#clan Bottaro - Attanasio
Explore tagged Tumblr posts
Text
“Gran pezzo di merda, appena vedo di nuovo la mia faccia, di mio fratello, in un articolo tuo ti vengo a cercare fino a casa e ti massacro. E poi denunciami sta minchia, con le mani non c’è il carcere, pezzo di meda te lo dico già subito”.
A parlare, nell’audio che si può sentire cliccando, è Francesco De Carolis, pluripregiudicato e fratello di Luciano De Carolis, ritenuto (e già condannato) uno degli “elementi di spicco del clan Bottaro-Attanasio di Siracusa.
Francesco De Carolis ha inviato a chi scrive questo audio alle 8:43 di oggi, domenica 19 novembre, a seguito del mio articolo di approfondimento (LEGGI) sulla mafia siracusana.
CHI E’ LUCIANO DE CAROLIS?
Il fratello di Francesco De Carolis, ovvero Luciano, era stato da me citato nell’articolo di approfondimento.
Francesco De Carolis
Luciano De Carolis
Luciano De Carolis, come da condanne passate in giudicato e da comunicati stampa delle Forze di Polizia degli ultimi anni, è considerato un “elemento di spicco del clan Bottaro-Attanasio” ed è stato ritenuto per anni anche come il “reggente” dello stesso clan.
Il primo gravissimo omicidio lo commette ancora minorenne, quello del gioielliere Mario Mamo a Siracusa, condannato con 20 anni di carcere (LEGGI).
Per un omicidio “solo” 20 anni ed il De Carolis ne ha fatti un terzo meno, grazie a sconti di pena vari. Poi venne coinvolto e condannato nell’operazione “Libra” del 2004, condannato per 416bis (associazione mafiosa al clan Bottaro-Attanasio).
Poi coinvolto nell’operazione Hawk per droga e condannato.
Arrestato anche nel maxi blitz “Terra bruciata” del novembre 2007, condannato solo in primo grado.
Arrestato nuovamente nel 2014 perché, sottoposto alla sorveglianza speciale, è stato sorpreso a scorazzare in sella ad uno scooter per le vie di Fontane Bianche (LEGGI).
A differenza di quanto dice nell’audio il fratello, Luciano De Carolis è stato arrestato nuovamente l’anno scorso (LEGGI), perché “con il volto travisato da casco e armato di pistola, dopo aver esploso un colpo d’arma da fuoco contro B.S. di 39 anni, lo ha colpito alla nuca con il calcio dell’arma, causandogli una ferita lacero contusa, giudicata guaribile in 10 giorni”.
Inoltre è accusato di aver ucciso Angelo Sparatore, solo perché fratello del pentito Concetto Sparatore.
A rivelare l’accaduto è un altro collaboratore di Giustizia, Salvatore Lombardo, detto Puddisinu, il quale si autoaccusa di essere stato uno dei killer entrati in azione tra le ore 8 e le ore 8,05 in Via Gaetano Barresi e di avere ammazzato con diversi colpi di pistola calibro 9, insieme a Luciano De Carolis (LEGGI), Angelo Sparatore, fratello del pentito Concetto Sparatore, che tutti nell’ambiente malavitoso e in quello familiare chiamavano Salvo.
Secondo Puddisinu, rivela che ad ordinare l’omicidio di Anagelo Sparatore sarebbe stato direttamente il capomafia al 41bis, Alessio Attanasio, ad ucciderlo sarebbero stati lui e proprio Luciano De Carolis.
Per il collaboratore di Giustizia Salvatore Lombardo, “una volta ricevuto l’ordine da Attanasio, lui e Luciano De Carolis si sarebbero attendati sotto l’immobile in cui risiedeva Angelo Sparatore, dormendo all’interno del cabinato di un furgone Fiorino delle Poste Italiane”. Per poi ucciderlo.
In questo caso è in corso il processo.
Ecco chi è Luciano De Carolis che, in questo momento, è titolare di una macelleria a Siracusa.
La macelleria, secondo fonti ben accreditate, è stata rilevata da Luciano De Carolis da un altro pregiudicato, tale Ernando di Paola (attualmente ristretto in Sardegna in quanto sta scontando una pena definitiva di mafia per estorsione al teatro greco).
La macelleria di De Carolis è molto importante e non si è mai capito come sia arrivata al mafioso. Molti i paninari che sono costretti a prendere la carne da lui, con l’imposizione del “metodo mafioso”.
Mentre il fratello, Francesco De Carolis, di professione pugile è un pluripregiudicato.
A voi, cittadini di Siracusa, la decisione di scegliere da che parte stare: se dalla parte del clan Botatro-Attanasio, dei fratelli De Carolis che uccidono, sparano, minacciano di morte o denunciare, aiutare le Forze dell’Ordine e prendere chiaramente posizione dalla parte della Legalità.
“Gran pezzo di merda e carabiniere, ti vengo a cercare fino a casa e ti massacro”. Siracusa, le minacce di De Carolis dopo il nostro articolo “Gran pezzo di merda, appena vedo di nuovo la mia faccia, di mio fratello, in un articolo tuo ti vengo a cercare fino a casa e ti massacro.
2 notes
·
View notes
Text
Luciano De Carolis, l'affiliato del clan Bottaro-Attanasio, con un patrimonio vergognoso
Luciano De Carolis, l’affiliato del clan Bottaro-Attanasio, con un patrimonio vergognoso
Indigna chiunque la somma sequestrata, del valore di 500 mila euro, riconducibile, anche per ipotesi, a un affiliato di un clan del siracusano. Non è tanto la confisca dei beni in sé, ma quella frase che in tanti, mafiosi e delinquenti, osano ripetere “noi ti aiutiamo, lo Stato dov’è? Basta fermarsi a riflettere: se ad un solo affiliato del famigerato clan Bottaro-Attanasio vengono confiscati…
View On WordPress
0 notes
Text
Mafia, condanna per pentito, 11 anni per 2 omicidi e tentato omicidio
Mafia, condanna per pentito, 11 anni per 2 omicidi e tentato omicidio
Read More Condannato in Appello un ex componente del clan mafioso Bottaro-Attanasio, accusato di 2 omicidio e di un tentato omicidio. The post Mafia, condanna per pentito, 11 anni per 2 omicidi e tentato omicidio appeared first on BlogSicilia – Ultime notizie dalla Sicilia. Siracusa, condanna, mafia, Omicidio, pentito, siracusaCondannato in Appello un ex componente del clan mafioso…
View On WordPress
0 notes
Text
Esclusivo. Il boss Alessio Attanasio chiede i domiciliari
Esclusivo. Il boss Alessio Attanasio chiede i domiciliari
Alessio Attanasio, boss indiscusso del clan Bottaro-Attanasio, tramite i propri legali ha chiesto la misura domiciliare.
Dopo vent’anni di reclusione, trascorsi in diversi istituti penitenziari, il boss – oggi plurilaureato – Alessio Attanasio tramite i propri legali ha inviato al giudice di sorveglianza la richiesta dello sconto di pena per aver trascorso già 20 anni in carcere e i processi,…
View On WordPress
0 notes
Text
Siracusa, minacciò giornalista via social “Pezzo di merda, ti cerco e ti massacro”. Arrestato il pregiudicato De Carolis
Pluripregiudicato e fratello di Luciano De Carolis, ritenuto (e già condannato) uno degli elementi di spicco del clan Bottaro-Attanasio di Siracusa. Il cronista Borrometi aveva realizzato un servizio nel quale raccontava i clan che si spartiscono e controllano Siracusa. Fa anche il nome di De Carolis che gli invia un messaggio vocale via social: “Pezzo di merda, ti vengo a cercare fino a casa e…
View On WordPress
0 notes
Text
Esclusivo: Le dichiarazioni di Capodieci sull'omicidio Zappulla svelano segreti e misteri
L’omicidio Zappulla è legato a doppia corda da una parte il tradimento al clan Bottaro-Attanasio, in quanto prima fidanzato con la figlia di un parente vicino al sanguinario clan, per essere passato al gruppo di Santa Panagia
Un omicidio premeditato e che va di pari con la storia e le metodiche degli omicidi di mafiosi in questa provincia, alcuni rimasti senza mandante e altri senza colpevoli, ma comunque legati alla criminalità organizzata. Il collaboratore di giustizia Francesco Capodieci ricostruisce incontri e sottigliezze, parla dei rapporti del gruppo Bronx con il clan Bottaro-Attanasio, tenuto da Garofalo…
View On WordPress
0 notes
Text
Arresti domiciliari prolungati per Luciano De Carolis
Arresti domiciliari prolungati per Luciano De Carolis
Sono state notificate due condanne definitive a Luciano De Carolis, esponente del clan Bottaro-Attanasio, che dovrà espiare una condanna a otto mesi di reclusione per evasione dagli arresti domiciliari e una ulteriore condanna a quattro mesi di reclusione per lesioni personali. Le condanne arrivano al De Carolis mentre attendeva di ritornare in libertà dopo aver espiato la condanna inflittagli…
View On WordPress
0 notes
Text
Il pentito Capodieci accusa il fratello del boss Attanasio e conferma l’uso dei telefoni a Cavadonna
Il pentito Capodieci accusa il fratello del boss Attanasio e conferma l’uso dei telefoni a Cavadonna
Sono tante le accuse che il neo collaboratore di giustizia Francesco Capodieci, durante gli interrogatori, in differenti processi, sta rivolgendo a componenti della criminalità di Siracusa e non solo. Naturalmente, poiché alcuni dei nomi fatti dal pentito non risultano imputati in procedimenti, sarà importante seguire l’evolversi delle opportune indagini per verificare che tali “accuse” sia…
View On WordPress
0 notes
Text
Esclusivo. Il pentito Capodieci libero dopo le pesanti accuse
Esclusivo. Il pentito Capodieci libero dopo le pesanti accuse
Il super accusatore della criminalità organizzata di Siracusa, il collaboratore di giustizia Francesco Capodieci, si trova da qualche giorno in una località protetta. Sono trascorsi circa cinque mesi da quando, l’ex capo del gruppo del Bronx, Francesco Capodieci, detto ‘Cesco‘, ha deciso di collaborare con la giustizia. Oggi Capodieci è il principale accusatore degli esponenti di spicco delle…
View On WordPress
0 notes
Text
Ennesimo colpo di scena, al processo per l’omicidio Romano sarà audito Francesco Capodieci
Ennesimo colpo di scena, al processo per l’omicidio Romano sarà audito Francesco Capodieci
Secondo fonti ben informati sul processo per l’omicidio di Pippo Romano, sembra che le sorti dello stesso siano destinate a cambiare. Fino a qualche settimana fa, in tanti, pensavano che il processo per l’omicidio di Pippo Romano fosse finalmente arrivato a una conclusione; invece, a Catania, la Gup Eleonora Pezzino ha deciso di ascoltare il neo collaboratore Francesco Capodieci perché sarebbe a…
View On WordPress
#Alessio Attanasio#clan Bottaro - Attanasio#collaboratori di giustizia#Giovanni Latino#omicidio Romano
0 notes
Text
Omicidio Sparatore, De Carolis confida a Capodieci le paure
Omicidio Sparatore, De Carolis confida a Capodieci le paure
L’omicidio di Angelo Sparatore è uno dei tanti che sta entrando nella storia della mafia di Siracusa sia per le modalità con la quale è stato eseguito, sia per il motivo che hanno spinto a tale barbaria. Uno dei tanti per l’appunto, perché di omicidi a Siracusa ce ne sono stati tanti e i misteri, come i mandanti ed esecutori, devono essere scoperti. L’unico filo conduttore di tali omicidi può…
View On WordPress
0 notes
Text
Colpi di mazza e botte da orbi a ex affiliati del clan Bottaro-Attanasio
È trascorso appena un giorno dalla notizia del “pentimento” di Francesco Capodieci, 44 anni, per tutti noto come “Cesco”, considerato dagli inquirenti il “re del Bronx” e a capo di una delle piazze di spaccio più importanti della città, e già è guerra! La scorsa settimana ad essere picchiato selvaggiamente dall’ex componente del clan Urso-Bottaro, Orazio Scarso e da altre persone, è stato…
View On WordPress
0 notes
Text
L’affare della carne a Siracusa è un business che frutta un’infinità di soldi ed i clan lo sanno bene. Tantissimi, infatti, sono i paninari in città e molti di loro vengono obbligati a comprare la carne sempre dalla stessa macelleria (e quando non si piegano a pagare, ecco le bombe che iniziano ad esplodere).
Fino a qualche anno fa era Luigi Micieli, storico componente del clan Bottaro-Attanasio (e suocero di Giuseppe Calabrese, detto Delfo, coimputato in vari processi per omicidio insieme ad Attanasio), a gestire il redditizio racket.
Tutto fino a quando Luciano De Carolis (detto Ciano u nanu), oggi il reggente del clan “Bottaro-Attanasio” in libertà, non si decise ad investire nel settore.
Da quel giorno l’affare della carne è passato (quasi) totalmente di mano, non senza una guerra interna (casualmente mentre c’era questa “diatriba” fra i due, la panineria del figlio di Luigi Miceli, Sebastiano, prese a fuoco – fatto mai chiarito nella sua dinamica).
Luigi Micieli
Luciano De Carolis (Ciano u nano)
LA MACELLERIA, DA UN BOSS ALL’ALTRO
Il business della carne, conosciuto in città come “racket” in quanto viene imposto ai tantissimi “paninari” di Siracusa, prende vita da una macelleria, passata di mano da boss in boss.
L’attività si trova in via Alessandro Specchi ed oggi si chiama “Centro Carni” (intestata alle sorelle Miniera).
Macelleria De Carolis (intestata a sorelle Miniera)
L’attività imprenditoriale (la macelleria) venne aperta anni fa da Ernando Di Paola, storico componente del clan Urso-Bottaro. Quando il Di Paola venne arrestato (oggi è in galera per un definitivo di pena), l’attività passò a Luciano De Carolis (Ciano u nanu).
LA MACELLERIA “SOTTO” CIANO U NANO
Luciano De Carolis (Ciano u nano), dopo aver rilevato la macelleria da Ernando Di Paola – al fine di non risultare in prima persona – la intesta alle incensurate sorelle Miniera (Carmela e Margherita), ovvero alle sue nipoti, in quanto figlie della cognata (la sorella della moglie Rosanna Frittitta, sposata con Sebastiano – detto Iano – Miniera).
Fisicamente nell’attività lavorano la moglie di Ciano u nano, ovvero Lucia Frittitta (sorella, oltre che di Rosanna, anche del pluripregiudicato “suchillo”) e la nipote, Carmela Miniera.
Luciano De Carolis (Ciano u nano)
Lucia Frittitta (moglie Luciano De Carolis)
Luciano De Carolis e la moglie Lucia Frittitta
Carmela Miniera
Margherita Miniera
Luciano De Carolis e Carmela Miniera (nipote)
Fra le tante cose assurde di questa storia, insieme alle mancate denunce alle forze dell’Ordine (nessuno dei paninari estorti denuncia), vi è la storia della consegna della carne.
E’ Luciano De Carolis in prima persona che, per assicurarsi dell’immediato pagamento, a bordo del suo mezzo, va a consegnare la carne ai diversi clienti (per modo di dire, clienti…visto l’obbligo a cui sono costretti).
Il problema è che il condannato per omicidi e mafia, De Carolis, non ha la patente, quindi ogni giorno guida ed effettua le consegne sprovvisto dei requisiti di legge.
Certo, è l’ultimo dei reati che Ciano u nano (LEGGI CHI E’ LUCIANO DE CAROLIS) commette, visti anche i processi in corso come quello per l’omicidio di Angelo Sparatore (con il reo confesso collaboratore di Giustizia, Salvatore Lombardo, detto Puddisinu – ma di questo omicidio ci occuperemo settimana prossima, approfondendo particolari molto importanti).
Per i cittadini di Siracusa, però, vedere sfrecciare Ciano u nanu senza patente non è un bel segnale, bensì l’ennesima riprova di quell’atteggiamento mafioso che nel clan Botatro-Attanasio e nella famiglia De Carolis è ben presente.
Basti pensare alle minacce che il fratello di Luciano, Francesco De Carolis (LEGGI ARTICOLO) rivolse a chi scrive e per le quali oggi è in galera oppure a ciò che pubblichiamo sotto, ovvero le foto che si possono trovare pubblicamente in profili relativi a familiari di Luciano De Carolis, molte delle quali inneggianti alla mafia come quelle con passamontagna e pistola in mano o i continui richiami a Rosy Abate, la mafiosa protagonista della fiction di Mediaset (sia ben chiaro la scelta di pubblicare queste foto, fra le altre cose accompagnate da emoticon come “bombe e pistole” non costituisce reato ma è sinonimo di una cultura che appare ben chiara).
Post familiari De Carolis
Post familiari De Carolis
“Altro che stare zitti, bisogna urlare”. Era questo il motto di Libero Grassi, imprenditore ucciso per non essersi piegato alle estorsioni della mafia.
Con qualsiasi forma di pizzo o di racket la mafia, in questo caso Luciano De Carolis, controlla il territorio ma soprattutto controlla ognuno di noi.
Ai cittadini di Siracusa la decisione se continuare a comprare nella macelleria di De Carolis ed agli imprenditori taglieggiati dal mafioso, in nome e per conto del clan Bottaro-Attanasio, la decisione di denunciare, sapendo che chi paga la mafia, diventa parte della mafia. A tal proposito si ricorda che, con l’approvazione della legge sui Testimoni di Giustizia, oggi denunciare conviene realmente!
“La carne dovete comprarla da me”. Il business del clan a Siracusa, il boss senza patente e la “famosa” macelleria L’affare della carne a Siracusa è un business che frutta un’infinità di soldi ed i clan lo sanno bene…
#carmela miniera#ciano u nano#clan bottaro attanasio#ernando di paola#lucia frittitta#Luciano De Carolis#luigi micieli#macelleria sorelle miniera#mafia siracusa#margherita miniera#Siracusa
0 notes
Text
Interno giorno, carcere di Cavadonna a Siracusa: Danielino Cassia, da poco arrestato per un residuo di pena, capo della piazza di spaccio a Siracusa di “via Italia”, litiga animatamente con il boss Francesco (detto Franco) Toscano (anche lui in galera da poche settimane – LEGGI).
Francesco Toscano
Daniele (detto Danielino) Cassia
Cassia – secondo i “bene informati” si è beccato, al culmine di una discussione animata (per usare un eufemismo) uno schiaffo da Toscano, ha tentato di reagire ma è stato subito aggredito da altri “boss” in galera a Cavadonna (bisogna ricordare che i carcerati nel corso della giornata vivono “liberi” di girare in carcere).
Oggetto del contendere?
Sempre lo stesso, quello che avevamo segnalato con la pubblicazione della foto del summit (GUARDA): i soldi.
Franco Toscano si lamenta di non ricevere abbastanza soldi dello spaccio di droga a Siracusa, lo fa con Danielino Cassia in carcere, così come lo ha fatto nella sua (breve) permanenza fuori dal carcere con gli altri “capi piazza” in quella (famosa) riunione: Corrado Greco (detto il grosso), Danilo Briante ed Angelo Drago(detto pacchiarella).
Corrado Greco (u ruossu)
Danilo Briante
Angelo Drago (detto pacchiarella)
L’aggressione di Cassia fa comprendere il clima esplosivo (dentro e fuori dalle carceri) dei clan di Siracusa città. Un equilibrio oramai spezzato con alcuni “big” dentro (Alessio Attanasio, ovviamente, ma anche Franco Toscano) ed altri fuori, su tutti Luciano De Carolis ma anche Vito Fiorino e Francesco Fiorentino.
Luciano De Carolis
Vito Fiorino
Francesco Fiorentino
Fuori il clan continua ad essere “diviso” per gli “affari” dalle estorsioni, ma anche dalla droga, con i capi in carcere che si lamentano per quanto i “capi delle piazze di spaccio” cittadine continuano a guadagnare senza versare (a loro dire) “abbastanza” per carcerati e “famiglie”.
CORRADO GRECO (U RUOSSU) E LO SFREGIO AL PENTITO
La sfida ai pentiti.
E’ noto a tutti l’omicidio di Angelo Sparatore, fratello del collaboratore di Giustizia Concetto Sparatore.
In quel caso, secondo il racconto di Salvatore Lombardo (detto Puddisinu) anch’egli oggi collaboratore, lui e Luciano De Carolis entrarono in azione tra le ore 8 e le 8,05 in Via Gaetano Barresi per uccidere con diversi colpi di pistola calibro 9, insieme a Luciano De Carolis (LEGGI), Angelo Sparatore, fratello del pentito Concetto Sparatore, che tutti nell’ambiente malavitoso e in quello familiare chiamavano Salvo.
Secondo Puddisinu, ad ordinare l’omicidio di Anagelo Sparatore sarebbe stato direttamente il capomafia al 41bis, Alessio Attanasio, ad ucciderlo sarebbero stati – appunto – lui e proprio Luciano De Carolis.
Per il collaboratore di Giustizia Salvatore Lombardo, “una volta ricevuto l’ordine da Attanasio, lui e Luciano De Carolis si sarebbero attendati sotto l’immobile in cui risiedeva Angelo Sparatore, dormendo all’interno del cabinato di un furgone Fiorino delle Poste Italiane”. Per poi ucciderlo.
In questo caso è in corso il processo.
Nell’ultimo periodo un altro collaboratore di Giustizia avrebbe ricevuto una pesante intimidazione: parliamo di Lugi Cavarra, che in questo periodo è uno dei “pentiti” più importanti per la puntualità delle sue dichiarazioni rese (grazie alla sua collaborazione molti uomini del clan sono a processo).
Corrado Greco (detto il grosso) quando si pentì Luigi Cavarra, per vendicarsi della sua collaborazione con la Giustizia, si è introdotto nel suo appartamento alle case popolari, prendendone possesso con tutta la mobilia e da quel giorno non è più uscito.
E se ciò non bastasse, come massimo atto di sfida e spacconeria, Corrado Greco (il grosso) ha preso alcune cose dalla casa di Cavarra, le ha portate giù nella pubblica via e le ha bruciate.
Siracusa, cosa accade nel clan? Cassia aggredito in carcere, Greco occupa la casa di un pentito e gli brucia la “roba” Interno giorno, carcere di Cavadonna a Siracusa: Danielino Cassia, da poco arrestato per un residuo di pena, …
#alessio attanasio#angelo drago#Angelo Sparatore#clan bottaro attanasio#corrado greco#Danielino Cassia#danilo briante#Francesco Fiorentino#franco toscano#Luciano De Carolis#Luigi Cavarra#Siracusa#Vito Fiorino
0 notes
Text
Ecco i volti dei capi delle piazze di spaccio, ripresi mentre sono al “lavoro”.
Solo pochi giorni fa avevamo realizzato una “mappa” delle piazze di spaccio di Siracusa (LEGGI) con i relativi capi. Da quella nostra inchiesta, così come da altre da noi pubblicate, Sandro Ruotolo per “Fan Page.it” ha realizzato un video-articolo con cui ha ripreso lo spaccio a cielo aperto in Via Italia ed alla Tonnara.
Da quel video abbiamo estrapolato i frame con i volti dei “capi” delle piazze dello spaccio e gli spacciatori che riportiamo qui sotto.
Corrado Greco (u ruossu) e Angelo Drago (Pacchiarella)
In questa foto vediamo Corrado Greco (detto u ruossu) e Angelo Drago (detto pacchiarella).
In questa foto vediamo Corrado Greco (detto u ruossu), Angelo Drago (detto pacchiarella) e Danielino Cassia.
In questa Corrado Greco (detto u ruossu), Angelo Drago (detto pacchiarella) e Danielino Cassia.
In quest’altra Corrado Greco (detto u ruossu) allontanarsi.
In questa foto vediamo Danielino Cassia.
In quest’ultima vediamo allontanarsi Danielino Cassia. Mentre qui sotto le foto in primo piano dei tre “capi”.
Corrado Greco (u ruossu)
Angelo Drago (detto pacchiarella)
Daniele (detto Danielino) Cassia
Ecco le prove di ciò che abbiamo sempre scritto, le foto dello spaccio e dei capi.
Le piazze dello spaccio a Siracusa sono quattro ed ognuna frutta una media di 20/30 mila euro al giorno. Una parte degli introiti va al clan “Bottaro-Attanasio“.
L’organizzazione è piramidale: sotto ad ogni referente ci sono da un lato gli spacciatori, dall’altro le vedette che controllano il territorio sia per la droga che per conto del clan, al fine di prevenire le indagini delle Forze dell’Ordine.
In quest’atra foto vediamo lo spacciatore, Salvatore Aimone, che dà la “pallina” da 0,20 grammi di cocaina all’acquirente per la cifra di 20 euro.
Salvatore Aimone (spacciatore)
Dario Caldarella (spacciatore)
Mentre la voce che si sente nel video è quella di un altro spacciatore, Dario Caldarella.
Per chi non vuole proprio vedere…ecco le prove.
Denunciare, denunciare, denunciare. E’ questo l’appello alla popolazione di Siracusa, come vedete non sono inafferrabili, anzi. Noi, come è giusto che sia, daremo i frame del filmato alle Forze dell’Ordine.
Siracusa tornerà ad essere una città in cui scempi di questo genere non avvengono!
IL VIDEO INTEGRALE DELL’INCHIESTA DI FAN PAGE.IT
L’acquisto della droga in diretta a Siracusa: le foto esclusive che inchiodano i capi delle piazze di spaccio Ecco i volti dei capi delle piazze di spaccio, ripresi mentre sono al “lavoro”. Solo pochi giorni fa avevamo realizzato una…
0 notes
Text
La droga frutta ai “capi” delle piazze di spaccio a Siracusa oltre 100mila euro al giorno.
Questo è quanto abbiamo raccontato una settimana fa con tanto di foto (LEGGI) del summit per la gestione delle piazze di spaccio, oggi ci occuperemo di capire dove vanno a finire quei soldi.
Una parte degli introiti, intorno al 20 per cento va al clan “Bottaro-Attanasio”, un’altra parte rimane agli spacciatori (dai 500 ai mille euro a settimana).
In questa “società” vanno considerate le vedette, retribuite (stile Napoli) con 500 euro alla settimana per informare agli angoli delle “piazze dello spaccio” della presenza di qualsiasi persona sospetta (per “persona sospetta” si intendono appartenenti alle forze dell’Ordine).
Il resto va ai capi (li ripetiamo):
Via Italia e Parco Robinson sono gestite da Corrado Greco (detto il grosso), Daniele Cassia (detto Danielino) e Angelo Drago (detto pacchiarella).
La tonnara è gestita dal “re dello spaccio” Danilo Briante e da Antonio Rizza.
Il Bronx è gestito da Francesco Capodieci (detto Cesco).
Via Algeri è gestita da Max Genova.
Corrado Greco (u ruossu)
Daniele (detto Danielino) Cassia
Danilo Briante
Antonio Rizza
Francesco Capodieci (detto Cesco)
Angelo Drago (detto pacchiarella)
Max Genova
IL “NULLA TENENTE” DANILO BRIANTE E LA CASA DA SOGNO
Partiamo da Danilo Briante, il “re” dello spaccio a Siracusa, chiamato per tale ragione “Pablo escobar”. Briante gestisce, insieme a Antonio Rizza, la piazza della “tonnara”, ovvero quella che frutta di più (30/40 mila euro al giorno).
Danilo Briante è ufficialmente un disoccupato che non percepisce nessun reddito, vive a Siracusa ma non ha una residenza ufficiale.
In verità vive in una “casa popolare”, intestata ancora alla precedente inquilina. Alla stessa inquilina sono intestate le utenze di quella abitazione.
Briante, come da foto pubblicate sul profilo Facebook della moglie, Graziella Riani, che riportiamo sotto, ha modificato per intero la propria abitazione (pardon, quella della signora che ne risulta occupante) facendola diventare lussuosissima.
Si stima che abbia speso, in un anno, più di 150mila euro, con tanto di vasche idromassaggio, marmi luccicanti, rifiniture in legno pregiato, televisori al plasma e tanto altro.
Casa Danilo Briante
Casa Danilo Briante
Casa Danilo Briante
Casa Danilo Briante
Casa Danilo Briante
Casa Danilo Briante
Casa Danilo Briante
Casa Danilo Briante
Danilo Briante, va ricordato, è già stato coinvolto in più operazioni di polizia per droga, tutto aggravato dall’articolo 7, ovvero “per aver agevolato il clan mafioso denominato Bottaro-Attanasio”.
IL POST DI FRANCESCO CAPODIECI ED I SUOI “COLLABORATORI”
“Le scelte della mia vita sono senz altro criticabili e discutibili…ma ad oggi credo che nessuno abbia il diritto di puntarmi il dito! (…) Parla pure di beni materiali ed immobili…nello specifico a cosa si riferisce?! non ho nessun mezzo…neanche uno scooter…così come nessun immobile di mia proprietà! Questo non è giornalismo sano…sarebbe più giusto chiamarlo gossip!!!”.
A parlare, con un post pubblicato sul gruppo Facebook “SIRACUSA ON WEB 2.0: gruppo di discussione sulla città” con tanto di sua foto, è Francesco Capodieci (detto Cesco) che gestisce un’altra importantissima piazza di spaccio: il “bronx”.
Francesco Capodieci (detto Cesco)
Post Capodieci
Innanzitutto facciamo chiarezza.
Quelle “scelte della vita senz’altro criticabili e discutibili” a cui fa riferimento sono diverse condanne per droga che Cesco Capodieci ha riportato, così come è stato coinvolto in diversi blitz delle forze dell’Ordine.
Oggi Capodieci, come detto nello scorso articolo, gestisce la piazza dello spaccio del “bronx” e ha alle sue “dipendenze” spacciatori e vedette in numero superiore ad una ventina di persone.
Lo stesso Capodieci che dice di non possedere nulla, in questo caso dice cosa che corrisponde al vero. Infatti a suo nome non ha intestato nulla, risultando nullafacente e nullatenente, ma mantiene la sua ex moglie e l’attuale convivente (con il cui profilo ha scritto il messaggio pubblico, tale Noemi Forestieri).
Ha casa di proprietà alla tonnara (non popolare), moto, scooter ed altri beni ma non intestati a lui, bensì a stretti congiunti.
A riscontro di quanto affermiamo riportiamo delle dichiarazioni (pubbliche, LEGGI ARTICOLO) del collaboratore di Giustizia Giovanni Piazzese.
Piazzese nel verbale di collaborazione del 28.1.2016 racconta che:
“La piazza del “Bronx” fa capo a Capodieci Francesco detto “Cesco”, e a Di Falco Riccardo detto “Riccardino”, i quali allo stesso modo potevano comprare lo stupefacente esclusivamente da Cavarra Luigi”. Precisa al riguardo che a un certo punto il gruppo del Bronx, dovendo corrispondere a due fornitori diversi, riduce gli importi che periodicamente versa a Cavarra.
“Cesco” Capodieci ha due stretti collaboratori pluripregiudicati: Riccardo (detto Riccardino) Di Falco eGiancarlo (detto Carlo a scecca) De Benedictis.
Giancarlo De Benedictis (detto Carlo a scecca)
Riccardo Di Falco (detto Riccardino)
TOSCANO E DE CAROLIS, FRA MACCHINE E CASE
Ed infine Franco Toscano e Luciano (detto ciano u nano) De Carolis.
Francesco Toscano
Luciano De Carolis
Francesco (detto Franco) Toscano uscì dal carcere (il 26 ottobre scorso) e rimase in libertà poche settimane: arrestato dalla Polizia il 21 novembre.
In pochi giorni ha “accumulato” una Mercedes classe A, un Beverly piaggio 250, una Honda integra 750.
Luciano De Carolis (detto Ciano u nano), con una serie infinita di procedimenti (fra i quali quello per l’omicidio di Angelo Sparatore, fratello del collaboratore di Giustizia Salvatore Sparatore) ha la “famosa” macelleria (intestata alle nipoti, Miniera) con la quale impone il “racket della carne” ai paninari per un introito di circa 5/6 mila euro al giorno. Conduce un tenore di vita altissimo e ha macchine e moto che cambia mensilmente.
La casa in cui abita “Cianu u nano” è nel quartiere della Mazzarrona ed è stata acquistata dal clan “Bottaro-Attanasio” nell’ottobre del 2001. Fu Alessio Attanasio che, in persona, diede i soldi “liquidi” a Luciano De Carolis nell’agenzia dell’odierno collaboratore di Giustizia, Rosario Piccione.
Macchine e case per mogli ed amanti: ecco come finiscono i soldi della droga dei ‘capi’ di Siracusa (FOTO) La droga frutta ai “capi” delle piazze di spaccio a Siracusa oltre 100mila euro al giorno…
#alessio attanasio#Angelo Drago (detto pacchiarella)#Antonio Rizza#clan bottaro attanasio#Corrado Greco (detto il grosso)#Daniele Cassia (detto Danielino)#danilo briante#Francesco (detto Franco) Toscano#Francesco Capodieci (detto Cesco)#Giancarlo (detto Carlo a scecca) De Benedictis#Luciano De Carolis#mafia#Max Genova#Riccardo (detto Riccardino) Di Falco#Siracusa
0 notes