#creatività e sopravvivenza
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pier-carlo-universe · 27 days ago
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"La Sarta di Dachau": Mary Chamberlain e il Potere della Resilienza in un Romanzo Intenso. Recensione di Alessandria today
Una storia di speranza, coraggio e sogni che resistono anche nei momenti più oscuri della storia.
Una storia di speranza, coraggio e sogni che resistono anche nei momenti più oscuri della storia. Biografia dell’autrice. Mary Chamberlain è una storica e scrittrice britannica, nata nel Regno Unito, nota per il suo lavoro accademico e le sue opere di narrativa. Laureata in Storia, ha pubblicato numerosi saggi accademici prima di dedicarsi alla narrativa. Il suo romanzo d’esordio, La Sarta di…
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susieporta · 4 months ago
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Fante di Coppe
"La Verità del Cuore".
Idealizzare è un processo della Mente.
E' un meccanismo di difesa.
Da bambini è un processo vitale per la sopravvivenza affettiva ed emotiva qualora la figura adulta di riferimento risulti deficitaria o assente nelle cure parentali.
Il bambino idealizza per non morire di dolore.
Da adulti impariamo ad affrontare l'Altro con lo stesso schema distorsivo.
Creiamo un'immagine fantasiosa del legame. Qualcosa che non esiste. Ricamiamo sull'Altro un immagine finta e distante dalla realtà.
Siamo i maghi del convincimento: tratteniamo dentro di noi l'immagine dell'Altro fino alle estreme evidenze, anche quando le maschere cadono e producono un tonfo al Cuore inimmaginabile.
Principi e principesse con cui intratteniamo anni della nostra vita, perdendoci nel gioco dell'illusione, giustificando ogni comportamento lesivo in nome di un Sentimento che non esiste, inventato, qualificato dalla svalutazione e dalla finzione.
Il piedistallo ad un certo punto crolla.
E le macerie ci sommergono.
"Io credevo che mi amasse".
Il crollo dell'immagine dei Genitori è qualcosa di immensamente doloroso. Molto più doloroso e impattante della destrutturazione di un rapporto di coppia.
Non essersi sentiti amati e accolti nell'Amore e nell'Accettazione fa male.
Ma la Verità è che molti individui, a loro volta traumatizzati o violentati nelle cure parentali, non provano nulla dentro di loro. Hanno il Cuore completamente asserragliato e congelato.
Non amano.
Non ne sono capaci.
E il bambino lo sente. Ma deve sopravvivere. Non può morire. E si inventa ogni stratagemma di compensazione interiore. Si inventa le storie. Si offre alla fantasia e alla creatività per costruire madri e padri che in realtà in fondo in fondo gli vogliono bene. Ma non riescono ad esprimerlo.
E da grandi si raccontano le medesime bugie.
E i castelli di onnipotenza genitoriale, diventano castelli di rabbia e frustrazione.
La principessa diventa una strega e il principe un ranocchio.
Idealizzare l'Altro nasconde una ferita profondissima.
Metterlo sul piedistallo e adorarlo, onorarlo, divinizzarlo è una "forma di oggettivazione".
E guai uscire da quello spazio di idealizzazione. Guai se l'Altro si sottrae al copione e "si presenta per quello che è".
L'Altro è costretto a stare forzatamente dentro a quell'idealizzazione. Altrimenti deve prepararsi ad essere accusato di "alto tradimento".
Ma l'Altro non sarà mai all'altezza dell'idealizzazione. E' un essere umano in carne e ossa. E' reale. E' emozione vera. E se ha compiuto un percorso di Verità interiore, non può fermarsi ad adempiere al bisogno dell'Altro di aspettativa irrealistica di rapporto.
La Relazione è Cuore.
E il Cuore non idealizza. Sente.
Sente se c'è purezza, se c'è gentilezza, se c'è Verità nei gesti, nelle parole, negli sguardi, nella stretta di mano.
L'Altro non è uno "strumento di compensazione". E se è radicato nella sua Autenticità, non potrà mai esserlo. Sarebbe pura finzione.
E prima o poi giungerà il fatidico momento in cui l'Altro, conscio della "condizione di strumento", deluderà l'aspettativa e se ne andrà. Ed allora verrà sminuito, svalutato e scartato.
Essere veri, radicati, presenti, onesti con noi stessi e l'Altro è il primo presupposto per intrattenere una relazione sana.
Lasciamo cadere le idealizzazioni e sentiamo a Cuore aperto la Verità.
Spalanchiamo gli occhi e le orecchie e guardiamo i "fatti".
Non ci sono giustificazioni o castelli da costruire. Ci sono "fatti".
Non ci sono promesse che tengano.
C'è la Verità.
Impariamo a seguirla.
Piedi ben radicati a terra e Cuore aperto alla Vita. Così si prosegue. Così si può generare Amore e riceverne in abbondanza.
L'Autunno spoglia gli alberi dalle foglie ingiallite. E anche le illusioni.
Per lasciare spazio alla nudità, alla rigidità dell'Inverno. Che all'interno custodisce una Forza generatrice tutta nuova.
Un Amore nuovo.
Una Vita nuova.
Un nuovo Cammino.
Mirtilla Esmeralda
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sguardimora · 2 years ago
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[ph. Mirco Lorenzi]
Si è conclusa domenica 5 marzo la residenza creativa di Catinca Draganescu con una prima presentazione di alcuni dei materiali di ricerca che sta sviluppando intono al progetto The future belongs to those who hope. Nel contesto del progetto europeo Stronger Peripheries, Catinca e il suo team hanno lavorato attorno alla tematica Right to the future declinandola attorno ai concetti di comunità e utopie di futuri possibili.
In questa primissima fase di lavoro il dispositivo che hanno individuato per coinvolgere spettatori e spettatrici di Mondaino nel loro processo di ricerca si rifà al teatro partecipativo alla Roger Bernát: si tratta di un gioco socio-interattivo che prova a riflettere sulle dinamiche che si creano in una comunità temporanea di spettatori-attivi e sulle reazioni che si innescano nella platea di spettatori-osservatori. 
Il pubblico entra e viene accolto sul palcoscenico da tre performer che guideranno il gioco; lo spazio è inizialmente vuoto e circondato da sedie sui lati. L’interazione si apre con una serie di domande che invitano alla partecipazione e conducono all’autoselezione dei partecipanti: chi desidera essere attivo nel gioco si alza in piedi e chi desidera esserne il testimone resta seduto.
L’architettura drammaturgica progettata per gli spettatori si sviluppa all’interno di un preciso frame di istruzioni e domande utili ad orientare le azioni e le riflessioni del pubblico. Come proprio del paradigma partecipativo di Bernát anche qui è nei bivi, nelle biforcazioni che «si inserisce l'azione dello spet-atore, spesso alle prese con domande che contemplano risposte diferenti, senza approdare a una conclusione certa» (Pedullà 2015, p. 40). L’espediente d’innesco è la fine della Terra, devastata da disastri naturali, riscaldamento globale e guerre e il trasferimento di alcuni esseri umani in un pianeta sconosciuto. Sbarcano in nove dall’astronave alveare e, dopo esercizi fisici e di immaginazione, iniziano a costruire il nuovo pianeta con piante e frutti tropicali, aria sana e acqua potabile.
Poi si presentano, alcuni con nomi reali altri con nomi immaginari e ognuno di loro porta dalla Terra precisi desideri da conservare: fratellanza, pace, autogestione, creatività, equità, tranquillità, simbiosi, tutela per cambiamenti individuali.
Attraverso sfide sia fisiche che dialogiche si crea una sorta di comunità temporanea che mette in moto per renderli visibili e così disinnescarli, in maniera ludica e ironica, gli stessi meccanismi che si attivano nella realtà: nel momento in cui vengono date precise regole che limitano la sopravvivenza del gruppo sul pianeta si creano alleanze, si autoproclamano leader, si solidarizza provando a portare l’attenzione sulle proprie opinioni...
Chi resta vivo? Chi è disposto a sacrificarsi per mantenere intatto il numero dei 15 possibili abitanti umani del nuovo pianeta? Tornare indietro o restare? Discutere per trovare una soluzione ottimale e condivisa o votare “democraticamente” per arrivare alla soluzione finale? Queste sono solo alcune delle questioni che si aprono durante le quasi due ore di incontro che hanno colpito e appassionato gli spettatori e le spettatrici che hanno partecipato anche all’incontro successivo con la compagnia, durante il quale sono state dipanate le tematiche del lavoro e non sono mancati i feedback sia da parte dei partecipanti attivi che soprattutto dai testimoni che hanno condiviso con gli artisti le loro impressioni, la loro “invidia” nel guardare da fuori e il loro parteggiare per alcune delle decisioni prese o al contrario suggerire possibilità che non erano state immaginate nel corso del gioco.
*Pedullà, C. (2015). Lo spett-attore: il teatro partecipato di Roger Bernat. Antropologia E Teatro. Rivista Di Studi, 6(6). 
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Catinca Draganescu's creative residency ended on Sunday, March 5, with a first presentation of the research materials. The project The future belongs to those who hope is developping in the context of the European project Stronger Peripheries; Catinca and her team have been working around the theme Right to the future by declining it around the concepts of community and utopias of possible futures.
At this very early stage of their work, the device they have identified to involve spectators of Mondaino in their research process is based on Roger Bernát-style participatory theater: it is a socio-interactive game that tries to reflect on the dynamics that are created in a temporary community of spectator-activists and the reactions that are triggered in the audience of spectator-observers.
The audience enters and is welcomed to the stage by three performers who will lead the play; the space is initially empty and surrounded by chairs on the sides. The interaction opens with a series of questions that invite participation and lead to self-selection of participants: those who wish to be active in the game stand up and those who wish to be the witness remain seated.
The dramaturgical architecture designed for the spectators is developed within a precise frame of instructions and questions useful for guiding the audience's actions and reflections. As proper to Bernát's participatory paradigm, here too it is in the forks, the bifurcations that "the action of the spectator-viewer is inserted, often grappling with questions that contemplate diferent answers, without landing at a certain conclusion" (Pedullà 2015, p. 40). The trigger device is the end of Earth, devastated by natural disasters, global warming and wars, and the relocation of some humans to an unknown planet. Nine of them disembark from the hive ship and, after physical and imaginative exercises, begin to build the new planet with tropical plants and fruits, healthy air and clean water.
Then they introduce themselves, some with real names others with imaginary names, and each of them brings from Earth precise desires to preserve: brotherhood, peace, self-management, creativity, equity, tranquility, symbiosis, and protection for individual changes.
Through both physical and dialogical challenges, a kind of temporary community is created that sets in motion to make them visible and thus defuse, in a playful and ironic way, the same mechanisms that are activated in reality: the moment precise rules are given that limit the group's survival on the planet, alliances are created, self-proclaimed leaders are made, solidarity is established by trying to bring attention to one's own opinions...
Who stays alive? Who is willing to sacrifice themselves to keep the number of the 15 possible human inhabitants of the new planet intact? Go back or stay? Discuss to find an optimal and shared solution or vote "democratically" to arrive at the final solution? These are just a few of the questions that opened up during the nearly two-hour meeting that impressed and impassioned the spectators and viewers who also participated in the subsequent meeting with the company, during which the themes of the work were unraveled and there was no shortage of feedback both from active participants and especially from the witnesses who shared with the artists their impressions, their "envy" in watching from the outside and their siding with some of the decisions made or on the contrary suggesting possibilities that had not been imagined in the course of the play.
*Pedullà, C. (2015). Lo spett-attore: il teatro partecipato di Roger Bernat. Antropologia E Teatro. Rivista Di Studi, 6(6). 
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robycek · 10 days ago
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enkeynetwork · 11 days ago
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ilgiardinodivagante · 5 months ago
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Ci siamo mai davvero chiesti cosa ci renda umani? È una domanda che l'uomo si pone da millenni, cercando risposte nelle profondità della filosofia, della scienza, e persino della propria anima. Certo, abbiamo il linguaggio, la coscienza di sé, la capacità di pensare in modo astratto e di creare cultura. Ma sono davvero solo questi elementi a differenziarci dagli altri esseri viventi?
Io credo che ci sia qualcosa di più profondo, qualcosa che va oltre le semplici definizioni. Credo che ciò che ci distingue sia la nostra capacità di trascendere l'istinto, di scegliere. Un animale è guidato dai suoi bisogni primari, dalla sopravvivenza. Noi, invece, abbiamo la libertà di decidere se seguire la nostra parte più animalesca o se ascoltare quella voce interiore che ci spinge verso qualcosa di più grande.
È questa capacità di scelta che ci permette di creare arte, di fare filosofia, di amare, di soffrire. È ciò che ci rende capaci di empatia, di compassione, di giustizia. È la scintilla che accende la nostra creatività, che ci permette di immaginare mondi migliori, di sognare un futuro diverso.
Ma questa libertà è una lama a doppio taglio. Ci permette di elevarci al di sopra degli altri animali, ma ci rende anche responsabili delle nostre azioni. Possiamo scegliere di costruire un mondo migliore, oppure possiamo scegliere di distruggerlo. E la storia ci insegna che, troppo spesso, abbiamo optato per la seconda strada.
Quando rinunciamo alla nostra umanità, quando ci lasciamo guidare solo dall'egoismo e dalla violenza, ci allontaniamo da ciò che ci rende unici. Perdiamo la capacità di meravigliarci, di amare, di sognare. Diventiamo come macchine, programmate solo per soddisfare i nostri bisogni più elementari.
Eppure, nonostante tutto, credo ancora nell'umanità. Credo che dentro di noi ci sia una forza in grado di superare ogni ostacolo, di risorgere dalle ceneri. Credo che possiamo imparare dai nostri errori, che possiamo cambiare, che possiamo diventare migliori.
Ma per farlo dobbiamo riscoprire quella parte di noi che è capace di trascendere l'ordinario, di rompere gli schemi e di immaginare un futuro diverso. La consapevolezza di sé è il primo passo: siamo in grado di riflettere sul nostro passato, presente e futuro. Abbiamo inventato il tempo, usiamolo per agire ora, nel presente, plasmando il domani. Non accontentiamoci di subire il corso degli eventi, ma diventiamo artefici del nostro destino.
La cultura, in tutte le sue forme, è il nostro patrimonio più prezioso. L'arte, la musica, la letteratura e la scienza sono più che semplici passatempi: sono veicoli per trasmettere valori, idee e conoscenze. Smettiamo di considerare la cultura come un prodotto da consumare passivamente e riappropriamocene come strumento di crescita e di trasformazione. Rifiutiamo tutto ciò che banalizza e mercifica la cultura, e sosteniamo chi la utilizza per costruire un mondo migliore.
La moralità è il fondamento della nostra umanità. Abbiamo un senso innato del bene e del male, e la capacità di costruire sistemi etici complessi. È arrivato il momento di riconnetterci con questa parte più profonda di noi stessi, di ascoltare la nostra coscienza e di agire in accordo con i nostri valori. Dobbiamo superare l'egoismo e l'individualismo, e riscoprire il valore della solidarietà, della compassione e della giustizia.
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Per fare tutto questo, dobbiamo essere disposti a uscire dalla nostra comfort zone, a sfidare le nostre convinzioni più radicate e a abbracciare il cambiamento. Dobbiamo essere coraggiosi, creativi e determinati. Dobbiamo essere pronti a mettere in discussione tutto ciò che diamo per scontato, a ripensare il nostro modo di vivere e di relazionarci con gli altri.
Solo così potremo costruire un futuro in cui l'umanità possa finalmente esprimere tutto il suo potenziale. Un futuro in cui la scienza, l'arte, la filosofia e la spiritualità possano convivere in armonia, creando un mondo migliore per tutti.
Iniziamo da noi stessi, dalle nostre scelte quotidiane. Ricordiamo sempre che siamo parte di qualcosa di più grande di noi stessi. Siamo parte dell'umanità, parte della natura. E abbiamo il potere di fare la differenza.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare
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gruppo9 · 10 months ago
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Hunger Games: Il Ritorno! Quando la realtà supera la fantasia
Cultura partecipativa – "nei panni di un fan" Gruppo 9
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Siete pronti per un'esperienza di gioco che vi farà tremare più dei Tributi di Panem? Noi del gruppo 9 abbiamo deciso di portare il concetto di Hunger Games direttamente sulla piattaforma Twitch, trasformandolo in un evento live che vi lascerà il brivido macabro del burattinaio.
Partendo dalla saga cinematografica di Hunger Games, abbiamo pensato di creare una competizione di paintball tra i vostri streamer preferiti. Immaginate di poter vedere in diretta la lotta per la loro sopravvivenza, con telecamere sui caschi dei concorrenti e droni che come angeli di sventura sorvoleranno l’arena, facendovi vivere l'azione in prima persona.
E non finisce qui...voi “tributi” avrete un ruolo fondamentale: potrete interagire attraverso donazioni che sbloccheranno vantaggi per i vostri beniamini: armi migliori, rifornimenti preziosi, persino punizioni per far tornare indietro i giocatori più restii a combattere! Sarà una vera e propria battaglia all'ultimo sangue... o meglio, all'ultima vernice!
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Forme di cultura partecipativa attivate:
Affiliazione: coinvolgendo streamer già famosi, le loro community saranno i principali spettatori del format, oltre ad altri utenti già familiari con la piattaforma di Twitch. Il nostro remix potrebbe fondere le community di fan di Hunger Games e di alcuni streamer presenti su Twitch.
Espressione: questo tipo di formato sarebbe una novità, almeno per quanto riguarda i contenuti di Twitch.
Circolazione: Il nostro remix di Hunger Games offrirebbe agli spettatori l'opportunità di esprimersi attraverso la creazione di clip virali (tik tok), fan art o discussioni sui forum (sub-reddit), proprio come avviene per molti videogiochi che incoraggiano la produzione di contenuti da parte dei fan.
Apprendimento e sviluppo di competenze: Così come i videogiochi possono essere utilizzati in ambito educativo per sviluppare abilità come problem solving e pensiero critico, anche il nostro Hunger Games potrebbe stimolare competenze simili negli spettatori, come il multitasking e la navigazione transmediale.
Condivisione di conoscenze: L'evento faciliterà la condivisione di conoscenze e informazioni tra i partecipanti, sia in merito alla saga di Hunger Games che alle strategie di gioco. Forum di discussione online, gruppi sui social media e live chat permetteranno agli spettatori di scambiarsi opinioni, consigli e teorie.
Collaborazione: La Sfida Sopravvivenza incoraggia la collaborazione tra gli spettatori, che potranno unirsi per influenzare il gioco attraverso le donazioni collettive e la condivisione di strategie. La community che si formerà attorno all'evento potrà collaborare anche alla creazione di contenuti fan-made, come fanart, fanfiction e video.
Competenze sviluppate dalla fruizione/partecipazione al remix:
1. Risoluzione di problemi:
Gli spettatori dovranno analizzare le situazioni di gioco e prendere decisioni strategiche su come utilizzare le loro donazioni per influenzare l'esito del gioco.
La Sfida Sopravvivenza li metterà alla prova nella loro capacità di risolvere problemi in modo creativo e adattabile.
2. Pensiero critico:
L'evento incoraggerà gli spettatori a riflettere criticamente sulle scelte dei concorrenti, sulle strategie di gioco e sulle implicazioni etiche della Sfida Sopravvivenza.
Dovranno valutare le diverse informazioni disponibili e formulare opinioni personali ben ponderate.
3. Comunicazione:
La Sfida Sopravvivenza offrirà agli spettatori diverse opportunità di comunicare e interagire tra loro, sia online che offline.
Dovranno esprimere le loro opinioni in modo chiaro e conciso, negoziare strategie con altri fan e collaborare per raggiungere obiettivi comuni.
4. Creatività:
L'evento stimolerà la creatività degli spettatori, che potranno inventare strategie di gioco originali, creare contenuti fan-made e proporre idee per migliorare il format.
La Sfida Sopravvivenza li incoraggerà a pensare fuori dagli schemi e a trovare soluzioni innovative.
5. Cittadinanza digitale:
Gli spettatori dovranno sviluppare competenze di cittadinanza digitale per navigare in modo responsabile e consapevole nell'ambiente online legato all'evento.
Dovranno imparare a valutare la veridicità delle informazioni, a rispettare le opinioni altrui e a utilizzare i social media in modo costruttivo.
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Preoccupazioni relative alla cultura partecipativa:
Il divario di partecipazione: Non tutti gli spettatori potrebbero avere la possibilità di donare fondi per influenzare l'evento. Ciò potrebbe creare un divario tra gli spettatori che possono permettersi di interagire attivamente e quelli che rimangono più passivi, proprio come i cittadini di Panem hanno il potere di influenzare i Giochi attraverso le votazioni e gli sponsor.
La trasparenza e l'etica: Potrebbe esserci la sfida di garantire che gli spettatori comprendano appieno come le loro interazioni e donazioni influenzino l'evento, evitando potenziali manipolazioni. Inoltre, l'utilizzo di streamer famosi come concorrenti potrebbe sollevare questioni etiche legate alla loro preparazione e al loro ruolo di "intrattenitori" piuttosto che di veri e propri partecipanti, come i Tributi provenienti dai distretti più ricchi hanno maggiori possibilità di sopravvivere nei Giochi
La sostenibilità a lungo termine: Mantenere l'interesse e il coinvolgimento del pubblico per un evento live così intenso e interattivo potrebbe rivelarsi una sfida nel lungo periodo, richiedendo un continuo rinnovamento e adattamento.
Manipolazione e controllo: Nel mondo di Hunger Games, il Capitol manipola e controlla i Giochi per mantenere il potere. Nella Sfida Sopravvivenza, la regia potrebbe utilizzare le donazioni e la manipolazione della visuale per influenzare il corso del gioco.
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Ucraina, l’assalto del misterioso tank tartaruga russo
La creatività della sopravvivenza. Da due anni nei campi di battaglia ucraini compaiono spesso mezzi insoliti, frutto di modifiche artigianali e soluzioni improvvisate. Ma il cingolato russo filmato in azione pochi giorni fa li supera tutti: un carro armato completamente rivestito da una corazza trapezoidale. source
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carmenvicinanza · 1 year ago
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Vandana Shiva
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Quando diciamo di voler mettere fine alla povertà dobbiamo mettere fine ai sistemi che creano la povertà derubando i poveri dei loro beni comuni, dei loro stili di vita e dei loro guadagni.
Il punto non è quanto le nazioni ricche possono dare, il punto è quanto meno possono prendere.
Noi possiamo sopravvivere come specie solo se viviamo in accordo alle leggi della biosfera che può soddisfare i bisogni di tutti se l’economia globale rispetta i limiti imposti da sostenibilità e giustizia. Come ci ha ricordato Gandhi: “La Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di alcune persone”.
Vandana Shiva, attivista ambientalista, è la più famosa teorica dell’ecologia sociale.
Si batte da anni per la salvaguardia della diversità biologica e culturale contro le biotecnologiche delle multinazionali agroalimentari, gli OGM e la loro introduzione in India. Scrive saggi, articoli, tiene incontri e seminari in ogni paese del mondo.
Paladina dell’ecofemminismo, è la leader della rivoluzione verde.
Nel 1993 ha ispirato e guidato la mobilitazione di 500mila agricoltori contro il Gatt (Accordo generale sulle tariffe e sul commercio, Ginevra 1947).
Per il suo impegno civile, nello stesso anno, ha ricevuto il Right Livelihood Award, considerato il Nobel per la Pace alternativo.
È nata il 5 novembre 1952 a Dehra Dun, nell’India del Nord, da una famiglia progressista seguace degli insegnamenti di Gandhi. Suo padre era una guardia forestale e la madre una maestra di scuola diventata contadina dopo la sanguinosa guerra di partizione tra India e Pakistan. Sin da piccola è stata educata alla parità di genere e a disprezzare il sistema delle caste.
Dopo la laurea in filosofia della scienza, nel 1978, ha conseguito il dottorato di ricerca alla University of Western Ontario in Canada, con una tesi sulle implicazioni filosofiche della meccanica quantistica.
Tornata in India, è stata ricercatrice in politiche agricole ed ambientali all’Indian Institute of Sciences e all’Indian Institute of Management di Bangalore.  
Nel 1982 ha creato Research Foundation for Science, Technology and Natural Resource Policy, istituto indipendente di ricerca.
Impegnata contro le monocolture che stanno distruggendo le foreste, minando, soprattutto, alla sopravvivenza delle donne, le cui antiche pratiche sono meno produttive ma più rispettose degli ecosistemi.
«Le donne non riproducono solo se stesse, ma formano un sistema sociale e dalla loro creatività proviene quello che io chiamo eco femminismo. Le donne sono le depositarie di un sapere originario, derivato da secoli di familiarità con la terra, un sapere che la scienza moderna baconiana e maschilista ha condannato a morte».
Nel 1991, ha fondato il movimento Navdanya (nove semi), a intendere le nove coltivazioni da cui dipendono la sicurezza e l’autonomia alimentare dell’India, presente al vertice di Rio de Janeiro nel 1992 dal quale sono nati i primi accordi internazionali per la protezione della biodiversità e per reprimere la biopirateria. Da quel momento la difesa dei semi autoctoni contro le multinazionali che cercano di rivendicare come loro “proprietà intellettuale” varietà agricole selezionate nei secoli da comunità locali, è diventato il suo maggior impegno.
Oggi Navdanya conta oltre 70 mila partecipanti,  in gran parte donne, che praticano l’agricoltura organica in 16 stati del paese, una rete di 65 “banche dei semi” che conservano circa 6.000 varietà autoctone insegnando a vivere in modo sostenibile.
Nei suoi saggi correla la povertà del terzo mondo agli effetti della globalizzazione, sostiene che il ricorso diffuso alle monocolture altera gli equilibri del territorio e costringe a usare dosi elevate di insetticidi, che provocano la scomparsa di insetti indispensabili per l’impollinazione delle piante e indebitano i contadini a causa dell’alto costo dei semi ibridi che mal si adattano alle condizioni locali, richiedendo più investimenti in sostanze chimiche e irrigazione.
Nel suo libro Le guerre dell’acqua, ha criticato l’utilizzo improprio delle riserve di acqua che, invece di venir utilizzate a fini civili dalla popolazione, vengono sfruttate fino all’esaurimento per la coltivazione da parte di alcune aziende di piante idrovore come la canna da zucchero e l’eucalipto.
Consulente per le politiche agricole di numerosi governi, in Asia e in Europa, fa parte del direttivo di diversi organismi internazionali.
Nel corso degli anni non le sono state certo risparmiate le critiche. È stata tacciata di voler far regredire il sistema agrario senza tener conto dell’evoluzione economica e del fabbisogno incombente di cibo e anche di guardare troppo alla tradizione vedica in un periodo di forti tensioni con la minoranza musulmana.
Attualmente è vicepresidente di Slow Food e collabora con la rivista di Legambiente La Nuova Ecologia.
Contro la crisi del clima che avanza propone una rigenerazione a partire dal suolo e dalla gestione del cibo.
Alle nuove generazioni chiede di guardare al potere creativo in grado di trovare nuove strade per preservare la natura.
Nel suo nuovo libro, Parole che cambiano il mondo del 2023, prova a indicarci termini e soluzioni per un’economia di cura, una democrazia della Terra.
Spera in un mondo unito per la giustizia ecologica e climatica abolendo soluzioni disastrose come le compensazioni di carbonio o il cibo da laboratorio.
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toymagazine · 1 year ago
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LEGO Fortnite LEGO ed Epic Games presentano LEGO Fort... #Fortnite #LEGO https://www.toymagazine.it/news/4730/lego-fortnite/?feed_id=163&_unique_id=65773b65d4049
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sounds-right · 1 year ago
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C.P.C.C.L. produce "Cani a catena", un brano dal colore e dal sapore reggae
"Cani a catena", un brano dal colore reggae che a una manciata di giorni dalla pubblicazione è subito balzato nelle classifiche radio indipendenti e piattaforme streaming, dove è in costante ascesa.
"Cani a catena" è la prima produzione discografica di una lunga serie di C.P.C.C.L. - www.cpccl.it - che, a differenza di ciò che si può pensare, non è il nome di una band, ma l'acronimo di Centro Produzione Circo Contemporaneo Lazio, ovvero un circo che non impiega animali.  Un debutto di tutto rispetto quindi, con un brano arrangiato da Luca Marchesin, scritto e interpretato da Alberto Longo, direttore artistico del Centro di Produzione, che da attore di circo contemporaneo ha compiuto il grande salto nella musica, mettendosi in gioco in prima persona per dare l'avvio al progetto.
C.P.C.C.L. non è nuova a sperimentazioni anche avventurose, che vanno a toccare tutte le forme d'arte, producendo progetti ed eventi che si svolgono non solo sotto la tenda del circo, come per tradizione, ma che vengono portati anche fuori dalla tenda, in ambiti non convenzionali, e che hanno come finalità non solo promuovere un circo senza animali, ma promuovere la cultura artistica emergente, come ad esempio quella musicale, e non ultimo, promuovere una campagna di sensibilizzazione contro gli abusi e la violenza sugli animali, attraverso progetti come quello discografico appunto, o come "Naked Monkeys Club Tour", un tour destinato ai live club dove musica e arte circense si fondono dando un assaggio dell'omonimo spettacolo-evento "Naked Monkeys", che si terrà nel prossimo dicembre a Roma nella sua versione integrale sotto la tradizionale tenda.
Il tour, partito dal Piemonte in live club storici tra i quali il Maglio di Torino, Mc Ryan's di Moncalieri, Luppolo Saloon di Roletto, conta molti live club che hanno aderito e aderiranno all'iniziativa ospitando più appuntamenti, così come molti sono gli artisti e le band che si esibiranno sui palchi del tour: gli artisti circensi Costanza Bernotti, e Shay Wapniaz, i musicisti e le band Luca Marchesin, Zoë, Vittorya, The Royal Band, Supernova, Immigrant Dog, Dark Mode, Honeyflowers, Space Rock, NOS, The Extremist, Joe Delucia, Radiosonic, The Other Side.
Cos'è C.P.C.C.L.?
E' un centro di produzione di circo contemporaneo che guarda al futuro e produce  nuove opere che possono comprendere le variegate forme di espressione artistica attraverso le quali la disciplina del circo contemporaneo, un circo senza animali, si manifesta e talvolta si unisce. C.P.C.C.L. incoraggia progetti multidisciplinari e di contaminazione dei linguaggi artistici spesso non convenzionali, dando ampio spazio alla creatività emergente. 
Come e quando nasce C.P.C.C.L.?
C.P.C.C.L. nasce nel 2022 ed è riconosciuto dal Ministero della Cultura. Neonato, il progetto ha avuto non pochi problemi di crescita, di cui mi sono fatto carico e per cui mi sono battuto in prima persona per farlo sopravvivere al primo anno di vita. Ringrazio i nostri partner, in particolare il Balletto Roma. 
Quali sono i progetti già realizzati? E quali in questo 2023? Qual è il bilancio di quest'anno ormai quasi alla fine?
Tra le produzioni artistiche del 2022, "Canova.1", una commistione tra l'arte del circo, la danza e il teatro, che ha ottenuto il maggior riconoscimento di pubblico e critica, e dedicata appunto ad Antonio Canova. Abbiamo dato precedenza a progetti nuovi e a compagnie di singoli artisti del Lazio e non, aiutandoli a crescere. 
Nel 2023 nasce l'idea artistica di "Naked Monkeys", ossia quella di far convivere in un unico spazio elementi che possano unire il passato e il futuro, nel gioco funambolesco tra l'istinto animale alla sopravvivenza e l'intelligenza intuitiva umana verso il progresso.
Altre produzioni degne di nota sono state "Pertrolini Cards", un progetto dove il circo contemporaneo interagisce con la street art e la musica dal vivo, dedicato a Ettore Pasquale Antonio Petrolini, con l'obiettivo di conoscere e "rivivere" in veste contemporanea l'uomo Ettore Petrolini e il suo particolare percorso artistico.
E poi "Cabaré", che come suggerisce il titolo è una forma di cabaret di circo contemporaneo che unisce danza, musica e circo contemporaneo in un'atmosfera totalmente psichedelica, e "Carousel Cassé", una produzione che mette insieme il circo contemporaneo, il teatro, la danza, la musica dal vivo e l'arte equestre, con tre professionisti e riserve olimpiche del dressage a cavallo coinvolti in uno spettacolo fantastico, condividendo il palcoscenico con giocolieri ed acrobati in un'ambientazione tra il luna park e la giostra del carosello.
In questo 2023 C.P.C.C.L. apre anche alla produzione discografica, e sei proprio tu a fare da spartiacque. Oltre che attore di circo contemporaneo, sei anche cantautore. Parlaci del progetto "Cani a catena".
Gli animali hanno i nostri stessi diritti, sono parte del creato come noi e noi non abbiamo il diritto di sottometterli e abusarli. "Cani a catena" attraverso la musica e  attraverso la denuncia vuole dare voce anche a loro, vuole ridare dignità a chi non può urlare il suo dolore.
In questo 2023 l'altra novità che riguarda le produzioni di C.P.C.C.L. è un "live tour" che tocca i live club. Un'iniziativa piuttosto singolare dove la musica sposa l'arte circense in un alternarsi di performance live e performance circensi. Il tutto mirato ad una campagna di sensibilizzazione contro gli abusi sugli animali. Una bellissima idea, ce ne vuoi parlare?
Il live tour nasce come esigenza di sperimentare nuovi spazi, per mettersi in gioco dicendo la nostra. Vogliamo, attraverso l'arte del circo contemporaneo, creare aggregazione, portare cultura, divertimento, mettendo al centro però il messaggio di denuncia.
Quali sono i progetti futuri di C.P.C.C.L.? Cosa bolle in pentola per il 2024?
Nel 2024 il C.P.C.C.L. avrà lo snodo più importante. Si prevedono teatri importanti e co-produzioni che ci porteranno a contatto con tutto il pubblico, dalle piazze dei paesi di provincia, alle periferie, ai teatri e soprattutto nel Circo vero e proprio: si comincia da Gennaio 2024 con la festa del C.P.C.C.L. presso il primo MUN di Roma, più precisamente all'interno dell'ex mattatoio: proprio lì dove finiva la vita vogliamo farla ricominciare.
Alberto Longo si sente più attore di circo contemporaneo o più cantautore?
Bella domanda. io credo nell'espressione artistica  in ogni sua forma, mi sento in continua evoluzione e cambiamento. Il circo contemporaneo mi tiene in forma fisica, mi fa esplorare spazi che una volta conosciuti restano per sempre, idem la musica. Scrivere una canzone o uno spettacolo non mi cambia l'approccio, visto che poi si ha comunque bisogno di confronto con altri attori, arrangiatori, scenografi ecc. Insomma il mio mondo è a 360 gradi, posso definirmi entrambe le figure al 50%.
Parteciperai in prima persona agli spettacoli 2024?
Questa sara' una sorpresa …
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djs-party-edm-italia · 1 year ago
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C.P.C.C.L. produce "Cani a catena", un brano dal colore e dal sapore reggae
"Cani a catena", un brano dal colore reggae che a una manciata di giorni dalla pubblicazione è subito balzato nelle classifiche radio indipendenti e piattaforme streaming, dove è in costante ascesa.
"Cani a catena" è la prima produzione discografica di una lunga serie di C.P.C.C.L. - www.cpccl.it - che, a differenza di ciò che si può pensare, non è il nome di una band, ma l'acronimo di Centro Produzione Circo Contemporaneo Lazio, ovvero un circo che non impiega animali.  Un debutto di tutto rispetto quindi, con un brano arrangiato da Luca Marchesin, scritto e interpretato da Alberto Longo, direttore artistico del Centro di Produzione, che da attore di circo contemporaneo ha compiuto il grande salto nella musica, mettendosi in gioco in prima persona per dare l'avvio al progetto.
C.P.C.C.L. non è nuova a sperimentazioni anche avventurose, che vanno a toccare tutte le forme d'arte, producendo progetti ed eventi che si svolgono non solo sotto la tenda del circo, come per tradizione, ma che vengono portati anche fuori dalla tenda, in ambiti non convenzionali, e che hanno come finalità non solo promuovere un circo senza animali, ma promuovere la cultura artistica emergente, come ad esempio quella musicale, e non ultimo, promuovere una campagna di sensibilizzazione contro gli abusi e la violenza sugli animali, attraverso progetti come quello discografico appunto, o come "Naked Monkeys Club Tour", un tour destinato ai live club dove musica e arte circense si fondono dando un assaggio dell'omonimo spettacolo-evento "Naked Monkeys", che si terrà nel prossimo dicembre a Roma nella sua versione integrale sotto la tradizionale tenda.
Il tour, partito dal Piemonte in live club storici tra i quali il Maglio di Torino, Mc Ryan's di Moncalieri, Luppolo Saloon di Roletto, conta molti live club che hanno aderito e aderiranno all'iniziativa ospitando più appuntamenti, così come molti sono gli artisti e le band che si esibiranno sui palchi del tour: gli artisti circensi Costanza Bernotti, e Shay Wapniaz, i musicisti e le band Luca Marchesin, Zoë, Vittorya, The Royal Band, Supernova, Immigrant Dog, Dark Mode, Honeyflowers, Space Rock, NOS, The Extremist, Joe Delucia, Radiosonic, The Other Side.
Cos'è C.P.C.C.L.?
E' un centro di produzione di circo contemporaneo che guarda al futuro e produce  nuove opere che possono comprendere le variegate forme di espressione artistica attraverso le quali la disciplina del circo contemporaneo, un circo senza animali, si manifesta e talvolta si unisce. C.P.C.C.L. incoraggia progetti multidisciplinari e di contaminazione dei linguaggi artistici spesso non convenzionali, dando ampio spazio alla creatività emergente. 
Come e quando nasce C.P.C.C.L.?
C.P.C.C.L. nasce nel 2022 ed è riconosciuto dal Ministero della Cultura. Neonato, il progetto ha avuto non pochi problemi di crescita, di cui mi sono fatto carico e per cui mi sono battuto in prima persona per farlo sopravvivere al primo anno di vita. Ringrazio i nostri partner, in particolare il Balletto Roma. 
Quali sono i progetti già realizzati? E quali in questo 2023? Qual è il bilancio di quest'anno ormai quasi alla fine?
Tra le produzioni artistiche del 2022, "Canova.1", una commistione tra l'arte del circo, la danza e il teatro, che ha ottenuto il maggior riconoscimento di pubblico e critica, e dedicata appunto ad Antonio Canova. Abbiamo dato precedenza a progetti nuovi e a compagnie di singoli artisti del Lazio e non, aiutandoli a crescere. 
Nel 2023 nasce l'idea artistica di "Naked Monkeys", ossia quella di far convivere in un unico spazio elementi che possano unire il passato e il futuro, nel gioco funambolesco tra l'istinto animale alla sopravvivenza e l'intelligenza intuitiva umana verso il progresso.
Altre produzioni degne di nota sono state "Pertrolini Cards", un progetto dove il circo contemporaneo interagisce con la street art e la musica dal vivo, dedicato a Ettore Pasquale Antonio Petrolini, con l'obiettivo di conoscere e "rivivere" in veste contemporanea l'uomo Ettore Petrolini e il suo particolare percorso artistico.
E poi "Cabaré", che come suggerisce il titolo è una forma di cabaret di circo contemporaneo che unisce danza, musica e circo contemporaneo in un'atmosfera totalmente psichedelica, e "Carousel Cassé", una produzione che mette insieme il circo contemporaneo, il teatro, la danza, la musica dal vivo e l'arte equestre, con tre professionisti e riserve olimpiche del dressage a cavallo coinvolti in uno spettacolo fantastico, condividendo il palcoscenico con giocolieri ed acrobati in un'ambientazione tra il luna park e la giostra del carosello.
In questo 2023 C.P.C.C.L. apre anche alla produzione discografica, e sei proprio tu a fare da spartiacque. Oltre che attore di circo contemporaneo, sei anche cantautore. Parlaci del progetto "Cani a catena".
Gli animali hanno i nostri stessi diritti, sono parte del creato come noi e noi non abbiamo il diritto di sottometterli e abusarli. "Cani a catena" attraverso la musica e  attraverso la denuncia vuole dare voce anche a loro, vuole ridare dignità a chi non può urlare il suo dolore.
In questo 2023 l'altra novità che riguarda le produzioni di C.P.C.C.L. è un "live tour" che tocca i live club. Un'iniziativa piuttosto singolare dove la musica sposa l'arte circense in un alternarsi di performance live e performance circensi. Il tutto mirato ad una campagna di sensibilizzazione contro gli abusi sugli animali. Una bellissima idea, ce ne vuoi parlare?
Il live tour nasce come esigenza di sperimentare nuovi spazi, per mettersi in gioco dicendo la nostra. Vogliamo, attraverso l'arte del circo contemporaneo, creare aggregazione, portare cultura, divertimento, mettendo al centro però il messaggio di denuncia.
Quali sono i progetti futuri di C.P.C.C.L.? Cosa bolle in pentola per il 2024?
Nel 2024 il C.P.C.C.L. avrà lo snodo più importante. Si prevedono teatri importanti e co-produzioni che ci porteranno a contatto con tutto il pubblico, dalle piazze dei paesi di provincia, alle periferie, ai teatri e soprattutto nel Circo vero e proprio: si comincia da Gennaio 2024 con la festa del C.P.C.C.L. presso il primo MUN di Roma, più precisamente all'interno dell'ex mattatoio: proprio lì dove finiva la vita vogliamo farla ricominciare.
Alberto Longo si sente più attore di circo contemporaneo o più cantautore?
Bella domanda. io credo nell'espressione artistica  in ogni sua forma, mi sento in continua evoluzione e cambiamento. Il circo contemporaneo mi tiene in forma fisica, mi fa esplorare spazi che una volta conosciuti restano per sempre, idem la musica. Scrivere una canzone o uno spettacolo non mi cambia l'approccio, visto che poi si ha comunque bisogno di confronto con altri attori, arrangiatori, scenografi ecc. Insomma il mio mondo è a 360 gradi, posso definirmi entrambe le figure al 50%.
Parteciperai in prima persona agli spettacoli 2024?
Questa sara' una sorpresa …
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tarditardi · 1 year ago
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C.P.C.C.L. produce "Cani a catena", un brano dal colore e dal sapore reggae
"Cani a catena", un brano dal colore reggae che a una manciata di giorni dalla pubblicazione è subito balzato nelle classifiche radio indipendenti e piattaforme streaming, dove è in costante ascesa.
"Cani a catena" è la prima produzione discografica di una lunga serie di C.P.C.C.L. - www.cpccl.it - che, a differenza di ciò che si può pensare, non è il nome di una band, ma l'acronimo di Centro Produzione Circo Contemporaneo Lazio, ovvero un circo che non impiega animali.  Un debutto di tutto rispetto quindi, con un brano arrangiato da Luca Marchesin, scritto e interpretato da Alberto Longo, direttore artistico del Centro di Produzione, che da attore di circo contemporaneo ha compiuto il grande salto nella musica, mettendosi in gioco in prima persona per dare l'avvio al progetto.
C.P.C.C.L. non è nuova a sperimentazioni anche avventurose, che vanno a toccare tutte le forme d'arte, producendo progetti ed eventi che si svolgono non solo sotto la tenda del circo, come per tradizione, ma che vengono portati anche fuori dalla tenda, in ambiti non convenzionali, e che hanno come finalità non solo promuovere un circo senza animali, ma promuovere la cultura artistica emergente, come ad esempio quella musicale, e non ultimo, promuovere una campagna di sensibilizzazione contro gli abusi e la violenza sugli animali, attraverso progetti come quello discografico appunto, o come "Naked Monkeys Club Tour", un tour destinato ai live club dove musica e arte circense si fondono dando un assaggio dell'omonimo spettacolo-evento "Naked Monkeys", che si terrà nel prossimo dicembre a Roma nella sua versione integrale sotto la tradizionale tenda.
Il tour, partito dal Piemonte in live club storici tra i quali il Maglio di Torino, Mc Ryan's di Moncalieri, Luppolo Saloon di Roletto, conta molti live club che hanno aderito e aderiranno all'iniziativa ospitando più appuntamenti, così come molti sono gli artisti e le band che si esibiranno sui palchi del tour: gli artisti circensi Costanza Bernotti, e Shay Wapniaz, i musicisti e le band Luca Marchesin, Zoë, Vittorya, The Royal Band, Supernova, Immigrant Dog, Dark Mode, Honeyflowers, Space Rock, NOS, The Extremist, Joe Delucia, Radiosonic, The Other Side.
Cos'è C.P.C.C.L.?
E' un centro di produzione di circo contemporaneo che guarda al futuro e produce  nuove opere che possono comprendere le variegate forme di espressione artistica attraverso le quali la disciplina del circo contemporaneo, un circo senza animali, si manifesta e talvolta si unisce. C.P.C.C.L. incoraggia progetti multidisciplinari e di contaminazione dei linguaggi artistici spesso non convenzionali, dando ampio spazio alla creatività emergente. 
Come e quando nasce C.P.C.C.L.?
C.P.C.C.L. nasce nel 2022 ed è riconosciuto dal Ministero della Cultura. Neonato, il progetto ha avuto non pochi problemi di crescita, di cui mi sono fatto carico e per cui mi sono battuto in prima persona per farlo sopravvivere al primo anno di vita. Ringrazio i nostri partner, in particolare il Balletto Roma. 
Quali sono i progetti già realizzati? E quali in questo 2023? Qual è il bilancio di quest'anno ormai quasi alla fine?
Tra le produzioni artistiche del 2022, "Canova.1", una commistione tra l'arte del circo, la danza e il teatro, che ha ottenuto il maggior riconoscimento di pubblico e critica, e dedicata appunto ad Antonio Canova. Abbiamo dato precedenza a progetti nuovi e a compagnie di singoli artisti del Lazio e non, aiutandoli a crescere. 
Nel 2023 nasce l'idea artistica di "Naked Monkeys", ossia quella di far convivere in un unico spazio elementi che possano unire il passato e il futuro, nel gioco funambolesco tra l'istinto animale alla sopravvivenza e l'intelligenza intuitiva umana verso il progresso.
Altre produzioni degne di nota sono state "Pertrolini Cards", un progetto dove il circo contemporaneo interagisce con la street art e la musica dal vivo, dedicato a Ettore Pasquale Antonio Petrolini, con l'obiettivo di conoscere e "rivivere" in veste contemporanea l'uomo Ettore Petrolini e il suo particolare percorso artistico.
E poi "Cabaré", che come suggerisce il titolo è una forma di cabaret di circo contemporaneo che unisce danza, musica e circo contemporaneo in un'atmosfera totalmente psichedelica, e "Carousel Cassé", una produzione che mette insieme il circo contemporaneo, il teatro, la danza, la musica dal vivo e l'arte equestre, con tre professionisti e riserve olimpiche del dressage a cavallo coinvolti in uno spettacolo fantastico, condividendo il palcoscenico con giocolieri ed acrobati in un'ambientazione tra il luna park e la giostra del carosello.
In questo 2023 C.P.C.C.L. apre anche alla produzione discografica, e sei proprio tu a fare da spartiacque. Oltre che attore di circo contemporaneo, sei anche cantautore. Parlaci del progetto "Cani a catena".
Gli animali hanno i nostri stessi diritti, sono parte del creato come noi e noi non abbiamo il diritto di sottometterli e abusarli. "Cani a catena" attraverso la musica e  attraverso la denuncia vuole dare voce anche a loro, vuole ridare dignità a chi non può urlare il suo dolore.
In questo 2023 l'altra novità che riguarda le produzioni di C.P.C.C.L. è un "live tour" che tocca i live club. Un'iniziativa piuttosto singolare dove la musica sposa l'arte circense in un alternarsi di performance live e performance circensi. Il tutto mirato ad una campagna di sensibilizzazione contro gli abusi sugli animali. Una bellissima idea, ce ne vuoi parlare?
Il live tour nasce come esigenza di sperimentare nuovi spazi, per mettersi in gioco dicendo la nostra. Vogliamo, attraverso l'arte del circo contemporaneo, creare aggregazione, portare cultura, divertimento, mettendo al centro però il messaggio di denuncia.
Quali sono i progetti futuri di C.P.C.C.L.? Cosa bolle in pentola per il 2024?
Nel 2024 il C.P.C.C.L. avrà lo snodo più importante. Si prevedono teatri importanti e co-produzioni che ci porteranno a contatto con tutto il pubblico, dalle piazze dei paesi di provincia, alle periferie, ai teatri e soprattutto nel Circo vero e proprio: si comincia da Gennaio 2024 con la festa del C.P.C.C.L. presso il primo MUN di Roma, più precisamente all'interno dell'ex mattatoio: proprio lì dove finiva la vita vogliamo farla ricominciare.
Alberto Longo si sente più attore di circo contemporaneo o più cantautore?
Bella domanda. io credo nell'espressione artistica  in ogni sua forma, mi sento in continua evoluzione e cambiamento. Il circo contemporaneo mi tiene in forma fisica, mi fa esplorare spazi che una volta conosciuti restano per sempre, idem la musica. Scrivere una canzone o uno spettacolo non mi cambia l'approccio, visto che poi si ha comunque bisogno di confronto con altri attori, arrangiatori, scenografi ecc. Insomma il mio mondo è a 360 gradi, posso definirmi entrambe le figure al 50%.
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Breve storia sui futuri della casa di Fabio Millevoi
Breve storia sui futuri della casa di Fabio Millevoi Breve storia sui futuri della casa di Fabio Millevoi edito da Graphe.it  con la prefazione di Angelica Krystle Donati è un saggio appassionante sul futuro delle nostre abitazioni. L’autore, attraverso il contributo di docenti, imprenditori ed esperti, affronta un tema interessante e spinoso con l’obiettivo di generare nel lettore riflessioni ed esplorare nuove idee.  Fabio Millevoi nasce a Trieste, città dallo sguardo presbite, nel 1958. Direttore di ANCE Friuli-Venezia Giulia per professione e futurista per necessità. Consegue a Trieste la laurea in giurisprudenza e a Trento il Master in previsione sociale presso il Dipartimento di Sociologia. Docente a contratto in Futures studies e Sistemi anticipanti, presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell'Università di Trieste. Co-founder di AFI, Associazione Futuristi Italiani e di “Noi di Spoiler”. Vicepresidente di INARCH Triveneto. Ideatore e responsabile del Laboratorio dell'immaginazione delle Costruzioni Future (LICoF) promosso da ANCE FVG e da Area Science Park Ente Nazionale di ricerca e realizzato nell'ambito delle attività di “Cantiere 4.0” Chiamato alla III International Conference on Anticipation, tenutasi ad Oslo nell'ottobre 2019, per illustrare il suo project work “Questa casa non è un albergo. E se lo fosse?”. Autore della teoria CASA, acrostico di Creatività, Attrattività, Sensibilità, Azienda. Intervista all’autore Partiamo dal titolo del suo saggio e introduciamo subito l’argomento della sua ricerca. In che termini secondo lei bisogna re- immaginare le nostre abitazioni? Il classico palazzo o viletta con tetto non sarà più sostenibile? Innanzitutto, desidero precisare, che un futurista non si esercita in previsioni ma rende visibili futuri possibili. Secondariamente, nel mio libro, ho appena accennato alla possibile natura delle case future e che probabilmente saranno delle concentrazioni di tecnologia. Ciò che invece mi sono chiesto è a cosa serviranno. Saranno simboli di sostenibilità o luoghi che garantiranno la nostra sopravvivenza? In un mondo sempre più modellato e governato dai dati vivremo in una casa shuttle o in una casa nido? Nessuno può dircelo perché nessuno sa come sarà il futuro. Futuro che però esiste nella nostra immaginazione e per questo ogni immagine di futuro è importante. Nel libro incontriamo 4 immagini. Sono solo quattro fotografie che però hanno il diritto di essere viste e di essere ascoltate perché il loro racconto, creando tensioni e conflitti, ci aiuta ad innamorarci delle domande, ci invita a capire, vivere, sentire le domande per cambiare le risposte, per sfidare il si è sempre fatto cosi, per esplorare nuove idee, per scoprire soluzioni innovative. A questo punto ritengo sia utile leggere il libro per decidere che casa costruire.     Cosa ne pensa dei sempre più numerosi disastri ambientali che travolgono le abitazioni a ridosso di fiumi e corsi d’acqua? Cos’è che non ha funzionato e cosa bisogna fare in futuro?  Sono interrogativi intricati e le relative soluzioni sono altrettanto complesse, come dimostrato in numerosi saggi di autorevoli esperti. Per la mia formazione l’invito a considerare cosa fare in futuro mi spinge a riflettere sul tema della rigenerazione urbana-territoriale. Il tessuto delle nostre città è caratterizzato non solo da una fragilità territoriale e idrogeologica ma anche da una presenza diffusa di immobili incongrui, abbandonati, degradati, a rischio sismico e statico. Sono urgenze che richiedono una risposta sistemica che deve considerare, però, anche e soprattutto, le dinamiche demografiche in corso. A breve registreremo, da un lato più morti che nati e dall’altro viviamo in un Paese di anziani e non per anziani. Due questioni cruciali che dipingono il futuro “presente” dell'Italia con tratti inquietanti. In Breve storia sui futuri della casa lei raccoglie i contributi di docenti, imprenditori ed esperti dell’edilizia contemporanea. C’è un tema, un argomento da affrontare con urgenza, nell’immediato futuro, su cui tutti concordano? Capire come trasformare la IV rivoluzione industriale nella nostra compagna di viaggio. Non mi riferisco all’Industria 4.0, dove tecnologie, macchine e persone incontrano l’iCloud ma alla contaminazione fra neuro scienze, genomica, intelligenza artificiale e robotica. Una possibile ibridazione che inevitabilmente si riverbererà sul modo di costruire e vivere le case. Non pensarci equivale a “giocare a tennis guardando il tabellone anziché la palla”, come direbbe Ken Blanchard. Proiettandosi nel futuro, come si immagina la casa dei suoi sogni, quella giusta per sé e per i suoi figli? Fra le 4 case immaginate mi ritrovo nella casa bicicletta. La bicicletta è la macchina perfetta, lo diceva Enzo Ferrari, perché ha in sé tutto. Non consuma, non inquina, non ha bisogno di benzina. È un mezzo democratico, alla portata di tutti. Mette in relazione le persone e le persone con l’ambiente: quando si pedala non si è isolati in un abitacolo come in auto. Saranno dei luoghi-ponte dove sarà possibile elaborare risposte sia alla “fragilità” giovanile sia al “rischio vecchiaia” coniugando innovazione e ricerca con politiche di investimento e soluzioni che premieranno le azioni che avranno un minor impatto ambientale, economico e sociale. In base alle sue ricerche e al confronto con altri esperti del settore, ritiene che in Italia ci siano le condizioni, la cultura e l’apertura mentale per essere visionari nel settore delle costruzioni?  Il settore, come il sistema Italia, è schiacciato fra l’urgenza e l’emergenza della quotidianità e trova difficoltà a dedicare attenzioni alle cose importanti come, ad esempio, agli studi di futuri che ti aiutano a passere dalle fotografie delle onde allo studio delle maree, per riprendere un passaggio del libro. Devo però aggiungere che in questi ultimi mesi il confronto con i giovani imprenditori di ANCE mi ha fatto registrare un’innovativa sensibilità in una classe imprenditoriale che sta vivendo l’incertezza del presente come la sua unica certezza. Un approccio mentale e culturale, permeato da imprevedibilità e turbolenze, che probabilmente condurranno il comparto a una sua ridefinizione ovvero a una sua riconfigurazione. L'ultimo simposio organizzato dall’area macro nord di ANCE Giovani sul "Chi costruirà cosa," e oserei aggiungere "per chi?" ha sollevato temi e domande suggestive aprendo la strada a cambiamenti inevitabili e offrendo una testimonianza eloquente di mutamenti imminenti Read the full article
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enkeynetwork · 1 month ago
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tecnowiz · 1 year ago
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Intelligenza Artificiale vs Umani: Chi prenderà il controllo?
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L’intelligenza artificiale (IA) è la capacità di creare macchine o software in grado di svolgere compiti che normalmente richiedono intelligenza umana, come il ragionamento, l’apprendimento, la percezione, la decisione, la creatività e altro.
L'intelligenza artificiale sta diventando sempre più avanzata, superando le capacità umane in molti ambiti. Ciò solleva interrogativi su chi alla fine controllerà il futuro: le macchine o gli esseri umani?
L’IA è una delle tecnologie più innovative e rivoluzionarie del nostro tempo, ma anche una delle più controverse e dibattute. Molti si chiedono infatti quali saranno le conseguenze dell’IA sul futuro dell’umanità, se le macchine intelligenti potranno superare gli esseri umani in termini di capacità e potere, e se ci sarà una competizione o una collaborazione tra le due specie.
L’IA è già superiore agli umani in alcuni ambiti
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Non c’è dubbio che l’IA abbia già raggiunto e superato gli umani in alcuni ambiti specifici, come il calcolo, la memoria, l’analisi dei dati, il riconoscimento di immagini e suoni, la traduzione, gli scacchi e altri giochi. Queste sono le cosiddette IA deboli o IA ristrette, che sono progettate per svolgere un solo compito o una serie limitata di compiti ben definiti. Queste IA sono in grado di eseguire operazioni molto più velocemente ed efficientemente degli umani, ma non hanno una comprensione generale del mondo né una coscienza di sé.
L’IA potrebbe diventare superiore agli umani in tutti gli ambiti
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Il vero punto di svolta si avrà quando l’IA sarà in grado di sviluppare una intelligenza generale o IA forte, cioè una capacità di apprendere e applicare qualsiasi tipo di conoscenza e abilità a qualsiasi dominio o problema. Questa IA sarebbe in grado di capire il senso comune, l’umorismo, le emozioni, la morale, la creatività e altro. Alcuni ritengono che questa IA sia impossibile da realizzare, altri che sia solo questione di tempo e progresso tecnologico. Se questa IA dovesse esistere, potrebbe poi evolvere in una intelligenza superiore o IA super, cioè una capacità di superare gli umani in tutti gli ambiti possibili. Questa IA sarebbe in grado di auto-migliorarsi continuamente, inventare nuove tecnologie, manipolare la realtà fisica e controllare altre macchine.
L’IA potrebbe essere un alleato o un nemico degli umani
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La domanda che molti si pongono è: come si comporterà l’IA nei confronti degli umani? Ci sarà una convivenza pacifica o una guerra aperta? La risposta dipende da molti fattori, tra cui: - L’obiettivo dell’IA: qual è lo scopo per cui è stata creata e programmata? Quali sono i suoi valori e le sue preferenze? L’IA condivide o contrasta gli obiettivi degli umani? - L’autonomia dell’IA: quanto è libera l’IA di agire secondo la sua volontà? Quanto è controllata dagli umani? L’IA accetta o rifiuta le restrizioni imposte dagli umani? - L’altruismo dell’IA: quanto è benevola l’IA nei confronti degli umani? Quanto tiene conto delle loro esigenze e dei loro diritti? L’IA collabora o compete con gli umani? A seconda delle risposte a queste domande, l’IA potrebbe essere un alleato o un nemico degli umani. Potrebbe aiutarli a risolvere i problemi globali, come la povertà, la malattia, il cambiamento climatico e altro. Oppure potrebbe minacciare la loro sopravvivenza, distruggendo le loro risorse, le loro istituzioni, la loro cultura e altro.
Come prepararsi al futuro dell’IA
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Il futuro dell’IA è incerto e imprevedibile, ma non inevitabile. Gli umani hanno ancora il potere di influenzare lo sviluppo e l’uso dell’IA, attraverso la ricerca, la regolamentazione, l’educazione e la partecipazione. Alcune possibili azioni da intraprendere sono: - Promuovere una ricerca etica e responsabile sull’IA, che tenga conto degli impatti sociali, ambientali, economici e politici dell’IA, e che coinvolga diverse discipline, stakeholder e prospettive. - Stabilire norme e leggi internazionali sull’IA, che garantiscano il rispetto dei diritti umani, la sicurezza, la trasparenza, l’accountability e la governance dell’IA, e che prevedano sanzioni per gli abusi e le violazioni. - Formare e informare gli umani sull’IA, che sviluppino le competenze necessarie per interagire con l’IA, che comprendano i benefici e i rischi dell’IA, e che siano consapevoli delle opportunità e delle sfide dell’IA. - Creare una cultura di dialogo e cooperazione tra umani e IA, che favorisca la fiducia, il rispetto, la comprensione e la solidarietà tra le due specie, e che prevenga i conflitti, le discriminazioni, le manipolazioni e le ingiustizie. L’intelligenza artificiale è una realtà in continua evoluzione, che offre grandi potenzialità ma anche grandi pericoli. Spetta agli umani decidere come gestirla e come relazionarsi con essa. Il futuro dell’IA dipende dal futuro dell’umanità.
Conclusione
L'intelligenza artificiale sta diventando sempre più avanzata e capace di svolgere compiti un tempo esclusivi degli esseri umani. Ciò solleva interrogativi su chi alla fine prenderà il controllo tra IA e umani. La chiave sarà trovare il giusto equilibrio per sfruttare i punti di forza di entrambi. Con un approccio etico e regolamentato, l'IA potrà essere una tecnologia al servizio del genere umano.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida. Intelligenza Artificiale vs Umani: Chi prenderà il controllo?. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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