#collanine
Explore tagged Tumblr posts
lemanimagichedimaia · 2 years ago
Photo
Tumblr media
#collanine#acciaioinox#colori#ciondoli#animaletti#unicorno#bimba#ragazza#love#lemanimagichedimaia https://www.instagram.com/p/CoHTWz-q4Cs/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
breathetoheal · 2 years ago
Text
Highlights della giornata:
- B mi ha detto che sono bella e sapete quando ricevete un complimento da una persona che voi ritenete una figa assurda, no? you feel so good about it
- ho ricevuto uno di quegli abbracci forti, heart warming che ti fanno sentire voluta bene, amata, capita, e non ne ricevevo uno da mesi, anni, mai ricevuto un abbraccio così, penso mi abbia curato il cuore. margherita vai e abbraccia tutt*, cura le persone un abbraccio alla volta, sei una fatinaaa
1 note · View note
yoursticazzi · 8 months ago
Text
Per lei voglio rime chiare,
usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era cosí schietta)
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.
Giorgio Caproni
13 notes · View notes
petalididonna · 2 years ago
Text
Accadeva 4 anni fa in una scuola media di Ravenna .
Il prof entra in aula: "Chi non è di Ravenna si metta da questa parte".
Gli studenti lo guardano con sospetto, chi non è nato nella città romagnola, e sono poco meno della metà, si sposta ciondolando senza capire le motivazioni.
"Bene, volevo dirvi che d'ora in poi non potrete più fare lezione in questa classe, non potrete più venire a scuola".
Facce allibite, "Prof, ma è serio?", "Dai, è uno scherzo".
"Sono serissimo, ora toglietevi orologi, braccialetti, collanine e appoggiateli su quel banco. Voi che avete gli occhiali, via anche quelli".
"Ma non ci vediamo!".
"È così. Le cinture anche, ragazzi. E le scarpe, non vi servono più. Ragazze, tiratevi indietro i capelli, legateli, nascondeteli come se non li aveste più".
Una ragazza tornando verso il gruppo dei "non nati a Ravenna" senza scarpe dice: "Non mi sento più io". Chi ammette di essere in imbarazzo, chi sogghigna. Poi cala il silenzio. Gli studenti ravennati, a bassa voce, uno con l'altro commentano: "Ma dai, ma perché?".
Quelli che non sono nati a Ravenna vengono spostati verso le finestre, fa freddo dagli spifferi, gli altri possono stare al caldo accanto ai termosifoni.
Il professore si ferma: "Chi di voi ha capito?"
Tutti hanno capito: "Ci ha fatto vivere cosa hanno provato gli ebrei quando sono stati separati dai loro compagni, quando sono stati deportati".
"E voi come vi siete sentiti?"
"A disagio, gli altri mi vedevano come io non voglio essere vista". E ancora: "Ma senza occhiali non vedevo nulla". Tutti concordano: non è giusto, ovvio. Eppure è stato.
L'insegnante ha continuato, rivolgendosi al gruppo dei nati a Ravenna: "E voi, perché siete stati zitti?".
"Perché lei è il prof".
"Ma se l'autorità commette qualcosa di atroce voi NON DOVETE TACERE. Succedeva cosi anche con le leggi razziali: alcuni avevano paura di esporsi pur riconoscendo che non erano giuste, altri hanno reagito con un atteggiamento superficiale". Lezione conclusa.
La Shoah spiegata agli studenti dal prof. di lettere Diego Baroncini, 30 anni.
Top!👍
66 notes · View notes
acquaconlimone · 2 years ago
Text
Ho caldo, lavoro a casa, faccio collanine e braccialetti etnici Made in Perù , vado raramente al mare, resto in città, dormo poco, bevo molto, esco per andare alle feste che realmente val la pena andarci, limono chi ci sta, infradito anche a messa, a domande del cazzo non rispondo. La laurea mi serve per le citazioni anche inventandole, la Cultura mi serve per abbinare la maglietta ai pantaloni e i pantaloni alle scarpe che compero all'ovs.
18 notes · View notes
scogito · 2 years ago
Text
Il prof entra in aula: "Chi non è di Ravenna si metta da questa parte".
Gli studenti lo guardano con sospetto, chi non è nato nella città romagnola, e sono poco meno della metà, si sposta ciondolando senza capire le motivazioni.
"Bene, volevo dirvi che d'ora in poi non potrete più fare lezione in questa classe, non potrete più venire a scuola".
Facce allibite, "Prof, ma è serio?", "Dai, è uno scherzo".
"Sono serissimo, ora toglietevi orologi, braccialetti, collanine e appoggiateli su quel banco. Voi che avete gli occhiali, via anche quelli".
"Ma non ci vediamo!".
"È così. Le cinture anche, ragazzi. E le scarpe, non vi servono più. Ragazze, tiratevi indietro i capelli, legateli, nascondeteli come se non li aveste più".
Una ragazza tornando verso il gruppo dei "non nati a Ravenna" senza scarpe dice: "Non mi sento più io". Chi ammette di essere in imbarazzo, chi sogghigna. Poi cala il silenzio. Gli studenti ravennati, a bassa voce, uno con l'altro commentano: "Ma dai, ma perché?".
Quelli che non sono nati a Ravenna vengono spostati verso le finestre, fa freddo dagli spifferi, gli altri possono stare al caldo accanto ai termosifoni.
Il professore si ferma: "Chi di voi ha capito?"
Tutti hanno capito: "Ci ha fatto vivere cosa hanno provato gli ebrei quando sono stati separati dai loro compagni, quando sono stati deportati".
"E voi come vi siete sentiti?"
"A disagio, gli altri mi vedevano come io non voglio essere vista". E ancora: "Ma senza occhiali non vedevo nulla". Tutti concordano: non è giusto, ovvio. Eppure è stato.
L'insegnante ha continuato, rivolgendosi al gruppo dei nati a Ravenna: "E voi, perché siete stati zitti?".
"Perché lei è il prof".
"Ma se l'autorità commette qualcosa di atroce voi NON DOVETE TACERE. Succedeva cosi anche con le leggi razziali: alcuni avevano paura di esporsi pur riconoscendo che non erano giuste, altri hanno reagito con un atteggiamento superficiale".
Lezione conclusa.
Accadeva 4 anni fa. La Shoah spiegata agli studenti dal prof. di lettere Diego Baroncini, allora trentenne.
(Yout Edu Action) (fonte: Il Libro Rosso di Jung - Facebook)
---
Sul concetto di "autorità" e di schiavitù varie c'è poco da aggiungere. Fino a quando le persone non si elevano dalla melma, non la riconoscono e non la respingono, niente cambia nella fiera dell'ipocrisia.
"Ricordare" non è un servizio. Ricordare fa parte dello show. Ed è chiaro che lo stato di negazione sociale e mentale in cui risiede la maggioranza non permette alcun tipo di apprendimento, alcuna speranza di giudizio.
31 notes · View notes
kyda · 2 years ago
Text
è giusto che io abbia un posto preciso (che non deve avere senso, deve solo essere per quella cosa) dove mettere ogni singolo oggetto nella mia vita e questo posto NON DEVE, ripeto: non. deve. assolutamente, mai, per nessun motivo, essere cambiato (né da me né da nessun'altra persona alla quale venga in mente di toccare le mie cose). perché se io so che il posto delle mie collanine è quel chiodino sopra il letto sono tranquilla e serena che le troverò sempre lì... ma se capita in un momento di debolezza o sbadataggine, o per caso, per sbaglio, per stanchezza, per superficialità, per ridicola fiducia che ancora continuo a nutrire in me stessa, nella mia memoria e nelle mie capacità mentali, che decido di mettere la mia collanina in un Posto Sicuro per non perderla, e il Posto Sicuro NON È il posto della collanina, ovvero il chiodino, posso star certa che la collanina è persa per sempre e non importa quanto io la cerchi: non la troverò. mai più. se non per puro caso quando mi sarò anche dimenticata di aver avuto 7 anni fa una collanina che un giorno random ho messo nel posto sbagliato e non ho mai più trovato, appunto
8 notes · View notes
piramiderossa · 2 years ago
Text
Cos’è la #shoà o #olocausto ?
Il prof entra in aula: "Chi non è di Ravenna si metta da questa parte".
Gli studenti lo guardano con sospetto, chi non è nato nella città romagnola, e sono poco meno della metà, si sposta ciondolando senza capire le motivazioni.
"Bene, volevo dirvi che d'ora in poi non potrete più fare lezione in questa classe, non potrete più venire a scuola".
Facce allibite, "Prof, ma è serio?", "Dai, è uno scherzo".
"Sono serissimo, ora toglietevi orologi, braccialetti, collanine e appoggiateli su quel banco. Voi che avete gli occhiali, via anche quelli".
"Ma non ci vediamo!".
"È così. Le cinture anche, ragazzi. E le scarpe, non vi servono più. Ragazze, tiratevi indietro i capelli, legateli, nascondeteli come se non li aveste più".
Una ragazza tornando verso il gruppo dei "non nati a Ravenna" senza scarpe dice: "Non mi sento più io".
Chi ammette di essere in imbarazzo, chi sogghigna. Poi cala il silenzio. Gli studenti ravennati, a bassa voce, uno con l'altro commentano: "Ma dai, ma perché?".
Quelli che non sono nati a Ravenna vengono spostati verso le finestre, fa freddo dagli spifferi, gli altri possono stare al caldo accanto ai termosifoni.
Il professore si ferma: "Chi di voi ha capito?"
Tutti hanno capito: "Ci ha fatto vivere cosa hanno provato gli ebrei quando sono stati separati dai loro compagni, quando sono stati deportati".
"E voi come vi siete sentiti?"
"A disagio, gli altri mi vedevano come io non voglio essere vista".
E ancora: "Ma senza occhiali non vedevo nulla". Tutti concordano: non è giusto, ovvio. Eppure è stato.
L'insegnante ha continuato, rivolgendosi al gruppo dei nati a Ravenna: "E voi, perché siete stati zitti?".
"Perché lei è il prof".
"Ma se l'autorità commette qualcosa di atroce voi NON DOVETE TACERE. Succedeva cosi anche con le leggi razziali: alcuni avevano paura di esporsi pur riconoscendo che non erano giuste, altri hanno reagito con un atteggiamento superficiale".
Lezione conclusa.
Accadeva 4 anni fa.
La Shoah spiegata agli studenti dal prof. di lettere Diego Baroncini, allora trentenne.
Grazie
Questo serve per non dimenticare e cambiare.
Anche oggi, non solo ieri.
Tumblr media
8 notes · View notes
ilvecchioholden · 4 days ago
Text
È da novembre che non sento la tua voce mamma.
L'altro sera ci stavo pensando e ho avuto un sussulto quando mi sonk resa conto dj non ricordarmela più.
Mi piacerebbe sapere che cosa fai.
Se vai ancora in qualche mercatino.
Se stai fino a tardi sveglia a guardare qualche film horror.
Chissà se ancora compri in modo compulsivo e se sei piani di collanine .
Ho visto Anna e ho visto che cresce
Mi assomiglia
Ogni tanto vedo che indossa qualcosa di mio.
Sorrido
E poi piango e mj rendo conto che avrei voluto ricevere un messaggio qualunque.
Giuseppe non so com'è diventato.
Se lavora oppure va a scuola.
Chissà se suona ancora
Chissà se ogni tanto manco anche lui
0 notes
princessofmistake · 2 months ago
Text
Per lei voglio rime chiare, usuali: in -are. Rime magari vietate, ma aperte: ventilate. Rime coi suoni fini (di mare) dei suoi orecchini. O che abbiano, coralline, le tinte delle sue collanine. Rime che a distanza (Annina era così schietta) conservino l’eleganza povera, ma altrettanto netta. Rime che non siano labili, anche se orecchiabili. Rime non crepuscolari, ma verdi, elementari.
0 notes
tispaccolafesta · 3 months ago
Text
€0,69 - 10 Collanine Pokemon Go ciondolo cabochon
10 Collanine con ciondoli cabochon a tema Pikachu di Pokemon Go. Gadget regalini a tema per fine festa di compleanno bambini.
I laccetti sono in cotone cerato di colore Rosso di 3mm regolabili con catenella e moschettone.
Scegli la confezione regalo al costo di €0,30cad1. Vengono inviati già confezionati con Bustina trasparente + etichetta di ringraziamento e nastrino colorato.
0 notes
idettaglihere · 6 months ago
Note
Le collanine non si anneriscono?
Fortunatamente no!!
0 notes
bergamorisvegliata · 1 year ago
Text
DIARIO DI BORDO
Tumblr media
Abdul... uno scricciolo di 4 anni con maglietta e pantaloncini blu che gli arrivano alle ginocchia; troppo grandi per quelle gambe così magroline.
Si aggira con la mamma sulla spiaggia.
La mamma vende collanine e fa le treccine ai turisti.
Mentre la donna ci mostra la sua mercanzia lui e Alberto fanno subito amicizia.
I bambini sono meravigliosi...
dopo cinque minuti stanno già litigando.
La mamma di Abdul con una decina di cappelli sulla testa e un campionario di collane e braccialetti nelle mani mi guarda e mi dice
'Può restare qui a giocare?
Passo a prenderlo quando ho finito il giro.'
'Certo'...le rispondo.
Se Alberto guadagna un amichetto io guadagno tempo per leggere.
Tumblr media
Lei sorride e se ne va.
Io e la mia vicina di ombrellone incrociamo lo sguardo.
'Se il mondo fosse dei bambini andrebbe tutto molto meglio' mi dice lei.
Quanto ha ragione.
Io penso ad altro ..
Cosa spinge una madre a lasciare in custodia ad una sconosciuta il suo bambino?
Incoscienza?
Fiducia?
Bisogno?
A me piace chiamarla... Sorellanza.
Tumblr media
Assorta nei miei pensieri (come quasi sempre) non mi accorgo che il tempo passa...
Vedo la mamma di Abdul che torna e riaccompagno il piccolo da lei.
Mi sorride e ci salutiamo.
Me ne vado... e penso che i bambini nascono con la sapienza incorporata e poi dimenticano crescendo.
... e penso a quanto sono fantastiche le donne e a quanto mi piacerebbe vivere in un mondo dove non si ha paura a lasciare il proprio figlio ad uno sconosciuto.
Tumblr media
0 notes
fatuebrine · 2 years ago
Text
Tumblr media
Divertente sapere che quelle tre collane sono rispettivamente tre lacci a cui dovevo attaccare dei ciondoli che fanno fatica a entrare ...quindi penetrazione mancata e lacci diventati collanine
1 note · View note
gcorvetti · 2 years ago
Text
Che è sto casino?
Oggi così, mattina presto, casino in cucina, ma non il solito rumore qualcosa di più, più persone che parlano, più oggetti che si cozzano. Allora per forza di cose mi sono dovuto alzare, come ogni giorno col salto con l'asta, aspettare che si sgonfiasse tutto e andare perché nel frattempo ho realizzato che le voci erano solo femminili. Con la mente ancora annebbiata arrivo in cucina e trovo mia figlia, lei e sua sorella che armeggiano, la cucina un casino totale, si stanno preparando ad andare a questa manifestazione che ha preparato lei, essendo scenografa e costumista spesso la chiamano per fare lavori extra oltre al teatro. Ma per la prima mezz'ora è stato come avere una squadra di muratori che demoliscono casa, fa molto il mio udito troppo sensibile. Poi oggi le varie notizie mi hanno dato fastidio, oramai si parla più di gossip che di cronaca, è morta una parente di Agnelli, che cazzo me ne frega quando ogni giorno muoiono persone nel loro posto di lavoro per un pugno di noccioline; il maccarone francese e il chihuahua fascista nostrano che litigano a distanza e si danno la colpa a vicenda, ma veramente? False notizie dal fronte, stupri e assassini di extracomunitari, che sappiamo bene che gli abusi li fanno anche gli italiani. L'unica notizia che mi ha fatto scattare la lacrimuccia è che hanno rubato a casa di Sara Simeoni e le hanno portato via tutti i trofei, porella, ma poi mi sono fermato un attimo e ho pensato che sono cose che capitano tutti i giorni, anzi spesso i ladri rubano quel poco che le povere persone hanno, a mia madre un giorno sono entrati i ladri dal balcone, abita al secondo piano e la polizia ipotizzava che il tizio, uno, è salito dalla grondaia, le ha rubato quelle 4 collanine di oro che conservava più per ricordo; ha fatto la denuncia ma siccome queste cose sono all'ordine del giorno la pula neanche indaga, le archiviano dopo qualche giorno.
Levando il fattore sveglia disastrosa, oggi ho ben pensato che mi serve un massaggio, per il collo, per la mano, perché penso che il problema della tendinite sia una contrattura muscolare, si mi sono svegliato con questa forte ignoranza in testa, vuoi per il lungo periodo lavorativo al pc, vuoi perché forse faccio un pò spallucce quando suono, fatto sta che voglio un massaggio, all'una però ho appuntamento per pranzo con Picci, penso che la massaggiatrice che ho contattato non risponderà prima di domani, quindi diciamo che il programma oggi è pranzo con la piccoletta e poi mi spalmo da qualche parte sotto il sole a leggere o a disegnare, mi porto la musica, tanto per fare qualcosa di diverso.
Oggi ho mandato il CV in un centro acquatico, quelle stronzate che fanno per fare divertire questi trogloditi, che cercano un cuoco, poi ogni annuncio qua è uguale all'altro e fino a quando non ti chiamano e vai a vedere con i tuoi occhi le facce dei lavoratori, non ti rendi conto di che grado di schiavismo parlano, perché alla fine il lavoro per me è schiavitù, ti rubano la cosa più preziosa che hai, il tempo, non torna indietro, se passi 12 ore infilato in una cucina dove devi essere veloce e attento a non farti male, dove ti pressano continuamente per avere i piatti prima possibile, in più vieni pagato una miseria, nel mio caso c'è anche quel razzismo velato di questi stronzi, il gioco non vale la candela, non c'è niente di più deprimente, secondo me ah! Poi tu puoi pensare che il lavoro è dignità, che un uomo (o una donna) senza un lavoro non riesce a vivere decentemente, allora sono cazzi tuoi. Alla fine per cosa si lavoro se non per il denaro, non esiste più nessuna etica nel lavoro, che poi è anche poco, 12 ore al giorno, poi torni a casa e sei stanco morto fisicamente e psicologicamente. Ok, lo so il mio è un discorso troppo personale ed essendo un musicista indipendente e outsider non faccio testo, ho anche abbastanza il dente avvelenato verso una società malata e alcolizzata, verso il nulla cosmico che è l'apparenza senza sostanza, che è il pregiudizio di questi ominidi, il loro nazionalismo e campanilismo sfrenato, il salvinismo che esiste anche qua; sono incazzato va. Non sono triste perché non mi lascio sopraffare da questi idioti, perché il loro giochetto è quello del mobbing e dell'emarginazione, un pò come nella società americana, del "non sei normale", la prossima volta che me lo dicono rispondo con la frase di Alda Merini
Tumblr media
0 notes
http---parlaresideve · 2 years ago
Text
Cos’è la #shoà o #olocausto ?
Il prof entra in aula: "Chi non è di Ravenna si metta da questa parte".
Gli studenti lo guardano con sospetto, chi non è nato nella città romagnola, e sono poco meno della metà, si sposta ciondolando senza capire le motivazioni.
"Bene, volevo dirvi che d'ora in poi non potrete più fare lezione in questa classe, non potrete più venire a scuola".
Facce allibite, "Prof, ma è serio?", "Dai, è uno scherzo".
"Sono serissimo, ora toglietevi orologi, braccialetti, collanine e appoggiateli su quel banco. Voi che avete gli occhiali, via anche quelli".
"Ma non ci vediamo!".
"È così. Le cinture anche, ragazzi. E le scarpe, non vi servono più. Ragazze, tiratevi indietro i capelli, legateli, nascondeteli come se non li aveste più".
Una ragazza tornando verso il gruppo dei "non nati a Ravenna" senza scarpe dice: "Non mi sento più io".
Chi ammette di essere in imbarazzo, chi sogghigna. Poi cala il silenzio. Gli studenti ravennati, a bassa voce, uno con l'altro commentano: "Ma dai, ma perché?".
Quelli che non sono nati a Ravenna vengono spostati verso le finestre, fa freddo dagli spifferi, gli altri possono stare al caldo accanto ai termosifoni.
Il professore si ferma: "Chi di voi ha capito?"
Tutti hanno capito: "Ci ha fatto vivere cosa hanno provato gli ebrei quando sono stati separati dai loro compagni, quando sono stati deportati".
"E voi come vi siete sentiti?"
"A disagio, gli altri mi vedevano come io non voglio essere vista".
E ancora: "Ma senza occhiali non vedevo nulla". Tutti concordano: non è giusto, ovvio. Eppure è stato.
L'insegnante ha continuato, rivolgendosi al gruppo dei nati a Ravenna: "E voi, perché siete stati zitti?".
"Perché lei è il prof".
"Ma se l'autorità commette qualcosa di atroce voi NON DOVETE TACERE. Succedeva cosi anche con le leggi razziali: alcuni avevano paura di esporsi pur riconoscendo che non erano giuste, altri hanno reagito con un atteggiamento superficiale".
Lezione conclusa.
Accadeva 4 anni fa.
La Shoah spiegata agli studenti dal prof. di lettere Diego Baroncini, allora trentenne.
Grazie
Questo serve per non dimenticare e cambiare.
Anche oggi, non solo ieri.
Tumblr media
0 notes