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Il Consiglio di bacino del Bellunese ha votato un’ordinanza in cui sono previsti i limiti per l’uso dell’acqua potabile nel bellunese #bellunese #limitiusoacquapotabile #consigliodibacino #ordinanza #primopiano #edilizia #razionamenti #fabriziosbardella
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Vicenza: Osservatorio dei cittadini in festa, evento per la prevenzione dei rischi alluvionali
Vicenza: Osservatorio dei cittadini in festa, evento per la prevenzione dei rischi alluvionali. Adulti e bambini protagonisti dell'evento "Osservatorio dei cittadini in festa", hanno imparato insieme a collaborare attivamente per migliorare la prevenzione dei rischi alluvionali ed essere pronti ad affrontare eventuali calamità naturali. L'iniziativa, promossa dal Comune di Vicenza e dall'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, è stata l'occasione per presentare l'Osservatorio dei cittadini sulle piene nel territorio veneto del Brenta – Bacchiglione, un progetto che punta ad una migliore gestione degli eventi alluvionali grazie all'interazione tra uomo e tecnologia con strumenti come COapp, l'applicazione mobile che permette ai cittadini di inviare segnalazioni sul territorio e di ricevere notifiche in anticipo in caso di pericolo di alluvione. L'evento è stato presentato a Palazzo Trissino dall'assessore alla protezione civile Matteo Tosetto e Martina Monego, della direzione Difesa del suolo e della costa dell'Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali. «Gli intensi eventi atmosferici che di recente hanno interessato anche Vicenza dimostrano ancora una volta l'impatto dirompente che il cambiamento climatico in atto ha sul territorio e sulla cittadinanza – ha affermato l'assessore alla protezione civile Matteo Tosetto -. È fondamentale quindi non restare fermi a guardare ma mettere in campo nuovi strumenti, usufruendo anche dell'aiuto che può darci la tecnologia, per fronteggiare tali fenomeni. Si inserisce in questo percorso l'adesione all'Osservatorio dei cittadini sulle piene, con l'evento di sensibilizzazione sulla prevenzione ai rischi alluvionali, e l'avvio dei lavori per l'aggiornamento del Piano di emergenza comunale, rispetto al quale abbiamo già revisionato la parte relativa al rischio idraulico. Ora i lavori continueranno per l'aggiornamento degli ulteriori rischi – tra i quali incendi, sismico, incidente rilevante - e dopo l'approvazione da parte della giunta e la validazione della Provincia per diventare operativo il Piano dovrà essere adottato dal Consiglio comunale. Poter disporre di strumenti come il portale amicoalpiorientali.eu e l'applicazione per mobile CoApp significa dotare le istituzioni di nuove aiuti per prevenire e anche fronteggiare i pericoli idraulici e idrogeologici causati dalle piogge intense. Strumenti che interessano non solo le istituzioni e gli addetti ai lavori ma anche i cittadini, che tramite l'app possono al contempo tenersi informati sulla situazione e segnalare eventuali criticità. Azioni queste che permettono di migliorare la rapidità e l'efficacia delle risposte in caso di emergenza». Il Comune ha lavorato con grande impegno e partecipazione a questo progetto. Il traguardo raggiunto evidenzia ancora una volta la grande sensibilità della Città di Vicenza che è stata protagonista nella sperimentazione di questa innovativa misura di preparazione frutto della consolidata esperienza di progetti europei e selezionata come "best practice" di applicazione della direttiva alluvioni dalla Commissione Europea», dichiara Marina Colaizzi, segretario generale dell'Autorità di bacino. L'evento La giornata si è aperta alle 8.30 con l'esercitazione di addestramento della Protezione civile, con l'obiettivo di verificare le procedure di emergenza in caso di allerta idrogeologica ed idraulica. L'Osservatorio ha offerto infatti alle amministrazioni delle tecnologie che permettono di migliorare la programmazione, con il dovuto anticipo, delle varie fasi operative di gestione dell'emergenza. Al Coc nella sede della polizia locale e nei principali punti di monitoraggio dei corsi d'acqua sono controllati i livelli idrometrici, gestite le squadre di soccorritori e attuate le principali attività previste dalla parte appena revisionata relativa al rischio idraulico del Piano comunale di Protezione civile, che ora integra la mappatura del rischio e degli allagamenti del Piano di gestione del rischio di alluvioni (Pgra). Un ulteriore elemento innovativo è costituito dall'utilizzo delle nuove tecnologie offerte dall'Osservatorio dei cittadini, funzionali ad una migliore gestione dell'emergenza e alla comunicazione con i cittadini, per la gestione del rischio alluvionale. Sono stati presenti in piazza Matteotti stand informativi per conoscere meglio la misura di mitigazione del rischio alluvionale "Osservatorio dei cittadini sulle piene" e le tecnologie di comunicazione messe a disposizione della popolazione: il portale web amicoalpiorientali.eu e l'applicazione COapp, che offrono nuovi canali di comunicazione sia in preparazione sia durante gli eventi alluvionali. E' stato possibile sperimentare cosa fare in caso di alluvione grazie a Safer Water, una simulazione di realtà virtuale nata dalla collaborazione tra l'Autorità di bacino e il Centro di Ricerca Human Inspired Technologies dell'Università di Padova. Ed ancora spazio alle famiglie per le quali è stata organizzata una caccia al tesoro a tema: 10 tappe per imparare e scoprire nuove informazioni sul fiume, sull'Osservatorio dei cittadini e sui comportamenti da tenere in caso di esondazione. Osservatorio e CoApp Il Comune ha aderito l'anno scorso all'Osservatorio dei cittadini sulle piene, nuova misura di mitigazione del rischio alluvionale sviluppata dall'Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali anche nel territorio del bacino del Brenta-Bacchiglione, di cui Vicenza fa parte. Questa misura non offre solo tecnologie di comunicazione rivolte ad amministrazioni, soccorritori ed esperti, ma anche strumenti che permettono alla cittadinanza di diventare sentinelle attive nel territorio. L'Osservatorio fornisce infatti un quadro aggiornato delle informazioni relative alla situazione idraulica dei bacini del Distretto attraverso la piattaforma amicoalpiorientali.eu, dove sono inoltre visualizzabili le segnalazioni inviate dai cittadini che partecipano all'Osservatorio tramite l'app mobile dedicata. CoApp permette infatti a tutti di fornire il proprio contributo per una migliore gestione delle piene. L'applicazione consente di controllare il livello dei fiumi e il meteo nella propria zona, ricevere notifiche che segnalano l'eventuale rischio di esondazione, comunicare con foto e video anomalie rilevate nei corsi d'acqua, inviare informazioni sulle condizioni meteo, segnalare lo stato della vegetazione sugli argini o sui corsi d'acqua.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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La commissione mista dopo la prima riunione continuò a lavorare con incontri anche a Nizza ed in Valle Roya
La commissione mista, dopo la prima riunione, continuò a lavorare con incontri anche a Nizza ed in Valle Roya https://ift.tt/rh4IeJx Mentone Proprio alla fine della guerra, nel 1946, prese corpo nel bacino transfrontaliero Ventimiglia-Mentone l’idea di creare una “zona franca”. Animatori ne furono, per i Comuni italiani, il Dr. Emilio Azaretti e per i Comuni francesi Mr. Francis Palmero. Il progetto prevedeva la costituzione di un territorio autonomo di 19 Comuni italiani (Valli Roya, Nervia, Crosia) e 11 Comuni francesi (tra cui Mentone, Roquebrune, Breil, Fontan, Saorge e Sospel). Il programma del Movimento della Zona Franca prevedeva la costituzione di un Consiglio Generale composto dai rappresentanti dei Comuni italiani e francesi per trattare i problemi di interesse bilaterale e risolvere le eventuali divergenze, evidenziando ben chiaramente che Italia e Francia avrebbero continuato ad avere piena ed assoluta sovranità sui rispettivi Comuni della zona transfrontaliera. Per motivi contingenti ed opposizione ferma delle autorità centrali, il progetto Zona Franca non si realizzò
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Evitato il blocco degli Euro 5 in Piemonte
Cirio: «Siamo riconoscenti al ministro Pichetto, che ha coordinato il complesso lavoro tecnico che ha portato a questo decreto, e all'intero governo, a cominciare dai ministri Salvini e Fitto, per l'intervento immediato a supporto di famiglie e imprese del Piemonte». Il decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri impegna le Regioni del bacino padano - Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto - ad aggiornare i propri piani per la qualità dell’aria permettendo di valorizzare le tante misure ambientali messe in campo nel biennio 2021-2023 alternative al blocco dei veicoli. Ne consegue che le auto e i mezzi diesel Euro 5 potranno continuare a circolare in Piemonte, cosi come nelle altre Regioni del bacino padano, fino all’autunno 2025. «Siamo riconoscenti al ministro Pichetto, che ha coordinato il complesso lavoro tecnico che ha portato a questo decreto, e all'intero governo, a cominciare dai ministri Salvini e Fitto, per l'intervento immediato a supporto di famiglie e imprese del Piemonte – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Il lavoro di squadra ha consentito di raggiungere questo risultato perché da sola la Regione non aveva il potere di agire: era necessaria una legge da parte del governo che è prontamente intervenuto, con questo decreto, confermando la sua attenzione e vicinanza al Piemonte. Questo risultato – prosegue il presidente – è il frutto del lungo e complesso lavoro, fatto sotto la guida del ministero dell’Ambiente, dai tecnici della direzione regionale e Arpa, che ha permesso di valorizzare gli effetti delle tante misure messe in campo in questi anni - grazie agli investimenti regionali, nazionali e alle misure del Pnrr – in particolare quelle di efficientamento energetico, dal momento che l’inquinamento non è generato solo dal traffico veicolare. Azioni che continueremo a potenziare perché l’attenzione della Regione resta massima per la tutela dell’ambiente e della salute – conclude. Abbiamo triplicato le risorse previste per il miglioramento della qualità dell’aria e a breve lanceremo un altro pacchetto di misure per sostenere le famiglie nell’acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale e aiutare le imprese a sostituire i mezzi più inquinanti». L’assessore all’ambiente Matteo Marnati illustra i provvedimenti già messi in campo per ridurre le emissioni inquinanti e anticipa alcune misure che saranno messe in campo nelle prossime settimane. «Abbiamo già rottamato 704 autobus del trasporto pubblico con nuovi mezzi a basse emissioni e altri 749 saranno sostituiti entro il 2024 – spiega l’assessore Marnati – e abbiamo prorogato gli incentivi regionali per la sostituzione di stufe e impianti di riscaldamento inquinanti su cui abbiamo investito complessivamente 9 milioni di euro. A questo si aggiungono gli interventi del superbonus 110 per cento che contribuiscono alla riduzione delle emissioni generate dagli edifici. Ora, come richiesto dal governo, siamo pronti per rivedere il piano tutela dell'aria del 2019 – conclude l’assessore - per integrarlo con misure alternative e più efficaci al blocco dei diesel Euro 5». Read the full article
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Siccità: l'allarme dell'Anbi: per 3,5 milioni di italiani l'acqua è a rischio
“Dati alla mano, è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata”, a lanciare l’allarme è il presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di bacino (Anbi), Francesco Vincenzi, citando dati del Cnr. Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche, una percentuale fra il 6% ed il 15% della popolazione italiana vive…
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Il loro bacino elettorale è molto più ampio di quelli a cui stanno pagando le cambiali.
Infatti il loro bacino elettorale per la maggior parte lo sta pigliando al culo come tutti gli altri.
Stiamo ancora aspettando il latte a 1 euro, la cancellazione delle accise al primo consiglio dei ministri e la cancellazione della legge Fornero... intanto tornano i contratti precari che più precari non si può...
Nell'attesa del grande miracolo dei pieni poteri, del presidenzialismo, dell'uomo solo al comando... continuano a sparare cazzate sui rave, l'utero in affitto, l'enorme emergenza sostituzione etnica per colpa della teoria gender, i forestierismi, porti chiusi, ponte sullo stretto, pene esemplari...
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“ Come presidente del consiglio, nell'autunno '63, quasi piangendo, [Giovanni Leone] assicurò alle famiglie delle duemila e piú vittime della catastrofe del Vajont che al piú presto giustizia sarebbe stata fatta e i colpevoli assicurati alla giustizia. Solo che pochi mesi dopo, diventato semplice deputato, al tribunale dell'Aquila egli accettò di far parte del collegio di difesa dei dirigenti della Sade, la società responsabile del disastro. Dopo il suicidio di un ingegnere geologo, otto erano i rinviati a giudizio. Risultato: cinque assolti e tre condannati al minimo della pena. È noto a tutti che il disastro si poteva evitare, che da anni i comuni che poi verranno travolti lamentavano smottamenti e slittamenti temendo il peggio, è noto che senatori e onorevoli democristiani avevano precise responsabilità (quanti avevano approvato il progetto del bacino costruito sotto il controllo diretto dei Lavori pubblici e senza ordinare la piú stretta vigilanza sui lavori della Sade, quelli che non avvertirono di eventuali pericoli la popolazione). Cosí la sentenza si commenta da sé: evidentemente l'eloquente, e lautamente retribuita, memoria scritta che mandò allora Leone ebbe il suo peso sui giudici e sul tribunale. Eccola: "Gli imputati sono persone ineccepibili sotto ogni aspetto e la loro colpa sta nel non aver avuto nell'ora suprema l'appercezione e la riflessione, il lampo illuminante dell'imminente pericolo." (Come se fossero stati tutti là a sorvegliare e si fossero distratti un momento.) Quindi non sono responsabili di questo "tragico errore" (errore di chi? di quella loro fatale distrazione?). E poi: "Ciò che ha ucciso non è la frana, cioè la prevedibile cedevolezza dell'area scelta e non tenuta sufficientemente sotto controllo, ma soltanto l'inondazione per cui l'evento non può essere addebitato all'agente, cioè alla Sade-Enel." (E chi ha la colpa dell'inondazione, se non chi non ha tenuto sotto controllo quell'area cedevole?) Le stesse argomentazioni che si leggevano il giorno dopo la tragedia sui giornali conservatori, difensori delle società idroelettriche. "Calamità naturale" era il ritornello d'allora, quando invece la calamità era prevista da anni, denunciata dai sindaci e dai giornalisti locali, temuta anche da qualcuno, tra i meno cinici, dei funzionari dei Lavori pubblici. “
Camilla Cederna, Giovanni Leone. La carriera di un presidente, Milano, Feltrinelli, 1978; pp. 130-31.
#Camilla Cederna#Giovanni Leone#letture#leggere#saggi#disastro del Vajont#giustizia#ingiustizie#Sade#saggistica#Presidenti della Repubblica italiana#Lavori pubblici#ambiente#Democrazia Cristiana#responsabilità#potere#Enel#libri#Storia d'Italia del XX secolo#conservatorismo#politica italiana#giornalismo d'inchiesta#Longarone#Veneto#Nordest#Alpi#memoria collettiva#impunità#Prima Repubblica#stragi
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Ciao! Voglio imparare l'italiano ma non so nessuna youtuber italiani, o canzone, o seriale di televisione, o film...
Spaciente per errori, ho imparato solo con duolingo
Grazie e bacino!! 💓💕💛🧡💞❤💕💖💞💗💕
ciao! mi hai scritto in italiano e quindi ti rispondo in italiano. se qualcosa non ti è chiaro non farti problemi a dirmelo.
youtuber italiani:
QUI, QUI e QUI ci sono delle liste fatte da @sayitaliano (che ha un sacco di altre risorse utili!!)
musica:
QUI c'è un a lista del miei album preferiti degli ultimi tempi che ho fatto qualche giorno fa
QUI c'è una playlist di youtube con le canzoni dell'ultimo sanremo
se mi dici che genere/artista in particolare ti piace posso darti altri nomi
serie tv & film:
QUI c'è una lista dei miei film italiani preferiti
ma in realtà in questo caso di darò un consiglio un po' strano, cioè: guarda serie tv e film doppiati in italiano
ti spiego: molte volte nelle serie tv e nei film italiani i personaggi parlano sia in italiano che nella loro lingua regionale, o con un accento, e potresti confonderti
guardando qualcosa doppiato (magari qualcosa che hai già visto) sentirai un italiano "più pulito" e potrai costruirti un vocabolario che ti sarà utile per poi guardare serie e film italiani
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Mose, ancora incompleto dopo 6 miliardi e 18 anni. Ma l’Italia a Dubai tenta di venderlo come “opera straordinaria da esportare” E’ costato 6 miliardi e mezzo di euro. E funziona a singhiozzo. La prima pietra fu posta il 14 maggio 2003, ma 18 anni, 4 mesi e tre settimane dopo è ancora un cantiere aperto. Entrerà in attività stabile (forse) nel 2023, ma per dire che possa essere collaudato bisognerà arrivare (forse) a fine 2025. Per farlo funzionare e assicurarne la manutenzione serviranno dai 100 ai 150 milioni di euro all’anno. La strada per la sua realizzazione è stata lastricata di tangenti, con uno dei più rapaci assalti alla diligenza pubblica che si ricordi nel dopoguerra. Questo è il Mose, in attesa che salvi per davvero Venezia dalle acque alte, come non ha fatto nella prima alta marea del 5 ottobre 2021, troppo modesta (105 centimetri sul livello del medio mare) per dare l’ordine di alzare le paratoie in acciaio, ma sufficiente per far sommergere i masegni della Piazza e i mosaici della Basilica di San Marco. Eppure il Mose è un’alta opera dell’ingegno italiano. Un prodotto da export. Di più, un modello tecnologico da offrire per salvare il mondo e le sue coste dall’innalzamento del mare. Lo hanno detto sulla scena dell’Expo di Dubai l’architetto Elisabetta Spitz, commissario straordinario sblocca-cantieri, il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. (...) Niente male, come pubblicità istituzionale. Forse qualcuno sta pensando per davvero di trasformare il costosissimo gingillo in un prodotto made in Italy da vendere all’estero. Ma cosa dovremmo esportare? Le traversie di un iter tecnico-burocratico infinito? Oppure i milioni di euro finiti scandalosamente nelle tasche di politici, uomini dello Stato, controllori che non controllavano? O ancora un’opera arrugginita prima ancora di entrare in attività, carica di criticità di cui alla fine nessuno pagherà il conto? A rendersi conto dello stridore della proposta esibita sul palcoscenico planetario, nell’indifferenza della politica, sembra essere stato il solo consigliere comunale veneziano Gianfranco Bettin, sociologo e scrittore, già prosindaco della città. Conoscendo molto bene la genesi del Mose, i suoi costi economici e soprattutto ambientali, risponde da “verde e progressista”: “L’opera proposta al mondo a Dubai. Modello Mose? No, grazie”. E motiva: “L’idea, autorevolmente lanciata, è ridicola e proterva”. Perché? “Intanto perché, in linea teorica, può essere considerata in situazioni tipo laguna, dove c’è da interrompere un flusso di marea in entrata da qualche bocca di porto in un bacino chiuso. Ma ci si immagina un Mose davanti a Genova, o a Napoli o a Trieste per proteggerle dall’innalzamento del mare provocato dal surriscaldamento del clima? Oppure un bel Mose tra Atlantico e Mediterraneo, sullo stretto di Gibilterra?”. Perché Bettin ritiene la proposta “proterva”? “Perché vuole proporre al mondo un’opera affidata in concessione diretta ad aziende scelte dal potere politico, senza gare a norma europea, approvata con diktat politico malgrado pesantissimi rilievi del Consiglio superiore dei lavori pubblici, senza Valutazione di Impatto Ambientale…”. E poi? “E’ stata progettata tenendo sott’acqua, perennemente esposti a salsedine e sabbia, delicati meccanismi di funzionamento che sono già deteriorati. Su un piano più generale è stata pensata sbagliando, al ribasso, i calcoli sull’innalzamento del livello del mare e dunque per funzionare qualche ora all’anno mentre invece dovrà farlo decine di volte”. L’effetto? “Sbarellerà le attività del porto e stravolgerà l’ecosistema lagunare, con altissimi costi di manutenzione e alto tasso di usura dei congegni, già costata una montagna di soldi che, per l’opacità e l’arbitrarietà delle procedure e della storica governance, ha provocato il massimo costo e il peggiore scandalo intorno a un’opera pubblica in Italia e in Europa”. di Giuseppe Pietrobelli
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LA LIBERTÀ
Il figlio di Bernardo Mattarella ha dichiarato che la libertà non è fare ammalare gli altri. Il riferimento è al contagio da Covid. Lo scopo è giustificare una proroga dell’emergenza senza emergenza. Il fine ultimo sostenere questo governo indecente e impedire il voto fino alla elezione del nuovo Capo dello Stato con questa maggioranza parlamentare da circo Medrano, a costo di continuare a soffocare diritti e libertà costituzionali.
Ora spiego cosa è la libertà a questo fortunato e fortunoso personaggio.
1. Libertà è avere un Capo dello Stato rispettoso della Costituzione, garante dell’interesse nazionale e che non vada a rendere omaggio a terroristi che uccisero cittadini italiani.
2. Libertà è il rispetto della Costituzione.
3. Libertà è avere un governo non solo legittimo ma anche del quale non ci si debba vergognare.
4. Libertà è libertà dal bisogno.
5. Libertà è avere un lavoro che è dignità e indipendenza.
6. Libertà è poter avere un futuro per i propri figli.
7. Libertà è potere creare una famiglia.
8. Libertà è avere un sistema giudiziario decente, una giustizia vera e un CSM che non sia sede di traffici che con la legalità nulla hanno a che fare.
9. Libertà è avere una scuola libera ed efficiente dove i giovani vengano educati alla storia, alle lettere, all’arte, alle scienze e non indottrinati con aberrazioni morali e falsi storici spudorati.
10. Libertà è avere un sistema fiscale equo che dia slancio alle imprese e generi posti di lavoro.
11. Libertà è avere Forze Armate che difendano la Patria e non inseguano sulle spiagge i cittadini in tenuta di combattimento.
12. Libertà è porre fine all’invasione di clandestini portatori di infezioni da Covid e usati come strumento per provocare consapevolmente contagi, ulteriori proroghe dello stato di emergenza, e poi con il diritto di voto usarli come bacino elettorale per una sinistra che ha perso il senso della vergogna e il senso del delitto.
13. Libertà è avere un governo che non trami nell’oscurità e non celi le sue malefatte ponendo il segreto su atti che devono essere compiuti, e che non agisca contro il Popolo.
14. Libertà è non vivere in povertà.
15. Libertà non è costringere i giovani a cercare vita e lavoro in Paesi stranieri.
16. Libertà è poter esercitare il diritto di voto.
17. Libertà è avere sovranità monetaria e non morire per l’interesse di usurai internazionali
18. Libertà è non dover assistere all’osceno spettacolo di un ex Ministro dell’Interno chiamato a giudizio per un reato inesistente ma al vero scopo di perseguitare il leader dell’opposizione e, per mano di una giustizia sporca, eliminarlo dalla scena politica. Peggio che nei peggiori momenti dei peggiori Paesi sudamericani.
L’ultima è che questo indecente governo ha appellato al Consiglio di Stato la sentenza del TAR che ordinava di rendere pubblici gli atti del c.d. “Comitato scientifico” per il Covid-19 della Protezione Civile.
Se è vero, pare che l’Avvocatura dello Stato abbia argomentato l’appello nel senso che la pubblicità degli atti porrebbe a rischio l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale.
Mai era stata commessa una “gaffe” così clamorosa: dunque, lo stato di emergenza, la soppressione di diritti e libertà fondamentali, sarebbe stata deliberata sulla base di finalità del tutto estranee alla prevenzione e diffusione del contagio. Altrimenti, perché la segretezza? Perché temere disordini pubblici? Che senso avrebbe evocare esigenze di sicurezza nazionale? Quali imbrogli questo indecente governo, nemico del Popolo italiano, ha combinato con altri Stati?
E dinanzi a tutto questo al figlio di Bernardo Mattarella è stato detto di dire che la libertà non è quella di contagiare il prossimo.
Il figlio di Bernardo Mattarella poteva continuare a tacere e invece ancora una volta ha parlato a sproposito.
Il Principe di Bisanzio avrebbe commentato con una delle sue celebri battute: “Lo vedi che ti conveniva tacere?”.
Augusto Sinagra
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Cuneo, è tornata a riunirsi la Rete Antiviolenza: per migliorare i servizi alle donne in difficoltà
Cuneo, è tornata a riunirsi la Rete Antiviolenza: per migliorare i servizi alle donne in difficoltà Il tavolo di lavoro della Rete Antiviolenza Cuneo è tornato a riunirsi nel pomeriggio di mercoledì 22 maggio, a poco meno di un mese dall'ultima volta, quando il procuratore capo Onelio Dodero aveva sciorinato i dati delle notizie di reato riguardanti il "Codice rosso", la legge introdotta nel luglio 2019 per rafforzare la tutela di chi subisce violenze, atti persecutori e maltrattamenti. Il gruppo si è ritrovato nella sala Consiglio del palazzo Municipale, dove ha proseguito il confronto. Ad aprire gli interventi – in seguito ai saluti istituzionali – è stata Serena Anna Marro, assistente sociale del Consorzio Socio-Assistenziale del Cuneese, che ha illustrato i dati relativi al CAV 10A, Centro Antiviolenza territoriale, il punto di accoglienza e ascolto a sostegno delle donne che hanno subito o che si trovano esposte alla minaccia di violenza, o dei loro figli. Nel 2023 il servizio, che opera nel bacino dell'Asl CN1 (Cebano escluso), ha avuto in carico 301 donne, di cui 59 hanno proseguito il percorso e 242 lo hanno iniziato. Le nuove prese in carico sono in aumento rispetto al 2022 (189) e al 2021 (186). Un dato valutato con positività dall'assistente sociale: "Registriamo una crescita della richiesta di aiuto – ha detto Marro -, il che non deve essere letto necessariamente come un dato negativo: le donne hanno più fiducia nei servizi di assistenza e non hanno paura di chiedere aiuto". Il CAV( Centro Antiviolenza) è strutturato su 9 Sportelli, articolati in 14 punti di ascolto e, oltre ad offrire una prima assistenza alle donne vittime di violenza, si adopera per dare sostegno abitativo e lavorativo, di modo da garantire loro la necessaria indipendenza. Anche quest'anno sono in piedi alcuni progetti su questi temi, unitamente all'attività di informazione e sensibilizzazione nelle scuole in collaborazione con gli altri componenti del CAV. Un momento di riflessione è stato dedicato al Reddito di Libertà, misura economica introdotta per favorire l'indipedenza e l'emancipazione delle donne vittime di violenza: al momento i fondi sono esauriti e non ci sono certezze sul rifinanziamento. Altri spunti sono arrivati dall'intervento delle funzionarie dell'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna, che oltre a condividere alcuni dati con il tavolo - su 1.200 autori di reato, oltre un centinaio sono relativi a casi di violenza di genere -, hanno evidenziato la necessità di aumentare i CUAV (Centri per uomini autori di violenza, attualmente uno in tutta la provincia) e di pari passo trovare un protocollo per valutare se il soggetto interessato è in grado di avviare un percorso di questo tipo, di modo da ottimizzare tempi e costi. La necessità di abbattere le liste di attesa è stata condivisa da Nicola Mellano della Cooperativa Fiordaliso, referente del CUAV locale, che si occupa dei percorsi di reinserimento degli autori di reato. Il confronto è proseguito con l'intervento del dott. Giorgio Nova, già primario del Pronto soccorso dell'ospedale di Savigliano, in rappresentanza della Croce Rossa. Il medico ha comunicato la disponibilità dell'associazione a proporre servizi di aiuto per le donne vittime di violenza. Novità importanti anche da parte della Caritas diocesana di Cuneo. Ivana Lovera, responsabile del Centro di Ascolto, ha comunicato l'avvio dei lavori per la creazione di un dormitorio femminile per donne senza fissa dimora nei locali dell'ex Centro di Ascolto di via Sen. Toselli 2 bis. Si tratterà di un'accoglienza temporanea, circa due mesi, che dia il tempo di immaginare percorsi per soggetti in situazione di fragilità. Tra le idee in fase di definizione c'è anche la volontà di creare uno spazio per le dimissioni protette. Inoltre, negli stessi locali, c'è in cantiere uno spazio multifunzionale dove le donne possano trovare risposte ai propri bisogni. Infine, l'intervento di una volontaria dell'associazione Telefono Donna ha puntato il faro sull'importanza di avere mediatrici culturali specializzate per intervenire nei casi più delicati che vedono protagoniste donne che non padroneggiano la lingua italiana e hanno una cultura diversa. La Rete Antiviolenza - costituita nel maggio 2008 coinvolgendo gli attori sociali, pubblici e privati, impegnati nella lotta alla violenza sulle donne, promosso e coordinato dall'assessorato Parità e Antidiscriminazioni del Comune di Cuneo - continuerà a confrontarsi su questi temi. Nel frattempo, l'ente locale resta attivo nella sensibilizzazione della cittadinanza sul tema. Oggi ,Sabato 25 maggio, dalle 16 alle 18, si terrà, con la collaborazione della Polizia Locale, una lezione gratuita di difesa personale rivolta alle donne presso l'ex Media n. 4 di via Bassignano. L'iniziativa ha ottenuto un ottimo riscontro, registrando più di cento iscrizioni e registrando il tutto esaurito. Lunedì 27 maggio alle ore 11, avrà luogo l'inaugurazione di una panchina rossa in corso IV Novembre, davanti all'IIS "S. Grandis", grazie a un'iniziativa di alcune docenti dell'istituto e al partenariato attivo del Comune e dell'associazione Mai+Sole.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Salve dottore, le volevo chiedere un consiglio. Sono al quinto anno di medicina e tralasciando le difficoltà del corso di studi in sé, mi sto ritrovando ad affrontare le difficoltà che comporta dal punto di vista "umano". Spesso mi ritrovo a piangere leggendo una cartella clinica o anche semplicemente, come questa sera, un post di un padre distrutto che ha perso sua figlia in ospedale, tra atroci sofferenze, per forse una svista o un errore evitabile da parte dei medici. Mi ritrovo in una valle di lacrime a chiedermi se questo sia il percorso di studi adatto a me, se non sono forse troppo empatica, troppo fragile per sopportare tutta la sofferenza con cui bisogna avere a che fare facendo questo lavoro, tanto bello quanto infame. Mi chiedo anche se queste domande siano normali, se tutti se le sono poste durante il proprio percorso, se prima o poi riuscirò a gestire questo mio lato o sono destinata ad esserne sempre sopraffatta. È un mio grande cruccio, mi dico "ma sì dai è normale, imparerai, è presto" e il giorno dopo sto lì a piangere un'altra volta per una diagnosi infausta. Come se ne esce? Perché per quanto male faccia non riesco ad immaginarmi da nessun altra parte! Grazie se risponderà e anche solo se arriverà a leggere fin qui.
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Lo sai cos’è ‘Il Bacio della Vecchia Zia’?
Hai presente quelle vecchie parenti zitelle che vai a salutare una sola volta all’anno a Natale e che vivono in una casa odorosa di naftalina e polvere del dopoguerra? Quando stanno per abbracciarti si fermano a mezzo metro da te e poi si sporgono per stringerti le spalle e darti un bacio al borotalco sulle guance, ma badando bene a non toccarti con il seno o - dio gliela scampi! - CON IL BACINO...
Tu devi imparare a fare la stessa cosa.
Dovrai tracciare un cerchio attorno a ogni tuo futuro paziente, dopodiché prendertene cura con tutto il tuo cuore e tutta la tua testa ma facendo ben attenzione a non lasciare mai che la tua testa o il tuo cuore rimangano intrappolati dentro a quel cerchio.
Ma non devi fare l’errore di difenderti da queste situazioni emotive devastanti pensando ‘È solo un lavoro’ (troppi ne ho conosciuti così)... tu farai la differenza tra il dolore e la serenità, tra l’abbandono e il conforto, tra un orfano e un figlio ancora amato, tra ESSERE e NON ESSERE PIÙ.
Ti posso assicurare che saranno ancora molte le volte in cui tornerai a casa distrutta perché sarai stata lì nell’attimo in cui prima c’era vita negli occhi di una persona e l’attimo dopo più nulla ma chi fa questa professione- qualsiasi professione di cura e accudimento - deve sacrificare quello che sa di poter ritrovare, non quello che una volta perso con la morte del paziente toglie l’entusiasmo e la passione di essere e fare per l’altro.
Non è una cosa che qualcuno ti può insegnare ma una direzione che io ti ho indicato - sebbene io creda tu sapessi già dove guardare - verso un lungo cammino di crescita umana in cui sentirai la sofferenza altrui e potrai lenirla, dove il tuo dolore sarà sempre meno lacerante e meno frequente e dove imparerai a salvare te stessa per salvare gli altri.
Alla fine, alla base di tutta la grande scienza, l’enorme sapere, la mirabile tecnica e la tecnologica strumentazione che ci aiutano quotidianamente nel nostro lavoro, giace l’unica frase che conta
‘Non temere... ci sono qua io con te’
Un abbraccio
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Evitato il blocco degli Euro 5 in Piemonte
Cirio: «Siamo riconoscenti al ministro Pichetto, che ha coordinato il complesso lavoro tecnico che ha portato a questo decreto, e all'intero governo, a cominciare dai ministri Salvini e Fitto, per l'intervento immediato a supporto di famiglie e imprese del Piemonte». Il decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri impegna le Regioni del bacino padano - Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto - ad aggiornare i propri piani per la qualità dell’aria permettendo di valorizzare le tante misure ambientali messe in campo nel biennio 2021-2023 alternative al blocco dei veicoli. Ne consegue che le auto e i mezzi diesel Euro 5 potranno continuare a circolare in Piemonte, cosi come nelle altre Regioni del bacino padano, fino all’autunno 2025. «Siamo riconoscenti al ministro Pichetto, che ha coordinato il complesso lavoro tecnico che ha portato a questo decreto, e all'intero governo, a cominciare dai ministri Salvini e Fitto, per l'intervento immediato a supporto di famiglie e imprese del Piemonte – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Il lavoro di squadra ha consentito di raggiungere questo risultato perché da sola la Regione non aveva il potere di agire: era necessaria una legge da parte del governo che è prontamente intervenuto, con questo decreto, confermando la sua attenzione e vicinanza al Piemonte. Questo risultato – prosegue il presidente – è il frutto del lungo e complesso lavoro, fatto sotto la guida del ministero dell’Ambiente, dai tecnici della direzione regionale e Arpa, che ha permesso di valorizzare gli effetti delle tante misure messe in campo in questi anni - grazie agli investimenti regionali, nazionali e alle misure del Pnrr – in particolare quelle di efficientamento energetico, dal momento che l’inquinamento non è generato solo dal traffico veicolare. Azioni che continueremo a potenziare perché l’attenzione della Regione resta massima per la tutela dell’ambiente e della salute – conclude. Abbiamo triplicato le risorse previste per il miglioramento della qualità dell’aria e a breve lanceremo un altro pacchetto di misure per sostenere le famiglie nell’acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale e aiutare le imprese a sostituire i mezzi più inquinanti». L’assessore all’ambiente Matteo Marnati illustra i provvedimenti già messi in campo per ridurre le emissioni inquinanti e anticipa alcune misure che saranno messe in campo nelle prossime settimane. «Abbiamo già rottamato 704 autobus del trasporto pubblico con nuovi mezzi a basse emissioni e altri 749 saranno sostituiti entro il 2024 – spiega l’assessore Marnati – e abbiamo prorogato gli incentivi regionali per la sostituzione di stufe e impianti di riscaldamento inquinanti su cui abbiamo investito complessivamente 9 milioni di euro. A questo si aggiungono gli interventi del superbonus 110 per cento che contribuiscono alla riduzione delle emissioni generate dagli edifici. Ora, come richiesto dal governo, siamo pronti per rivedere il piano tutela dell'aria del 2019 – conclude l’assessore - per integrarlo con misure alternative e più efficaci al blocco dei diesel Euro 5». Read the full article
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Bonus Bis
acquari72
E ARRIVA LUI!
Il primo messaggio mi ha spaventata ma è la confusione nella mia testa a vincere su tutto.
Quando l'ho visto nudo, tutto il mio corpo ha preso fuoco, ero già attratta da lui. Molte volte mi sono toccata nel mio letto e non, sognando lui.. le sue mani e la sua bocca. Ma adesso è anche peggio, perché non riesco a togliermi dalla mente quel suo corpo statuario, con il cazzo duro pronto per far godere anche la più frigida delle donne.
E sicuramente io non lo sono, al contrario.
Mi faccio coraggio, pago e torno su in ufficio per affrontarlo.
Non c'è nessuno, ed è strano.
Ma poi mi ricordo che oggi ci sarebbe stata una riunione con il direttore del personale, dove avrebbero spiegato alcuni spostamenti interni alla ditta, che però non concerne la mia posizione.
Mi fermo davanti la sua porta, un respiro profondo, ed avanzo.
Si sta vestendo.
É davanti a me con indosso camicia e pantaloni sbottonati, e a piedi nudi.
E mi soffermo su questi.
Non avevo mai fatto caso ai piedi di un uomo!
Ma questi mi affascinano, dita lunghe,regolari, ben fatti, unghie tagliate e ben curate, bellissimi affascinanti... anche in questo non mi delude, anche lì è perfetto!
Li vedo dirigersi verso di me, ma alzo la mano per fermarlo.
E stranamente lui lo fa, mi asseconda.
Alzo il viso per guardarlo e affogo in quella pozza nera che sono i suoi occhi!
Mi guarda negli occhi e con un sorriso infido, e compiaciuto in faccia mi chiede -Piaciuto lo spettacolo?... A me si!.. tanto... avere i tuoi occhi addosso mi ha fatto godere molto... sai immaginarli e averli veramente è tutta un altra sensazione.- ha concluso mettendosi in posa, con le mani sui fianchi.
- Guarda anche adesso- e mi indica la patta dei pantaloni. - Solo il tuo profumo e la tua vicinaza, me lo sta facendo diventare duro.-
Il mio sguardo vola lì, sulla chiusura slacciata e vedo la stoffa che si gonfia tirando, e la punta rosa, far capolino dalla cerniera.
" Oh... porca zozza non indossa le mutande!"
- Che c'è .. sei sconvolta? Da quando sei venuta a lavorare qui non indosso mai biacheria intima. E sai perché?-
Ma la sua è una domanda retorica perché riprende subito.
- Quando sento il tuo profumo, o la tua voce, sono sempre così!.... vivo con una perenne erezione tra le gambe.- continua strafottente.
Mi lecco le labbra, diventate improvvisamente secche, e faccio due... tre passi avanti, per fermarmi difronte a lui.
Ci fissiamo e le mie mani di volonta propria volano sui miei vestiti.
Giacca... camicia ... gonna ... tutto via!
Rimango con i tacchi e intimo brasiliana e reggiseno a balconcino,
di pizzo bianco con reggicalze e calze a rete, coordinate.
- Adoro la tua predilezione per l'ultimo.- dice bisbigliando e allungando la mano.
Con un dito segue il profilo del reggiseno.
È come una penna di fuoco che mi marchia, sulla parte alta del seno, per scivolare in mezzo alle due colline, e sfiorare i capezzoli che fremono. Ovunque passa, brividi di piacere si accendono nel mio ventre, mentre io continuo a leccarmi le labbra e abbassare gli occhi su ciò che più desidero.
Arrivato alla spalla me la afferra e mi spinge in basso.
- In ginocchio!- Mi intima con voce cupa. - Avanti fallo ... lo leggo nei tuoi occhi che lo vuoi! - mi dice dopo avermi accarezzato la guancia.
Ed io non me lo faccio ripetere.
Svelta, con entrambe le mani, allargò di più la patta dei pantaloni e lo tiro fuori. Non è ancora del tutto rigido, ma anche così è un bel vedere, liscio, pulito, grosso...
Rimango a bocca aperta.
" É depilato!!!"
Inghiotto il groppo di saliva che ho in bocca, al solo pensiero di poterlo leccare tutto facilmente, senza peli che ti finiscono in bocca rischiando di rovinare tutto sul piu bello!
Piena di aspettative, mi do da fare.
Lo afferro con la mano alla base, ci sputo sopra per bagnarlo, e inizio a muoverlo su e giù per farlo indurire bene.
Bagno a modo le labbra, trattengo un po' di saliva sulla lingua, e partendo dalla cappella inizio la mia lenta discesa.
- Uhmmm... liscio come seta.- mugugno, contentissima.
Mentre lui emette un rantolo di soddisfazione.
Lo lecco con la lingua piatta.
Dall'alto al basso, per poi arrivare in mezzo ai testicoli, afferrarne prima uno, e poi l'altro.
Si ritirano e sobbalzano, ma io succhio e ne traccio il contorno con la lingua per farli indurire.
Il sapore muschiato e leggermente salato della sua pelle, mi fa impazzire, ed inizio a lavararlo con più foga, succhio così forte da farmi male le guance.
Lui artiglia le sue mani tirando i miei capelli, per cercare di mantenere il controllo.
Contenta della sua risposta, riprendo a leccare per tornare sulla punta dove adesso mi fermo a torturare il prepuzio scoperto, facendo ruotare la lingua e succhiando leggermente con le labbra socchiuse, e bevendo il suo liquido trasparente.
Un sapore delizioso mi esplode in bocca e apro di più le labbra per poi affondare la bocca su di esso e prenderlo quasi tutto, fino alla gola.
Un ruggito di piacere esce dalla sua bocca, ed io mi bagno sempre di più tra le gambe, sono un lago!
Con la mano sul suo membro tengo la pelle tirata in giù, in modo da avere il prepuzio fuori e lo lecco cpme un "chupa chups".
Ci gioco, infilo dentro al buchino la punta della lingua, per poi tornare a succhiare quella pelle rosa che si scurisce sempre piu per via del sangue che scorre.
Lo riprendo dentro alla gola.
Allontano la mano e afferro anche la pelle, che ricopre il suo membro, tra le labbra e succhio, muovendo la testa su e giù. La saliva che mi riempie la bocca e cola sul seno, mi aiuta nel movimento che diventa sempre piu fluido e piacevole.
Anche lui apprezza, perché inizia a spinge il bacino, in modo da andare più a fondo.
È bellissimo.
Accucciata ai suoi piedi, con le scarpe coi tacchi e in lingerie sexy, mi sento bella e potente.
Gli artiglio le cosce con le dita, affondando le unghie per non cadere nella foga del movimento e sollevo gli occhi per guardarlo in faccia.
Anche lui mi fissa e le fiamme di desiderio che si vedono in quegli occhi neri, mi provocano spasmi, al centro del mio sesso, tanto da farmi quasi venire.
Apro di più la bocca, cresce, é piu grosso, più duro.
Adesso è lui che mi tiene ferma. Una mano che stringe i capelli e una ferma sul mento, in modo che possa muovermi come più gli piace.
E lo fa!
Me lo sbatte dentro, e sento che arriva fino a toccare la gola.
Dei conati mi fanno tremare, protesto e cerco di spostarlo con le mani.
Ma lui insiste.
Non molla.
Lo tira fuori un attimo, mi alza il viso, tirandomi per i capelli e mi da uno schiaffetto in faccia.
- Stai buona.. respira con il naso! ...So che puoi farcela.... Adesso ti scopo la bocca e poi la figa!-
Mi minaccia, con il respiro affannato, ritornando a riempirmi la bocca.
Ed io lo lascio fare, seguo il suo consiglio e mi rilasso.
Lecco, succhio, lo bagno... cresce, mi tortura... e io chiudo gli occhi per godermi il momento, la tensione che cresce nel mio ventre.
Mi scopa la bocca per minuti, o ore, il tempo si è fermato, e non ha più importanza.
So solo che mi fanno male le gambe per la posizione scomoda, ma non oso protestare per paura che smetta.
Ed io non voglio.
Mi piace, mi fa sentire desiderata e sexy.
Nella stanza si sentono solo i nostri gemiti.
Ha aumentato le spinte, adesso va più veloce e mi fa male, ma anche bene. Penso ormai che sia quasi alla fine e con una mano gli accarezzo le palle, in modo viscido. Le coccolo e le strizzo leggermente.
E loro sembrano gradire, perché sobbalzano e la pelle si raggrinza.
Con una spinta mi fa cadere per terra, sfilandosi dalla bocca.
Lo guardo esterrefatta, mentre lui si spoglia del tutto, togliendosi i pantaloni e la camicia. Nudo davanti a me con il cazzo in piena erezione é un dio greco. Il Dio del sesso in tutto il suo splendore, con la pelle che luccica per il sudore.
E finalmente lo vedo!
Adesso ne sono sicura ha un tatuaggio sul pettorale sinistro. Un bellissimo gufo stilizzato con due grandi occhi che ti fissano.
Con sguardo quasi cattivo, mi afferra per le braccia, mi alza, strappa lo slip, ormai completamente zuppo, il reggiseno e mi fa sedere sulla scrivania.
La mia carne a contatto con il freddo del ripiano, mi provoca un brivido.
Rimango solo con autoreggenti e giarrettieta.
Afferra le caviglie e mi obbliga ad appoggiare i piedi sui bordi di essa.
Per non cadere, appoggio le braccia indietro con i palmi, ben fermi sul ripiano. Infine, tira il sedere più avanti possibile.
Mi sento esposta, aperta, alla mercé dei suoi occhi veraci e pieni di cupidigia.
Ed inizia mangiarmi!
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ENI: il massacro in Yemen non ferma il cane a sei zampe.
Negli stessi giorni in cui il Parlamento chiedeva al Governo la proroga della sospensione dell’esportazione di alcuni sistemi d’arma ad Arabia saudita ed Emirati Arabi Uniti per i crimini commessi in Yemen, il colosso energetico ENI – controllato in parte dallo Stato italiano ��� decideva di espandere la propria presenza in territorio emiratino. A fine dicembre l’azienda italiana ha firmato infatti un contratto per l’acquisizione di una quota del 70% della concessione nel Blocco esplorativo 3, situato nell’offshore nord-occidentale di Abu Dhabi. L’accordo di concessione è stato firmato dal ministro dell’Industria degli Emirati Arabi nonché amministratore delegato dell’Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) Sultan Ahmed Al Jaber, dall’Ad di ENI Claudio Descalzi e da Phongsthorn Thavisin, general manager della società petrolifera thailandese PTT Exploration and Production Public Company Limited (PTTEP), anch’essa parte del consorzio con una quota di minoranza.
Il Blocco esplorativo 3 rappresenta l’area più grande assegnata nell’ultimo anno dalla compagnia nazionale petrolifera emiratina e copre una superficie di circa 11.660 chilometri quadrati. La fase esplorativa avrà una durata massima di nove anni, mentre i termini della concessione saranno estesi per 35 anni dall’inizio della fase esplorativa; in caso di esito positivo, per le fasi di sviluppo e produzione l’ADNOC avrà un’opzione per detenere una quota del 60%. La nuova licenza si trova in prossimità di altri grandi giacimenti, tra cui le concessioni offshore dei Blocchi esplorativi 1 e 2 che l’holding italiana ha ottenuto dopo il bando concessione di ADNOC del maggio 2019.
“La concessione è molto importante non solo sotto il profilo economico-commerciale, ma anche per quello che riguarda le relazioni tra Italia ed Emirati”, ha dichiarato l’amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi. “Essa rappresenta un ulteriore importante passo verso la realizzazione della strategia per rendere ENI protagonista nel settore dell’oil and gas ad Abu Dhabi, regione leader nel settore, contribuendo ad aggiungere ulteriori risorse e a sfruttare tutte le potenziali sinergie con i giacimenti circostanti”.
Ampia soddisfazione per l’accordo italo-emiratino è stata espressa dal ministro Sultan Al Jaber. “Questa concessione rafforza ulteriormente la partnership tra ADNOC ed ENI”, ha dichiarato Al Jaber. “Ciò conferma ancora una volta il nostro approccio mirato alle partnership ad alto valore aggiunto che contribuisce alla giusta combinazione di capitale, tecnologia, capacità e accesso al mercato per accelerare lo sviluppo delle risorse di idrocarburi di Abu Dhabi. Nonostante le condizioni di mercato instabili (…) continuiamo ad accogliere i partner che condividono la nostra visione per liberare valore dalle nostre risorse di idrocarburi in modo sostenibile e con reciproco vantaggio, mentre portiamo avanti la nostra strategia verso il 2030”.
ENI opera negli Emirati Arabi Uniti dal marzo 2018 quando firmò un accordo per l’acquisto di due concessioni, la prima con una quota del 5% nel giacimento a petrolio di Lower Zakum a 84 km a nord-ovest di Abu Dhabi, la seconda del 10% nel campo sottomarino a olio, condensati e gas di Umm Shaif e Nasr, a circa 135 chilometri dalla costa di Abu Dhabi e un target di produzione di 460mila barili al giorno. A presenziare alla firma dell’accordo tra l’Ad Claudio Descalzi e l’ente petrolifero emiratino, il principe ereditario di Abu Dhabi Mohamed bin Zayed Al Nahyan e l’allora primo ministro italiano Paolo Gentiloni, a riprova della rilevanza politico-economica riservata dai due governi all’evento. Coincidenza vuole che negli stessi mesi si registrava l’ennesima escalation del conflitto nel vicino Yemen con il sempre più diretto coinvolgimento delle forze armate emiratine.
Per ottenere lo sfruttamento per 40 anni dei giacimenti di Lower Zakum, Umm Shaif e Nasr, l’ENI ha sborsato 875 milioni di dollari reinvestendo i ricavi di una contemporanea triangolazione con Mubadala Petroleum, la società petrolifera del fondo sovrano emiratino Mubadala, la stessa che controlla il complesso militare-industriale nazionale e che ha acquisito in Italia Piaggio Aereo Industries per dotare l’emirato di droni da guerra. ENI ha aveva ceduto al gruppo Mubadala il 10% della concessione offshore di Shorouk in Egitto per il giacimento a gas di Zohr, il più grande del Mediterraneo, incassando 934 milioni di dollari. Il 12 novembre 2018, l’ENI aveva poi ulteriormente rafforzato le relazioni d’affari con la cassaforte finanziaria del regime di Abu Dhabi: il presidente di Mubadala Petroleum, Musabbeh Al Kaabi, e l’amministratore delegato Claudio Descalzi sottoscrivevano infatti un accordo per la cessione da parte di ENI del 20% della concessione del blocco esplorativo a gas di Nour situato nel bacino del Delta del Nilo orientale, a circa 50 km dalla costa egiziana.
Negli Emirati Arabi Uniti il colosso energetico italiano opera inoltre nella concessione di Ghasha, la maggiore area estrattiva offshore di gas e per la quale l’ENI sta negoziando con l’Abu Dhabi National Oil Company l’acquisizione di una quota dell 25%. La concessione di Ghasha è stata ottenuta nel novembre 2018 e ha una durata anch’essa di 40 anni; consiste nei giacimenti di Hail, Ghasha, Dalma e in altri campi offshore situati nella regione di Al Dhafra da cui si prevede di estrarre più di 1,5 miliardi di piedi cubi di gas e 120.000 barili al giorno di olio e condensati. Sempre in ambito esplorativo/estrattivo, l’ENI opera nel giacimento petrolifero offshore di Ras Al Khaimah in un’area di 2.412 km2 ottenuta in concessione dall’omonimo emirato nell’aprile 2019 e in quello onshore (gas e condensati) di Mahani, grazie alla costituzione nel gennaio 2020 di una joint venture paritaria con la società petrolifera di Stato SNOC dell’Emirato di Sharjah.
L’holding italiana detiene inoltre una quota del 25% di ADNOC Refining, società di raffinazione della compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi, titolare delle raffinerie situate a Ruwais ed Abu Dhabi, con una capacità produttiva di oltre 922 mila barili al giorno di greggio. Il complesso di Ruwais, in particolare, è il quarto al mondo come dimensione ed è oggetto di ulteriore espansione e integrazione al fine di sviluppare il più grande sito di raffinazione e petrolchimica a livello mondiale. Per l’operazione di acquisizione di un quarto di questi impianti, l’ENI ha sborsato 3,24 miliardi di dollari circa con l’accordo firmato il 27 gennaio 2019 alla presenza dello Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Principe della Corona di Abu Dhabi e Vicecomandante Supremo delle forze armate degli Emirati Arabi, e il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Con ADNOC e la società austriaca OMV, l’azienda italiana ha poi costituito una nuova joint venture per la commercializzazione dei prodotti petroliferi raffinati.
Meno di un anno fa il ministro e amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company, Sultan Ahmed Al Jaber, e l’Ad di ENI Claudio Descalzi hanno anche firmato un memorandum d’intesa per lo sviluppo congiunto di iniziative di ricerca “mirate alla realizzazione di soluzioni tecnologiche avanzate per la riduzione, cattura, utilizzo o confinamento in giacimenti delle emissioni di CO2”.
La santa alleanza Italia-Emirati fatta sino ad oggi di armi, gas e petrolio potrà così tingersi di green e divenire, forse, più sostenibile…
Da: https://radioblackout.org/
(Articolo di Antonio Mazzeo pubblicato in Africa ExPress il 3 gennaio 2021)
Ascolta la diretta: https://radioblackout.org/2021/01/eni-il-massacro-in-yemen-non-ferma-il-cane-a-sei-zampe/
Ne abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger
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Buongiorno a tutti/e metto questo post per porvi un paio di domande (rispondete qui sotto per favore, non per messaggio) :
1_ho visto che l'ultima foto che ho postato vi è piaciuta molto, avete qualche consiglio per quanto riguarda nuove foto fatte in casa?
2_se aprissi un profilo instagram facendo qualche diretta e mettendo qualche storia per comunicare un po' di più con voi, ma senza postare molti contenuti, mi seguireste?
3_mi piacerebbe fare delle videochiamate con voi, quali contenuti trovereste interessanti?
4_pensavo di iniziare a vendere la mia lingerie o i calzini, qualcuno eventualmente sarebbe interessato? (la risposta a questa potete darmela in privato)
Un bacino e grazie del sostegno 💋❤️
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