#cortili del cuore
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angeryvixen · 9 days ago
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✦ If you're a fan of Ai Yazawa and her work I have a little something something for you.
Gokinjo Monogatari and Paradise Kiss are in absolute my favourite work when talking about the anime/manga world and I especially love the fashion aspect about them, like the Happy berry brand and logo, it's so cute, I even have a little bag that I use sparingly because I fear that it will break and I will not be able to find another one again, since I bought it at least ten years ago...
So I whipped out my tabled, opened Nomad sculpt and made the little berry with wings with a hole passing through, so that it can be made into a necklace or earrings!
Look around through my design, maybe you'll find something else related to the Yazawa's world and a famous designer linked to the fashion in her stories ✦
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nanaaiyazawa · 1 year ago
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L'orgoglio, l'esitazione, le regole imposte dalla società, tutte queste cose soffiano come vento sul lago del cuore... e provocano quella tempesta che si chiama amore
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Cortili del Cuore
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intotheclash · 3 months ago
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Dice il mio dizionario che la parola desolazione proviene dal latino desolatio, genitivo desolationis; E che fu nel milleseicentoundici che qualcuno la scrisse per la prima volta dopo avere affilato la penna di un’oca bianca. Dice anche che solitudine, rovina e distruzione sono i suoi significati principali. Ma niente dice il dizionario del cuore della gente che cammina per la strada; niente dice di noi, niente dice dei cortili del carcere o della caserma…. Bernardo Atxaga - Desolatio
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sciatu · 1 year ago
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IL CUORE DI ORTIGIA DI NOTTE
Finiamo di cenare e ci incamminiamo verso il cuore di Ortigia, passando accanto a vicoli con costellazioni di stelle sopra i piccoli tavoli dei ristoranti, austere chiese che abbracciano nelle loro piazzette i soliti ristoranti dal profumo di pasta alle vongole, o col piccante aroma di cozze alla tarantina. Dovremo sentirci offesi scandalizzati da questo turbinio di candido barocco e di pasta alle sarde. Ma è la vita che aleggia a mezzaria tra i vecchi palazzi baronali e i cortili barocchi, è la vita portata dalle infinite lingue dei turisti che si perde tra i vicoli e le lampade gialle, tra i B&B e le case vuote, è la loro curiosità, il loro stupore per il bello che vi trovano che fa pulsare il cuore di Ortigia. Arriviamo nella grande piazza colma di gente, di voci e di musica, circondata dai palazzi nobiliari dagli imponenti portoni dove i turisti si aggirano affascinati dal tempo fermato nella bianca pietra di Siracusa, cristallizzato nelle colonne e balconi in ferro battuto a collo di cigno, nel barocco mischiato con le colonne dei templi greci della cattedrale dalle perfette forme, nella purezza dell’acqua della fontana di Aretusa, in prospettive scenografiche disegnate dalla luce giallognola dei lampioni. I sogni diventano reali e le notti si vestono di ricordi soffici e dolciastri, Ortigia è come un enorme palcoscenico dove si recita l’eleganza e la creatività del silenzio nelle sue forme più intime e moderne. I turisti dal noioso vociare sono solo le comparse di un eternità recitata dalla bellezza di queste pietre. Tutto è un passato che racconta di tragedie greche, di guerre sanguinose tra saraceni e normanni, di Principi alla Gattopardo e di arte immortale lungo le strade a misura d’uomo, tra i palazzi nobili o nelle povere case che nel buio sembrano aspettare austere e compite quel sole che di giorno le fa brillare di luce, incastonate in un mare fraterno e cristallino.
We finish dinner and walk towards the heart of Ortigia, passing by alleys with constellations of stars above the small restaurant tables, austere churches that embrace in their squares the usual restaurants with the scent of pasta with clams, or with the spicy aroma of mussels alla tarantina. We will have to feel offended and scandalized by this swirl of candid Baroque and pasta with sardines. But it is the life that hovers in the air between the old baronial palaces and the baroque courtyards, it is the life brought by the infinite languages of the tourists that gets lost in the alleys and the yellow lamps, between the B&Bs and the empty houses, it is their curiosity, their amazement at the beauty they find there makes the heart of Ortigia beat. We arrive in the large square full of people, voices and music, surrounded by noble palaces with imposing gates where tourists wander around fascinated by time stopped in the white stone of Syracuse, crystallized in the swan-neck wrought iron columns and balconies, in the baroque mixed with the columns of the Greek temples of the cathedral with perfect shapes, in the purity of the water of the fountain of Arethusa, in scenographic perspectives drawn by the yellowish light of the street lamps. Dreams come true and the nights are dressed in soft and sweet memories. Ortigia is like a huge stage where the elegance and creativity of silence is played out in its most intimate and modern forms. The boring shouting tourists are just the extras of an eternity played out by the beauty of these stones. Everything is a past that tells of Greek tragedies, of bloody wars between Saracens and Normans, of Gattopardo Princes and of immortal art along the streets on a human scale, among the noble palaces or in the poor houses that in the dark seem to wait austere and fulfill that sun which during the day makes them shine with light, set in a fraternal and crystalline sea.
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Abati
Sant’Antonio Abate
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In foto:  Trittico delle Tentazioni di sant'Antonio di H. Bosch, 1501 ca., Museo del Prado, Madrid
Oggi 17 gennaio la Chiesa cattolica festeggia Sant’Antonio Abate. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250 d.C., a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere vita anacoretica per più di 80 anni: secondo le cronache, morì nel 356 d.C., più che centenario. Riconosciuto già in vita come taumaturgo e in odore di santità, fu visitato da tantissimi pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente, tra cui si narra anche l'imperatore Costantino e i suoi figli. Fu un suo discepolo, sant'Atanasio, che raccontò la sua vita. Nell'iconografia tradizionale è raffigurato circondato da donne provocanti, simbolo delle tentazioni, o animali domestici, come il maiale, di cui è popolare protettore. Nel culto spazio importante ha Il fuoco legata ad una particolare leggenda: si narra  infatti che sceso all’Inferno per salvare delle anime dei peccatori, mentre il suo maiale portava scompiglio tra i diavoli, attinse la ferula (che diventerà simbolo nel bastone vescovile) nelle fiamme, portando il fuoco con sè.
I suoi discepoli tramandarono alla Chiesa la sua sapienza, raccolta in 120 detti e in 20 lettere; nella Lettera 8, Sant’Antonio scrisse ai suoi “Chiedete con cuore sincero quel grande Spirito di fuoco che io stesso ho ricevuto, ed esso vi sarà dato”. Nel 561 fu scoperto il suo sepolcro e le reliquie cominciarono un lungo viaggiare nel tempo, da Alessandria a Costantinopoli, fino in Francia nell’XI secolo a Motte-Saint-Didier, dove fu costruita una chiesa in suo onore. In questa chiesa a venerarne le reliquie, affluivano folle di malati, soprattutto di ergotismo canceroso, causato dall’avvelenamento di un fungo presente nella segale (si verifica per abuso terapeutico di essi o in forma epidemica, per l’uso di farine contaminate da polvere di sclerozi del fungo Claviceps purpurea), usata per fare il pane. Il morbo era conosciuto sin dall’antichità come “ignis sacer” per il bruciore che provocavano le cancrene ulcerose e per le allucinazioni; per ospitare tutti gli ammalati che giungevano, si costruì un ospedale e una Confraternita di religiosi, l’antico Ordine ospedaliero degli “Antoniani”; il villaggio prese il nome di Saint-Antoine di Viennois. Il Papa accordò loro il privilegio di allevare maiali per uso proprio e a spese della comunità, per cui i porcellini potevano circolare liberamente fra cortili e strade, nessuno li toccava se portavano una campanella di riconoscimento. Il loro grasso veniva usato per curare l’ergotismo, che venne chiamato “il male di s. Antonio” e poi “fuoco di s. Antonio”. Tuttavia c’è da dire che le due malattie sono diverse, dato che quello che attualmente è chiamato Fuoco di sant’Antonio è causato dal virus della varicella infantile (varicella-zoster virus), e prese questo nome per l’invocazione al Santo come guarigione. Anche il maiale cominciò ad essere associato al Santo, nell’iconografia soprattutto mediterranea, tanto da essere considerato il santo patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici e della stalla. Nella sua iconografia compare oltre al maialino con la campanella, anche il bastone degli eremiti a forma di T, la “tau” ultima lettera dell’alfabeto ebraico e quindi allusione alle cose ultime e al destino. Nel giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si portano a benedire gli animali domestici e si accendono giganteschi falò a ricordo della sua impresa all’Inferno. In alcune zone, tipo alcuni comuni catanesi e nel napoletano, era tradizione comune mettere una icona del santo durante la costruzione dei forni, a protezione dell’uso del fuoco.
Molti gli artisti che l'hanno raffigurato:
Michelangelo Buonarroti, Il Tormento di Sant’Antonio (1487-1489)
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Paul Cezanne, Tentazione di Sant’Antonio, 1875-1877
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Salvador Dalì, Tentazione di Sant’Antonio, 1946
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Gustave Flaubert pubblicò nel 1874 un libro, La Tentazione di Sant’Antonio, in cui l’eremita è tentato da seduzioni demoniache come lussuria, potere o ricerca del piacere. Ancora più inquietante è la comparsa di un suo discepolo, Ilarione, che gli presenta «tutti gli dèi, i riti, le preghiere e gli oracoli», e sottolinea le contraddizioni delle Sacre Scritture.
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ortodelmondo · 2 years ago
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Sante Notarnicola
«ci ho messo 50 anni a diventare comunista.
E 20 anni 8 mesi e 1 giorno di prigione.
E 11 anni di carcere di massima sicurezza. E
5 anni di celle punitive. E la posta censurata.
E i vetri divisori ai colloqui […] E le cariche
dei carabinieri nei corridoi delle prigioni. E
il sangue nelle celle. E il sangue dal naso. E il
sangue dalla bocca. E i denti rotti. E la fame
all’Asinara. E il silenzio obbligatorio al bunker
della Centrale, a cala d’Oliva. E i racconti
dei torturati. E i colpi contro la porta per non
farti dormire. E i colloqui respinti senza un
motivo. E la posta sottratta. E il linciaggio del
vicino di cella. E il vivere col cuore in gola.
E la pressione che sale. E il cuore che senti
ingrossare. E il compagno che se ne va con la
testa. E le divisioni a 5 nei cortili. E le rotture
politiche. E le divisioni che teoricamente dovevano rafforzarci.
E il dilagare del soggettivismo. E i vetri infranti ai colloqui.
E le rivendicazioni coi pugni chiusi. E la ritirata strategica.
E gli scioperi della fame condannati. E i sorrisi spariti.
E i soggettivisti sconfitti. E gli odi tra compagni.
E le demolizioni personali.
E la disgregazione umana. E le perquisizioni
anali. E le sei diottrie perse. E l’assalto coi cani
nelle celle. E i compagni colpiti da schizofrenia. E i primi tradimenti. E la massa di dissociati. E l’isolamento politico. E la piorrea che
avanza.
E gli anni che passano e i giorni che conti.
E i silenzi, i silenzi, i silenzi»
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custonaciweb · 4 months ago
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youtube
Scegliere di visitare Trapani e fare tappa tra i vicoli del centro storico è un'esperienza che tutti dovrebbero fare per comprendere appieno l'essenza di questa terra. Camminando tra cortili, scale, botteghe, palazzi, chiese, incontri l'anima più intima e vera di Trapani. I profumi inebrianti che fuoriescono dalle cucine, la brezza del mare che circonda le case, il sale, il vento quasi perenne che scombina i capelli, il canto dei gabbiani, il chiacchiericcio delle signore affacciate ai balconi, i tramonti che incendiano il mare. Qui tutto parla al cuore di coloro che sanno ascoltare.
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safetyandpromo · 7 months ago
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Esplorando gli "Spazi Confinati" a Verona: svelare le gemme nascoste
Situata nel cuore del Veneto, Verona è rinomata per la sua ricca storia, la straordinaria architettura e il fascino romantico. Tuttavia, al di là delle strade affollate e dei monumenti iconici, si nasconde un aspetto meno noto del fascino della città: i suoi "Spazi Confinati". Queste gemme nascoste offrono uno sguardo unico sul passato e sul presente di Verona, invitando i visitatori a scavare più a fondo nei suoi segreti.
Un viaggio nel tempo
Gli "Spazi Confinati" di Verona sono un insieme di vicoli stretti, cortili nascosti e angoli nascosti che sussurrano storie di epoche passate. Questi spazi intimi forniscono un netto contrasto con la grandiosità delle attrazioni più famose di Verona, offrendo un'esperienza più autentica e intima per coloro che desiderano esplorare.
I passaggi segreti
Uno degli aspetti più intriganti degli spazi ristretti di Verona è la rete di passaggi segreti che si incrociano sotto la superficie della città. Questi tunnel labirintici hanno avuto vari scopi nel corso della storia, dal fornire vie di fuga durante i periodi di conflitto al facilitare incontri clandestini tra le élite della città. Oggi questi passaggi offrono uno sguardo affascinante sul passato di Verona, permettendo ai visitatori di ripercorrere le orme di chi è venuto prima.
Tesori artistici
Al di là del loro significato storico, gli spazi ristretti di Verona vantano anche una ricchezza di tesori artistici che aspettano di essere scoperti. Dai murales nascosti che adornano muri secolari alle bizzarre sculture nascoste in angoli appartati, questi spazi sono un paradiso per gli appassionati d'arte che cercano qualcosa fuori dai sentieri battuti. Esplorare queste opere d'arte nascoste è come intraprendere una caccia al tesoro nel tempo, dove ogni scoperta offre uno sguardo al vibrante arazzo culturale di Verona.
Delizie culinarie
Nessuna esplorazione degli spazi ristretti di Verona sarebbe completa senza indulgere alle delizie culinarie della città. Nascosti in questi angoli nascosti si trovano pittoresche trattorie e accoglienti caffè che servono piatti tradizionali veneziani ricchi di sapore. Dalle sostanziose paste ai delicati pasticcini, la scena culinaria di Verona è tanto varia quanto deliziosa e offre qualcosa per soddisfare ogni palato.
Preservare il passato, abbracciare il futuro
Mentre Verona continua ad evolversi, c’è un crescente apprezzamento per l’importanza di preservare i suoi spazi confinati. Sono in corso sforzi per proteggere queste gemme nascoste dallo sviluppo moderno e garantire che rimangano accessibili per il godimento delle generazioni future. Dai progetti di restauro alle visite guidate, sono in atto iniziative per celebrare il fascino unico di questi spazi trascurati e mostrare la loro importanza nel plasmare l'identità di Verona.
Esplorare gli spazi ristretti di Verona è come togliere gli strati di un arazzo logoro dal tempo, rivelando i fili intricati che intrecciano il passato e il presente della città. Dai passaggi nascosti ai tesori artistici, queste gemme nascoste offrono uno sguardo nell'anima di Verona, invitando i visitatori a scoprire i suoi segreti e sperimentare in prima persona il suo ricco patrimonio culturale. Quindi, la prossima volta che ti troverai a Verona, assicurati di avventurarti fuori dai sentieri battuti e di scoprire la magia dei suoi "Spazi Confinati.
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lamilanomagazine · 7 months ago
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Lombardia, premiate le realtà da sempre in prima linea per la solidarietà sociale: la celebrazione in onore della Festa della Lombardia
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Lombardia, premiate le realtà da sempre in prima linea per la solidarietà sociale: la celebrazione in onore della Festa della Lombardia.  Il premio Rosa Camuna riserva, anche quest'anno, grande attenzione alle realtà lombarde in prima linea sui temi della solidarietà sociale. Molti dei riconoscimenti assegnati per l'edizione 2024, che verranno consegnati come da tradizione domani, 29 maggio, Festa della Lombardia, saranno destinati infatti a personalità o associazioni del territorio da sempre al lavoro per ridare speranza a giovani in difficoltà o dare conforto e supporto concreto a chi sta affrontando percorsi di cura lunghi e complessi. GIOVANI IN DIFFICOLTA' Tra le personalità a cui è stato destinato il premio tematico per la solidarietà sociale, c'è anche don Antonio Mazzi che dal 1984 porta avanti con impegno e senso di responsabilità le attività della Fondazione 'Exodus', da lui costituita a Milano. Nel corso degli anni questa realtà, come si legge nella menzione, "si è presa cura di migliaia di giovani e persone in difficoltà aiutandole ad avere fiducia nel futuro". UN SUPPORTO AI MALATI DI LEUCEMIA Tra i premiati c'è, poi, la 'Fondazione Admo Lombardia ETS' di Milano, che dal 1990 accompagna i malati di leucemia alle prese con le difficoltà del trapianto di midollo osseo, supportandoli in tutte le fasi del loro percorso di cura e guarigione. "Grazie ad un'instancabile azione di informazione e ricerca - si legge nel testo della motivazione del premio - l'Associazione ha dato speranza a moltissime persone che soffrono di gravi patologie del sangue". AIUTARE I BAMBINI CHE HANNO BISOGNO DI UN TRAPIANTO Uno dei premi tematici dello storico riconoscimento di Regione Lombardia, andrà invece al lecchese Marco Galbiati, che con l'associazione 'Il tuo cuore, la mia stella', promuove iniziative nel campo dello sport e dell'alta cucina, le due passioni del figlio scomparso prematuramente all'età di 15 anni a causa di una malattia cardiaca. Tra le realtà supportate dall'associazione anche la Fondazione 'Mission Bambini ETS' che, con il programma 'Cuore di Bimbi', ha aiutato diversi bambini che avevano bisogno di un trapianto. DIFESA DEI DIRITTI UMANI A ricevere una menzione speciale sarà anche a Gabriella Scaduto, psicoterapeuta e presidente dell'associazione 'ReDiPsi Reti di Psicologi per i Diritti Umani' con sede a Milano, che è riuscita a coinvolgere una vasta comunità di professionisti nell'impegno sociale per la difesa dei diritti umani. "Dal 2023 - si legge nella motivazione del premio - la sua professione si è fortemente indirizzata sull'assistenza delle persone, soprattutto donne e minori, che, dopo aver affrontato il dramma della guerra, riescono con il supporto dell'associazione a cominciare con fiducia un percorso di reinserimento nella società". ASSISTENZA ALLE FAMIGLIE FRAGILI Una delle menzioni del premio è stata inoltre assegnata a Giovanni Para che, con il suo 'Comitato inquilini cortili solidali', nato a Milano nel 2012, sostiene e presta assistenza alle famiglie, agli anziani soli e ai disabili che vivono nelle case popolari di via Palmanova, via Tarabella e via Cesana. Questa realtà, come si legge nelle motivazioni al premio, "ha attivato sinergie con il Comune di Milano, con ALER e con tutte le associazioni in grado di avviare progetti sociali, culturali e ambientali, collaborando per rendere più vivibile e sicuro il quartiere".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 8 months ago
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Il Maschio Angioino: Un colosso di pietra nel cuore di Napoli
Il Maschio Angioino, sorge imponente nel cuore di Napoli, dominando il panorama con la sua mole maestosa e la sua storia millenaria. Eretto dagli Angioini nel XIII secolo, questo castello medievale rappresenta non solo un capolavoro di architettura gotica, ma anche un simbolo indiscusso della città partenopea. Le origini e la costruzione del Maschio Angioino La sua storia ha inizio nel 1266, quando Carlo I d'Angiò, conquistata Napoli, decise di edificare una fortezza che fosse al contempo residenza reale e baluardo difensivo. I lavori, affidati all'architetto francese Pierre de Chaulnes, si protrassero per ben vent'anni, dando vita a un complesso fortificato di straordinaria imponenza. Un'architettura di grande fascino Il Maschio Angioino si presenta come un'opera architettonica di grande fascino, caratterizzata da elementi tipici del gotico angioino. Le sue mura merlate, le torri cilindriche e il fossato che lo circonda conferiscono al castello un aspetto austero e imponente. All'interno, si snodano ampi cortili, sale riccamente decorate e suggestivi camminamenti di ronda, che offrono una vista mozzafiato sulla città. Un passato ricco di eventi Nel corso dei secoli, il Maschio Angioino ha vissuto le vicende più salienti della storia napoletana. Ha ospitato sovrani, intrighi di corte e battaglie sanguinose. Tra le sue mura hanno risuonato le musiche di feste sontuose e le grida di rivolte popolari. È stato testimone di assedi e di cambiamenti di regime, assumendo sempre un ruolo centrale nella vita della città. Un presente all'insegna della cultura Oggi, il Maschio Angioino è un museo che accoglie i visitatori con un ricco patrimonio storico e artistico. Tra le sue sale si possono ammirare affreschi medievali, armature antiche e opere d'arte di grande pregio. Il castello ospita inoltre mostre temporanee, concerti ed eventi culturali, che ne fanno un luogo vivo e dinamico al centro della vita cittadina. Un futuro da protagonista Il Maschio Angioino guarda al futuro con fiducia, pronto a continuare ad essere un punto di riferimento per la cultura e l'identità di Napoli. Grazie a un'attenta opera di restauro e valorizzazione, il castello continuerà ad affascinare visitatori provenienti da tutto il mondo, raccontando loro la storia millenaria di una città unica e straordinaria. Foto di Didier da Pixabay Read the full article
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progetto-geografia · 8 months ago
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Pechino
Iniziamo dicendo che il Mandarino è la lingua ufficiale di tutta la Cina.
Si trova 12 ore di volo da noi ed è 8 ore in avanti nel fuso orario.
Cosa dire per rappresentarlo meglio?
Le festività ovvio, le più importanti che si svolgono a Pechino seguono il calendario lunare tradizionale. La festa più sentita è sicuramente il Capodanno Cinese, anche detta Festa della Primavera, che cade tra la fine di giugno e la metà di febbraio e dura ben tre giorni.
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Due settimane dopo la sua conclusione si tiene il Festival delle Lanterne, che è caratterizzato proprio da una grande partecipazione popolare: migliaia di persone camminano di notte per le strade di Pechino portando in mano lanterne dai colori sgargianti.
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Altre due feste molto sentite sono la Giornata della Pulizia dei Sepolcri,che corrisponde alla nostra Festa dei Morti.
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Il Festival di metà autunno,noto anche come Festival della Luna. La prima festa prevede la visita ai propri defunti nei cimiteri e la distruzione del “denaro fantasma”, bruciato in quanto non più utilizzabili dai defunti nell’aldilà.
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La seconda festa, invece, è caratterizzata dalla condivisione dei gustosi dolci della luna (biscotti ripieni di pasta di loto) e si svolge tra settembre e ottobre. Da non perdere anche gli spettacoli teatrali e le acrobazie che si svolgono tutto l’anno.
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Cosa vedere a Pochino? Dei consigli?
1) Cittá proibita
2) La grande muraglia
3 ) National museum of China
4 ) La Torre della campana e la Torre del Tamburo
5 ) Palazzo d’estate
6 ) La via Sacra delle tombe dei Ming
1 cittá proibita
Situata nel cuore di Pechino e incastonata fra i Giardini Imperiali e Prospect hill (una collina artificiale che offre una vista mozzafiato sulla stessa), la Città Proibita rappresenta uno dei palazzi imperiali meglio conservato in Cina. Questo complesso di palazzi, cortili ed edifici, costruiti e posizionati secondo un preciso schema, e ognuno con il proprio rappresenta la massima espressione dell'architettura popolare cinese.
E' stata abitata per quasi cinquecento anni esclusivamente dagli imperatori e dalle loro famiglie: dinastia Ming (1368-1644), dinastia Qing (1644-1911). La Città Proibita venne poi aperta al pubblico solo a partire dal 1949.
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2 La grande muraglia
Non si trova direttamente a Pechino, ma a oltre 40 km dal centro. E' considerata uno dei più importanti simboli della tradizione popolare cinese e una delle sette meraviglie del mondo: stiamo parlando della Grande Muraglia cinese.
Inserita fra i patrimoni dell'umanità UNESCO, fu costruita in soli dieci anni dal generale Meng Tien nel 221 a.C., come linea strategica di difesa. Si estende per migliaia di chilometri, circondata dal verde della giungla: dalle montagne della Corea fino al deserto del Gobi. Conosciuta dagli occidentali solo alla fine dell'XIII secolo, grazie alle descrizioni dei primi viaggiatori, la Grande Muraglia è una tappa obbligata in un viaggio a Pechino.
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3 National Museum of China
Considerato il tempio della storia e della cultura cinese, il National Museum of China è uno dei più grandi al mondo. Imponente e maestoso, racconta grazie alle tante sale e collezioni presenti all'interno, ben cinquemila anni di storia: dalle mostre di antichi e preziosi manufatti risalenti al Neolitico fino alle mostre d'arte contemporanea. Costellato da ritratti di Buddha e di Mao, questo museo è una sintesi di storia e politica, riguardanti le varie dinastie che si sono susseguite.
Alcune fra le attrattive più curiose presenti al suo interno sono: gli incisivi di un homo Erectus, l'"Uomo di Yuanmou", un vestito funerario cerimoniale in giada, risalente alla Dinastia Han, e un antico vaso in bronzo, chiamato Simuwu Ding.
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4 La Torre della campana e la Torre del Tamburo
Posizionate l'una di fronte all'altra, in uno degli hutong storici, le Torri della Campana e del Tamburo rappresentano due dei simboli più importanti di Pechino. Furono erette durante la dinastia Ming e anticamente venivano utilizzate per scandire il tempo, grazie ai venticinque tamburi contenuti nella Torre del Tamburo e alla campana di bronzo nell'altra. L'alba veniva infatti annunciata dalla campana, il tramonto dal tamburo. Dopo l'abbandono della città proibita, le torri non vennero più usate per scandire il tempo, tuttavia i tamburi suonano ancora oggi per quindici minuti, quattro volte al giorno. La campana, invece, tace dal 1924.
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5 palazzo d’estate
Situato a circa 15 km nord-ovest da Pechino, il Palazzo d'Estate fu costruito nel 1750, durante la dinastia Qing, come residenza estiva degli imperatori. Leggende narrano che l'imperatrice vedova Cixi ne fece per molti anni la sua dimora, dandovi luogo a eccessi e sregolatezze.
Nel 1998 è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO. Il suo giardino, che si estende su una superficie di circa 290 ettari, è una delle massime espressione dell'antica arte paesaggistica cinese ed è oggi considerato uno dei meglio conservati dell'intera Cina. Elementi centrali nella composizione del giardino sono il Lago di KunMing e la vicina Collina della Longevità. Presso questi vi è anche un vasto repertorio di architetture che comprendono edifici di notevole valore artistico.
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6 La via Sacre delle tombe dei Ming
Lungo circa 7 km, a nord-ovest di Pechino, questo viale veniva percorso dal corteo funebre in occasione della morte degli imperatori. La via termina nel cimitero imperiale, costeggiato su tre lati da montagne, che custodisce al suo interno tredici mausolei: uno per ogni imperatore della dinastia Ming lì sepolto, insieme a imperatrici, concubine, principi e principesse.
All'interno del cimitero sono presenti ben 36 sculture in marmo bianco di Pechino, scolpite nel 1435: 24 animali e 12 figure umane, secondo l'antica tradizione di erigere una scultura davanti all'ingresso delle tombe imperiali, iniziata sotto la dinastia Qing. Lo scopo di ogni statua era quello di proteggere il sonno eterno degli imperatori.
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Cosa mangiare di tradizionale?
Anatra alla Pechinese
Dim Sum
Jiaozi
Hot Pot
Pollo Gongbao
Spaghetti con salsa di soia
Chuan
Tang hu lu
Torta lunare (Moon Cake)
Tè cinese
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intotheclash · 1 year ago
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Dice il mio dizionario che la parola desolazione proviene dal latino desolatio, genitivo desolationis; E che fu nel milleseicentoundici che qualcuno la scrisse per la prima volta dopo avere affilato la penna di un’oca bianca. Dice anche che solitudine, rovina e distruzione sono i suoi significati principali. Ma niente dice il dizionario del cuore della gente che cammina per la strada; niente dice di noi, niente dice dei cortili del carcere o della caserma…. Bernardo Atxaga - Desolatio
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trasimenoviaggi · 11 months ago
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Seoul: Un'Immersione nella Fusione di Passato e Presente
Seoul, la vivace capitale della Corea del Sud, ha accolto il mio spirito viaggiatore con un mix irresistibile di tradizione e modernità. La mia esperienza in questa metropoli pulsante è stata un'immersione completa nella storia millenaria, nei sapori incantevoli della cucina locale e nell'energia travolgente della vita urbana. Un viaggio attraverso i tesori di Seoul che ha catturato il mio cuore.
La prima tappa è stata Gyeongbokgung, un palazzo reale che risale al XIV secolo. Camminare attraverso i suoi maestosi cancelli e cortili mi ha catapultato indietro nel tempo, immergendomi nelle tradizioni della dinastia Joseon. Gli hanbok, gli abiti tradizionali indossati dai visitatori e dagli artisti di strada, hanno aggiunto un tocco di colore vibrante a questo viaggio nel passato.
Dall'antichità, il mio itinerario mi ha portato verso il Dongdaemun Design Plaza, un'opera architettonica futuristica progettata da Zaha Hadid. Le forme uniche della struttura, illuminate di notte, hanno creato uno spettacolo visivo mozzafiato, segnando la perfetta fusione tra passato e presente.
La cucina coreana ha deliziato il mio palato in ogni angolo della città. Dai chioschi di strada con il loro delizioso tteokbokki ai ristoranti di barbecue coreano, Seoul ha offerto una varietà di sapori che ha soddisfatto ogni mio desiderio culinario. Il kimchi, in particolare, con la sua combinazione di piccantezza e acidità, ha conquistato il mio palato.
La vita notturna a Hongdae ha rappresentato l'epicentro dell'energia giovanile di Seoul. Strade animate da artisti di strada, musicisti indie e bancarelle di cibo hanno creato serate indimenticabili. I piccoli club hanno dato vita a una scena musicale vivace, aggiungendo un tocco di dinamismo alla notte.
Myeongdong, il paradiso degli acquirenti, ha soddisfatto il mio desiderio di shopping con le sue boutique alla moda e i marchi di lusso. Le vie piene di vita e le prelibatezze di strada hanno reso l'esperienza ancora più indimenticabile.
Un'escursione al Namsan Seoul Tower mi ha regalato una vista spettacolare della città. La salita attraverso sentieri verdi e lussureggianti è stata una ricompensa per gli occhi, con l'osservatorio che offriva una vista panoramica a 360 gradi di Seoul, particolarmente magica al tramonto.
In conclusione, il mio viaggio a Seoul è stato un'incredibile avventura attraverso il tempo e lo spazio. La città ha saputo bilanciare con maestria storia e modernità, cultura e dinamismo. I ricordi indelebili e la voglia irresistibile di tornare mi hanno lasciato con la certezza che Seoul è molto più di una destinazione turistica: è un'esperienza senza fine pronta ad essere scoperta e riscoperta.
人工智能
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fatuebrine · 1 year ago
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Un tempo ero preservatrice di armonie. Giullaresco, il mio fare si proponeva di anticipare dissidi tra persone di diversi gruppi, imporre tematiche per tutti gradevoli. Stavo costantemente all'erta: nessuno doveva sentirsi escluso, o avrei pagato io il caro costo di quell'esclusione. Il mio egoismo era ritirarmi in me e nel mio disagio quando percepivo che le situazioni di tensione generate dalla presenza di altri che non andavano d'accordo tra loro era una mia colpa, un mio fallimento. Io dovevo incollare le loro varie personalità, tenere salde le loro anime perché non se ne andassero a zonzo. Se vedevo qualcuno abbassare gli occhi, altri fare gruppetti, il cuore mi si gelava. Per me il mondo del conflitto era qualcosa da tenere lontano il più possibile. Compiacere tutti, mimetizzarsi con tutti. Fare in modo che niente fuoriuscisse, perché una qualsiasi cosa di troppo, una qualsiasi tristezza altrui poteva diventare la mia tristezza. Solo un giorno, poco a poco, cominciò a non fregarmene più niente. Ho sognato, nella stanza del perdono, che niente di tutto ciò era più compito mio. Anzi, che non lo era mai stato. Cominciai a fregarmene di tutti. Che le situazioni sociali fossero pure un caos. Che l'armonia potesse essere tagliata e rotta come un vaso di porcellana. Preservare cosa? Essere utile a cosa? Mi davo dei compiti che nessuno mi aveva dato o credevo invece che mi dessero dei compiti a cui non ero preparata? Forse erano entrambe le cose. C'erano delle aspettative.
Ma non erano compito mio.
Io non sono protettrice di armonie.
Non sono più il camaleonte che deve gestire i diversi colori del circondario.
E se lo sono stata, camaleonte, era per mio unico interesse. Per utilità. Per farmi largo in mezzo a cose che potevano essere spiacevoli, se affrontate con un atteggiamento solo. Cambiavo e vi cambiavo. Ma non salvavo nessuno. Il mondo entrava comunque in conflitto. Aveva bisogno solo di essere zittito, di essere messo da parte.
Non mi interessò più di niente. Vidi volti vuoti e li lasciai nella loro disperazione. Vidi sale d'aspetto che parevano cortili, dove stavano tutti gli scontenti. Scontenti a causa mia? Pensavo. No, scontenti a causa loro, e che se ne stessero a casa loro. Non c'è giardino più proficuo di quello della santa indifferenza. Non c'è armonia più dolce di quella del disprezzo.
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lettieriletti · 1 year ago
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Nana Reloaded Edition 8 – Prima Ristampa
Nana Reloaded Edition 8 – Prima Ristampa
Nana e la band dei Blast stanno facendo prove su prove per prepararsi al loro debutto professionistico. Intanto, Hachi cerca di vivere serenamente la sua storia con Nobuo dei Blast. Ma cos’è quella nube nera che si scorge all’orizzonte? Un numero di svolta per il capolavoro dell’autrice di Paradise Kiss e Cortili del cuore!
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copihueart · 2 years ago
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POESIE IN PROGRESS
Cercami nel consumarsi del vento
nell’onda increspata che bacia la banchisa
nel tarlo del silenzio con i suoi bagagli
nei bisogni dei falò accesi sulla terra
Cercami nel freddo oltre la finestra luminosa
nel cuore dei desideri antichi
nella vasta quiete dell’anima che dondola
nella mente rapita e piena di amnesie
nelle voci ammucchiate nei cortili
nella lanterna tremante dei sogni
nei treni fermi tra le rotaie consunte
Cercami in ogni insano desiderio
nella luna che ci accarezza con il suo tepore
nel guanto delle tue mani con i suoi colori
nei tuoi passi leggeri persi nelle nebbie
tra le ombre rade dei muri stinti
nel riflesso delle tue labbra intessute
nelle tracce furtive lasciate sulla tua pelle
Cercami nel fresco rigo del mio viso
nel sorriso riflesso nella curva dell’anima
tra le stelle intessute nel cucito firmamento
nel cieco appiglio di un ramo del tempo
nel logorarsi tra le scaglie di memoria
Cercami che sono le tue ali scintillanti
il miraggio dei tuoi passi e sentimenti
Cercami che forse posso bastare a scaldarti l’anima.
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