#diagnosi patologie
Explore tagged Tumblr posts
Text
Inaugurato il Laboratorio Integrato di Metabolomica: un traguardo per la ricerca medica. Un progetto innovativo nato dalla sinergia tra DAIRI e DISIT
All’interno della IV Settimana della Ricerca dell’Università del Piemonte Orientale (UPO) è stato inaugurato il Laboratorio Integrato di Metabolomica, un’iniziativa di eccellenza che rappresenta un significativo progresso nel campo della ricerca biomedica
All’interno della IV Settimana della Ricerca dell’Università del Piemonte Orientale (UPO) è stato inaugurato il Laboratorio Integrato di Metabolomica, un’iniziativa di eccellenza che rappresenta un significativo progresso nel campo della ricerca biomedica e clinica. Un laboratorio all’avanguardia per diagnosi e terapie personalizzateIl nuovo laboratorio, frutto della collaborazione tra i…
#Alessandria ricerca#Alessandria today#analisi metabolica#Annalisa Roveta#Antonio Maconi#AOU Alessandria#campioni biologici#collaborazione accademica#cure personalizzate#DAIRI#diagnosi patologie#diagnosi precoce#DISIT#DISIT UPO Alessandria#Fondazione Cassa di Risparmio di Torino#Google News#Guido Lingua#innovazione biomedica#innovazione sanitaria#italianewsmedia.com#IV Settimana della Ricerca#laboratorio metabolomica#malattie complesse#Mauro Botta#medicina integrata#medicina moderna#medicina personalizzata#Medicina traslazionale#metaboliti#Piemonte innovazione
0 notes
Text
Mal di schiena (forte!)
[per semplicità metterò il commento in neretto a ogni punto chiave dell’ask]
Ciao Kon,
ti seguo molto meno rispetto al passato ma ogni volta che ho un malanno mi vieni in mente e questa volta provo a rubare un po’ del tuo prezioso tempo e della tua infinita saggezza.
Ho sempre avuto problemi alla schiena, fin da ragazzino mi è sempre capitato di rimanere bloccato, è una cosa con cui convivo da ormai 45 anni (la mia età).
Più o meno una volta all'anno mi tocca stare bloccato a letto per qualche giorno.
Nell'ultimo anno questa cosa però è successa più volte e in modo più pesante del solito: sono arrivato a iniezioni di Voltaren e Muscoril…
Ho fatto una visita ortopedica, una visita fisiatrica e una risonanza.
Ortopedico (che non ha visto la risonanza ma una lastra) nessun segno attuale di patologia erniaria [senza una risonanza magnetica in cui si vedono i dischi e non soltanto le ossa come nell’rx, è difficile fare diagnosi di ernia discale... di solito la si intuisce da alcuni segni che evidentemente non c’erano] o di impegno sciatico; rachide lombare contratto con flessione rigida efulcro su L5/S1TERAPIA ESEGUITA.DIAGNOSI postumi guariti di lombalgia acuta
Fisiatra (che ha visto la lastra e il referto dell'ortopedico)Generale lombalgia con blocco attività lavorativa sedentaria attività fisica non specifica nega patologie degne di nota ESAMI STRUMENTALI rx ESAME OBIETTIVO rachide lombare ipomobile [schiena che non si muove come dovrebbe] su tutti i piani di movimento, lasegue neg,[test dello stiramento del nervo sciatico che non è risultato dolente, quindi niente sciatalgia attiva] marcata retrazione catene posteriori, rot validi, non deficit EPA/ECD [non ci sono i segni neurologici di un deficit distale dell’alluce che indicherebbe sofferenza del nervo sciatico] ipostenia muscolare del “core”[muscoli debolucci] postura scorretta con asimmetria dei cingoli e ginocchia vare.DIAGNOSI discopatie lombari
Risonanza magnetica (prescritta dal fisiatra) RMN LOMBOSACRALE - ALTO CAMPO Ridotta e rettilineizzata la lordosi con mantenuto allineamento metamerico posteriore sul piano sagittale. Diffuse alterazioni spondilosiche ed alterazioni degenerativo disidratative dei dischi intersomatici interposti. In L1-L2 Bulging disco-osteofitosico paramediano a destra con fissurazione dell'anulus fibroso, in iniziale appoggio sul sacco durale. In L3-L4 bulging discosteofitosico posteriore in appoggio sul sacco durale.In L4-L5 bulging discosteofitosico posteriore con salienza erniaria inizialmente espulsa caudalmenteparamediana sin, in appoggio sul sacco durale con iniziale estensione intraforaminale bilaterale senzaconflitto.In L5-S1, nell'ambito di bulging discosteofitosico posteriore, si osserva fine salienza erniaria contenuta paramediana dx in appoggio sul sacco durale e con estensione intraforaminale bilaterale, senza conflitto. Iniziali segni di sovraccarico posteriore.Non stenosi canalari. Regolare intensità di segnale del midollo spinale.Conservato trofismo della muscolatura paravertebrale.
Qua è inutile che metta le parentesi quadre ché è un casino: in parole povere hai una schiena distrutta in tutto il tratto lombare sia per la spondiloartrosi (artrosi delle faccette articolari che giuntano le apofisi spinose) che per discopatie; ‘bulging’ significa PROTRUSIONE dell’anello discale che in più punti appare fissurato (immagina il disco come una fetta di limone a cui si rompe la buccia) e nella ultime vertebre addirittura ha permesso l’espulsione del nucleo polposo gelatinoso (l’ernia propimente detta) che non comprime quasi mai le coppie di nervi laterali (nel caso in cui ci sarebbe sciatalgia) ma IL SACCO DURALE che è la struttura che contiene il midollo spinale, il prolungamento del cervello. Per fortuna non ci sono restringimenti del canale osseo che contiene il sacco durale o sofferenza estrema di quest’ultimo, però è ovvio che questa situazione infiammatorio-degenerativa è un po’ una spada di damocle.
Ora partirò con la fisioterapia prescritta dal fisiatra ma volevo sapere da una voce amica cosa mi devo aspettare e quanto dovrò soffrire.
Visto che tutto quello descritto dalla RM è un processo degenerativo che non può essere ‘guarito’ la fisioterapista cercherà di ottenere UN RINFORZO MUSCOLARE E UN MIGLIORAMENTO DEL TROFISMO con esercizi specifici, proprio per ‘contenere’ il problema ed evitare che esso peggiori. Sarà faticoso ma non dovrà essere (troppo) doloroso, quindi... Buon lavoro!
Ti ringrazio,
ema
<3
8 notes
·
View notes
Note
Salve doc. Come mai quando torno a mangiare verdure mi si riempie la pancia di aria ed inizio a soffrire di flatulenza? Troppe fibre, intestino irritabile? Come posso risolvere, diminuendo le porzioni? I fermenti lattici (da supermercato) aiutano? Grazie e scusi se le ho fatto troppe domande.
chiedi "come mai" e io ti rispondo citandoti: "quando torno a mangiare verdure".
Non sono un medico e la diagnosi la lascio volentieri a loro, prendi le mie parole come pura impressione personale senza nessun tipo di valenza sulla tua salute:
hai il microbiota intestinale a pu***ne.
I microrganismi che vivono nel tuo intestino si cibano di quello che gli dai da mangiare. Alcuni microrganismi preferiscono certi tipi di alimenti, altri ne preferiscono altri. Un basso apporto di fibre porta a far crescere una flora intestinale poco avvezza ad esse, con la conseguenza che quando arrivano quantità superiori di fibre, questi producono quantità di gas tali da risultare fastidiosi.
Dato il "quando torno a mangiare verdure", è possibile che tu non mangi verdure spesso, o in generale le tue fonti di fibre siano scarse, o quantomeno monotone. Ecco quindi che i tuoi batteri e lieviti e tutto il bel firmamento del micromondo intestinale è stato selezionato da una vita povera di fibre, e quando le incontra reagisce schifato spruzzandogli del gas repellente addosso (più o meno... diciamo che questa cosa è uno spunto per chi volesse rifare le puntate di Siamo Fatti Così).
Chi mangia tante fibre invece ha un intestino e una flora intestinale allenati alla quantità e alla qualità diversa delle fibre, quindi ha meno problemi di gas. In soldoni: non esiste un vegano gonfio (anche questa è un'iperbole).
Come si risolve?
Sì, vari fermenti lattici possono aiutare, ma devono essere accompagnati da un cambio di dieta che preveda un apporto costante e gradualmente crescente di fibre. Costante significa che devono essere assunte più volte al giorno, gradualmente crescente significa che se esageri all'inizio ti senti male, quindi è meglio se ci vai piano per un po', per poi abbondare sempre di più.
Consiglio: visita medica per escludere patologie, visita dal nutrizionista per sistemare le fibre, acquisto di un passino manuale per poter passare i chicchi di legumi e separarli comodamente dalla pellicina, per diminuire un po' le fibre assunte con essi.
Fonti di fibre: cereali (soprattutto integrali), legumi (più con pellicina che decorticati), frutta, verdura, frutta secca. Le verdure cotte ti fanno mangiare più fibre nell'unità di spazio perché sono più compatte di quelle crude, quindi è più facile mangiarne di più. Vacci piano, soprattutto all'inizio.
4 notes
·
View notes
Text
L’ITALIA DIVENTA PRIMA AL MONDO A PREVENIRE IL DIABETE
Il Senato ha approvato all’unanimità una legge che rende l’Italia il primo Stato al mondo ad avere lo screening sistematico di diabete e celiachia per tutta la sua popolazione pediatrica. La proposta, votata da tutte le forze politiche, è un traguardo raggiunto dopo un lungo processo avviato dalla Fondazione italiana diabete che ha promosso il disegno di legge.
“La legge consentirà dal 2024 di prevenire, nei bambini da 1 a 17 anni destinati ad avere il diabete di tipo 1, l’insorgenza dei sintomi più pericolosi come la chetoacidosi che può essere letale”, spiega la Fid. Inoltre, la legge “permetterà di avere maggiori informazioni per comprendere meglio le cause della malattia, con la possibilità di introdurre strategie farmacologiche per rallentarla e possibilmente fermarla … permetterà di diagnosticare precocemente la celiachia che può portare molte complicanze se non diagnosticata per tempo”. Con questa legge l’Italia si dota di un innovativo e finora unico programma diagnostico ad ampio raggio in età pediatrica che permetterà diagnosi precoci cruciali per attivare strategie di prevenzione efficaci.
Oltre allo screening, la legge dota l’Italia di un Osservatorio Nazionale su queste due malattie e stabilisce la realizzazione di campagne informative per sensibilizzare la popolazione sulle patologie e sull’importanza dello screening preventivo. In Italia risultano diagnosticati oltre 240.000 casi di celiachia, con una prevalenza del 70% tra le donne e con una correlazione significativa tra il diabete di tipo 1 e la celiachia che apre alla possibilità di avviare un proficuo percorso di screening integrato.
___________________
Fonte: Fondazione Italiana Diabete; foto di Artem Podrez
VERIFICATO ALLA FONTE | Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO | Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
Se trovi utile il nostro lavoro e credi nel principio del giornalismo costruttivo non-profit | sostieni Mezzopieno
7 notes
·
View notes
Text
Io sento frantumarsi gli organi riproduttivi quando nel mezzo di un discorso sulla psicologia e i problemi mentali - anche con persone intelligenti ed illuminate - accennando al fatto di essere border, ADHD o bipolare, l’interlocutore deve sempre immettere la battutina del cazzo dicendo “eeeeh, ormai siete tutti borderline, tutti avete l’ADHD” etc. Ora. Io mi domando quale neurone ti porta a partorire una battuta così di merda. È vero che viviamo in un periodo storico in cui le diagnosi sui disturbi mentali sembrano il nuovo oroscopo, ma si presuppone tu mi conosca ed abbia stima delle mie facoltà cognitive e parta dunque dal presupposto che se affermo di soffrire di un disturbo non è perché voglia interpretare la protagonista del film “Ragazze interrotte” o ci tenga particolarmente a sbandierare ai quattro venti le mie diagnosi perché ora è di moda, piuttosto perché magari (ed il bello è che lo sai) brancolo da circa dieci anni nel buio toccando baratri di disagio che non mi lascerebbero manco il tempo, pure a volerlo, di romanticizzare la merda che vivo e che tu probabilmente non vivrai mai. Ma soprattutto: sono stronza io che pur accorgendomi della deriva malsana che sta prendendo la narrazione circa le problematiche mentali, quando conosco qualcuno, non ho mai la presunzione di pensare che possa star mentendo circa le sue patologie? Io credo sempre a tutto fino a prova contraria. Se uno mi dice che è tossicodipendente, perché dovrei pensare che me lo sta dicendo per chissà quale tornaconto personale? Perché devo proiettare sugli altri i miei pregiudizi? Perché devo fargli presente che possa star esagerando la sua condizione quando magari quel poveraccio è stato fino all’altro ieri ricoverato? Perché c’è bisogno che uno vi si ammazzi davanti per riuscire a discernere il malessere vero da ciò che invece è frutto di una posa del cazzo? Ma soprattutto: perché devo farmi ogni cazzo di volta paranoie circa il proferire parola sulle mie diagnosi perché sono certa che l’altra persona penserebbe che voglia enfatizzare il mio stato quando possiedo più cartelle cliniche che pagelle scolastiche? Ma quanto cazzo è ingiusto?
“Eh, ma tu non parli mai dei tuoi problemi, però…” ma grazie al cazzo Gianfranco, se le premesse son queste piuttosto fingo d’essere assolutamente funzionale.
15 notes
·
View notes
Text
NATALE 2023
UN AUGURIO E UN REGALO
È cosi.
Quest'anno invece che inviare i classici Auguri di Buone Feste, ho pensato ad un Augurio diverso e insolito.
Un piccolo regalo per tutte le persone che leggono in modo saltuario o ricorrente, il mio Blog.
Che regalo è?
È un Test. È un invito a regalarvi un pò di tempo tutto per voi. Per fare il punto su ciò che state vivendo in questo momento.
Ma prima di rispondere al Questionario, io vi consiglio di leggere con calma, l'articolo che definisce cosa sia
UNA RELAZIONE TOSSICA
È importante, perchè le persone devono iniziare a familiarizzare con un nuovo alfabeto. L'alfabeto delle relazioni, dei sentimenti e dei comportamenti.
Significa imparare a riconoscere con precisione quale situazione stiamo vivendo.
Come riconoscere una relazione tossica ?
Essere coinvolti in una relazione tossica può avere conseguenze devastanti per la propria autostima e per la propria vita.
Cosa significa trovarsi in una relazione tossica
Nessuna relazione è perfetta, ma esistono relazioni che ci fanno sentire stanchi, insicuri, tristi o coinvolti completamente nella vita dell’altro, e l’altro nella nostra, tanto da non potersi più considerare due individui separati. Quando questo accade, potremmo trovarci davanti a una relazione tossica.
Al contrario, le relazioni sane, normalmente tendono a farci sentire al sicuro, felici e liberi di essere noi stessi. Molte persone non riconoscono subito i segnali di una relazione tossica, perché molto spesso si tende a confondere ciò che è la passione e l’amore, con comportamenti totalizzanti, o di gelosia ossessiva o autoritari e manipolatori.
Le conseguenze di una relazione tossica possono essere molto profonde e nei casi più gravi, anche pericolose (per esempio nei casi di relazioni tossiche con violenza fisica o psicologica).
Per questo è importante riconoscere i campanelli d'allarme e se ci troviamo dentro una relazione tossica e dannosa e, in caso affermativo, poter chiedere aiuto per uscirne al più presto.
Tipologie di relazione tossiche
Abbiamo visto che le relazioni tossiche sono relazioni che non ci fanno crescere come individui, nel rispetto uno dell’altro, ma che portano malessere, privazioni di libertà, dipendenza, paura e insicurezza.
Esistono vari tipi di relazioni tossiche, legate a comportamenti più o meno patologici. Nei casi più lievi possono essere relazioni che ci fanno sentire male a causa di abitudini sbagliate o mancanza di comunicazione o insicurezze personali che si possono risolvere attraverso un riadattamento dei propri schemi comportamentali e un processo di crescita personale, mentre nei casi più gravi, potremmo trovarci coinvolti in vere e proprio patologie.
Alcune tipologie di relazione patologiche malate sono:
Dipendenza affettiva: si caratterizza come una dipendenza emotiva dall’altra persona, che mina la capacità della persona di essere autonoma, che include il controllo e l’ossessione di stare con l’altro. La dipendenza affettiva può essere considerata un disturbo a sé stante o essere sintomatologia di altri disturbi.
Ego smisurato: un partner con un ego smisurato nasconde normalmente un vuoto emotivo profondo, vuoto che ha bisogno di colmare attraverso la manipolazione e l’assoggettamento dell’altra persona. Questo porta normalmente molto dolore all’interno della coppia e può lasciare traumi profondi nel comportamento e nell’autostima di chi subisce il fascino di una persona con un ego smisurato.
Esistono poi ovviamente altri tipi di amore patologico che non possono essere inseriti in un unico quadro clinico, ma che probabilmente hanno bisogno di una diagnosi più ampia come l’amore oppressivo e violento, l’amore ossessivo compulsivo, l’amore opportunista e molti altri. In questi casi è sempre meglio rivolgersi a uno specialista perché ci possa aiutare ad uscire dalla relazione o a curare la patologia (nel caso fossimo noi le persone, portatrici attive di questi disturbi ).
Come riconoscere i segnali di una relazione tossica
I segnali di una relazione tossiche sono molto chiari, anche se a volte si preferisce confonderli con segnali di amore e non di tossicità. Ma è importante che prestiamo attenzione a questi campanelli d’allarme per evitare dolori profondi nel futuro e invischiarci in una relazione dalla quale più passa il tempo e più sarà difficile uscirne.
Le relazioni tossiche hanno alcune caratteristiche comuni che ci aiutano a distinguerle.
Rendono tristi, con poca energia e affaticati Se invece di sentirvi soddisfatto e felice, vi sentite emotivamente e fisicamente stanchi e svuotati, è tempo di valutare la relazione.
Tutto si trasforma in un dramma: È importante ricordare che le relazioni sane ci aiutano a essere persone migliori e crescere. Il dramma crea scompenso e porta negatività e incapacità di risolvere i problemi all’interno della coppia.
Non vi sentite liberi di essere voi stessi all’interno della relazione
Asimmetria: Le relazione tossiche normalmente si presentano con un modello di relazione asimmetrica, in cui vi è una persona che ricopre il ruolo di dominatore e l’altro di vittima.
Questo fa si che si inneschino più facilmente meccaniche di dipendenza, manipolazione e maltrattamento.
Vi rende insicuri e abbassa la vostra autostima. Se state conqualcuno che non vi riconosce il vostro valore , sarà più difficile vederlo da solo.
VI sentite costantemente criticati e sotto pressione. Una raffica di critiche non costruttive non aiuta nessuno a migliorare. Anzi, a lungo andare, essere costantemente giudicato vi porterà a credere alle critiche e all’errata percezione di non meritare qualcosa di meglio.
Tutto è negativo. È improbabile che qualcosa di positivo derivi da una relazione negativa.
Mancanza di comunicazione e fiducia. Senza comunicazione non c'è relazione e stare con un partner che non si fida di voi è come star da soli.
Controllo costante. Alla persona oppressiva piace controllare tutto. Quindi, cercherà di decidere come farvi vestire, con chi dovete uscire, come dovete spender i vostri soldi e che scelte dovete compiere nella vostra vita, dalle più piccole, alle più grandi!
Vi sentite in trappola ma non riuscite a uscirne. Le relazioni tossiche creano vincoli di dipendenza legate sia a componenti personali, ma sia al costante lavoro di distruzione dell’autostima, attraverso critiche, violenze e manipolazione, che mette in atto il partner. Pertanto diventa complicato uscirne ed è importantissimo chiedere aiuto in questi casi, sia ai propri cari che a uno specialista.
Violenza fisica: l’abuso fisico è un segnale chiaro ed inequivocabile di relazione tossica. In questi casi è importante chiedere aiuto per uscire il prima possibile dalla relazione.
Violenza psicologica e manipolazione: a volte non è così evidente coma la violenza fisica, ma la violenza psicologica tende ad annientare la personalità e gli affetti dell’altro, per far si che diventi facilmente succube e manipolabile. Anche in questo caso è importante richiedere aiuto il prima possibile.
Vi fa sentire più ansiosi. Essendo permeata da fattori negativi, la relazione tossica tende a procurare ansia e paure, che riguardano sia la paura di perdere l’altro o di uscire dalla relazione, ma anche la capacità di vivere al meglio la vita quotidiana.
Questionario sulle relazioni tossiche:
Scopri se ti trovi in una relazione tossica. Rispondi alle seguenti domande con un Si o con un NO e poi controlla i risultati totali.
1) Senti che non puoi vivere senza il tuo partner, ma allo stesso tempo non sei felice nella relazione?
2) Il tuo partner svaluta o scredita spesso i tuoi risultati e non ti incoraggia mai a portare avanti i tuoi progetti personali?
3) Ti sei mai spaventato per qualche atteggiamento del tuo partner durante una lite?
4) Il tuo partner ti critica facendoti sentire sbagliato/a tutto il tempo?
5) Da quando sei coinvolto in questa relazione, ti sei allontanato dagli amici che avevi in precedenza e/o dalla tua famiglia?
6) Il tuo partner non rispetta i tuoi gusti e i tuoi hobby e spesso li prende in giro?
7) Le vostre discussioni sono pieni di rimproveri, insulti, lacrime e sofferenze?
8) Quando le cose non vanno bene, il tuo partner usa il silenzio come arma di aggressione?
9) Il tuo partner usa spesso il ricatto emotivo per farti sentire in colpa e ottenere ciò che vuole?
10) Quando non siete insieme, il tuo partner ti chiede spiegazioni su quello che hai fatto, con chi sei stato/a o dove sei andato/a ?
11) Il tuo partner di solito prende decisioni che riguardano entrambi senza chiedere la tua opinione o senza informarti?
12) Ti è capitato di fare sesso con il tuo partner solo per soddisfare i suoi desideri o per impedirgli di arrabbiarsi?
13) Per il tuo partner, i tuoi problemi sono meno rilevanti dei suoi?
14) Quando è di cattivo umore per cause esterne, capita che riversi la sua rabbia su di te?
15) Hai scoperto che il tuo partner ti stava mentendo in più di un’occasione?
RISULTATI
Per scoprire il risultato del questionario sulle relazioni tossiche aggiungi 1 punto per ogni risposta affermativa.
È importante sottolineare che questo test non sostituisce la valutazione di uno psicologo o di uno psicoterapeuta.
Da 0 a 5 punti: Non stai vivendo una relazione tossica Tutto indica che la tua relazione si basa sul rispetto reciproco, sulla fiducia e sull'equilibrio. Sebbene a volte ci siano differenze di opinione (il che è del tutto normale), sai come agire per risolvere i tuoi problemi. In ogni caso, ci potrebbero essere alcuni indizi che indicano che certi comportamenti potrebbero migliorare attraverso la comunicazione e un percorso di crescita personale. Pertanto, per evitare di cadere in dinamiche dannose, è importante continuare a prendersi cura della relazione.
Da 6 a 10 punti: la relazione mostra segnali tossici Sebbene la tua relazione non sia ancora tossica, il tuo partner ha alcuni comportamenti offensivi che ti infastidiscono e che non ti fanno bene. Vi trovate spesso a discutere e spesso senti di non poter essere te stesso. Per uscire da questa situazione, il primo passo è parlare del problema con il tuo partner in modo calmo e assertivo. Digli cosa c'è che non va e proponi modi per migliorare la relazione. E se con il passare del tempo non cambia nulla, fai attenzione. Potrebbe essere il momento di valutare se vuoi restare con questa persona o meno.
Non dimenticare mai che una relazione dovrebbe essere qualcosa di piacevole, che ti rende davvero felice.
11-15 punti: sei coinvolto in una relazione tossica Le tue risposte sembrano confermare il fatto che ti trovi coinvolto in una relazione tossica che ti sta portando molto dolore. In casi come questo, probabilmente non è sufficiente un cambiamento o migliore la comunicazione, ma probabilmente questi comportamenti tossici nascondono dei problemi più profondi che vanno affrontati con una terapia. Le relazioni sane si basano sul rispetto e sull’amore uno dell’altro. Rispetto che implica anche il rispetto per le decisioni, lo spazio, la libertà, gli affetti. Potreste decidere di valutare insieme questo percorso o iniziare a pensare se sia il caso di allontanare questa persona per poter iniziare a stare meglio.
Ora dopo aver chiarito alcuni concetti di base, potete decidere se limitarvi a rispondere al QUESTIONARIO riportato sopra ( composto da 15 domande) oppure spostarvi sulla seguente pagina Web ed effettuare IL TEST che vi è riportato:
In ogni caso, utilizzate questo periodo delle Feste, per fare il punto sulla situazione che state attraversando, perchè certi campanelli d'allarme non sono mai da sottovalutare.
Come ha detto Gino Cecchettin di recente, non chiudetevi, non isolatevi, ma parlatene con chi vi sta attorno e vi vuole bene, e prima di tutto parlatene con Voi stessi.
.
6 notes
·
View notes
Text
Sviluppo nell'uso dell'AI in ambito medico per diagnosi e cura
Intelligenza artificiale applicata alla nostra salute, dallo screening alla pillola: una nuova sanità. Giorgio Sesti, presidente Simi: prematuro pensare che possa sostituire un internista in una diagnosi, ma può accelerare la scoperta di molecole farmacologiche. Il tempo, breve, di mettere insieme le ricerche sparse nel mondo, verificare le prime sperimentazioni, analizzare i benefici accanto ai possibili danni e l’intelligenza artificiale in medicina è già realtà. Quello che ci circonda è molto più concreto e fattivo di quanto si potesse immaginare solo poco più di un anno fa. La disponibilità di dati in ambito medico è cresciuta enormemente così come le fonti da cui essi provengono. Accanto ai dati tradizionali, dalle cartelle cliniche ai database genetici, sono sempre più disponibili quelli che arrivano da testi, immagini, suoni, sensori. «Gli algoritmi in ambito medico – spiegano gli esperti dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano – sono usati per interpretare questa enorme mole di dati e per identificare possibili relazioni di causa-effetto tra i dati e le patologie di cui un paziente soffre. Il campo nel quale si sono fatti più progressi in termini di utilizzo dell’intelligenza artificiale come supporto per i medici è quello diagnostico. Un’altra area sulla quale si sta lavorando molto è quella legata ai sistemi di predizione, in grado di identificare possibili patologie ancora prima che queste si manifestino». La codificazione dell’uso della AI nel campo della salute, dunque, ha subito una brusca accelerazione. Dai laboratori, dagli spazi della sperimentazione è praticamente arrivata al letto del paziente. Tanto che l’Oms, in pochi mesi, da gennaio a ottobre, si è espressa oltre tre volte sulla materia. L’ultima, un paio di settimane fa: una nuova pubblicazione elenca le principali considerazioni normative sull’intelligenza artificiale per la salute. La pubblicazione mira a delineare i principi chiave che i governi possono seguire per sviluppare nuove linee guida o adattare quelle esistenti. Viene sottolineato che con la crescente disponibilità di dati sanitari e il rapido progresso delle tecniche analitiche gli strumenti di intelligenza artificiale potrebbero trasformare il settore sanitario. L'evoluzione
Nuovi percorsi diagnostici, terapie e ricadute economiche vanno, ovviamente, di pari passo. La ricerca tenta di “armonizzarle” e noi speriamo lo faccia tenendo presente la tutela del paziente. Certo è che volano sia le sperimentazioni che il giro d’affari. In campo sanitario si stima che il settore dell’AI passerà dai 15 miliardi di dollari del 2023 a 103 miliardi di dollari entro il 2028. All’attivo, tra i successi, abbiamo, per esempio, progressi nella diagnostica predittiva, compresa quella precoce di un tumore come quello del pancreas. Ma anche la creazione di un antibiotico (la molecola è stata battezzata Halicin) efficace contro l’antibiotico-resistenza. Nonostante i risultati positivi tra i camici bianchi non si nasconde il timore che questa rivoluzione possa essere mal interpretata. Imboccata come scorciatoia sia diagnostica che terapeutica. Da qui la profonda discussione che ha voluto affrontare la Società italiana di Medicina interna (Simi), circa 5 mila iscritti, durante il recente congresso a Rimini. «L’AI – spiega il professor Giorgio Sesti, presidente della Simi – sta entrando prepotentemente nel campo della medicina. Ritengo però prematuro pensare che possa sostituire il medico internista nel porre diagnosi e consigliare la terapia più appropriata, ma potrà contribuire a perfezionare gli strumenti a disposizione per l’apprendimento, l’aggiornamento, la formazione sul campo tramite le simulazioni, la diagnostica avanzata. Le sue applicazioni possono accelerare la scoperta di nuove molecole farmacologiche e lo sviluppo di indagini per la diagnosi precoce di patologie croniche». La maggior parte di queste applicazioni sperimentali riguarda la radiologia (avanzate sono le applicazioni dell’AI alla mammografia, per lo screening oncologico), ma anche in medicina interna, oftalmologia e in ambito gastro-enterologico. «È necessario – aggiunge Sesti – formare una generazione di “medici cyborg”, cioè medici con competenze informatiche avanzate, per facilitare e avvicinare le nuove generazioni all’uso di certi strumenti. Negli Usa li chiamano “information specialist”. Sono questi i colleghi del futuro specialisti in AI in grado di dialogare con gli sviluppatori, di guidarli dando loro delle specifiche». L’intelligenza artificiale potrebbe, in tempi brevi, entrare in uso anche per prevedere chi è a rischio di arresto cardiaco improvviso: è stato sviluppato un prototipo da ricercatori francesi usando le cartelle cliniche elettroniche di 25.000 persone morte improvvisamente e di 70.000 persone ricoverate per arresto cardiaco che non sono morte a Parigi, in Francia, e a Seattle, a Washington. «La morte cardiaca improvvisa rappresenta dal 10% al 20% delle morti complessive. Prevederla è difficile e gli approcci usuali non riescono a identificare le persone ad alto rischio» spiega Xavier Jouven del Centro di Ricerca Cardiovascolare di Parigi. L’AI sta, inoltre, rivoluzionando molti campi dell’odontoiatria. «Si aprono nuovi scenari – fa sapere il professor Stefano Scavia, docente all’Università Bicocca di Milano – Arriveremo al punto in cui sarà possibile far leggere e interpretare a un algoritmo delicati esami diagnostici con una visione multi-disciplinare. Una diagnosi che non analizzerà più solamente il cavo orale ma lo stato di salute fisico complessivo del paziente». Attraverso complessi software, è possibile valutare con modelli virtuali e scansioni. «Vi saranno – aggiunge Scavia – prevedibili evoluzioni dalla diagnostica per immagini alla progettazione di ponti e corone o ancora ai trattamenti rigenerativi e alla cura della parodontite». Read the full article
#antibiotico#diagnosimalattie#GiorgioSesti#intelligenzaartificiale#MarioNegridiMilano#nuovasanità#nuovifarmaci#parodontite#radiologia
2 notes
·
View notes
Text
RAGA DOMANDA
a qualcuno è successo che sul certificato per la patente che fa il medico di famiglia, il medico mettesse sì a patologie psichiche (con annesso ansia/depressione etc)? Vi hanno dato la patente poi? Che è successo?
La mia dottoressa non ha voluto mettere no perché dice che lei deve segnalare comunque 🤡 e che al massimo lo psichiatra deve fare un certificato che attesta che sono compensata (but am I?), immagina spendere €150 di psichiatra per farsi fare il foglio per la patente (tralasciando che comunque dovrei tornarci, dato che mi ha visto un anno fa e poi mai più).
Sì potrei parlarne direttamente con i tizi della scuolaguida e alla fine lo farò, ma se posso ritardare un minimo il momento in cui qualcuno cambierà il suo sguardo nei miei confronti guardandomi come se fossi una pazza, gradisco.
Tralaltro la dottoressa ha messo tipo "stato ansioso" a diagnosi mentre al massimo doveva essere depressione ma_ ehi! qualcuno mi ha mai detto: tieni, usa questo nome per descrivere quello che ti è successo? no, quindi che dire
5 notes
·
View notes
Text
Nuovi LEA e Nomenclatore: il Collegio dei Reumatologi Italiani esprime preoccupazione per le prestazioni omesse
Il 30 dicembre 2024 entreranno in vigore i nuovi tariffari per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica, aggiornando i LEA dopo sette anni.
Il CReI denuncia l’assenza di prestazioni fondamentali per la reumatologia nel nuovo Nomenclatore dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), temendo un peggioramento delle liste d’attesa e un impoverimento della specialità. Un aggiornamento atteso da tempo, ma non privo di criticità Il 30 dicembre 2024 entreranno in vigore i nuovi tariffari per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e…
#accesso alle cure#aggiornamento LEA#Alessandria today#artrocentesi#assistenza reumatologica#assistenza sanitaria#biopsia ghiandole salivari#capillaroscopia#CReI#cure reumatologiche#cure specialistiche#diagnosi precoce#diagnosi reumatologica#Diritto alla Salute#ecografia muscolo-scheletrica#giovani reumatologi#Google News#infiltrazioni intra-articolari#italianewsmedia.com#liste d’attesa#Ministero della Salute#ministero sanità.#Nomenclatore sanitario#nuovi LEA#patologie reumatologiche#Pier Carlo Lava#prestazioni sanitarie#problematiche sanitarie#problemi sanità#reumatologia
0 notes
Video
youtube
Myxomatose chez le lapin : DANGER ! 🐰
MixomatosiDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione
Vai alla ricerca
Questa voce o sezione sull'argomento medicina veterinaria non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti
.
Puoi
migliorare questa voce
aggiungendo citazioni da
fonti attendibili
secondo le
linee guida sull'uso delle fonti
.
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico:
leggi le avvertenze
.
La mixomatosi è una patologia che contagia i conigli selvatici e i conigli domestici, e, più raramente, le lepri. È causata da un virus denominato "Virus del mixoma del coniglio", appartenente alla famiglia Poxviridae, del genere Leporipoxvirus.
Indice
1Storia ed epidemiologia
2Manifestazione
3Vettori
4Terapia e prevenzione
5Altri progetti
6Collegamenti esterni
Storia ed epidemiologia
[
modifica
|
modifica wikitesto
]
Questa malattia arrivò in Europa dai conigli d'importazione dell'Uruguay all'inizio del XX secolo. Venne importata in Australia nel 1950 dal Brasile (dove apparve negli anni '30) come sistema di controllo delle popolazioni di conigli. L'epidemia scatenatasi, con tassi di mortalità intorno al 99%, è tuttora utilizzata come "controllo biologico delle popolazioni di conigli" dal Governo australiano. I conigli australiani sembrano avere sviluppato negli anni una certa resistenza genetica al virus, riducendo il tasso di mortalità attorno all'80%. In Italia la mixomatosi è una malattia considerata "a carattere infettivo e diffusivo", quindi soggetta a denuncia, come da disposizioni del Regolamento di polizia veterinaria (D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320).
Manifestazione
[
modifica
|
modifica wikitesto
]
Si manifesta normalmente con una lesione cutanea, 4-5 giorni dopo il contatto con il patogeno. Sopraggiungono edemi, blefarocongiuntivite (occhi gonfi con lacrimazione abbondante), gonfiore alla base delle orecchie, alle narici e agli organi genitali con spurgo di materiale purulento; noduli specialmente nelle zone senza pelo. A causa dei gonfiori intorno agli occhi l'animale non può vedere e nutrirsi: la morte sopraggiunge dopo 4-12 giorni per inanizione e infezioni batteriche secondarie.
Si può avere una forma respiratoria con scolo nasale mucopurulento, edema dei genitali, congiuntivite, polmonite; tale forma può essere di difficile diagnosi, perché spesso confusa con altre patologie respiratorie. Esiste anche una forma "nodulare" (Nodular myxomatosis), piuttosto rara, che colpisce principalmente la pelle e può avere una prognosi benigna.
Vettori
[
modifica
|
modifica wikitesto
]
La malattia è trasmessa da insetti vettori (pulci, acari, zanzare e zecche), per contatto ematico o per contatto delle mucose genitali. La trasmissione per contatto può verificarsi solo in presenza di animali con sintomi conclamati (attraverso l'essudato e il pus). In Italia i principali vettori sono le zanzare Anopheles spp. e Aedes spp. e nelle zone più fredde o meno umide le pulci del coniglio europeo (Spilopsyllus cuniculi), che possono albergare il virus anche per diversi mesi.
Terapia e prevenzione
[
modifica
|
modifica wikitesto
]
Non esistono reali cure; l'unica soluzione efficace è la vaccinazione preventiva. In commercio si trovano alcuni medicinali, prescrivibili dal veterinario con ricetta zootecnica, per il sostegno del coniglio, che possono aumentare le probabilità di sopravvivenza dell'animale.
Altri progetti
[
modifica
|
modifica wikitesto
]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Mixomatosi
Collegamenti esterni
[
modifica
|
modifica wikitesto
]
(EN) myxomatosis, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità
GND
(DE)
4556700-1
0 notes
Note
Ciao! Posso chiederti un parere, please? Mio zio, obeso, forse prediabetico, che non si era mai fatto seguire da medici/professionisti sanitari prima, ha appena visto una nutrizionista. Gli ha detto di fare un'analisi lipodomica. Ora, ho una leggera infarinatura sulle applicazioni cliniche della biochimica, ma dopo qualche ora su Wikipedia prima, e poi su PubMed, non ho ancora capito che senso ha far fare una cosa del genere (molto costosa, che non fanno in ospedale e che non passa la mutua) per una persona che ha ancora fatto nemmeno un test da carico di glucosio.
Che idea ti sei fatto su questa situazione in particolare? E in generale (per curiosità) sai dirmi se davvero, allo stato dell'arte, le analisi lipodomiche possono avere un impatto su diagnosi e terapia di patologie?
Grazie in anticipo. Scusa per la domanda strana.
Ciao, intanto è lipidomica, non lipodomica. Si tratta di un'analisi volta a capire la composizione e la distribuzione degli acidi grassi presenti nell'organismo, con l'intenzione di collegare il risultato di questa analisi a un'interpretazione in chiave antinfiammatoria (più grassi saturi, pochi omega-3, più omega-6, significa più infiammazione)
Personalmente, non ho mai voluto appoggiarmi a questa metodica, perché pur ritenendo l'analisi in sé decisamente interessante, non ne capisco l'applicazione pratica: alla fine, la dieta sarà per forza di cose con le giuste proporzioni dei grassi; quindi, analisi o meno, quei valori si risistemeranno se viene seguita. So di colleghi che la consigliano, e tra le analisi "alternative" è, insieme a quella nutrigenomica, un'analisi interessante. Ma non credo sia utile. Sempre meglio dell'analisi delle intolleranze, comunque.
Infine, ti ricordo che per legge il biologo (dici "nutrizionista", immagino sia una biologa) non può prescrivere analisi né fare diagnosi. Parlando col paziente mi è capitato di chiedere se potesse fare questo o quell'accertamento, ma la mia richiesta è sempre "chieda al medico se anche secondo lui sarebbe utile analizzare X". Perché, appunto, prescrivere analisi come biologo è abuso di professione medica.
Non lo scrivo per farmi pubblicità... anzi sì: dalla prossima settimana partirò ufficialmente con le consulenze online. Così, tanto per dire.
4 notes
·
View notes
Text
Gli Isotopi del Potassio: Una Nuova Frontiera nella Diagnosi Precoce dell'Alzheimer
La malattia di Alzheimer è una delle patologie neurodegenerative più devastanti e complesse, colpendo milioni di persone in tutto il mondo. Attualmente, la diagnosi di questa malattia avviene principalmente attraverso l’osservazione clinica dei sintomi cognitivi e comportamentali, insieme a esami neuropsicologici e biomarcatori ottenuti tramite imaging cerebrale o analisi del liquido…
0 notes
Text
youtube
Pelle, Psoriasi, Vitiligine e Ipnosi Professionale
La pelle è l'organo più grande del corpo umano, fondamentale per la protezione contro agenti esterni, la regolazione della temperatura corporea e la percezione sensoriale. Tuttavia, diverse condizioni possono compromettere la sua salute, tra cui la psoriasi e la vitiligine. Recentemente, l'ipnosi professionale ha guadagnato attenzione come possibile trattamento complementare per queste patologie. Esaminiamo in dettaglio queste condizioni e il potenziale ruolo dell'ipnosi.
#### Psoriasi
La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle, caratterizzata da placche rosse, pruriginose e squamose. È causata da una risposta autoimmune anomala che accelera il ciclo di crescita delle cellule della pelle.
1. **Gottlieb, A.B., et al. (2020). "Psoriasis: Emerging Therapeutic Strategies". Nature Reviews Drug Discovery.** Questa ricerca esplora nuove terapie per la psoriasi, evidenziando i progressi nella comprensione della patogenesi della malattia.
2. **Menter, A., et al. (2019). "Joint American Academy of Dermatology–National Psoriasis Foundation guidelines of care for the management and treatment of psoriasis with systemic nonbiologic therapies". Journal of the American Academy of Dermatology.** Fornisce linee guida dettagliate per il trattamento della psoriasi.
#### Vitiligine
La vitiligine è una condizione caratterizzata dalla perdita di pigmentazione della pelle, che provoca macchie bianche irregolari. La causa esatta non è ancora completamente compresa, ma si ritiene che fattori autoimmuni, genetici e ambientali giocano un ruolo.
3. **Ezzedine, K., et al. (2015). "Vitiligo". Lancet.** Questo studio offre una panoramica completa sulla patogenesi, diagnosi e trattamento della vitiligine.
4. **Picardo, M., & Dell'Anna, M.L. (2017). "Vitiligo and Autoimmune Diseases". Clinica Chimica Acta.** Esamina la connessione tra vitiligine e altre malattie autoimmuni.
#### Ipnosi Professionale
L'ipnosi è uno stato di coscienza alterato in cui una persona può essere più aperta a suggerimenti e cambiamenti comportamentali. L'ipnosi professionale, quando eseguita da un terapeuta qualificato, può essere utilizzata per gestire il dolore, ridurre lo stress e migliorare il benessere psicologico.
5. **Elkins, G.R., et al. (2013). "Clinical Hypnosis for the Palliative Care of Cancer Patients". Clinical Journal of Oncology Nursing.** Esplora l'uso dell'ipnosi nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti oncologici.
6. **Montgomery, G.H., et al. (2010). "A Meta-Analysis of Hypnosis for Chronic Pain Problems: A Comparison Between Hypnosis, Standard Care, and Other Psychological Interventions". International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis.** Confronta l'efficacia dell'ipnosi con altri trattamenti per il dolore cronico.
#### Ipnosi e Malattie della Pelle
Studi recenti hanno esplorato il potenziale dell'ipnosi come trattamento complementare per condizioni dermatologiche come la psoriasi e la vitiligine.
7. **Shenefelt, P.D. (2018). "Hypnosis in Dermatology". Archives of Dermatological Research.** Esamina l'uso dell'ipnosi per vari disturbi della pelle.
8. **Moriguchi, S., et al. (2013). "Efficacy of Hypnosis in the Management of Psoriasis: A Review". International Journal of Dermatology.** Analizza i benefici dell'ipnosi nel trattamento della psoriasi.
9. **Ehlers, A., et al. (2014). "Hypnotherapy for Vitiligo". American Journal of Clinical Hypnosis.** Studia l'efficacia dell'ipnosi nel migliorare la pigmentazione nella vitiligine.
#### Testimonianze di Personaggi Famosi
1. **Michael Jackson**: Il celebre cantante ha apertamente parlato della sua lotta contro la vitiligine e del suo uso di terapie alternative, tra cui l'ipnosi, per gestire lo stress e le condizioni della pelle.
2. **Kim Kardashian**: La nota personalità televisiva ha condiviso la sua esperienza con la psoriasi, discutendo l'importanza della gestione dello stress e le terapie complementari, incluso l'uso dell'ipnosi.
3. **David Beckham**: Anche il famoso calciatore ha parlato della sua esperienza con la psoriasi e come tecniche di rilassamento e ipnosi lo abbiano aiutato a gestire la condizione.
#### Conclusione
La psoriasi e la vitiligine sono condizioni che possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita di chi ne è affetto. Sebbene la medicina tradizionale offra varie opzioni terapeutiche, l'ipnosi professionale emerge come un'opzione complementare promettente. La ricerca scientifica supporta il suo potenziale nel migliorare la gestione dello stress e del dolore, contribuendo così a un miglior benessere psicofisico. Testimonianze di personaggi famosi evidenziano ulteriormente il valore di queste terapie integrative. Continuare a esplorare e validare scientificamente queste approcci può offrire nuove speranze e miglioramenti per molte persone.
0 notes
Text
MOLTO INTERESSANTE (dalla pagina FB di Patrizia Coffaro),
SIAMO I NOSTRI PEGGIORI NEMICI
Il detto "Siamo i nostri peggiori nemici" è particolarmente vero quando si tratta di guarire dalle nostre patologie croniche, così come le malattie autoimmuni. Anche se puoi essere il migliore amico del tuo corpo durante il processo di guarigione, non è sempre facile. Se noti frequenti riacutizzazioni autoimmuni, potresti fare cose che, senza rendertene conto, sabotano la tua guarigione.
Nel trattamento delle malattie autoimmuni, ci sono cinque errori comuni che vedo spesso fare alle persone con questa problematica di salute, che compromettono i loro trattamenti naturali. Vediamo quali sono e come evitare di minare i tuoi sforzi di guarigione.
1. Scivolare di nuovo nelle vecchie abitudini
Quando le persone iniziano a sentirsi meglio, spesso tornano alle loro vecchie abitudini. Cambiano dieta, si sentono bene e pensano: "Un po' di gelato non farà male" o "Posso smettere di prendere i miei integratori". Senza rendersene conto, smettono di fare le cose che li facevano stare meglio, e i sintomi tornano. È importante mantenere le nuove abitudini fino a quando i problemi di base non sono "completamente" risolti. Tengo a precisare che dalle malattiue autoimmuni non si guarisce ma si va in remissione.
2. Riconoscere le cattive abitudini, ma non fare nulla al riguardo
Un altro errore comune è riconoscere le cattive abitudini senza fare nulla per cambiarle. Potresti concederti un giorno di sgarro e promettere di tornare in pista domani, ma poi non lo fai. Questo procrastinare può portare a un peggioramento dei sintomi.
3. Dare a te stesso il permesso di imbrogliare
Molte persone trovano scuse per giustificare comportamenti che sanno di dover evitare. Ad esempio, "Sono in vacanza, quindi non posso mangiare sano" o "Non riesco ad allenarmi quando viaggio". Tuttavia, è sempre possibile trovare alternative salutari o modificare le proprie abitudini anche in situazioni non ideali.
4. Combattere il sovraccarico di informazioni
Tentare di fare troppe cose contemporaneamente per trattare la malattia autoimmune può essere controproducente. Fare meno cose, ma con maggiore efficacia, è spesso la strategia migliore. Un approccio personalizzato e mirato, basato su test di laboratorio e una buona consulenza, è fondamentale.
5. Non prestare attenzione ai sintomi
Ignorare i segnali che il tuo corpo ti invia è una forma di sabotaggio. Se fai qualcosa che il tuo corpo non gradisce, come mangiare cibi sbagliati o non riposare a sufficienza, i tuoi sintomi peggioreranno. Ascolta il tuo corpo e adatta le tue abitudini di conseguenza.
Spesso non ci rendiamo conto di starci sabotando. Tenere un diario può essere utile per monitorare cosa stai facendo e come ti senti. Può aiutarti a mantenere la disciplina necessaria per tornare a condurre una vita normale.
Per andare in remissione da una malattia autoimmune, è essenziale eliminare le abitudini che causano riacutizzazioni. Identificare i fattori scatenanti e seguire un piano di trattamento personalizzato possono aiutarti a mettere in remissione la tua condizione autoimmune. Con la giusta disciplina, anche con una diagnosi autoimmune, puoi sentirti meglio e vivere meglio.
XO - Patrizia Coffaro
1 note
·
View note
Text
L'intelligenza artificiale sta arrivando in medicina, ma ha ancora molto da imparare L’intelligenza artificiale in medicina: attualità e prospettive future Il redattore capo Nancy Shute esplora l’impiego dell’intelligenza artificiale nel settore medico, sottolineando le potenzialità e le sfide da affrontare per migliorare gli standard di cura. La rivoluzione tecnologica nella sanità L’introduzione dell’intelligenza artificiale rappresenta una svolta epocale nel campo della medicina, offrendo nuove possibilità diagnostiche e terapeutiche. Le potenzialità della tecnologia L’utilizzo dell’IA consente di analizzare enormi quantità di dati in tempi brevi, facilitando la diagnosi precoce di patologie e personalizzando i piani di trattamento. Sfide da superare Nonostante i progressi, l’intelligenza artificiale deve affrontare sfide cruciali, come la garanzia della
0 notes
Text
Torna in Campania Pronto Diabete
Torna in Campania Pronto Diabete, la nuova campagna nazionale che, fino al 28 giugno, mette a disposizione dei pazienti con Diabete Mellito di tipo 2 consulenze specialistiche gratuite con un diabetologo, prenotabili al Numero Verde 800042747. In Campania sono ben 14 i centri specializzati dove svolgere le consulenze, nelle province di Avellino, Caserta, Napoli e Salerno, maggiori informazioni su www.prontoDiabete.it. L'iniziativa Pronto Diabete L’iniziativa, patrocinata dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) e dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD), con l’adesione di Diabete Italia e Sistema Farmacia Italia e in partnership con AstraZeneca intende sensibilizzare i circa 4 milioni di pazienti con Diabete di Tipo 2 in Italia sull’importanza di tenere sotto controllo la propria patologia nell’ottica di migliorare la sua gestione, promuovere una corretta informazione ed educazione del paziente e prevenire l’insorgenza delle complicanze renali e cardiovascolari incentivandone una diagnosi precoce. In questo contesto, l’iniziativa nel mese di giugno fornisce la possibilità ai pazienti con Diabete Mellito di Tipo 2 di recarsi presso le farmacie di comunità che su base volontaria hanno deciso di aderire all’iniziativa, dove possono ricevere screening diagnostici per la prevenzione e valutazione del rischio renale. “Il Diabete di Tipo 2 è tra le patologie a più elevato impatto economico e sociale: in Italia, si stima siano quasi 4 milioni i pazienti diagnosticati cui si aggiunge un sommerso di oltre un milione di persone che non sanno di averlo e altri 4 milioni che rischiano di svilupparlo” fa notare il dott. Giuseppe Memoli responsabile Centro Antidiabete San Luca di Ariano Irpino (AV). “Particolare attenzione va dedicata alle complicanze cardiovascolari e renali del diabete cheimpattano fortemente sulla qualità di vita, basti pensare che lo scompenso cardiaco è la prima causa di ospedalizzazione per le persone con diabete in Italia e che l’insufficienza renale, ovvero nefropatia diabetica, colpisce il 40% dei pazienti”. Patologie croniche Nel mondo il 70% delle morti sono causate da patologie croniche e, in Italia, nel 2021 circa 24 milioni di abitanti avevano almeno una patologia cronica, numero che continuerà ad aumentare nei prossimi anni. Il Diabete, con le sue complicanze cardio-renali, rientra tra le cronicità più diffuse, pertanto è importante identificare, diagnosticare e quindi trattare i pazienti nella maniera più tempestiva ed efficace. Infatti, a supporto di un approccio preventivo e sempre più precoce nel paziente con il diabete di tipo 2, aumentano le evidenze scientifiche, anche con dati di real world, che confermano i benefici dell'uso precoce di terapie innovative per prevenire e ritardare il progredire delle complicanze renali nei pazienti diabetici. La campagna intende altresì informare pazienti e opinione pubblica sull’attuale approccio nella gestione del Diabete Mellito di Tipo 2 che, in aggiunta alla cura della malattia conclamata, mira anche alla prevenzione delle sue complicanze, promuovendo anche l’educazione e l’empowerment di pazienti e caregiver. Gestione multidisciplinare “Accogliamo con entusiasmo iniziative come Pronto Diabete che rappresentano un’importante occasione per aumentare la consapevolezza e promuovere una corretta informazione sul Diabete di Tipo 2, e offrono un supporto concreto ai pazienti nell’ottica di prevenire o diagnosticare in maniera tempestiva le complicanze cardiorenali di una patologia fortemente impattante sulla loro qualità di vita. Le persone con Diabete di Tipo 2 molto spesso tendono a minimizzare la propria patologia non sottoponendosi a controlli periodici e sottovalutandone le possibili complicanze cardiovascolari e renali” dichiara l’Ing. Stefano Nervo, Presidente di Diabete Italia. Una gestione multidisciplinare e integrata, che coinvolga medicina del territorio, specialisti, farmacie di comunità e Associazioni di pazienti, è fondamentale nell’ottica di migliorare la gestione della malattia e la qualità di vita dei pazienti. Foto di Tesa Robbins da Pixabay Read the full article
0 notes