#concretizza
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Ricorda che sei Aria
Respira. Osserva. Focalizzati. Espandi.
Ricorda che sei Fuoco
Accenditi. Trasforma. illumina. Ardi.
Ricorda che sei Terra
Radicati. Nutri. Coltiva. Concretizza.
Ricorda che sei Acqua
Fluisci. Purifica. idrata. Rigenera.
Ricorda che sei Spirito
Medita. Connettiti. Ascolta. Contribuisci.
#ricorda#ricordare#essere#essere così#essere se stessi#aria#respira#osserva#focalizzati#espandi#fuoco#accenditi#illumina#trasforma#ardi#terra#radicati#nutri#coltiva#concretizza#acqua#fluisci#purifica#idrata#rigenera#Spirito#medita#ascoltare#Connettiti#contribuisci
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Israele sta usando l'acqua come arma di guerra nella Striscia di Gaza. Questo è quello che emerge dall'ultimo report "La sete come arma di guerra" di Oxfam Italia organizzazione umanitaria impegnata nella striscia dal 1980. Dal rapporto emerge un uso sistematico da parte del governo israeliano della privazione d’acqua come strumento di guerra contro i cittadini palestinesi, in particolare dopo l'inizio delle operazioni militari israeliane a Gaza.
Secondo il rapporto, questa privazione si concretizza attraverso l'assedio imposto dal governo israeliano a partire dallo scorso ottobre, che include il blocco totale o parziale di forniture da parte di Israele di acqua, elettricità, carburante e beni essenziali, dalle quali la popolazione di Gaza dipendeva anche prima dello scoppio della guerra.
Un ruolo altrettanto centrale è giocato dai ritardi e dalle limitazioni imposte dall'esercito israeliano all'ingresso di aiuti umanitari, congiuntamente agli incessanti ed estesi bombardamenti israeliani che hanno colpito centinaia di infrastrutture civili fondamentali per la popolazione palestinese. Basti pensare che a Gaza city, l'88% dei pozzi e il 100% degli impianti di desalinizzazione dell’acqua sono stati danneggiati o distrutti. Prima dello scorso 7 ottobre, ogni abitante a Gaza aveva a disposizione 82,7 litri di acqua al giorno, mentre oggi la quantità di acqua a disposizione è di appena 4,74 litri al giorno.
Parliamo di acqua necessaria per dissetarsi, per pulirsi, così come per cucinare. In particolare, dal report emerge che al 26 maggio 2024, la produzione di acqua in tutta la Striscia di Gaza è diminuita dell’84% a causa della distruzione da parte di Israele delle infrastrutture idriche e delle restrizioni all'ingresso di carburante, elettricità e pezzi di ricambio necessari per il funzionamento delle strutture idriche e dei servizi igienico-sanitari di Gaza.
La mancanza d'acqua ha causato un aumento dei casi di malattie veicolate dall’acqua: un'analisi di Oxfam rivela che oltre un quarto della popolazione di Gaza ha contratto gravi malattie a causa dell’utilizzo di acqua contaminata e di servizi igienico-sanitari inadeguati.
@WillMedia
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Under another light Jewels and ornaments by Gianfranco Ferré
a cura di Rita Airaghi, direzione artistica Luca Stoppini, fotografie di Andrea Passuello
Skira, Milano 2017, 234 pagine, 16,8x30cm, ISBN 978-88-572-3669
euro 42,00
email if you want to buy [email protected]
La mostra è accompagnata da un libro-catalogo edito da Skira, la cui direzione artistica è di Luca Stoppini, che ha anche reinterpretato le camicie con nuove immagini fotografiche. Il volume che si apre con i saluti di Andrea Cavicchi ed Alberto Ferré, presidenti delle due Fondazioni e presenta poi un testo sulle motivazioni del progetto della mostra, a cura di Filippo Guarini e Rita Airaghi, approfondisce i temi della mostra con il saggio introduttivo di Daniela Degl’Innocenti e gli interessanti contributi di personaggi e protagonisti dello stile, della moda e dell’architettura italiana quali Quirino Conti, Anna Maria Castro, Margherita Palli, Daniela Puppa e Franco Raggi, che raccontano ed interpretano la visione creativa e progettuale del grande stilista-architetto.
"Nel gioiello, un mondo. O meglio il mondo. Da sempre oggetto di incommensurabile valenza simbolica, per me il gioiello concretizza un'infinità di riferimenti, di rimandi, di sguardi alle realtà più disparate, tanto reali quanto oniriche, da cui traggo ispirazione. In ciò non sento la minima differenza tra 'sognare' un abito o un gioiello. Perché è del tutto simile l'impulso a ritrovare stimoli e suggestioni in un orizzonte infinitamente eterogeneo, privo di confini temporali non meno che spaziali." (Gianfranco Ferré)
With more than 100 photographs, Gianfranco Ferré: Under Another Light looks at the costume jewelry of Italian designer Gianfranco Ferré (1944–2007). Ferré himself said of this somewhat neglected side of his oeuvre: “intended as a decorative element of clothing, ‘my’ jewelry becomes a tool for its interpretation, for a subjective and individual reading of the garment. If clothing is an object―the ‘thing is worn’―then jewelry is the expression of the way, of ‘how it’s worn.’”
Amid the diversity of objects presented in this volume, there emerges a connection between bijoux and clothing collections, which Ferré always conceived in parallel with each other, and tied to the inescapable reference point, the human body―giving preference to its key parts, from the neck to the wrists and the waist.
28/10/24
#Gianfranco Ferré#Jewels and Ornaments#Rita Airaghi#Luca Stoppini#jewelry books#fashion books#fashionbooksmilano
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Tu sei un pensiero dolcissimo, ma dal retrogusto amaro.
Tu sei il terrore di continuare a cadere, ed il desiderio di provare a volare.
Tu sei la casa dei miei sogni, che si trasforma poi in una buia prigione senza uscite.
Tu sei un labirinto, un labirinto nel quale perdersi è la regola. E di entrare l'ho scelto io.
A volte mi chiedo a che costi desidero perdermi, solo per il piacere di trovarti. A volte mi chiedo a che costi mi metto qui a cercarti, in queste parole... e poi a smarrire la via sono proprio io.
Mi sei venuto a cercare tu. Tu che mi lasci, ma non mi lasci andare.
Tu, e un cuore che batte all'impazzata, ma dal sospiro soffocante. Tu, una doccia gelata nel bel mezzo di Agosto.
Tu, il sogno che mi sveglia alle quattro del mattino, la musica che mi culla prima di andare a dormire, la forza che mi spinge ad alzarmi.
Tu, una fuga d'amore, che non si concretizza, che rimane un film tratto da una storia vera. Tu, una storia vera, senza finale, senza colonna sonora, a cui manca un pezzo.
Tu, il pezzo mancante, e l'esatta metà.
Io e te, un viaggio parallelo, senza meta o destinazione.
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Definizioni
Carnivoro: una persona che mangia solo o quasi esclusivamente prodotti animali. Scelta sconsigliata.
Onnivoro: una persona che mangia qualsiasi tipo di alimento.
Onnivoro sociale: una persona che mangia prodotti vegetali nel privato, ma che non si fa problemi a mangiare carne, pesce e derivati in occasioni sociali.
Flexitariano: una persona che mangia prodotti vegetali, ma saltuariamente inserisce anche carne, pesce e derivati
Pescetariano: una persona che mangia prodotti vegetali e pesce, talvolta anche derivati di animali terrestri come latticini, uova, miele e altri prodotti animali minori, escludendo le carni degli animali terrestri.
Latto-Ovo Vegetariano: una persona che mangia esclusivamente prodotti vegetali e derivati animali come latticini, uova, miele e altri prodotti animali minori. Necessita di integrazione di B12.
Latto-Vegetariano: una persona che mangia esclusivamente prodotti vegetali, latticini, miele e altri prodotti animali minori ma esclude le uova. Necessita di integrazione di B12.
Ovo-Vegetariano: una persona che mangia esclusivamente prodotti vegetali, uova, miele e prodotti animali minori, ma esclude i latticini. Necessita di integrazione di B12.
Vegano: una persona che mangia esclusivamente vegetali e che esclude qualsiasi prodotto animale. Necessita di integrazione di B12.
Crudista: una persona che mangia solo prodotti che non devono essere cucinati. Nella maggior parte dei casi la cosa si concretizza in una dieta vegana con una scelta di alimenti inferiore. Scelta sconsigliata.
Igienista: una persona che segue strampalate indicazioni riguardanti la produzione di muco, le depurazioni e l'idiosincrasia per partito preso per questo e quell'altro alimento. Scelta sconsigliata.
Fruttariano: una persona che mangia solo frutta, o dice di mangiare solo frutta. Scelta sconsigliata.
Brethariano o respiriano: una persona che per problemi mentali è convinta di poter sopravvivere senza mangiare nulla, nutrendosi della luce del sole. Non è una scelta, è una patologia mentale.
Pick one. Or more. Occhio solo alle derive dannose.
NB: non conosco nessuno, né so se esiste una definizione nel caso in cui qualcuno dovesse scegliere di consumare prodotti vegetali escludendo tutti i prodotti animali mantenendo però il miele e gli altri derivati animali minori (che sarebbero poi il polline, la propoli e cose simili). Comunque questo qualcuno avrebbe bisogno di B12.
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a Gaza è davvero un genocidio?
Sto pensando da stamattina a come risponderti. Genocidio è una questione moderna: la parola è stata coniata da Raphael Lemkin, un giurista polacco, che la scrive per la prima volta in un saggio del 1944, Axis Rule In Occupied Europe. Laws Of Occupation, Analysis Of Government. Proposal For Redress. La conia unendo la parola greca genos (tribù o razza) con il termine latino cide (da caedere, uccidere). Va detto che in molte lingue esisteva già una parola simile, per esempio in tedesco (Völkermord, da non confondere con la nemesi potteriana) ma Lemski è un giurista polacco ebreo fuggito dopo l'invasione nazista nel suo paese, quindi non penso volesse usare il termine tedesco. Dopo quello che successe e che tutti sappiamo, nel 1946 dopo la fine dei processi di Norimberga (in cui Lemski si battè con tutte le sue energie per includere quella parola negli atti d’accusa) l’Assemblea Generale dell’ONU dichiarò il genocidio un crimine secondo il diritto internazionale. Due anni dopo, nel 1948, fu adottata la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, che definisce questo atto commesso con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Da allora, il genocidio è considerato un crimine dalla comunità internazionale. A questo punto sorge una questione formale e sostanziale: la definizione di tale crimine è precisa e circonstanziata in termini così ristretti che, alla prova dei fatti, ed è la Storia a dimostrarlo, nonostante decine di "candidati", solo le atrocità che avvennero durante, in poco meno di 100 giorni, nel 1994 in Rwanda sono state giudicate come "crimini di genocidio": ti ricordo che dopo l'assassinio del presidente del paese, Juvénal Habyarimana, da Aprile ad Agosto del 1994 i ribelli dell'etnia Hutu uccisero, la cifra non è mai stata calcolata definitivamente, almeno 800 mila civili Tutsi (la differenza tra i due gruppi, che prima era solo socioeconomica, era diventata di tipo razziale sotto la dominazione belga del paese africano durante il 1800). Il massacro e l'uccisione dei musulmani kosovari durante la Guerra nella Ex Jugoslavia, nonostante processi internazionali e condanne per crimini di guerra, non è "formalmente" un genocidio.
Rimane da risponderti: in definitiva, quello che sta succedendo assomiglia pericolosamente ad un genocidio. Tuttavia, sperando che l'uso della parola non diventi, con l'abuso, una sterile e sciocca "arma politica" (come in realtà è già successo in passato), la questione secondo me contiene due questioni secondarie.
La prima è sottilmente politica e riguarda l'accusa, mossa dal Sudafrica (che fa capo ad una delegazione internazionale) che ha chiamato a rispondere giuridicamente della questione di genocidio lo Stato e la popolazione che ne ha subito l'esempio più drammatico e terrificante. Accusandoli di genocidio, avviene un paradosso identitario niente male, che viene spiegato benissimo da un antropologo che si è sempre occupato di processi identitari, Jean-Loup Amselle: "benchè possa sembrare una affermazione scandalosa, è evidente che il genocidio ha come effetto la costituzione, in quanto tale, del gruppo che si accanisce a distruggere e di dare in particolare al gruppo dei sopravvissuti una consistenza che non avrebbe altrimenti. Il genocidio, per le procedure che mette in atto (...) è quindi il paradigma identitario più efficace della nostra epoca" (Logiche Meticce. Antropologia dell'identità in Africa e altrove. Bollati Boringheri, 1999, pagg. 34-35).
La seconda è di tipo pratico: la sproporzione della risposta al terrificante attacco terroristico del 7 ottobre 2023 subito da Israele ha perso ogni "dimensione" di difesa, che non solo si concretizza nella differenza numerica di vittime, ma nell'indiscriminata e palese distruzione di ogni cosa che riguardi un nemico certo (i terroristi di Hamas) che l'attaccante ha deciso di perseguire in ognuno dall'altra parte, in un modo che fa nascere ben più di un paio di domande sulla premeditazione politica di questa azione militare.
Ovviamente, lascio alla tua curiosità di approfondire future chiacchierate o domande al riguardo. E se qualcuno ti accusa di essere antisemita se la pensi così come me, rispondigli così: la critica si basa su scelte culturali, sempre possibili, e non su quelle di natura, che non lo sono; é una critica a ciò che sta facendo, non a quello che è.
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"Nessuna rivoluzione può avere successo senza organizzazione e denaro. Le masse forniscono pochissimo del primo e niente del secondo. Ma gli insiders al vertice, al contrario, garantiscono entrambi. Agiscono applicando una strategia che si concretizza nel sincretismo tra pressione dall'alto e pressione dal basso. La prima viene esercitata fomentando le masse che si riversano nelle strade. I rivoltosi sono pedine, complici, marionette e creduloni per una plutocrazia di cospiratori elitari che lavorano per l'instaurazione di un superstato mondiale basato sul controllo totale delle nostre vite e proprietà. La seconda attraverso la manipolazione data dall'indottrinamento al cambiamento. Tuttavia, per "cambiamento" gli insiders intendono il consenso al nuovo sistema che sostituirà quello vecchio. Disordini e rivoluzioni non viaggiano mai dal basso verso l'alto, ma al contrario. "
Gary Allen - 1969
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L'espressione più dolce che possa esistere è quell'espressione leggera
che parte dal cuore e dall'anima
e fluisce nel movimento del corpo.
Non pensate che la danza sia
un insieme di passi... ma una risposta della bellezza dell'anima
che viene dal cuore. La danza è un pensiero che in quel momento si concretizza e diventa un desiderio
e poi un bisogno.
(Valentina Giordano)
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L'esistenza è azione e si concretizza nello sperimentare intensamente quante più esperienze possibili.
La digitalizzazione, invece, oltre a preludere alla molto prossima ibridazione uomo- macchina, induce al malessere esistenziale perché sottende una vita vissuta da remoto.
La digitalizzazione induce al regresso dell'intelligenza umana ed è speculare allo sviluppo dell'intelligenza artificiale.
Una prova? Appuntatevi le vostre giornate su un diario e poi fate lo stesso ma al pc.
Nel 1° caso svilupperete il vostro pensiero e ricorderete tutto meglio.
È conseguente quindi che la digitalizzazione (cioè sostituire esperienze reali a esperienze virtuali) abbassa drasticamente le capacità intellettive.
Ci venderanno il transumanesimo come "medicina" alla malattia che hanno indotto attraverso la digitalizzazione.
La digitalizzazione di ogni processo umano vanifica l'apprendimento derivante dall' esperienza fisica e dunque provoca l'abbassamento dell' intelligenza umana.
Questo fenomeno parrebbe oggettivamente funzionale al progressivo sviluppo di nanotecnologie che mirano dichiaratamente ad ibridare l'uomo alla macchina per potenziare i processi cognitivi umani.
In altre parole, ci "instupidiscono" per poi venderci microchip nel cervello che ci renderanno "di nuovo" intelligenti.
hidekitojo
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Ci venderanno il transumanesimo.
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Se non fosse per il fatto di aver un corpo che si concretizza nello spazio non esisterei, di fatto solo esisto a stento nella testa della mia famiglia
Per cui odio pure questo corpo che non ha senso di esistere
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a questo punto sembrerò un'invasata monotematica ma GUARDATEVI CIRCEO QUESTO MARTEDI E IL PROSSIMO. meglio ancora se con i vostri padri, fratelli, amici, fidanzati. specialmente se siete giovanissim* e non avete contezza di come vanno queste faccende ma anche se un pochino ne avete: la messa in scena concretizza e rende più consapevoli. vedrete le cose oscene che gli assassini si inventano al processo per passarla liscia, vedrete la vittimizzazione secondaria, vedrete quanto fanno schifo certi avvocati, quanto abbiano dovuto urlare le femministe per far sì che l'attenzione non scemasse. vedrete la giustizia che parte a mille e poi si accartoccia perché già due anni dopo l'onda emotiva attorno al massacro evapora lentamente, in aula e alle messe in memoria iniziano a mancare le persone che poco tempo prima sembravano irriducibili. vedrete le famiglie logorate che a un certo punto accettano i risarcimenti in denaro perché non ce la fanno più. guardatevi circeo perché racconta un caso preciso, con coordinate precise, ma anche la storia di TUTTI i processi alla violenza di genere che con giulia cecchettin potrebbe verificarsi di nuovo perché quasi 50 anni il femminismo si è illuso di aver fatto cambiare qualcosa e invece siamo sempre punto e a capo e ogni medium vale per sviluppare la tantissima consapevolezza che ci serve per capire in che pantano socio-culturale siamo.
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L'espressione più dolce che possa esistere
è quell'espressione leggera
che parte dal cuore e dall'anima
e fluisce nel movimento del corpo.
Non pensate che la danza sia
un insieme di passi...
ma una risposta
della bellezza dell'anima
che viene dal cuore.
La danza è un pensiero
che in quel momento si concretizza
e diventa un desiderio
e poi un bisogno.
(Valentina Giordano)
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Casualmente leggo tramite social uno studio (serio) secondo cui il 25% della popolazione adulta ha, mediamente, almeno un rapporto sessuale al mese; la media, in generale, è di circa 3-4 rapporti al mese (circa 40 l'anno).
Mi domando come si possa star bene, psicofisicamente, appagando un bisogno primario, essenziale, in modo così sporadico. Il punto è procurarsi la possibilità di un appagamento adeguato. E quindi è possibile vivere periodi prolungati di totale astinenza (che abbassano parecchio la media suddetta). Ma quando la possibilità di fare sesso si concretizza, come fate a farne a meno?
40 dovrebbero essere il numero dei rapporti in due settimane.
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Ho fatto scelte che facevano paura anche a me stessa.
Ho fatto scelte che erano un enorme punto interrogativo.
Ho fatto scelte che mi hanno portato tempeste e fulmini contro. Però ho sempre scelto. Ho sempre avuto il coraggio e le palle di scegliere. Che fosse giusto o sbagliato il momento, la scelta o il risultato non importa; Ciò che conta è che nella vita si impari a prendere una posizione. Che nella vita si abbia una testa che ragiona, un concetto che si concretizza e una strada da prendere.
Per farlo dobbiamo imparare a scegliere anche a costo di sbagliare
Silvia Nelli
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`She wore wild flowers in her hair´ – sembra fatta della stessa sostanza dell'autunno: capelli cioccolato ribelli e occhi verde-foglia scuri, incastonati nel taglio felino che le accende lo sguardo. Una Resting Morgana Face conferitale da lineamenti spigolosi e appuntiti nel volto pallido inglese, almeno quando non è impegnata a dispensare sorrisi infantili e impertinenti. Una figura longilinea impreziosita da uno stivale aureo alla gamba destra. Profuma di mirto e frutti rossi. Come ogni donna in piena crisi, ha deciso che una frangetta possa improvvisamente mascherarle le rughe di preoccupazione stabilitesi ormai definitivamente sulla fronte. `We’re just kids, we aren’t supposed to be heroes´ – insofferente alle regole e avventata nelle reazioni, con una manciata di ironia e sarcasmo esasperante per difendersi dal mondo. Il suo coraggio non sempre ruggente a volte si concretizza solo con la consapevolezza di ‘provarci ancora’l’indomani: qualcuno l’ha definita instabile, ma non si è mai impegnato a scrutare più a fondo della facciata di orgogliosa spazientita ragazzina annoiata di ventinove anni. Serietà e formalità le stan strette. `When you are young, they assume you know nothing´ – pochi punti fermi nel firmamento dei trenta: Beitriss è la stella più luminosa che indica la via, Cisco l'incontro casuale che ha sapore di libertà senza giudizio, i colleghi della Gringott un piacevole inconveniente nel percorso. Seth rimarrà il suo più grande rimpianto segreto, Sebastian un gradito rancore mai sopito. `'Cause I knew everything when I was young´
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Pro al sexting?
sì ma ha senso effettivamente solo se poi si concretizza nel giro di poco face to face, altrimenti se è fine a sé stesso è un po’ noioso
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