#danny borrelli
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i will literally never be over how peter mills is the one who went to hold matt after he got the news that hallie died. not even gabby could do it, but peter did it without hesitation. even though he felt some type of way towards casey, he went to comfort him when someone he loved and almost married died. everyone else was so shocked and didn’t know what to do, but peter? peter mills’s gut instinct was to put his personal feelings aside and comfort someone who he thought was making his life at work hell on purpose because he was with gabby. peter mills who instantly took in a puppy because it would’ve been drowned otherwise. peter mills who always tried to get people to smile. peter mills who lovingly cooked for everyone. i will never ever ever not love peter mills so much. he was such a great addition to the show. he was empathetic, kind, hard-working, ambitious, caring, determined. i love chicago fire so fucking bad, this show has genuinely made me sob so many times, so many ways, for so many different reasons.
#chicago fire#andrew darden#benny severide#blake gallo#brian otis zvonecek#christopher herrmann#danny borrelli#darren ritter#gabriela dawson#harold capp#jimmy borrelli#joe cruz#jose vargas#kelly severide#matthew casey#peter mills#randall mouch mcholland#rebecca jones#sam carver#scott rice#stella kidd#tony ferraris#wallace boden#emily foster#evan hawkins#emma jacobs#jessica chilton#leslie shay#sylvie brett#violet mikami
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yeah i agree i thought that scene of them saluting danny as he was brought out was sad but i didnt really care about danny much to be crying about him. i was just sad jimmy lost his brother.
i think if you add up the amount of screen time he had it'd only to 5 minutes of footage??? maybe???? sooooo like.... how much do you expect me to care, really??
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the storyline with borrelli is so fucking sad💔💔
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‘O Casatiello
ATTENZIONE: POST LUNGHISSIMO E PIENO DI MALEPAROLE DASI CHE L’ARGOMENTO TRATTATO E’ DI SERIOSITA’ IMPONENTE: O’ CASATIELLO. Molti di voi mi hanno chiesto la ricetta del Casatiello. Accussì. Come ca niente fosse. Senza rendersi conto che scrivere una ricetta del genere sul facebook avrebbe fatto implodere l’internet per la massa di cacamienti di cazzo che avrebbe attirato manco che il casatiello fosse il buco nero supermassiccio dei sciemi. Quindi, premessa: O’ Casatiello ognuno lo fa come spaccimmo vuole, come tutte le ricette casalinghe della tradizione ogni casa ci ha la sua e nessuna è sbagliata. Cercare di codificare universalmente la ricetta del casatiello è come dover decidere chi ha ragione sul Pataterno tra ebbrei, cristiani e mussulmani. Io vi conto come lo faccio io anticipando i commenti sciemi e le tarantelle indi per cui vi vado a illustrare: LA RICETTA DEL CASATIELLO DI CASA MIA CON APPICCICHI INCLUSI. (i commenti e gli appiccichi dei sciemi saranno illustrati in maiuscolo) Per il mpasto: 1lt di acqua, 1,5kg di farina,1lievito di birra, 40 grammi di sale. Sto ancora scrivendo il post è il primo sciemo già sta commentando: IN UNA PIZZERIA CON 1 LIEVITO DI BIRRA CI FANNO 500 PIZZE! ... e cacchec o cazz… I scienziati della lievitazione so assai, i vidii di youtubbe hanno fatto danni che manco la LegaNord, e mo sient a cainateta che mentre fa la pizza chiena parla di idratazione, lievito madre, criscito, fermentazione, che fino a ieri nun sapeva fa manco nu panzarott senza farlo arapire. Tempi di lievitazione di 24 ore, 48 ore, 72 ore, gente che impasta il casatiello alla befana, gente che rinnova il criscito di pappagone, gente che va a impastare direttamente sul cippo a forcella, la nonna che mentre aspetta il casatiello che cresce si chiede se riuscirà a mangiarlo e lascia comunque scritto sul testamento che la sua fella andrà ai nepoti etc.. etc.. QUELLO IL LIEVITO DEVE ESSERE POCO PERCHE’ E’ PESANTE, SI GONFIA NELLA PANCIA. …mallanemaechitemmuort.. nzogna, salame, pruvulone, ova, pancetta.. o prublem foss o’ lievito?! Quindi non esagerate come si faceva prima tipo 1 lievito ogni mezzo chilo di farina ma manco abbuffateci la palla che comunque diciamo in giornata uno il Casatiello se lo volesse mangiare senza aspettare che scade l’uovo di pasqua. Per l’acqua e la farina le dosi sono indicative, se la nonna mi vedesse pesare l’acqua si facesse le croci con le mane storte, le quantità dipendono da troppi fattori: l’umidità nell’aree, la temperatura esterna, quella interna, quella corporea, se tieni i panni umidi stesi fuori al balcone, se il cano del vicino vi ha pisciato sul pianerottolo, se tieni il ciclo, se hai cambiato l’uoglio alla macchina etc.. etc.. quindi dovete fare un poco a capa vostra. Insomma atà mpastà. Fino a quando la farina è ben incorporata e l’impasto non è troppo azzeccoso. Na ventina di minuti. Io sciolgo il lievito nell’acqua a temperatura ambiente, qualcuno ci mette un poco di zucchero perché I LIEVITI SI MANGIANO GLI ZUCCHERI E AIUTA LA LIEVITAZIONE, anche se fosse, per una questione di ommità, il zucchero nel casatiello io comunque non ce lo metto manco se viene cristo in croce con la busta Eridiana in mano e lo zucchero che scorre dai pertugi. Poi ci mettete la farina; in una ciotola o con la classica fontana, nzomm come cazz vulit vuje. Il Sale io lo metto quasi all’ultimo. Qualcuno ci mette l’olio PERCHE’ DEVE CUOCERE TANTO TEMPO E L’IMPASTO DEVE ESSERE BEN IDRATATO, io lo ritengo inutile perché tanto lo doveste squacchiare di nzogna. A sto punto mettete il mbasto in una zupparella, arravogliatela dentro a un mesalo, e mettela in un angolo di muro; Sopra a una seggia, sopra al sicriterio, in coppa alla machina per cosere, basta che sta coperto e lontano dai spifferi. Fate conto che è un criaturo di pochi giorni con la brunchita. E scurdatavill per un paio di ore. Quando l’impasto è raddoppiato lo arrevacate sul tavolo infarinato e cominciate a stenderlo, meglio a mano, ma se non ne tenete in cuorpo va bene pure il matterello. NO SI STENDE CON IL MATTARELLO CHE SI INIBISCE LA LIEVITAZIONE … bello, non disprezzando a voi ma a me con il matterello in mano la lievitazione non si è mai inibita. Fate una bella pettola rettangolare dello spessore di un mezzo centrimento. E poi viene la parte zuzzosa sporca rattosa. La nzonga. Se pesare acqua e farina è una chiachiellata, pesare la nzogna è proprio una dichiarazione di bottanellospurtiellismo. La nzogna è a sentimento. Dovete riempirvi le mane di nzogna e massaggiare sensualmente la pettola del mpasto fino a che non intostate. Le mani, la nzogna e il casatiello devono addiventare una cosa sola. Non siate avari di nzogna, sennò viene il casatiello tuosto, e capirete bene che in una situazione di sensualismo spuorco come questa ritrovarsi qualcosa di tuosto tra le mani non è una cosa omma. SI MA LA NZOGNA FA MALE ALLA SALUTE… Intafessesoreta.. vi magnate le buste di patatine che se leggi gli ingredienti nientimeno che le patane non ci stanno e po ve fa impressione nu poco e nzogna! A questo punto, quando lo strato di nzogna è ben distribuito, dopo che vi siete fumati una sigaretta, ci rattate sopra pepe nero e pecorino entrambi abbondanti che così si azzeccano ben bene sopra. E poi passate alla mbuttunatura: 300 gr salame Napoli, 300 gr. Pancetta tesa, 250 provolone piccante, 250 provolone dolce, uova sode a piacere (almeno 4 /5). Appiccio sulla mbuttunatura: Mortadella: NO Prosciutto: NO Emmental: NO Cicoli: se po fa. I Cicoli io li preferisco in purezza, con sale, pepe, ricotta e un panino attuorno allimite una pizza fritta. Sulle lunghe cotture non li preferisco perché mi perdono tanto, si ammollano e addiventano quasi prosciutto cotto, se trovate i Cicoli secchi allò si, che mi mantengono di più la croccantezza, ma sono quasi introvabili. IO CI METTO SOLO IL SALAME DOC E LA PANCETTA IGP COSI’ VIENE PIU’ MEGLIO. A questo punto più che chiachiello si pop strunz. Se il pataterno ti ha dato l’agio di accattarti il salame da 50€ al kg, la pancetta del norcino e il provolone del monaco e tu li mietti dentro a un casatiello, allora fratello caro, si strunz. Informati. Ai tempi miei quando andavi dal casantuoglio e chiedevi del salame, isso, che era casantuoglio ommo, ti chiedeva se il salame era da mangiare a sulo o per cucinare, in tal caso ti dava quello più economico. Che comunque era buono. Il Casatiello è (e deve restare) un piatto povero, se mi inventate il Casatiello gurmè come avete arruvinato la pizza pigl e valigie e me ne vado cuncè, me ne vaco ncopp a na montagna, vado a fare il romito (cit). Purtroppo di questi tempi se chiedi quello economico è cazzo che ti danno il salame di topo e il capocollo di soya quindi optate per una cosa media, che non sia Salumi Briatore ma manco quelli del discount austroungarico. Le Ove. Sulle ove l’appiccico si fa gruosso assai. Allivello di neoborbonici pignataro assessore borrelli radiazza interrogazione parlamentare. Ve lo riassumo un attimino: Se metti le uova sopra allora è Casatiello se le metti dentro allora è Tortano. Se metti le uova sopra e pure dentro allora si chiama casortano, se invece le metti dentro e pure sopra allora si chiama tortatiello. Se per caso fai un un casatiello e te lo mangi con le uova sode a parte allora si chiama tortano Pret a Porter. Se invece fai un tortano e te lo mangi con le uova sode a parte allora si chiama doppiotortano. Se invece ti mangi solo le uova sode senza casatiello o tortano allora si chiamano uova sode. In definitiva la differenza tra tortano e casatiello è più o meno la stessa che passa tra pucchiacca e fessa. Dove la pucchiacca è quella coi pili sopra mentre la fessa è quella depilata. Ma fondamentalmente te stai magnann a stessa cosa. Quindi (in entrambi i casi) il consiglio è nun ce scassà o cazz e menati con la capa dentro. Quindi se ti piacciono le ove ce le mietti se non ti piacciono non ce le mietti, senza paura che viene Ferdinando di Borbone in sogno e ti cazzea. Dopo che avete steso uniformemente la mbuttunatura sulla pettola si passa all’arravogliamento. Il consiglio ommo è di lavarsi le mani nella nzogna; in pratica prima di arrotolare prendete la nzogna come ca fosse sapone e la spalmatela con cura su tutta l’epidermide della mane come fanno i chirurgi prima di operare. E con le mani belle unte cominciate ad arrotolare ripetendo l’unzione ad ogni piega. Se vi piace su ogni piega ci potete anche fare un’altra rattata di pepe. A questo punto vi ritroverete uno strunzone di casatiello che deve diventare di forma ciambellica, ungete il ruoto (se non sapete cos’è il ruoto mi chiedo che ci fate ancora qui) con abbondante nzogna (savansadir) e riponeteci il casatiello con delicatezza. Poi con la mane a karatekid ci fate 4 solchi copra dove adagiate 4 ove crude. Se siete battezzati e vi siete confessati ci mettete le crocette di mpasto sopra sinnò no, per rispetto, sennò Gesù si piglia collera e non vi fa crescere il casatiello. A questo punto lo riponete dove lo avete riposto prima a crescere, sempre coperto, stando attenti a non fargli prendere freddo, ma nemmeno a dargli a parlare, se non lo guardate popio è pure meglio che il casatiello in questa fase è scurnuso e delicato, se prima era un criaturo di pochi giorni adesso è un embrione al congresso delle famiglie. E scurdatavill un paio d’ore. Il consiglio ommo è dopo due ore andare a controllarlo, senza farvene accorgere, vedete a che punto sta, e poi dopo ogni mezz’ora ricontrollare, se sta crescendo ancora lasciatelo stare, se non cresce più è arrivato il momento di infornarlo. Prima di infornare, per paura che il colesterolo possa venire meno nelle cusuture, prendete dei piccoli riccioli di nzogna e come fosse un novello e rinsavito Marvizzi e il casatiello fosse il tramonto con papaveri lasciate pennellate abbondanti qua e là a rifinire la vostra opera d’arte. Infornate a forno preriscaldato a 180 gradi per un oretta. IO INFORNO CON IL FORNO STATICO PERCHE’ I LIEVITATI CON IL FORNO VENTILATO NON VANNO BENE… ..ma accirt oì.. c’ecciss… moccammamt… Sfornate e servite tiepido. Colgo l’occasione per ricordare a quelli che fanno il casatiello vegan senza puorco che una chiavata senza femmina si chiama pescimmano. Buona Pasqua.
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Carlo Salis
Scovato il “Salva Conte” tra le pieghe del “Cura Italia”
Due piccoli “comma” inseriti in un sub-emendamento che probabilmente molti avrebbero votato senza neppure accorgersene e che concedono l’immunità per gli errori dei politici
Un’operazione davvero raffinata da parte del Pd, non facile da individuare (e, infatti, fino a questo momento pare “sfuggita” a tutti). Spulciando fra le tante proposte emendative al decreto “Cura Italia” abbiamo trovato quello che, in maniera più che esplicita, serve a salvare Conte, Borrelli, Arcuri e compagni da qualsiasi rischio di accusa (anche penale) per le negligenze gravi che hanno causato vittime e danni, in questa emergenza.
L’emendamento è firmato da due senatori del Pd: Paola Boldrini (solo omonima della mai rimpianta presidente della Camera) e Stefano Collina, componenti della Commissione Sanità, e reca il numero 1000/58. Tecnicamente, infatti, è un subemendamento all’emendamento 1.100 del governo, che chiede di aggiungere al testo un articolo nuovo composto di quattro commi.
E qui è l’altro capolavoro, perché i primi due commi affrontano un argomento, mentre gli ultimi due rappresentano il “colpo di spugna” tanto atteso da Conte. Così, a una lettura veloce si poteva pensare che tutti parlassero dello stesso argomento. Invece no.
Più precisamente i primi due commi riguardano i medici e gli operatori sanitari infettati o deceduti a seguito del Covid-19. Con il primo comma vengono tutelati i “datori di lavoro pubblici e privati” e con il secondo si stabilisce che tali danni “possono essere imputati a titolo di responsabilità civile soltanto alla struttura sanitaria o socio-sanitaria”.
Ma il terzo comma cambia argomento e interviene per salvare da qualsiasi colpa (leggete bene!) “i titolari di organi di indirizzo e di gestione”, limitandone la responsabilità dei “danni a terzi” (ovvero morti, infettati, perdite economiche) “ai soli casi di dolo o colpa grave”.
Ecco il testo completo:
«3. È limitata ai soli casi di dolo o colpa grave la responsabilità civile, penale e amministrativo-contabile dei titolari di organi di indirizzo o di gestione che, nel corso dell’emergenza sanitaria in atto, nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, anche normative od amministrative, abbiano adottato ordinanze, direttive, circolari, raccomandazioni, pareri, atti o provvedimenti comunque denominati, la cui concreta attuazione, da parte delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, degli esercenti le professioni sanitarie, degli enti preposti alla gestione dell’emergenza o di altri soggetti pubblici o privati tenuti a darvi esecuzione, abbia cagionato danni a terzi».
Da sottolineare che forse per evitare qualsiasi possibile interpretazione si citano esplicitamente “ordinanze, direttive, circolari, raccomandazioni, pareri, atti o provvedimenti comunque denominati”. Quindi, tutti gli atti scellerati del governo Conte.
Poiché però il ritardo per la mancanza di mascherine, tute, guanti e respiratori potrebbe anche essere una “colpa grave”? Ecco arrivare il comma 4 a salvare l’armata Brancaleone del governo, specificando che, nella valutazione della gravità, bisogna giustificare la difficoltà di reperire tempestivamente il materiale.
Non ci credete? Ecco il testo del quarto comma:
«4. La valutazione della gravità della colpa, nelle ipotesi di cui al comma 3, è operata anche in considerazione della eccezionalità e novità dell’emergenza, dei vincoli di spesa previsti a legislazione vigente in materia di servizio sanitario nazionale e della difficoltà di reperire tempestivamente dispositivi medici e di protezione individuale sul mercato nazionale ed internazionale’».
Insomma, uno “scudo penale” totale per Conte, Borrelli (nonché Speranza, Arcuri, Lamorgese) studiato dal Pd. Definirlo vergognoso è davvero poco. Ora speriamo che averlo “scovato” spinga il Parlamento a bloccarlo. Speriamo che, non solo nell’opposizione, ma anche nella maggioranza, ci sia ancora chi non è disposto a offrire questo salvacondotto immorale.
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Borrelli dà i numeri (e sbaglia). Meglio tacere Di Luca Telese Quando potremo uscire di nuovo? Quando riapre l’Italia? Angelo Borrelli non perde occasione di far danni su un tema delicato come la cosiddetta “fase due”. Tutto possiamo accettare, infatti, tranne un capo della Protezione civile che dà i numeri, e poi se li rimangia. Intanto perché di questo tema – la riapertura – non ne deve parlare lui: non è il suo ruolo, non è il suo compito, non ha titolo per farlo. La decisione ultima sulla riapertura spetta alla politica, quindi al presidente del Consiglio, e lui casomai è chiamato ad eseguire. Soprattutto in un clima istituzionale già delicato, in cui il Parlamento viene troppo spesso saltato, questa non è materia per un funzionario che, preso dall’ebrezza del presenzialismo, pur parlando in diretta nazionale, se ne va ad esternare nei programmi radio della mattina. Ma poi – di certo – di un tema tanto delicato non si parla in questi termini, affastellando messaggi vaghi, confusi e addirittura contraddittori. Borrelli, riferendosi alla riapertura ha parlato di 1 maggio, poi del 16, in serata la Protezione civile si è corretta di nuovo a mezzo comunicato stampa, “Le mie parole sono state male interpretate”. Il che porta a credere che la prima data gli sia sfuggita per imperizia, e che poi abbia provato a mettere delle toppe tardive. Forse la molla della vanità per Borrelli è stata fatale. Non è un mistero che l’attuale capo della protezione Civile appartenga alla casta dei burocrati miracolati dal fato. Nominato dopo due personalità di caratura massima come Gabrielli e Bertolaso, infatti, risucchiato per cooptazione nel vuoto, scelto da un rabdomante rovesciato di carismi come Paolo Gentiloni, Borrelli è un traver di successo, un uomo dal curriculum oscuro e (nell’auto-narrazione) evidentemente vanaglorioso, malgrado il suo sfavillante grigiore di gregario. Abbiamo già raccontato su questi sito lo spettacolo delle sue conferenze stampa, sempre piene di domande senza risposta e di perifrasi avvitate su se stesse, per non dire nulla. E abbiamo già scritto del suo errore clamoroso nell’intervista a La Repubblica, quando Borrelli stabilì il curioso record di smentire se stesso: l’uomo dei numeri che spiega come i suoi numeri non siano attendibili. Un genio. Adesso il capo della Protezione vuol dare anche le date, lo fa alla sua maniera, forse come certi miracolati tardivi che perdono il controllo di fronte alla febbre della notorietà. Non sarebbe male tacere.
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Notizie dall'alto Veneto
Si stima siano stati abbattuti dall'ondata di eccezionale maltempo circa 3.000.000 di alberi (larici, pioppi, abeti rossi e bianchi); in molte zone l'elettricità non arriverà prima di Natale (10000 nuclei familiari senza riscaldamento, energia elettrica ed acqua potabile); 1 miliardo di euro di danni (stima della Regione Veneto). Il capo della Protezione Civile Borrelli che parla senza mezzi termini di cataclisma. E tra qualche giorno comincerà a nevicare.
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Reposted from @larepubblica “Siamo state cacciate dalla spiaggia perché lesbiche". Questa la denuncia di due ragazze che lo scorso venerdì sarebbero state forzare a lasciare la spiaggia di Miseno, nel comune flegreo di Bacoli (Napoli), da un anziano e sua figlia 'infastiditi' dai loro atteggiamenti che avrebbero disturbati dei bambini piccoli vicino a loro. Il video è stato diffuso dal consigliere regionale Borrelli e dal conduttore Gianni Simioli: "Alle due ragazze va tutta la nostra solidarietà. Non solo troviamo inaccettabile ogni tipo di discriminazione ma troviamo altrettanto inquietante l'uso della violenza". L’aggressione è stata commentata anche dal sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione che in un post pubblicato su Facebook ha scritto: "Bacoli è una città aperta all'amore, in ogni sua forma. Siamo una terra che accoglie, da secoli, donne e uomini attratti dalla bellezza del mare, l'incanto dei paesaggi, la meraviglia dei siti archeologici e culturali. Leggo perciò con sgomento un grave episodio di discriminazione avvenuto in spiaggia, a Miseno. Ai danni di due ragazze che, a detta di taluni barbari, avevano la sola colpa di amarsi reciprocamente. Ragazze a cui è stato violentemente chiesto di lasciare l'arenile”. #omofobia #bacoli https://www.instagram.com/p/CRj9ya6KL4E/?utm_medium=tumblr
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Adolescente pestato nel casertano. Identificato e denunciato l'aggressore.
Borrelli (Europa Verde): “deriva violenta tra i giovanissimi senza precedenti”. La Polizia di Stato ha denunciato un 15enne di Marcianise (Ce) per lesioni commesse ai danni di un coetaneo, colpito con pugni al volto davanti ad altri adolescenti che hanno ripreso la scena in un video, poi diffuso su internet e diventato virale. Le immagini, ha accertato la Polizia di Stato (Commissariato di…
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21 feb 2021 16:27 1. SENTI CHI PARLA! LE “SUPERCAZZOLE” DELLO SMEMORATO PAOLINO MIELI SUI MAGISTRATI CATTIVI CHE POTREBBERO INGUAIARE Il GOVERNO DRAGHI VIA “IL FATTO QUOTIDIANO”-5STELLE 2. DIMENTICO, IL TAPINO, DI AVER DIRETTO IL ''CORRIERE DELLA SERA'' MANETTARO NEGLI ANNI DI TANGENTOPOLI (1992-1997) CON TANTO DI “SCOOP” (PILOTATO DA SCALFARO E BORRELLI) SULL’AVVISO DI GARANZIA PER CORRUZIONE AL PREMIER IN CARICA BERLUSCONI (22 NOVEMBRE 1994) E IMMEMORE DELLE MIGLIAIA DI POLITICI ARRESTATI IN ATTESA DI GIUDIZIO E MESSI ALLA GOGNA DAI SUOI CRONISTI ANTI-CASTA, IN NOME DELLA FIAT (AGNELLI & ROMITI), PRIMA AZIENDA PER DAZIONI MILIARDARIE AI PARTITI, NONCHE' PROPRIETARIA DEL QUOTIDIANO DI VIA SOLFERINO
DAGONOTA
Senti chi parla! Dopo aver attraversato con il suo faccione a forma di salvadanaio l’intero pianeta del talk nel corso dell’ultima crisi di governo, profettizzando a cazzo di cane un Conte Ter o la via del voto, l’altro giorno l’erede del tuttologo catodico, la mitica macchietta napoletana Alessandro Cutolo, l’ex Buddino di via Solferino, Paolo Mieli, si è offerto pure ai microfoni di Radio24.
E stavolta indossati i panni del cuoco (smemorato) ha regalato agli uditori una ribollita (acidula) sui danni giudiziari “che negli ultimi trent’anni hanno avuto chi aveva soprattutto una immagine forte”.
Dimentico, il tapino, di aver diretto il Corriere della Sera “manettaro” negli anni di Tangentopoli (1992-1997) con tanto di “scoop” (pilotato da Scalfaro e Borrelli) sull’avviso di garanzia per corruzione al premier in carica Berlusconi (22 novembre 1994)
e immemore delle migliaia di politici arrestati in attesa di giudizio e messi alla gogna dai suoi cronisti anti-casta, oggi Mieli è preoccupato (sic!) per le sorti di Mario Draghi che potrebbe essere la prossima vittima indiretta della magistratura (cattiva).
«Guardo cosa bolle in pentola, e vedo che un giornale come il Fatto Quotidiano è schierato dalla parte degli scissionisti dei 5 Stelle”, osserva il Paolino falso garantista. E aggiunge mielesco: “Sarebbe una forma di libera espressione giornalistica se non sapessimo che il Fatto è un giornale molto caro alla magistratura più militante. Aspettiamo e vediamo (…)”.
Per concludere: “A volte non c'è stato neppure bisogno di prendere di mira il presidente del Consiglio. Nel 2008 il meccanismo che portò alla caduta di Prodi fu innescato dall'inchiesta contro Clemente Mastella, ministro della Giustizia, e sua moglie».
Ovviamente i suoi ragionamenti si basano sulle vicende del passato da emendare come peccati veniali fatti in nome della Fiat di Agnelli & Romiti prima azienda per dazioni miliardarie ai partiti.
Di prove, ovviamente, neppure l’ombra oltre a quella canagliata riservata a il Fatto diretto da Travaglio. Che liquida come “supercazzole” le parole sul circuito mediatico-giudiziario inaugurato proprio dall’ex direttore del Corriere della Sera ai tempi di Mani pulite.
Del resto osservava Michel de Montaigne “Il primo segno della corruzione è il mettere al bando la verità. La nostra verità di oggigiorno non è ciò che si fa credere agli altri”.
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You’re reaction to Danny dying being “meh” is so funny to me. I obviously cried because I tought the scene of them bringing out his body was sad but your reaction caught me off guard 😂
ssdfrtyghjkl, it's not that i hate him or anything it's just that they've given us literally next to nothing about him as a character other than the fact that he's jimmy's brother, and he works in a different house than him. and it's not really like there's an awful lot to know about jimmy either. i love this show, but they don't flesh out their characters enough, and while i teared up watching that scene of his body being carried out, i'm just not emotionally attached enough to really care that much. especially considering those first few episodes of the season when he was being a douche about which house jimmy should be in.
#anon#answered#chicago fire#chicago fire s4#danny borrelli#like....#i'm sad for jimmy now and how this is gonna effect him buuuuttt#..... i'll get over it#i'm also just so relieved they didn't yeet otis out cause that's who i was (still am) worried for#IF HE GETS CANCER OR ANY OTHER DISEASE AND DIES BC OF IT I'M JUMPING OFF EVEREST
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📣 Maltempo in Sardegna, sopralluogo Solinas e Borrelli per stima danni
https://www.iltempo.it/pillole/2020/11/29/video/maltempo-in-sardegna-sopralluogo-solinas-e-borrelli-per-stima-danni-25386418/
➤ https://www.diegorispoli.com/news/
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Coronavirus: toglie la mascherina e sputa sulla frutta
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/coronavirus-toglie-la-mascherina-e-sputa-sulla-frutta/107569?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=107569
Coronavirus: toglie la mascherina e sputa sulla frutta
Il Coronavirus sta portando il nostro Paese in una situazione di vera e propria emergenza.
Purtroppo, oltre alla gente responsabile e che decide di restare a casa rispettando il decreto, c’è chi esce e combina danni.
A tal proposito, proprio nelle ultime ore stanno circolando delle foto e dei video che vedono come protagonista un ragazzo della provincia di Caserta.
Egli, dopo essere entrato in un supermercato, si è recato nella sezione dedicata alla frutta, ha tolto la mascherina e ci ha sputato sopra.
E non è tutto. Ha fatto circolare questo video nelle stories del suo profilo Instagram, aggiungendo la scritta “infettiamo“, ridendoci su.
Ovviamente, tale gesto non è passato di certo inosservato a tantissime persone, che hanno deciso di condividere il tutto come segno di indignazione.
Un gesto inaccettabile
Ci sono persone che stanno realmente soffrendo per l’emergenza coronavirus.
I numeri dei contagiati e dei decessi aumenta senza sosta, eppure c’è chi pensa a fare il “fenomeno”, andando in giro a sputare sulla frutta, soltanto per ricevere un momento di celebrità sui social.
Peccato che questo suo atteggiamento non ha suscitato alcun tipo di approvazione ma solo critiche pesanti.
Tra l’altro, il video è finito tra le mani del consigliere della Campania Francesco Emilio Borrelli, il quale ha espresso su Facebook la sua totale indignazione.
A tal proposito, ha detto: “Neanche l’emergenza sanitaria da Coronavirus sembra fermare la stupidità di alcuni individui che amano mettersi in mostra sui social con atti scellerati.
L’imbecillità sta raggiungendo limiti mai neanche pensati prima, il cattivo utilizzo dei social e la mania di voler essere protagonisti sta aiutando in tal senso”.
Ed ha perfettamente ragione. In un periodo così critico per il nostro Paese, dovrebbe esserci il senso di unione e di responsabilità.
Ma molte persone, non si rendono minimamente conto della loro stupidità, che non ha affatto limiti.
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Truffa ai danni dell’ASL di Caserta ad opera di medici ed imprenditori. Borrelli: “Pene severe per medici ed imprenditori corrotti che truffano il sistema sanitario” http://dlvr.it/RRFWbZ
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Quello che ha da dire Marco Lillo sul caso Consip (e sul presunto "golpe")
Quello che ha da dire Marco Lillo sul caso Consip (e sul presunto "golpe") E vale la pena leggerlo. Almeno per mettere in fila i fatti. di Marco Lillo Per smontare il teorema del ‘complotto’ contro Matteo Renzi costruito dal Noe dei Carabinieri con la complicità del pm Henry John Woodcock e del Fatto è molto utile una semplice cronologia. Quando il capitano Gianpaolo Scafarto, ai primi di settembre del 2016, avrebbe fatto alla pm di Modena Lucia Musti la confidenza generica su un’indagine non meglio precisata (“Scoppierà un casino, arriviamo a Renzi”) erano già accaduti alcuni fatti. In particolare un signore toscano amico di Tiziano Renzi di nome Carlo Russo era già entrato più volte nell’ufficio di Alfredo Romeo per parlare degli appalti che interessavano all’imprenditore. Non solo in Consip ma anche in Grandi Stazioni e in Inps. Stando alle informative di Gianpaolo Scafarto di quel periodo erano già accaduti questi eventi: il 3 agosto Romeo aveva chiesto a Russo di incontrare il padre del premier di allora perché aveva problemi con il suo amico amministratore di Consip, Luigi Marroni, per una serie di appalti del valore di centinaia di milioni di euro. Russo aveva proposto allora di fare una bisteccata a casa di Tiziano Renzi con lo stesso Marroni. Il 31 agosto Romeo era tornato alla carica e Russo aveva riferito così la risposta di Tiziano: “gli ho detto che … dobbiamo fare sto passaggio con Marroni! M’ha detto dice: ‘Fammi finire sto casino prossima settimana ci mettiamo’”. Quando Scafarto avrebbe fatto la sua profezia, Romeo aveva già proposto a Russo il famoso ‘accordo quadro’ che poi sarà precisato meglio il 14 settembre nel famoso foglio che – secondo l’interpretazione dei Carabinieri – reca l’offerta di 30 mila euro al mese per Tiziano Renzi in cambio di un incontro al mese con Luca Lotti e con Luigi Marroni per propriziare un occhio di riguardo su Romeo da parte della Consip guidata da Marroni. La confidenza di Scafarto (‘scoppierà un casino arriviamo a Renzi’) quindi non è la prova del movente delle sue macchinazioni contro Tiziano e Matteo ma un annuncio abbastanza prevedibile (e certamente scorretto se vero) sulla base di indizi già raccolti. Prima però ricordiamo come è nata la teoria che piace tanto ai grandi giornali, alla politica e ai membri del Consiglio Superiore della Magistratura vicini a Renzi. Il teorema (ben descritto ieri in un pezzo di Carlo Bonini su Repubblica) vuole connettere due fatti che non c’entrano nulla: lo scoop del Fatto del luglio 2015 sulla telefonata di Matteo Renzi con il generale Michele Adinolfi e lo scoop del Fatto del 2016-2017 sul caso Consip. Ebbene il teorema è delineato nel libro del segretario del Pd Avanti. Renzi ricorda così il nostro scoop della telefonata tra lui e il generale della GdF Adinolfi, nella quale i due sparlavano di Enrico Letta, intercettata nel 2014 e pubblicata dal Fatto il 10 luglio 2015. “È la prima volta – scrive Renzi – in cui faccio la conoscenza del Noe, Nucleo operativo ecologico dell’Arma dei carabinieri, che su incarico di un pm di Napoli, il dottor Woodcock, mi intercetta. Apprenderò dell’intercettazione mentre sono presidente del Consiglio, grazie a uno scoop del Fatto Quotidiano firmato da un giornalista che si chiama Marco Lillo. Segnatevi mentalmente questo passaggio: Procura di Napoli, un certo procuratore, il Noe dei carabinieri, il Fatto Quotidiano, un certo giornalista. Siamo nel 2014, non nel 2017, sia chiaro. Che poi i protagonisti siano gli stessi anche tre anni dopo è ovviamente una coincidenza, sono cose che capitano”. L’insinuazione che Il Fatto abbia ottenuto le notizie per i due scoop nel 2015 e nel 2016-7 sempre grazie al Noe e al pm Woodcock è falsa e diffamatoria ma trova subito una grancassa nelle istituzioni. Il libro esce il 12 luglio e sembra il canovaccio delle domande poste al pm Lucia Musti di Modena appena cinque giorni dopo dal presidente della prima commissione del Csm. L’avvocato Giuseppe Fanfani, ex sindaco Pd di Arezzo, amico di Maria Elena Boschi e già legale del padre, ascolta con i suoi colleghi del Csm il procuratore di Modena nell’ambito del procedimento contro Henry John Woodcock finalizzato a capire se il pm di Napoli che ha osato intercettare il padre del leader Pd debba essere trasferito per incompatibilità. La pm Lucia Musti ha ricevuto per competenza nell’aprile del 2015 le carte del fascicolo Cpl Concordia, istruito da Woodcock, nel quale era contenuta l’intercettazione di Matteo Renzi con il generale Adinolfi. La telefonata è divenuta pubblica nel luglio 2017 perché non era più segreta e Il Fatto – come la Procura di Napoli ha ricostruito già nel 2016 – l’ha avuta da fonti non investigative in modo pienamente lecito. E non era più segreta per una svista non del pm Woodcock ma degli uffici dei pm dell’antimafia che l’avevano ricevuta per competenza di materia da Woodcock proprio come la dottoressa Musti l’aveva avuta a Modena. I pm di Napoli nel 2015-2016 indagarano i carabinieri del Noe che avevano aiutato il personale di segreteria, oberato di lavoro, a effettuare la scansione delle pagine senza avvedersi che l’informativa depositata non era quella omissata ma la versione precedente, che non conteneva gli omissis. Così quelle due pagine così delicate con i giudizi sprezzanti di Renzi su Letta sono finite nel computer della Procura accessibile a tutti gli avvocati del procedimento. Tre avvocati (almeno) ne vennero in possesso e così Il Fatto ha potuto acquisire tutte le carte pubbliche del fascicolo, compresa quella che doveva restare segreta. Questo tragitto è stato accertato con certezza dai pm e dai loro periti informatici grazie anche alle perquisizioni ai danni dei giornalisti del Fatto e in particolare al sequestro e all’analisi del computer del collega Vincenzo Iurillo che ha firmato quello scoop con chi scrive questo articolo. I carabinieri del Noe furono indagati e interrogati ma i pm Alfonso D’Avino e Giuseppe Borrelli ne chiesero l’archiviazione a febbraio 2016 perché “E’ da escludersi che la scansione integrale della informativa del 15.10.2014 sia stata intenzionalmente effettuata dai militari al fine di renderla ostensibile attraverso il suo inserimento al TIAP (il sistema informatico della Procura, ndr)”; 2) “la pubblicazione degli atti era avvenuta ad opera del cancelliere (incolpecole anche lui, ndr) addetto alla segreteria del pm dell’antimafia Cesare Sirignano”. L’audizione della dottoressa Musti al Csm doveva essere diretta ad appurare le responsabilità dei magistrati in quella fuga di notizie. Woodcock in questo caso non aveva alcuna responsabilità ma il pm Musti ne approfitta per fare due dichiarazioni contro la polizia giudiziaria preferita dal pm napoletano: i carabinieri del Noe. La prima riguarda il fascicolo Cpl Concordia del 2015 e l’allora vicecomandante del Noe dei Carabinieri Sergio De Caprio, alias Ultimo. Questa è la ‘la seconda versione’ del verbale pubblicata dal quotidiano Repubblica (diversa da quella del giorno precedente) riguardo all’incontro Ultimo-Musti per le carte dell’indagine Cpl Concordia del 2015: “Il presidente Fanfani chiede: «Chi glielo disse?». Musti: «Il colonnello De Caprio mi disse: “Lei ha una bomba in mano, se vuole la può fare esplodere”». Fanfani: «Ma in riferimento a cosa?». Lei: «Ma cosa ne so? Cioè, io non lo so perché erano degli agitati. Io dovevo lavorare su Cpl Concordia, punto, su quest’episodio di corruzione. Dissi ai miei, “prima ci liberiamo di questo fascicolo meglio è”». Musti quindi sta dicendo al Csm che Ultimo quando consegnò il fascicolo Cpl Concordia a Modena disse che era una bomba. Il fascicolo non era centrato su Renzi ma sulla coop emiliana e conteneva intercettazioni del 2014 riguardanti: 1) i rapporti tra Massimo D’alema e la Cpl Concordia; 2) la Fondazione Icsa fondata da Marco Minniti ma lasciata dall’ex sottosegretario nel 2013; 3) intercettazioni su altri personaggi del Pd tra cui anche Matteo Renzi ma non solo lui. Dal testo del secondo (e probabilmente vero) verbale pubblicato da Repubblica ieri si evince chiaramente che il pm Lucia Musti non dice e nemmeno insinua mai che ‘la bomba’ a cui faceva riferimento Ultimo fosse l’intercettazione di Renzi con Adinolfi. La seconda cosa che dice il pm Lucia Musti al Csm riguarda il fascicolo che nel 2016 vedeva il solito Noe, sempre sotto la direzione del pm Woodcock, impegnato sul versante Consip. Così sempre Repubblica (sempre nella seconda versione del verbale ieri) riferisce la versione del pm Lucia Musti su un suo incontro con il capitano Scafarto ai primi di settembre del 2016: «Lui mi ha parlato del caso Consip, un modo di fare secondo me poco serio, perché un capitano, un maresciallo, un generale sono vincolati al segreto col loro pm, non devi dire a me che cosa stai facendo con un altro. Quindi, quando lui faceva lo sbruffone dicendo che sarebbe “scoppiato un casino”, io dentro di me ho detto “per l’amor di Dio”. Una persona seria non viene a dire certe cose, quell’ufficiale non è una persona seria». Fanfani vuole dettagli: «De Caprio ha detto “Ha una bomba in mano”, mentre Scafarto “succederà un casino”?». Musti risponde: «Scoppierà un casino, arriviamo a Renzi». E’ evidente dalla lettura di questa versione del verbale l’inesattezza di quanto pubblicato il giorno prima. Lucia Musti non ha mai dichiarato che Ultimo e Scafarto le dissero: ‘Dottoressa, lei, se vuole, ha una bomba in mano. Lei può far esplodere la bomba. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi’. Una cosa è la bomba Cpl Concordia di cui parla Ultimo senza alcun riferimento a Renzi e alla sua conversazione con Adinolfi poi pubblicata dal Fatto. Altra cosa è quel generico “scoppierà un casino arriviamo a Renzi” che sarebbe stato detto nel settembre 2016 dal capitano Scafarto quando aveva già in mano indizi pesanti su Tiziano Renzi. La scorretta rappresentazione della realtà fatta dai grandi quotidiani insinua che la bomba di cui parlava Ultimo a Lucia Musti nel 2015 fosse l’intercettazione Adinolfi-Renzi. Non basta. la grande stampa e il Pd al seguito forzano anche il senso della frase di Scafarto per insinuare un intento complottistico del Noe contro Renzi nel 2016. Scrive sul punto Il Corriere della Sera di venerdì “Il fatto che l’ex capitano del Noe abbia detto a Musti, quattro mesi prima di consegnare l’informativa e anche prima che fosse registrata la famosa frase «Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato» falsamente attribuita a Romeo («assume straordinario valore e consente di inchiodare alle sue responsabilità il Renzi Tiziano», scrisse Scafarto nel rapporto), potrebbe far immaginare che l’obiettivo dei carabinieri fosse proprio il padre dell’ex premier. Come se fosse un possibile movente della successiva manipolazione dell’intercettazione. E chi volesse ipotizzare che quello fosse lo scopo dei falsi contestati a Scafarto (…) ora avrebbe un motivo in più per sostenerlo”. La rappresentazione di un colloquio in cui Scafarto parla con Musti prima di avere nelle mani gli indizi e le registrazioni che inguaieranno Tiziano Renzi ha permesso al Pd Michele Anzaldi di presentare un’interrogazione al Governo e ha fatto parlare di ‘fatti di gravità inaudita’ all’ex segretario Pd Dario Franceschini e di “complotto” al capogruppo Pd Luigi Zanda. Grazie a questo modo di fare informazione non è apparsa ridicola la visita di Matteo Renzi a Rignano così raccontata in un pezzo dal titolo “Consip, Renzi subito a Rignano dal padre. Con lui il faccia a faccia della pace”. Il pezzo è uscito il 14 settembre, proprio nel primo anniversario del giorno del famoso pizzino. Il 14 settembre 2016 infatti Alfredo Romeo scrisse su un foglietto ritrovato il giorno dopo nella spazzatura dal Noe e interpretato come un’offerta nero su bianco al ‘compare di Tiziano Renzi, Carlo Russo, di 30 mila euro al mese, destinati a ‘T.’ che secondo la tesi accusatoria sarebbe Tiziano Renzi. Al di là delle conseguenze politiche della strumentalizzazione delle frasi della pm Musti, c’è una conseguenza giudiziaria di non poco conto. Alla Procura di Roma sono state trasmesse dal Csm le dichiarazioni della pm di Modena perché i pm Paolo Ielo e Mario Palazzi valutino se inserirle nel fascicolo contro Woodcock. Non solo. Lunedì prossimo la solita prima commissione del Csm presieduta dal solito Giuseppe Fanfani convocherà i due pm di Napoli, Giuseppe Borrelli e Alfonso D’avino, che si sono occupati del’indagine sulla pubblicazione da parte del Fatto dell’intercettazione Renzi-Adinolfi. In pratica il presidente della commissione del Csm convoca i procuratori aggiunti di Napoli e trasmette carte alla Procura di Roma perché finalmente si indaghi a fondo nella direzione del collegamento tra i due scoop del Fatto, proprio la direzione auspicata dal leader Matteo Renzi nel suo libro. Tratto da: Il Fatto Quotidiano
E vale la pena leggerlo. Almeno per mettere in fila i fatti. di Marco Lillo Per smontare il teorema del ‘complotto’ contro Matteo Renzi costruito dal Noe dei Carabinieri con la complicità del pm Henry John Woodcock e del Fatto è molto utile una semplice cronologia. Quando il capitano Gianpaolo Scafarto, ai primi di settembre del 2016, avrebbe fatto alla pm di Modena Lucia Musti la confidenza…
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