#comunicato Anas
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Piemonte, Anas: Temporanea Chiusura della SS 33 “Del Sempione” a Pieve Vergonte per Incidente Autonomo
Gestione del traffico e sicurezza in primo piano per garantire il ripristino della viabilità
Gestione del traffico e sicurezza in primo piano per garantire il ripristino della viabilità A seguito di un incidente autonomo che ha coinvolto un’autovettura, la strada statale 33 “Del Sempione” è stata momentaneamente chiusa al traffico in direzione del Confine di Stato con la Svizzera, al km 109,000, in località Pieve Vergonte (Verbano-Cusio-Ossola). Dettagli dell’incidente e interventi in…
#aggiornamenti traffico#Alessandria today#ANAS#app VAI#applicazione VAI#campagna sicurezza stradale#carreggiata chiusa#Chiusura strada#comunicato Anas#Confine di Stato Svizzera#direzione Confine Svizzero#FS Italiane#gestione emergenze#gestione traffico#Google News#GUIDA E BASTA#Incidente stradale#incidenti autonomi#italianewsmedia.com#manutenzione stradale#mobilità informata#Pier Carlo Lava#Pieve Vergonte#Polizia Stradale#prevenzione incidenti#prevenzione stradale#Pronto Anas#ripristino viabilità#Sicurezza stradale#squadre Anas
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Viabilità: lavori in corso a Narni "Tre Ponti" e ai "Fori di Baschi"
Inizieranno tra domani 21 settembre e venerdì due importanti lavori di Anas su alcuni tratti stradali nel Narnese e nell’Orvietano. Sp 1 Narni – Domani prenderanno il via gli interventi di ripristino delle pavimentazioni stradali sulla Sp 1 Tuderte-Narnese a Narni. Ad eseguirli sarà l’Anas che ha comunicato ufficialmente la notizia all’amministrazione provinciale, facendo seguito agli accordi…
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Di L. Bottura
Luigi Di Maio ha giustamente ribadito ieri che i dati sul Pil in calo sono un complotto dell’Istat, del Gruppo Bilderberg, dei Savi di Sion, della Società Autostrade di Benetton, di Anas, Aiscat e dei gestori Agip. Come il vicepremier aveva comunicato poco tempo fa, siamo infatti nei momenti immediatamente precedenti a un vero e proprio boom, anzi: un botto, che risultano evidenti a chiunque non si fasci gli occhi col prosciutto, non a caso prodotto principalmente in Emilia, regione in cui ancora per poco governano i pidioti. A tal proposito, grazie alla cortese intercessione dell’ufficio studi a Cinque Stelle, che ha sede all’Istituto Elementare Parificato “Martiri della Consecutio” di Pomigliano d’Arco, mi pregio di significare alcuni dati dei successi già conseguiti in pochi mesi di Governo dei Giusti:
il reddito di cittadinanza per le fasce più disagiate.
Il super-reddito di supercittadinanza per alcuni disagiati diventati deputati e/o sindaci e/o consiglieri comunali.
Il super-super-reddito di cittadinanza per alcuni individui a disagio con l’italiano diventati ministri, vicepremier, presidenti di commissione.
La percentuale del super-reddito di cittadinanza che i supercittadini versano alla Srl di cittadinanza.
La cancellazione della rendicontazione delle somme di cittadinanza ricevute dai supercittadini, nonché la loro presumibile destinazione a una più agiata cittadinanza durante i soggiorni nella Capitale di cittadinanza.
Il sottoreddito di cittadinanza dei collaboratori dei supercittadini.
I contratti di cittadinanza degli addetti stampa di cittadinanza.
Il medioreddito di cittadinanza dei trombati alle elezioni per supercittadini, o dei soci di cittadinanza della piattaforma Rousseau di cittadinanza, pari ad almeno 130 redditi di cittadinanza degli aventi diritto al reddito di cittadinanza.
I contributi di cittadinanza delle aziende non di cittadinanza alla Srl di cittadinanza che comanda il Governo di cittadinanza.
La collaborazione di cittadinanza al giornale di cittadinanza del supercittadino non candidato per permettergli di scrivere corrispondenze di cittadinanza dal Sudamerica.
L’anticipo di cittadinanza della casa editrice del Cavaliere di cittadinanza (già Al Tappone e/o Testa d’Asfalto) per il supercittadino non candidato, per permettergli di insultare il Cavaliere di Cittadinanza dopo averne percepito l’anticipo di cittadinanza.
Tutto naturalmente pagato coi soldi della cittadinanza, che al mercato di cittadinanza mio padre di cittadinanza comprò.
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Roma, Osteria del Curato: " In arrivo le barriere anti-rumore"
COMUNICATO STAMPA LAVORI PUBBLICI – SEGNALINI-STAMPETE (ROMA) “ARRIVANO BARRIERE ANTI-RUMORE A OSTERIA DEL CURATO, GRAZIE AD ANAS PER RISPOSTA A CITTADINI” Ornella Segnalini Partiranno la prossima settimana i lavori per l’installazione dei pannelli fonoassorbenti sul tratto del Grande raccordo anulare all’altezza dell’Osteria del Curato, nel VII Municipio. Si tratta di un intervento…
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#Antonio Stampete#Barriere antirumore#Lavori Pubblici#Ornella Segnalini#Osteria nuova#Pannelli fonoassorbenti
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Ana Mena (Infinity Management): il tour estivo prende il via!
Ana Mena, uno degli artisti gestiti da Infinity Management, ha appena comunicato sui suoi social alcune delle sue performance estive, per un'estate decisamente sold out.
Dopo 5 performance tra Italia e Spagna ad aprile 2022, il 14 maggio eccola a Don Benito (Spagna), mentre il 21/5 è al Nafoura di Castellaneta Marina (TA), mentre 27/5 torna in Spagna @ Unicas Cadena Dial di Valencia. L'1 giugno è al Nice di Roma, il 2 al Playmont Festival di Paestum, il 4 al Musica di Riccione, il 5 al Nameless Festival (Lecco), mentre dal 10 al 25 giugno eccola di nuovo in Spagna per 4 concerti. Ana Mena torna in Italia il 26 giugno allo Youth Festival di Sassuolo, mentre dal 30 giugno al 26 luglio eccola di nuovo in Spagna, dove sono già confermate 6 date. L'1 agosto è Island La Maddalena, il 3 giugno alla Praja di Gallipoli dove torna il 17… e mentre il 4 è alla Baia Imperiale, il 5 al Muretto e fa pure altre due performance in Spagna…
Riassumendo, sarà un'estate 2022 decisamente scatenata per Ana Mena, una degli artisti gestiti da Infinity Management. La cantante e attrice, originaria di Malaga, nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti del calibro di Becky G, De La Ghetto, CNCO, Descemer Bueno, Fred de Palma, Omar Montes, Deorro, Rocco Hunt, Dellafuente, Nio García, Reik (...) ed era già spesso special guest nei top club italiani…
Dopo la sua partecipazione a Sanremo 2022, la carriera dell'artista ha fatto un passo ulteriore: la sua "Duecentomila Ore" è diventata simbolo della primavera estate 2022, una stagione di rinascita per chi dopo un periodo molto difficile può finalmente a ritrovarsi e ballare.
"Abbiamo avuto e continuiamo ad avere moltissime richieste per Ana e purtroppo non riusciamo a soddisfarle tutte. Sia chiaro, un successo di queste dimensioni è sempre benvenuto, ma gestirlo nel modo giusto non è facile", spiega Astrit Kurtaim di Infinity Management. "L'artista sta crescendo molto e il suo sound latin pop piace in tutta l'Italia, da Nord a Sud... e non solo. Anche dalla Spagna e da altre nazioni l'interesse è altissimo".
Tra le più recenti canzoni di Ana Mena, un'artista che mentre scriviamo, solo su Spotify, totalizza 4.9 milioni di ascoltatori mensili, ecco "No Dejes Que Pase El Tiempo", una ballad dalle sonorità pop che interpreta con Dorian, arrivata dopo una intensa versione in spagnolo di "Duecentomila Ore"... L'idea giusta per iniziare a rilassarsi prima ancora di ascoltarla live è impararle a memoria.
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Ana Mena (Infinity Management): il tour estivo prende il via!
Ana Mena, uno degli artisti gestiti da Infinity Management, ha appena comunicato sui suoi social alcune delle sue performance estive, per un'estate decisamente sold out.
Dopo 5 performance tra Italia e Spagna ad aprile 2022, il 14 maggio eccola a Don Benito (Spagna), mentre il 21/5 è al Nafoura di Castellaneta Marina (TA), mentre 27/5 torna in Spagna @ Unicas Cadena Dial di Valencia. L'1 giugno è al Nice di Roma, il 2 al Playmont Festival di Paestum, il 4 al Musica di Riccione, il 5 al Nameless Festival (Lecco), mentre dal 10 al 25 giugno eccola di nuovo in Spagna per 4 concerti. Ana Mena torna in Italia il 26 giugno allo Youth Festival di Sassuolo, mentre dal 30 giugno al 26 luglio eccola di nuovo in Spagna, dove sono già confermate 6 date. L'1 agosto è Island La Maddalena, il 3 giugno alla Praja di Gallipoli dove torna il 17… e mentre il 4 è alla Baia Imperiale, il 5 al Muretto e fa pure altre due performance in Spagna…
Riassumendo, sarà un'estate 2022 decisamente scatenata per Ana Mena, una degli artisti gestiti da Infinity Management. La cantante e attrice, originaria di Malaga, nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti del calibro di Becky G, De La Ghetto, CNCO, Descemer Bueno, Fred de Palma, Omar Montes, Deorro, Rocco Hunt, Dellafuente, Nio García, Reik (...) ed era già spesso special guest nei top club italiani…
Dopo la sua partecipazione a Sanremo 2022, la carriera dell'artista ha fatto un passo ulteriore: la sua "Duecentomila Ore" è diventata simbolo della primavera estate 2022, una stagione di rinascita per chi dopo un periodo molto difficile può finalmente a ritrovarsi e ballare.
"Abbiamo avuto e continuiamo ad avere moltissime richieste per Ana e purtroppo non riusciamo a soddisfarle tutte. Sia chiaro, un successo di queste dimensioni è sempre benvenuto, ma gestirlo nel modo giusto non è facile", spiega Astrit Kurtaim di Infinity Management. "L'artista sta crescendo molto e il suo sound latin pop piace in tutta l'Italia, da Nord a Sud... e non solo. Anche dalla Spagna e da altre nazioni l'interesse è altissimo".
Tra le più recenti canzoni di Ana Mena, un'artista che mentre scriviamo, solo su Spotify, totalizza 4.9 milioni di ascoltatori mensili, ecco "No Dejes Que Pase El Tiempo", una ballad dalle sonorità pop che interpreta con Dorian, arrivata dopo una intensa versione in spagnolo di "Duecentomila Ore"... L'idea giusta per iniziare a rilassarsi prima ancora di ascoltarla live è impararle a memoria.
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Ana Mena (Infinity Management): il tour estivo prende il via!
Ana Mena, uno degli artisti gestiti da Infinity Management, ha appena comunicato sui suoi social alcune delle sue performance estive, per un'estate decisamente sold out.
Dopo 5 performance tra Italia e Spagna ad aprile 2022, il 14 maggio eccola a Don Benito (Spagna), mentre il 21/5 è al Nafoura di Castellaneta Marina (TA), mentre 27/5 torna in Spagna @ Unicas Cadena Dial di Valencia. L'1 giugno è al Nice di Roma, il 2 al Playmont Festival di Paestum, il 4 al Musica di Riccione, il 5 al Nameless Festival (Lecco), mentre dal 10 al 25 giugno eccola di nuovo in Spagna per 4 concerti. Ana Mena torna in Italia il 26 giugno allo Youth Festival di Sassuolo, mentre dal 30 giugno al 26 luglio eccola di nuovo in Spagna, dove sono già confermate 6 date. L'1 agosto è Island La Maddalena, il 3 giugno alla Praja di Gallipoli dove torna il 17… e mentre il 4 è alla Baia Imperiale, il 5 al Muretto e fa pure altre due performance in Spagna…
Riassumendo, sarà un'estate 2022 decisamente scatenata per Ana Mena, una degli artisti gestiti da Infinity Management. La cantante e attrice, originaria di Malaga, nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti del calibro di Becky G, De La Ghetto, CNCO, Descemer Bueno, Fred de Palma, Omar Montes, Deorro, Rocco Hunt, Dellafuente, Nio García, Reik (...) ed era già spesso special guest nei top club italiani…
Dopo la sua partecipazione a Sanremo 2022, la carriera dell'artista ha fatto un passo ulteriore: la sua "Duecentomila Ore" è diventata simbolo della primavera estate 2022, una stagione di rinascita per chi dopo un periodo molto difficile può finalmente a ritrovarsi e ballare.
"Abbiamo avuto e continuiamo ad avere moltissime richieste per Ana e purtroppo non riusciamo a soddisfarle tutte. Sia chiaro, un successo di queste dimensioni è sempre benvenuto, ma gestirlo nel modo giusto non è facile", spiega Astrit Kurtaim di Infinity Management. "L'artista sta crescendo molto e il suo sound latin pop piace in tutta l'Italia, da Nord a Sud... e non solo. Anche dalla Spagna e da altre nazioni l'interesse è altissimo".
Tra le più recenti canzoni di Ana Mena, un'artista che mentre scriviamo, solo su Spotify, totalizza 4.9 milioni di ascoltatori mensili, ecco "No Dejes Que Pase El Tiempo", una ballad dalle sonorità pop che interpreta con Dorian, arrivata dopo una intensa versione in spagnolo di "Duecentomila Ore"... L'idea giusta per iniziare a rilassarsi prima ancora di ascoltarla live è impararle a memoria.
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"Avevo troppa #paura di non essere capita, di non essere amata, di non essere esattamente come pensavo che gli altri mi volessero. E’ stata #dura uscire da questa logica, ma con il #tempo ho capito che l’unico strumento per esprimere il proprio dolore è la #PAROLA perché, anche se inconsciamente cerchiamo di #comunicare la nostra #sofferenza attraverso il #corpo e il #cibi, da fuori il nostro dolore non (sempre) si vede... Ha necessità di essere comunicato!" Vale @chiarasolems ✔MondoSole www.chiarasole.com ✔ pagina FaceBook https://www.facebook.com/AssociazioneMondoSoleAnoressiaBulimiaBinge ✔ #nonseiunnumero #bulimia #dca #lottadca #maimollare #credercisempre #bingeeating #avantitutta #disturbidelcomportamentoalimentare #famedifelicità #ana #famedivita #vitaintecicredo #sipuoguarire #anoressiabulimia #tuvali #mondosole #anoressia #controllo #chili #disturbialimentari #bulimiaquotes (presso MondoSole anoressia bulimia binge disturbi alimentari (dipendenze)) https://www.instagram.com/p/Cb_tPOnoRnj/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#paura#dura#tempo#parola#comunicare#sofferenza#corpo#cibi#nonseiunnumero#bulimia#dca#lottadca#maimollare#credercisempre#bingeeating#avantitutta#disturbidelcomportamentoalimentare#famedifelicità#ana#famedivita#vitaintecicredo#sipuoguarire#anoressiabulimia#tuvali#mondosole#anoressia#controllo#chili#disturbialimentari#bulimiaquotes
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La Corte dei Conti sull'autostrada A24 e A25, Anas e Strada dei Parchi - Termoli Wild
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AMAG Reti Idriche: al via i lavori sulla SS 494 della Colla. Ripristino della fornitura idrica e consolidamento della strada: interventi previsti dal 3 febbraio
Alessandria, 20 gennaio 2025 – A partire dal 3 febbraio, AMAG Reti Idriche avvierà i lavori di ripristino della condotta idrica sulla SS 494 della Colla, un'area colpita da disservizi idrici a causa di una frana avvenuta nel gennaio 2024.
Alessandria, 20 gennaio 2025 – A partire dal 3 febbraio, AMAG Reti Idriche avvierà i lavori di ripristino della condotta idrica sulla SS 494 della Colla, un’area colpita da disservizi idrici a causa di una frana avvenuta nel gennaio 2024. Grazie alla collaborazione con ANAS, che ha già completato il consolidamento della scarpata, AMAG potrà procedere con l’intervento definitivo per garantire una…
#Alessandria#Alessandria today#AMAG comunicato#AMAG lavori#AMAG Reti Idriche#Amapola#ANAS#bypass idrico#Colla#collaborazione ANAS#condotta idrica#consolidamento scarpata#disservizi idrici#Emergenza idrica#frana#gestione emergenze#Google News#Gruppo Amag#infrastrutture idriche#infrastrutture locali#interventi idrici#interventi stradali#italianewsmedia.com#lavori febbraio 2025#lavori SS 494#lavori urgenti#manutenzione condotte#Miglioramento infrastrutture#Pier Carlo Lava#rete idrica
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Autostrada A19: Già riaperto lo svincolo Caltanissetta
Autostrada A19: Già riaperto lo svincolo Caltanissetta was originally published on ITALREPORT
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Richiesta di incontro - programmazione dei lavori Le scriventi segreterie nazionali richiedono la convocazione di un incontro, dedicato alla programmazione dei lavori da svolgersi nei prossimi mesi, con particolare riferimento agli impegni condivisi nell'accordo sottoscritto per il rinnovo del CCNL di Gruppo Anas 2022 - 2024, in merito al quale hanno di recente comunicato lo scioglimento della riserva. #stradeanas #sadafastconfsaldirezionegenerale #sindacati #lavoratori (presso Anas Via Monzambano) https://www.instagram.com/p/CpA8mU7IsR4/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Di L. Bottura
Parlando ieri a un forum del Corriere, Tony Nelli ha promesso — testuale — di «ribaltare l’Anas come un calzino». Così facendo, otterrebbe però la stessa identica Anas, ma a testa in giù. Il fatto che Nelli ignori persino le più comuni frasi fatte (si dice «Rivoltare come un calzino») fa comunque giustizia di un’accusa che lo inseguiva ingiustamente: non è vero che si è laureato in Giurisprudenza studiando sul calendario di Frate Indovino.
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Prosegue negli organi di stampa del Governo la ricerca di un parente anche lontano di Maria Elena Boschi che lavorasse in Carige. Al momento risulta solo uno zio che tre anni fa fece un bancomat nella filiale di Pegli, tale Gino Boschi, mentre viaggiava con la consorte Wilma Bizzozzero per celebrare le nozze d’argento a Bordighera. Ma i segugi con la schiena dritta non disperano.
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La notizia che il professor Alpa, mentore di Giuseppe Conte, fosse nel Cda di Carige, e che lo stesso avvocato del popolo sia stato consulente di un socio della banca ligure, rischia di configurare l’incidente internazionale: appresa la notizia, l’ego di Matteo Renzi è infatti raddoppiato di dimensioni e al momento in cui scrivo confina con la Crimea.
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Grande diffusione sui social per il meme grillino che ieri accusava il sindaco di Firenze, Nardella, di aver aperto il porto per permettere un’invasione di clandestini. La notizia non è questa. La notizia è che Nardella sta vagando per la città per capire dove caspita attracchino gli stranieri per rispedirli a casa loro.
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Reazioni dalla Francia dopo che Di Maio, per rintuzzare le proteste di Macron riguardo l’endorsement grillino ai gilet gialli, aveva ricordato che il presidente francese paragonò i Cinque Stelle alla lebbra. Con un comunicato, la lebbra ha preannunciato querela.
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Sempre dalla Francia arrivano le prime recensioni su Corleone, il locale aperto dalla figlia di Totò Riina. Si paga solo cash in banconote non segnate e di piccolo taglio, mentre per invogliare i clienti è previsto un ricco carnet di offerte. Che non si possono rifiutare.
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Dopo l’intervista di Bruno Vespa a Giuseppe Conte, durante la quale apparivano sui ledwall foto del premier modello Mao Ze Dong con la scritta “Il presidente avvocato del popolo”, curioso fenomeno nel Bolognese: una statua di Enzo Biagi ha cominciato a lacrimare sangue.
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Curioso evento anche nella versione di Titanic andata in onda ieri sera su Canale 5: a un certo punto il vicecomandante offre la piattaforma Rousseau all’iceberg.
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È forse in vigore in Italia, come ha detto l’avvocatessa catanese Rosa Emanuela Lo Faro, il «reato di solidarietà»? Noi, per la verità, preferiamo parlare di «reato di soccorso», in quanto ciò che l’inchiesta della Procura di Catania tende a mettere sotto accusa non è soltanto un’attitudine virtuosa. È, piuttosto, un’attività che costituisce un fondamentale diritto umano, giuridicamente fondato e internazionalmente riconosciuto, da cui discendono obblighi e garanzie. Ma comunque lo si voglia chiamare, quanto accaduto suscita stupore. Tanto più se si considerano i precedenti. Il procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, un anno fa, intendeva «aprire un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nei confronti delle Ong» perché alcune di queste «potrebbero essere finanziate dai trafficanti»; e perché le loro attività mirerebbero a «destabilizzare l’economia italiana» e la stessa sicurezza nazionale. Ma, poi, lo stesso Zuccaro dovette riconoscere di non disporre di «alcun fondamento probatorio» in grado di suffragare le proprie ipotesi accusatorie e «motivare l’apertura di un fascicolo». Ora, la Direzione distrettuale antimafia, che fa capo alla Procura di Catania, ritiene di aver trovato la pistola fumante. E, così, la campagna di delegittimazione delle Ong può riprendere vigore. Ma come si è arrivati a questo? La scintilla nuova delle passioni antiche di chi vuole squalificare un’azione tanto sacrosanta quanto legittima, trova il suo primo pretesto giovedì scorso. La nave Open Arms, dell’organizzazione spagnola Proactiva, una delle tre Ong ad aver firmato il Codice di condotta voluto dal Ministero dell’Interno, la mattina di quel giorno risponde a un Sos lanciato da un gommone carico di persone (in gran parte eritree) e segnalato dal Centro Nazionale di Coordinamento della Guardia Costiera. Ma, poi, quest’ultima, contraddittoriamente, dirà che il controllo delle operazioni doveva passare ai libici. Ma il barcone si trova a oltre 70 miglia dalla costa libica – attenzione: in acque internazionali – e la Open Arms inizia le operazioni di soccorso, recuperando per primi bambini e donne. Mentre i volontari stanno distribuendo i giubbetti salvagente, un pattugliatore della marina libica si interpone tra loro e la Open Arms, impedendo di portare a termine il recupero. Con le armi in pugno, gli uomini della Guardia costiera libica minacciano l’equipaggio delle lance. I toni forti e le parole concitate dello scambio intercorso in quei minuti sono raccolti in un video: «Tre minuti. Vi do un ultimatum di tre minuti per venire qui. Se non ci consegnate i negri li ammazzo», così un ufficiale della marina libica al megafono. I soccorritori si interrogano su quelle parole urlate in varie lingue: «Ha detto che se non ce ne andiamo in tre minuti, li ammazza»; «Abbiamo un problema, abbiamo tre minuti per consegnare i migranti». L’ufficiale minaccia di aprire il fuoco: «Avete tre minuti per consegnarceli e stanno diventando tre secondi». A questo punto, alcuni militari libici salgono sulle lance: la situazione di grande tensione va avanti per quasi due ore, poi i libici consentono alla Open Arms di completare le operazioni. Dopo quella tragedia sfiorata, per 36 ore, l’imbarcazione naviga lentamente verso nord nell’attesa di disposizioni della Guardia costiera italiana su dove attraccare, con 218 profughi a bordo, tra i quali molti bisognosi di cure urgenti. In quelle ore, che precedono il via libera da Roma per l’attracco in Sicilia, l’equipaggio della Open Arms attua il trasbordo verso Malta di una madre con la propria figlia neonata, in gravissime condizioni di salute. Finalmente, intorno alle 18 di venerdì, arriva da parte delle autorità italiane l’assegnazione del porto di Pozzallo, dove l’imbarcazione giunge il sabato mattina. Il capitano, Marc Reig Creus, e la capo-missione, Ana Isabel Montes Mier, vengono interrogati per diverse ore da agenti della squadra mobile di Ragusa e dello Sco di Roma, fino a che, domenica sera, arriva il provvedimento di sequestro della nave e gli avvisi di garanzia per i tre, considerati responsabili di quell’intervento di soccorso in mare. L’avvocato Alessandro Gamberini, legale della capo-missione, ritiene che il reato di associazione a delinquere sia palesemente insussistente. D’altra parte, un comunicato dell’Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) ricorda che: «Nessun rifugiato può ottenere protezione in Libia non sussistendo alcuna norma di diritto interno che lo preveda e tutti i rifugiati, comunque presenti sul territorio libico, sono oggetto di detenzione arbitraria nelle carceri, in condizioni disumane e in generale sono oggetto di violenze sistematiche». È a questo destino, che l’Ong Proactiva avrebbe dovuto indirizzare i profughi dopo averli sottratti alla morte in mare? Luigi Manconi, Federica Graziani da il manifesto **************** Il diritto umanitario sanguina La Procura di Catania contesta l’associazione a delinquere, finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, alla Ong spagnola Pro Activa, solo per aver soccorso in acque libiche un’imbarcazione con alcune centinaia di migranti a bordo e sbarcato 218 migranti nel porto italiano di Pozzallo. Siamo di fronte a un fatto di inaudita gravità, che scardina tutti i pilastri del diritto umanitario, da collocare, sul piano etico e giuridico, allo stesso livello dell’accordo Italia-Libia (Paese che non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati) o del codice di condotta delle Ong voluto dal ministro Minniti. C’è anche l’aggravante del sequestro di una nave destinata al salvataggio di vite in mare, che avrà il solo effetto di impedire o ritardare, appunto, l’attività di ricerca e soccorso, alla faccia del codice di procedura penale, il cui art. 321 autorizza il sequestro preventivo «quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati». Il tema, dunque, è capire se possa costituire reato la condotta di una Ong che si rifiuta di consegnare i migranti alla guardia costiera libica, dopo essere stata da quest’ultima attaccata e che, previa autorizzazione della guardia costiera italiana, approda a Pozzallo col suo carico umano. Il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, previsto dall’art. 12 del Testo Unico sull’Immigrazione (D.Lgs. 286/98), punisce con la reclusione da 1 a 5 anni e con la multa di 15.000 euro chiunque «promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente». Difficile, anche abbracciando la più spregiudicata furia ideologica securitaria, poter affermare che la nave di una Ong dedita al salvataggio di persone in mare possa essere imputata di avere promosso, diretto, organizzato, finanziato o effettuato il trasporto di stranieri, come se si trattasse di una banda di trafficanti di esseri umani. Qualsiasi dubbio è fugato dal secondo comma dell’art. 12: «Non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umanitaria prestate in Italia nei confronti degli stranieri in condizioni di bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato». Del resto la Cassazione (sentenza del 10/12/2014, n. 3345) ha chiarito che «è bene non dimenticare che in tali evenienze l’intervento di soccorso è doveroso, ai sensi delle Convenzioni internazionali sul diritto del mare, anche una volta avuto contezza dell’illiceità dell’immigrazione». L’art. 12 non è, dunque, una monade che viva di vita propria nell’ordinamento giuridico dello Stato, ma si colloca in un contesto complesso. I migranti trasportati, finché la competente Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale non decide sul loro status, sono tutti potenziali richiedenti asilo, senza contare i minori: nessuno di loro è giuridicamente irregolare o «clandestino». Anzi la loro condizione è l’esatto contrario della clandestinità, poiché essi fuggono, per guerra o per fame, attraverso gli unici canali possibili e noti: il mare e il deserto. Sempre la Cassazione in una sentenza (16/11/2016, n. 53691) riguardante un procedimento penale a carico di alcuni trafficanti di esseri umani ha chiarito che alcuni migranti arrivati in Italia erano «soggetti giunti nel paese a seguito delle operazioni di aiuto in acque internazionali e legittimamente trasportati sul territorio nazionale per necessità di pubblico soccorso, quindi da non considerarsi quali migranti entrati illegalmente». Le navi delle Ong compiono perciò un’attività umanitaria doverosa ed eticamente meritoria: chi le incrimina compie un atto giuridicamente abnorme ed eticamente censurabile. Cerchiamo di non abituarci, con ignavia, sonnolenza o indifferenza, a questi strappi: quando inizia a sanguinare il diritto umanitario, è la stessa democrazia ad ammalarsi. Andrea Maestri – avvocato immigrazionista da il manifesto
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NUOVA S.S. 106: RITARDI PER INIZIO LAVORI MEGALOTTO 3.
Riceviamo e pubblichiamo COMUNICATO STAMPA L’Associazione indignata per le troppe inesattezze da tempo annunciate dalle Istituzioni NUOVA S.S.106 MEGALOTTO 3: L’INIZIO DEI LAVORI SALTA AL 2021, NEL MIRINO LA MEDIOCRITÀ DI UNA CLASSE POLITICA DIRIGENTE INCAPACE CHE AD OGNI LIVELLO PROPONE INESATTEZZE E GENERA ASPETTATITIVE NEI CITTADINI Con nota dell’11 marzo il Direttivo dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” comunicava la sospensione di ogni attività di denuncia a causa del Covid-19. Siamo, tuttavia, nostro malgrado costretti a dover sospendere questa scelta al fine di fare chiarezza circa le reiterate inesattezze, a cui purtroppo assistiamo da mesi basiti, da parte di chi riveste ruoli istituzionali. Iniziamo con il ricordare che il ministro delle infrastrutture Paola De Micheli (Partito Democratico), lo scorso 21 gennaio a Corigliano Rossano (CS), affermò in piena campagna elettorale per le regionali, che i primi di marzo sarebbe ritornata in Calabria, per inaugurare l’avvio dei lavori del Megalotto 3. Il 23 gennaio, sempre in campagna elettorale per le regionali, invece, fu il sottosegretario Cancelleri (M5S), ad indire una sorta di conferenza stampa a Sibari – invitando sindaci ed amministratori all’ultimo secondo – per “inaugurare il Campo Base” di Villapiana… Sono, infine, della scorsa settimana le dichiarazioni del neo assessore regionale alle infrastrutture Catalfamo che, a seguito di un video-incontro con l’Anas, ha sostenuto che nelle prossime settimane partiranno i lavori per la realizzazione dell’Opera. In verità, il Direttivo dell’Associazione, intende ricordare che già nella conferenza stampa dell’8 febbraio scorso a Corigliano Rossano fu chiarito che i lavori non sarebbero mai e poi partiti prima dell’estate inoltrata, se non addirittura in autunno. Pertanto, oggi, non possiamo evidenziare che le affermazioni del ministro De Micheli assumono il merito solo di consegnarci una triste ed amara realtà: quella di avere, in uno dei Ministeri più importanti del Paese, il peggior ministro in assoluto della storia recente al punto da aver superato Toninelli! Ciò, ovviamente, ci dispiace e non capiamo come mai il Partito Democratico abbia scelto tanta mediocrità rispetto alla eventualità, ad esempio, di mettere al suo posto l’On. Salvatore Margiotta, oggi sottosegretario alle infrastrutture ma, anche, l’unico ed il solo esponente politico di Governo che con grande senso di responsabilità ed onestà chiarì, già a dicembre 2019 in un incontro a Corigliano Rossano, che mai sarebbero potuti partire i lavori del Megalotto 3 prima dell’estate 2020. Lo sciagurato ministro del PD Paola De Micheli insieme al sottosegretario del M5S Cancelleri ignorano persino che al momento il contraente generale non ha disponibili neanche i progetti dei Campi Base che, lo ricordiamo, fanno parte di quegli interventi che non sono ascrivibili in modo specifico alla realizzazione dell’Opera ma sono, invece, parte della cantierizzazione che ad oggi, ovviamente, è ben lontana dall’essere avviata. Mentre, invece, ci corre l’obbligo di informare l’impreparato assessore alle infrastrutture della Giunta Santelli che il Settore “Gestione Demanio Idrico Area Settentrionale” del suo Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità SOLO il 15 aprile 2020 ha inoltrato una formale richiesta ai comuni di Trebisacce, Amendolara ed Albidona in cui si chiede la pubblicazione, nel proprio albo pretorio, delle concessioni relative alle aree demaniali per eventuali osservazioni che dovranno pervenire nei prossimi 15 giorni. Questa è la prova provata, in parole povere, che al momento non è ancora avvenuta neanche la consegna dei lavori al contraente generale e, quindi, che non può neanche iniziare la fase preliminare alla cantierizzazione dei lavori che avrà la durata di qualche mese e che, anticipa di fatto, l’inizio vero e proprio della realizzazione dell’Opera. Mentre nessuno, ad oggi, ha mai dichiarato se l’Anas Spa ha ancora approvato il progetto nel proprio Consiglio di Amministrazione oppure no… In questo quadro di mediocrità governativa a cui si unisce un neoassessore regionale che, invece, di interrogare i propri Dipartimenti ancor prima dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” addirittura si rivolge al meno competente quadro dirigenziale di Anas di questa Calabria negli ultimi 20 anni, siamo costretti a precisare, anche a fronte dei tanti messaggi di tanti cittadini ricevuti a seguito delle avventate dichiarazioni di queste Istituzioni, che i lavori di realizzazione dell’Opera non inizieranno prima di fine anno se non, addirittura, nei primi mesi del 2021 poiché, nel bel mezzo di tutte queste dichiarazioni fuorvianti, vi è in essere una pandemia. Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”
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23 DIC 2019 13:49
I BENETTON DOVEVANO FARE COME ONORATO E INNAFFIARE DI CONSULENZE CASALEGGIO E GRILLO! ''RAPPORTI INCESTUOSI DEI BENETTON CON LA POLITICA''. OGGI UN POST DEL BLOG AMMAZZA AUTOSTRADE/ATLANTIA, CHE IN BORSA PERDE OLTRE IL 4% CON IL MILLEPROROGHE CHE RENDE PIÙ SEMPLICE REVOCARE LE CONCESSIONI - DAL GRUPPO SONO PRONTI A CHIEDERE MILIARDI DI DANNI
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ATLANTIA: RESTA PESANTE IN BORSA (-4,3%) CON MILLEPROROGHE
(ANSA) - Atlantia soffre in Borsa e pesa sul listino dopo le novità nel decreto mille proroghe che rendono più semplice la revoca delle concessioni. Il titolo della società che controlla Autostrade ha ampliato le perdite e cede il 4,3% a 21,1 euro. "Continuiamo a ritenere che l'obiettivo del governo sia di rafforzare la propria posizione nella rinegoziazione del contratto con Aspi, ma se confermato l'articolo 33 sarebbe molto negativo" commentano gli analisti di Equita citando la riduzione del valore dell'indennizzo e l'alzarsi del livello dello scontro.
In attesa del testo definitivo l'articolo 33 in caso di revoca non per inadempimento del gestore prevede un indennizzo pari al solo valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti e di eventuali costi/penali. Nel caso invece di revoca per inadempimento andrà detratto anche il risarcimento danni. Inoltre l'indennizzo sarà riconosciuto solo dopo il pagamento dei creditori accertati in giudizio mentre l'efficacia della revoca non è subordinata al pagamento dell'indennizzo e Anas subentrerà nella gestione.
AUTOSTRADE:C.CONTE, SUPERARE ECCESSO VANTAGGIO PRIVATI
(ANSA) - Nella sua relazione su "Le concessioni autostradali" la Corte dei Conti invita "a superare le inefficienze riscontrate, quali l'irrazionalità degli ambiti delle tratte, dei modelli tariffari, di molte clausole contrattuali particolarmente vantaggiose per le parti private, gli investimenti in diminuzione o sottodimensionati con possibili extraprofitti, la lunghezza delle procedure dopo la scadenza delle vecchie convenzioni".
AUTOSTRADE: M5S, RAPPORTI INCESTUOSI BENETTON CON POLITICA
(ANSA) - "Se non sono rapporti incestuosi poco ci manca. Il fatto è che Autostrade per l'Italia, sotto attento presidio dei Benetton, ha saputo coltivare davvero bene il rapporto con la politica e con il poliedrico mondo dei Boiardi di Stato. Un rapporto lubrificato in ogni ingranaggio, utilizzando sapientemente l'olio delle nomine. Troppo importante, dal loro punto di vista, difendere in ogni modo un tesoro accumulato grazie ai pedaggi. Si tratta di un modus operandi impressionante che dura da anni e non accenna a finire. I nomi e gli esempi si sprecano".
Lo si legge in un post sul Blog delle Stelle, che cita nomi di ex politici "da un esponente di spicco della Prima Repubblica, Paolo Cirino Pomicino" a "Nicola Rossi ex deputato dei Ds ed ex consigliere di D'Alema". "Fino ai nostri giorni la famiglia di Ponzano Veneto ha tenuto nella massima considerazione la rete "lobbistica" fatta da ex politici, ex boiardi e amici degli amici, puntualmente piazzati nei cda delle concessionarie della galassia. Il tutto mentre la stessa considerazione non veniva minimamente osservata nei confronti dei cittadini", scrive il M5s.
"Si prenda la Tangenziale di Napoli, la concessionaria controllata da Autostrade che controlla l'omonima infrastruttura. Ebbene, alla presidenza ancora oggi troviamo un esponente di spicco della Prima Repubblica, Paolo Cirino Pomicino, già fedelissimo di Giulio Andreotti e ministro del Bilancio. Lo stesso Pomicino, la cui rete evidentemente ha ancora una certa capacità di incidere, è vicepresidente delle Autostrade Meridionali, altra controllata di Autostrade che gestisce l'A3 Napoli-Pompei-Salerno", proseguono i Cinque stelle.
"Ma soffermiamoci un attimo su questa concessionaria. Nel collegio sindacale delle Autostrade Meridionali spicca la presenza di Antonio Mastrapasqua, noto alle cronache di qualche anno fa come Mister Poltrone, fedelissimo di Gianni Letta ed ex presidente dell'Inps, oltre che commercialista da sempre accompagnato da robusti carnet di incarichi societari. A conferma di ciò basti pensare che Mastrapasqua è inserito anche nel collegio sindacale di un'altra concessionaria della galassia Benetton, ovvero la SAT - Società autostrada tirrenica". "E qui, come una mappa del potere in cui gli incroci hanno tanto da raccontare, troviamo altre interessanti sorprese. Sempre in SAT - Società autostrada tirrenica, c'è un presidente che si chiama Antonio Bargone, ex deputato del fu Pds ed ex sottosegretario ai lavori pubblici nei Governi di Romano Prodi e Massimo D'Alema.
L'attenzione della famiglia di Ponzano Veneto è stata comunque trasversale, in modo da evitare la miccia di gelosie e soprattutto in modo da garantirsi sostegno a ogni latitudine politica. Prendiamo la Società italiana per il traforo del Monte Bianco, la cui partecipazione di maggioranza è sempre appannaggio di Autostrade. Qui alla presidenza siede un notaio astigiano che si chiama Aldo Scarabosio, ex senatore di Forza Italia e Pdl.
Nel Consiglio di amministrazione della stessa Società per il traforo del Monte Bianco è stato riciclato anche Marco Bonamico, manager di Stato molto vicino all'ex Ministro dell'economia Giulio Tremonti, che ne favorì l'ascesa alla poltrona di amministratore delegato di Sogei (la strategica società del ministero che custodisce l'anagrafe tributaria, ovvero tutti i dati fiscali di cittadini e imprese italiane).
La ciliegina sulla torta, tra i tanti esempi che si potrebbero fare, è stata messa in tempi recenti dalla stessa Autostrade per l'Italia, la gallina dalle uova d'oro di Atlantia, la holding dei Benetton. Nel consiglio di amministrazione, infatti, l'azionista di maggioranza ha tra gli altri indicato Nicola Rossi, apprezzato economista pugliese, ma incidentalmente anche ex deputato dei Ds ed ex consigliere economico di D'Alema premier", conclude il M5s sul blog delle stelle.
CONCESSIONI, AUTOSTRADE: PRONTI A RISOLVERE IL CONTRATTO E A CHIEDERE TUTTI I DANNI
Giusy Franzese per ''Il Messaggero''
Non è più l'articolo 33 del decreto Milleproroghe, è diventato il 38 ed è anche molto più corto: 20 righe anziché le 34 originarie. Ma al di là del posizionamento all'interno del provvedimento e della lunghezza, la contestatissima norma in materia di concessioni autostradali nella sostanza non è cambiata. Tant'è che ieri Italia Viva ha ribadito il suo no anche alla nuova versione. Che quindi potrebbe essere ulteriormente modificata prima del Consiglio dei Ministri, convocato nel tardo pomeriggio di oggi. Se le posizioni non troveranno un punto di mediazione la battaglia si sposterà in Parlamento.
Intanto il mondo delle concessioni autostradali è in gran subbuglio. Ieri, per valutare i nuovi scenari, si è tenuto un lungo consiglio di amministrazione di Autostrade per l'Italia. Al termine un comunicato con il quale il gruppo si riserva di «mettere in atto ogni azione a tutela della società e di tutti gli stakeholders» se la norma dovesse essere confermata. E annuncia di aver inviato al governo «una comunicazione» nella quale evidenzia che l'eventuale adozione di tale norma sarebbe causa di risoluzione della convenzione unica.
Sulla necessità di una norma che consenta allo Stato di intervenire con le revoche nel caso di interesse nazionale, cambiando anche i contratti in corso e senza per questo pagare penali e indennizzi milionari, restano convinti sia i dem che i cinquestelle. Anche se le finalità sembrano molto diverse. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti, ieri ha negato che, dietro il paravento di una norma erga omnes, in realtà si voglia colpire Aspi. «Non credo che sia il primo passo verso la revoca» delle concessioni autostradali «ma rende più forte la dimensione pubblica nei rapporti con i concessionari. Se lo Stato trova delle forme per essere più autorevole nelle trattative io lo vedo come un fatto positivo» ha detto.
IL PARAVENTO
l capo politico dei Cinquestelle, Luigi Di Maio, però dice esattamente il contrario: «Che sia chiaro: bisogna avviare un percorso che ci porti alla revoca delle concessioni autostradali. Non dimentichiamoci che questa gente si è arricchita con i soldi dei cittadini, dimenticandosi però di fare manutenzione a ponti e strade. Per noi questa è una battaglia di civiltà, perché serve giustizia per le vittime del ponte Morandi. E chi si oppone a tutto questo di sicuro non fa il bene del Paese».
L'ULTIMA BOZZA
Nella versione che circolava ieri (e che potrebbe essere ulteriormente modificata) resta l'automatismo del passaggio della gestione provvisoria all'Anas spa in caso di revoca, decadenza o risoluzione della concessione in attesa di una nuova gara e resta l'azzeramento quasi totale degli indennizzi. Al concessionario, sia se la revoca è decisa per inadempimento contrattuale e sia quando viene decisa per «motivi di pubblico interesse», sarà riconosciuto solo «il valore delle opere realizzate più gli oneri accessori, al netto degli ammortamenti, ovvero, nel caso in cui l'opera non abbia superato ancora la fase di collaudo, i costi effettivamente sostenuti dal concessionario» (art.176, comma 4, lettera a del decreto legislativo 18 aprile 2016 n.50).
Anche questa versione, come detto, non convince Italia Viva che contestano sia il metodo che il merito e si riservano di presentare emendamenti durante il passaggio parlamentare. «Italia Viva trova incredibile il modo con cui il tema delle possibili revoche delle concessioni è stato surrettiziamente introdotto nella bozza del decreto Milleproroghe» hanno dichiarato ieri i deputati di Italia Viva in Commissione Trasporti, Raffaella Paita e Luciano Nobili.
Per Fabrizio Palenzona, presidente Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori), «il governo non è capace di trovare una soluzione e cerca una scorciatoia ma così distrugge un intero settore mi sembra veramente un salto nel buio».
Le principali critiche al provvedimento riguardano il passaggio automatico ad Anas, società per azioni del gruppo Fs, in «palese violazione del principio di libera concorrenza», il taglio degli indennizzi e il cambiamento delle regole in corso d'opera. Ci si pone poi il problema dei lavoratori delle concessionarie sottoposte a eventuale revoca (Aspi ad esempio ha circa settemila dipendenti): che fine faranno, visto che la norma non prevede clausole sociali o di salvaguardia?
Secondo Aspi la norma che si vorrebbe introdurre «è incostituzionale e contraria alle norme europee», oltre ad essere «irragionevole, non essendo assistita da alcuna congrua motivazione, con presunta valenza retroattiva».
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