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“A mio padre” di Giorgio Caproni: un viaggio tra memoria e trasformazione. Recensione di Alessandria today
Un ritratto poetico della Genova di ieri e oggi attraverso lo sguardo di un figlio
Un ritratto poetico della Genova di ieri e oggi attraverso lo sguardo di un figlio Biografia dell’autore.Giorgio Caproni (1912-1990) è una figura centrale della poesia italiana del Novecento. Nato a Livorno, trascorse parte della sua vita a Genova, città che influenzò profondamente la sua opera poetica. Caproni è noto per il suo stile limpido e musicale, capace di evocare immagini vivide e…
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Migliaia di visitatori e turisti egiziani si sono riversati nell'area portuale dei templi di Karnak per assistere al fenomeno del tramonto del sole sull'asse principale dei templi, in un'atmosfera di festa organizzata dalle autorità dello storico governatorato di Luxor, nell'Alto Egitto. Questo fenomeno è uno dei punti salienti degli Egypt tours , che attira visitatori locali e internazionali. Il fenomeno si verifica il 21 dicembre di ogni anno e segna l'inizio ufficiale della stagione invernale. Per coloro che si recano in visita dalle zone costiere, organizzare un Luxor Tour da Marsa Alam è una scelta popolare. Il numero di persone che lavorano nelle attività turistiche in Arabia Saudita si avvicina al milione. Inoltre, una gita di snorkeling a Port Ghalib da Marsa Alam è un'attività emozionante per i turisti interessati alla vita marina. Il capo del settore antichità egiziane presso il Consiglio Supremo delle Antichità, Mohamed Abdel Badie, ha dichiarato oggi in una dichiarazione al Ministero del Turismo e delle Antichità che i bambini scout nelle loro uniformi faraoniche hanno accolto tutti i visitatori con fiori e souvenir e hanno presentato loro alcuni paragrafi artistici ispirati all'antica arte egizia. Per chi viaggia con poco tempo a disposizione, i Giro Day Tours dall'aeroporto offrono un modo conveniente per esplorare la città. Mahmoud Al-Adisi, direttore del Dipartimento di Consapevolezza Archeologica, ha tenuto una conferenza sull'importanza di questo fenomeno e sul genio degli antichi egizi nel collegare i calcoli astronomici all'architettura, alla pianificazione dei templi e all'orientamento. Per gli avventurieri, il Sunset Desert Safari Trip By ATV Quad offre un'esperienza emozionante nei deserti egiziani. Abdelkhalek Helmy, direttore generale delle Antichità di Karnak, ha spiegato che questo fenomeno rivela la distinzione dell'antico egizio e la sua ingegnosità nel collegare insieme astronomia e architettura, e la sua volontà di farlo per 2000 anni, che è il periodo impiegato per costruire i templi di Karnak, dove il sole sorge sopra la cabina della barca sacra di Amun-Ra, che fu costruita dal re Filippo Arrhidaeus, fratello di Alessandro Magno. Per migliorare la loro esperienza in Egitto, i turisti possono scegliere un Viaggio notturno da Marsa Alam al Cairo e Luxor per un viaggio più coinvolgente. Ha sottolineato che il sole è perpendicolare all'asse principale di Karnak che si estende da est a ovest, passando attraverso gli ingressi degli edifici dal sesto al primo, così come la Grande Sala dei Pontefici, fino a quando il visitatore lo vede al porto di Karnak di fronte alla facciata principale del tempio. Un'altra opzione popolare è il viaggio di 2 giorni a Luxor e Abu Simbel da Marsa Alam , che offre un mix di storia e cultura. Per gli appassionati di mare, la Gita di snorkeling alle isole Hamata da Marsa Alam è un'avventura da non perdere.
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Reperti archeologici etruschi: una finestra su una civiltà affascinante
Gli Etruschi, antica civiltà dell'Italia preromana, hanno lasciato un'eredità ricca di reperti archeologici che ci permettono di conoscere la loro cultura, la loro religione, le loro abitudini e il loro stile di vita. Questi reperti si possono ammirare in diversi musei e siti archeologici sparsi per l'Italia, principalmente in Toscana, Lazio e Umbria. Tipologie di reperti archeologici etruschi trovati - Sculture: Statue in terracotta, pietra o bronzo raffiguranti divinità, personaggi mitologici, antenati o figure di defunti. Tra le più celebri ricordiamo il Sarcofago degli Sposi di Cerveteri, il Guerriero di Capestrano e la Chimera di Arezzo. - Ceramiche: Vasi di diverse forme e dimensioni, decorati con motivi geometrici, scene di vita quotidiana o figure mitologiche. La produzione ceramica etrusca era molto raffinata e varia, con buccheri, vasi a impasto, kylikes, olle e anfore. - Arredi funerari: Oggetti che accompagnavano il defunto nell'aldilà, come vasellame, gioielli, armi, utensili e statuette votive. Le tombe etrusche, spesso decorate con affreschi, ci forniscono informazioni preziose sulla loro concezione della morte e dell'aldilà. - Oggetti di uso quotidiano: Strumenti in bronzo e ferro per l'agricoltura, l'artigianato e la vita domestica, come fibule, pettini, specchi, vasellame e utensili da cucina. - Iscrizioni: Testi in lingua etrusca, ancora in parte indecifrata, che ci aiutano a comprendere la loro storia, la loro religione e la loro organizzazione sociale. Le iscrizioni si trovano su stele, lapidi, vasi e altri oggetti. Siti archeologici famosi - Necropoli di Cerveteri e Tarquinia: Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, con migliaia di tombe decorate con affreschi che illustrano la vita quotidiana e le credenze religiose degli Etruschi. - Volterra: Antica città etrusca con mura di cinta, porte urbiche, templi e un importante museo archeologico. - Orvieto: Città etrusca rupestre con un suggestivo dedalo di vie sotterranee, pozzi e cisterne. - Veio: Importante città etrusca con un santuario federale e resti di templi e abitazioni. - Populonia: Città etrusca portuale con necropoli, acropoli e resti di fonderie. Musei dove ammirare i reperti trovati - Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (Roma): Uno dei più importanti musei al mondo dedicati alla civiltà etrusca, con una vasta collezione di reperti archeologici. - Museo Archeologico Nazionale di Firenze: Ospita una ricca collezione di reperti etruschi provenienti da diverse zone della Toscana. - Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia: Conserva reperti provenienti dalla necropoli etrusca della città, tra cui vasi dipinti, sarcofagi e gioielli. - Museo Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia: Raccolta di reperti etruschi provenienti dalla necropoli di Vetulonia, tra cui buccheri, bronzi e ceramiche decorate. Il mistero affascinante degli Etruschi Lo studio dei reperti archeologici etruschi ci permette di ricostruire la storia di questa antica civiltà e di apprezzare la sua ricchezza culturale e artistica. La loro eredità continua ad affascinare studiosi e appassionati di tutto il mondo. Foto di Angelika da Pixabay Read the full article
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Lasagne di saraceno
Non ha glutine, quindi è ottimo per la pancia e non fa schizzare l'insulina
Ali era un giovane soldato saraceno che aveva partecipato alla terza crociata contro i cristiani. Era orgoglioso della sua fede e della sua cultura, ma anche curioso di conoscere il mondo al di là del Mediterraneo. Un giorno, mentre si trovava in una città portuale, vide una nave che partiva per l’America. Ali decise di abbandonare la sua armatura e il suo scudo e di salire a bordo della nave,…
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Bevagna Cultura: scopri i luoghi culturali del borgo umbro
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Bevagna Cultura: scopri i luoghi culturali del borgo umbro Si visitano a Bevagna (PG) il Museo Civico, le Terme Romane, l’Edificio Portuale, il Teatro Torti, il Chiostro di San Domenico e l’Accolta Bevagna Cultura: il nuovo circuito di visita dei luoghi culturali del borgo umbro Bevagna, piccolo gioiello Vuoi visitare i #luoghiculturali di #Bevagna, un borgo umbro ricco di storia e arte? Scopri #BevagnaCultura, il nuovo circuito che ti porta a conoscere il #MuseoCivicoPalazzoLepri, le #TermeRomane, l’#EdificioPortuale, il #TeatroFrancescoTorti, il #ChiostrodiSanDomenico e l’#Accolta. https://ramingare.com/?p=8339 😍 ... Read the full article
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[ARTICOLO] I recenti concerti dei BTS in casa hanno creato un impatto economico del valore di 500 miliardi di won
“I concerti e i fanmeeting della boy band K-pop dei BTS, tenutisi in Corea del Sud lo scorso mese, hanno creato un impatto economico del valore di circa 500 miliardi di won (N/B: circa 380 milioni di euro) - secondo quanto riportato da un resoconto accademico questo mercoledì.
Secondo il resoconto di un team di ricerca guidato da Pyun Ju-hyung, un professore di economia della Seoul Korea University, i BTS hanno generato un totale di 481.3 miliardi di won in impatto economico indiretto e diretto con le loro esibizioni del "BTS 5th Muster [Magic Shop]" tenutesi a Busan il 15 e il 16 e a Seul il 22 e il 23 giugno.
I soli due eventi a Seul sono responsabili dell’entrata di 345.8 miliardi di won, secondo il rapporto.
Il team di ricerca ha fatto emergere queste cifre deducendole dalle spese locali per i concerti, inclusi i costi per l’affitto delle venue, per la tenuta degli eventi e per i costi di viaggio e alloggio per lo staff della band e per i possessori di un biglietto, per la vendita totale dei biglietti e per le entrate dovute alla vendita della merce ufficiale.
Oltre ai costi diretti, il team di ricerca ha preso in considerazione anche il presunto impatto economico indiretto, come l’impatto promozionale che i concerti hanno avuto sulle città nell’attirare turisti locali e stranieri grazie ai BTS.
I resoconto ha poi affermato che l’impatto economico di 135.5 miliardi di won dei concerti dei BTS a Busan ammontano al 1.6% del prodotto interno lordo di 8.3 miliardi di won della città portuale.
La proporzione corrispondente per Seul, il cui PIL del 2018 ha raggiunto 37.2 miliardi di won, si è tenuta allo 0.9%.
Le 4 giornate di concerti in casa dello scorso mese hanno attirato un totale di 94,000 fan in loco e dal resto del mondo.
“La ricerca ha verificato l’importanza dell’industria della cultura in quanto macchina economica in crescita” ha detto il professore. “Mi aspetto che eventi del genere possano servire come una buona finestra per dare una spinta all’economia locale e per creare una richiesta di tour coreani da parte di artisti stranieri.”
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©lynch) | ©YonhapNews
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Pensiamo che ci siano almeno 3 cose da vedere a Trani: la cattedrale, il castello e la chiesa di Ognissanti. Questi tre edifici sono la più importante testimonianza del suo passato medievale e ti aiuteranno ad immergersi nella sua atmosfera di antica città portuale.
Prima di tutto devi sapere che la città di Trani ha un’origine antichissima le cui radici affondano fino nella preistoria. Divenne un importante centro romano fino alla caduta dell’impero d’occidente, per poi restare sotto il dominio bizantino durante il medioevo e diventare in seguito sede vescovile.
La cattedrale di Trani, iniziata nel 1099 e costruita nel tipico stile romanico pugliese, testimonia che la città era un porto importante e molto visitato. Infatti, sotto il dominio di Federico II di Svevia, la città divenne centro di scambi e cultura. Il castello Svevo di Trani, costruito nel 1233, rimane una delle testimonianze più belle di quest’epoca di grande ricchezza.
Buonanotte a tutti voi, cari amici, da Trani!! 🇮🇹❤😴👋
We think there are at least three things to see in Trani: the cathedral, the castle and the church of Ognissanti. These three buildings are the most important testimony of its medieval past and will immerse you in its atmosphere of an ancient port city.
First of all you must know that the city of Trani has very ancient origins whose roots date back to prehistoric times. It became an important Roman center until the fall of the Western Empire, then remained under Byzantine rule during the Middle Ages and later became a bishopric.
The cathedral of Trani, begun in 1099 and built in the typical Apulian Romanesque style, testifies that the city was an important and much visited port. Indeed, under the rule of Frederick II of Swabia, the city became a center of commerce and culture. The Swabian castle of Trani, built in 1233, remains one of the most beautiful examples of this era of great wealth.
Goodnight to all of you, dear friends, from Trani!! 🇮🇹❤😴👋
Grazie: Complimenti a 📷@instagram.com/robi_ciaffoni 💚🤍❤️
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Il Recovery Plan di Draghi ha un “gusto di futuro” per gli italiani
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(di Davide D'Amico, Dirigente PA e Consigliere Aidr) È stato finalmente presentato anche alle Camere il nuovo PNRR del governo Draghi e entro il prossimo 30 aprile sarà inviato formalmente a Bruxelles. Dopo un duro lavoro, in tempi peraltro strettissimi, c’è stata la quadra anche attorno alla strategia, alla nuova narrativa ed alle modalità di implementazione (Obiettivi, milestone, target, etc.). E’ un piano di investimenti ambizioso quello che l’Italia si appresta ad inviare in Europa. Ma non solo. Parallele viaggiano numerose riforme, senza le quali, gli investimenti rischiano di non portare frutti nel medio lungo periodo. Si tratta di uno strumento che mette in campo risorse finanziarie ingenti finalizzate ad accelerare la ripresa economica, rispondendo in modo, speriamo efficace, alla crisi pandemica provocata dal Covid-19. Il PNRR italiano si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), che prevede per tutti i Paesi un totale di 750 miliardi di euro. All’Italia spettano 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso lo strumento chiave del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. A questi si aggiungono ulteriori 30,6 miliardi che sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio che è stato approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile scorso. Pertanto abbiamo a disposizione 222,1 miliardi di euro. Mai abbiamo avuto la disponibilità di così tante risorse finanziarie da spendere in un tempo così ristretto (2021-2026) e con modalità di “messa a terra” (attuazione) che devono seguire precise indicazioni che noi stessi, come Paese, abbiamo scritto “nero su bianco” e consegnato all’Europa nella fase di progettazione e interlocuzione. Infatti, se da un lato il piano complessivo offre una visione di sintesi, strategica e narrativa del cosa si vuole fare, del “come” e del “quando” (i tempi di massima di realizzazione degli interventi), occorre anche considerare che il “back office del piano” prevede azioni di dettaglio di ogni singola fase e per ogni singolo progetto, sia esso di investimento o di riforma, con una scansione davvero rigorosa dei tempi e molto severa relativamente ai “deliverable” (prodotti) che devono essere raggiunti. Quindi, non si può non concordare con Draghi quando dice che bisogna avere “il gusto del futuro” parlando del PNRR. Sono parole queste che hanno un significato intenso, che mirano a scuotere l’intero Paese: da un lato le pubbliche amministrazioni e i dipendenti pubblici che dovranno “abilitare” e mettere in campo le azioni previste dal Piano, dall’altro il tessuto imprenditoriale, che in molti casi e su diverse linee di azione, dovrà assicurare la realizzazione di progetti, molti dei quali ad elevata complessità. In questo senso, “il gusto di futuro” è quasi un voler far riflettere ciascuno di noi a riscoprire quel senso di appartenenza al nostro Paese, che va ben oltre le ideologie politiche e che mira a unire, più che dividere, rafforzando quel concetto di coesione sociale e favorendo quei progetti con impatto a carattere “strutturale”, che possano essere moltiplicatori di valore economico nel tempo, anche adottando paradigmi diversi di partnership rafforzate pubblico-privato, riducendo, al contempo, la corruzione e tutti i suoi effetti negativi su crescita, innovazione, qualità e competenze. Proprio perché il piano vuole avere un “carattere strutturale”, esso include un numero consistente di riforme, certamente quasi scontate per gli addetti ai lavori, ma che rappresentano invece il bisogno di realizzare solide fondamenta su cui far poggiare tutti gli investimenti. Si tratta di riforme da adottare negli ambiti della: - pubblica amministrazione (favorire il ricambio generazionale, valorizzare il capitale umano e professionale , attuare la digitalizzazione, realizzare la piattaforma unica di reclutamento, erogare corsi di formazione per il personale e rafforzare e monitorare la capacità amministrativa); - giustizia (ridurre la durata dei processi ed il peso degli arretrati giudiziari, rivedere il quadro normativo e procedurale aumentando il ricorso a procedure di mediazione e interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo); - semplificazione normativa (semplificare la concessione di permessi e autorizzazioni, garantire attuazione e massimo impatto degli investimenti attraverso interventi sul codice degli appalti); - concorrenza (rafforzare la coesione sociale e sviluppare la crescita economica). E’ un Piano che ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il SUD e vuole contribuire a favorire l’inclusione sociale e a ridurre i divari tra i territori. Il digitale assorbe il 27% delle risorse mentre il 40 % è dedicato agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico e dunque a favore della transizione ecologica, più del 10% sono indirizzati verso un tema estremamente importante in questo momento di crisi economica: la coesione sociale. Il estrema sintesi, il Piano è articolato lungo le seguenti sei missioni: 1. “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”( 49,2 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo). I suoi obiettivi sono promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura. 2. “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, ( 68,6 miliardi – di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo).I suoi obiettivi sono migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva. 3. “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”(31,4 miliardi – di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo). Il suo obiettivo principale è lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese ( Alta velocità, potenziamento linee ferroviarie regionali, sistema portuale e digitalizzazione catena logistica. 4. “Istruzione e Ricerca”(31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo). Il suo obiettivo è rafforzare il sistema educativo ( Asili nido, scuole materne, servizi di educazione e cura per l’infanzia, edilizia scolastica), le competenze digitali STEM, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Inoltre, è prevista una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea. Si punta sui percorsi professionalizzanti post diploma degli Istituti tecnici superiori (da non confondere con gli istituti tecnici e professionali) e si rafforza la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico. 5. “Inclusione e Coesione”(22,4 miliardi – di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo). Il suo obiettivo è facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale (centri per l’impiego, imprenditorialità femminile, servizi sociali ed ed interventi per le vulnerabilità, etc.). 6. Salute”( 18,5 miliardi, di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo). Il suo obiettivo è rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure (assistenza di prossimità diffusa sul territorio, case e ospedali di comunità, incremento assistenza domiciliare, telemedicina e assistenza remota, attrezzature nuove per diagnosi e cura, etc). Il Piano rafforza l’infrastruttura tecnologica per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati, inclusa la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico. Per ciò che concerne la governance è prevista una responsabilità diretta dei ministeri e delle amministrazioni territoriali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme secondo le scadenze previste mentre il Ministero dell’economia e delle finanze, attraverso un apposito sistema, avrà il compito di monitorare e controllare costantemente l’attuazione delle riforme e degli investimenti e funge da unico punto di contatto con la Commissione Europea. Le premesse per fare bene ci sono tutte, occorre a questo punto augurarci buona fortuna e che “il gusto di futuro” abiliti entusiasmo e intelligenza collettiva in modo da assicurare una piena attuazione dei tanti e importanti progetti che, non senza fatica e ricercato consenso, sono stati programmati. Read the full article
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Posta al centro della meravigliosa costa ligure, un sublime equilibrio tra natura mediterranea e caparbia civiltà, la città di Genova ha proprio tutto ciò che occorre per rendere una vacanza estiva unica, indimenticabile e soprattutto completa. Chiunque visiti Genova, con la sua aria di porto, di traffici e di persone, di palazzi meravigliosi e di cultura impressa sulle pietre, sa che in questa città non è l’asfalto a farla da padrone, ma sono prima di tutto le persone e il mare. A Genova il mare però non è solo porto, è anche cultura, richiamo ancestrale e, ovviamente, spiagge. Strano a dirsi, ma non si può partire per Genova senza portare con sé neanche un costume da bagno. Ecco le spiagge comprese entro l’area metropolitana di Genova, alcune delle quali raggiungibili molto facilmente con i mezzi pubblici cittadini, partendo persino dalla stazione dei treni. Il mare in città, ma per davvero. Le spiagge di Genova Ponente: da Pegli a Vesima L’architettura a scacchiera dei carruggi sfocia nella lunga insenatura, racchiusa su se stessa del porto. Con il mare di fronte, sulla sinistra si erge la lanterna di Genova, simbolo cittadino. Oltre l’antico profilo della lanterna si sviluppa il porto industriale di fronte al quartiere di Sampierdarena, l’aeroporto e il porto di Sestri Ponente. Subito dopo si sviluppa il piccolo litorale ghiaioso di Multedo e del borgo marinaro di Pegli, antica meta di villeggiatura delle ricche famiglie patrizie della città. Se ci si trova in zona, merita sicuramente una visita il museo Navale di Pegli, ospitato nelle sale della cinquecentesca villa Doria-Centurione. Il percorso museale permette di approfondire la storia della marineria ligure attraverso l’esposizione di dipinti e disegni che mostrano lo sviluppo del porto di Genova, immagini storiche di Pegli, antiche carte nautiche anche risalenti al XVI secolo, strumenti navali e modellini di navi di varie epoche, tra cui le tre caravelle che portarono Cristoforo Colombo alla scoperta dell’America. All’interno di villa Durazzo-Pallavicini è ospitato invece il museo di Archeologia Ligure. Oltre Pra’ il litorale si allarga in corrispondenza di Voltri, tanto che l’arenile è chiamato comunemente Spiaggione. Superata infine la piccola località di Crevari, appollaiata alla spalle della Via Aurelia SS1 che si snoda lungo tutto il Ponente ligure, si incontra la piccola spiaggia attrezzata di Vesima, nota per i suoi ciottoli grigi e il colore cristallino delle sue acque, rese trasparenti dalle correnti. Le spiagge di Genova Ponente sono tutte comodamente raggiungibili in treno dalla stazione di Genova Principe. Le spiagge cittadine di Genova: da corso Italia a Boccadasse A breve distanza dal centro storico di Genova in direzione questa volta di Levante, superata l’area portuale della fiera di Genova, si possono raggiungere un gran numero di stabilimenti balneari cittadini, situati lungo la bella passeggiata pedonale che costeggia corso Italia, tra i quali Punta Vagno, San Nazaro, Capo Marina e l’ampio litorale ghiaioso che si apre di fronte al quartiere Albaro. Il lungomare di corso Italia termina in uno dei luoghi più suggestivi e rappresentativi di Genova e del suo profondo legame con il mare. Il borgo marinaro di Boccadasse, oggi come Pegli ormai inglobato nell’area metropolitana della città, si sviluppa intorno al suo antico porticciolo e alle piccole abitazioni color pastello addossate le une alle altre che fanno da cornice all’insenatura. Questa potente immagine è quella che da sempre contraddistingue i borghi della Liguria che si affacciano sul mare o, per meglio dire, che sul mare è come se si ‘lasciassero andare’, aprendosi ai venti e alle correnti, attendendo il ritorno delle barche. Tutto in questa piccola baia, compreso il tempo, sembra essersi fermato, e proprio per questo rappresenta ancora oggi uno degli angoli più belli e autentici della città di Genova. La baia si apre a ovest con la settecentesca chiesa di Sant’Antonio di Boccadasse e si chiude dall’altra parte dal frastagliato capo di Santa Chiara. Il promontorio è dominato dall’alto dal magnifico castello Türcke, costruito in stile nel 1903 dal celebre architetto e decoratore Luigi Coppedé, autore di molti altri edifici neoclassici sparsi per tutta l’area metropolitana di Genova. Dalla torre più alta del castello la vista spazia fino al promontorio di Portofino e oltre. Superato il piccolo stabilimento balneare ai piedi del capo di Santa Chiara, proseguendo in direzione levate si raggiungono le frequentate spiagge di Vernazzola e di Sturla, dove il sole non manca mai di stupire, nemmeno in inverno. Oltre la foce del torrente Sturla e del lussureggiante parco di villa Carrara, la cui vegetazione arriva a lambire il mare proprio di fronte allo scoglio dal quale partirono i Mille di Garibaldi, si sviluppano le spiagge di Genova Levante. Le spiagge di Genova Levante: Quarto, Quinto e Nervi Proprio al di sotto del parco di villa Carrara riemerge la ferrovia, che permette di raggiungere comodamente le spiagge di Genova Levante dalla stazione di Genova Principe. La prima che s’incontra è Priaruggia, a Quarto dei Mille, una delle più note e apprezzata di tutta l’area metropolitana della città. La costa qui è molto frastagliata e dietro il susseguirsi di piccoli promontori rocciosi si aprono altrettante calette ghiaiose, in gran parte attrezzate. Dopo la spiaggia che si apre ai piedi del parco di villa Quartara comincia il litorale di Quinto al Mare, anch’esso tra i più frequentati dai genovesi. Da non perdere la suggestiva caletta che si apre a fianco dei giardini di Quinto, piccola area verde situata proprio sopra il mare. Prima di arrivare a Nervi, si aprono inoltre due spiagge molto conosciute tra le calette cittadine di Genova: Murcarolo e Caprafico. L’ultima meraviglia che ci riserva il litorale genovese di Levante è il borgo marinaro di Nervi, che si snoda lungo la costa ligure a partire dal suo caratteristico porticciolo e la sua piccola spiaggia, davanti alla quale sfocia il torrente omonimo. L’alta scogliera entro la quale è riparato il porto è dominata dal profilo di un antico fortilizio, sotto al quale parte la suggestiva e romantica passeggiata Anita Garibaldi, che si snoda lungo la costa per circa 2 km, fino allo scalo marittimo di Capolungo, con l’omonima spiaggia di ciottoli e l’antica stazione ferroviaria di Sant’Ilario che De André cita nella celebre Bocca di Rosa. Oltre a scoprire le più belle spiagge di Nervi, per lo più ricavate dagli scogli che ne caratterizzano la costa, la passeggiata Anita Garibaldi permette di attraversare i parchi storici che circondano le antiche ville del borgo, come villa del marchese Gropallo (ideatore della passeggiata nel 1823), la dimora-museo di villa Luxoro o villa Grimaldi, entro cui oggi sono ospitati alcune tra le più importanti collezioni di arte moderna e contemporanea della città di Genova (la Wolfsoniana, la galleria d’arte Moderna, le raccolte Frugone e il sublime roseto Luigi Viacava). Merita una segnalazione anche la torre costiera di Gropallo, un tempo chiamata torre del Fieno in quanto questo era il materiale che si bruciava in cima alla torre per segnalare con il fumo i pericoli provenienti dal mare. https://ift.tt/2YrXyXf Le più belle spiagge di Genova e dintorni Posta al centro della meravigliosa costa ligure, un sublime equilibrio tra natura mediterranea e caparbia civiltà, la città di Genova ha proprio tutto ciò che occorre per rendere una vacanza estiva unica, indimenticabile e soprattutto completa. Chiunque visiti Genova, con la sua aria di porto, di traffici e di persone, di palazzi meravigliosi e di cultura impressa sulle pietre, sa che in questa città non è l’asfalto a farla da padrone, ma sono prima di tutto le persone e il mare. A Genova il mare però non è solo porto, è anche cultura, richiamo ancestrale e, ovviamente, spiagge. Strano a dirsi, ma non si può partire per Genova senza portare con sé neanche un costume da bagno. Ecco le spiagge comprese entro l’area metropolitana di Genova, alcune delle quali raggiungibili molto facilmente con i mezzi pubblici cittadini, partendo persino dalla stazione dei treni. Il mare in città, ma per davvero. Le spiagge di Genova Ponente: da Pegli a Vesima L’architettura a scacchiera dei carruggi sfocia nella lunga insenatura, racchiusa su se stessa del porto. Con il mare di fronte, sulla sinistra si erge la lanterna di Genova, simbolo cittadino. Oltre l’antico profilo della lanterna si sviluppa il porto industriale di fronte al quartiere di Sampierdarena, l’aeroporto e il porto di Sestri Ponente. Subito dopo si sviluppa il piccolo litorale ghiaioso di Multedo e del borgo marinaro di Pegli, antica meta di villeggiatura delle ricche famiglie patrizie della città. Se ci si trova in zona, merita sicuramente una visita il museo Navale di Pegli, ospitato nelle sale della cinquecentesca villa Doria-Centurione. Il percorso museale permette di approfondire la storia della marineria ligure attraverso l’esposizione di dipinti e disegni che mostrano lo sviluppo del porto di Genova, immagini storiche di Pegli, antiche carte nautiche anche risalenti al XVI secolo, strumenti navali e modellini di navi di varie epoche, tra cui le tre caravelle che portarono Cristoforo Colombo alla scoperta dell’America. All’interno di villa Durazzo-Pallavicini è ospitato invece il museo di Archeologia Ligure. Oltre Pra’ il litorale si allarga in corrispondenza di Voltri, tanto che l’arenile è chiamato comunemente Spiaggione. Superata infine la piccola località di Crevari, appollaiata alla spalle della Via Aurelia SS1 che si snoda lungo tutto il Ponente ligure, si incontra la piccola spiaggia attrezzata di Vesima, nota per i suoi ciottoli grigi e il colore cristallino delle sue acque, rese trasparenti dalle correnti. Le spiagge di Genova Ponente sono tutte comodamente raggiungibili in treno dalla stazione di Genova Principe. Le spiagge cittadine di Genova: da corso Italia a Boccadasse A breve distanza dal centro storico di Genova in direzione questa volta di Levante, superata l’area portuale della fiera di Genova, si possono raggiungere un gran numero di stabilimenti balneari cittadini, situati lungo la bella passeggiata pedonale che costeggia corso Italia, tra i quali Punta Vagno, San Nazaro, Capo Marina e l’ampio litorale ghiaioso che si apre di fronte al quartiere Albaro. Il lungomare di corso Italia termina in uno dei luoghi più suggestivi e rappresentativi di Genova e del suo profondo legame con il mare. Il borgo marinaro di Boccadasse, oggi come Pegli ormai inglobato nell’area metropolitana della città, si sviluppa intorno al suo antico porticciolo e alle piccole abitazioni color pastello addossate le une alle altre che fanno da cornice all’insenatura. Questa potente immagine è quella che da sempre contraddistingue i borghi della Liguria che si affacciano sul mare o, per meglio dire, che sul mare è come se si ‘lasciassero andare’, aprendosi ai venti e alle correnti, attendendo il ritorno delle barche. Tutto in questa piccola baia, compreso il tempo, sembra essersi fermato, e proprio per questo rappresenta ancora oggi uno degli angoli più belli e autentici della città di Genova. La baia si apre a ovest con la settecentesca chiesa di Sant’Antonio di Boccadasse e si chiude dall’altra parte dal frastagliato capo di Santa Chiara. Il promontorio è dominato dall’alto dal magnifico castello Türcke, costruito in stile nel 1903 dal celebre architetto e decoratore Luigi Coppedé, autore di molti altri edifici neoclassici sparsi per tutta l’area metropolitana di Genova. Dalla torre più alta del castello la vista spazia fino al promontorio di Portofino e oltre. Superato il piccolo stabilimento balneare ai piedi del capo di Santa Chiara, proseguendo in direzione levate si raggiungono le frequentate spiagge di Vernazzola e di Sturla, dove il sole non manca mai di stupire, nemmeno in inverno. Oltre la foce del torrente Sturla e del lussureggiante parco di villa Carrara, la cui vegetazione arriva a lambire il mare proprio di fronte allo scoglio dal quale partirono i Mille di Garibaldi, si sviluppano le spiagge di Genova Levante. Le spiagge di Genova Levante: Quarto, Quinto e Nervi Proprio al di sotto del parco di villa Carrara riemerge la ferrovia, che permette di raggiungere comodamente le spiagge di Genova Levante dalla stazione di Genova Principe. La prima che s’incontra è Priaruggia, a Quarto dei Mille, una delle più note e apprezzata di tutta l’area metropolitana della città. La costa qui è molto frastagliata e dietro il susseguirsi di piccoli promontori rocciosi si aprono altrettante calette ghiaiose, in gran parte attrezzate. Dopo la spiaggia che si apre ai piedi del parco di villa Quartara comincia il litorale di Quinto al Mare, anch’esso tra i più frequentati dai genovesi. Da non perdere la suggestiva caletta che si apre a fianco dei giardini di Quinto, piccola area verde situata proprio sopra il mare. Prima di arrivare a Nervi, si aprono inoltre due spiagge molto conosciute tra le calette cittadine di Genova: Murcarolo e Caprafico. L’ultima meraviglia che ci riserva il litorale genovese di Levante è il borgo marinaro di Nervi, che si snoda lungo la costa ligure a partire dal suo caratteristico porticciolo e la sua piccola spiaggia, davanti alla quale sfocia il torrente omonimo. L’alta scogliera entro la quale è riparato il porto è dominata dal profilo di un antico fortilizio, sotto al quale parte la suggestiva e romantica passeggiata Anita Garibaldi, che si snoda lungo la costa per circa 2 km, fino allo scalo marittimo di Capolungo, con l’omonima spiaggia di ciottoli e l’antica stazione ferroviaria di Sant’Ilario che De André cita nella celebre Bocca di Rosa. Oltre a scoprire le più belle spiagge di Nervi, per lo più ricavate dagli scogli che ne caratterizzano la costa, la passeggiata Anita Garibaldi permette di attraversare i parchi storici che circondano le antiche ville del borgo, come villa del marchese Gropallo (ideatore della passeggiata nel 1823), la dimora-museo di villa Luxoro o villa Grimaldi, entro cui oggi sono ospitati alcune tra le più importanti collezioni di arte moderna e contemporanea della città di Genova (la Wolfsoniana, la galleria d’arte Moderna, le raccolte Frugone e il sublime roseto Luigi Viacava). Merita una segnalazione anche la torre costiera di Gropallo, un tempo chiamata torre del Fieno in quanto questo era il materiale che si bruciava in cima alla torre per segnalare con il fumo i pericoli provenienti dal mare. Genova è una città cosmopolita ed affascinante, ricca di spiagge nel circuito cittadino e all’esterno, da Levante a Ponente, tutte da scoprire.
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Messina è una città portuale sulla punta siciliana nord-orientale, separata dall'Italia continentale dallo Stretto di Messina. Stretta tra le coste ionica e tirrenica ed i monti Peloritani, si affaccia con il suo grande porto naturale chiuso dalla penisoletta a forma di falce di San Raineri. Si trova al centro di una zona agricola, con la produzione di agrumi tra cui il limone, l'arancio, il mandarino e il mandarancio, Oltre alla produzione di frutta, ortaggi e del vino D.O.C. Faro e della Birra DOC 15 e Birra dello Stretto. La città fa parte della fascia climatica Csa, un clima caldo e molto secco in estate e mite e piovoso nel semestre invernale, con escursioni termiche decisamente contenute in ogni stagione. Inverni Brevi ed estati calde moderate dalle brezze marine che asciugano l'umidità nell'aria nei momenti più caldi delle giornate. Il territorio circostante è dominato da bellezze naturali come i colli San Rizzo, L'orto Botanico Pietro Castelli, La Foresta di Camaro, i Laghetti di Tindari e le infinite spiagge sabbiose siciliane. È nota per il Caratteristico Duomo di epoca normanna, le fontane e le statue in marmo decorate con figure mitologiche, i palazzi rinascimentali e le importati chiese che arricchiscono l'area urbana. #Messina #Sicilia #Duomo #Tindari #Spiagge #Normanni #Chiese #Statue #Rinascimento #Collisanrizzo #Ortobotanico #Forestacamaro #Agrumi #Arance #Vino #Agricoltura #Climamediterraneo #Mediterraneo #Natura #Cultura #Bellezze #Italia https://www.instagram.com/p/B2zCkaCiJFQ/?igshid=1pcgmqo36ziqs
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di CLAUDIO GALIANI ♦
LE RESISTENZE ALLA RESISTENZA
L’antifascismo e la nuova democrazia.
Il 31 marzo 1946 finalmente si svolgono in città le prime elezioni amministrative a suffragio universale, con la partecipazione femminile al voto.
Certificato elettorale amministrative 1946.
I risultati premiano i tre partiti popolari di massa, disegnando una nuova geografia del sistema politico. La maggioranza dei voti si orienta verso la sinistra e il calcolo delle preferenze mostra che il maggior consenso si riversa sui protagonisti della lotta partigiana e su altri che hanno alle spalle una riconosciuta storia antifascista.
Risultati Elezioni Amministrative 1946.
Il PCI risulta primo partito, con 4.654 voti e 13 seggi. A ruota segue il PSI con 4.412 voti e 13 seggi, terza è la DC con 4.022 voti e 12 seggi. Più modesto è il consenso raccolto dal Partito Repubblicano- Partito d’Azione, che con 787 voti ottiene 2 seggi. I primi quattro eletti del PCI sono legati all’esperienza partigiana: Fernando Barbaranelli, Antonio Morra, Annibale Foschi, armatore, padre dei tre fratelli della banda Maroncelli, e Augusto Carucci. Anche Nicola Mori è tra gli eletti. Quinto nella classifica è Renato Pucci.
Nelle file del PSI risultano primi eletti Vincenzo Benedetti, Pietro Scala, Ivanoe Caciolli e Pietro Biferali. Caciolli, portuale, era membro del C.L.N. che ha collaborato con il Sindaco Scala. Pietro Biferali, facchino, è uno storico dirigente socialista, massimalista. E’ stato consigliere comunale dal 1920 fino allo scioglimento del Consiglio, poi dirigente della Camera del Lavoro e del movimento degli Arditi nel periodo degli scontri contro gli squadristi.
Nella Dc primo eletto, come liberale indipendente, è l’ avvocato Roberto Alessi, che l’anno prima aveva conteso a Scala la nomina a Sindaco. E’ seguito dal dottor Antonino Siligato e da Cheren Gatta.
Il voto esprime un sentimento antifascista profondamente radicato nella popolazione. Sono numerose le famiglie che hanno sofferto per le angherie e il trattamento subìto dagli oltre 200 antifascisti perseguitati e incarcerati dal passato regime. Significativo è anche il voto accordato alla lista del P.R.I. – Partito d’ Azione, con due consiglieri, Baldo Baldi e Francesco Giachetta, che presentano alla prima seduta del Consiglio una mozione antimonarchica e a favore della Costituente. La mozione è approvata con il voto contrario dei due democristiani Alessi e Barbato, a testimonianza del carattere moderato di quel partito.
C’è un fatto, però, che merita attenzione: l’assenza dalla competizione di Ezio Maroncelli. Il comandante partigiano, attivo nel C.L.N. fino alle sue ultime riunioni, ha deciso di non presentarsi alle elezioni, con una esplicita rinuncia a entrare nel gioco politico-amministrativo. Continuerà a militare nel PCI, senza assumere incarichi pubblici.
Sono connessi a questo fatto i modi di elezione del Sindaco? La scelta del PCI, a cui spetta indicare il nome, ricade su Renato Pucci. A prescindere dalle qualità della persona, viene trascurato il criterio delle preferenze popolari. E’ una scelta politica, dovuta probabilmente alle esigenze di mediazione con i partiti che formeranno la maggioranza. Non è però una scelta indolore. Durante la prima seduta del Consiglio Comunale, il voto per l’elezione del primo cittadino mostra segni di esplicito dissenso all’interno dei gruppi consiliari della sinistra. Renato Pucci ottiene nello scrutinio 21 voti, contro i 12 indirizzati al democristiano Roberto Alessi. Due voti vanno al suo compagno di partito Antonio Morra, altrettanti al socialista Ivanoe Caciolli, con un astenuto. All’inizio della seduta si constata l’assenza di Fernando Barbaranelli e del socialista Galli Bronzetti, giustificati, e di Annibale Foschi, ingiustificato. Il significato politico è lampante. La DC vota compatta il suo candidato, non altrettanto fanno i consiglieri del PCI e del PSI. La formazione della Giunta conferma questa incrinatura. In nome dell’unità antifascista, istituzionale ma non politica, il PCI ottiene un solo assessorato per Pietro Longhi; due assessorati sono assegnati ai socialisti Spartaco Arciprete e Gino Marconi, due ai democristiani Antonino Siligato e Alessandro Ceccarelli. Vincenzo Benedetti è nominato vice-Sindaco. Nella Giunta non compare nessun nome legato all’esperienza partigiana. Non è pensabile che a queste scelte resti estranea la federazione Romana del PCI, che segue con attenzione la politica cittadina. E’ possibile che in nome del realismo moderato, che sta alla base della solidarietà antifascista, si sacrifichi tutto ciò che può evocare la cultura del ribellismo tanto diffusa nella sinistra cittadina? Il 26 aprile Barbaranelli diviene segretario della sezione locale dell’ANPPIA, che viene intestata a Paolo Antonini.
L’unità politica della Giunta si rivela troppo fragile, di fronte alla mole dei problemi che incombono. Già dopo alcuni mesi emergono attriti tra i partiti di sinistra e la DC sui programmi di ricostruzione, sulla gestione degli alloggi popolari, sui criteri di epurazione degli impiegati fascisti. L’emergenza abitativa si ripresenta drammaticamente con il crollo di una palazzina a via Trieste, che lascia sepolti nove cittadini. Tra l’altro, l’Amministrazione deve occuparsi delle prime spinte autonomiste di Santa Marinella e di Ladispoli, che porterebbero a un deciso ridimensionamento del territorio comunale. Su questo punto nel Consiglio si registra un atteggiamento unitario, sostanzialmente contrario, che punta a dilazionare la decisione. Tutto si svolge in un clima di forti tensioni sociali, scioperi, conflitti aziendali, prime invasioni delle terre, richieste di accelerare i lavori di ricostruzione per alleviare l’alto tasso di disoccupazione.
Il referendum del 2 giugno 1946 conferma la forza della tradizione democratica e progressista della città. L’opzione per la Repubblica ottiene un risultato travolgente, con il 68,5 % dei voti attribuiti, oltre il 14 % in più rispetto alla media nazionale.
Le contestuali elezioni per la Costituente vedono confermato il primato del PCI con 4.951 voti, seguito dal PSI con 4.891, dalla DC con 4.159. Nell’occasione compie un balzo in avanti il PRI, con 1.580 voti, mentre fanno la loro comparsa l’Uomo Qualunque, 903 voti, e il Movimento Monarchico, 380. E’ un voto anomalo, se confrontato al dato nazionale che vede assegnato circa il 36% dei voti alla DC, il 21% al PSI e il 19% al PCI, soltanto terzo partito.
L’arresto di Antonio Morra
Il clima politico sta già cambiando e si notano gli effetti sul comportamento della Magistratura. Il 28 marzo viene arrestato Antonio Morra e tradotto nel carcere di Viterbo, imputato del delitto di istigazione all’uccisione del Commissario prefettizio repubblichino di Barbarano Romano, avvenuta il 5 giugno 1944 durante la liberazione del paese. Il Decreto di amnistia del giugno 1946, che è servito a scarcerare migliaia di fascisti, non viene considerato per quell’episodio. Alla notizia, scattano prontamente le proteste e le reazioni di solidarietà popolare verso il consigliere ex-partigiano. La Camera del Lavoro proclama uno sciopero generale e organizza una manifestazione per richiedere la scarcerazione. In Consiglio Comunale, con un vibrante intervento Barbaranelli difende il compagno partigiano e lancia un atto d’accusa contro le manovre che vogliono rovesciare gli equilibri politici del paese e trasformare il processo al Fascismo in processo alla Resistenza.
Articolo Messaggero del 2 aprile 1947.
Il Consiglio approva un ordine del giorno per chiedere la scarcerazione, ma si astengono i consiglieri democristiani. Cheren Gatta, ex collega di Morra nel C.L.N., motiva imbarazzato la sua astensione con l’incompetenza del Consiglio Comunale su quella materia. Nella successiva seduta del 25 aprile, Morra può riprendere posto nel Consiglio, tra gli applausi dei colleghi e le congratulazioni del Sindaco perchè gli è stata completamente restituita l’onorabilità.
Cade la Giunta antifascista.
Il 1° gennaio 1948 entra in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana, prodotto nobile della Resistenza e dell’impegno unitario delle forze antifasciste. Sul piano politico il percorso unitario si è però esaurito nel giugno precedente con l’estromissione delle sinistre dal Governo De Gasperi. Nel mese di dicembre sono entrati nel Governo anche i Repubblicani e il PSLI, formazione nata dalla scissione del PSI. Il corso della politica nazionale accelera la fine dell’esperienza unitaria cittadina, che si conclude il 24 gennaio 1948 con l’uscita dalla Giunta dei due assessori democristiani. Il dibattito che si svolge in Consiglio su un o.d.g. presentato dal gruppo democristiano rivela le ragioni sostanzialmente politiche delle dimissioni.
I consiglieri democristiani si dimettono dalla Giunta.
Più che sui fatti amministrativi le critiche sono rivolte ai comportamenti del Sindaco e del resto della maggioranza, accusati di trascurare la componente democristiana e di relegarla a un ruolo marginale. Il ”casus belli” è l’adesione non concordata della Giunta al Fronte dei Comuni Democratici e l’assenza del Sindaco dalla cerimonia organizzata in occasione dell’approdo in porto della 200^ nave della flotta statunitense. La replica del resto della maggioranza, che ribalta le accuse parlando di autoesclusione della DC e di recondite ragioni politiche, non fa che sanzionare stancamente la fine di un’esperienza politicamente logora. Cheren Gatta è il più determinato a marcare le distanze e a confermare la rottura. A completare la confusione interviene la dichiarazione dell’indipendente Alessi, che presenta le dimissioni, respinte dal Consiglio, per dissenso nei confronti del suo gruppo. Nel mese di febbraio i due assessori sono sostituiti in Giunta da Fernando Barbaranelli e Pietro Biferali, per comporre una maggioranza di sinistra.
Da questo momento il Gruppo democristiano deserta programmaticamente le sedute del Consiglio Comunale, con l’obiettivo evidente di minarne la credibilità e causarne lo scioglimento.
CLAUDIO GALIANI
… continua (il prossimo capitolo (XV) mercoledì 18 settembre 2019)
ANATOMIA DI DUE BANDE (XIV) di CLAUDIO GALIANI ♦ LE RESISTENZE ALLA RESISTENZA L’antifascismo e la nuova democrazia. Il 31 marzo 1946 finalmente si svolgono in città le prime elezioni amministrative a suffragio universale, con la partecipazione femminile al voto.
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Italian Port Days, un mese di eventi organizzati da AdSP
Livorno 21 settembre 2022 – A Livorno gli Italian Port Days Un mese di eventi per celebrare gli Italian Port Days (20 settembre-20 ottobre 2022), l’iniziativa lanciata in comune dalle Autorità di Sistema Portuale e coordinata da Assoporti per avvicinare la cittadinanza alla vita e cultura portuali. Sono proprio il mare e la portualità, declinata in tutti i suoi aspetti di interazione con la…
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SAIL 2017 - Lega Navale Senigallia - Promozione cultura marinaresca e iniziativa Spiagge e fondali puliti - 2017
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Oggi 21/05/2017 un gruppo di diciotto studenti dell’Istituto Alberghiero Panzini, accompagnati da tre insegnanti, salperanno dal porto di Ancona alla volta della costa croata nell’ambito di una iniziativa organizzata dalla Lega Navale Italiana – Sezione di Senigallia. Durante la navigazione, la cui durata complessiva sarà di otto giorni, sono previste svariate dirette-video alle quali si potrà assistere accedendo alla pagina seguente: https://www.facebook.com/leganavalesenigallia.lni/. Giovedì 25 maggio 2017 dalle ore 15.00 alle ore 17.00 si terrà nell’area portuale di Senigallia l’iniziativa di Legambiente “Spiagge e fondali puliti”, con la partecipazione del nostro gruppo Vela e di Cima Sub, e con il patrocinio del Comune di Senigallia.
FROM http://www.navigamus.info/2017/05/lega-navale-senigallia-promozione.html
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Napoli: Il teatro d'Italia tra mare e cultura
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Si tratta di una delle città Italiane più conosciute in tutto il mondo. Tra pummarola in coppa, pizza e mandolino ha molto da dare a chiunque si addentri fra i suoi vicoli. Qualsiasi persona del posto vi direbbe “Napoli è un teatro” e non esisterebbe parola più adatta per descriverla. Da piazza Plebiscito ai quartieri storici la differenza é evidente. Nella Napoli moderna puoi vedere gente intenta a fare shopping in galleria o a prendersi un caffè al Gambrinus, nel Centro storico puoi ritrovare il fascino dei film di Totò o delle commedie di De Filippo, tra cittadini che ballano la tarantella o che cantano e fuochi d'artificio che esplodono. Napoli è quella città in cui non ti annoieresti mai, dove una calorosa accoglienza è di casa insieme al profumo di sfogliatelle appena fatte. È un luogo con una ricchezza artistica, storica e culturale molto ampia che ha portato l’UNESCO a dichiarare il suo centro storico come Patrimonio dell’Umanità. Diversi i popoli che hanno lasciato resti del loro passaggio in questa città, dai greci ai romani, dai normanni agli spagnoli, grazie ai quali Napoli fu centro politico del regno borbonico delle Due Sicilie.
-I palazzi storici di Napoli
A livello turistico oltre ai quartieri spagnoli ideali per gli acquisti e possibile dedicarsi alla visita dei palazzi storici di Napoli primo fra tutti Castel dell’Ovo, che prende il nome da una leggenda secondo cui Virgilio avrebbe scoperto all’interno del castello un uovo che sopporta tutta la struttura dell’edificio. Altra struttura da vedere è Castel Capuano costruito da Guglielmo I di Sicilia, primo Re del Regno di Napoli, così chiamato perché situato sulla rotta che conduce alla città di Capua. Da non dimenticare anche il Maschio Angioino, costruito alla fine del 1200, luogo dove vennero ospitati moltissimi artisti dell’epoca, tra cui Boccaccio. Oltre i palazzi non si può lasciare la città del Vesuvio senza visitare il Palazzo Reale ora sede della Biblioteca Nazionale, Capodimonte nato per conservare la favolosa collezione d’arte della famiglia Farnesio e il Teatro San Carlo.
Non solo palazzi ma anche cupole
Un’altro aspetto caratterizzante della cultura napoletana ha a che fare con la devozione. Conosciuta anche come la città delle 500 cupole, non si può dire di averla vista in tutte le sue sfaccettature se non si passa per le chiese: Il Duomo della città e la Cappella di S.Severo sono fra le più suggestive da vedere, in particolare quest'ultima per la presenza del Cristo Velato. Oltre a una vastità infinita di patrimoni culturali, in quanto località marittima e portuale, Napoli, si rivela inoltre, località ideale per escursioni e gite in barca. Read the full article
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