#deliri mattutini
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apropositodime · 2 years ago
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Comunque
quando esco di casa e ho anche preparato la cena, mi sento Wonder Woman😃, non perché io abbia fatto chissà che di speciale, ma perché non sempre riesco a farlo.
Perché magari non ho tempo, a volte non mi va, a volte non ho nel frigo il necessario, quindi la sera mi devo anche fermare in giro.
Quindi oltre al resto ho fatto anche quello...
E mi sento una gran cazzo di Wonder Womannnn ok? 😂😂 😜
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montag28 · 7 years ago
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C'entra tutto
Sentimenti di mancanza, mai mi mancheranno.
C'entra niente lo star bene, l'essere amati, avere una casa, le lenzuola pulite, un bancomat per la spesa, sentirsi ricchi con l'abbonamento mensile nella tasca, il bronzo delle olive e l'oro dell'uva, la crosta del pane il formaggio il vino rubino, una carta e una penna, saperci ancora fare, gli occhi un poco guasti ma vedenti, le orecchie per farci entrare la musica, la musica, l'allegria, il letto caldo, un rubinetto di acqua potabile, tu che mi aspetti nel vapore della cucina, quest'ottobre clemente. C'entra niente.
Tutto ciò che è stato, mancherà. Manca oggi tutto ciò che si chiama ieri; mancano ieri diversi, in ordine del tutto sparso e casuale, in diversi oggi. Mancano i vissuti che così ardentemente si vorrebbero riavere indietro (al punto di sperare che il paradiso esista e che non sia una beatitudine astratta, ma la libertà di un viaggio a ritroso dentro sé stessi); ma mancano anche altri momenti che lo stesso si vorrebbe rivivere, diversamente o anche allo stesso modo, sebbene sia chiaro e razionalizzato il conforto di saperli lontani.
Perché la memoria, pittrice ancor prima che drammaturga, anche del dolore fa un affresco; ma dalla rappresentazione, di velatura in velatura, fa scomparire i dettagli inutili o inutilmente pericolosi. E nella larga campitura di pece della tenebra, quel che si guarda è il punto minuscolo dell'unico luccicore. E così nei chiaroscuri più complessi, che scolpiscono maestosità.
O almeno: a volte è così.
Perché il ricordo è fatto per servire. Perché il tempo è un fiume; e quanto più ci porta a valle nella sua corrente, tanto più ci fa guardare con clemenza e tenerezza alle visioni che abbiamo lasciato a monte.
O forse perché amare ciò che siamo stati significa voler bene a ciò che adesso siamo. Ugualmente, esser grati per ciò che abbiamo avuto, ci aiuta a comprendere meglio il valore di ciò che oggi abbiamo. E difenderlo.
La nostalgia non ha alcun bisogno di essere nobilitata: è, esiste. Pena per chi non ne prova.
Ma la mancanza, con questo suo nome, è un sentimento o un paradosso? Forse sia l'uno che l'altro. E quando non è capriccio, ha a che fare con l'amor proprio.
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venetianeli · 5 years ago
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La dolcezza dello zucchero è puro egoismo.
Dolcezza fine a se stessa, non permette che invada l'anima, il cuore, la mente, in caso di necessità.
• Venetianeli
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justashapeshifter · 4 years ago
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13/04/2021 19:44
Presentazioni.
Mi presento o meglio, ci presentiamo.
Q, K e M.
Solitamente è M a trasporre in forma scritta i pensieri che circolano qui dentro, studiati e analizzati per quel che riesce, visto che non sempre tutti i ragionamenti vengono condivisi.
Siamo tre entità costrette a vivere nello stesso corpo. In passato c’era molto astio e un forte desiderio di primeggiare. Parlo per Q e K e, nonostante ora sia M, cercherò di scrivere in terza persona, in modo da tenere il tutto più “pulito”.
Come dicevo, in passato non c’era armonia tra di noi, due volevano primeggiare e uno si rannicchiava nell’angolo, convinto di non essere abbastanza.
Ora come ora le cose sono migliori, conviviamo in armonia come bravi coinquilini, sebbene i pensieri siano totalmente opposti. A volte andiamo d’accordo, altre volte inizia una discussione interna fino a quando un pensiero non prevale sull’altro. Solitamente è quello più razionale, altre volte quello più istintivo.
Ad ogni modo, ora come ora c’è una scissione qui dentro, per “colpa” di una persona.
Q non vede l’ora di andare da lei, freme, scodinzola e uggiola. La vede, la sente, può percepire il suo profumo e godersi la sua risata, così come il sorriso. Può sfiorarla ma non può toccarla. Q vorrebbe tanto poter prenderla, stringerla, baciarla e dirle che non è stato lui a pronunciare quella famosa frase che ha concretizzato la fine di tutto.
K è del pensiero opposto, strano ma vero. Si è fidato, ha amato, è stato bruciato. Si è tolto l’armatura costruita in quindici anni per tornare al suo interno dopo altri otto, ritrovandola scomoda e stretta. È stato K [con un pizzico di A] a far finire tutto. Non reggeva più la situazione, le continue litigate, la fiducia che veniva a mancare, lo stress che ne derivava. Così, per una volta ha tolto il freno a mano che lo caratterizza e si é lasciato andare. In parte se ne è pentito, in parte si è svegliato. Non è né felice né triste di questa situazione. A dire la verità sta ancora cercando di capirlo.
M, invece, non vuole avere più niente a che fare, con le relazioni. Certo, ci può essere amicizia, si può andare d’accordo... ma qualcosa in M si è rotto, e quel qualcosa non tornerà più, se non nei suoi deliri notturni, in sogni disturbati dai sensi di colpa mattutini e da occhiatacce da parte di K e Q. La situazione qui dentro è un bel casino. La cosa più divertente? Lei è sia antidoto che veleno. Come S.
Ho la mente così frammentata tra ragione e istinto che non so cosa fare.
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clairepiece · 7 years ago
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Forse non lo sapete, ma Claire la mattina manda questi ‘buon giorni’ ai suoi amici e affetti. Così si attua una specie di selezione naturale di chi realmente ti vuol bene. 
Buon giorno e buon tutto a tutti!
Si ricomincia! Esatto, questa è l’affermazione dello sconforto di inizio anno attività o lavorativo che piace e fa tanta tendenza nel mese di settembre. Già comincio a sentire i lamenti, i deliri mattutini e tutto quello che di simile somiglia lontanamente all’inferno dantesco. Ma! C’è un “ma” e sta a significare che alla fin fine nel complesso non è poi così male rimettersi in moto. È tutto molto traumatico quando si torna alla vita lasciata alle spalle un mese o settimane prima, questo è un dato evidente – ci sono risultati scientifici che lo dimostrano – , però quello che di buono c’è in ogni inizio è che insieme alle vecchie carte qualcuna nuova in mano l’avete e di conseguenza anche il vostro gioco o modo di partire sarà pieno di possibilità e nuovi modi di vivere e di approcciarsi alla quotidianità.
L’articolo di oggi è più rilassato, una specie di racconto informale, riassuntivo e di condivisione della mia estate che, nonostante il caldo terribile, è stata molto piena. Per i mesi di giugno e luglio ho continuato sempre e comunque – come
Commissione per partecipazioni matrimoniali.
hanno potuto vedere i miei lettori e follower più affezionati – ad aggiornare il blog, condividere i miei lavori e contest in cui sono stata coinvolta e a promuovere lo shop Piece of Claire https://liveheroes.com/en/brand/PieceofClaire su Live Hereos.
È stato un far volare il tempo ai giorni di agosto che sapevo sarebbe poi stato un mese di latitanza o di “comparsa-scomparsa”. Nonostante la ricettività un po’ più bassa dell’utenza mediatica, ho deciso comunque che avrei dovuto continuare e dare sempre qualcosa senza farmi prendere dallo sconforto per il fatto che l’estate è un periodo sottotono rispetto alla chiusura autunno-invernale. Inoltre se poi il lavoro che fai è qualcosa che piace e che pesa poco, parlando in termini di stress o contrattempi, alla fin fine anche l’estate non dispiace che rimanga attiva e produttiva – soprattutto non puoi lamentartene dopo che ne hai trascorse ben due in passato lavorando con bambini urlanti e caldo asfissiante-. Queste sono un po’ delle mie considerazioni riguardo la prima parte dell’estate, una prima parte che mi ha anche portato a rispolverare il mio passato di velocista con la partecipazione ai dei giochi di quartiere della mia cittadina, fino ad arrivare ad un week-end in riva al fiume con la mia amica Giuliana della Lunatic Jewel a parlare di progetti condivisi e non, unendo a tutto questo ciance contornate dalle mie massime.
Acquisto di giugno, spugnetta fondotinta della H&M.
  Giornata in riva al fiume con Lunatic Jewel. Non ho potuto resistere dal fare la sirenetta di Copenaghen.
Mentre agosto è stato il momento di riconcedermi al cambio di vita ancora più estivo, fatto di mare, il rivedere e passare tempo con amici che non vedi da quasi un anno, passare tempo con tua sorella, che anche se abitate in due paesini a pochi chilometri di distanza, sembra quasi impossibile vedersi a causa degli impicci e impegni quotidiani. Così trascorri il tuo tempo con le tue tre “nipotine” a quattro zampe, chiacchierate, la natura e la campagna, segui un’alimentazione sana e ricevi il tuo regalo di compleanno con tanta gioia.
  Piccola “nipotina” Pinta in fase di guarigione.
Fin qui tutto bene da mia sorella, se non fosse che ci siamo presi un enorme spavento per via del fatto che ci hanno investito una delle tre cagnoline, l’ultima arrivata la piccola border collie, Pinta, di cinque mesi. Ringraziando il cielo sta bene, ha dovuto subire operazioni per riprendersi dall’infortunio, ma tutto sommato l’abbiamo scampata bella. È comunque un’esperienza che non farei vivere a nessuno. Veder un esserino inerme e non cosciente della pericolosità – e disattenzione – umana fa salire lo stomaco letteralmente in gola.
  Le mie “nipotine” Mia e Panda
Ad ogni modo tutto ok, pare che le cose si stiano rimettendo.
L’estate è proseguita poi in tutti i suoi risvolti, pigri, rilassanti; rivedi dopo tanto tempo il tuo migliore amico ed il tempo sembra che non sia mai passato tra voi, ogni volta è come non esser stati un solo giorno lontani, tanto da non riuscire a capire come diavolo si era arrivati al primo settembre! E qui è subentrata la fase august blues. All’apparenza i primi giorni di questo mese sembrano un leggero prolungamento di agosto, ma è un’illusione in cui ci piace crogiolarci, perché arrivano i primi accenni di impegni o prossimi impegni, richieste lavorative, etc… l’unica nota che ha esteso la sensazione festosa, sono state le cene – che manco fossimo sotto il periodo di natale e pasqua messi insieme –  piccole occasioni per riunirsi ancora una volta all’aria aperta con gli amici ed un bel matrimonio, in cui questo settembre a reclamato da subito la sua presenza con un bel acquazzone – che per poco non sembrava addirittura di esser già agli inizi di ottobre –.
Weddings look un po’ Moira Orfei.
Ho anche paura che la mia metereopatia stia peggiorando con l’età. Perché lo scorso lunedì con ancora la pioggia e il grigiore a far da padroni, avrei tanto voluto una copertina da stringere a me e un tè caldo. Così in me è nata per la prima volta la autunno-inverno fobia. Ad aggravare quest’ultima affermazione è la foto che ho inserito qui sotto che ritrae me e un pupazzo di Babbo Natale – sì, proprio lui – ad una festa di fine agosto, in uno chalet al mare ed io  che stringo tra le mani una copia del “Canto di Natale” di Charles Dickens acquistata al mercatino che settimanalmente si tiene nella località marittima dove passiamo le vacanze! Per cui non si può non dire che sto subendo pressioni da parte della stagione fredda e dal suo imminente ingresso. Ho il suo fiato gelido sul collo! Quello che mi consola sono i prossimi progetti lavorativo-artistici che si stanno facendo strada all’orizzonte. Al momento non posso ancora parlarne, dato che sono ancora tutti in fase di organizzazione, ma riempiranno la monotonia e la scioccante entrata della frescura, delle giornate più corte e un po’ più buie. Inoltre ho intenzione di aggiungere qualcosa di nuovo al mio pormi artisticamente sui social, ma di questo se ne parlerà più in avanti. Non posso anticipar altro.
Vi lascio dicendovi che al momento sto lavorando per voi – e soprattutto per me altrimenti non si va avanti – e che troverete come consueto tutte le novità, news, articoli aggiornati nelle prossime settimane, ma con qualcosa in più. Aggiungo infine, che non odio il freddo in sé, le cose autunnali e invernali mi piacciono, è solo che… che non sono pronta! Eh, sì, si ricomincia!
Baci da Claire
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  Si ricomincia! L'articolo di oggi è più rilassato, una specie di racconto informale, riassuntivo e di condivisione della mia estate che, nonostante il caldo terribile, è stata molto piena. Buon giorno e buon tutto a tutti! Si ricomincia! Esatto, questa è l'affermazione dello sconforto di inizio anno attività o lavorativo che piace e fa tanta tendenza nel mese di settembre.
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nottinbianco · 11 years ago
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Mi piacerebbe scappare lontano Lontano da qui Ricominciare da capo Ricostruire tutto Una nuova vita.
Dimenticare questo posto Dimenticare le persone che ho conosciuto Dimenticare di aver vissuto.
E poi come in un film un istantanea dal futuro Io che lavoro in una nuova città, con una nuova vita Io felice e che non ricordo cosa fosse avvenuto prima che scappassi Un grande vuoto nella mia testa riguardo all’infanzia e all’adolescenza Ma di cui non me ne frega niente e che ignoro.
Un giorno scapperò, anche se non saprò dimenticare.
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lorenzoconigli · 11 years ago
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Occhi con cui si guarda alle cose - ed altri deliri mattutini
Il controllo. Il controllo ho imparato a perderlo tanto tempo fa quando ho scoperto come sia importante fare piani con la consapevolezza che la sorte, la vita, spesso gioca a dadi in un sottoscala. E quando perde. Il destino. La vita, giocando una mano sfortunata a dadi t'arriva sempre come una secchiata d'acqua gelata in faccia. Non d'estate con quaranta gradi all'ombra. Ma d'inverno. Quando stai già morendo di freddo, che se tiri fuori un alluce da sotto la coperta senti il polo artico. O antartico. Ho visto pezzi di vita crollare. Cadere. Spezzarsi. Miei e di chi mi stava intorno. Di chi amavo e amo tutt'ora. Famiglia. Amici. E a volte anche il dolore di amici e famiglia ti si attacca addosso e non ti si stacca più. Si condensa, coagula appallottola e rotola giù per lo stomaco tipo sassolino. E lì ci rimane. Per sempre probabilmente. Lui e l'altra montagna di sassolini che uno ha accumulato nello stomaco nel corso del tempo. Lui cade. Arriva. Si presenta agli altri sassi. Buongiorno-buonasera-a-tutti-salve-come-va, si fa un po’ di spazio, trova il suo posto e lì rimane. Come detto per sempre, probabilmente. Io ho un idea. Una visione delle cose. Che a vederla. Ad avercela non la si crederebbe. Ho quest'idea, di come vedo il mondo, che me la porto addosso e ma la tengo stretta. E mi fa vedere le cose tutte a modo mio. Che poi a me piace vedere le cose come le vedo io. Che la vita alla fine è tutta una questione di punti di vista. Di come le si guardano le cose. O perlomeno per la più parte. Altre fan solo schifo e basta. Che se avessi una mazza spaccheresti porte e portoni. E anche quando non ce l'ha, uno una mazza se la va a cercare comunque.
I punti di vista. Gli occhi con cui si guarda alle cose. Ed altri deliri mattutini insomma.
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montag28 · 5 years ago
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6:30
sveglio già da quaranta minuti. l'età adulta è anche questo: più la sveglia sarà impostata sul presto, più il tuo corpo la anticiperà. quella specie di tensione elettrica che non cala mai oltre un certo limite. c'è chi le chiama preoccupazioni.
5:51
vado in bagno. nella foschia della prima veglia mi accorgo di avere ancora i coglioni girati da ieri sera. quelle dannate tisane alla melissa e al tiglio non servono a un cazzo! e io che, quando leggo "rilassante" circa un infuso, mi illudo di avere tra le mani la pozione magica in grado di donare una profonda amnesia... diciamo dai sedici anni in poi. però le tisane sono buone - ma con il miele assieme al limone, nell'acqua calda, cosa non lo è - e i tigli sono creature meravigliose. mi rimetto a letto, anche se so già che il sonno è ormai andato.
7:24
c'è una linea frastagliata di nuvole, come un grande muro di cenere, che da Est si allunga fino a Nord. sotto di esso covano le braci del mattino che brillano, rossastre, accese dal primo sole. svegliarsi presto fa schifo; è bello, svegliarsi presto. si potrebbe quasi pensare che, dai, in fondo va tutto bene. basta far finta di non pensare a quello che sta succedendo in Siria ed in Cile. Bernie Sanders non ce la farà mai. basta far finta di non essersene mai interessati. buoni e cattivi non esistono. l'inquinamento non esiste e l'Antartide non si sta squagliando. basta non pensarci. solo far finta.
07:49
eccola di nuovo, la tensione elettrica. ma che scrivo a fare.
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venetianeli · 6 years ago
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Diventa tessuto la prima luce del mattino e, filtrando tra la fessura delle imposte, entra nella stanza a farti da lenzuolo.
Si posa delicata, sulla tua pelle che, percorsa da un leggero fremito, diventa ancor più luminosa in quella penombra che ti ha fatto compagnia per tutta la notte.
Continua il riposo, il giorno vero e proprio sta arrivando e dovrai affrontarlo, con la forza che hai e con quella che dovrai trovare.
¤ Venetianeli
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minore-di-tre · 11 years ago
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ore 10.13 E' mattina, e nemmeno tanto presto. E ti penso.  Immagino tu sia ancora sotto le coperte, il mio buongiorno non ti è ancora giunto, non ti si è ancora posato sul musetto addormentato a sussurrarti che, anche se non sembra, il sole è già alto nel cielo e bisogna svegliarsi. Oggi è il terzo giorno che possiamo passare insieme, e ancora non mi basta.  Mi manchi tantissimo.  Fa strano che dopo questo tempo ancora tu mi manchi come se fosse il primo giorno, come quando più di un anno fa, quando c'eravamo appena conosciuti, tu sei andato in vacanza con i tuoi amici, lasciandomi con tre baci leggeri che ho sognato poi per parecchie notti di seguito.  Beh insomma, dicevo, sono qui che aspetto che tu ti svegli, e premo i tasti del cellulare aspettando il tuo buongiorno. Ovviamente, poi, come tutte le mattine, mi cade lo sguardo sulla data. E penso che tra nove giorni sarà il miglior giorno dell'anno..mhmm..il miglior giorno dell'anno dopo il Natale, forse, ma sono dettagli.  Tra nove giorni ti farò spegnere tutte le candeline e potrò finalmente dedicare una serata totalmente a te, a quella meraviglia che sei, che ha portato la gioia nella mia vita.  Ricordi un anno fa? Stavamo insieme da appena 4 mesi, eppure io volevo farti capire quanto per me quello fosse un giorno importante, anche se tu prima non l'avevi mai festeggiato.  Anche in quell'occasione, mi hai stupito. Sono salita in macchina e sul sedile c'era un mazzo di fiori con un bigliettino, che custodisco ancora gelosamente come tutto quello che riguarda noi due. Come tutti i biglietti che mi hai scritto, e come tutti quelli che sostieni mi scriverai e mi lascerai in giro per la casa quando finalmente potremo dividere lo stesso tetto.  Conservo ogni dettaglio di te, con la tremenda paura di perderti, un po' come tu nel portafoglio hai ancora il nostro primo scontrino, ormai del tutto sbiadito. Quello della nostra prima cena. Quando io ti ho detto che se la giornata fosse andata bene, avrei volentieri mangiato un boccone con te. Mi ricordo ogni cosa di quel giorno, di come è stato splendido nonostante il vento e la sabbia negli occhi, di come c'era già più amore di quello che pensavamo, e più complicità di quella che ci sarebbe dovuta essere.  Se non ti ho amato subito, poco ci è mancato, perchè fin dall'inizio il mio cuore con te perdeva qualche battito sulle panchine o contro muretti, a guardarci negli occhi e farci venire i brividi lungo la schiena.
Tutto ciò che potevo desiderare e che è rimasto esattamente uguale con i giorni e i mesi che scorrono su di noi. Magari i nostri visi sono cambiati, ma gli sguardi sono sempre gli stessi: quelli di chi ha trovato la felicità, la serenità, la gioia..e qualcuno con cui vale la pena condividere la propria vita. Dai pigrone, svegliati! Non vedo l'ora di sentirti!
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frailisourbeauty-blog · 13 years ago
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Rivoglio l'inverno e tutte le cose belle che porta con sé, il freddo, le felpe, le sciarpe colorate, i cappucci, i guanti, la cioccolata calda e il cappuccino bollente, il tè da prendere di pomeriggio assieme ai biscotti, l'odore della pioggia, la condensa dei respiri, gli strati infiniti di vestiti, i calzettoni invernali tutti colorati, la voglia di scaldarsi abbracciando qualcuno e la neve.
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montag28 · 7 years ago
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Indicativo presente e cuore aperto
La mattina presto non ha metafore, né altre figurazioni fuorvianti. La mattina presto è scorrere un articolo che ti fa tornare la voglia di leggere romanzi russi, mentre non riesci a riprendere sonno. È imbattersi nel profilo instagram di un vecchio amico del liceo e scoprire, fra le altre cose, che ha avuto un secondo figlio; l'ultima volta che c'eravamo visti, nel giugno di due anni fa, non sapeva neanche che sarebbe diventato papà. Poi capiti su foto precedenti, vedi che viaggia praticamente solo in Italia, che è stato da poco a Firenze. Vedi Michelangelo, il suo David all'Accademia e il suo Lorenzo alle Cappelle Medicee; vedi i bronzi scuri del Mercurio di Giambologna e dell'altro David innarrivabile, la meraviglia di Donatello, al Bargello. Vedi gli scatti normali di un turista qualunque con il quale, anni prima, sotto quelle statue ti eri fermato a trarne disegni.
La mattina presto non ha congiuntivi, eccessi di aggettivi o ricerche di sinonimi, né costruzioni retoriche o altre larghe dispersioni di parole. La mattina presto è indicativo presente e cuore aperto. È pensare a un vecchio conoscente e volergli dire: anche se non ci teniamo più in contatto, noi amici lo saremo sempre. E nel mentre, sentire un sentimento rotondo e completo che è più leggero della nostalgia.
Quali che siano i talenti o i motivi, bisognerebbe sempre scrivere al mattino presto, appena svegli. Alle persone, o ai taccuini.
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montag28 · 7 years ago
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Rats
Ore 6:09
Ho sognato ch'ero povero. Ch'eravamo poveri. Io, tu, mamma, papà, tutti. Ma non proprio poveri; servi. La famiglia ricca che ci ospitava era quella di una ragazzina che nella realtà iscrissi in palestra un paio di mesi fa. Loro avevano il salotto che chiamavano living, i sofà di pelle, il buffet in piedi, i cibi gourmet, i piattini le forchettine i calicini i vini l'acqua microfiltrata. Noi avevamo la cucina col pavimento sgombro, solo un paio di sedie rimaste; avevamo cibo profumato dentro grandi piatti da portata o ancora in teglie fumanti con le pareti d'alluminio incurvate dalle troppe infornate. Di alluminio anche una grande bacinella piena d'acqua del rubinetto, al centro della stanza. Sembrava un oggetto pop anni 70, di quelli che ti regalavano ai matrimoni poiché - sempre all’interno della logica del sogno - all'epoca era molto in voga: una specie di vasca di metallo, svasata e rotonda, posizionata sul suo apposito sostegno, come un cavalletto, anch'esso di alluminio. Ma adesso, dopo quarant’anni, era un poco arrugginita e somigliava al cerchione ingigantito di una fiat 128. La bacinella ruotata di 45°, cosi da poterci ficcare un bicchiere dentro a raccoglierne una sorsata sufficiente. L'acqua non si rovesciava, era come solida, eppure trasparentissima, come un'impalpabile gelatina incolore; particolare strano, quella traslucenza rendeva trasparente anche il fondo metallico del recipiente, ad avvicinarsi si intuivano le mattonelle del pavimento sottostante, azzurrate e deformate, come quando vai sott'acqua in piscina con gli occhi aperti protetti dagli occhialini. E insomma, nessuno dal salotto veniva a bere la nostra acqua del rubinetto dalla tinozza della 128. Al contrario, eravamo noi ad essere invitati di là. Noi, i servi, che avevamo pulito casa in vista della festicciola e preparato ogni pietanza. E loro, i benestanti festanti e noiosi, che ci trattavano con quella creanza tipicamente borghese, quella cortesia affettata, quelle buone maniere che ti fanno sentire ancora di più un pezzente. Assaggiate, servitevi pure, se volete, diceva, la padrona di casa in mezzo ai suoi ospiti. Servitevi, servi. Sfamatevi. Ché tanto loro erano tutti pronti a sprecare tutto. La ragazzina iscritta in palestra mi guardava con occhi indifferenti, poi abbracciava languidamente la madre sul divano di pelle color crema; davanti a loro, un largo tavolino da caffè pieno di piattini lasciati a metà. A me il cibo offerto non andava giù e mi veniva tanto da piangere.
Ore 6:44
Poi il risveglio, la fantasia incendiaria delle 6, la mia maglietta nera, tu che dormi, la mia arrabbiatura ancora non neutralizzata dal sonno e dal sogno, il bagno, la mia arrabbiatura ancora non pisciata fuori, il letto, il caldo, la mia arrabbiatura ancora non sudata via, i tuoi mugolii sognanti, la sveglia del vicino che non smette di mitragliare, il sonno che non torna, no, adesso torna, arriva, tra un'ora anche la mia sveglia mi spara al cuore, ti sfioro la mano, il cielo grigio, le mie mani non saranno mai svelte abbastanza per i pensieri del primo mattino, il mio sguardo sulle cose si alzerà ma non riuscirà mai a oltrepassare l'Appennino, o l'arco alpino, siamo persi in una valle, siamo servi, sì, non siamo poveri, no, né ricco ci vorrei diventare. Voglio l'acqua di rubinetto nella bacinella e un pennino che disegni, talvolta scriva, scriva per salvare i sogni e per impacchettare le arrabbiature, spedirle via, come una brutta cartolina, anzi, come una cartolina brutta, ché quelle fanno ridere e io voglio ridere, tu vuoi? Ridiamo insieme, lavoro anche oggi, ma meno di ieri. Poi andremo a comprare le tue scarpe. Anche se piove e alla sera comincia, appena percettibilmente, a scurire un poco prima. Anzi, no, sta uscendo il sole. Qualcuno sbadiglia. Penso che gli alberghi sono già tutti pieni. Anche le tende da campo, ché fossero vuote, sarebbero richiuse. Qualcuno ci dorme ancora dentro. Come vorrei il letto di casa in una camera d’albergo in una baita d'alpeggio col mare di fianco e la verandina da campeggio con un millimetro di poliestere e una cerniera soltanto a separarmi dal cielo stellato. Pieno di stelle il cosmo, piene di globuli le vene, piene di organismi le spiagge; però - com’è? - le città non sono meno vuote. Esseri umani, troppi esseri, poco umani. Ovunque. Formiche. Ratti. Cavallette. Pidocchi. Parassiti. Scoprono, raggiungono, colonizzano, invadono. Sfruttano, inquinano, distruggono. Solo il rumore del mare di notte non lo puoi distruggere. Moriremo poveri, servi, inquinati, sciolti dal pianeta che va a fuoco. I nostri figli? Saranno tristi, i nostri figli. Mi fa paura la tristezza degli altri. E anche la malattia. Ieri, non te l’ho detto, ho scoperto che è morto un mio professore del liceo. Giorgio. L’ultimo anno mi mise dieci in pagella. Era matto, era un astrattista, era simpatico, era severo, era molto buono, era esigente ed era di manica larga, chic senza essere radical, con la giacca di velluto e l’eterno dolcevita. Lo ricorderò sempre, in vita. Mi dispiace, mi dispiace da morire. Dormire, sognare; senz'altro, pisciare. Sto vaneggiando. Devo fare colazione. Qualcuno sbadiglia, di nuovo.
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