzione
Sarah Linden: il ritratto di una detective tormentata
Sarah Linden è impersonata da Mireille Enos. Il personaggio della detective è scritto meravigliosamente. La tenacia e il coraggio di Sarah vanno pari passo con la sua testardaggine e ostinatezza. Le sue difficoltà familiari e il suo passato travagliato hanno profondamente segnato il suo modo di essere. Quello che ha passato durante la sua infanzia ha segnato in modo radicale le sue relazioni. Tuttavia le sue capacità investigative e il rapporto che instaura con le vittime la rende una detective molto determinata.
Procedendo nelle stagioni le sue difficoltà con il figlio aumentano. Il suo lavoro la travolge e il legame che sente con le vittime diventa sempre più opprimente. Troverà nel suo nuovo collega un punto saldo e un amico su cui contare.
Stephen Holder: il partner con un passato oscuro
Linden nella prima puntata ha in programma di lasciare la centrale di Seattle, partire per la California con il suo fidanzato e suo figlio. Il suo sostituto, Stephen Holder, arriva alla omicidi dalla squadra narcotici e dovrebbe ricevere i casi della sua collega. Tuttavia, le cose non vanno così. Linden rimane a Seattle, troppo presa dal caso della giovane Rosie.
Anche se si capisce che Holder ha dei segreti sembra essere volenteroso di imparare e mettersi in gioco, anche se i suoi colleghi non lo lasciano esprimere il suo potenziale.
Nel corso delle puntate il rapporto tra i due detective si rafforza. Entrambi hanno dei fantasmi del loro passato che stanno provando ad affrontare. Holder è un ex drogato che cerca di rimanere sobrio e risanare il rapporto con la sua famiglia. Holder e Linden saranno l’uno la spalla dell’altro.
La chimica tra i due protagonisti e come influenza la narrazione di The Killing
Sicuramente uno dei punti di forza della serie è proprio il rapporto tra i due poliziotti. Le difficoltà che devono affrontare, l’intensità dei casi e la loro complessa vita privata li legano e li avvicinano sempre di più.
Da fan della serie ovviamente la loro relazione diventa uno dei traini della storia. L’affetto che si vede negli occhi di Holder quando guarda Linden e il modo in cui la fa ridere. Nel corso degli episodi, tuttavia, possiamo vedere Linden irrigidirsi sempre di più, faticare gradualmente a lasciarsi voler bene da Holder. Le difficoltà di lui si aggravano quando sente il loro rapporto vacillare. Insieme allo svolgimento delle indagini, l’evoluzione della loro relazione è uno dei focus più intriganti.
L’indagine al centro della narrazione
Ogni episodio introduce nuove scoperte, ma anche nuovi dubbi, alimentando un senso di incertezza che cresce progressivamente. La serie non è mai affrettata nel rivelare dettagli cruciali, anzi, gioca con la pazienza degli spettatori, mantenendo alta la tensione fino alla fine. Questo è uno degli elementi distintivi di The Killing: non ha paura di rallentare il ritmo per esplorare a fondo i personaggi e i loro segreti.
Fin dal primo episodio, ci troviamo immersi in un mondo cupo e malinconico, con la pioggia incessante che cade su Seattle come una metafora del dolore e del mistero che permea la storia. Questo clima si riflette non solo nell’atmosfera generale, ma anche nel ritmo stesso della serie, che rifiuta di svelare la verità in fretta. Al contrario, dilata il tempo, costruendo un senso di attesa prolungata che si traduce in un’esperienza di visione intensamente immersiva.
Ogni episodio introduce nuove scoperte, ma anche nuovi dubbi, alimentando un senso di incertezza che cresce progressivamente. La serie non è mai affrettata nel rivelare dettagli cruciali, anzi, gioca con la pazienza degli spettatori, mantenendo alta la tensione fino alla fine. Questo è uno degli elementi distintivi di The Killing: non ha paura di rallentare il ritmo per esplorare a fondo i personaggi e i loro segreti.
Il gioco del sospetto: chi è il colpevole?
Uno degli aspetti più avvincenti di The Killing è il modo in cui riesce a far sospettare di chiunque. Ogni personaggio, dal più marginale al più centrale, sembra avere qualcosa da nascondere. La protagonista, la detective Sarah Linden, interpretata in modo magistrale da Mireille Enos, è spinta a seguire una serie di false piste che portano lo spettatore a sospettare di diversi potenziali colpevoli. Ogni episodio offre nuovi indizi che, anziché avvicinare alla verità, complicano ulteriormente la trama.
Le dinamiche familiari, politiche e personali di ciascun individuo vengono lentamente rivelate, creando una rete intricata di relazioni e motivi che potrebbero portare chiunque a essere il responsabile dell’omicidio al centro della storia.
The Killing gioca con le aspettative del pubblico, mettendo in evidenza come nessuno sia completamente innocente. Questa costruzione del sospetto diventa quasi una danza: ogni volta che si è convinti di aver individuato il colpevole, la serie introduce un nuovo dettaglio che sconvolge tutto. È proprio questa continua oscillazione tra certezza e dubbio che mantiene alta la tensione emotiva.
Temi principali: colpa, redenzione e il lato oscuro della società
Uno degli aspetti più potenti di The Killing è la profondità con cui esplora la vulnerabilità dei suoi personaggi. Sarah Linden è una detective straordinariamente competente, ma anche una donna fragile, costantemente in bilico tra il suo dovere e i suoi demoni personali. La sua ossessione per il caso e la sua difficoltà a separare il lavoro dalla vita privata sono temi ricorrenti che rendono il suo personaggio incredibilmente umano.
Anche Stephen Holder, con il suo passato segnato dalla droga e dalla corruzione, è un personaggio profondamente sfaccettato. La sua lotta per mantenere la sua integrità e guadagnare la fiducia di Sarah è una delle dinamiche più interessanti della serie, che riflette la complessità delle relazioni umane in un contesto di estrema pressione.
La serie non si limita a rappresentare un'indagine poliziesca, ma esplora il lato oscuro della società: la disuguaglianza, la corruzione e il dolore della perdita. Ogni personaggio, anche quelli secondari, è tratteggiato con attenzione, e tutti hanno un ruolo nel complicare il puzzle che Linden e Holder cercano di risolvere.
Conclusioni: perché The Killing è un must-watch per gli amanti del crime
The Killing non è una serie per chi cerca una risoluzione rapida o facile. La sua struttura dilatata e la capacità di mantenere costante il sospetto su tutti i personaggi la rendono un’esperienza unica nel panorama delle serie crime. Con il suo ritmo lento ma intenso, riesce a coinvolgere lo spettatore non solo nella ricerca del colpevole, ma anche nelle vite complesse e vulnerabili di chi cerca giustizia.
Se sei un amante del crime, apprezzerai l’attenzione ai dettagli e la profondità emotiva che questa serie offre. È un viaggio oscuro e complesso, che richiede pazienza, ma che alla fine ripaga con una narrazione avvincente e personaggi indimenticabili.
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La vostra Easy Tears.
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Come vivere la vita dopo i 50 anni ?
Vi è un momento in cui una donna attraversa una voragine emotiva e interiore paurosa : il corpo cambia, si stenta a riconoscersi e non solo fisicamente anche per la salute / stanchezza / tolleranza agli eventi esterni.
I figli sono altro : non ci appartengono più, se ne vanno, sono figli di una società molto diversa dalla nostra di quegli anni.. A volte sembrano emeriti sconosciuti ai quali si fa fatica rivolgere la parola.
I genitori invecchiano, alcuni non ci sono più ( per morte, per malattia, per età che non permette presenza mentale ).
I mariti / compagni / fidanzati hanno un loro lavoro / affetti / hobbies che non sempre possono includerci e sarebbe molto stancante correr loro dietro perché rimane una casa da gestire, un lavoro dove essere presenti ( ‘ sul pezzo’ dicono, modo di dire che detesto).
A un certo punto ci si guarda e occorre riconoscersi :
Chi sono ?
Dove sono le mie ambizioni, le cose che mi piaceva fare, chi sono diventata ?
Ripresentarsi : piacere sono me stessa, tornata a me dopo anni in cui sono stata figlia, lavoratrice, madre, moglie, vedova, compagna, figlia / mamma...
Quanti ruoli per una donna, quanto equilibri affettivi !
Una donna è un mondo che contiene altri mondi. Talvolta è così stanca da cadere a pezzi ma possiede il segreto di vivere le sue stagioni galleggiando in queste realtà e imparando a nuotare nelle sempre nuovi correnti.
Donna : miracolo.
Tatiana Andena
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Ultimate Note
A caval donato non si guarda in bocca
Quinta avventura - contando Mystic Nine - dei miei tombaroli preferiti. Quest'anno sono andata a bomba con Lost Tomb: 3 serie in un anno, più tre libri a loro dedicati. Sarà per questo che sono mezza rincoglionita?
La fretta di seguire questo drama non è solo per la bellezza della storia in sé quanto più l'angoscia di sapere che ci sono oltre 23 serie/film su di loro e che io non sono manco a metà. Ma soprattutto è l'avere la certezza matematica che più aspetto tra un prodotto e l'altro e più mi scorderò le cose. Perderò i pezzi, i collegamenti. Non mi ricorderò più chi e chi e perché i personaggi hanno fatto certe cose. Ecco perché urge andare avanti il più possibile e così di fretta. Meglio farlo quando la mente è ancora fresca.
Anche perché incredibilmente, in questo Ultimate Note, gli autori hanno deciso di mostrarci pezzi di trama orizzontale e di ricollegare eventi delle passate stagioni per dargli un senso. Un evento talmente raro e inaspettato che mi sono quasi commossa. Lost Tomb che ti è successo?!
E' finita l'epoca delle gitarelle della domenica nelle tombe! Adesso finalmente c'è un quadro, un disegno.
Certo... è un disegno sfumato.
Fatto con lo sputo e visto da lontano.
Ma c'è.
Dopo Mystic Nine e le stagioni precedenti dove giravamo a vuoto senza sapere bene COSA E PERCHE facevamo certe cose, con gli spettatori come me e @veronica-nardi e @lisia81 che cercavamo di rimettere assieme i pezzi, finalmente gli autori di questa serie hanno tirato fuori la testa dalla sabbia e hanno deciso di "buttarci in faccia la trama".
E con "buttarci in faccia" intendo che hanno ben pensato di rincoglionirci infilando 15 puntate di informazioni sulla trama orizzontale costringendomi a mettere in pausa più volte per vedere se avevo capito bene ciò che stavano dicendo e per ricollegare il tutto.
Per quattro stagioni e per metà di questa... il nulla cosmico. Poi, all'improvviso, come solo Lost Tomb sa fare, ecco che spuntano una dietro l'altra le tante decantante informazioni che ci servono.
Ed ecco anche il perché mi è piaciuta questa stagione. Gli voglio bene... di default. Finalmente il disegno prende forma e tutta la fatica fatta nelle stagioni precedenti assume un valore che non sia quello di tempo buttato.
Mi lamento solo del modo in cui tutte queste spiegazioni siano state date: spalmarle in un modo un po' più organico no?!
Ma non saremmo qui a decantare la" bellezza" di questa serie se gli sceneggiatori sapessero fare il loro lavoro:
dai grafici su schermo del primo Lost Tomb ai finali cancellati e riscritti tra una stagione e l'altra fino a dialoghi talmente fuori contesto che non capisci se ti sei persa tu o sono vaghi apposta, per arrivare al classico recast degli attori che ti fa ammattire ogni volta per capire chi sia il personaggio a schermo. Quattro stagioni di Lost Tomb e abbiamo avuto quattro attori diversi per TUTTI i personaggi. TUTTI.
Follia. ma a noi la follia piace...altrimenti non saremmo qui
E so cosa alcuni possono pensare: "eh Dile, ma Lost Tomb è ripreso da un romanzo quindi devono seguire i libri. Se nei romanzi il protagonista scopre queste cose in quel preciso momento, allora anche nella serie deve andare nello stesso modo."
No, perché la stagione prima di questa, finiva con Wu Xie che scopriva i cadaveri della squadra di esplorazione nella Tomba della Porta di Bronzo e questo nei libri che trattano di questa tomba, non c'è. In quella stagione inoltre, Wu Xie imparava dello switch tra suo zio e quello di Pantera Rosa. Scoperta, che è stata poi spostata in questa di stagione.
Si evince quindi che le cose tra libri e film si possono spostare. E' quindi lecito pensare che anche per le miriadi di informazioni avute in questa stagione ci si poteva organizzare un po' meglio.
Anche perché ti ritrovi a passare le prime 15 puntate in un deserto alla ricerca di una tomba - e vi risparmio per adesso la storia di come e perché siamo qui - per poi avanzare IN PIENA FORESTA PLUVIALE dove ci becchiamo ore e ore di analisi, dettagli ed informazioni inutili sui serpenti. Come sono fatti, come si comportano, cosa mangiano, come si accoppiano, il loro ciclo riproduttivo, dove nidificano...
Per carità, utile se stai facendo una tesi di biologia sui rettili. Ma noi non siamo qui per questo. E allora mi chiedo: se al posto di sta roba ci mettevano qualcosa di più interessante legato alla trama? O se tagliavano un po' di questa parte?
No. Noi dobbiamo NECESSARIAMENTE sapere che in questa stagione ed in questo luogo, i serpenti sono animali sociali.
Come ho fatto a vivere fino ad oggi senza questa informazione?!
Per quanto invece riguarda la trama della stagione in sé, ci troviamo nel deserto alla ricerca della Tomba della Regina. Siamo qui perché Wu Xie - e non solo lui - ha ricevuto delle videocassette molto strane che lo hanno condotto ad un manicomio dove ha convenientemente trovato un diario appartenente a sua Zia Wen Ji, scomparsa da anni e facente parte di quella famosa spedizione sottomarina i cui membri sono tutti spariti. ( quelli della Tomba Sottomarina per intenderci)
Accadono poi mille cose alla Lost Tomb - quindi inspiegabili e totalmente inutili - che ci conducono direttamente alla questione importante: la presenza della Zia Wen Ji e dello Zio di Wu Xie. Che poi si scopre essere in realtà lo Zio di Pantera Rosa. Grazie a questi due, impariamo diverse cose della trama orizzontale di tutta la serie ma non facciamo in tempo a ricapitolare il tutto che la Zia e Poker Face si precipitano dentro il Meteorite di Giada che è presente in questa Tomba. La Zia infatti ha preso una pillola dell'Immortalità che la mantiene giovane per un tot di tempo ma che a lungo andare la trasformerà in uno zombie. Per ovviare a questo problema entra quindi nel meteorite di giada - vivere quindi per l'eternità dentro un sasso - con Poker Face che la va appresso Dio Solo Sa Perché.
Senza più informazioni, a Wu Xie non rimane che rimanere davanti al meteorite ad aspettare l'uscita di Poker Face. Che esce...ma è senza memoria. Non sa nemmeno il suo nome.
Arrivati ad un punto morto delle investigazioni, il Trio di Ferro decide di mettere da parte quanto detto finora e concentrarsi sul recuperare almeno la memoria di Poker Face. Parte dunque tutto un viaggio dove scopriamo dell'esistenza della Pagoda degli Zhang, che Xiaoge viveva lì e che i Mystici Nove sono stati spesso da queste parti.
PS: rido un po' all'idea che quando cerchiamo informazioni non troviamo niente. Appena decidiamo di rilassarsi un attimo...BOOM! Caterve di indicazioni.
Infatti, il terzetto vorrebbe entrare nella Pagoda degli Zhang per far recuperare i ricordi a Poker Face ma non trovano l'entrata. Ed è quindi di nuovo lo Zio che fa trovare a Wu Xie un indizio: la piantina della Pagoda.
Piantina che vuole anche la Nonna Huo e che costringe Wu Xie a partecipare ad un asta dove in palio rivediamo il Sigillo Fantasma. E qui potremmo aprire un intero dibattito di 50 minuti per capire COME il Sigillo fantasma sia arrivato all'asta. Ma è Lost Tomb quindi ci si tappa il naso e si va avanti facendo finta di non aver visto nulla. Sigillo Fantasma che permette di comandare l'esercito dei Morti ed aprire anche la Porta di Bronzo. E che appartiene a Poker Face, tra l'altro.
Rubato il Sigillo Fantasma, inizia un conflitto con la Nonna Huo che vuole la piantina della Pagoda che appartiene a Wu Xie. Dopo minaccioni, tentativi di omicidio, rapimenti, truffe ecc ecc il nostro terzetto è costretto a collaborare con lei visto che hanno lo stesso obiettivo.
La nonna divide quindi la squadra in due gruppi: Poker Face e Fatty andranno nella Pagoda mentre Wu Xie, Pantera Rosa ed il Cieco dovranno andare da un altra parte per aprire dei cancelli che permettono ai primi di avanzare nella Pagoda.
All'inizio le cose vanno bene ma poi Wu Xie sbaglia un interpretazione ed i suoi amici si ritrovano bloccati senza possibilità di uscire. Isolati assieme a nonna Huo. E questo mi pare la parte peggiore.
Disperato Wu Xie le prova tutte per recuperare i suoi amici ma realizza che la famiglia Wu non ha abbastanza potere essendo lo Zio scomparso il vero Capo su cui tutti fanno affidamento.
Così, nel finale della stagione, Wu Xie decide di indossare una maschera facciale dello Zio e far finta di essere lui. Presumo che lo faccia sia per recuperare il potere della famiglia, sia per ingannare il villain finale di sta serie. Ma questa è la mia interpretazione che contando che a Lost Tomb piace tanto cambiare i finali tra una stagione e l'altra non è definitiva.
Follia. A rileggere tutto adesso è follia. Mi sono divertita tantissimo e mi sono goduta ogni singola scena per carità. Ma mi ha anche fatto diventare matta.
Seguire le peregrinazioni di Wu Xie cercando di dare un senso e di collegarle alle stagioni passate dovrebbe certificare automaticamente una Laurea Honorem in qualsiasi disciplina. Le cose accadono con forzature atroci e giri pindarici assurdi. Con la naturalezza di un trattore in una cristalleria. Io ovviamente mi sono anche divertita - come mi diverte sempre Lost Tomb - ma non negherò la fatica mentale che questa serie mi provoca sempre. E meno male che me la vedo in compagnia! Fossi sola, mi dovrei auto mandare al Manicomio di inizio stagione.
Comunque sia, la stagione è davvero buona. Un buon ritmo con ottime scene di tensione e un ottimo lavoro sul fronte dei personaggi, delle loro caratterizzazioni e relazioni. E' una serie anche simpatica, divertente e con eccellenti momenti di leggerezza che smorzano la confusione generale. C'è avventura, amicizia, misteri da risolvere, enigmi, Love Story BL come se piovessero... è davvero ottima per essere una stagione di Lost Tomb.
Detto questo andiamo proprio alla trama orizzontale. Quella che abbiamo faticosamente scoperto dopo 5 stagioni. Colei che è stata nascosta così tanto bene che quando è uscita fuori ci ha spaventato a tutti perché non ce l'aspettavamo più.
Prendiamoci uno snack, una bevanda calda e armiamoci di santa pazienza:
Tutta questa storia inizia negli anni 50 più o meno, quando i Nove Mistici eseguono una spedizione nella misteriosissima Pagoda degli Zhang. La suddetta Pagoda in realtà è in una montagna mentre DALL' ALTRA PARTE DELLA CINA più distante, ci sta un'altra montagna dove si scoprirà esserci "il cancello d'entrata" della Pagoda. Un complesso sistema di Specchi e Leve che azionate, aprono vari passaggi nella Pagoda e permettono di avanzare. Per essere chiari: bisogna essere in due. Uno sta alla Montagna Specchi e Leve a tirare catene e decifrare simboli. L'altro sta nella Montagna della Pagoda ad aprire passaggi che gli sono stati indicati dalle decifrazioni del primo. Un casino immane. La spedizione degli anni 50 in realtà, è nella montagna "Specchi e Leve" e non per entrare nella Pagoda degli Zhang ma per recuperare dei Rotoli di Seta Gialla che "nonsisaperché" stanno qui. E non si sa nemmeno cosa ci sia scritto sopra questi rotoli. Ma sappiamo che alcuni finiranno nella mani di Pantera Rosa che traducendoli, seguirà - anni dopo - le orme dei protagonisti facendoci tanta compagnia e alzando il livello di style tombarolo di almeno 20 punti.
il vero mistero di sta storia in realtà, è scoprire come faccia Pantera Rosa ad esplorare posti putridi , rotolarsi nel fango, con esplosioni, terra, schifo , ragnatele, animali che cercano di mangiarlo vivo... vestito di banco o rosa e ritrovarlo sempre lindo e pinto manco fosse un modello di Dolce e Gabbana.
Comunque sia la spedizione di questi Mystic Nine si interrompe bruscamente e dobbiamo aspettare il 1976 per rivedere altre esplorazioni. Questa volta sono Chen Wen Jin e Hou Xian Gu ad esplorare nuovamente questi luoghi. Ed i loro nomi non sono casuali: Wen Ji infatti si sospetta sia la figlia di un membro dei Mystic Nine - Chen Pi - ed è sicuramente l'interesse amoroso dello Zio del protagonista Wu Xie. L'altra è invece un membro dei Mystic Nine appartenente alla famiglia Huo. Cosa cerchino in questo luogo, Dio solo lo sa. Sappiamo solo che qualcosa hanno trovato perché tirano fuori delle cose. Ma non sappiamo esattamente cosa. Conosciamo però come va questa esplorazione: male. Perché una notte TUTTA la squadra - tranne Wen Ji e la Huo - ed un altra persona ma non si sa chi - vengono uccisi e gettati nel lago lì vicino. La cosa interessante è che il giorno dopo i membri della squadra erano di nuovo lì. Belli e pimpanti come se non fossero mai morti. Per essere più chiari possibili: la squadra morta è stata sostituita da delle copie. La cosa è così strana che bisogna aspettare il 1984 per un altra esplorazione: La tomba sottomarina.
Per inciso la mia preferita. Ho adorato come in quella stagione abbiano sfidato ogni logica, anche quella della fisica , per far esplodere una cupola sotto al mare senza venire affogati dall'acqua. Arte pura. Le puttanate che ho visto lì dentro me l'hanno fatta amare tantissimo.
Di questa investigazione sappiamo già più cose visto che la seconda stagione era basata proprio su questa Atlantide sommersa. Sappiamo che partecipò la seconda generazione dei Mistici Nove: quindi oltre a Wen Ji e la Huo anche lo zio di Pantera Rosa e quello di Wu Xie. Più Poker Face, il boss dei boss. Ed anche questa finì male. Forse so' i Mistici Nove che portano sfiga a sto punto. Sia i due zii sia Wen Ji dicono che durante quell'esplorazione si accorsero che c'era una talpa tra loro ma sappiamo che solo i due zii attuarono un piano per gestire la faccenda : - accidenti a loro- fingere la morte dello zio di Pantera Rosa e fargli prendere il posto dello Zio di Wu Xie, mentre quest'ultimo si dava alla macchia e passava i restanti anni a tormentare suo nipote spedendolo senza motivo in giro per le tombe più pericolose della Cina.
le gitarelle domenicali di Wu Xie
A quel punto, con gli zii switchati, i restanti membri del gruppo finiscono tutti addormentati - dalla talpa presumo - e si risvegliano in un Sanatorio. consiglio a Wu Xie di segnarsi l'indirizzo perché alla fine di sta storia mi sa che ci finirà dentro mezzo matto poraccio. Qui oltre a registrare tra i membri della squadra la presenza di Wu Xie per davvero - seri ragazzi si vede Wu Xie. Ma essendo gli anni 80 non è possibile che sia lui - la squadra viene messa sotto osservazione non si sa da chi e gli viene poi data la Pillola dell'Immortalità come tester. La pillola ti tiene giovane per decenni ma alla fine diventi uno zombie. Non ci domandiamo perché accade questa cosa altrimenti sale il mal di testa. La stessa pillola che costringe poi la Zia di Wu Xie a vivere l'eternità dentro un sasso. Alla fine degli anni 90 poi, sto Grande Fratello finisce e se non ricordo male Wen Ji si dirige alla Porta di Bronzo che abbiamo visto nella terza stagione e che contiene l'Ultimate e poi a Tamatuo, dove la incontriamo anche noi.
Tanta roba, vero? Ma mica è finita qua.
Altre due o tre informazioni come contorno:
La prima è che viene finalmente nominato IT. Che non è il Cugino ITT della famiglia Addams né IT il pagliaccio di Stephen King. sarebbe stato più plausibile.
It o Esso in base ai sottotitoli, è una forza. Un qualcosa di potente che vuole l'Immortalità. (Più vago di così si muore.) E che di conseguenza è contro i Mystic Nine che invece vogliono che quest'ultima rimanga nascosta al mondo.
La seconda cosa che abbiamo scoperto è che Wu Xie è il Prescelto. L'Harry Potter della Cina. Ed ecco perché lo Zio lo ha mandato in giro per il sepolcri anziché portarlo ad Ibiza a spiaggiarsi al sole. Perché deve allenarsi per sconfiggere questo IT e le varie tombe da lui visitate sono state un modo per addestrarsi e conoscere come sono andate le cose senza aver lo sbattimento di balle di dovergliele spiegare. Tanto poi c'è la quinta stagione che ti vomita addosso gran parte della verità in 15 puntate.
Terza e ultima scoperta è che Pantera Rosa è il Neville Paciock di questa storia. Il piano B. Se Wu Xie fallisce toccherà a lui risolvere le cose. Ed ecco perché gran parte delle Sete Gialle sono finite nelle sue mani.
Ecco, a grandi linee le cose importanti scoperte fino a mo'. Averle scritte è per me un promemoria per il futuro: quando vedrò le altre stagioni, ritornerò qui e rileggerò quanto sopra per ricordare o per evidenziare se ho scritto cagate. Che ci sta. Questi si contraddicono tra una stagione e l'altra quindi...sai mai...
Ora... tutta questa roba è interessantissima ed è il punto focale della serie. Non il drago candela. Non i serpenti. Non Ning o le bare a fischio. e comunque manca un sacco di roba
Questo è ciò di cui parla Lost Tomb:
una lotta tra due fazioni - IT VS Mystic Nine - che dura da più di 50 anni che coinvolge svariate famiglie e molti morti, con una dose di segretezza che manco la CIA e FBI potrebbero mai raggiungere. Qualcuno di noi avrebbe mai potuto immaginarlo dalla visione delle prime 2 stagioni? Io no. E solo perché mi sono letta gli spoiler che ho retto - tra le imprecazioni - fino a mo'. La sofferenza nelle passate stagioni di girare per tombe a vuoto, senza saper bene cosa fare o cercare, quando sapevo che il punto focale era questo, è ancora dentro di me. Ma è Lost Tomb e gli si vuole bene anche per questo.
Poi, alcune cose: l'addestramento di Wu Xie.
Addestramento è una parola grossa se contiamo che hanno preso sto disgraziato e lo hanno trascinato per tombe, rischiando d'ammazzarlo più volte, senza indicargli MAI cosa dovesse fare. E' come quando ti insegnano a nuotare gettandoti in mare sperando che tu non affoghi.
Certo, come dice @lisia81 Wu Xie è molto migliorato rispetto alle prime stagioni. Inciampa solo quando ci sono le caldi e possenti braccia di Poker Face che lo sostengono. Ma si è auto addestrato. E' lui che ha imparato come fare certe cose e come uscire vivo da situazioni mortali. Nessuno gli ha mai dato "lezioni". Quindi addestramento di cosa????
E poi, anche sul frangente di allenamento per scoprire la verità, è sempre Wu Xie da solo che ci arriva. Parla con la gente, indaga, cerca informazioni. Non c'è stato un Cristo di Nessuno che gli abbia mai dato mezza spiegazione se non quella santa donna di Wen Ji. E' lui che unisce i puntini e arriva a scoprire la verità.
Chi sa... tace. O peggio, costringe il nipote a giri pindarici per fargli arrivare informazioni. Perché chiariamoci:
Wu Xie va di nuovo a parlare con un tizio che lavorava per suo zio. Ci era già stato prima ma questa volta sto tizio gli dice che lo Zio sapeva già che Wu Xie sarebbe ritornato a chiedere più informazioni. Gli passa dunque un foglio contenente i dati della squadra di esplorazione del passato che conduce il protagonista alla vecchia e abbandonata facoltà di Archeologia. Lì, dietro un quadro, c'è una stanza segreta piena di libri. Non solo: i libri sono posizionati esattamente come li posizionerebbe Wu Xie. Ergo, lo zio che lo conosce bene a preparato questa stanza per lui. Frugando tra i libri, non so nemmeno come, esce fuori il nome del cane del protagonista. Andiamo quindi alla cuccia del cane dove troviamo un plico di fogli di architettura di epoca Lei e che si rivelerà essere la mappa della pagoda degli Zhang.
Non è sano. Per nessuno. Né per Wu Xie né per noi spettatori. E io lo so perché sto benedetto zio - che tra l'altro non sappiamo se sia lo zio di Wu Xie o di Pantera Rosa visto che quest'ultimo ha preso il posto del parente di Wu Xie - fa tutte ste manovre. Ma questo non è Silente che lascia come incarico ad Harry di scoprire Horcrux e Doni della Morte. Qui si chiede a Wu Xie di rimettere assieme 60 anni di storia misteriosa, che coinvolge 9 famiglie ed un sacco di morti - più Poker Face che è in giro da una vita - e di sconfiggere IT dandogli briciole di informazioni.
Almeno Silente aveva lasciato alleati in giro e la figura di Piton come aiuto.
Wu Xie invece è da solo. Senza sapere di chi può fidarsi, senza sapere cosa sta facendo, perché lo sta facendo e come deve farlo. E sì, il Cieco è sicuramente mandato dallo zio per tenerlo vivo. Ma sul piano delle informazioni è totalmente inutile.
E' straziante e frustrante da morire vedere Wu Xie ignaro, sballottato dallo zio in giro per tombe, osservarlo mentre cerca di capire se si può fidare di certa gente o no, vederlo risolvere finalmente qualche domanda del passato per poi riconoscere che si sono invece aperti altri mille enigmi. Perché sai che basterebbe una riga di spiegazione dallo zio per risolvere almeno qualche domanda. Ed invece... la cuccia del cane
La cosa che io mi domando quindi è se chi sa ma non parla, lo faccia per le stesse motivazioni dello zio o per motivi di sceneggiatura. Perché se vengo a scoprire che Il Tenente Zhang o Nonna Huo o Pantera Rosa, hanno tenuto nascoste informazioni a Wu Xie per motivi di trama...faccio una strage.
Già il fatto che il Tenente Zhang che conosce Poker Face e sa cose sulla famiglia Zhang ed anche sul buon Fo Ye non si sia manco presentato per dare qualche info almeno a Xiaoge sulla famiglia Zhang dopo che lui ha perso la memoria, mi fa tremare i polsi.
ma è stato bello rivederlo
Tralasciando questa frustrazione, passiamo ad un' altra frustrazione: gli Huo. Famiglia sentita mille volte nella storia, gli Huo sono a conduzione matrilineare e quindi comandano le donne. In questo caso comanda Nonna Huo, che se qualcuno mi vuole bene, faranno secca nelle prossime stagioni. Poche volte ho odiato un personaggio di questa serie quanto lei.
Nonna Huo sa una valanga di cose, conosce Poker Face da una vita ed a quanto pare, di sconfiggere IT non gliene può fregare di meno, nonostante faccia parte dei Mistici Nove e potrebbe invece dare una mano. La Nonna pensa solo ai cazzi sua. E se da una parte posso capire perché la gente non parli, dall'altra non posso tollerare che si mettano i bastoni tra le ruote a Wu Xie. Non lo vuole aiutare? Bene. Ma che almeno non si metta di mezzo.
Ed invece tenta di uccidere il lead, cerca di rubare la sua mappa, lo rapisce, gli tiene nascosta la sua alleanza con Cox... sempre con quest'atteggiamento da snob, da Sua Maestade, che mi fa solo venir voglia di accopparla e lasciarla morta per terra.
Peggio ancora è il suo comportamento con la Nipote. La ragazza ci prova ad essere un minimo utile e di spessore in questa serie ma ahimè la nonna la costringe ad essere un inutile soprammobile. Che se la toglievi dalla serie non sarebbe cambiato quasi nulla. Appena la nipote alza un po' la testa e prova a fare qualcosa, la Nonna la riduce ad un pupazzetto con un semplice sguardo.
Che poi...manco puoi dire che la tengono nella serie per fare l'interesse amoroso. Pantera Rosa - che dovrebbe essere il suo fidanzato - la tratta come una sorellina mentre spara sguardi languidi e maliziosi al Cieco. Lost Tomb..perché non hai il tag BL??!!
Ed è proprio sulle "note " del Cieco e di Pantera Rosa che parliamo delle cose che ho amato davvero della serie.
Se infatti la parte narrativa è un bordello e ti fa diventare matta, Ultimate Note fa un egregio lavoro per ciò che riguarda i personaggi e le relazioni tra loro.
I due sopracitati formano una coppia con la C maiuscola. Il loro dinamico duo ha una chimica spettacolare e sogno già di vederli rotolarsi assieme mentre sono all'avventura. Gli sguardi o il modo in cui girano uno attorno all'altro, parlano di una complicità che manco le anime gemelle potrebbero avere.
Sono divertenti ed i loro battibecchi scaldano davvero il cuore. Anche se sono nella merda, sai che loro due insieme se la caveranno sempre e aspetti con ansia di vederli per quel momento di leggerezza che ti donano.
Soprattutto se pensi che si sono conosciuti in questa serie.
Anche la relazione tra Pantera Rosa e Wu Xie è molto buona. In questa stagione ci viene detto che erano amici d'infanzia che si sono persi di vista e si sono ritrovati solo adesso ma OVVIAMENTE questo non solo contraddice le stagioni precedenti - LOST TOMB NON DELUDE MAI - ma è anche difficile da credere visto che hanno una buona intesa e non sembrano certo due conoscenti che si rivedono solo ora.
Insieme formano una buona squadra - continuo a pensare che Pantera Rosa sia quello sveglio del gruppo - che si preoccupano uno dell'altro e riescono a portare a termine le loro missioni meglio che possono.
Ma il pezzo forte di questa stagione sono stati il Triangolo di Ferro: Wu Xie, Poker Face e Fatty. Presi sia singolarmente, sia in coppia, sia come terzetto.
Il Triangolo sembra davvero un Triangolo. C'è amicizia, affetto e preoccupazione uno verso l'altro. Come dice saggiamente @lisia81 quella che era solo la coppia Wu Xie/Poker Face diventa più aperta con Fatty che si lega maggiormente a quest'ultimo, sentendosi anche più libero di abbracciarlo e parlare con lui, per esempio. Si sente un maggiore affiatamento tra i tre dovuta forse anche alla perdita di memoria di Poker Face.
Se infatti Wu Xie è sempre andato dietro a Xiaoge guardandolo con le stelle negli occhi e Poker Face ha sempre protetto Wu Xie - regalandoci scene bl di altissimo livello - Fatty era sempre quello un po' più distante. Amico di Wu Xie ma più freddo con Poker Face.
In questa stagione - per tornare alle parole di @lisia81 - Fatty si ritrova a fare da Mamma Chioccia allo smemorato Poker Face e forse turbato dallo smarrimento di quest'ultimo e dal suo nuovo ruolo di accuditore, Fatty diventa più amicale e vicino a Poker Face.
Promosso Fatty!
Discorso più romantico invece con Wu Xie. Talmente romantico che in certe scene tra lui e Poker Face partiva la musichetta da romanzo rosa. Sguardi struggenti, frasi da cioccolatino...hanno grondato miele per 30 puntate. Ultimate Note tra loro due ed il Cieco e Pantera Rosa, ce l'ha messa tutta per rendere questa stagione un BL. non mi lamenterò mai di questo
Concordo però ancora con @lisia81 sul discorso della mancanza di "qualcosa" tra questi due. Che sia la chimica, l'intensità o altro... mi è mancato quello struggimento e angst che nelle passata stagioni - tranne la precedente a questa - me li aveva fatti shippare come la morte.
Ma sono orgogliosa dello splendido lavoro fatto dalla serie per quanto riguarda questi tre e le loro relazioni. Bravi!
Concludendo:
Una delle mia stagioni preferite di Lost Tomb. Sia perché finalmente abbiamo un quadro più chiaro della storia, sia per via delle caratterizzazioni, evoluzioni e relazioni dei personaggi. Ottimo il Triangolo di Ferro e anche gli altri personaggi. Bravi anche gli attori. La stagione ha un buon ritmo - tranne le prime 15 puntate - con scene alcune volte anche inquietanti che alzano la tensione della storia e ti tengono incollata allo schermo. Trovo comunque assurdo come abbiano gestito l'esposizione delle informazioni sulla trama orizzontale. E sì, continuerò a lamentarmi di questo.
Voto: 8 - (per gli standard di Lost Tomb equivale quasi ad un 10)
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Mentre tu dormi
le stagioni passano
sulla montagna.
La neve in alto
struggendosi dà vita
al vento:
dietro la casa il prato parla,
la luce
beve orme di pioggia sui sentieri.
Mentre tu dormi
anni di sole passano
fra le cime dei làrici
e le nubi.
Antonia Pozzi
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La vecchiaia non è solo un destino biologico, ma anche storico-culturale. Quando il tempo era ciclico e ogni anno il ritmo delle stagioni ripeteva se stesso, chi aveva visto di più sapeva di più. Per questo “conoscere è ricordare”, come annota Platone nel Menone, e il vecchio, nell’accumulo del suo ricordo, era ricco di conoscenza. Oggi con la concezione progressiva del tempo, non più ciclico nella sua ripetizione, ma freccia scagliata in un futuro senza meta, la vecchiaia non è più deposito di sapere, ma ritardo, inadeguatezza, ansia per le novità che non si riescono più a controllare nella loro successione rapida e assillante.
Se smascheriamo il mito della giovinezza e curiamo le idee malate che la nostra cultura ha diffuso sulla vecchiaia potremmo scorgere in essa due virtù: quella del “carattere” e quella dell’”amore”. La prima ce la segnala Hillman ne La forza del carattere: “Invecchiando io rivelo il mio carattere, non la mia morte”, dove per carattere devo pensare a ciò che ha plasmato la mia faccia, che si chiama “faccia” perché la “faccio” proprio io, con le abitudini contratte nella vita, le amicizie che ho frequentato, la peculiarità che mi sono dato, le ambizioni che ho inseguito, gli amori che ho incontrato e che ho sognato, i figli che ho generato.
La faccia del vecchio è un bene per il gruppo, e perciò Hillman può scrivere che, per il bene dell’umanità, “bisognerebbe proibire la chirurgia cosmetica e considerare il lifting un crimine contro l’umanità” perché, oltre a privare il gruppo della faccia del vecchio, finisce per dar corda a quel mito della giovinezza che visualizza la vecchiaia come anticamera della morte. A sostegno del mito della giovinezza ci sono due idee malate che regolano la cultura occidentale, rendendo l’età avanzata più spaventosa di quello che è: il primato del fattore biologico e del fattore economico che, gettando sullo sfondo tutti gli altri valori, connettono la vecchiaia all’inutilità, e l’inutilità all’attesa della morte. Eppure non è da poco il danno che si produce quando le facce che invecchiano hanno scarsa visibilità, quando esposte alla pubblica vista sono soltanto facce depilate, truccate e rese telegeniche per garantire un prodotto, sia esso mercantile e politico, perché anche la politica oggi vuole la sua telegenìa. La faccia del vecchio è un atto di verità, mentre la maschera dietro cui si nasconde un volto trattato con la chirurgia è una falsificazione che lascia trasparire l’insicurezza di chi non ha il coraggio di esporsi con la propria faccia. E poi l’amore che, come ci ricorda Manlio Sgalambro nel Trattato dell’età, non cerca ripari, non si rifugia nella “giovinezza interiore” che è un luogo notoriamente malfamato, ma si rivolge alla “sacra carne del vecchio” che contrappone a quella del giovane, mera res extensa buona per la riproduzione. “L’eros scaturisce da ciò che sei, amico, non dalle fattezze del tuo corpo, scaturisce dalla tua età che, non avendo più scopi, può capire finalmente cos’è l’amore fine a se stesso”. Una sessualità totale succede alla sessualità genitale. Qui si annida il segreto dell’età, dove lo spirito della vita guizza dentro come una folgore, lasciando muta la giovinezza, incapace di capire. Forse il carattere e l’amore hanno bisogno di quegli anni in più che la lunga durata della vita oggi ci concede per vedere quello che le generazioni che ci hanno preceduto, fatte alcune eccezioni, non hanno potuto vedere, e precisamente quello che uno è al di là di quello che fa, al di là di quello che tenta di apparire, al di là di quei contatti d’amore che la giovinezza brucia, senza conoscere.
Umberto Galimberti, tratto da “la Repubblica” - 29 febbraio 2008
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MESSINA DOPO IL TERREMOTO DEL 1908 (5 FOTO) E DOPO IL BOMBARDAMENTO DEL 1943
Non si può non parlare d’amore, quando pensi alla guerra dietro l’angolo, i campi arati dalle bombe, il nero delle case bruciate, il fango delle trincee, il rosso dei corpi dispersi nei cortili. Non puoi non parlare d’amore quando pensi alla terra che si è aperta, squarciandosi come offesa dagli orrori degli uomini, divorando i semplici e i ladri, i puri e i peccatori, i colpevoli e gli innocenti, scrollandosi di dosso vite e città come i purosangue fanno con la pioggia. In entrambi i casi case distrutte, orfani piangenti, donne disperate, lacrime di ghiaccio, fiori di sangue e speranze recise ovunque si guardi. Ogni morto è un crocifisso, ogni ferito un lazzaro che non sa resuscitare e tra la disperazione e il dolore, solo l’angelo della morte incede sicuro con le braccia colme di vite finite come un bracciante che porta un fascio di spighe di grano durante una mietitura senza fine. Ma non è per amore che il soldato muore? Non accetta forse orrori e sofferenze per difendere chi ama e quanto ritiene giusto per loro? Non è amore quello rimasto sotto le macerie su cui si piange, non per le finestre o i mattoni rotti ma per gli affetti rimasti tagliati a mezzaria come i fili sottili di una ragnatela rotta per divertimento? Non è amore disperato quello che si prova per chi è rimasto, amore trasformato in dolore perché non si può più donare certezze e speranze, sicurezza e serenità? Non è l’amore quanto ci spinge a seminare i campi squarciati, a costruire la vita in nuove case, a cercare quella pace che dell’amore è l’unica difesa? Per questo l’angelo della morte non ha potere su versi e canzoni, su stagioni e maree, sulle albe e sulle stelle, perché essi possano nutrire d’amore i bambini di domani cosi che sappiano cancellare le guerre e il male degli uomini e l’indifferenza della natura. Per questo ogni tramonto porta nuove rime, ogni stella è la prima nota di una nuova canzone e nel buio di questi giorni, sono l’unico arcobaleno che indica la pace.
You can't not talk about love, when you think of the war around the corner, the fields plowed by bombs, the black of the burnt houses, the mud of the trenches, the red of the bodies scattered in the courtyards. You cannot not speak of love when you think of the earth that has opened up, tearing itself open as if offended by the horrors of men, devouring the simple and the thieves, the pure and the sinners, the guilty and the innocent, shaking off lives and cities like thoroughbreds they do with the rain. In both cases destroyed homes, weeping orphans, desperate women, tears of ice, flowers of blood and dashed hopes everywhere you look. Every dead person is a crucifix, every wounded man a lazarus who cannot resurrect and between despair and pain, only the angel of death walks safely with his arms full of finished lives like a laborer carrying a bundle of ears of corn during a endless harvest. But isn't it for love that the soldier dies? Doesn't he accept horrors and sufferings to defend those he loves and what he thinks is right for them? Isn't that love left under the rubble on which we cry, not for the broken windows or bricks but for the remaining affections cut in mid-air like the thin threads of a spider web broken for fun? Isn't it desperate love that one feels for those who are left, love transformed into pain because one can no longer give certainties and hopes, security and serenity? Isn't it love that drives us to sow torn fields, to build life in new homes, to seek that peace which is love's only defense? For this reason the angel of death has no power over verses and songs, over seasons and tides, over dawns and stars, so that they can feed the children of tomorrow with love and hope so that they know how to erase wars and the evil of men and the indifference of nature. That's why every sunset brings new rhymes, every star is the first note of a new song and in the dark of these days, they are the only rainbow that indicates peace.
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Ho lavorato tutti gli anni, ho veduto poco mutar le stagioni dietro i vetri, lavorando per l’auto, i giornali, i medici, il cibo e la casa. Non quello che dovevo ma nemmeno quello che mi piaceva, facendo; non con l’animo lento dei savi, né con l’occhio lucente né con la mente allegra. Ma l’acqua buia oltre l’avvenire, il lago fermo che in solitudine sta, io l’ho saputo dire; e voi che siete esitanti su queste parole sappiate che è, dietro il pianto superbo e la debole ira , in voi eguale e in me.
Franco Fortini
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Saluterò di nuovo il sole,
e il torrente che mi scorreva in petto,
e saluterò le nuvole dei miei lunghi pensieri
e la crescita dolorosa dei pioppi in giardino
che con me hanno percorso le secche stagioni.
Saluterò gli stormi di corvi
che a sera mi portavano in offerta
l’odore dei campi notturni.
Saluterò mia madre, che viveva in uno specchio
e aveva il volto della mia vecchiaia.
E saluterò la terra, il suo desiderio ardente
di ripetermi e riempire di semi verdi
il suo ventre infiammato,
sì, la saluterò
la saluterò di nuovo.
Arrivo, arrivo, arrivo,
con i miei capelli, l’odore che è sotto la terra,
e i miei occhi, l’esperienza densa del buio.
Con gli arbusti che ho strappato ai boschi dietro il muro.
Arrivo, arrivo, arrivo,
e la soglia trabocca d’amore
ed io ad attendere quelli che amano
e la ragazza che è ancora lì,
nella soglia traboccante d’amore, io
la saluterò di nuovo.
— Forough Farrokhzad, Saluterò di nuovo il sole (Teheran, 1934 - Teheran, 1967)
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