#comandante della polizia
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bibliotecasanvalentino · 1 month ago
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Neri Pozza
Buona lettura a tutti!
OMICIDIO A CAP CANAILLE - CHRISTOPHE GAVAT
“… il comandante sa bene che i delinquenti marsigliesi non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi della capitale in materia di criminalità. In quanto a tecniche per uccidere il prossimo il marsigliese, benché provinciale, non manca mai di immaginazione, e tiene a dimostrare al parigino che in questo campo, come su quello da calcio, il migliore è lui. E che non ha paura di dégun – di nessuno.”
Cos’hanno in comune un cadavere carbonizzato trovato nel portabagagli di un’auto abbandonata a Marsiglia: il cosiddetto “barbecue”, un sistema atroce per regolare i conti tra fuorilegge, con una serie di rapine a furgoni portavalori a Parigi?
Il comandante Henri Saint-Donat, da poco trasferito alla Brigata criminale della città provenzale dal 36 quai des Orfèvres, la celeberrima sede della Polizia giudiziaria di Parigi, capisce subito di trovarsi di fronte ad un caso molto complesso.
Henri ha un curriculum di tutto rispetto, è un poliziotto di grande esperienza ed estrema sensibilità; dopo tanti anni di matrimonio è ancora molto innamorato della sua Isabelle, ma è anche un uomo tormentato a causa di una tragedia familiare che lo ha segnato nel profondo e di cui nessuno dei suoi colleghi è a conoscenza.
Negli uffici dell’Eveché, sede della polizia giudiziaria, nel dedalo di strade che attraversa La Cayolle, quartiere labirintico e malfamato di Marsiglia, nei corridoi delle Baumettes, il tetro penitenziario, Henri non è solo. Lo supportano il giovane tenente Basile Urteguy e il capitano Lucie Clert.
Basile è un ragazzo pieno di vita, un appassionato di musica, un genio dell’informatica e, allo stesso tempo, un poliziotto di grande perspicacia: nel corso dell’indagine il suo apporto sarà fondamentale.
Lucie, invece, è una forza della natura: una gran bella donna dal carattere impossibile che ha il brutto vizio di saltare subito alle conclusioni. Sul lavoro è testarda e professionale, ma la sua vita privata è un vero disastro. Chissà che non trovi l’amore proprio nel corso dell’indagine…
“Omicidio a Cap Canaille” è un polar di azione che mostra al lettore le tecniche di investigazione della polizia francese, ma dà anche molto spazio alla vita privata e ai sentimenti dei suoi protagonisti.
I capitoli sono estremamente brevi e il linguaggio è semplice, diretto, crudo nel raccontare l’evolversi dell’inchiesta giudiziaria, ma altrettanto evocativo nelle pagine dedicate alla descrizione dei luoghi e degli stati d’animo, anche quando i sentimenti, le emozioni e il privato dei protagonisti prendono il sopravvento sul dovere professionale.
L’autore, Christophe Gavat, è lui stesso un commissario della polizia francese e, leggendo il romanzo la passione per il suo lavoro, il rispetto e l’ammirazione per i colleghi sono del tutto evidenti.
“È ancora un piedipiatti nell’anima, perché ama quell’atmosfera ovattata e notturna dell’Evêché, dove i passi riecheggiano nei corridoi vuoti, dove solo poche luci negli uffici, qualche grido o un’invettiva qua e là suggeriscono che ci siano ancora dei poliziotti al lavoro. Lavorano sempre. Soprattutto, sa di amare quegli agenti dal carattere forte, che non mancano né di energia, né di abnegazione, né di senso dell’umorismo per svolgere ogni giorno con passione il loro mestiere, tanto da farlo anche di notte.”
COSA MI È PIACIUTO
La lettura di “Omicidio a Cap Canaille” è stata la mia prima esperienza con un polar e ho apprezzato moltissimo la descrizione vivida dei luoghi, l’approfondimento psicologico dei personaggi e l’analisi dei rapporti che si creano tra di loro.
COSA NON MI È PIACIUTO
Il finale prevedibile.
L’AUTORE
Christophe Gavat, nato nel 1966, è entrato in polizia nel 1989. Parigi, Marsiglia, Grenoble, Guyana: nella sua carriera pluritrentennale è stato decorato al valore, messo sotto inchiesta e reintegrato. Ha avuto a che fare sia con i grandi casi che catturano l’attenzione mediatica, sia con i piccoli casi quotidiani che lasciano il segno. Già autore di tre libri sulla sua vita di poliziotto, con questo suo primo romanzo si è aggiudicato nel 2021 il Quai des Orfèvres, premio deciso da 21 giurati tra poliziotti, avvocati, magistrati e giornalisti.
LA CASA EDITRICE
Neri Pozza è una casa editrice veneta rinomata e prestigiosa, fondata nel 1946 dall’omonimo scrittore e ha pubblicato, nel corso degli anni, opere di autori molto famosi della letteratura italiana come Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Goffredo Parise, Massimo Bontempelli, Giuseppe Berto ai quali si affiancano oggi nomi internazionali grandiosi quali Romain Gary, Natsuo Kirino, Tracy Chevalier, Eshkol Nevo, Herman Koch.
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curiositasmundi · 9 months ago
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Quando i litigi si fanno miserabili, si dice che a volare sono gli stracci, cioè i più deboli costretti a rimetterci. Così ieri è stata sostituita la comandante del reparto mobile di Firenze, coinvolta nelle cariche della polizia di venerdì scorso. Una decisione che sa di nuova ingiustizia dopo le manganellate al corteo per la Palestina. Al di là delle responsabilità della funzionaria, quelle botte ai giovani manifestanti sono solo un pezzo della catena di violenze viste nei giorni scorsi a Napoli, Torino, Bologna e Pisa. Un pugno di ferro esibito dalle forze dell’ordine contro il dissenso, per cui non può esserci la regia o il mancato controllo di una dirigente locale, bensì delle responsabilità più alte, e di cui in un Paese normale risponde perlomeno il ministro dell’Interno. Nel nostro governo da operetta, dove la premier fa cabaret e il suo vice Salvini la spalla a Vannacci, il potere invece gioca a scaricabarile, trovando sempre un cireneo a cui far portare la croce. In questo modo chi sta a monte dei problemi non risponde mai di niente, almeno fin quando non arriva la magistratura o qualche struttura sostitutiva di una politica ormai diventata allergica all’assunzione delle proprie responsabilità. Quello che sta accadendo proprio con Vannacci, sospeso dopo una procedura interna alla Difesa durata quasi un anno, e non perché il suo comportamento con la divisa da militare è inopportuno. Così Salvini accusa il ministro Crosetto di mossa a orologeria e quest’ultimo dà dell’incompetente al capo della Lega. Volano gli stracci, appunto.
Nel governo volano gli stracci
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b0ringasfuck · 2 years ago
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Quando però in comune ci piazzano i parenti e gli amici loro va bene.
Vediamo se indovinate a che schieramento appartiene il sindachessa e i sodali?
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pietroalviti · 1 hour ago
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Cari ragazzi, pensate al dolore che genera la morte di Riccardo, pensateci! Le parole del comandante Giovannone a Ceccano
Erano 5 o 6 ad ascoltarlo all’inizio, sono poi diventati centinaia: gli amici di Riccardo Pizzuti avevano portato lì i loro motorini, le macchinette, per fare sentire al loro amico scomparso la presenza e l’amicizia di una vita, con il rombo dei motori, la passione di Riccardo. Armando Giovannone, il vicecomandante della Polizia Municipale di Ceccano, pur non essendo in servizio, è andato anche…
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claudio1959 · 1 month ago
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ex Allievi in evidenza: ROMA. INTERVISTA AL COMANDANTE GENERALE DELL'ARMA DEI CARABINIERI GENERALE DI CORPO D’ARMATA TEO LUZI
«Gli stranieri nati qui? Italiani.
Ci vuole la legge sulla cittadinanza»
(articolo di Goffredo Buccini su Corriere. it)
Luzi, comandante generale dei Carabinieri: «La norma del ’92 è obsoleta»
Una legge sulla cittadinanza «non più aderente al cambiamento che c’è stato» e, dunque, da ripensare ex novo nel senso dell’integrazione.
Periferie dove non basta la risposta securitaria,
«perché servono scuole, decoro urbano, qualità di vita dei quartieri».
Un Paese stressato da Covid e guerre, «due macigni».
Arrivato alla guida dei carabinieri a metà gennaio 2021, Teo Luzi è prossimo al passo d’addio (andrà via a novembre).
E lascia con la stessa attenzione al sociale che l’ha accompagnato in quasi quattro anni da comandante generale dell’Arma.
Com’è l’Italia oggi?
«Dovessi indicarle il sentimento prevalente tra i nostri compatrioti, direi: la preoccupazione.
Che sfocia in tensioni, litigiosità… nei condomini, tra i banchi, sul lavoro. Nelle nostre sale operative si riversano episodi talvolta inspiegabili».
Parlando l’altro giorno ai suoi cadetti dell’Accademia di Modena ha proposto loro un antidoto: l’ALTRUISMO. Parola desueta.
«Questo è un mondo sempre più egoista, è vero.
Ma ai ragazzi ho parlato di assistenza reciproca, anche nelle piccole difficoltà quotidiane.
La capacità di ascolto dei carabinieri è una forma di altruismo».
Ed è uno strumento di lavoro per non perdere di vista uno snodo decisivo della nostra convivenza democratica: le periferie.
I problemi di sistema in Germania e Francia lo dimostrano.
È così anche per l’Italia?
«Assolutamente sì.
Le periferie sono un vulnus nell’equilibrio sociale delle democrazie occidentali, bisogna garantire a chi ci vive la stessa qualità di vita di chi abita altrove. Sono aree che in Italia richiedono molta attenzione.
Ma in Francia ne richiedono ancor di più: da noi non esistono banlieue dove le forze di polizia non possono entrare.
Tanto è stato fatto.
Ma molto ancora c’è da fare per rimuovere ostacoli che danno l’idea di vivere in serie B».
Quali ostacoli ad esempio?
«Penso alla qualità dell’istruzione. Alle strutture sportive. Alle strade e alle piazze. Penso a Caivano…».
Ci sarei arrivato. Sia sincero: è tutta realtà o anche spot?
«Sono stati fatti passi importanti, a 360 gradi.
E non è solo un problema di polizia ma di socialità complessiva.
L’Arma si è impegnata prima che arrivasse l’attenzione mediatica su Caivano.
La Compagnia lì è nata nel 2021, voluta dall’allora ministro Lamorgese.
Si è lavorato sulle scuole, anche in sinergia con noi.
Non è un’isola felice, certo.
Ma la qualità di vita è assimilabile al resto del territorio nazionale.
E il modello Caivano va esportato in altre aree».
Quali sono quelle che vi preoccupano di più e su cui state intervenendo?
«A mente, Palermo, lo Zen: dove siamo riusciti a far accettare la stazione dei carabinieri nel quartiere, cosa non banale.
I nostri lì fanno attività sociale: un tempo io allo Zen non potevo entrare.
Bari, San Paolo. Librino a Catania. A Nord, Genova, il quartiere di Diamante. Pilastro a Bologna.
Poi Cagliari Sant’Elia.
Tor Bella Monaca a Roma.
Lì abbiamo lavorato molto sulle occupazioni abusive.
È un tema fondamentale».
La casa contesa tra ultimi e penultimi.
«Parliamo di migliaia di case occupate abusivamente, lo Stato non mette abbastanza attenzione al tema.
Dietro un’occupazione c’è chi gestisce, si alimenta la criminalità territoriale.
Serve una politica più concreta».
Però ora il governo ha sterzato,
si colpiscono più duramente le occupazioni.
«E io sono assolutamente d’accordo.
Poi capisco che servono anche soluzioni, ma quando questa soluzione è abusiva è il peggio: alimenta il distacco della percezione pubblica rispetto allo Stato».
A Casal di Principe, terra che davamo per bonificata, ci sono state due «stese» a poche ore dalle elezioni di giugno: rischiamo di tornare indietro in territori che pensavamo recuperati allo Stato?
«Io sono un po’ più ottimista.
Ora lo Stato ha il controllo.
Resta latente una forma, diciamo, culturale della criminalità, le “stese” sono messaggi criminali. Non siamo però agli anni Ottanta. E comunque quando lei parla di condizionamenti, bisogna pensare anche al Nord».
È, per dirla con Sciascia, la risalita della linea della palma?
«Beh, la criminalità organizzata rispetto alla politica locale si sente, hanno sciolto Comuni per infiltrazioni mafiose anche al Nord.
Lì lavorano con un profilo economico-politico».
E allora da dove viene l’ottimismo?
«Abbiamo un quadro normativo avanzato.
Una grande sensibilità della magistratura.
Pochi Paesi al mondo, oggi, possono affrontare la criminalità organizzata come possiamo fare noi.
L’arma del sequestro preventivo è fondamentale».
Non è il massimo del garantismo.
«Beh, se i beni provengono dal crimine e lo si dimostra con le indagini…».
La questione migratoria e la questione sociale delle periferie quanto si sovrappongono?
«Tanto. Le tensioni nelle periferie non sono risolte.
Ci sono aspetti culturali, criminalità etnica.
La nostra interposizione abbassa la conflittualità che però rimane latente. E c’è un altro tema…».
Dica.
«Quello degli italiani con genitori stranieri, le seconde generazioni.
È emerso specie al Nord, in maniera non virulenta come in Francia: ma è una questione su cui bisogna aprire una riflessione».
Cioè?
«Bisogna favorire quanto più possibile l’integrazione.
SONO ITALIANI ».
Favorirla con la cittadinanza?
«SONO ITALIANI.
Nelle periferie l’integrazione deve essere la regola.
Non la fanno le forze di polizia.
Si fa con la scuola, l’avviamento al lavoro».
Semplificando: se sono nato in Italia, faccio un certo numero di anni di scuola, devo averla o no la cittadinanza?
«Tutti i maggiori Paesi in Europa hanno un meccanismo di integrazione e anche l’Italia deve averlo.
Quale sia, lo decida la politica.
Ma il meccanismo di integrazione, con equilibrio politico, va trovato: si guardi alla Germania, alla Francia, all’Inghilterra».
Ma qui non c’è.
«Non c’è la legge.
Ci vuole una legge.
Tocca al Parlamento sovrano».
Per dirla chiara: la legge che oggi c’è, quella del 1992, è obsoleta?
«Non rispecchia più il cambiamento che c’è stato.
Poi come debba essere la nuova, per tutelare la cultura italiana, tocca alla politica dirlo.
La contrapposizione non porta da nessuna parte.
Io personalmente sono molto aperto: occorre una normativa più moderna».
Quest’Italia è travagliata anche da gravi rigurgiti di antisemitismo.
È una questione di sicurezza nazionale?
«Lo è. Si batte su un piano culturale. E non lasciando sole le comunità ebraiche.
Un nostro generale, Angelosanto, è commissario del governo contro questo fenomeno».
I nostri anziani sono l’anello più debole della società.
«Sì, sono molto più vulnerabili, più soli.
E quindi sono il bersaglio dei truffatori.
Per l’anziano essere truffato è un trauma vero, dà un senso di vergogna, di fine.
Così abbiamo messo su col Viminale una campagna d’informazione.
Alla messa domenicale, nelle scuole per arrivare ai nonni, sui media.
Anche Lino Banfi ci ha aiutato.
Lui è per tutti il nonno d’Italia»... ben fatto ⭐️🇮🇹 #UnaAcies
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siciliatv · 1 month ago
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Accusato di corruzione: rito abbreviato per ex comandante della polizia municipale
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Accusato di corruzione: rito abbreviato per ex comandante della polizia municipale Ha scelto il giudizio abbreviato l'ex comandante della polizia municipale Gaetano Di Giovanni, 59... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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telodogratis · 3 months ago
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#NewsPA - Dichiarazione Assessore Forzinetti Comandante Colucciello - Controlli della Polizia municipale presso il mercatino settimanale di Sferracavallo
Controlli della Polizia municipale presso il mercatino settimanale di Sferracavallo. L’attività, che è stata predisposta dagli uffici del Suap, ha come scopo, oltre a quello di controllo, quello di avviare alla procedura di riassegnazione degli stalli non più occupati dai commercianti e di valutare eventuali riorganizzazioni.  ​Read More Controlli della Polizia municipale presso il mercatino…
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m2024a · 3 months ago
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Jessica Lanzi morta in un incidente in moto a Reggio Emilia: 28 anni, era una volontaria dei vigili del fuoco Incidente mortale nell'Appennino Reggiano lungo la Sp98, sulla Fondovalle tra Viano e Carpineti. A perdere la vita una ragazza di 28 anni, Jessica Lanzi, residente a Luzzara - nella Bassa - molto conosciuta per la sua attività di volontaria della protezione civile e dei vigili del fuoco. Era la coordinatrice della sezione di Carpineti, paese del quale era originaria e membro attivo del distaccamento luzzarese dei vigili del fuoco. L'incidente è avvenuto intorno alle 7.40. La ricostruzione La giovane era in sella alla sua moto e viaggiava da Carpineti in direzione Viano quando - stando alle prime ricostruzioni - ha urtato lo specchietto di un furgone che proveniva dalla corsia opposta durante un sorpasso. Nel tentativo di rientrare in carreggiata, ha perso il controllo del mezzo ed è finita sotto un altro autocarro sulla corsia corretta di marcia. È morta sul colpo. Sul posto la polizia locale del corpo unico Tresinaro Secchia per i rilievi. Il magistrato di turno Giulia Galfano ha aperto un fascicolo d'inchiesta per accertare dinamica, cause ed eventuali responsabilità. Il cordoglio «Jessica sempre disponibile e presente sul territorio, ha dedicato parte della sua vita a sostegno della comunità, con attenzione e impegno. In ogni occasione si prestava ad aiutare i colleghi e il prossimo», la ricordano i Vigili del fuoco. «Il comandante e tutto il comando provinciale di Reggio Emilia si stringe al dolore della famiglia e a tutti i volontari del distaccamento, in questo momento così doloroso».
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pressnews0 · 4 months ago
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Arzano: a processo 51 persone per sciopero selvaggio e interruzione del servizio di raccolta rifiuti
Arzano: a processo 51 persone per sciopero selvaggio e interruzione del servizio di raccolta rifiuti
di Redazione Quarantanove dipendenti della ditta Gema s.r.l., e due sindacalisti già colpiti da daspo urbano, sono stati rinviati a giudizio per aver organizzato uno sciopero selvaggio che ha causato l’interruzione del servizio di raccolta rifiuti nel comune di Arzano. Le indagini, condotte dalla polizia municipale guidata dal comandante Biagio Chiariello a partire dal 2022, hanno accertato che…
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osappleobeneduci · 4 months ago
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Grande Professionalità della Polizia Penitenziaria di Ariano Irpino: Due Detenuti Isolati per Comportamenti Provocatori
Nel primo pomeriggio di ieri, presso il Carcere di Ariano Irpino, si è verificato un episodio di resistenza durante una perquisizione ordinaria nella Sezione ex art. 32. Due detenuti italiani si sono opposti con forza al Personale di Polizia Penitenziaria, rendendo necessario l’intervento della Comandante di Reparto. Dopo un’intensa opera di mediazione, i detenuti hanno infine acconsentito a…
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tifatait · 5 months ago
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CASERTA. Muore ex comandante della polizia municipale. I figli seguono le sue orme | casertace.net
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cinquecolonnemagazine · 5 months ago
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Iran al voto: chi sono i sei candidati?
Sei candidati, cinque conservatori e un riformista, si contendono la presidenza dell'Iran per il voto alle elezioni anticipate del 28 giugno, convocate dopo la morte dell'ex presidente ultraconservatore Ebrahim Raisi in un incidente in elicottero a maggio. Solo loro sono stati approvati dal Consiglio dei Guardiani, l'organo che supervisiona le elezioni nella Repubblica Islamica. Iran al voto ed i candidati: Said Jalili 58 anni, è considerato uno dei politici più estremisti del Paese. Ex segretario del Consiglio Supremo di Sicurezza, ha guidato i negoziati sul nucleare e si è opposto alla ripresa dei colloqui per ripristinare l'accordo del 2015, dal quale gli Stati Uniti sono usciti unilateralmente sotto la presidenza di Donald Trump. Nato a Mashhad come Khamenei, ha conseguito un dottorato all'Università Imam Sadegh, fucina ideologica del regime. Soprannominato il "martire vivente" per aver perso una gamba nella guerra Iran-Iraq come membro dei basij, la forza paramilitare iraniana sotto il controllo dei pasdaran, è membro del Consiglio per il Discernimento, principale organo consultivo della Guida Suprema. Ha fallito la corsa alla presidenza nel 2013 e nel 2021, ma potrebbe contare sul sostegno di alcuni dei collaboratori più stretti di Raisi. È uno dei due favoriti alla presidenza. Alireza Zakani Nato nel 1966, ha tentato di candidarsi nelle elezioni del 2013 senza successo, venendo poi ammesso nelle presidenziali del 2021, che hanno visto la vittoria di Raisi. Critico dei negoziati sul programma nucleare iraniano quando era parlamentare, è noto come il "carro armato rivoluzionario" per la sua retorica aggressiva e gli attacchi ai riformisti. Questo stile combattivo lo ha mantenuto anche come sindaco della capitale, ruolo che ha iniziato nel 2021, ottenendo notevoli risorse finanziarie e una certa indipendenza dal governo. Ha guidato la recente campagna di repressione per imporre l'hijab alle donne ed è soggetto a sanzioni dal Regno Unito per gravi violazioni dei diritti umani. Amir Hossein Ghazizadeh Hashemi 53 anni, medico di formazione, è un ex membro del Parlamento ed ex primo vicepresidente. Esponente della destra radicale, si è candidato alla presidenza nel 2021 senza successo. Raisi lo aveva poi nominato vicepresidente e capo della Fondazione per gli Affari dei Martiri e dei Veterani, una fondazione parastatale soggetta a sanzioni per aver indirizzato risorse a organizzazioni come Hezbollah. Tra i conservatori pragmatici o moderati sono inclusi Ghalibaf e Mostafa Pourmohammadi, come notato dal sito Amwaj. Mohammad-Bagher Qalibaf Nato nel 1961, è alla sua quarta candidatura a presidente ed è il grande favorito di queste elezioni. Ex sindaco di Teheran, ex comandante dei pasdaran durante la guerra Iran-Iraq e capo della polizia, Qalibaf si è vantato di aver represso manifestazioni con la violenza nel 1999 e di aver ordinato di sparare sui manifestanti durante le proteste del 2003. Appoggiato dai pasdaran, ha legami con la cerchia ristretta della Guida Suprema, Ali Khamenei, e gode del sostegno anche tra i centristi. È coinvolto in vari scandali per corruzione. Mostafa Pourmohammadi 64 anni, nato nella città santa sciita di Qom, è l'unico religioso ammesso alle presidenziali e ha poche possibilità di vittoria. Membro del "Comitato della Morte" che ha approvato l'esecuzione di migliaia di prigionieri politici alla fine degli anni '80, è stato ministro della Giustizia sotto Ahmadinejad e Rohani. Vanta un notevole pedigree nell'apparato, dalla burocrazia all'ufficio di Khamenei, passando per la magistratura e l'esecutivo. È stato squalificato quest'anno dalle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea degli Esperti. Massoud Pezeshkian L'unico riformista ammesso alla corsa alla presidenza, 70 anni e di origine azera. Ha cresciuto tre figli da solo dopo la morte della moglie in un incidente. Parlamentare da due decenni, oltre a moderati e riformisti, la sua candidatura si rivolge anche ai circa 18 milioni di azeri. Pezeshkian si è espresso contro la mancanza di trasparenza del governo durante le proteste innescate dalla morte di Mahsa Amini nel 2022, mentre era in custodia della polizia morale. Medico esperto, è stato ministro della Sanità sotto il presidente riformista Mohammad Khatami (1997-2005) e ha criticato esplicitamente il governo sulla questione dell'hijab obbligatorio. Foto di jorono da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 5 months ago
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Palermo ricorda con una cerimonia i tre Carabinieri assassinati dalla mafia 41 anni fa
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Palermo ricorda con una cerimonia i tre Carabinieri assassinati dalla mafia 41 anni fa Ieri 13 giugno, in occasione del 41° anniversario dell'eccidio, ha avuto luogo, a Palermo e a Monreale, una cerimonia di commemorazione in onore del Capitano Mario D'Aleo, dell'Appuntato Giuseppe Bommarito e del Carabiniere Pietro Morici, vittime di agguato mafioso nel 1983. Alle ore 09:30, in via Cristofaro Scobar a Palermo, teatro dell'assassinio, alla presenza del Generale di Divisione Giuseppe Spina, Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, del Dott. Massimo Mariani, Prefetto della Provincia di Palermo, del Dott. Matteo Frasca, Presidente della Corte d'Appello di Palermo, della Dott.ssa Lia Sava Procuratore Generale, della Dott.ssa Claudia Caramanna Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, delle più alte Autorità civili e militari e di una rappresentanza di Carabinieri di ogni ordine e grado, sono stati resi gli onori ai Caduti ed è stata deposta una corona d'alloro. Successivamente, a Monreale in via Venero, all'esterno della caserma della Polizia Locale, all'epoca dei fatti sede della Compagnia Carabinieri, accanto alla lapide che ricorda la strage, il Generale Spina e il Prefetto accompagnati dalla vedova dell'Appuntato Bommarito hanno scoperto un altorilievo realizzato e donato dal maestro ceramista Nicolò Giuliano raffigurante i caduti. Il prezioso manufatto, ai piedi del quale è stato deposto un cuscino di fiori, è stato benedetto da S.E. Mons. Gualtiero Isacchi, Arcivescovo della locale Diocesi, e dal Cappellano Militare Don Salvatore Falzone. Alla cerimonia hanno partecipato particolarmente entusiasti gli studenti delle scuole primarie Francesca Morvillo e Guglielmo II di Monreale. Così il Generale Spina nel suo intervento: "Siamo qui per ricordare i nostri tre Carabinieri trucidati nel 1983, Capitano D'Aleo, Appuntato Bommarito e Carabiniere Morici: tre eroi dell'Arma contemporanea che abbiamo il dovere di commemorare e soprattutto di celebrare il loro coraggio che gli ha consentito di affrontare a testa alta la vile mano mafiosa che li ha ammazzati. Il loro esempio sarà imperitura memoria per la presente e le future generazioni". Agli eventi commemorativi, scanditi dalle note di un trombettiere del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia, hanno partecipato i familiari dei Caduti ed una rappresentanza dell'Associazione Nazionale Carabinieri. CENNI STORICI MOTIVAZIONE MEDAGLIA D'ORO AL VALOR CIVILE ALLA MEMORIA Il Capitano Mario D'Aleo nasce a Roma il 16 febbraio del 1954. Nel 1973 inizia la carriera militare con l'ingresso all'Accademia di Modena. Viene nominato Sottotenente nell'Arma dei Carabinieri il 20 ottobre del 1975. Destinato alla Scuola Sottufficiali Carabinieri in Velletri e promosso Tenente, viene trasferito il 28 maggio del 1980 al Comando della Compagnia Carabinieri di Monreale, distinguendosi da subito per l'intraprendenza investigativa affiancata da non comuni doti umane. L'Appuntato Giuseppe Bommarito nasce il 14 luglio del 1944 a Balestrate. Si arruola nel 1964, prima come Ausiliario in servizio al X Battaglione Mobile di Napoli. Ritornato in Sicilia alla fine del 1965, presta servizio presso la Squadriglia Carabinieri di Calatafimi e, dal 1970, a Monreale con l'incarico di autista del Capitano Basile prima e del Capitano D'Aleo poi. Il 22 luglio del 1972 sposa Girolama Galante dalla quale avrà due bambini, Salvatore e Vincenzo. Il Carabiniere Pietro Morici nasce a Valderice il 21 agosto 1956. Dopo aver conseguito la licenza media, inizia a gestire un negozio di generi alimentari situato vicino alla caserma dei Carabinieri, maturando la decisione di arruolarsi. Raggiunge la Scuola Allievi Carabinieri di Roma il 5 marzo del 1975. Nel 1976 giunge a Palermo e, infine, a Monreale. I tre militari dell'Arma sono stati barbaramente trucidati il 13 giugno del 1983 in via Scobar. Gli autori materiali ed i mandanti mafiosi del delitto sono stati individuati e condannati all'ergastolo. Il Presidente della Repubblica, il 31 agosto del 1983, ha conferito la "Medaglia d'Oro al Valor Civile alla Memoria" al Capitano Mario D'Aleo, all'Appuntato Giuseppe Bommarito e al Carabiniere Pietro Morici con la seguente motivazione: "Comandante e militari in servizio a Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevoli dei gravi rischi cui si esponevano, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo, svolgevano tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidati in un proditorio agguato teso con efferata ferocia, sacrificavano la loro giovane vita in difesa dello Stato e delle Istituzioni".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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sardies · 6 months ago
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A Sassari il V congresso per la Polizia locale
Il comandante Gianni Serra in occasione dell’edizione del 2023 del Convegno regionale Sassari. Si terrà giovedì 30 e venerdì 31 maggio, negli spazi della Promocamera, la quinta edizione del Convegno regionale per la Polizia Locale organizzata dal Comune di Sassari, con la collaborazione del Gruppo Maggioli e della Promocamera. Molte le relazioni in programma, oltre ad alcuni corsi di formazione…
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delectablywaywardbeard-blog · 8 months ago
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Comandante della polizia cantonale Vallese Christian Varone
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siciliatv · 2 months ago
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Corruzione, Comune di Agrigento sarà parte civile nel processo all’ex dirigente Di Giovanni
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Corruzione, Comune di Agrigento sarà parte civile nel processo all’ex dirigente Di Giovanni Il Comune di Agrigento sara’ parte civile nel processo a carico dell’ex comandante della polizia municipale e capo di Gabinetto del sindaco di... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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