#diario poetico
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Emily Dickinson en una carta a Susan Gilbert: «mi corazón está lleno de ti, nadie sino tú estás en mis pensamientos y sin embargo, cuando intento decirte algo, me faltan las palabras. Si tú estuvieras aquí no necesitaríamos hablar, nuestros ojos susurrarían por nosotras»
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Separando cada pequeño fragmento,
he querido sacarte de mis pensamientos,
sigo aferrándome a aquel mísero recuerdo,
repitiendo una y otra vez el mismo maldito segmento,
lentamente se degrada, se deshace, se desgarra,
he dejado caer la jaula imaginaria que me apresaba,
al fin y al cabo nunca entendiste mis palabras,
ni los pequeños gestos que sutilmente te explicaba.
-corazón de hielo
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Da sempre il nostro destino si intreccia con una moltitudine di destini diversi.
Destini appartenenti ad altre persone si intende ovviamente.
Riflettevo sul fatto che benché non vogliamo che certi intrecci avvengano e finiscano per cambiare anche il nostro modo di essere, ciò avviene comunque…
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Chissà con quante persone avremmo voluto incrociare le nostre strade, se solo le avessimo conosciute durante la nostra vita.
Quante invece ci logorano e le avremmo evitate volentieri.
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Questo periodo è complicato mettermi a scrivere.
Soprattutto perché quando lo faccio procedo senza veli, a volte non si ha voglia di esporsi.
(togliamo anche l’”a volte”)
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Non è semplice dico, perché sono più propensa a non soffermarmi su alcune riflessioni, non perché mi causino tristezza, ma piuttosto la frenesia quotidiana è quella che ti spinge a fare sempre di più arrivando al punto di dimenticare quanto invece si starebbe bene a mettere nero su bianco i propri pensieri.
(Anche se a volte mi sembra più di compiacermi non per i pensieri che esprimo in sé, quanto più con la forma poetica e mistica con la quale li formulo).
Molto strano direte, sì esattamente.
E fa parte di me.
E ciò mi piace.
E parecchio.
𖧷
~20/01/24
CR diary
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Non guardarmi negli occhi - ma osserva lo sguardo, vedi
che chi resta nella carne - non raggiunge mai la vita.
Guardami come uno specchio - che ti guarda solamente
con gli occhi della carne - e mentre guarda dimentica.
Miguel de Unamuno, da Canzoniere, Diario poetico, 1953
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Diario poetico domestico di https://artide.tumblr.com/
Ieri ho capito cosa vuol dire dare per scontate alcune cose. Ma non ne avevo preso consapevolezza. Il giorno sei di ottobre ad esattamente 355 giorni dal trasloco monto la lavatrice in taverna. Ho passato questo periodo lavando a mano. Due volte in lavanderia a gettoni e tre volte ho fatto il bucato da una mia amica. Quando indossavo il maglione strizzato con le mie mani, o le magliette, provavo una sensazione di possesso, di aver creato il pulito, l'aver smacchiato con il sapone la macchia di averci messo qualcosa in più. Mi sono dato forza con questo pensiero per un anno. Ho imparato a lavare meno, ma anche a sporcare e sporcarmi meno, a mettere bene i vestiti dopo l'uso, ad andare in giro con i calzini spaiati, anche a preoccuparmi meno se c'era una macchia che non se n'era andata strofinando. Pazienza. Si ho imparato la pazienza ma ieri quando è partita ho pianto da quanto non mi sembrava vero.
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Ricordo che con una mia cara amica avevamo messo in mezzo una cosa chiamata "Il Merlo". Il nome non suggerisce assolutamente nulla, perché si tratta infatti di un semplice quadernino, con un nome scelto davvero a caso, che scambiavamo ad ogni nostro incontro. Un diario in due, dove appuntavamo tutto quello quello che ci passava per la testa: un giorno ci trovavi una ricetta, un giorno un pensiero poetico, un promemoria, disegni, un biglietto del pullman o la carta di un biscotto della fortuna, per la fortunata tra noi due che fosse andata al ristorante cinese.
#amicizia#nuove amicizie#best friends#migliori amici#mogliori amiche#diario#giornata#idee per amici#cose da fare in compagnia#amore#scrivere#passione
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SE QUESTO E' UN UOMO ...drammaticamente poetico...fa male per quanto è crudo...e' un diario senza giorni, mesi o anni...un libro che abbatte gli stereotipi dell'odio soffermandosi, con semplice brutalità, sulla quotidianità in quell' infernale campo di sopravvivenza. Struggente, commovente sino alle lacrime, la tragedia di un popolo raccontata attraverso le umiliazioni e le sofferenze di un uomo. Levi riesce a farci comprendere cosa era un lager e farti penetrare nelle ossa la sensazione terrificante di essere trattato peggio di una bestia...oltre a sostenere che i lager siano stati concepiti non tanto con il fine di sterminare gli ebrei e le altre razze, quanto per creare un genere non umano, compiere un annientamento dell'uomo in sé ancor prima che della sua stessa vita, realizzare un “Impero dell'assurdo" . Se questo e' un uomo e' da leggere non per essere migliori lettori, ma per diventare esseri umani migliori.... ...Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi... (Primo Levi ) #libridisecondamano #ravenna #booklovers ##instabook #igersravenna #instaravenna #ig_books #consiglidilettura #librerieaperte #primolevi (presso Libreria ScattiSparsi Ravenna) https://www.instagram.com/p/CqR6s1eoSqZ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Il blog presenta "Scisma" di Ilaria Palomba, Les Flaneurs edizioni. Da non perdere!
Scisma è un poemetto che prende forma a partire dal diario poetico condiviso da Ilaria Palomba in ospedale durante la lunga degenza nell’unità spinale del CTO di Garbatella dal 25 maggio al 28 ottobre 2022, dopo un mese di rianimazione all’ospedale San Giovanni Addolorata. Scisma parla di suicidio, disabilità, ospedalizzazione, psichiatrizzazione, rifiuto del dono della vita e poi ritorno alla…
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Analisi del capitolo 13, l’ironico inizio
Analisi del capitolo 13, l’interludio poetico
Analisi del capitolo 13, il dramma e la discesa nella follia
Analisi del capitolo 24, Frida, il Maestro e i manoscritti
Analisi dei capitoli 29 e 30, la fine del Maestro e di Margherita
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Analisi, è un romanzo che va letto? È difficile? Bulgakov scrive bene?
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Neith Nyer a/i 2018: il gusto non è cattivo, è libero
Abbandonate ogni speranza di perfezionismo ed estetica massificata, o voi che state per entrare nel mondo creativo squisitamente unico firmato Neith Nyer, e costruito dal suo fondatore Francisco Terra!
Piuttosto, impugnate il desiderio di divertimento, aprite lo sguardo per ascoltare racconti che non troverete altrove, dato che provengono dalle pagine di un diario personalissimo, quello della sua propria esperienza di vita, e che vengono di volta in volta tradotti in abiti che non sono solo creazioni di stoffa e dettagli, ma vere e proprie rievocazioni e riflessioni da indossare.
Ad essere precisi, il brand Neith Nyer viene per l’appunto definito come “fashion statement luxury brand”: una definizione che è tutto un programma, e una vera definizione d’intenti. Nel senso letterale della parola: dato che Francisco Terra fonda il suo marchio nel 2015 con un intento ben preciso: fare moda per raccontare le proprie storie, personali e per questo uniche, e tradurle in capi che nella forma prendono ispirazione da quell’estetica che, senza troppa grazia né mezzi termini, viene dichiarata kitsch, o volendo anche trash, e rielaborarla con l’eccellenza del gesto sartoriale e della qualità dei materiali della couture.
Una vera e propria crasi, insomma: tra lo street style delle sottoculture mescolate tra loro, e l’universo luxury!
Immergersi nel mondo Neith Nyer vuol dunque dure prendere parte ad un’esplorazione costante, intensa e divertita: significa addentrarsi in un territorio dove i confini tra volgarità ed eleganza vengono sfumati appositamente, ed il cattivo gusto non è più un motivo per arricciare con fare nob il nasino, bensì viene abbraccito per indagare la necessità di libertà d’espressione personale che passa anche, e tantissimo, attraverso l’abbigliamento.
A proposito della traccia autobiografica da cui tutto nasce, il brand Neith Nyer prende il nome da una delle nonne materne di Francisco Terra: coloro che, per via del loro mestiere di cucitrici, hanno tenuto a battesimo il suo desiderio di fare moda sin da quando era bambino, e lo hanno guidato nell’assemblare abiti per raccontare storie, possibilmente ambientate in quella periferia folkloristica e preziosa del Brasile da cui il designer proviene.
La collezione a/i 2018-19 è dunque una nuova storia tratta dalle pagine del diario di vita di Francisco Terra: stavolta le rimembranze corrono indietro verso l’infanzia, quando i suoi genitori partecipavano alla Bad Taste Ball season, e il piccolo Francisco Terra rimasto a casa mescolava il suo modo d’immaginarli alle fantasticherie offerte dai film e cartoni animati che nel frattempo assorbiva dalla tv, tipo “La storia infinita” o “La Sirenetta“.
Che cos��è la Bad Taste Ball season? Presto detto: nulla a che vedere con i costumi di Carnevale, ma una vera e propria performance dell’arte del cattivo gusto applicato alla moda, dove vinceva chi aveva il maggior talento di osare con quantità spropositate di balze e ruche, e di mixare la palette più strabordante di colori.
Un elogio dell’eccesso che diventa il leit-motif della collezione appositamente intitolata con una domanda squisitamente aperta, e dunque affatto retorica: “cos’è il cattivo gusto?”. La risposta sartoriale, artistica e a suo modo sociologica di Neith Nyer è una carrellata di silhouette ricavate dall’assemblaggio impunturato dei lembi dei capi, dalla distribuzione ricca di balze e ruche, di geometrie dei volumi gonfiate appositamente per essere decostruite, dalla quantità assai generosa di velluti pesanti e sete lucenti, dall’accoppiata di lane pesanti maschili e flash di rosa vivace, dall’appaiata di motivi stampati azzardati e dalla rievocazione di quelle citazioni scritte tipiche delle felpe kitsch che qui, riposizionate, diventano una sorta di gesto poetico.
E dato che, secondo Francisco Terra, la moda è una potente forma d’arte, anche in questa collezione proseguono le sue collaborazioni artistiche: con Mathias Garcia per la serie di stampe esclusive che dipingono un bestiario immaginifico, con Zeferino per le scarpe che sono uno specchio della collezione, e con Florence Tetier per i bijoux che adornano il volto con eccentriche creature marine.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
{ Photo backstage via © Grey Magazine }
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Un sistema di riflessi nel cielo opaco della mente segna l'inizio del divenire poetico.
Rubén Sevlever, Frammenti di un diario poetico
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Un poco del proceso!
Este proceso comenzo con la eleccion del tema, el cual en un principio tenia que ver con el area de la poesia y literatura pero que con las clases se fue transformando en algo mas que eso, si bien el concepto final se separo de ese muyndo poetico en ciertos aspectos en otros se mantuvo ¿Como? simplemente por el hecho de un diario personal lleno de experiencias, notas, tecnicas para llevar a cabo acciones como la costura es, desde mi punto de vista es un acto poetico en si.
Para esta parte me puse en busca de papeles y me volvi bastante buena cortando madera, la cual iba a necesitar para generar piezas (cuando mi mama me vio con la maquina casi se infarta jajaja)
Luego de definir este concepto empece a investigar y buscar refencias tanto de grafica como de elementos que me remitan a este mundo que intentaba captar en las diferentes piezas. En esta parte del proceso hubo muchooo pinterest!!
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Poesie haiku sulla natura: doni dal Giappone
Le poesie haiku sulla natura rappresentano una delle forme più di componimento più rappresentativo della cultura orientale. Nate in Giappone, sono uno strumento di contemplazione e meditazione. In pochi righi sono capaci di trasmettere suggestioni che inducono all'introspezione. Cos'è un haiku? Un haiku è una forma di poesia giapponese composta da tre versi, con una struttura sillabica fissa di 5-7-5, per un totale di 17 sillabe. Tradizionalmente, l'haiku è un'immagine poetica che cattura un momento fugace della natura, spesso con una forte connessione alla stagione in cui è stato scritto. L'haiku è spesso concentrato sulla natura o su una breve esperienza, ed è progettato per evocare un'immagine mentale o un'emozione in modo semplice ed essenziale. Un haiku classico di solito include un riferimento alla stagione o al tempo dell'anno, chiamato kigo, e un "taglio" o kireji, che separa il poema in due parti, creando una tensione o un contrasto tra di esse. Il linguaggio utilizzato nell'haiku è spesso metaforico o suggestivo, piuttosto che esplicito, e lascia spazio all'interpretazione personale del lettore. Poesie haiku sulla natura: che scopo hanno? Lo scopo principale delle poesie haiku sulla natura è quello di evocare una reazione emotiva o una connessione con la natura attraverso la sua immagine mentale, utilizzando poche parole e un linguaggio semplice ed essenziale. L'haiku tradizionale giapponese si concentra sulla bellezza della natura, sul passaggio delle stagioni e sui momenti fugaci della vita quotidiana, cercando di catturare la sua essenza con la massima precisione possibile. Oltre a rappresentare un'esperienza o un'immagine naturale, l'haiku può anche riflettere l'umore, il pensiero o l'esperienza personale del poeta, o suggerire un senso di armonia, equilibrio o semplicità nella vita. Nella cultura giapponese, l'haiku è spesso utilizzato come forma di meditazione o contemplazione, e la sua brevità e semplicità sono premurose virtù estetiche. Oggigiorno, l'haiku è ampiamente apprezzato e praticato in tutto il mondo come forma di poesia distinta e raffinata, sia nella sua forma tradizionale che in varianti più sperimentali. Chi ha inventato l'haiku? L'haiku è una forma di poesia giapponese che si è sviluppata nel XVII secolo. E' stata poi perfezionata da un poeta giapponese di nome Matsuo Basho. Basho è considerato uno dei più grandi poeti di haiku di tutti i tempi. Ha scritto molti dei più famosi e iconici haiku della tradizione giapponese. La sua opera più famosa è il "Sentiero del dorso di cavallo" (Oku no Hosomichi), un diario di viaggio poetico che descrive il suo viaggio attraverso il Giappone e che contiene molti haiku. La sua opera ha influenzato profondamente la forma e lo stile dell'haiku. Tuttavia, il formato di poesia che oggi conosciamo come haiku ha avuto origine molto prima di Basho. L'haiku deriva da una forma di poesia chiamata hokku. L'hokku una parte integrante di una forma di intrattenimento chiamata renga, in cui i partecipanti si alternano nella scrittura di una serie di versi collegati. Il primo hokku è stato scritto nel XII secolo da un monaco buddista giapponese di nome Saigyo. E' stato Saigyo ad aver introdotto l'idea di utilizzare una descrizione della natura come primo verso di una sequenza di versi. Chi scrive haiku? L'haiku è una forma di poesia che può essere scritta da chiunque, in qualsiasi lingua. Tuttavia, l'haiku ha origini nella tradizione giapponese e molti poeti che scrivono haiku oggi si ispirano alla tradizione giapponese. Nella tradizione giapponese, l'haiku è stata scritta da un'ampia gamma di autori, da poeti professionisti a dilettanti, da uomini e donne, e da persone di tutte le età. L'haiku è sempre stata una forma di poesia popolare, che è stata scritta e apprezzata dalle persone comuni. Oggi, l'haiku è una forma di poesia molto popolare in tutto il mondo, e molti poeti contemporanei scrivono haiku in diverse lingue. Molti di questi poeti cercano di rispettare la forma e la struttura del haiku giapponese, mentre altri sperimentano con la forma e la adattano alle proprie esigenze espressive. In generale, l'haiku è una forma di poesia che incoraggia la contemplazione della natura e della vita, e molti poeti scrivono haiku per riflettere su momenti fugaci e per catturare l'essenza del mondo che li circonda. In copertina foto di For commercial use, some photos need attention. da Pixabay Read the full article
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Siediti qui insieme a me disegna le mappe di ore impossibili scappate agli orologi degli uomini
Siediti qui ad amare in un momento la vita tutta in un momento tutta te in un momento
Siediti qui guarda la vertigine di un bacio non ancora dato.
- Antonio Nazzaro - Diario amoroso senza date, Fotoromanzo Poetico
Stephen Carroll photography
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Mantova: Marco Goldin e lo spettacolo "Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato", un successo preannunciato
Mantova: Marco Goldin e lo spettacolo "Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato", un successo preannunciato. Si preannuncia un successo per Marco Goldin e il suo “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato”, lo spettacolo che il 25 marzo (inizio alle 21) sarà al Teatro Sociale di Mantova. Si tratta della seconda serata della nuova parte della tournée che il famoso critico d’arte e scrittore veneto ha iniziato a Genova. Come già era avvenuto molte volte nella prima parte della medesima tournée, anche nel debutto di questa seconda si sta andando verso la regola del “tutto esaurito” che ha caratterizzato molte tra le 14 precedenti esibizioni. Dopo Genova e Mantova, la tournée, prodotta e distribuita da International Music and Arts, proseguirà in questa primavera per Trento, Firenze, Reggio Emilia, Perugia, Gorizia e Ravenna. Lo spettacolo, di e con Marco Goldin, musiche di Franco Battiato e animazioni video di Alessandro Trettenero, è parte del progetto collegato al romanzo “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato”, scritto da Goldin nella particolare forma di diario immaginario, edito da Solferino e giunto alla quarta ristampa. Da esso sono derivati lo spettacolo teatrale, di cui Goldin cura anche la regia, e alcuni podcast e già si lavora a una terza parte di tournée in autunno, con diverse tappe da Roma fino al sud Italia ma anche alcune riprese nel nord Italia. La rappresentazione teatrale è liberamente ispirata al romanzo che racconta le ultime settimane di vita del grande pittore. Nel libro che sta alla base di tutto il progetto, Goldin immagina che Van Gogh abbia tenuto un diario proprio in quei giorni e per questo lo fa parlare con la sua voce, sempre appoggiandosi ai fatti realmente accaduti e alle lettere, cercando dunque la dimensione del verosimile. Goldin sale sul palcoscenico per raccontare, con la sua consueta affabulazione appassionata e coinvolgente, le ultime settimane della vita di Vincent Van Gogh. A creare ancor di più l’atmosfera spirituale, eppure densa della carne e dei sogni della vita di Van Gogh, contribuiscono, eccezionalmente concesse per questa occasione, le musiche di Franco Battiato. Tutte insieme, e nell’uso che ne viene fatto, queste musiche costituiscono una parte fondante, un legame ancor più poetico per l’intero spettacolo. Lo spettacolo “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato”, gode del sostegno di Gruppo Euromobil dei fratelli Antonio, Gaspare, Fiorenzo e Giancarlo Lucchetta. Video promo ufficiale: https://youtu.be/-t8mYOLHkn0. Biglietti acquistabili sul circuito TicketOne. Tutte le indicazioni anche su www.internationalmusic.it e www.lineadombra.it ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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