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#diario-di-una-ragazza-incasinata
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niccoxgiraffe · 5 years
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Hi! This is the first fic I'm posting in... literally years. I'm used to write in my native language, so that's why it's in Italian, but I'm planning on translating it in English so it's more accessible to everyone. I'm leaving the prompts that a friend of mine chose from a list I reblogged a couple of days ago and a brief summary, so that you know what this is about. And if you'd like to read it, stay tuned for the English version! I'm probably going to post it tomorrow. In the meantime, to my fellow Italian Skam France fans... Spero vi piaccia!❤️
Prompts:
5. “I can't sleep, can I sleep here?”
13. “You make me feel safe.”
93. “Are you cold?”
Summary:
Lucas was headed home after the party at Emma's. He was tired and all he could think about, was getting to bed as soon as possible. Until he saw who was waiting for him in his bedroom.
~*~*~
A Lucas girava ancora la testa dalla festa di Emma. Non che avesse bevuto tanto, però – ad un certo punto della serata – la casa era diventata così affollata che il ragazzo respirava a malapena. L'aria era intrisa di fumo e puzza di sudore, il che non aiutava. E poi c'erano delle ragazzine del primo anno che continuavano a fissarlo con occhi languidi, facendolo sentire ancora più a disagio. Per tutto il tempo, Lucas non aveva desiderato altro che avere il suo ragazzo lì con lui, invece Eliott era rimasto a casa con un possibile episodio depressivo in arrivo. Quindi aveva continuato a bere, a ballare, a scherzare con i suoi amici e a fregarsene in generale finché non ne poté veramente più.
La corsa del bus fino a casa, per fortuna, era lunga abbastanza da permettergli di riprendersi in parte. Così, almeno la sensazione di soffocamento sparì prima di giungere alla sua fermata.
Una volta arrivato, Lucas si trascinò fino alla porta del suo appartamento condiviso e cercò le chiavi nella tasca del suo giubbotto blu. Quando finalmente la serratura si sbloccò con un cigolio, vide il salotto e la cucina completamente immersi nel buio. Lisa stava sicuramente dormendo, mentre Mika... Bah. Mika poteva essere anche lui a letto, come poteva essere ad una festa o a casa di qualcuno che era riuscito a rimorchiare.
Ad ogni modo, Lucas ripose la giacca e la sciarpa nell'armadio all'entrata, facendo meno rumore possibile. L'ultima volta che aveva svegliato per sbaglio Lisa nel bel mezzo della notte, si era ritrovato un pene gigante disegnato sulla guancia con un pennarello indelebile. La ragazza poteva diventare altamente vendicativa quando la privavano delle sue preziosissime ore di sonno. Non ci teneva per niente a disturbarla.
Attraversò l'appartamento in punta di piedi e quando giunse davanti alla sua stanza, notò una debole luce accesa all'interno. Strano: non ricordava di aver lasciato delle lampadine accese, a meno che uno dei suoi coinquilini non avesse ficcato il naso in camera sua e si fosse dimenticato di spegnerla, prima di andarsene. Aprì lentamente la porta e il suo cuore fece una piccola capriola alla vista della persona che occupava la camera. Non si aspettava per niente una visita. Non a quell'ora, almeno. Comunque, era davvero sollevato che lui fosse lì.
Sul suo letto, Eliott sedeva a gambe incrociate. Teneva una matita in mano e in grembo aveva il suo blocco da disegno. Lucas sapeva bene che cosa significava: Eliott usava i suoi disegni per comunicare o per esprimere le sue emozioni, soprattutto quando la sua testa era talmente incasinata da non capire nemmeno che cosa stesse provando. E a giudicare dalla frenesia con cui muoveva la matita sulla carta, troppi pensieri gli stavano affollando la mente in quell'istante. Sembrava così perso nel suo lavoro (e in se stesso) che gli ci vollero alcuni istanti per rendersi conto che non era più solo. Da quella distanza, gli occhi di Eliott sembravano sue pozze nere, le ombre affilavano così tanto i suoi lineamenti da farlo sembrare più scarno di quanto fosse in realtà. Non era la prima volta che Lucas lo vedeva così spento, così sciupato e privo di vita. Eppure, sapeva che non si sarebbe mai abituato né a vederlo in quelle condizioni, né alla sensazione di impotenza di fronte a situazioni simili. Che gli piacesse o meno, preferiva mille volte averlo lì accanto, invece che essere lontano e non sapere come sta.
Il più grande abbozzò un sorriso stanco e spezzò il silenzio. “Non riesco a dormire. Posso stare qua?”
Lucas avvertì un'ondata di calore diffondersi nel suo petto. Forse, stavolta la sua malattia sarebbe stata clemente con lui. Forse, era solamente triste e stava cercando conforto. Forse, questo suo stato non sarebbe durato tanto. Forse, forse, forse... Ma che importava davvero? Per una ragione o per l’altra, il suo ragazzo era giù di morale ed era suo compito farlo star bene di nuovo. Si sedette sul letto accanto a lui, afferrandogli la mano libera. Gli anelli che portava alle dita creavano un netto contrasto con la sua pelle calda e morbida.
“Certo che puoi.” rispose in un sussurro e lo baciò sulla fronte. “Faccio una doccia veloce e sono subito da te, okay?”
.
Cinque minuti più tardi, rientrando in camera, Lucas trovò Eliott disteso sotto il piumino. Il blocco da disegno e la matita erano dimenticati ai piedi del letto, così il biondino li raccolse e li appoggiò sulla scrivania. Sbirciò lo schizzo per alcuni secondi: era un procione (lo “spirito animale” di Eliott) che scappava da una nube nera. Lucas avvertì un nodo formarsi nella sua gola, così deglutì e scacciò ogni pensiero negativo che stava prendendo forma nella sua testa. Doveva rimanere forte per Eliott, in quel momento. Non poteva permettersi di mostrare quanto era preoccupato per davvero, altrimenti la situazione sarebbe potuta peggiorare. Magari se gli avesse raccontato della figura di merda di Basile alla serata, lo avrebbe distratto un po’. Oppure poteva fargli vedere il video che aveva caricato su Instagram di Arthur e Alexia. E se invece gli avesse proposto di vedere un film insieme? Magari non aveva voglia di sentire le sue storie sulla festa. Lucas scosse la testa e decise di andare semplicemente a sdraiarsi accanto a Eliott. Alzò le coperte quel tanto che bastò per scivolarci sotto, faccia a faccia con il più grande. L’altro stava fissando il vuoto, ma non appena Lucas gli accarezzò la guancia, il suo sguardo lo mise lentamente a fuoco.
“Posso fare qualcosa?” chiese cautamente Lucas, strofinandogli lo zigomo con il pollice. Eliott non disse nulla, ma il ragazzo lo sentiva tremare lievemente sotto il suo tocco. “Hai freddo?”
Nemmeno questa volta lui aprì bocca, però con la testa fece un breve cenno. Lucas si sentì tirare un lembo di maglietta e la cosa lo fece sorridere perché aveva capito quello di cui il suo ragazzo aveva bisogno. Così, si alzò un po’ sui cuscini per poter avvolgere Eliott in un abbraccio. Era consapevole di non essere abbastanza grande da poterlo circondare completamente con il suo corpo, ma nessuno dei due ci diede peso. Lucas fece scivolare una mano tra i capelli scompigliati dell’altro e avvertì le labbra di Eliott contro il suo collo incurvarsi il un lieve sorriso. Rimasero così in silenzio per molto tempo, ascoltando i respiri l’uno dell’altro. Lucas adorava contemplare il suo ragazzo dormire: se gli angeli fossero esistiti, Eliott sarebbe stato uno di loro, ne era sicuro. Aveva il cappuccio della felpa calcato in testa che lo faceva sembrare ancora più piccolo e tenero, la pelle morbida del volto rilassata, le labbra leggermente aperte e le mani si stringevano ancora debolmente ai suoi vestiti. Sapeva che era scientificamente impossibile che i cuori umani potessero ingrandirsi, eppure si sentiva così, come se il suo amore per quel ragazzo continuasse ad aumentare al punto che il suo cuore doveva espandersi per far spazio a quel sentimento. Ogni tanto, gli lasciava dei baci sulla testa o sulla fronte, mentre Eliott si rannicchiava sempre di più contro Lucas. La stanchezza che sentiva gravare su di lui poche ore prima, era stata rimpiazzata dal bisogno di rimanere sveglio per accarezzare il suo ragazzo, per baciarlo, proteggerlo, rassicurarlo. Avrebbe vegliato su di lui anche se fosse stato in fin di vita. Ne sarebbe valsa la pena per rivedere uno di quei suoi sorrisi che amava tanto o per poter sentire quella risata che trasformava il suo corpo in pura gelatina.
“Lucas?” la voce roca di Eliott uscì in un sussurro, che diventò ancora meno udibile per via della sua faccia nascosta nel collo del più piccolo. Lucas, in risposta, lo baciò sulla tempia. “Sì?”
“Grazie.”
E poco a poco, entrambi scivolarono in un sonno tranquillo.
.
“Come sta?” Lucas sbuffò alla domanda di Yann. Erano passati due giorni da quando Eliott si era presentato in camera sua senza preavviso, nel bel mezzo della notte. Il ragazzo non aveva avuto intenzione di tornare a casa, quindi dovette avvisare i suoi genitori che era al sicuro alla coloc e che se ne sarebbe occupato lui. Lucas non aveva mai incontrato i genitori di Eliott ma, da quando si erano messi insieme e Lucille aveva deciso di proseguire con la sua vita, lui era diventato l’unico su cui potevano contare per tenere d’occhio il figlio. “Non bene. Però ne ha viste di peggio. Se la caverà.”
“Ovvio che se la caverà!” intervenne Basile, agitando la forchetta ricolma di penne al pomodoro, “Stiamo parlando di Eliott, raga. E poi hai detto che sembrava solo stanco, no? Passerà in fretta, credimi.”
Arthur, accanto a lui, si spostò di qualche centimetro sulla sua sedia “Abbiamo capito, ma cerca di non far volare la pasta in giro per la mensa, okay?”
Yann e Lucas si lasciarono andare ad una risata proprio nel momento in cui il telefono di quest’ultimo vibrò nella tasca della giacca. Quando lo raggiunse, le sue dita afferrarono anche un fogliettino che non ricordava di avere. Per fortuna, i ragazzi erano troppo distratti da un’animata conversazione sul modo di mangiare di Basile per notare il sorriso da ebete che aveva stampato in volto mentre leggeva il biglietto.
Era una pagina di diario. In cima, c’era la stessa vignetta che Eliott stava disegnando quando l’aveva sorpreso in camera sua, ma sotto di essa ne erano comparse due nuove. La prima, raffigurava un coraggioso riccio che si poneva di fronte alla nube, tentando di proteggere il povero procione spaventato con fierezza. Nell’altra, invece, c’erano solamente i due animaletti che si stavano abbracciando forte, accompagnati da una frase che portò Lucas a doversi asciugare i suoi occhi umidi di lacrime.
“Mi fai sentire al sicuro.”
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tuttalamiavitarb · 6 years
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Come sono arrivato qua
Il come io abbia eletto tumblr come tempio della mia socialitá digitale, è semplice e complesso allo stesso tempo. Iniziero dal dove, il quando è irrelevante e lo liquidero con un semplice " qualche mese fa".
Il dove:
Il mio lavoro mi porta spesso in posti strani, di solito impervi, quasi sempre uggiosi e vendicativi. Spesso nella stagione meno incata per andarvi. Mi trovo su una barca, oggetto che piu di tutti odio e detesto, perche ho il mal di mare in un pratino bagnato. Siamo in Alaska, stiamo tornando verso Palmer dall isoletta sulla quale spno andato per sbrigare faccende e raccogliere dati. Sto nausealmente ciondolando su quello che è una via di mezzo tra un peschereccio e un rompighiaccio, rumorossisimo, puzza di pesce marcito il secolo scorso e gasolio.
" Mate how do we keep in touch now?"
Questa frase mi scuote mi giro verso la ragazza che l ha pronunciata, e se ci fosse la laurea ad onorem per le risposte sbagliate io me la prenderei con 110 e lode e pompino accademico.
" Why should we keep in touch?"
In realta Ho dato questa risposta pensando lo alle implicazioni lavorative della cosa, abbiamo fatto un lavoro assieme, ti ho pagato quello che mi hai chiesto, ho 400 dollari di mancia per te x che sei stata bravissima . finito il lavoro ciaone e avanti il prossimo
Why should w....
La mia cacciatrice abbasa lo sguardo, leggo la delusionenei suoi occhi. mi fa notare che dopo 25 giorni passati assieme io e lei , lei ed io .25 giorni di silenzio quasi assoluto salvo le nostre voci e un centinaio di colpi sparati dal suo mitra da assalto modificato. La nostra avventura volge al termine. Questo in qualche modo le dispiace. Dopo una vita, lbultima volta vedrai era stata la mia mamma quando partivo militare, un essere umano mi fanotare che forse potrei mancarle, e le farebbe piacere avere miei notizie. E io gli rispondo un checcazzovuoi? Seppur tradottote educatamente in inglese.
Provo a giustificarmi con me stesso, non volevo essere scortese ero solo distratto
Il mio cervello si era rifugiato in quella tranche che solo i maratoneti e qualche altro pazzo, che fa sport estremi, puo capire. Finita la missione l adrenalina scende e tu non sei piu una macchina, ma un semplice essere umano e torni a fare cose normali, tipo pensare a chi aspetta a casa o al fatto che intorno a te ci sia un panorama.
"Mate, how do we keep in touch ?"
Fin li devo ammettere che ho sempre pensato al lei per quel che vuol far sembrare, cioè una pazza squilibrata e incline al risolvere tutto a fucilate, che accompagna sciagurati , i quali venendo dagli agi della citta, si intendono di avventurarsi in luoghi che a loro non competono. Luoghi Dove la metá delle robe che ivi risiedono, il signore le ha poste lí per ucciderti. A cominciare dal clima e finendo con gli animali che pascolano e cacano in quei luoghi magnifici. Lei è lí, e con tariffe adeguate, vi accompagna e evita che facciate l' unica cisa che sareste in grado di fare da soli: una fine orribile.
Ora per la prima voltala vedo per quello che è una ragazza di 26 anni. Col fucile da assalto. Probabilmente ne ha passate un casino, so che e orfana, quando siamo stari ospiti da dei suoi cugini, si è lasciata sfuggire che la madre si e risposata 2 volte dopo che e morto suo padre: l italiano che le ha lasciato gli occhi verdi e un sacco di libri e un dialetto livornese che lei crede essere la mia lingua. Morto di cirrosi 10 anni prima.
Deve aver passato una vita di merda. Forse sono stato una persona importante in una vita incasinata
"How do we keep in touch now?"
Abbassa lo sguardo e su quel viso tatuato sono certo di veder scendere una lacrima.
Incerto come un 13 enne al primo appuntamento le metto una mano intorno alla spalla lei non me la stacca, mi sento come bill murray in lost in traslation:
Hai la mia mail no? Mi scrivi e appena posso ti rispondo, hai il mio wazzap, il mio telegram. Hai il mio geosat se proproprio hai urgenza e non te ne frega di quanto spendi.
Mi sorride
Niente facebook? Ne facebook ne instagram, rispondo, No di certo, nella metá dei posti dove vado, la gente che mi ci manda, non vuole che si sappa che ci sono stato, quindi niente foto da postare. Tolto il mio lavoro del quale non posso condividere nulla, la mia vita è quella di un vecchio con la pensione minima, apparte le auto che non mi posso permettermi. Per twitter niente, sono logorroico, in 160 caratteri non riesco neanche dire come mi chiamo.
Lei mi dice ci sarebbe tumblr, una volta ne avevo uno chissa se me l hanno cancellato, ci puoi scrivere i cazzi tuoi a mo di diario, l ho mollato xchè era diventato un posto dove ci si fanno le seghe quelli strani.
Strani?
Si gusti assurdi, tipo ti eccitano solo le donne nere ma coi capelli rossi, oppure sdentate, oppure i porcospini che si inculano, qualsiasi assurdita ti ecciti, li c è. Non importa che tu dia le tue generalita, puoi entrare e scrivere come su un diario
Ora, dice tolgono il porno quindi vedrai chiude
Ecco che tumblr e diventato il sacial per me
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pecoranera-it · 7 years
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Il "diario"
Ricordi quel quadernino che in realtà doveva essere il nostro diario? Quello della Scorpion Bay bianco e nero, beh, qualunque sia la risposta non c'entra molto con quello che sto per dire e in realtà non so neanche perché lo sto scrivendo questa cosa.
Non sarà nulla di eclatante, volevo semplicemente dirti che un po' di tempo fa ho preso un piccolo taccuino (proprio carino) dove ho deciso di scrivere quelle poche cose che passano nella mia testa che ritengo siano degne di essere ricordate.
Si lo so, ho un cellulare ma in realtà scrivere qui non ha lo stesso e gusto e neanche lo stesso significato, anzi, quasi svilisce il senso stesso di fermarsi, pensare (più o meno) e scrivere ciò che si sta vivendo in quel momento.
Come immaginerai e se non è così fa nulla, te lo sto dicendo io ho scritto anche di noi o comunque di ciò che eravamo oltre i miei pensieri "singoli" .
E tutto questo non so se sia deleterio o meno, forse spero che scrivendo i pensieri "nostri" essi si trasferiscono sui fogli e spariscono dalla mia mente così che io possa continuare la mia vita senza guardare costantemente le mie spalle oppure è possibile che io non voglia far svanire ciò che di buono abbiamo fatto e io ho distrutto, sai com'è il tempo è davvero bastardo con i ricordi.
Forse sono entrambe verità, forse essa è una via di mezzo, fatto sta che io continuo a fare questa cosa e non so bene il perché...
Ti chiedo scusa se c'è qualche virgola di troppo oppure qualche tempo contorto ma quella brava con l'ortografia sei stata sempre tu e adesso che sono solo le cose sono diverse, in questo caso sicuramente peggiori.
Ti dirò, ora naturalmente sto divagando, da una parte vorrei che tutto ciò e per tutto intendo noi, non sia mai accaduto ma dall'altra sei stata la miglior cosa che mi sia capitata in questa mia breve vita, è un pensiero egoista lo so, perché da questa storia sicuramente non ne sei uscita bene ma spero che qualche bel ricordo ancora lo conservi che tu fra te e te dica: "alla fine quello stronzo qualcosina di buono l'ha fatto".
Non ti dirò bugie, dato che ne ho dette fin troppe, ma la realtà e che mi manchi un sacco, a tempi alterni ma mediamente è un sacco forse anche due...
Perché oltre ad aver perso la mia ragazza ho perso anche il mio miglior amico, il mio rifugio dove fermarmi, ricaricarmi per poi riparte convinto di poter cambiare il mondo.
In realtà sono convinto, anche questo a momenti alterni, che il mondo posso ancora cambiarlo, ma senza di te questa avventura è un po' più buia, e come passare da un film full hd a uno streaming sgranato con la grafica dei primi anni 2000.
Forse il libro della mia vita ha riservato il "grande amore" in futuro o forse l'ho lasciato scappare fatto sta che rimarrai uno dei capitoli più belli della mia vita, più importanti, poiché sei stata decisiva per la mia crescita e per la mia persona in un momento critico della vita, dove decidi un po' tutto quello che verrà anche se l'età e l'esperienza non è dalla tua parte.
Io in questo sono stato veramente fortunato, probabilmente tu un po' meno, perché ho trovato te al mio fianco.
E stranamente, il mondo continua ad esser un po' ingiusto, perché la vita continua a darmi parecchie soddisfazioni che forse io non merito, ho trovato un gruppo di amici a Bologna, sono salentini e il ragazzo con cui ho stretto un bel rapporto studia filosofia, ti ricorda qualcosa questa materia?
Qui ormai è la mia vita, l'unica cosa che mi teneva giù oltre alla mia famiglia eri tu, soprattutto tu davi un senso a San Giovanni Rotondo, ora quel posto è un cumulo di ricordi che mi fanno tanto male e che se non c'è Antonio o Pasquale giù mi porta alla solitudine più totale anche se questo mi permette di riposarmi e leggere un sacco.
Ah ecco, in questo periodo volevo consigliarti un sacco di cose, film, canzoni, serie tv, libri, insomma tutto quello che ci consigliavamo prima, ora quasi tutti mi sfuggono ma prova "American Gods", potrebbe piacerti un sacco, la prima puntata è un po' incasinata ma vai avanti che ne vale la pena.
Scusa lo sproloquio, sempre se sei arrivata a leggere fino a qui, in caso contrario è semplicemente un soliloquio e quindi il problema non si pone dato che nessuno si prenderebbe la briga di arrivare fino a questo punto.
Un'ultima cosa, una delle sere in cui ero giù i nostri sguardi si sono incrociati, io ero in macchina di Antonio, tu alla San con Ester e da una parte (che palle questi continui dualismi interni) spero sia stato effettivamente così, ne sono anche convinto, dall'altra invece spero che in quel momento il tuo sguardo fosse semplicemente perso nel vuoto o comunque poco attento, d'altronde ero io quello che si guardava sempre intorno.
Volevo dare un senso all'ultima cosa che ho detto ma è troppo contorta da spiegare quindi evito altre parole a vanvera.
Ciao Lù
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Rick & Morty
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Gulf of Naples
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Giorno X :
Tutto questo periodo chiusi in casa
Senza uscire, vedere amici, gente.
Senza la quotidianità.
Eppure sai una cosa?
Tutto questo mi ha fatto rendere conto che posso rinunciare a tutto e a tutti, ma non a te.
La cosa che più mi distrugge è starti lontano, non poterti vedere, toccare.
Non poter sentire il tuo profumo, ascoltare il suono della tua risata.
Ho capito che posso fare a meno di tante cose, ma mai e poi mai, potrò fare a meno di te.
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Seduta
Ferma
Immobile
Un raggio di luce
Entra
Trapassando
Le piccole fessure
Che trova,
Frammentandosi
In piccoli fasci
Quasi come
Stelle cadenti.
_
Seduta
Ferma
Immobile
Chiudo gli occhi
Fisso il buio
Dentro,
Come un profondo abisso
Come uno sconfinato cielo
E immagino
Quei fasci di luce
Come stelle cadenti.
_
Seduta
Ferma
Immobile
Immagino
Desidero
E desidero
A quelle stelle
Di portarti da me.
~Diario-di-una-ragazza-incasinata
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🔼Outline🔼
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Black and pink🌸
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La causa di tutti i miei sorrisi sei tu.
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~🌻
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🍃🌹
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Lo spettacolo di un tramonto🌹 ~Foto mia♡
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Buona Pasqua fiorellini🌸
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