#devi x vale
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Vale anche per quella figata di film di The Rock, dove Stanley Goodspeed si infila un ago da materassaio nel ventricolo, farcito con atropina?
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Vale SOPRATTUTTO per quello.
Se la pratica di iniettare adrenalina intracardiaca aveva un senso prima di defribillare un paziente irresponsivo alle precedenti defibrillazioni (il rischio di lesioni cardiache oggi è ritenuto inaccettabile e si preferisce farla sgocciolare nei bronchi), c'è da capire che gli agenti nervini non agiscono così velocemente come rappresentato in quel film, ragion per cui basta un iniettore sottocutaneo Mark 1 NAAK (Nerve Agent Antidote Kit) che ti somministra in tempi utili una dose di atropina e di pralidossima in tempi consoni.
wolfhowls Domanda! In un sacchissimo di film il personaggio X inietta ad Y un sonnifero. Ok lasciamo perdere che nella realtà glielo inietterebbe male ma... fa effetto IMMEDIATAMENTE?
L'unica cosa che fa effetto immediatamente è un bolo di farmaco sparato direttamente in vena (e comunque si parla di una decina di secondi necessari a raggiungere e a saturare i neurorecettori cerebrali). Qualsiasi molecola iniettata intramuscolo impiega MINUTI (anche decine di) a fare effetto, quindi addio dardo sparato da pistola o fucile... se fosse efficace così istantaneamente non credi che sarebbe già una dotazione delle forze di polizia?
P.S. I lacci emostatici (torniquets in inglese) hanno senso esclusivamente nelle grandi catastrofi dove il paziente in emorragia non può essere tamponato e seguito in modo continuativo. Nel caso in cui - come fatto notare da @nusta - il soccorritore prima di andarsene a occuparsi di qualcun'altro annota l'orario di applicazione scrivendolo accanto al laccio e chi passa legge e lo allenta ogni tot minuti.
belafonten se finisci nel medioevo e più precisamente in un mulino e tanti piccoli te ti tengono bloccato per terra e uno di loro si ficca in gola, per combatterlo devi bere acqua bollente? Perché a quanto pare non serve. Poi comunque ti raddoppi.
Basta urlare KLAATU BARADA NIKTO e il gioco è fatto.
E comunque sappi che
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Quelle che vogliono l’ergastolo anche per chi fa catcalling definiscono “resistenza” le violenze di Hamas e negano le violenze sessuali sulle ragazze ebree
Non ho vinto il Pulitzer. Il Pulitzer non lo ha vinto nemmeno Mondoweiss, Jezebel, c’è stata però nei giorni scorsi una menzione speciale per gli studenti di giornalismo della Columbia che raccontano l’Instafada. Il Pulitzer lo hanno vinto anche i giornalisti che coprono la guerra a Gaza, ma non si capisce se vale anche per quelli che fanno inchieste dalla zona giorno con cucina a vista.
Non lo ha vinto, purtroppo, il sondaggio di TikTok su chi le donne preferirebbero incontrare di notte in un bosco, se un uomo o un orso. Partirei da questo. L’anno scorso in Francia c’è stata una storia per cui Le Monde non ha vinto il Pulitzer.
Un elettricista di cinquantaquattro anni per dieci anni ha sistematicamente drogato la moglie e l’ha fatta stuprare da sconosciuti. L’elettricista ha filmato e catalogato ogni stupro. Nessuno degli uomini che si è presentato a casa sua si è mai rifiutato di violentare la donna. Quando l’hanno visitata aveva quattro differenti malattie veneree. Lei non si è mai accorta di niente. E questo è il motivo per cui le donne rispondono l’orso: gli orsi non stuprano.
Probabilmente, tuttavia, se chiedessimo alle donne che manifestano per i terroristi se preferiscono l’uomo o l’orso, risponderebbero l’orso, a meno che quell’uomo non sia uno di Hamas. Questo perché Hamas ha proprio tirato una riga: ok bruciare vivi i bambini, ok tagliare a pezzi la gente, ok sputare sul corpo di una ragazza portata in parata, ok fare sondaggi su internet su quale degli ostaggi deve morire, ma per carità di Dio lo stupro no.
E insomma è successo che quelle che vogliono l’ergastolo ostativo per gli uomini che ti fischiano per strada per il grave reato di catcalling, quelle che non hanno mai avuto bisogno né di una prova né di un processo perché «ti credo, sorella», quelle che considerano come una micro aggressione l’acqua troppo calda dal parrucchiere, insomma quelle lì, hanno deciso che a un certo punto tutto l’impianto di giustizia sociale non valeva più.
La motivazione è che non puoi accettare di manifestare per qualcuno che stupra; quindi, devi dire che quello stupro non è mai successo. Se fai dell’attivismo un lavoro, se grazie a quello ci costruisci una specie di prestigio sociale, se grazie a quello vai in tv e scrivi libri, non puoi rischiare di perdere tutto: se ti piace la tua vita dovrai fare in modo di manipolare la realtà in modo che le corrisponda.
Questo succede a tutto il branco che vuole sentirsi parte di una comunità, un branco che decide che una storia è falsa solo perché non gli piace. Quando su X l’account del Pulitzer ha annunciato la vittoria del New York Times per la copertura internazionale dell’attacco di Hamas contro Israele, leggendo i commenti ho pensato che nessun editoriale potesse valere più di quello. Metà ha pensato che il Pulitzer fosse per il pezzo “Screams without words” che era l’inchiesta sugli stupri, l’altra metà si è accorta che quel pezzo non era tra i premiati e ha così convalidato la tesi che fossero tutte puttanate. Tutto questo sempre gratuitamente dalla propria zona di interesse, soggiorno con cucina a vista.
Perché la questione degli stupri è la linea da cui non si torna indietro? Per lo stesso principio dell’orso e dell’uomo. Perché i campioni che chiamano Hamas “resistenza” non possono ammettere di stare dalla parte di quelli che stuprano, nessuno lo può ammettere senza poi volersi buttare giù dalla finestra.
La psicologia delle folle ci dice che quello che si fa nella folla il singolo non lo farebbe mai. Nella massa un individuo non ha responsabilità, e quindi se tutto l’internet ti dice che quegli stupri non ci sono stati anche se hai davanti alla faccia una donna che ti dice che è stata stuprata, anche se hai davanti alla faccia lo stupratore che ammette di averlo fatto, tu continuerai a dire che quello stupro non esiste. Mai come ora spero che alla domanda «ma se un amico ti chiede di buttarti giù da un burrone, tu lo fai?» la gente risponda sì, ma giusto per dignità.
Ho guardato il film documentario “Screams before silence”. Ci sono le testimonianze dei sopravvissuti al 7 ottobre, ci sono quelle degli ex ostaggi, ci sono quelle dei soccorritori, ci sono i filmati degli interrogatori dei terroristi. Ci sono persone che non si conoscono e che raccontano tutte la stessa storia. C’è una ragazza che era al Nova Festival che racconta delle urla di una donna che continuava a gridare a qualcuno di fermarsi.
L’intervistatrice le chiede come facesse a sapere che la stavano stuprando. «I know what it sounds», risponde lei. Lei sa cos’è perché ogni donna sa cos’è, sa com’è, sa come suona. A questa ragazza viene poi chiesto perché avesse deciso di parlare, e lei risponde che aveva sentito persone che dicevano che non era vero niente e lei non poteva permetterlo. C’è l’interrogatorio a uno dei terroristi a cui viene chiesto cosa avesse fatto a una ragazza. Descrive come l’ha spogliata e ricorda perfettamente di che colore aveva la biancheria intima. I poliziotti gli chiedono cosa le abbia fatto, e lui risponde: «Ho dormito con lei». Poi confessa.
Se proprio non vogliamo credere alle vittime, possiamo sempre credere agli stupratori. TikTok non ha vinto il Pulitzer perché ha posto la domanda sbagliata: preferisti incontrare un orso o uno di X che commenta i Pulitzer?
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epic highs and laws of essere nella ricerca, soprattutto in campo legale? vorrei laurearmi in diritto internazionale comparato ma ho paura che dopo non troverò nessun posto di lavoro,,, quindi probabilmente ricerca sia.
allora buongiornissimo, devo dire che sul fronte dei dubbi esistenziali della domenica stiamo andando fortissimo <3
partiamo dalla risposta definitiva che mi sento di darti, banale quanto vera: se è quello che vuoi fare, provaci. e non lo dico in termini fatalistici che richiamano vocazioni scritte sulla pietra da seguire pena una vita sprecata (been there done that, 0/10), ma semplicemente perché se ritieni che la cosa x sia la giusta direzione da seguire per un capitolo più o meno lungo della tua vita, dovresti farla, altrimenti ti rimarrà in testa un what if grande come una casa
nello specifico, in ordine sparso, non tanto i contro, quanto gli elementi di difficoltà di questa vita frizzantina: è un contesto abbastanza feudale, basato sui rapporti più o meno pacifici tra clan di accademici, dove devi senz’altro sgomitare (soprattutto andando avanti), accettare compromessi, così come di vivere in uno status liminale tra quello dello studente e quello del lavoratore (la burocrazia ti riserva the worst of both worlds). il precariato è sicuramente un pericolo da prendere in considerazione (molto dipende dal professore, finché lavori a stretto contatto con ləi, dal dipartimento, e dai soldi che ha a disposizione il dipartimento per finanziare la ricerca - e qua ritorna l’attività di sgomitamento agonistico). nel mondo della ricerca c’è poi una forte tendenza a preferire (quando si parla di finanziamenti) obiettivi “utili” [es gli studi sui dati, sulle nuove tecnologie, sull’ambiente etc etc. lo sono, per carità, ma non è detto che siano interessanti per tuttə] e questo pone non pochi paletti sulla strada di una ricerca serena
una cosa molto importante è la selezione oculata e attenta del docente con cui lavorare per i prossimi anni della tua vita è FON DA MEN TA LE la cosa più importante in assoluto*. e questo può essere un contro (se la scelta non è delle migliori) oppure può essere il più grande pro: lavorare con una persona brava e competente nel suo campo, ma anche alla mano, umana e gradevole è veramente la svolta, ti consiglio di non sottovalutare questo aspetto perché è davvero importantissimo, in barba a qualsiasi ragionamento su prestigio gloria onore etc etc [ne va letteralmente della tua salute mentale. una persona seria e preparata con cui si lavora bene vale 193848292 nomi illustri umanamente difficili, con cui potresti davvero arenarti]
circa i pro, torno a una delle prime cose che ho detto: se è quello che vuoi fare e riesci a farlo, è una grande esperienza. sai quando ti guardi intorno e dici “forse mi trovo nel posto giusto al momento giusto”? tra mille scleri, difficoltà, scadenze, pezzi da correggere, letture etc etc penso di trovarmi in una fase del genere - che è una roba. hai occasione di studiare in modo radicalmente diverso da quando prepari gli esami, puoi in linea di massima (con i dovuti aggiustamenti) approfondire temi che ti appassionano, hai un sacco di stimoli dal confronto con gli altri, dalle cose/persone che vedi/leggi/ascolti, capitano un sacco di occasioni preziose e interessanti, che ti arricchiscono molto anche dal punto di vista personale
sul “dopo”, è tutto un grande boh: anche per me il lavoro [in senso stabile, sicuro e ragionevolmente retribuito] nella ricerca è una prospettiva turbo-futuristica alla quale al momento non penso nemmeno perché altrimenti inizierei a piangere per il resto dei miei giorni. lol. chiaro che se vuoi fare il dottorato ma poi vuoi lavorare in un’azienda che non sa come beneficiare dei tuoi anni nella ricerca, questi non saranno serviti a molto. mentre se rimani in un ambiente, anche non universitario, che comunque sappia “cosa farsene” della gente dottorata, allora sarà comunque stato “utile” aver investito quegli x anni in un percorso di ricerca. inoltre, seppur l’utilità lavorativa sia senz’altro una priorità, ci tengo a ricordare anche quanto un percorso del genere sia arricchente in primis da un punto di vista personale. e ancora, non consiglierei di perseguire la ricerca per mancanza d’altro, perché è un percorso tosto e cominciarlo “per forza” ha poco senso [della materia in cui ti laurei non importa niente a nessuno** lol quindi focalizzati su quello che effettivamente vuoi fare tu, e parti da lì]
………e poi tanto dipende anche da un mix di bravura e fortuna, quindi un abbraccione e tanta buona sorte✨✨ spero di esserti stata d’aiuto!
*oddio c’è anche chi arriva dal nulla e non conosce il proprio tutor; io personalmente non saprei quanto consigliare questo modus operandi
**paradossalmente, più che al lavoro, è forse più importante nell’accademia, perché da lì - da quella materia, da quello specifico tema - muovi i tuoi primi passi e sperimenti con gli interessi di ricerca
PS ora però devi rivelarmi cosa intendi con diritto internazionale comparato perché ho scritto tutto questo papiro con quest’unica domanda in testa
#diritto internazionale E comparato?#diritto internazionale privato ma con profili di comparazione?#comparazione del diritto internazionale di pianeti diversi?#ai posteri l’ardua sentenza
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I read this recently as it was free on kindle and I have to say I absolutely love the story. I'm currently reading the second book.
A strong and powerful female lead? Check
A dark, cocky and misunderstood male lead? Check
Fantasy world ? Check
Endless bickering between the main leads? Check
Slow burn romance ? Check
A quest of adventure? Check
Frostbound Throne 01 cover
another cover illustration did early this year.
jeremy chong
#Frostbound Throne#fantasy#bookworm#books and libraries#booklr#books#romance books#kindle books#romance#love#fantasy book#fantasy books#song of sin#song of winter#devi and vale#vale and devi#devi x vale#valerius and devira#couples#couple#elves#fae#demigods#mates
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C'è una cosa di cui mi sono vantato da anni in modo indiretto di avere, una virtù che pensavo che mi rendesse, sotto questo aspetto, superiore agli altri e più felice (per molti un idiota felice, uno zerbino magari, ma felice almeno). È l'autocontrollo del mio stato emotivo, l'assunzione della responsabilità degli accaduti e la capacità di non subire alcun danno, almeno all'apparenza:
Mi fai male?
Ti perdono e vado avanti, perché mi hai ferito per queste X ragioni e io ti capisco, meglio di quanto tu, piccolo/a idiota, capisca te stesso/a, perché se io ti avessi fatto la stessa cosa, tu non riusciresti a fare quello che ho fatto io, autocontrollarti, incapace...
Ti dimentichi di me?
Forse non ero abbastanza per te perché tu possa ricordarti di me, va bene, mi spiace "persona bisognosa" , farò un piccolo upgrade su di me e la prossima volta ti ricorderai di me, ti capisco, anche se io volevo trascorrere ancora del tempo con te... (Sono bisognoso quanto te ma cerco di non esserlo)
Mi tradisci?
Devi essere stato/a proprio male per avermi fatto questo, poverino/a, ti perdono, perché io sono forte dentro, e riesco ad andare avanti, sentirmi responsabile e comprensivo di quello che è accaduto, ho capito che sono stato io a dare fiducia alla persona sbagliata...
Ecco cosa penso spesso, nel mio subconscio questo ragionamento scaturisce sempre, ma non so mai quando vale la pena applicarlo, non so mai quando attaccare gli altri per dirgli che sono loro ad aver fatto una cavolata; giudico solo quando non sono capaci a far bene qualcosa, anche solo un ragionamento, non per aver fatto una cosa moralmente giusta o no, non lo capisco.
A volte vorrei non avere alcun sentimento, alcuna emozione, non avere alcun bisogno da parte degli altri, neanche quello di essere accettato, rispettato, voluto, amato, vorrei essere un pezzo di latta che fa quello che deve e basta, un robot, un Baymax, che non soffre mai...
a volte essere umani fa proprio schifo.
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Ciao, mi puoi riassumere cos'è successo nel fandom di tog? L'ho visto due giorni fa per la prima volta, l'ho amato, entro sul tag di tumblr per vedere se c'è un fandom e ci sono post su post di lamentele e indiretti e accuse? Scusa e grazie mille
Madonnina santissima, ma certo! Però, guarda... preparati perché è una roba lunga, l'odissea della cazzata. Ho aggiunto il taglio perché altrimenti veniva fuori una lista della spesa che non finiva più.
Quindi è andata così:
Il film esce a luglio e ci sono due blogger che iniziano già a lamentarsi del fatto che la gente è razzista, il film è razzista, le fanfiction sono razziste, l'arte è razzista. Queste due persone sono Lazaefair e Len - lgbtmazight -, che iniziano a scrivere post su post su come scrivere/disegnare Joe e a puntare le dita contro la gente che, secondo loro, è razzista;
Len dice di essere marocchina e quindi si impone come figura cardine del fandom: tutti devono passare da lei, tutti devono rispettare lei, tutti devono ascoltare quello che dice e guai a non rispettarla perché lei è marocchina e musulmana ed è cresciuta povera circondata da gente come Marwan/Joe;
In poco tempo attorno a loro due si forma un gruppetto di ammiratori, per lo più americani e nord europei. Gli italiani vengono considerati praticamente feccia e razzisti per principio, al punto che 'sta gente si lamentò più volte del fatto che gli scrittori non rappresentassero Nicky come razzista - che???? Boh???? - e che questo volesse dire che rifiutavano di riconoscere la storia delle Campagne di Italia - che... boh, di nuovo. La figura di riferimento per come scrivere Nicky diventa Polarcell, che è finlandese;
Praticamente il succo del discorso diventa: se scrivi Joe come attivo, allora sei razzista. Joe non può prendere l'iniziativa, deve essere sempre passivo, non può essere violento, arrabbiarsi, essere geloso, negativo, non essere al centro dell'attenzione. Perché? Perché altrimenti l'autore lo sta scrivendo come uno stereotipo razzista! Nicky attivo, stupido, ignorante, sporco, arrabbiato, aggressivo, invece va bene perché ricalca le dinamiche del colonialismo. Quando uno degli headcanon più popolari del fandom era che Nicky fosse autistico, 'ste menti fecero un casino della Madonna dicendo che non era giusto e che Joe dovesse essere quello autistico dei due;
Il server top!Joe viene fondato come rifugio per proteggere tutti gli scrittori e artisti che venivano costantemente accusati e presi di mira da questo gruppetto. Lo scopo del server non è di dire che non c'è razzismo nel fandom, ma di lasciare un po' di spazio alle persone a cui piace la dinamica Joe attivo/Nicky passivo. Ovviamente, il gruppetto detesta l'idea e inizia ad accusare i mod del server di essere bianchi razzisti, come osano, chiunque entra nel server è razzista, eccetera eccetera. La fondatrice del server si trova costretta a dire che lei non è bianca e che è musulmana per fare sì che la piantino di darle addosso;
A un certo punto entrano nel fandom due blogger nord africani, che scrivono post informativi riguardo il posto, la cultura, le tradizioni, offrono traduzioni, e tutte queste cose qui. Entrambi vengono ricoperti di odio e gente che dubita della loro identità, fino a che entrambi non decidono che non ne vale la pena e abbandonano il fandom. L'unica persona la cui validità non viene mai messa in discussione, è Len;
In un server chiamato All&More, Lazaefair si mette a litigare con una ragazza ebrea riguardo alle scoperte scientifiche fatte durante la Shoah, e se ne esce con una roba tipo "Eh, ma viviamo nella terza dimensione e quindi possiamo anche ignorare come queste scoperte sono state fatte";
Qualche giorno dopo, sempre Lazaefair posta una lista di fanfiction con Joe attivo, mettendo tutti i link e praticamente presentandola come un invito per i suoi follower di andare a lasciare commenti negativi sotto suddette storie. Quando sia a lei che ai suoi seguaci viene chiesto che cosa avessero di razzista quelle storie e se fosse possibile citare pezzi di 'sto benedetto razzismo, i seguaci non sanno cosa rispondere e Lazaefair stessa ammette di non averle lette. Il server di All & More, dove Lazaefair era una delle regine, perde utenti e, ad oggi, è apparentemente sempre vuoto;
Io scrivo un post sul perché non è una buona idea scrivere Nicky come mafioso, Len e i suoi follower iniziano a prendersela con me. Con l'opzione anon, Len passa due settimane a mandarmi minacce e insulti che, guarda un po', terminano nel momento esatto in cui la blocco. Al tempo avevo dato un'occhiata al suo blog, e la puzza di cazzara era arrivata praticamente subito, però boh, decido di ignorarla che è meglio;
Passano i mesi, il server top!Joe organizza un evento chiamato "Top Joe Pornathon 2021", e non è particolarmente differente dagli eventi che si organizzavano ai tempi su LiveJournal o in altri fandom: ci sono dei prompt e la gente è invitata a scrivere/disegnare quello che voleva purché seguisse questi prompt. Se si riempie un prompt per categoria e si scrivono/disegnano più di tot parole/disegni, allora si riceve un premio alla fine. Ovviamente, il gruppetto non è contento perché l'evento organizzato da loro il mese prima non aveva fatto tanto successo;
Il giorno dell'inizio dell'evento, all'improvviso tutti i membri di 'sto gruppetto si mettono a parlare di razzismo, di quanto sia razzista l'evento, di quanto siamo kattivih per voler partecipare, e tutte 'ste cose qui. Lazaefair se ne esce con una seconda lista: c'è un modo, su Ao3, per poter bloccare gli utenti che non vuoi vedere, e lei crea una lista di X persone che hanno annunciato che parteciperanno all'evento - inclusa moi -, ma invece che scrivere i nomi utenti, usa i numeri ID dei nostri profili, che non danno alcuna indicazione su chi siamo e non c'è proprio modo di scoprirlo tramite la ricerca, e invita i suoi follower a "bloccare 'sta gente maligna senza fare domande";
Lo scazzo a 'sto punto è tanto, ma davvero, davvero tanto;
Len, nel frattempo, scrive post in cui dice che la gente ha diritto a difendersi da noi kattivih razzysty e posta screenshot di vari post Tumblr della gente finita sulla lista, con il loro nome utente ben in vista, per invitare i suoi follower a dare loro fastidio;
Dato che a 'sto punto mi ha ampiamente rotto i coglioni, inizio a bisticciarci e a citare direttamente la roba che lei stessa ha scritto riguardo alla rappresentazione di Joe. Quando non riesce più a rispondermi perché pure lei sa che sta dicendo cazzate, scrive 'sto post lunghissimo su come lei sia una povera vittimah;
Decidiamo comunque di goderci il nostro evento, perché chiaro che questi non stanno bene col cervello e devono loggare fuori da Tumblr di tanto in tanto;
E poi, tipo due settimane fa, viene postato 'sto post lunghissimo su Len con un sacco di screenshot e prove del fatto che lei ha mentito su tutto: non è marocchina, non è povera, non è musulmana, non parla arabo manco per sbaglio. Praticamente la voce cardine del fandom, quella che andava in giro insultando tutti quelli che non prendevano la sua parola come oro colato e che chiamava gli italiani colonizzatori razzisti, è una "mocciosa" francese e cristiana di quasi trent'anni cresciuta col culo nel burro, un sacco di soldi, bianca come la morte, con un quarto di sangue marocchino, e che non ha mai vissuto in Marocco;
Delirio, caos assoluto;
Un sacco di gente si fa avanti e dice che pure loro sono stati torturati da Len, uno dei blogger nord africani torna per dire che non ha dubbi che Len e i suoi follower fossero le persone che l'hanno tormentata per mesi e che sicuramente Len l'ha fatto perché intimorita dal fatto che ci fosse gente davvero nord africana che avrebbe potuto notare che stava scrivendo minchiate;
I suoi seguaci all'improvviso smettono di postare. Non si scusano, non dicono niente, ma in un server segreto creato per "rendere il fandom un posto migliore" minacciano gli utenti di non diffondere il post. Un utente si rompe i coglioni e abbandona il server, scrivendo un lungo post riguardo a quello che stava accadendo lì dentro;
I seguaci di Len sprofondano ancora di più nel silenzio. Alcuni usano account secondari per andare a insultare la gente, altri stanno zitti, altri ancora fingono che tutta 'sta cosa sia stata causata dal razzismo imbizzarrito che c'è nel fandom. Nessuno si è scusato, nessuno ha detto che loro una persona antisemita non la supportano. Praticamente si sono condannati da soli pure lì;
Insomma... la frittata è stata fatta: la persona che hanno usato per mesi per bullizzare e infastidire gli altri si è rivelata essere una falzah e adesso sono nella merda perché hanno mandato minacce di morte alla gente pensando di essere nel giusto perché avevano la sua autorizzazione.
Ah, e a un certo punto ha apparentemente finto di essere cinese per fare la stessa roba in un altro fandom? Roba che, davvero, io boh. Devi stare male per fare cose così.
Comunque... il fandom c'è, scrittori e artisti sono sopravvissuti, gente nord africana c'è ma devi guardare bene, di italiani attivi ci siamo io, @/zambomarti, e @/giotanner - e probabilmente gente che non ricordo perché ho una memoria della minchia o che gironzola ancora per il fandom ma non è più tanto attiva a causa di tutte ‘ste menate.
Ti consiglio di bloccare tag come “tog discourse”, “the old guard discourse”, e cose simili se non vuoi vedere quella roba, e onestamente non ti biasimerei se lo facessi.
Ma comunque... c’è da divertirsi. Cioè, lo so che tutto quello che ho scritto qui sopra sembra una tragedia greca e onestamente pure disgustosa, ma ti assicuro che, a parte svariati momenti di dramma - e minacce di morte che, davvero... dio santissimo - io l’ho vissuto e lo sto vivendo benissimo. Era da anni che non scrivevo così tanto ed ero così contenta di essermi fatta un gruppo di fandom friends.
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l'anno scorso mi sono trasferita in un'altra regione per l'uni, short story avevo bisogno di andare al csm del luogo ma non potevo accedere ai servizi sanitari perché avevo bisogno della richiesta da parte del medico di base. Ok ma se il tuo medico di base è di un'altra regione non vale ok quindi bisogna richiedere un medico provvisorio ma per farlo devi 1. Revocare il tuo vecchio medico (del tipo che se ti ammali mentre stai visitando i tuoi sei senzs medico) 2. Fare una dimostrazione di domicilio. Ok allora chiedo l'attestato di domicilio. Poi con l'attestato di domicilio chiedo un medico provvisorio. Dio mi odia quindi mi ha dato il medico peggiore della città che ha orari di merda (apre quando lavoro giustamente), non risponde alle ventimila telefonate che le faccio, vado in presenza e non mi accetta perché mi serve la prenotazione. Le ho anche mandato un messaggio in segreteria dove ero tipo: per favore mi faccia la lettera per fare una visita al csm sono anoressica e stronza. Nessuna risposta quindi l'ho mandata a cagare. Sono riuscita ad entrare al csm perché una mia amica del csm di un'altra città mi h adato il cell del suo psichiatra e lui mi ha sentita così disperata che mi ha fatto entrate al csm della mia città, dipartimento DCA (il più simpatico di tutti!). Per fare tutto questo ci sono voluti 4 mesi btw. La mia psichiatra al csm comunque è un angelo sceso in terra e la amo tantissimo. Mi ha fatto la diagnosi e mi ha detto ecco così hai anche l'esenzione e non devi pagare gli psico. E io ero tipo oddio troppo bello. E poi scopro che l'esenzione non è valida se prima la diagnosi non viene inserita nella mia tessera sanitaria di residenza. ok allora devo tornare a casa e chiedere al mio ex medico di base di diagnosticarmi ma lui si rifiuta perché mi odia perché sono vegetariana (lunga storia). Quindi devo mandare un email (ridiamo già per la email x burocrazia italiana) all'azienda sanitaria regionale e chiedere di inserirmi la diagnosi + esenzione nella tessera e mi dicono ma certo cara! te la mandiamo per posta (piango. No. non la posta). cmq aspetto 2 mesetti poi scopro che la mia tessera non è stata mai spedita e quindi devo tornare in treno a prendere quel pezzo di carta di merda e portarlo all'azienda sanitaria dove sono domiciliata. Quindi c'è voluto quasi un anno ma almeno ci ho guadagnato un foglio con scritto Pazza pieno di stelline. diagnosticata pazza e pazzesca. Come ex cassiera anoressica depressa odio questi dipendenti statali è tutta colpa loro sono quelli coi buoni pasto al supermercato. Sono loro che mi hanno radicalizzato
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Ciao Papero! Ho una domanda veloce veloce! Maritemu usa tanto ma tanto i computer per lavoro. Questa sera è arrivato a casa un po' affranto perché ( qui puoi inventarti una roba informatica a caso) si doveva lavorare con java. O lavorare su java. Non so. Era affranto perché a lui sarebbe piaciuto imparare ma non ne ha avuto la possibilità. È tanto difficile? Posso spingerlo a provarci? Grazie mille!! 🤗 Buon fine settimana! 💚
Ciao @blackmammaaa 🤗
Il punto vero non è tanto imparare il linguaggio di programmazione X o Y, quanto imparare i concetti che fanno parte del "programmare". Faccio questa premessa importante perché non mi ricordo di un tuo post passato riguardo a maritetu e la programmazione, quindi ipotizzo che non abbia mai programmato.
Alla fine imparare un linguaggio nuovo è come imparare una nuova lingua, devi memorizzare i vocaboli, come infilarli uno dopo l'altro secondo le regole della lingua, le varie eccezioni, ma la costruzione del pensiero e di quello che vuoi esprimere è un qualcosa che già devi possedere.
Relativamente a Java, non è un linguaggio complicato, ne esistono di molto più "tosti". Ha una sintassi abbastanza leggibile e una vasta gamma di funzionalità. Se sa già programmare e conosce la stragrande maggioranza dei concetti, Java si quaglia in una settimana o due. Se non ha mai programmato, allora la vedo dura, nel senso che serve molto più tempo, e serve tanto esercizio, ma non tanto per Java in sé, ma proprio per capire come progettare un programma o una parte di esso. Come tutte le scienze, serve tanta acqua, sapone e olio di gomito :) Per un neofita che si avvicina alla programmazione altri linguaggi sono più adatti, ma visto che gli è caduto Java tra capo e collo, tanto vale studiare direttamente questo anche per fare esercizio, è inutile studiarne due.
Ad ogni modo, contattami quando vuoi per maggiori info, io ci sono sempre 😊 buon we!!
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cmq prima che qualcuno del fandom metamoro (o antimetamoro, che mi sembrano anche più attive) inizi a fracassare le palle:
esprimere pareri, anche negativi, su musicisti che si esibiscono in una competizione è naturale, non ‘offensivo’, essendo, appunto, una competizione con personaggi pubblici. anche se si tratta del vostro preferito. vale anche per i dischi eh. pensate addirittura che ci sono persone che vengono pagate per esprimere pareri, scrivendoli: si chiamano giornalisti. (a volte scrivono minchiate ma questo è un altro discorso)
personalmente ho iniziato a criticare ermal nel 2019, come si evince dai miei post a riguardo. non sono il tipo che posta screenshot di conversazioni private ma le persone che hanno parlato con me in quel periodo e oltre se lo ricordano benissimo.
per quanto riguarda la sua persona, o personaggio, mi ha irritato tantissimo quando, appunto nel 2019, ha iniziato a parlare della ‘sua’ vittoria a Sanremo, della canzone che lui ha scritto, dimenticando Fab, cosa che stonava parecchio coi vari ‘lui è mio fratello e lo difendo’. Poi ha continuato a infastidire il fatto che si sia preso un anno sabbatico ma era ovunque, e quel suo atteggiamento leccaculo con chi è più famoso, fintissimo umile quando si tratta di avere attenzioni del pubblico e/o degli addetti ai lavori (oh però tanto di cappello perché ci è riuscito perfettamente, i risultati lo dimostrano), e crudele verso qualche poraccio che lo contraddice sui social (madò pare quello che gioca a calcio coi bambini in 3 Uomini e Una Gamba lol).
Mentirei se dicessi che non mi sono piaciuti i momentucci metamoro eh, ma non mi hanno cancellato la delusione verso una persona che, quando interagiva con Fabrizio, e nel periodo appena successivo, sembrava meno 'arricchita’, pretenziosa e snobbetta, e più sincera e rispettosa delle sue radici (non solo quando gli fa comodo suscitare tenerezza nelle fans mammine)
In tutto questo quando ha iniziato a parlare della sua vita sentimentale già non lo stavo più seguendo. infatti, e ci tengo a ricordarlo, non ho mai più fatto commenti su presunte relazioni, altre, o di copertura e cazzi vari. Ma ovviamente le varie persone che ho bloccato su questo avranno da ridire. Peccato che non dovrebbero leggerlo lol. Ce la faranno?
finalmente la parte musicale! Che ho messo per ultima apposta. E che non ha niente a che fare con la mia opinione su di lui. Infatti Morgan mi stava sulle palle fino alla storia di Bugo dell’anno scorso e ho sempre amato i suoi Bluvertigo, e, per contro, adoro Fabrizio, lo ascoltò sempre, ma la sua raccolta di canzoni d’amore mi ha annoiato da morire perché mi piace quando fa rock, elettronica, funky (anche le sue ballate, a volte. Non tutte). Tornando a ermalmeta, l’ultima sua canzone che mi è piaciucchiata è stata Ercole, coattata caruccia. Non mi ha entusiasmato Finirà Bene (musicalmente carina ma ritornello cretino, autocitazione di Vietato Morire ma nessuno ci ha fatto caso, testo stupido e ruffiano x il lockdown, e poi ‘per te e pure un po’ per me’ mi ricorda quando devi x forza allungare quello che hai scritto), noiosissime quelle con Renga e Bugo.
Questa di Sanremo già dal titolo la immaginavo banale ma non così soporifera, una versione taroccata male di Ultimo e Diodato, che nemmeno mi piace. (aggiungo per par condicio che mi piace No Satisfaction ma mi è passata la voglia di ascoltarlo)
Last but not least, il discorso fanfiction: ne ho 3 in sospeso e dato che penso siano belle (hahaha sono la mia fan #1, forse l'unica) vorrei trovare la forza di finirle così da chiudere per sempre con questa cosa, dato che questo fandom e la sua ipocrisia, la sua aggressività, la sua mancanza di rispetto non verso gli artisti ma tra noialtri, mi ha deluso molto, ma molto più di ermal. Nel mio caso, essendo dark ed essendo AU sono ancora più avulse dalla realtà quindi spero di non ricevere insulti, come ho visto fare, ancora.
Se qualcuno mi segue ed è suo fan, capirei benissimo se/quando mi farà un bell’unfollow. Io lo faccio per molto meno lol.
#potevo evitare di scrivere tutto questo? si#posso evitare che persone bloccate si intrufolino a leggere e commentare altrove? no#posso ricordarlo a tutti quelli che dovessero notare questa cosa che io sto scrivendo il mio parere nel mio blog#senza taggarlo#mentre chi si impiccia significa che si è infilato nel mio blog solo x sparlare?#tbh spero solo di riuscire a finire le mie fic e levarmi dai coglioni
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la bibbia dei migliori amici
« Qualcuno si è già dichiarato o nessuno osa avvicinarsi alla più favolosa? » domanda sollevando le sopracciglia in un`espressione divertita un po` da presa in giro. « Ah che poi » gli viene improvvisamente in mente « Cornelia mi ha detto che quel club lì di teatro » l`ACCENDIO « Sta a organizzà una festa e che ceh ci possiamo andà se vogliamo » la informa quindi voltando la testolina a guardarla per sapere che ne pensa.
« Forse entrambe le cose, ma.. boh, è un po’ una festa stupida, un pretesto in più per potersi sbaciucchiare. » ridacchiando appena e facendo uno sbuffo dal naso. « Insomma se ti va di sbaciucchiarti con qualcuno fallo sempre, no? » facendo spallucce e tirando un sospiro molto più lungo. Per lei che è la regina delle favolosità, in questo contesto, non vede cose tanto favolose: ma la cioccolata è favolosa e lo sono anche tante alte cose. « Me l’ha detto Tris. » conferma.
Nel frattempo però si mette a fare un po` il finto pettegolo divertito insinuando cose sui tipini che gironzolano intorno alla favolosa. « Non c`hai tutti i torti » commenta ridacchiando perché il ragionamento della Serpeverde fila perfettamente. « Non so manco che tocca fare in queste situazioni » perché chi mai l`ha festeggiato un San Valentino.
« Maddai Weees! » schiocca la lingua contro il palato. « Beh, intanto dipende della tua tipetta. » facendo un occhiolino random verso di lui. « Devi un po’ sapere i suoi gusti, okè? E poi.. secondo me se le regali qualche cioccolatino è sempre una cosa carina. » facendo spallucce « Senza impegno, ‘na cosa così. Nel senso, secondo me a Cornelia potrebbe piacere. » portandosi una mano sul petto che poi rialza, tenendo il palmo aperto.
« Vero? » chiede quasi conferma perché anche per lui basta stare insieme basta. « Infatti secondo me lei manco ci sta a pensare ai regali » speriamo. « Domani andiamo alla Stamberga comunque. Te ci vai? » chiede curioso, perché tanto non è una roba solo per coppiette.
Fa spallucce riguardo alla famosa stamberga « Mnnh.. non lo so. » in realtà non è che abbia tutta questa grande verve di fare un giro lì e poi ha detto che almeno un tè con Tia lo avrebbe preso anche solo durante il pranzo. « Qualcuno me l’ha chiesto ma io ho detto di no, quindi forse se ci vado meglio se ci vado con Tia o da sola, sennò poi si mettono a piangere. » che ha deciso di abbandonare questi gentilmaghi per la sua amichetta prefe, ops.
E quando sente che c`è qualcuno che le ha chiesto di uscire, subito si fa super interessato. « E chi oh? » domanda stringendole un po` il braccio. « Dimmelo dimmelo! » non fare la vaga, suvvia. « Chi è che se la sta tirando adesso? » le fa notare ridacchiando ed alzando la mano per andarle a tirare piano una ciocchetta di capelli.
« A parte che io non me la tiro! E poi nessuno di importante, sennò ci sarei andata. » fa notare strizzando l’occhio verso di lui, in quell’occhiolino complice ma furbetto che comunque fa per tenersi le sue cose, come ha detto: è discreta.
« Sì » ribatte subito divertito quando Charlie ammette di non tirarsela. Ma poi si fa leggermente offeso - di nuovo, strano - quando la Serpeverde non tira fuori nessun nome. « Oh non vale così » borbotta rallentando il passo e girando un po` il busto per guardarla meglio. « Non devi mica fare la discreta con me » le fa notare « Ceh sono il tuo migliore amico quindi queste cose le devo sapere » è scritto nella bibbia dei migliori amici. Non gliela lascia scampare facile così.
La bibbia dei migliori amici dice che le cose vanno dette? Molto probabilmente sì. « Non lo so, Wes, cioè è vero che i migliori amici si dicono tutte le cose, peròòò…. Facciamo che te lo dirò, ora no. Ma tiggiuro su tutte le fatine del mondo che poi te lo dico. » promettendo sulle sue cose sacre anche con un cenno della mano molto alla babbana. « Ti faccio pure il voto infrangibile. » che non sa fare e che non farebbe per certe sciocchezze ma che è per far capire che lui è il suo amichetto prefe.
Poi lo sguardo devia verso Mielandia e un sorrisetto gli spunta sulle labbra. « Stanno tutti a compra i cioccolatini » mormora per poi tornare a guardarla « Magari ci sta qualcuno che te li sta comprando pure per te » torna dunque a punzecchiarla divertito « E tu invece gli spezzerai il cuore » Charlie piccola spezzakuori.
Si volta a guardare Mielandia che sembra che tutta Hogwarts stia lì dentro. « Seh, infatti. » riguardo al qualcuno che potrebbe prenderli a lei rimanendoci male « Tipo adesso potremmo andare, così li prendo io dei cioccolatini, e li prendo tipo per te e sarà un diffindo di cuori! » ridacchiandolsela parecchio all’idea.
« Secondo me si mettono tutti a piangere » continua con lo scherzo sollevando le sopracciglia. « Oh noo nel cuore di Miss Charleston c`è solo quel favoloso di Wesleeeey » prende pure a scimmiottare un ipotetico ragazzo x, con tanto di voce modificata e fintamente affranta. Peccato che poi, alla fine del teatrino, sbotta a ridere.
« Che maghi frignoni.. ma insomma come dare loro torto. Voglio solo te, lord Hilliard! Ti regalerò tanti cioccolatini insieme al mio cuooorrr— mpfff!! » stava già facendo piroette intorno al suo braccio e portando il busto avanti ed indietro per rendere ancora più drammatica la situazione per tutti gli altri. « Beh. » ridacchiando ancora, sistemandosi meglio i capelli « Un po’ se la devono sudare, sei l’amico migliore di tutto il castello, chiaro che prima regalo i cioccolatini a te. E poi lo dicono anche i tarocchi. » sicché indiscusso.
Poi mettono su quel bel teatrino, con lui che prova anche a scogliere il loro braccetto per afferrarle una mano e fargli fare magari una piroetta decente. « Siete tutti sfigatiii » alza pure la voce parlando a nessuno in particolare, ma ipoteticamente a tutti gli spasimanti di Charlotte che non la avranno mai. Sentirsi dire che è il migliore amico di tutto il castello lo fa gongolare e non poco, tanto che si sporge pure un po` per stamparle un bacetto sulla tempia mentre con il braccio cercherebbe di cingerle le spalle in un mezzo abbraccio.
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Ci sono dei sospetti ed i sentimenti di qualcuno fanno rumore
Parole: 4938 Beta: server di Discord Fandom: Sanremo RPF (Cenone di Natale AU/Sanremo Family AU) Ship: Jdato (ah l’ho scritto, hallelujah) Avvertimenti: cugini impiccioni, misgendering (involontario) da parte della famiglia che non sa di Anita, Cally usa per un momento il deadname di Anita (ma per un motivo preciso e non è esattamente misgendering... è più una battuta?), a little teeny tiny bit of angst, a good deal of fluff, cryptid?, it's cute I promise Note autore: Questo non ha molto senso senza (X) scritta da @lacrime-di-gioia... (Devo davvero fare un masterpost santo cielo)... Se vado avanti di questo passo finirò di postare i miei arretrati per il prossimo Sanremo... A mia discolpa sono stata presa da eventi familiari e altri strani fandom italiani...
Tutti sembrano essere molto concentrati sullo stupido film che hanno scelto di andare a vedere al cinema estivo. Non è che nessuno abbia veramente deciso. Enrico e Giordana hanno fatto dei bigliettini con le possibili date e poi ne hanno pescata una. Sarebbe impossibile mettere d’accordo tutta la famiglia. Però questo… Elodie è convinta che nessuno possa essere contento di questo. Probabilmente nemmeno il regista e lo sceneggiatore. È così… Senza senso. Insomma forse lo avrebbe sopportato meglio se fosse stata accanto a Levante, che invece, grazie ad una clamorosa ondata di sfiga nell’assegnazione dei posti, è finita praticamente dalla parte opposta. Non può neanche dire di essere l’unica. Riccardo è sicuramente quello a cui sta andando peggio: nascosto nelle ultime file con il telefono in mano per messaggiare Eugenio. Anche Rancore ed Anastasio sono stati separati dal caso ma sono ad una distanza molto minore e lei riesce a vedere ogni singolo maledetto sguardo che si lanciano. Soprattutto perché Rancore è accanto a lei. Insomma la situazione non è delle migliori e questo le da molto tempo per pensare, in particolare agli strani eventi dell’altra sera che ancora non è riuscita a togliersi dalla testa. Quel discorso di Claudia che insisteva di aver visto Antonio truccato dentro al locale… Non è gelosa, però…. Ecco non è carino sentire la tua ragazza parlare del suo ex così tanto e con così tanto interesse… E poi sicuramente non poteva essere davvero Antonio… E questo rende la convinzione di Claudia nel dire che fosse lui ancora più fastidiosa… Poi c’è la questione di Cally e della scala… E quell’abbraccio… Insomma Cally è davvero l’ultima persona che avrebbe mai motivo di avvicinarsi a Diodato per qualsiasi motivo. Avevano proposto di raccogliere tutte le battute che aveva fatto su di lui in un libro! A questo punto Elodie è certa che potrebbero star guardando il film più bello della storia dell’uomo e lei non riuscirebbe a smettere di pensare perché mai adesso tutte le strade portano ad Antonio quando prima non lo considerava nessuno.
«Psst! Tarek!» esclama a bassa voce Elodie dando un colpettino sulla spalla a Rancore, lui distoglie lo sguardo da Anastasio, forse per la prima volta dall’inizio della serata, ed inarca un sopracciglio «Che c’è?» chiede confuso «Per caso sai se Cally ha pianificato di fare qualche scherzo a Diodato?» dice lei sporgendosi in avanti per farsi sentire meglio. Tarek corruga la fronte e piega la testa come per dire “Davvero? Mi vuoi chiedere questo adesso?” e poi fa spallucce «Che io sappia, no? Ma chi può mai sapere con Cally? Ma perché cazzo ce stai a pensa’ adesso?» risponde. Elodie si guarda intorno come per assicurarsi che nessun membro della famiglia stia seguendo la conversazione «Non ti pare di aver notato dei comportamenti strani in Cally e Diodato? Fuori dal normale? Come se si fossero avvicinati?» chiede con un tono che non suona assolutamente da cospirazionista. Tarek trattiene una risata «Ma Cally e Diodato? Sul serio? Vicini loro? Questa è bella!» ribatte divertito, Elodie sbuffa «Dico sul serio! Non hai notato se si sono detti qualche parola in più o cose così… Se si sono scambiati sguardi… Per esempio, pensandoci, mi sono accorta che le pause sigaretta di Cally sembrano essere straordinariamente coordinate con le uscite di scena di Antonio… Lui va in bagno o a prendere un po’ d’aria e due minuti dopo Cally va a fumare… Poi Cally torna e dopo due minuti rispunta anche Antonio… Non è strano?» insiste Elodie avvicinandosi un altro po’. Tarek la guarda confuso e leggermente preoccupato «Elo…? Stai… Stai bene?» chiede con cautela e appena nota lo sguardo omicida di lei si affretta ad aggiungere «Non fraintendermi! È che… Mi sembra un’ipotesi assurda e non capisco perché tu ti sia fissata con questa strana teoria di Cally e Diodato che improvvisamente siano amici.» Elodie si ferma a pensarci un attimo ed annuisce lievemente dovendo dare ragione a Rancore «Ma tu non sai delle cose…» suggerisce. La nonna Marina si volta dalla fila più avanti per guardarli male e gli fa cenno di fare silenzio. «Che cosa?» chiede improvvisamente interessato Tarek ignorando completamente la richiesta di silenzio. Elodie sorride con soddisfazione. L’unica luce proveniente dal proiettore del cinema le dà un’aria un po’ minacciosa. «Ho beccato Cally in camera di Antonio ieri sera.» annuncia con calma godendosi la reazione di sorpresa di Rancore. «Elo… Te devi spiega’ però… Se mi dici così sembra che vuoi dire che sono andati a letto insieme. Cally è una lesbica, lo sai vero?» riesce finalmente a rispondere Rancore dopo essersi ripreso dalla confusione «Sì, lo so che Cally è una lesbica! Infatti… Non sto assolutamente dicendo quello… Ma sai è strano… In pratica è salito in camera sua dalla finestra… E li ho visti nel letto abbracciati… Insomma è stato strano… Pensavo che siccome tu sei pappa e ciccia con lui ne sapessi qualcosa o che avessi sentito qualcosa da Marco.» spiega Elodie rischiando di alzare troppo il tono di voce per l’agitazione. Tarek si ferma un attimo a pensare «Sì è tutto molto strano. Cioè: Cally che socializza con Diodato? Strano. Cally che va in camera di Diodato? Assurdo. Cally che entra dalla finestra e si abbraccia nel letto a Diodato? Fantascienza. Io… Non credo di aver notato un comportamento insolito da parte sua… Fa le stesse battute di sempre… Antonio è lo stesso tizio schivo, perfettino ed adorato dai nonni di sempre… Aspetta…» Rancore si volta di nuovo verso Marco ed Elodie alza gli occhi al cielo «Non è il mom-» sta per dire, ma lui la interrompe «Lasciami fare.» dice mentre attira l’attenzione di Anastasio. Fa un paio di gesti ed indica Cally a qualche posto di distanza da Marco, poi dopo un altro paio di gesti indica Antonio che si trova in un angolo dall’altra parte. Marco corruga la fronte e poi fa una faccia preoccupata girando un dito per disegnare un cerchio vicino alla sua tempia mentre con l’altra mano indica Rancore. Lui sembra quasi offeso e scuote la testa prima di insistere ancora con i gesti per ottenere una risposta. Anastasio scuote la testa confuso. Tarek gli fa un segno di approvazione e finge di mandargli un bacio prima di rivoltarsi verso Elodie. «Se non vi date una mossa con il vostro primo bacio, vi strangolo entrambi» dice seria prima di ritornare sul discorso «Quindi neanche lui ne sa niente?» chiede curiosa e Rancore scuote la testa «Dice di no… E dice che sono un cospirazionista fuori di testa e dovrei farmi vedere da uno bravo. Gli ho detto che il motivo per cui gli piaccio è che è un po’ una crocerossina e se mi facessi curare non vorrebbe più uscire con me. Ha detto che ho ragione perché il discorso vale anche per lui.» spiega Rancore abbassando lo sguardo. Elodie strizza gli occhi poco convinta «E tu avresti capito tutto questo da quattro gesti?» chiede. Tarek fa spallucce «Abbiamo un nostro linguaggio per capirci. E poi ho letto il labiale.» Elodie scuote la testa «Vuoi due… Arghh… Lasciamo perdere…» commenta «Noi, cosa?» chiede Tarek non capendo cosa possano aver fatto di sbagliato «Ah, comunque ha anche detto che non dovremmo spettegolare, che Cally ha sicuramente una spiegazione e se davvero lo vuoi sapere dovresti chiedere a lui direttamente.» aggiunge subito ed Elodie sbuffa mentre rotea gli occhi «Oh, certo… Ovviamente ha detto tutto questo… Qualcos’altro?» chiede sarcastica. Tarek esita per un momento «Non ti piacerà… Ehm… Ha detto che se sei gelosa di Antonio ne dovresti parlare con Levante e non tirare in mezzo Cally.» Elodie sta per strangolare sul serio Rancore quando la nonna Marina si volta di nuovo per rimproverarli «La volete smettere?» aggiunge per buona misura al gesto del silenzio e in un colpo tornano tutti e due a stare seduti muti e composti.
Il destino sembra giocare brutti scherzi ad Elodie che non riesce a trovare un momento per parlare con Cally in privato dello strano incidente della scala. Ormai sta quasi per tramontare il sole quando riesce a separarsi dagli altri che stanno facendo l’ultimo bagno della giornata per andare da Cally piazzato sulla sua sedia a sdraio. «Ehi!» esclama per attirare la sua attenzione mentre si avvicina «Posso?» aggiunge indicando una sdraio accanto a lui. Cally si limita a fare un cenno con il capo mentre appoggia il telefono e si toglie gli occhiali da sole «Senti un po’…» comincia Elodie dopo essersi seduta «Com’è che hai passato questi giorni in spiaggia invece che in acqua? Mi sono mancati i tuoi tentativi di annegarci tutti.» dice per rompere il ghiaccio. Cally si fa sfuggire una risatina ed alza le mani in segno di difesa «Ehi ho diritto anche io di rilassarmi un po’, no?» risponde sorridendo. Elodie annuisce «Certo, certo… Però ecco è un po’ strano da parte tua… Insomma hai avuto tanti comportamenti strani di recente: Claudia mi ha detto che ti ha visto messaggiare spesso e che crede che tu ti stia sentendo con qualcuna, ma che non ti senti pronto a parlarne; poi l’altra sera ti ho visto… Okay, non ci voglio girare troppo intorno perché mi pare più giusto essere diretta. Ti ho visto in camera di Antonio. Eri abbracciato a lui nel suo letto ed è una cosa strana e non capisco perché tu fossi lì. Tra l’altro ho visto anche la scala e non capisco perché tu sia entrato dalla finestra. Stai per caso combinando qualcosa?» dice Elodie seriamente guardando Cally negli occhi. Lui rimane un momento in silenzio come se stesse ancora cercando di elaborare quello che gli ha detto, poi si limita a sorridere «Che carina, ti preoccupi della mia salute mentale…» dice sarcastico «Ti assicuro che non sta succedendo niente di strano. Intanto con chi mi scambio messaggi sono fatti miei. Si dà il caso che si tratti di un’amica comunque. Se chiedi a Rancore ti può confermare che gliene ho parlato. E per quanto riguarda Godgiven… Davvero? Credi che io possa fare il buono con Godgiven? Dai, Elo… Mi sono accorto che stava avendo una crisi perché non ha superato benissimo la sua rottura con Levante… E poi da quando ha parlato contro zia Rita ha perso un po’ la sua posizione privilegiata… Insomma mi ha fatto pena. Non sono così bastardo da prendere a calci una persona che è già a terra. E faceva davvero pena… Era una scena molto patetica… Questo non cambia assolutamente quello che penso di Godgiven.» risponde Cally con calma con un ampio sorriso. Elodie annuisce e poi la sua faccia si rabbuia di nuovo «Allora la scala? Perché sei entrato dalla finestra?» chiede confusa e Cally scoppia a ridere «Entrato dalla finestra? Non ho mica dodici anni! Sono entrato dalla porta, perché ho incontrato Godgiven in corridoio. La scala sarà stata usata per sistemare gli scuri, no? Non ti ricordi che qualche giorno fa era saltato uno dei blocchi ed uno degli scuri continuava a sbattere?» risponde tranquillamente. Elodie resta un momento a fissarlo, come se si aspettasse di notare qualche segno di menzogna. Alla fine scuote la testa e sospira «Sì… Ha senso… Forse sono solo un po’ paranoica… Ieri sono uscita con Claudia e lei ha detto che le era sembrato di vedere Antonio nel locale, forse truccato da donna. Io le ho detto che se ha visto qualcuno di truccato sicuramente non era lui, anche perché l’ha visto solo di sfuggita e insomma con il buio e la confusione è facile sbagliare… Ma lei ha insistito… Insomma un po’ mi ha dato fastidio…» spiega Elodie passandosi una mano tra i capelli «Scusa se ti ho tirato in mezzo alle mie paranoie su Antonio.» aggiunge. Prima di rispondere Cally si allunga verso il suo zaino per bere qualche sorso dalla sua borraccia «Ehi, figurati non fa niente… Per quello che vale credo che tu abbia ragione, non poteva assolutamente essere Antonio. Solo… Non andare in giro a dire che ho consolato Godgiven, potrebbe rovinare la mia reputazione.» dice facendole l’occhiolino «Magari però parla con Claudia delle tue paranoie. Mi sembra più giusto che cercare di accusarmi di avere strane connessioni con Godgiven.» conclude rimettendosi gli occhiali da sole «Adesso ti prego, vai a farti anche tu l’ultimo bagno. Ti voglio bene Elodie, ma stai disturbando i miei ultimi quindici minuti di pace prima della cena e delle attività di gruppo, ho ucciso per molto meno.» aggiunge facendo un gesto con la mano ad Elodie per indicarle di allontanarsi. Lei ridacchia e saluta prima di correre verso l’acqua.
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Appena è di nuovo solo Cally tira fuori il telefono per scrivere ad Anita. Non riesce a credere di essere riuscito a mentire con così tanta facilità anche ad Elodie ed averla convinta così in fretta. Per un attimo aveva davvero temuto il peggio
Cally: Ehi, a quanto pare siamo quasi stati beccati. Ma ho evitato la crisi 😉 Non c’è di che
Anita non visualizza il messaggio, neanche dopo averlo ricevuto da quasi dieci minuti e Cally non capisce perché. Strano. Di solito risponde subito. Abbiamo pensato questo sistema apposta per mantenere una sensazione di compagnia… Sa che non dovrebbe voltarsi a guardarla, però non riesce a trattenere la sua curiosità. Si toglie gli occhiali e si gira per cercarla nelle file di sdraio dietro a lui. Ormai molte persone se ne sono andata e riesce anche a leggere alcuni numeri degli ombrelloni. Quello che è stato occupato da Anita nell’ultima settimana è completamente vuoto. Cally si rigira e si ferma un momento per considerare la situazione. Nessun motivo di preoccuparsi. Avrà avuto voglia di prepararsi in anticipo per la cena e si è dimenticata di avvisarmi. O magari non voleva disturbare la mia conversazione con Elodie e per quello non mi ha mandato un messaggio. Cally inizia a raccogliere le sue cose e sblocca il telefono per provare a chiamarla mentre si avvia per lasciare la spiaggia. Il telefono continua a squillare a vuoto. Può essere che sia successo qualcosa? Magari Claudia ha detto ad Anita di averla vista al locale? Oh no. Starà già dando di matto. Cazzo. Sono un cazzo di idiota, dovevo stare più attento. Improvvisamente si sente insicuro su quello che dovrebbe fare. Se è agitata dovrebbe andare a tranquillizzarla, ma allo stesso tempo vederselo piombare in camera potrebbe farla agitare ancora di più… Però non risponde al telefono e non ha modo di avvisarla o di chiederle se sta bene.
Continuando a riflettere su cosa dovrebbe fare ormai Cally è arrivato davanti alla camera di Anita. Esita per un momento e poi prova a bussare alcune volte. Non sente alcun rumore provenire dall’interno della stanza e nessuno gli apre la porta. Forse è già scesa per la cena? Forse è andata a fare una passeggiata? Cally non riesce a smettere di fare ipotesi. Decide di ritirarsi in camera sua e farsi una doccia. L’unica teoria che spera non sia vera è quella che non riesce a togliersi dalla testa. E se pensasse che ho detto io a Levante ed Elodie del locale? Se pensasse che ho fatto in modo che venisse vista da Claudia? Di certo non mi vorrà più rivolgere la parola. Cazzo. Appena rientra nella sua camera contempla di mandare un altro messaggio ad Anita, ma rinuncia appena tira fuori il telefono.
Scende puntuale per la cena sistemandosi a tavola in mezzo al caos. È ancora preoccupato ma si sforza di sorridere. Per qualche motivo a lui sconosciuto si piazza accanto a Riccardo. Forse sa che con la sua attenzione concentrata solo su Eugenio non ci sarà il pericolo che voglia iniziare una conversazione. C’è la solita confusione ed il solito vociare tipico di ogni loro cena, ma a tavola non riesce a vedere Anita. «Chi manca?» chiede ad un certo punto indicando gli unici posti rimasti vuoti. Raphael poco distante da lui si guarda intorno e fa a mente una conta veloce dei presenti «Credo… Bugo… E… Antonio direi…» risponde a Cally con un sorriso. Cally annuisce ed aspetta che l’attenzione di zia Ama ricada sulle assenze. Tre. Due. Uno. «Come mancano Bugo ed Antonio? Oh. Qualcuno li ha visti? Sono in ritardo? Stanno male?» chiede subito zia Ama a tutta la tavolata, guardandosi intorno preoccupata. Alcuni si voltano a guardarsi a vicenda e fanno spallucce, altri scuotono la testa. In un attimo il vociare di tutti è improvvisamente aumentato. Zio Morgan si copre la faccia con una mano ed alza la voce per farsi sentire «Bugo sta finendo di vestirsi. Abbiamo solo sprecato più tempo del previsto a farci la doccia.» dice con tono esasperato. Ama annuisce «Oh. Oh, bene. Meno male. E Antonio?» chiede ancora a tutti. Nessuno sembra avere qualcosa da dire in proposito. Proprio quando Ama sembra sul punto di smettere di respirare per l’agitazione, Diodato fa il suo ingresso nella sala e si va a sistemare velocemente al suo posto, seguito poco dopo da zio Bugo che si piazza accanto al marito. A tavola ritorna la pace «Ah eccovi tutti e due! Bene, possiamo mangiare allora.» commenta zia Ama rimettendosi a posto. Cally lancia qualche occhiata furtiva verso Anita che sembra determinata a non alzare lo sguardo dal suo piatto. Non riesce a vederle il volto, ma riesce a vedere che i suoi movimenti sembrano quasi rallentati, come se le costassero fatica. Sembra… Spenta. Qualcosa decisamente non va. Cally stringe le posate come se dovesse spezzare il metallo. Vorrebbe alzarsi ed andarle a parlare, ma significherebbe attirare l’attenzione della famiglia che lei non vuole. Devo solo aspettare.
La cena scorre terribilmente lenta per i gusti di Cally che si sforza di tentare di seguire le conversazioni degli altri, un po’ per non sembrare troppo isolato ed un po’ perché ha bisogno di distrarsi dalla sua preoccupazione. Ogni tanto, quando nessuno lo vede, prova a guardare Anita, ma la vede sempre con lo sguardo rivolto verso il suo piatto che resta quasi del tutto pieno. Mentre le conversazioni si fanno più rilassate e si passa al caffè, Anita si alza molto discretamente e si allontana. Cally aspetta che esca dalla porta e con una scusa si allontana anche lui lasciando a metà un discorso con Rancore che lo fissa confuso.
Cally esce dall’edificio in tempo per vedere Anita che si dirige alla svelta verso la spiaggia e cerca di raggiungerla affrettando il passo. Cazzo è più veloce di quello che pensassi. Che cosa le sarà preso? Vede Anita che si toglie le scarpe e quasi si strappa via la sua giacca elegante, buttandola da una parte.
Riesce ad arrivare accanto a lei che ormai è sul bagnasciuga. Sta affondando i piedi nella sabbia e si è sbottonata di fretta metà della camicia, probabilmente facendo saltare qualche bottone. Ormai è buio e l’unica luce viene dagli edifici lungo la costa. Una leggera brezza arriva dal mare e le scombina i capelli. La spiaggia è completamente deserta. La sabbia è fredda. «Anita…» comincia Cally sottovoce, lei si volta di scatto e spalanca gli occhi appena lo vede «Lasciami in pace, Cally.» dice secca e cerca di allontanarsi. Lui vorrebbe afferrarle un braccio ma si ferma all’ultimo e decide di limitarsi a seguirla «Voglio solo parlare… Qualcosa non va e… Voglio capire come stai... Se ti posso aiutare…» cerca di spiegarsi lui mentre la segue lungo la spiaggia. Lei si gira all’improvviso e lo fissa con gli occhi lucidi «Ah davvero? Ti interessa come sto?» chiede con tono rabbioso. Ha completamente abbandonato ogni parvenza di compostezza. Cally corruga la fronte e studia la sua espressione confuso «Come? Certo che mi interessa! Perché non dovrebbe? Io… Sono io il problema? Cos- Cosa ho fatto? Posso rimediare?» inizia a chiedere preoccupato, ma Anita sta già andando via costringendolo ad inseguirla ancora «Lascia perdere. Puoi andare a fare quello che vuoi, sei libero.» risponde lei con lo stesso tono di prima «No, ti ho detto che ne voglio parlare! Voglio capire cosa non va…» prova a continuare lui. «Smettila di seguirmi!» grida Anita cominciando a spostarsi verso l’acqua per non essere seguita. Entra di fretta a grandi falcate finché le onde leggere non la toccano poco sopra al ginocchio, infradiciando completamente i suoi pantaloni. Cally si ferma un attimo al limite dell’acqua, poi guardando fisso Anita negli occhi si toglie di fretta le scarpe, lascia il telefono lì accanto ed entra nell’acqua con i jeans ancora indosso. «Ti inseguo a nuoto fino in Spagna se è necessario. Voglio sapere che cosa succede.» insiste piazzandosi davanti ad Anita. Lei non evita affatto il suo sguardo, lo fissa decisa con le lacrime agli occhi «Com’è che adesso ti interessa, eh? Pensavo ti facessi solo pena! Pensavo che non fossi altro che una scena patetica!» gli grida in faccia mentre la voce le si spezza. Cally si blocca. È… È quello che ho detto ad Elodie. «T- Tu hai sentito?» chiede sorpreso. Lei stringe i denti «Sì. Sì, ho sentito. Hai fatto partire una chiamata, idiota! Se pensavi che non fossi altro che un patetico caso umano potevi anche risparmiarti di uscire con me e di fingere di essere mia amica. Non voglio la tua pietà, non voglio la pietà di nessuno. Me la sono cavata bene per i fatti miei fino ad adesso e posso tranquillamente continuare da sola!» risponde di fretta continuando ad asciugarsi la faccia nel vano tentativo di non far sfuggire altre lacrime. Cally cerca di allungare le mani verso di lei, ma vedendola scattare appena le ritrae immediatamente «Anita… Io non provo pena per te… Non è questo… Se mai ti ammiro! Io ho solo… Elodie ci aveva visti ieri e stavo cercando di convincerla che non fosse successo niente!» spiega Cally con tono più calmo sperando che Anita capisca che sta dicendo la verità «Sembravi piuttosto convincente! In fondo non mi potevo davvero aspettare che tu cambiassi idea su di me, no?» risponde Anita sempre più agitata «Sembravo convincente perché sono bravo a mentire! E ci tenevo molto a convincere Elodie in quel momento! Non volevo che si insospettisse su di te!» cerca di rispondere Cally mentre si agita anche lui e gesticola furiosamente con le braccia. Anita ride amaramente e ricomincia a camminare nell’acqua seguita da Cally «LO HAI APPENA AMMESSO TU STESSO! Sei molto bravo a mentire! Volevi soltanto evitare che Elodie potesse anche solo pensare che tu potessi avere qualcosa a che fare con me. Perché ovviamente ti vergogni di essere stato carino con me… QUINDI PERCHÉ TI DOVREI CREDERE, EH? PERCHÉ MAI TI DOVREBBE INTERESSARE PIÙ IL MIO BENESSERE CHE LA TUA REPUTAZIONE DI FRONTE AL RESTO DELLA FAMIGLIA?» la voce di Anita è carica di rabbia, ma anche di una profonda tristezza e Cally non riesce più a trattenersi dallo scoppiare «PERCHÉ MI PIACI! E TANTO!» si lascia sfuggire alla fine. Proprio quando riesce a raggiungerla di nuovo lei si ferma di colpo e lui accidentalmente va a sbattere contro di lei facendo cadere entrambi nell’acqua più bassa. Anita riesce a tenersi sollevata facendo leva sui gomiti con l’acqua che le arriva all’altezza del petto, mentre Cally si è piazzato sopra di lei. Anita, ormai fradicia esattamente come lui, lo fissa confusa «C- Cosa?» chiede con un filo di voce. Cally mantiene per un attimo il suo peso su un solo braccio in modo da poter usare l’altro per spostarle una ciocca di capelli da sopra gli occhi e sorride leggermente. «Non… Non volevo dirtelo… Non volevo darti un altro peso da sopportare in questo periodo delicato… Sei così… Allegra, piena di energie, forte, decisa in tutto quello che fai… Hai un senso dell’umorismo, cosa che francamente non avrei detto possibile… E hai un ottimo gusto in fatto di musica… Mi hai fatto divertire come non mi capitava da tempo… Insomma fare da cupido per gli altri cugini è divertente, ma ogni tanto vorrei essere considerata anche io.» comincia a dire Cally sorridendo sempre di più e guardandola negli occhi, poi abbassa la voce fino quasi a sussurrare appena sopra il rumore delle onde «E sei così bella… E sicura di te… E dannatamente sexy… Specialmente quando balli… E mi piaci. Mi piaci davvero tanto.» conclude senza distogliere il suo sguardo da lei. La presa di Anita nella sabbia si allenta per un momento ed entrami vengono trascinati leggermente più avanti dall’onda successiva. Lei cerca di balbettare una risposta «Io- Io- N- Non capisc- Tu hai- Cred- Io- Io ti-» Cally la interrompe con delicatezza «Non importa, Ani… Non devi per forza provare lo stesso… Davvero non avrei voluto aggiungere anche questo alla tua lista di problemi…» cerca di consolarla. «No, no, no, no.» comincia subito a dire lei mentre cerca una posizione più stabile, da seduta, che le permetta di tenersi ancorata con una mano sola. Con la mano libera accarezza una delle guance di Cally e lo fissa con un’espressione indecifrabile. Passa con delicatezza il pollice sulle sue labbra «Posso?» chiede a bassa voce guardandolo negli occhi. Cally spalanca gli occhi ed apre leggermente la bocca prima di annuire lievemente. Anita si avvicina per baciarlo lentamente, con cautela, come se avesse paura che lui possa scappare. Le sue labbra scivolano delicate su quelle di Cally ed entrambi riescono a sentire il sapore dell’acqua salata mescolato a quello dell’altro. Cally prende il suo volto tra le mani e si spinge in avanti per approfondire il bacio facendo cadere di nuovo entrambi, stavolta a metà tra l’acqua ed il bagnasciuga. Con le mani le stringe i capelli ed i fianchi mentre continua a baciarla con più foga. Quando devono separarsi per riprendere fiato ad Anita sfugge una risatina adorabile e Cally sorride. Oh, wow. «Quindi, Ani, posso ufficialmente chiederti un appuntamento?» domanda Cally «Altrimenti ho una lista di mie conoscenti, più mie ex che mie conoscenti, che ti posso presentare…» aggiunge con una finta espressione pensierosa. Anita gli dà un piccolo colpo sul braccio «Tu provaci e vedi cosa succede!» lo rimprovera sorridendo «Farai meglio a chiedermi un appuntamento!» aggiunge continuando a sorridere. «Allora, Anita, vuoi uscire con la sottoscritta?» chiede Cally e lei finge di doverci pensare su «Mhhh, non so… Ero tentata di chiedere ad uno del locale di uscire, dato che voleva il mio numero…» l’espressione di Cally si rabbuia per un momento ed Anita ride «Sì, certo che voglio uscire con te… E nessuno ha chiesto il mio numero, non preoccuparti.» aggiunge subito e Cally si rilassa prima di mettersi in piedi ed aiutarla ad alzarsi. La stringe a sé per un momento e le lascia un leggero bacio sulle labbra quando il suo telefono abbandonato sulla spiaggia comincia a squillare. Cally sospira e lo va a recuperare trascinandosi dietro Anita che tiene per mano «Pronto?» risponde e subito la voce di Rancore arriva dall’altro capo «Ah, ma allora sei vivo! Stavamo per far partire le squadre di ricerca! O meglio zia Ama stava per farle partire… Insomma sei sparito così nel nulla… Tutto okay? Dovremmo fare il nostro importantissimo torneo di tombola familiare. Non puoi perdertelo. Già manca Diodato che ha detto a nonno Tricheco di aver il mal di testa e si è rifugiato nella sua stanza…» dice in fretta cercando di non sembrare troppo allarmato dalla sua improvvisa assenza. Cally si trattiene dal ridere «Scusami Tarek… Sono andato a fare una passeggiata per fumare in pace, poi quell’amica di cui ti ho detto mi ha chiamata e ho perso la cognizione del tempo… Certo, non mancherò al torneo di tombola. Dovremo battere Lauro prima o poi! Adesso arrivo.» risponde con calma ed attacca prima che Rancore possa dire di più. Si volta verso Anita che si è appoggiata a lui «Quindi tu avresti il mal di testa, eh? Bella scusa per saltare il torneo di tombola.» scherza e lei lo fissa con sguardo interrogatorio «E tu avresti parlato al telefono con una tua amica?» chiede forse con un tono troppo sospettoso. Lui ridacchia «Sei tu, Ani.» la rassicura prima di raccogliere le sue cose e tornare indietro.
Cally la riaccompagna sotto la sua finestra e la aiuta a salire la scala, che per fortuna nessuno ha ancora spostato per rientrare in camera. Al momento tutti sono dall’altra parte e non li potrebbero vedere neanche per sbaglio, Anita però chiude subito le tende della finestra. «Mi sa che ti devo lasciare qui, principessa.» commenta Cally mentre si dirige verso la porta «Posso avere un ultimo bacio?» chiede Anita con fare innocente e Cally le fa cenno di avvicinarsi. Lei lo spinge contro la parete e lo bacia lentamente mordendogli leggermente le labbra e lasciandosi sfuggire un paio di sorrisi. Quando si allontana Cally deglutisce e si prende un momento per calmarsi prima di farle un occhiolino e sgusciare fuori dalla porta. Corre verso la sua stanza per mettersi al volo dei vestiti asciutti ed in un attimo raggiunge gli altri nel salone per unirsi alla tombola. Come al solito si piazza in un angolo insieme a Rancore ed Anastasio. Suo cugino lo guarda storto per un attimo «Hai i capelli bagnati.» commenta «E… Ti sei cambiato?» aggiunge confuso. «Sì, mentre tornavo un’auto mi ha schizzato con del fango e mi sono dovuto fare una doccia rapida…» mente con facilità mentre prende la sua schedina. Poco dopo sente il telefono che vibra per una notifica e lo tira fuori per guardarlo discretamente.
Rik: Congratulazioni a te e alla tua ragazza 😉 Diventa più bravo con le scuse però Non piove da una settimana Ti sfido a trovare del fango
Cally lancia un’occhiata a Riccardo dall’altra parte della stanza. Apparentemente sta ancora attaccato al telefono, come letteralmente ogni maledetto minuto di questa vacanza. Ma che cazzo?!
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Qualcuno vuole sentirsi libero e qualcuno teme che i suoi sentimenti facciano rumore
Parole: 4074 Beta: server di Discord Fandom: Sanremo RPF (Cenone di Natale AU/Sanremo Family AU) Ship: Ancora nessuna (sempre molto tecnicamente) Avvertimenti: ???, I N A M I C I Z I A, alcol, lieve menzioni di comportamenti leggermente autodistruttivi, personaggi molto in background sono lievemente creepy, pubblicità gratuita a Netflix Note autore: Ambientata poco dopo il finale di questa (X). Sì, di questi titoli ne avremo ancora per un po’. Inizia ad essere necessario un masterpost per il Cenone AU (e lo farò, davvero)... Conoscendo gli sviluppi futuri rileggere questa è stato... Interessante.
Cally guarda l’orario dall’orologio della sua camera e si convince finalmente a vestirsi. È assolutamente inutile fare la doccia in anticipo se poi resto mezz’ora a fissare il soffitto. Butta l’asciugamano da una parte e si alza per recuperare la biancheria dalla valigia. Incredibile che non l’abbia ancora sistemata nell’armadio, ormai sono arrivati da una settimana.
Mentre si sta infilando i pantaloni che ha scelto, il suo telefono comincia a squillare. Cally sbuffa e si sposta verso il comodino per recuperarlo e rispondere «Oh ma quindi vieni a giocare a biliardo?» chiede Rancore quasi urlando per sovrastare il vociare dei cugini intorno a lui «Ancora? Eccheccazzo Tarek, te l'ho già detto che c'ho da fa' stasera...» risponde Cally mentre sistema due camicie sul letto per cercare di decidere quale indossare. Nera o bianca? Sente Rancore sbuffare ed una risatina che sembra appartenere ad Anastasio «Sì, sì, me l’hai detto... Ma tu dici tante cose... E poi è una scusa del cazzo "c'ho da fare", dai! Almeno sii più specifico se devi inventarti cazzate, no? Che hai da fare di così segreto, mh? Un appuntamento? Oh. SÌ HO RAGIONE VERO? come ho fatto a non pensarci prima?» si lamenta Tarek «Oh Marco mi sa che Cally se la fa con qualcuna! Ma perché non ti tieni aggiornato sui tuoi stessi parenti?» aggiunge chiaramente rivolto a Anastasio che deve essere a poca distanza da lui. Cally chiude gli occhi e sospira pesantemente prima di iniziare ad indossare la camicia bianca. Tanto vale andare sul classico.
«Non è un appuntamento.» dice secco sopra le esclamazioni di Tarek «Esco con un'amica. È una serata tra amiche.» continua mentre recupera le bretelle da un cassetto prima di chiuderlo forse con un po’ troppa forza. Tarek si fa improvvisamente più curioso «Sto riuscendo a farti rivelare i tuoi piani... Mhhh... Dimmi un po' com'è che tu stai in vacanza con la tua famiglia ed organizzi appuntamenti? E cos’è questa inversione di ruoli tra me e te?» continua a stuzzicarlo «È stata una coincidenza: anche lei è in vacanza con la sua famiglia in questa zona... È arrivata un paio di giorni fa e, dopo aver scoperto che anche io ero qui, mi ha proposto di farci una serata in un locale. E dato che una serata tra amiche è sempre una buona idea, ho accettato. Non si tratta affatto di un’inversione di ruoli. Io se ho un appuntamento, lo chiamo appuntamento. Non mi faccio certo le tue pare mentali… È una serata tra amiche.» spiega Cally mettendosi le bretelle prima di spostarsi verso il bagno per sistemarsi i capelli. «Sì, certo come no. Ma tu con questa ce vuoi prova'?» continua Rancore. Cally deglutisce e poi risponde con il tono più neutro possibile «Tarek vuoi che ti mando a quel paese per telefono o prima di uscire passo al biliardo per farlo di persona?» risponde e Rancore ridacchia «Oh, oh... Okay ho capito. Serata tra amiche. Nessun appuntamento. Peccato comunque... Potevi stare a divertirti con noi, bere un po', stuzzicare Anastasio come fai di solito, magari fare un po' di gossip su Diodato... Ma no, vai vai con la tua amica...» risponde con tono di resa.
Cally è improvvisamente più interessato, ma non vuole darlo troppo a vedere. Prende discretamente un respiro profondo e cerca di far suonare la sua voce disinteressata «Ah sì... Mi sto perdendo proprio una seratona... Fare quello che faremmo di solito con il bonus del biliardo... E dell'inesistente gossip su Diodato che da quando è finita la sua storia con mia cugina non ha fatto assolutamente nulla... Tra un po' potremo mettere un cartonato al posto suo e sarebbe la stessa cosa!» mentre finisce la frase si morde il labbro e trattiene qualche imprecazione cercando di non prendersi a pugni da solo «Come niente gossip su Diodato? Cally pensavo che non vedessi l'ora di parlare della sua nuova acconciatura da quando siamo arrivati! Stiamo facendo teorie sul perché si sta facendo crescere i capelli da giorni ormai! Dov'è finito il tuo spirito investigativo? Vuole essere più Johnny Depp anni novanta o Leonardo Di Caprio anni novanta? È ancora una sua pessima reazione alla rottura? O vuole cercare di rimorchiare qualcuna? Non ci credo che proprio tu non te lo sia chiesto... Mi aspettavo che stessi preparando almeno un centinaio di nuove battute... A meno che tu non sappia già il motivo di questo cambio di look...?» risponde Rancore senza notare il tono forzato di Cally «Ah intendevi quello! No, no... Non so perché l'abbia fatto ma davo per scontato che stesse attraversando una fase Beatles... O cazzate così... Comunque ovviamente ho già pensato ad un nuovo repertorio di battute, per chi mi hai preso?» ribatte Cally e si stupisce lui stesso di quanto la bugia gli esca facilmente. Tarek ride «Adesso ti riconosco! Comunque divertiti con la tua amica… Scommetto quello che vuoi che alla fine te la porti a letto…» dice con tono ironico. Cally si morde il labbro e raccoglie per l’ennesima volta i suoi pensieri «Sì, certo Tarek… Infatti sappiamo quanto sei fortunato con le scommesse… Invece che cercare di combinarmi con le mie amiche, concentrati a cercare di farti Marco per favore. Tre appuntamenti e ancora non l’hai baciato, dai… Che vergogna… Mi sto pentendo di averti combinato con lui, in fondo mio cugino si merita meglio di così, no?» replica con un aspro tono sarcastico prima di salutare mentre Tarek cerca di balbettare qualcosa e riattacca. Cazzo, forse ho esagerato un po’, pensa, ma sa anche che Rancore lo conosce e che non penserebbe mai che dicesse sul serio. Almeno lo spera.
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Cally si piazza a poca distanza dall’ingresso del locale e si accende una sigaretta mentre aspetta. Non c’è esattamente freddo, è estate in fondo, ma c’è una leggera brezza che viene dal mare e gli sta facendo venire i brividi. O forse è solo la sua impressione. Nessuno intorno a lui sembra in alcun modo infastidito o infreddolito. Forse è davvero solo lui. Temevo di arrivare in ritardo io ed invece… A quanto pare la signorina si farà aspettare? Cally sorride tra sé e sé mentre si fa un tiro. Adesso ovviamente l’unica cosa a cui non devo pensare troppo è che sto prendendo una cotta bella e buona per Anita, giusto? Cazzo, di sicuro in questo momento non ha bisogno anche delle mie idiozie… A proposito di Anita… Cally controlla l’orario. È un po’ in ritardo rispetto all’orario prefissato… Magari ci ha messo un po’ di più a prepararsi o… O è stata fermata da qualcuno della famiglia. No, in quel caso avrei già ricevuto qualche chiamata ed almeno cinquanta messaggi. Però… Potrebbe essere rimasta in camera, troppo insicura e troppo agitata per azzardarsi ad uscire. In quel caso non solo Cally avrebbe fallito completamente nel suo intento di farla rilassare, ma avrebbe anche causato più problemi di prima.
Alla fine si decide a provare a chiamarla. Attende qualche squillo e poi si mette subito in allerta quando sente che qualcuno ha risposto «Ehi, ciao.» dice con tono delicato Anita, ma Cally non riesce a capire se sia triste o allegra «Ehi! Non avrai deciso di darmi buca, spero…» risponde Cally con l’intonazione più allegra che riesce ad ottenere e cercando di non sembrare troppo preoccupato. Non è ancora certo che lei stia effettivamente bene. «Mhhh… Sai, non è una cattiva idea…» inizia a dire Anita con tono scherzoso e Cally si rilassa «Quasi quasi resto in camera… Qui ho una buona scorta di caramelle e Netflix a disposizione…» conclude Anita e Cally si sente un po’ meno sicuro, anche se riesce a sentirla sorridere. «Oh wow, se lo dici così allora ti do ragione, dammi buca assolutamente… Però… Posso dire in mia difesa che magari, e solo magari, posso essere interessante quanto Netflix ed una buona scorta di caramelle?» ribatte con un sorriso «Dietro di te, Mx. Interessante.» gli risponde Anita facendosi scappare una risatina prima di chiudere la telefonata. Cally corruga per un momento la fronte confuso, ma poi si volta quasi inciampando su sé stesso. Wow. Altro che troppo insicura. Anita si avvicina in perfetto equilibrio su un paio di tacchi decisamente alti, ondeggiando i fianchi messi in risalto da una gonna molto corta ed attillata. Cally non si aspettava che una con un guardaroba così sobrio e semplice potesse avere qualcosa di quel tipo. Indossa anche una camicetta scollata piena di brillantini ed è riuscita a radersi completamente e a truccarsi… Sta da favola. Non ci sono altre descrizioni possibili. «Sono arrivata puntuale, giuro… Non ti avevo visto e… Poi mi hai chiamata…» spiega appena si trova più vicina e sembra quasi… Timida. Lei. Che riesce a camminare con quella disinvoltura in quei vestiti… Cally scuote la testa per prendere contatto con la realtà e riprende in mano la sigaretta che era rimasta a pendere tra le sue labbra. «Oh, non fa niente figurati… La notte è ancora giovane, abbiamo tutto il tempo del mondo per bere e ballare…» la rassicura con un sorriso ed un occhiolino prima di porgerle il braccio per appoggiarsi e condurla verso l’ingresso «Almeno se cadi da quei trampoli, saremo in due a cadere.» aggiunge «Stai molto bene comunque, scelte di stile approvate dall’amichevole lesbica di quartiere.» Anita ridacchia «Grazie, anche tu non sei male.»
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Scegliere il locale non è stato esattamente facile. Doveva essere abbastanza distante da non rischiare di incontrare per sbaglio qualche membro della famiglia che aveva deciso di non partecipare alle attività di gruppo serali e doveva essere sicuro per due persone LGBT. Cally si è preoccupato più per Anita che per sé stesso ad essere onesti, ma comunque l’obbiettivo era uguale. Per fortuna è riuscito a trovare il locale giusto, che per un’incredibile e fortuita coincidenza ha anche dell’ottima musica. In ogni caso, un ottimo modo per stare più tranquilli è bere, quindi Cally porta subito Anita verso il bancone.
«Allora… Possiamo iniziare con qualcosa di leggero, giusto per dare il via alla serata, oppure direttamente con uno shottino… Anche se non vorrei che tu prendessi subito qualcosa di troppo pesante, magari inizia con una birra… Sei un po’ un peso piuma e non credo che regg-» inizia Cally con un sorriso divertito, Anita alza un sopracciglio e prima che finisca di parlare si rivolge direttamente al barman «Per me un margarita ed uno shottino alla menta, per la mia amica una birra. Grazie.» il barman annuisce e si sposta per mettersi all’opera. Cally si volta verso Anita e la fissa con un’espressione confusa ma divertita, inclinando leggermente la testa «Oh. Okay. La signorina da solo l’impressione di essere tutta casa e chiesa, allora.» commenta con un ampio sorriso ed Anita fa spallucce, poi viene brevemente distratta dalla musica e chiude gli occhi per seguirla con dei leggeri movimenti. Cally la osserva per un secondo senza dire niente. Non ho nessuna battuta di spirito da fare. Dovrei vergognarmi di me. Però sembra che si sia rilassata ed il suo obbiettivo era quello, quindi non importa. Quando Anita ritorna alla realtà si scusa quasi subito «E di che ti devi scusare? Ti ho portato qui per farti ballare, non per bere del tè…» le risponde Cally porgendole il margarita appena arrivato ed offrendo un brindisi con la sua birra. «Alla salute!» esclama Anita prima di bere quasi metà del suo drink in un colpo solo. Cally quasi si soffoca con il suo sorso di birra «Cazzo, Ani, non è uno shottino! Fai piano, ti prego!» esclama con un filo di voce ed Anita guarda il suo bicchiere come se non capisse quale sia il problema «Ah sì, certo.» dice poco convinta e poi porge il bicchiere a Cally «Vuoi assaggiare?» chiede come se niente fosse. Cally fissa Anita e poi il bicchiere «Oh sì, margarita e birra, che buon mix…» commenta sarcastico, ma si avvicina comunque al bicchiere per prendere un sorso alzando appena gli occhi verso Anita. Lei lo guarda per un attimo, ma poi allontana lo sguardo come se stesse pensando a qualcosa «Aspetta… Com’è che mi hai chiamata prima?» chiede mentre Cally ritorna alla sua birra «Ehm… Signorina?» offre mentre ripensa alla conversazione «No, no… Quando mi hai detto di bere più piano…» spiega Anita. Cally spalanca gli occhi per un attimo. Le ho dato un soprannome per sbaglio? Oh no. Non devi mai dare soprannomi, poi ti affezioni. Cazzo. «Mi hai chiamata… “Ani”?» chiede con un sorriso. Non sembra infastidita. «Ehm… Sì… Mi è sfuggito, scusa…» cerca di giustificarsi Cally, ma Anita lo interrompe subito «No, no, non scusarti… Mi piace! È carino… Ho un soprannome per il mio nome adesso! È perfetto!» dice allegra prima di continuare a bere.
Chiacchierano un po’ mentre finiscono i loro drink, principalmente di gossip familiare e poi discutono brevemente di musica «Ah, a proposito… Ti devo fare i complimenti per la scelta del locale… Buona musica… Però mi aspetto anche che tu venga a ballare con me.» commenta Anita facendo un occhiolino. Cally sorride «Certo, l’intero scopo della serata era questo: costringerti ad andare sulla pista da ballo e metterti in assoluto imbarazzo.» risponde ironico finendo il suo ultimo sorso di birra. «Perfetto allora.» dice Anita prima di buttare giù il suo shottino ed afferrare il braccio di Cally per portarlo in pista. Si muove con una disinvoltura sorprendente, considerando i tacchi, l’alcol e la situazione completamente nuova. Sembra quasi che non si renda conto di quello che ha intorno, come se stesse ballando nella sua camera invece che in un locale affollato. Cally non può fare a meno di seguirla nei suoi movimenti a ritmo di musica. È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che si è lasciato andare così.
Passano una mezz’ora intera a ballare varie canzoni dance, poi il dj passa ad un repertorio più hip hop. Cally balla con entusiasmo sul beat di una canzone di Eminem e con il labiale ne segue il testo. Quando alza lo sguardo su Anita si rende conto che non solo sta ballando con un entusiasmo pari al suo, ma sta seriamente cantando alla perfezione ogni parola della canzone. Vorrebbe commentare la sua incredibile performance, ma con il volume della musica così alto sarebbe impossibile farsi sentire, quindi si limita a fissarla esterrefatto e fare un cenno di approvazione. La canzone finisce ed Anita si allontana dalla pista per prendere fiato. Cally la segue fino al bancone in tempo per sentirla ordinare qualche altro drink. «Tu vuoi qualcosa?» chiede Anita voltandosi verso di lui «Ehm… No, aspetto che sia passata almeno un’ora… Aspetta vuol dire che hai ordinato solo per te?» chiede Cally confuso. Anita ride «Non temere, non sono un peso piuma come sembro…» dice prima di buttare giù tre shottini di fila e trascinare di nuovo Cally verso la pista come se niente fosse.
Cally continua a ballare con Anita, che non sembra aver subito particolarmente l’effetto dell’alcol. Okay, direi che sta bene. È tutto okay. Si dice mentre cerca di farsi trascinare di nuovo dalla musica. Adesso però c’è più gente in pista e si ritrova a prestare più attenzione a quello che sta accadendo intorno a loro. Qualcuno lancia loro delle occhiate, qualcuno si avvicina non troppo discretamente, qualcuno fissa Anita in un modo che a Cally non piace per niente. Lei tiene gli occhi chiusi per la maggior parte del tempo e sembra non accorgersi di niente. Cally si avvicina un po’ di più e fa in modo di tenere le mani più vicine a lei, senza toccarla troppo, mentre lancia occhiate assassine ad un paio di persone. Dopo qualche tempo Cally torna al bancone ed ordina un’altra birra. Non sa esattamente perché, ma non si sente in vena di bere niente di più pesante. Anita si appoggia al bancone e si sporge verso il barista «Io prenderò un AK-47, grazie.» dice facendo una piccola smorfia divertita. Cally appoggia la sua birra «Ani… È ancora molto presto, sai? Non ci corre dietro nessuno…» prova a suonare scherzoso ma teme che la sua voce sia pregna di preoccupazione e non vuole che ad Anita sembri che la voglia rimproverare. Lei fa un gesto con la mano come per dirgli di lasciar perdere ed inizia a bere il suo drink. Dopo aver seccato un quarto del bicchiere lascia Cally al bancone dicendogli di stare a guardare e torna a ballare. Cally la osserva ballare dalla distanza seguendo i suoi movimenti. Per un momento quasi la perde, quando qualcuno si mette davanti a lei, bloccando la sua linea di vista. Stringe il bicchiere nella mano e cerca di sporgersi per vedere meglio. Riesce a trovare nella folla la sua testa, ma solo per qualche momento. Gli sembra che avesse gli occhi chiusi. Sta buono. Non sei un cane da guardia. Non ha bisogno di te. Lasciala divertire, cazzo. Il tizio che bloccava la sua vista si sposta di qualche passo e adesso Cally riesce a vedere che ci sono due ragazzi vicino ad Anita che stanno chiaramente cercando di avvicinarsi per toccarla, lei ha ancora gli occhi chiusi.
Cally appoggia la birra e si alza di scatto per marciare verso la pista da ballo. Si fa strada nella folla di fretta, probabilmente dando anche qualche spallata a qualcuno. Raggiunge Anita e le prende delicatamente un braccio per spingerla ad aprire gli occhi, appena lo riconosce porta l’altra mano intorno alla sua vita e la spinge lievemente per portarla via dalla pista. «Perché mi hai portata via?» chiede confusa Anita guardando prima la pista alle loro spalle e poi Cally. Adesso si riescono a notare di più gli effetti dell’alcol. Le sue reazioni sono più lente e non sembra più sicura come prima sui tacchi. «Oh, nessun motivo. Mi hai abbandonato così al bancone… Volevo divertirmi con te, tutto qui.» risponde Cally mentre la porta di nuovo vicino al bar sperando che farla appoggiare possa aiutare. Lei lo guarda sospettosa, ma quasi subito ritorna a sorridere. I loro bicchieri sono ancora lì. Anita afferra il suo di colpo e se lo porta alle labbra buttando la testa all’indietro come se dovesse finirlo in un colpo solo. Cally allarmato le ferma le braccia che lei ha già mandato giù due sorsi abbondanti. «Ani!» esclama mentre lei lo guarda sempre più confusa. Appena riesce a toglierle il bicchiere dalle mani, Cally si addolcisce. Con delicatezza prende il suo volto tra le mani e cerca di studiare la sua espressione «Ani…» sussurra. Gli occhi di lei si riempiono di lacrime «Cosa ti prende?» chiede Cally con cautela continuando a guardarla negli occhi. «Non lo so.» risponde con un filo di voce Anita mentre le lacrime cominciano scenderle lungo il volto. Cally le accarezza le guance con delicatezza e riesce ad asciugare qualche lacrima. «Andiamo a prendere una boccata d’aria, okay?» chiede ed Anita si limita ad annuire debolmente.
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La temperatura ormai è scesa di qualche grado, ma comunque non è freddo. Cally offre ancora il suo braccio per aiutare Anita a camminare e la porta ad appoggiarsi contro una parete dell’edificio. «Anita… Io non volevo forzarti a fare qualcosa che non volevi… Se non te la senti di stare in pubblico o di andare a ballare va bene… Hai tutto il diritto di fare le cose alla tua velocità…» cerca di cominciare il discorso per rassicurarla. Lei si asciuga la faccia con una mano, scuote la testa e poi la appoggia contro il muro «No… Non preoccuparti… Questo non ha niente a che fare con te… Io… Sono contenta di essere uscita, davvero… E non ho mai potuto dire di aver fatto una “serata tra amiche”, quindi ne avevo davvero bisogno… Solo che le vacanze estive sono già pesanti da sopportare di loro e anche fare qualcosa che voglio e che mi piace diventa… Pesante… Non posso essere me stessa e… Continuo a pensare a quante occasioni ho perso.» spiega Anita cercando di trattenere altre lacrime quando la sua voce si spezza. Cally si avvicina e la trascina silenziosamente in un abbraccio «Va bene. Anche se non hai mai fatto niente del genere prima, va bene… Non vederla come una lista di occasioni perse, vedila più come una lista di possibilità, una lista di straordinarie prime volte. Non qualcosa che avresti potuto fare prima, ma qualcosa che stai facendo adesso e che stai facendo alla grande. Tu non ti sei vista in pista ma eri fantastica… Hai sicuramente il bollino di approvazione di ogni lesbica del locale, me inclusa.» dice Cally a bassa voce. Anita ridacchia «Ah, davvero ce l’ho? Tu non credo, ti muovi da schifo…» risponde ironica e a Cally sfugge una risata che lo costringe ad allontanarsi «Wow! È così che ti voglio! Brutale!» esclama tra una risata e l’altra. Quando si calma ritorna serio per un attimo «Allora dimmi tu cosa vuoi fare, sono assolutamente a tuo servizio. Anche se vuoi rifugiarti in camera tua a guardare Netflix con la tua scorta di caramelle.» dice con calma ed aspetta che Anita ci rifletta sopra. «No, la notte è ancora giovane, torniamo dentro e divertiamoci! Ma tienimi lontana dal bar… E poi come diavolo pensi che sia possibile vedere Netflix nella mia stanza senza farci beccare da almeno mezza famiglia?» risponde lei con un sorriso allegro. Cally fa spallucce «Beh posso sempre entrare ed uscire dalla finestra.» commenta facendo un gesto per invitarla a rientrare.
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Passano il resto della serata a ballare quasi senza accorgersi del tempo che passa. Anita sembra dimenticare con facilità la piccola crisi che ha avuto prima e non si azzarda a bere niente che non sia acqua. Cally si perde di nuovo nella musica lasciandosi trasportare per ore solo dal beat. Quando vorrebbe cedere alla stanchezza e propone di andare via mettono una canzone che Anita sembra riconoscere dalle prime note dal modo in cui si mette in allerta e sorride soddisfatta. «Oh, adesso ti faccio vedere cosa vuol dire ballare!» commenta mentre trascina Cally verso un punto più aperto della pista. Al momento la zona è semi deserta quindi non deve preoccuparsi molto di quello che ha intorno. Cally non riconosce la canzone, ma ha un sound pop leggermente più lento delle canzoni precedenti, un beat molto marcato ed una profonda voce di donna. Anita comincia a muoversi con sicurezza in quella che sembra una coreografia ben definita. È ipnotica. È affascinante. È seducente. Cally si ritrova incapace di muoversi mentre segue con lo sguardo ogni minimo movimento di Anita che sorride rilassata e lo guarda dritto negli occhi. Cazzo. Non riesce a formulare pensieri più elaborati. Anita gli gira intorno, si appoggia a lui, lo porta a ballare con lei guidando i suoi movimenti.
Se prima Cally non si era azzardato a toccare Anita se non per farla spostare da qualche altra parte adesso non riesce a trattenersi dal far scorrere le sue mani lungo il suo corpo mentre balla con lei. E lei continua a sorridere e a guardarlo negli occhi con quell’espressione serena, completamente a suo agio. Cally non riesce a toglierle gli occhi di dosso ed è improvvisamente più conscio dell’ambiente in cui si trovano. Le luci colorate del locale danzano sui suoi lineamenti, i suoi capelli sono scombinati ormai da ore, sul suo collo e lungo la sua scollatura riesce a vedere qualche gocciolina di sudore che scende per sparire sotto i suoi vestiti. Wow. Anita continua a seguire la sua coreografia, senza perdere la contrazione o l’equilibrio nemmeno per un secondo e senza accorgersi minimamente di come Cally la sta guardando finché la canzone non finisce. Cally resta stordito per un momento e riesce a riprendersi solo quel tanto che basta per seguire Anita fuori dalla pista verso l’uscita «Scusami… È una canzone che adoro e mi piace molto quella coreografia non ho potuto fare a meno di ballarla prima di andare via…» si spiega lei quando arrivano fuori «Come? Ah sì, sì… Non preoccuparti, mi fa piacere sapere che mi nascondi anche una carriera da ballerina a quanto pare…» commenta Cally. Quella era la battuta più cretina che potessi fare. Anita ridacchia «Io una ballerina? No, assolutamente no… Ho imparato solo qualche passo… E dato che quella canzone mi piace molto ho voluto imparare una coreografia completa… Per me… Non per esibizioni o cose del genere…» risponde facendosi improvvisamente più timida. Non ci credo è pure arrossita. Lei. «Mah… Se lo dici tu… Credo che potresti considerarla come carriera però, non si sa mai.» dice facendole un occhiolino.
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