#cioè lo so che sono pure esagerata
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janniksnr · 8 months ago
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io ci provo nella vita a essere una persona calma e paziente e gentile ma la gente che mi circonda evidentemente non mi vuole aiutare !!
sfogo sulla vicenda sotto perché non voglio rompere le balle sulla dash con i miei post chilometrici rip
giovedì propongo a delle mie amiche (3) di venire a cena a casa mia. ricevo come risposta da tutte un "ti faccio sapere", nello specifico una mi dice che dovrebbe vedersi con un'altra persona e mi aggiornerà. ieri una di loro mi dice che non ci sarà, mentre da parte delle altre due silenzio stampa. paziento fino alle 16.30 di oggi (per la cena avevo proposto di vederci verso le 19.30 (a gran premio finito perché ci sono pur sempre delle priorità eheh)) e poi, con un po di rodimento, scrivo dicendo che mi avrebbero potuta avvisare se la risposta all'invito era no invece di farmici arrivare per deduzione vista l'ora. tempo un minuto e ricevo subito la prima accusa di voler fare polemica (!!) dall'amica che doveva forse vedersi con un'altra perché lei cito testualmente aveva saputo proprio alle 16.31 che non si sarebbe vista e a breve mi avrebbe avvisata che per la cena ci stava. ora, con tutta la calma del mondo, trovo poco carino avvisare una persona che si deve anche organizzare appunto per la cena , con così poco preavviso come trovo poco carino lasciarmi appesa per parte del pomeriggio non dandomi eventualmente la possibilità di organizzare altro per il sabato (non avrei comunque fatto niente e me ne sarei stata a casa ma è principio !!). a questo punto io rispondo che giovedì mi avrebbe potuta avvisare che sarebbe rimasta in dubbio sulla sua presenza fino all'ultimo perché non ho la palla di vetro e se non ricevo notizie penso che si sia scordata di avvisarmi (tralascio il fatto che con tutto il bene non è che posso stare ad aspettare che finisci di organizzarti con gli altri e poi siccome altri ti danno buca allora vieni a cena ma vabbè). a ciò mi viene detto "vabbè io potevo anche dirtelo però anche tu potevi richiedere conferma" SCUSA ?!?!?!!!??? cioè ti invito giovedì per sabato e pretendi che ne so che venerdì stia di nuovo li a dire "ma quindi ci sei? 👉🏻🥺👈🏻" quando tu mi hai detto che mi avresti aggiornata?? l'impegno lo hai tu, sei tu che non sai se ci sarai, ma sono io che ogni giorno devo chiederti se hai una risposta. ma poi posso capire se tipo faccio l'invito il lunedì per il sabato e allora a metà settimana posso chiedere di nuova una conferma ma da giovedì a sabato c'è bisogno che ti ricordo di averti invitato a cena ma tutto bene ??????!! e poi mi viene detto "la prossima volta se sono in dubbio dirò subito di no" si esatto perché se non si è in grado di gestire gli impegni e si rischia di lasciare appesi gli altri è meglio dire di no o quantomeno non fare le vittime ma vabbè
io davvero ci provo a non fare la puntigliosa però a volte mi sembra proprio che siano cose base cioè essere in dubbio o avere altri impegni è super lecito però ecco venire a sentenziare sul fatto che avvisare alle 16.30 mi deve andare bene perché è il giusto preavviso o pretendere che dopo aver fatto un invito due giorni prima io stia tutti i giorni a chiedere conferma di una presenza mi sembra un po' assurdo poi ovviamente mi viene detto che sono pesante cerco la lite bla bla bla e alla fine i sensi di colpa li fanno venire a me
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CAPITOLO 59 - MANI, KRAPFEN E APPUNTAMENTI AL BUIO
Nel capitolo precedente: Angie s'imbatte in tre ragazze che mostrano il loro interesse per i membri dei Pearl Jam e specialmente per Eddie. Angie soddisfa la loro curiosità, in principio ammettendo semplicemente di conoscerlo, poi rivelando di essere la sua nuova ragazza in maniera plateale ovvero baciandolo davanti a tutte loro. Angie stessa si stupisce del proprio comportamento e chiede un'opinione a Meg, che le spiega che probabilmente cercava approvazione da parte delle ragazze e che una parte di lei voleva anche tirarsela un po'. Più tardi, dopo il concerto, Jerry e Eddie parlano animatamente di sport, Angie li vede e corre a interromperli, pensando stiano discutendo per lei. Quando scopre la verità rimane perplessa, le sembra impossibile che i due possano comportarsi come nulla fosse, allora Eddie si lascia scappare che si sono messi d'accordo per non parlare mai di lei. Angie convince Eddie a fare un patto simile con lei e non parlare più di Jerry, lui accetta, ma in cambio lui le estorce la verità sul suo secondo nome: Wildwind. Dopo essersi lasciati andare per tutta la sera a varie effusioni nel locale, in modo da farsi finalmente scoprire dai loro amici, non vedendo nessuna reazione da parte della combriccola , Eddie e Angie decidono di annunciarlo ufficialmente. Quando scoprono che già tutti ne erano a conoscenza, Angie è quasi delusa, mentre Eddie ne è divertito.
***
“Ma girano fuori o dentro?” parcheggiamo di fronte al Miller Community Center, scendendo dall'auto noto che in fondo alla strada ci sono delle transenne e mi viene il sospetto che possano averle messe lì a delimitare il set.
“Fuori, credo. Cioè, in genere le scene in esterno-giorno si girano prima, poi si fanno gli interni” Angie fa spallucce prima di recuperare dai sedili di dietro uno dei due scatoloni che ho preso in prestito al minimarket per poter trasportare la quantità esagerata di krapfen preparata da lei.
“Ero convinta filmassero dentro, Stone mi aveva parlato di un intero condominio preso in affitto da Cam. Nei prossimi giorni dovrebbe girarci una scena pure lui, in un garage o roba simile” faccio lo stesso con l'altra scatola e spingo la portiera con un colpo d'anca, mentre Angie appoggia la sua sul tetto della Mini per chiuderla a chiave.
“Probabilmente il condominio è proprio quello, se ci sono tante scene ambientate in quel contesto, ci rimarranno un bel po'. Comunque la scena della band la girano domani, me l'ha detto Eddie”
“Che dici, basteranno?” sollevo leggermente lo scatolone, mentre cammino sul marciapiede cercando di guardare dove metto i piedi nonostante il trasporto ingombrante.
“Ahahah beh, alla fine non sono tantissimi, se ci pensi ci saranno una quarantina, cinquantina di persone al lavoro sul set... un centinaio di dolci mi sembrano il giusto”
“Non ho capito, scusa, hai fritto centro krapfen?”
“Più o meno”
“Cento??”
“Non ho lezione fino alla prossima settimana, ho un po' di tempo libero in più...”
“In genere per lo Spring Break la gente va in vacanza o a sfasciarsi alle feste o tutt'e due”
“Io invece faccio dolci, impiego il mio tempo in maniera più proficua, garantendomi l'accesso a un vero set cinematografico”
“Hai un pass al collo col tuo nome e la tua foto, ti farebbero entrare comunque, anche senza cibo”
“Ma così l'accoglienza è molto più calorosa, fidati”
“Cosa gli hai portato l'altra volta?” so che c'è già stata una prima volta per Angie, con Meg, a inizio settimana, al Gas Works Park. Stavolta la coinquilina le ha tirato il bidone, allora è venuta a prendere me al Westlake alla fine del mio turno. Praticamente mi ha obbligata. Non comprendo la sua difficoltà nel presentarsi da sola e a mani vuote su un set in cui è stata invitata dal regista stesso. Al limite potrebbero rimbalzare me, ma a quanto ho capito non fanno troppe storie. E allora che problema c'è?
“Focaccia. Stavolta vado sul dolce”
Arriviamo all'incrocio e, appena svoltato l'angolo, incontriamo un tizio dello staff che fa un cenno ad Angie e poi a me e sposta leggermente una transenna, quanto basta per farci passare. Evidentemente la mia amica lo conosce già
“Giusto in tempo per la pausa pranzo!” il tipo si sfrega le mani, mentre Angie appoggia il suo scatolone sopra un idrante al lato della strada e lo apre in modo che possa prendere un dolce.
“Prendine due, tanto ce n'è” lo invita lei.
“Ce n'è abbastanza per sfamare il set di Cleopatra, non temere” aggiungo io, non che il ragazzo abbia bisogno di incoraggiamento per fare il bis. 
“Grazie, adesso andate. So che Cam ti aspetta!” Richie, c'è scritto così sul suo pass, richiude i lembi dello scatolone e ci saluta allontanandosi, con la bocca piena ovviamente.
“Visto? Accoglienza calorosa” Angie sorride e dopo aver fatto di nuovo presa sicura sullo scatolone, avanza verso il set vero e proprio con me alle calcagna.
“Posso farti una domanda?”
“Certo Grace, spara”
“Verrai sul set anche domani?”
“No”
“Perché?”
“Mica posso venirci tutti i giorni. Ok che Cameron Crowe mi ha invitata, ma non posso approfittare troppo della sua generosità”
“Allora perché oggi e non domani?”
“Cosa?”
“Perché siamo, cioè, sei qui oggi e non domani?”
“Perché? Che differenza c'è?” Angie mi guarda perplessa e, come spesso accade, non capisco se lo fa apposta o davvero non sa dove voglio andare a parare.
“Che domani ci sono i ragazzi e oggi no. Se lo sapevi già, perché non hai programmato di venire qui domani?” io Stone lo sto vedendo col lanternino da quando hanno iniziato a registrare l'album e deduco sia lo stesso per Angie, se fossi stata in lei avrei preso due piccioni con una fava. 
“Perché domani a quest'ora tu lavori” risponde totalmente a caso.
“Che c'entro io? Lascia stare me, potevi venirci da sola o con qualcun altro, io sono un'ospite random”
“Per quello e perché domani faccio apertura da Roxy”
“Appunto, se fai apertura finisci prima e puoi venire qua” 
“Ma sarò stanca”
“Troppo stanca per visitare il set di un film? Tu?” figuriamoci, dilla tutta, bella!
“Il sacro fuoco dell'arte è forte, ma devo prendere la macchina e venire fin qui…"
"Un quarto d'ora di macchina a dir tanto"
"Dopo un turno pesantissimo? No, grazie”
“Neanche per Eddie?” mi avvicino per una sgomitata abbastanza leggera da non farla sbilanciare, non sia mai che mi caschi a terra, o peggio, su preziosi krapfen.
“Che c'entra Eddie? Mica devo aspettare il set di un film per vederlo”
“Ah no? Beata te! Io per vedere Stone tra un po' devo fare richiesta congiunta scritta a Kelly e alla Epic”
“Eheh beh sì, ultimamente sono presi, con l'album e tutto il resto”
“Motivo in più per tornare sul set domani, così vi vedete e unite l'utile al dilettevole”
“Uff sarò sincera con te. A te non posso mentire, non c'è gusto, non sei Meg”
“E' un complimento o...?”
“E' un complimento, sia per te che per lei”
“Ok, allora avanti, svelami la tua verità”
“Non è che non posso farlo, è che non voglio”
“Ahahah ma va? Non l'avevo capito!” 
“Non voglio fare la tipa rompicoglioni che va a trovare il suo ragazzo quando lavora”
“Ma tu ci verresti anche per vedere lui, mica solo per vedere lui. Saresti qui per prima cosa per un tuo interesse professionale”
“Hai usato la parola chiave: professionale. Voglio dare una buona impressione, voglio essere professionale, solo professionale. Questo è lavoro, non una scampagnata”
“Anche se ci sono i krapfen e le focacce?”
“Ahah sì!”
“Nessuno nello staff penserebbe che sei qui a farti i fatti tuoi col tuo ragazzo”
“Io lo penserei, se fossi un'altra persona.” fa spallucce, per quanto possibile sotto il peso dello scatolone “E' come se mi presentassi agli studi London Bridge mentre registrano il disco, sarei fuori luogo”
“Se ti presentassi con questi ti farebbero entrare secondo me”
“Come fai a dirlo? Non li hai ancora assaggiati”
“Posso immaginare”
E alla fine li assaggio, quando raggiungiamo un furgone con la scritta CATERING stampata su un foglio A4 incollato a un finestrino. In realtà è solo uno spazio dove la gente può sedersi per consumare in fretta il contenuto del proprio cestino, alternativa al bordo del marciapiede o alla scalinata del condominio stesso, altri punti strategici scelti dai membri della troupe, attori compresi. Vedo Matt Dillon sistematosi proprio su uno degli ultimi gradini, intento a divorare un sandwich e a parlare col regista, che gli siede accanto. Quale miglior momento per avvicinarsi col dolce e approfittare per fare due chiacchiere con una star di Hollywood se non questo? E infatti Angie non ci pensa proprio per niente, non si schioda dal van e si intrattiene più del dovuto in una conversazione con una ragazza della sala trucco. 
“Il primo giorno di lavoro è andato via solo per creare il look di Matt, praticamente. Di parrucche ne abbiamo provate una cifra, abbiamo scelto quella che dava un effetto più realistico, ma ce n'è voluto” spiega parlando proprio del protagonista. Ma perché non andiamo a discuterne col diretto interessato? Eh? No eh?
“Una cifra... tipo quante?”
“120”
“COSA CAZZO DICI?” Angie non crede alle sue orecchie, io ai miei occhi mentre Matt finisce di mangiare e fa un po' di stretching alle braccia. Stoney, nel mio cuore ci sei solo tu, ma la bellezza è fatta per essere guardata.
“Giuro. Sai come sono questi attori, non gliene andava bene una”
“Questa gli sta molto bene direi. Capelli castani, lunghi, mossi... non ti ricorda qualcosa, Angie? O meglio, qualcuno?” adocchio di nuovo il bell'attore, sperando di spingere con le intenzioni la mia amica verso quegli scalini, ma per ora sto fallendo miseramente. E allora mi vendico con una frecciata, tiè.
“Sì, Stone. Mi ricorda molto Stone, non credi? Lui o come porta i capelli circa l'80% dei ragazzi a Seattle”
“Ah-ah. Io pensavo a qualcun altro”
“La capo-trucco ci ha portato delle foto per farci un'idea di questo stile di Seattle, comunque, idem per le costumiste”
“Direi che ci avete preso!” Bridget Fonda sta fumando una sigaretta da sola sotto un albero poco più in là ed è praticamente la fotocopia della mia amica Maureen: camicia di flanella, bombetta, shorts, il suo look per eccellenza. Aspetta un momento “Matt è davvero perfetto, ha persino dei bermuda identici a quelli di Jeff”
“Perché sono quelli di Jeff” risponde Angie servendosi il caffè da un thermos che le ha appena allungato la ragazza, assieme a un bicchiere di plastica.
“Che?”
“Il tipo che ci ha portato il guardaroba di Matt? Si chiamava Jeff?” chiede un'altra tipa, appena affacciatasi dal portellone aperto del furgone, prima di servirsi con un dolce. 
“Sì, è un nostro amico. Cameron ritiene che il look di Jeff sia quello più, come dire, peculiare, e visto e considerato che hanno più o meno la stessa corporatura, tanto valeva farsi passare direttamente i suoi vestiti” 
“Anche i cappelli?” chiedo ridendo sotto i baffi di zucchero dati dai dolcetti di Angie. 
“Soprattutto i cappelli!”
“Laura lo sa?”
“Ahah non ne ho idea, ma deve assolutamente sapere che le sue creazioni entreranno nella storia del cinema” Angie prende due krapfen, li mette in un piattino di plastica e scende dal van, facendomi cenno di seguirla. Per un attimo mi illudo di poter finalmente tirare fuori penna e taccuino dalla mia borsa e farmi fare un autografo da Dillon, dato che stavolta sono arrivata preparata, mica come la sera dell'ultimo concerto all'Off Ramp. Ma mi bastano pochi passi per constatare che l'attore se n'è andato e non è più accanto a Crowe. Ovviamente! Altrimenti Angie non si sarebbe mossa di sicuro. 
“Ehi, ciao Angie, Grace! Cos'hai portato oggi? Ma guarda che non devi” il regista alza la testa da una serie di fotocopie di pagine a quadretti scritte a mano e ci saluta.
“Crema o cioccolato?” gli allunga il piatto e lui ci pensa un attimo.
“Si può fare tutt'e due?”
“Certo, era il mio piano fin dall'inizio” gli consegna ufficialmente i dolci e si siede alla sua destra, io mi accomodo dal lato opposto, sullo stesso gradino. Butto un occhio in direzione del van di fronte al quale, neanche a farlo apposta, ora stazionano i due attori. Dillon parla con la costumista di prima, che gli passa un krapfen e ci indica. A quel punto Matt ci fa ciao con la mano e io ora come ora strozzerei Angie a mani nude, ma evito. Fa brutto se la lascio qui col regista e vado a socializzare col cast? Forse un pochino.
“Oh a proposito di piani, anch'io ne ho uno sai? E ti riguarda, infatti speravo proprio venissi in questi giorni”
“Mi riguarda? In che senso?”
“Aspettami qua un secondo” Cameron si alza e si allontana, come si allontana, almeno momentaneamente, il mio proposito di andare a farmi fare questi benedetti autografi.
“Magari ha un lavoro per te” rispondo a una domanda che Angie mi ha fatto silenziosamente, solo coi suoi occhi confusi.
“Seh, figurati, per lavorare in una troupe cinematografica devi essere qualificata, non prendono persone a caso solo per amicizia”
“Va beh, non dico che voglia farti fare... che so... dimmi il nome di un ruolo importante qualsiasi”
“Direttore di produzione”
“Ecco, non dico quello, ma magari una cosa più semplice, che so, fare il caffè o spazzare il set, consegnare la posta, boh, cose così”
“Anche per fare lo schiavo devi almeno aver finito gli studi, non ti assumono a cazzo”
“Una laurea in caffeinomania?”
“Ahahah sì, potrebbe servire”
Crowe esce da una roulotte parcheggiata dall'altro lato della strada in cui non lo avevo nemmeno visto entrare e ha in mano un grosso raccoglitore verde, di quelli ad anelli. Inizia a sfogliarlo non appena si risiede in mezzo a noi, scorrendo pagine a quadretti scritte a mano, simili a quelle delle fotocopie. 
“Dove cavolo... ah eccola qua!” il regista da una botta a mano aperta sulla pagina appena trovata, apre e chiude gli anelli e tira fuori un singolo foglio, che passa ad Angie. In realtà lo appoggia sulle sue ginocchia, perché lei ha quasi timore di toccarlo, neanche fosse una reliquia.
“Cos'è?” chiedo allungando il collo curiosa. 
“Una scena che gireremo tra un paio di settimane”
“Interno giorno. Debbie entra con calma nel negozio, ha in mano il suo portfolio e si dirige verso la ragazza al bancone...” Angie legge l'inizio ad alta voce, per poi via via abbassarla, fino a concentrarsi in una lettura silenziosa. Ma uffa, da qua non vedo niente!
“Debbie è una dei protagonisti, è una donna in carriera in cerca del principe azzurro. Siccome non lo trova con i metodi tradizionali, si rivolge a un'agenzia di appuntamenti” Cameron spiega l'antefatto, mentre Angie continua a leggere sghignazzando qua e là.
“Dalle risatine di Angie deduco che la scena non sia tragica come la fai sembrare”
“Ahah no, infatti, è una situazione abbastanza surreale, tragicomica direi. Tutti gli iscritti devono realizzare un video in cui si presentano e spiegano cosa cercano nel partner ideale. Quindi Debbie si rivolge a questi tizi, che producono qualcosa di abbastanza assurdo”
“E vuoi che Angie giri il video nel film, giusto? Ho indovinato?” mi alzo in piedi urlando la mia ipotesi, Angie mi copia facendo cadere il foglio.
“MA SEI PAZZA?”
“Oh no, eheh, non era questo il mio piano per te” Crowe recupera la pagina dal gradino più basso senza scomporsi più di tanto e ci fa segno di rimetterci a sedere.
“Ma infatti, figurati!”
“Il piano è una particina: tu sei la commessa”
“EH?” Angie stava quasi per appoggiare di nuovo il sedere sulla scala, ma alle parole di Cameron si alza di scatto come se si fosse scottata le chiappe su un gradino rovente.
“Saresti perfetta!”
“Ma io... ehm... Cameron, ti ringrazio tantissimo, ma non credo-”
“Alternativa, algida e sarcastica, sei praticamente tu, fidati”
“Ma dove??? E poi… io non so recitare”
“Non devi recitare, devi essere te stessa”
“Io non so essere me stessa”
“Ahahahah Angie, taci e accetta! Sei impazzita, è un'occasione unica!” la rimprovero allungandomi per superare il regista e scuotendola per la spalla.
“Lo so che non vuoi fare l'attrice, ma lavorare in una produzione cinematografica è sempre utile,  soprattutto quando lo scrivi nel tuo curriculum”
“E' un'esperienza, cazzo, non puoi dire di no!” esclamo e mi sento molto Meg in questo momento, perché me lo sento dentro che questa folle dirà di no con tutta se stessa, e allora cerco direttamente di non farla parlare.
“Non devi rispondere subito comunque, ho bisogno di saperlo entro una settimana. Ma sappi che ho un'altra opzione per questa parte”
“Ecco, fossi in te passerei direttamente all'altra opzione”
“Non ascoltarla, Cameron! Ci penserà e ti farà sapere” la fulmino con lo sguardo.
“Ma ha pure un sacco di battute! Brian dice solo Venti. Posso fare Brian? Avrebbe anche più senso perché è il regista del video”
“Eheheh sì, in effetti ci starebbe, ma per Brian ho già un'altra opzione ed è insindacabile, mi dispiace”
“Ti pareva, il mio solito culo” borbotta Angie, dopo che un tizio ci è passato di fianco urlando che la pausa pranzo è finita e la troupe deve tornare al lavoro.
“Eh sì, Tim sta girando da queste parti, lascia il suo set apposta per fare questa comparsata per me, per quello so già con precisione quando filmeremo la scena”
“Tim?” chiedo alzandomi definitivamente e seguendo poi Cameron nel salire i gradini.
“Il mio amico Tim Burton, mi ha promesso un cameo in amicizia. Lo conosci?”
“E' un attore? Perdona l'ignoranza”
“Tranquilla! No, è un regista. Hai visto Beetlejuice? Edward Mani di Forbice?”
“Cazzo, sì!”
“Ha fatto anche l'ultimo Batman”
“E' famoso! Sentito Angie? Conoscerai un regista famoso di Hollywood!” faccio con la testa avanti e indietro per scavalcare visivamente Cameron e rivolgermi direttamente alla mia amica futura star del cinema, "E reciterai con lui!" ma non riesco a inquadrarla “Angie?”
Cameron, finora sovrappensiero, si volta a sinistra e poi a destra verso di me, e poi all'indietro. 
“Non c'è. Dov'è andata?”
“Angie!” mi guardo attorno e chiamo la mia amica stupida, che ha pensato bene di dileguarsi proprio al momento giusto. Beh, meglio così, almeno non può dire di no “Va beh, la troverò e la convincerò, tranquillo”
“Non voglio si senta obbligata, ma sarebbe un'idea carina secondo me. Questo film è un po' il mio ringraziamento a questa città che mi ha accolto e mi piace l'idea di metterci anche le persone che ho conosciuto. E poi penso davvero che la parte le calzi a pennello”
“Ti faremo sapere per tempo. Intanto vorrei capire dove si è cacciata”
“Chi state cercando?” così, dal nulla, ecco apparire Cornell in cima alla scalinata.
“La mia collega, nonché tua vicina di casa. Era qua fino a un minuto fa ed è letteralmente evaporata da un momento all'altro”
“Angie? Ahahahahah! Conoscendola, è più facile che sia caduta di sotto, avete controllato?” Chris ride sotto i baffi precipitandosi giù dalle scale. Dio quanto ama quella storia! “Uh, krapfen!” lo sento gridare subito dopo.
“Dai Chris, muoviti che torniamo a girare” gli urla dietro Cameron.
“Ehi ciao,” quasi non mi accorgo di Matt Dillon che ci raggiunge in cima alla scala “la tua amica cuoca è veloce”
“Ciao! L'hai vista?” lo saluto simulando nonchalance, mentre infilo una mano nella borsa in cerca del blocchetto e della penna. 
“Sì, mi ha detto che ti aspetta in macchina,” risponde e poi si rivolge al regista “e che è sparita perché le scappava tantissimo e mi ha detto di salutarti” 
“Eheh ok, grazie”
“E mi sa che le scappava davvero un sacco, mi è quasi venuta addosso”
“Nah, quello lo fa con tutti, è il suo cavallo di battaglia, non sentirti speciale!” Chris ci raggiunge di nuovo dopo la sua dose di dolce.
“Quanto cazzo ti piace quella storia Chris?” Cam scuote la testa e poi richiama l'attenzione della truccatrice che abbiamo conosciuto prima, perché venga a sistemare la faccia inzuccherata di Cornell.
“Che storia?” Dillon domanda curioso e chi sono io per non soddisfare la sua curiosità?
“Non te l'ha raccontata! Impossibile, ma non temere, rimedio subito io!”
***
“Cosa vuol dire che non ti sembra una cosa grave?” Angie cammina avanti e indietro agitatissima, io me ne sto qui tranquillo appoggiato alla mia macchina proprio sotto casa sua.
“Che non lo è, micetta” sono così tranquillo che mi sento quasi in colpa.
“Micetta un cazzo, ho detto a Matt Dillon che mi stavo pisciando addosso, ti pare normale? Penserà che sono scema” butta la sigaretta a terra, la spegne sotto lo stivale e se ne accende subito un'altra. 
“Perché? Gli attori non pisciano?” io sono ancora alla prima.
“Sì, ma non è questo il punto!”
“Non credo sia rimasto scandalizzato da questa cosa”
“No, certo, avrà solo pensato che sono una malata di mente”
“Dai, alla prossima lezione di chitarra gli spiegherò che la mia ragazza non è incontinente, ma solo timida”
“Lezione di chitarra?” finalmente riesco a farla fermare un secondo perché con questo andirivieni mi sta facendo venire il mal di mare.
“Sì, gli serve un'infarinatura minima per essere vagamente credibile sul set. Ha chiesto aiuto a me, non ho idea per quale motivo. Ma non ho saputo dire di no. Dopotutto non ho niente da fare in questo periodo” infatti, sto solo registrando un album, girando un film, facendo ancora qualche turno al mini market. Per poter vedere Angie stasera sono uscito dallo studio e sono andato a prenderla al lavoro per accompagnarla a casa. È buffo, quando era un segreto di stato avevamo tutto il tempo del mondo, adesso che tutti sanno che stiamo assieme siamo ridotti a vederci nei ritagli di tempo.
“Beh, avrai fatto una buona impressione. Probabilmente perché non sa che mi conosci”
“Lo sa già che ti conosco”
“Non sa quanto mi conosci” approfitto della sua ritrovata calma per prenderle le mani e attirarla a me.
“Vuoi fargli sapere anche quello? Ti facevo più riservata”
“Ahah vaffanculo, Ed” fa per allontanarsi, ma un bacio riesco a rubarlo.
“Mmm però sei proprio cattiva, sai?”
“Per un vaffanculo? Da quando sei così sensibile?” si riavvicina con quel suo ghignetto furbo e mi mette le braccia al collo. 
“No, non è per quello. Ti sembra giusto chiamarmi col mio soprannome intimo proprio adesso che non possiamo fare niente?”
“Sei proprio un coglione!” fa per staccarsi da me con uno spintone, ma la blocco. Allora mi prende la sigaretta dalle labbra e la lancia via per dispetto.
“A proposito, perché non possiamo fare niente? Perché questa sigaretta non possiamo fumarla su, nel tuo appartamento, magari davanti a una bella tazza di caffè?” le chiedo fregandole la sua dalle dita e facendo un tiro.
“Perché devo alzarmi prestissimo domani. E anche tu”
“Appunto. Saliamo, sigaretta, caffè e poi a nanna. Qual è il problema?”
“Il problema è che faremmo tutto tranne che dormire e lo sai bene” brava, lo so benissimo, perché l'avrei proposto altrimenti?
“Continuo a non vedere il problema”
“Ahahah il problema è che tu sarai super-performante e produttivo anche senza dormire, io no”
“Mica ti tengo sveglia tutta la notte” magari fosse, aggiungerei. 
"Mm… non ne sono troppo sicura" si riprende la sigaretta che mi penzola dalla bocca. E mentre fa un tiro lunghissimo mi guarda in una maniera che… che cazzo.
"Angie però, anche tu…"
"Io cosa?" espira il fumo di traverso per non buttarmelo dritto negli occhi.
"Non mi aiuti"
"Perché? Che ho fatto?"
"Non dobbiamo fare niente e poi invece mi tocchi, mi guardi così..."
"Ahah quanto sei idiota!" si stacca da me e apre la sua borsa in cerca di qualcosa. 
"Guarda che non era una battuta" forse Angie sta pian piano cominciando a farsi una ragione del fatto che mi piace, ma non ha la più pallida idea di come possa far sentire un uomo con uno sguardo, un abbraccio o anche solo il suono della sua voce. 
"Ok ok, allora ti sto lontana e cambio argomento. Come vanno le registrazioni?" prende un fazzoletto e si soffia il naso, allungando ancora un pelo la distanza tra noi. 
"Bene, credo che i tecnici vogliano ammazzarci. Non ci è voluto molto"
"Ahah perché? Che avete combinato?"
"Niente in particolare, hanno solo scoperto di avere a che fare con dei perfezionisti del cazzo"
"Oh, vuoi dire che hanno conosciuto Stone?"
"Ahah tutti noi, in realtà, non solo Stone. Le ultime tre notti le ho passate chiuso in studio da solo a provare, riprovare, riscrivere…"
"Come da solo?"
"Mi ero inchiodato su un paio di pezzi, non venivano proprio come volevo, come volevamo. Allora mi sono fatto spiegare dall'ingegnere del suono come registrarmi da solo e gli ho detto, ok, adesso chiudetemi dentro e vedrete che domani le faccio come dio comanda" 
"E ce l'hai fatta?"
"Certo, farsi il culo a volte è l'unica soluzione" ce l'ho fatta? Penso di sì. Cioè, con quei due pezzi sì, manca il resto dell'album. E manca il resto di me. Voglio dire, dal vivo mi sto sciogliendo, sto trovando la mia identità non solo in questa band, ma anche in questa scena, in questa città. Ma sul disco dobbiamo essere noi, i Pearl Jam, e la mia identità deve essere fatta e finita. Devo essere all'altezza di quello che abbiamo creato come gruppo, è indubbio che io sia l'anello debole qui. Non perché non abbia le capacità o il talento, ma perché sono l'ultimo arrivato in un gruppo con delle dinamiche già ben definite, in perenne equilibrio tra dovermi adattare a loro ed esprimere quello che sono. I ragazzi mi rassicurano in continuazione, ma… Sono scemo se dopo quasi sei mesi non mi sento ancora al 100% parte del gruppo?
"Stanotte no però, giusto?"
"No, stanotte riposo. E poi avevo voglia di vederti"
"Eheh ti sono mancata?"
"Certo"
"Ma se ci sentiamo tutti i giorni!" Angie butta la seconda sigaretta e infila le mani nella tasca della sua giacca di pelle. 
"Sentirsi non è la stessa cosa. E poi oggi a pranzo ero cotto, saremo stati al telefono sì e no  due minuti. Anzi, perdonami se ho chiuso frettolosamente, appena messo giù con te sono crollato sul divano dello studio un'oretta e poi mi sono rimesso al lavoro"
"Lo so, Eddie, tranquillo" si riavvicina quasi timidamente e mi da due pacche sulla spalla.
"Non sei arrabbiata?" 
"Ahah ma no, figurati, ci mancherebbe! Stai lavorando, mica ti stai facendo i cazzi tuoi"
"E non ti manco un pochino?" le prendo una mano e le bacio il palmo, per poi tenermelo sulla guancia.
"Certo che mi manchi, ma il tuo lavoro è questo, tu sei così. Se mi faccio le paranoie adesso perché non ci siamo visti una settimana, come dovrei reagire quando avrai un tour e starai via i mesi?" 
"Sicura non sia un problema per te?" dalla tranquillità che trasmette sembra stra-sicura, anche più di me. Insomma, non è che non ci abbia pensato, ci penso da sempre o almeno da quando ho deciso che un giorno avrei fatto della mia passione il mio lavoro. Non ne ho parlato con Angie, quello no. 
"Assolutamente, non sono la ragazza rompicoglioni che ti stressa se non la chiami tutti i giorni o che ti chiede di scegliere tra lei e la musica, non esiste" mi prende il viso tra le mani e poi mi scuote come a farmi dire No con la testa assieme a lei.
"Ok. Ma io invece ti posso chiamare tutti i giorni?" 
"Ahahahah puoi chiamare quando vuoi" mi bacia e si scosta di nuovo da me.
"Comunque non è un'eventualità immediata, cioè, se tutto va bene il disco uscirà quest'estate, verso la fine dell'estate. Faremo qualche data qua e là, ma nessun tour serio prima dell'autunno. Prima di allora non dobbiamo neanche porci il problema in pratica" dico più a me stesso che a Angie, che sembra del tutto serena. 
"Non esiste nessun problema per me, Eddie, davvero, non preoccuparti"
"Non mi preoccupo per te, ma per il sottoscritto. Come faccio a stare lontano dalla mia micetta?" 
"Ahahahahah sei proprio scemo!" Angie scuote la testa e prende le chiavi di casa dalla borsa, chiaro segnale che sta per salutarmi.
"Ecco, io apro il mio cuore e tu ridi di me!"
"No caro, tu mi prendi per il culo e io ti do quello che ti meriti!"
"Non ti piglio per il culo, è la verità! Pensi davvero che non mi mancherai da morire?"
"Non morirai"
"No, ma sarà dura. Ehm, in tutti i sensi"
"Ahahahahahahah e poi dici che non mi prendi in giro?!" mi da una specie di spintone, ma io sono irremovibile.
"Infatti sono serissimo. Come faccio a stare un mese senza fare l'amore con te?"
"Fai come fanno tutti, le groupie ci sono per questo no?" 
"Le groupie???" ma come cazzo fa a uscirsene con queste cose dal nulla?
"Ahahahah"
"Io non ho groupie!" 
"Beh, non ancora"
"Né ora né mai, per carità!"
"Non ti piace l'idea?"
"No! Lo trovo aberrante e umiliante per le donne, non siamo mica i Mötley Crue del cazzo!"
"Ma se una ragazza libera e sicura nella sua sessualità vuole fare le sue esperienze?"
"Che le faccia, ma non con me"
"Ahahah sei molto categorico su questo punto"
"Lo sono"
"Niente sesso con le fan allora?"
"No. Tutt'al più mi vedo con Fede"
"Fede?"
"Federica…"
"E chi è?" per un attimo credo di avercela fatta, di essere riuscito non solo a fregarla con un'altra battuta, ma anche a tirarle fuori quell'1% di gelosia che deve avere per forza nascosto da qualche parte. Invece no.
"Federica… la mano… amica" non faccio in tempo a finire la frase che Angie mi ha già riempito di sberle sul coppino.
"EDDIE!"
"Ahahah perché mi picchi?"
"Perché fai schifo!"
"Scusa, micetta. Le groupie sì e le seghe no? Spiegami… ahia… il senso!"
"Non ti picchio per quello, ma per il livello bassissimo della battuta"
"È sempre quello il punto: tu pensi che io stia scherzando, invece sono super serio" infatti sto seriamente cercando di punzecchiarti per farti cedere e farmi salire su con te, ma non c'è verso.
"Certo"
"Comunque tutti escono con Fede, anche tu scommetto…"
"L'hai vista anche questa settimana?" sempre brava a sviare tu, eh?
"Sì, lo ammetto"
"Eddie!" altro finto pugnetto al sottoscritto.
"Eheheh Eddie cosa? Me l'hai chiesto tu!"
"Adesso ho capito cosa fai tutta la notte da solo in studio, altro che lavoro!" 
"Nah, io preferisco la comodità della casa e di un letto. Quella fissata coi posti strani sei tu, cara" provo a segnare l'ennesimo colpo, ma va a vuoto anche questo.
"Va beh, a proposito di letto, s'è fatta una certa, direi che me ne vado a dormire"
"Ok" sospiro rassegnato.
"Ahahah e non fare quella faccia"
"Che faccia?"
"La faccia da cucciolo triste di uno che va in bianco" 
"Ah, dici questa?" incrocio le braccia, spalanco gli occhi e faccio un broncio da manuale buttando fuori il labbro inferiore in maniera esagerata.
"Esatto, ahahah, piantala" prova fisicamente a smontare la mia espressione da manuale stroppicciandomi la faccia con le mani, ma io resisto "Dai!"
A quel punto l'acchiappo a tradimento e l'abbraccio.
"Lo sai che scherzo, vero?" le sussurro all'orecchio.
"Certo che lo so"
"Volevo solo vederti perché mi sei mancata, non mi interessa il sesso"
"Lo so"
"Cioè, mi interessa, è bellissimo, ma non è tutto"
"È un bonus"
"Sì, ma non è che se stasera non mi dai il bonus mi incazzo o simili, ok?"
"Messaggio ricevuto, tranquillo"
"Perfetto" la bacio dietro l'orecchio, poi sulla guancia, poi sulle labbra.
"Recupereremo presto, promesso"
"Non ti preoccupare"
"Non mi preoccupo. Tanto c'è sempre Fede, no?" alza le spalle e mi rifila quel suo solito sorrisetto furbo del cazzo. Se no  fosse che dobbiamo fare i bravi, le sarei già saltato addosso.
"Sei perfida, sei veramente perfida" la allontano da me, ma me ne pento immediatamente.
"Buona notte, Eddie"
"Come buona notte? Ti accompagno su, dai"
"Non se ne parla, notte notte" mi da un ultimo bacio e s'incammina verso il portone. 
"Addirittura? Pensi ancora che m'infilerei a tradimento a casa tua? Non ti fidi proprio eh?"
"No, non mi fido. Di me stessa. Per niente. Al 99% ti farei entrare"
"Ah! Davvero?"
"Adesso devo proprio andare"
"Sono così irresistibile?"
"BUONA NOTTE!"
"Rispondi, maledetta!"
"A DOMANI!"
"Uff ok ok, buona notte!" ma non finisce qui, eh?
***
Stasera batto un record: dieci e mezza e sono già in pigiama. Cioè, più che in pigiama in mutande, ma è per dire che sono pronto per andare a letto. Alle dieci e mezza, mai successo, neanche che da bambino, credo. Non me lo ricordo. Sono stato bambino? Sì, direi di sì. Guardo la chitarra appoggiata al muro e mi viene in mente una sera d'estate di tanti anni fa, in casa c'eravamo io, mia madre e il tizio con cui usciva all'epoca. Lei suonava il suo vecchio Wurlitzer, lui l'accompagnava con la chitarra, facevano una jam, anche se all'epoca non avevo ancora idea di cosa volesse dire. Non ricordo se c'era altra gente. Ricordo solo che a un certo punto, forse perché non mi sentivo abbastanza al centro dell'attenzione in quel momento, corsi in camera mia a prendere una racchetta da tennis, e tornai in salotto a fare air guitar come uno scemo mentre loro due suonavano. A un certo punto, alla fine di un pezzo, il tipo chiese a mia madre se sapevo suonare. Alla sua risposta negativa, mi invitò ad avvicinarmi e, per la prima volta in vita mia, imbracciai una chitarra. Mi insegnò qualche accordo sul momento e vidi che mi risultava facile. Fu sempre grazie a lui che più tardi ricevetti in regalo la mia prima chitarra. Dovrei essergli riconoscente, se solo mi ricordassi come cazzo si chiamava..  
"Ehi Jerry, sei solo? Si può?" Layne entra spalancando la porta della mia stanza senza farsi troppi problemi.
"Sì. Ma anche se non potevi, ormai sei entrato lo stesso" lo sa benissimo che sono solo, sono sempre solo, ormai penso lo chieda più per non umiliare il mio ego che per vera informazione.
"Allora, che fai stasera?" 
"Schifo. Può andare come risposta?"
"Io e Demri andiamo a bere una cosa, vuoi venire?" non so per cosa stupirmi di più: per il fatto che si rivede con Demri dopo la maretta degli ultimi tempi? Perché ignora perfettamente la mia battuta? O perché gli faccio così pena da pensare di portarmi dietro come ruota di scorta a un'uscita con la sua ragazza? 
"A fare che? Reggere il moccolo?"
"Fanculo, Jerry, andiamo al Frontier Room a bere, non è un'uscita romantica, puoi venire senza farti pare"
"Sì, ok, no, non posso, sai com'è, stavo andando a dormire"
"A dormire?"
"Sì, vedi" ammazzo la canna nel posacenere sul comodino, sollevo il culo dal letto e mi infilo sotto il lenzuolo.
"A quest'ora?"
"Sì, voglio prepararmi per la partenza, sai, iniziare ad abituarmi al fuso orario di lì" tra pochi giorni si va in Europa, in tour coi Megadeth, e onestamente non vedo l'ora. Sarà una figata, indipendentemente dal fatto che il 99% del pubblico presente sarà lì per loro e non ci cagherà di striscio. Non me ne frega un cazzo, mi basta conquistare anche l'1%. Mi basta suonare e fare casino in giro. E staccare da Seattle e da tutto. Ora come ora, mi ci vuole davvero.
"Ehm, in Europa adesso sono tipo le sei/sette del mattino, Jerry" da quando in qua Layne è uno scienziato… come si chiamano… va beh, esperto di fusi orari?
"Appunto, comincio a mettere da parte preziose ore di sonno adesso, in previsione di quelle che perderò poi. Devo sempre spiegarti tutto!"
"Dai, non fare l'asociale! E poi Demri vuole salutarti" Demri vuole psicanalizzarmi, è diverso. Oppure vuole affibbiarmi qualche sua amica, come già ha provato a fare qua- ASPETTA UN MOMENTO.
"E chi c'è a parte noi tre?"
"Mah, non so, nessuno, credo" 
"Credi"
"Non so chi c'è, magari becchiamo qualcuno lì, altrimenti siamo solo noi"
"Becchiamo qualcuno lì… tipo chi?" 
"Ma che ne so, era per dire! Capita di trovare qualcuno di tanto in tanto. Coi cocktail a un dollaro e cinquanta, è il ritrovo preferito degli ubriaconi e dei musicisti con le pezze al culo, che sono i due gruppi principali a cui appartengono i nostri amici" il tuo ragionamento non fa una piega, fratello, peccato che fai cagare a mentire.
"Non è che andiamo lì e c'è qualche amica di Dem?"
"Mah, che ne so, può essere, chi è che non è amico di Demri?"
"Layne, ti prego"
"Conosce tutti, cazzo"
"Dimmi che non avete organizzato una cazzo di uscita a quattro per farmi conoscere qualcuna"
"Ahahahahah cosa? Ma no, figurati!"
"Perché mi incazzo se è così"
"Non abbiamo organizzato un cazzo di niente, mi ha appena chiamato e mi ha chiesto se mi andava di uscire a bere e di invitare anche te, tutto qui"
"E la cosa non ti insospettisce?"
"Eh?"
"Puoi dirmi con assoluta certezza che se adesso prendo e vengo con te al bar non ci troveremo Demri e una sua amica ad aspettarci?"
"Beh, con assoluta certezza no, ma-"
"Allora buona notte" spengo la luce e faccio per mettermi a letto come si deve.
"Cazzo che piaga che sei diventato! Comincio a dare ragione a Mike e Sean" Layne indietreggiare verso la porta e pigia l'interruttore per riaccendere la luce.
"Bene, allora vacci con loro al Frontier"
"Quanto la fai lunga! Cosa ti costa bere una cosa un'oretta con una tipa???" sbuffa e si arrende, finalmente.
"AH! ALLORA LA TIPA C'È!" scatto di nuovo seduto e lo punto con un dito accusatore.
"Sì, c'è! Va bene! Avevi ragione, sei contento?"
"Sì, di solito alla gente piace avere ragione, sai com'è"
"Mica ti ci devi fidanzare, solo farci due chiacchiere. Dem non è scema, certo non vuole accoppiarti adesso che stiamo per partire per un mese"
"Appunto, cosa la conosco a fare adesso? Ne parliamo quando torno" sprimaccio il cuscino e ci appoggio la testa, spengo di nuovo la luce.
"Dai, Jerry, vestiti e andiamo" riaccende.
"Non ci vengo" rispengo.
"Ho già detto che andavamo, che figura mi fai fare? Su!" riaccende.
"Sei uno stronzo" mi metto le mani in faccia, ma vorrei farlo a lui sinceramente.
"Pensa a quella povera ragazza che vede arrivare solo me. Che fa? Il terzo incomodo?"
"Ma se prima mi hai detto-" meno msle che cinque minuti fa era un'uscita senza impegno. Mi alzo.
"Coraggio! E poi la tipa è dello Scorpione" 
"E quindi? Che cazzo vuol dire?"
"Che ne so, ma Dem ha detto che per te è perfetta. E calcola che con Angie ci aveva azzeccato che sarebbe finita in merda. Io speravo si sbagliasse, ma ci azzecca sempre" 
"Grazie amico, erano giusto cinque minuti che non ci stavo pensando" osservo mentre m'infilo i pantaloni.
"Prego, non c'è di che. Ora vestiti, ti aspetto di là"
Non ci posso credere che mi abbia incastrato così facilmente. Va beh, per lo meno posso affogare i miei dispiaceri nell'alcol a buon mercato.
"E come si chiama questa tizia?" gli chiedo quando è già fuori dalla porta.
"Heather! Lavora con lei al negozio. È carina, vedrai"
Quindi la conosce pure lui. Ovvio. Ma non era tutto organizzato, nooooo. 
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fioreatestaingiu · 4 years ago
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Quante cose che non sai
Le persone, anche quelle che mi conoscono relativamente bene, credono che io non abbia peli sulla lingua. Tutti pensano che io dica tutto ciò che mi passa per la testa. Ebbene, ci credete davvero? Cioè, sul serio?! No perchè non è così! Però ho deciso di accontentarvi.
A te che pretendi che la tua vita cambi senza nemmeno il bisogno di schioccare le dita (perchè sì, c’è chi pretende di cambiare la propria vita solo schioccando le dita, ma tu sei un livello pro, tu non vuoi neanche fare questo sforzino), vorrei dire un sonoro “CRESCI! VACCAPUTTANA” allegato ad un soave vaffanculo. Perchè, ATTENZIONE SPOILER, nella vita devi farti il culo per ottenere qualcosa e spesso comunque non basta per gli obiettivi che hai deciso di porti. Mi spiace dirtelo, ma i capricci dopo i 10 anni non sono contemplati. C’est la vie.
A te che stai cambiando atteggiamento nei miei confronti, vorrei chiedere perchè; sono pazza o vuoi farti i cazzi tuoi? Entrambe le risposte vanno bene, ma almeno dammele, non tenermi sul filo del cazzo di rasoio.
A te che ci sei sempre e allo stesso tempo non ci sei mai, non so che dire. Ti voglio bene, ma non so mai che momento sia della tua vita. Parlare di più non ci farebbe male... forse.
A te che sei un pozzo di conoscenza per me, come cazzo fai a non capire che dopo un po’ hai rotto i coglioni? Cioè, parli, parli, parli... Parli di tutto e di niente, con altri, non con me. Abbiamo interessi diversi e lo accetto, ma deve farti ben schifo parlare di qualcosa che piaccia anche a me senza dovermi giudicare. Tu sei la perferzione. Hai ragione sempre e solo tu. Sei bravo sempre e solo tu. Eppure (perchè c’è un eppure) non ti accorgi che rompi il cazzo. Che parli di cose che interessano quasi solo a te, che mi interrompi quando parlo o che mi interrompi in maniera “più aggressiva” se, oltretutto, sto parlando e la mia idea risulta diversa dalla tua. Perchè non va bene. Come oso, io, piccola comune plebea, dar contro ad un’idea del Sommo rappresentante del giusto e della perfezione. Scherzi sempre su quanto il tuo ego sia grande e forse non ti rendi conto che lo è realmente. Per non parlare di quando accade un fatto e tu lo ingigantisci; da una briciola di pane sapresti costruire un grattacielo. Un vaffanculo, sonoro, di quelli gridati a pieni polmoni, lo meriteresti.
A te che mi parli alle spalle con le tue amiche, cosa dovrei dire? Fate cagare, vi parlate dietro pure tra voi (e, ripeto, vi considerate amiche, quindi di cosa stiamo parlando?!), non avete rispetto  e stima per voi stesse figurarsi per gli altri. A causa vostra ho scelto di andare in terapia, volevo capire se ero io il problema. ATTENZIONE SPOILER: non era così. Mi avete fatto carico delle vostre frustrazioni, ma non ero io il problema, non lo sono mai stata. Il fatto è che avete trovato qualcuno che vi teneva testa e non eravate preparate. Ma prego eh, continuate pure a farmi le facce di porcellana, a me sta bene. Tanto, voglio dire, prima o poi ci cadrete dallo scaffale, no?
A te che dovresti essere il mentore, la guida di tutti noi. MA LEVATI! Sei in una posizione di potere che non sai gestire. Non sai gestire le persone sotto di te, né le situazioni che esse ti presentano ogni giorno. Non fai altro che casini, crei tensioni, ci metti l’uno contro l’altro e quando potresti effettivamente risolvere un problema te ne lavi le mani. Passi il tempo a sgridarci su whatsapp, “chi ha fatto questo, chi ha fatto quello” poi quando ci vedi di persona sei tutto amicone. Hai una cinquantina d’anni, moglie e figlio e fai battutine a sfondo sessuale a delle poco meno che venticinquenni. Sei solo un vigliacco. E un coglione. Non c’è altro da dirti.
A te, a voi, che condividete il patrimonio genetico con me, eppure con me c’entrate pochissimo. Dite un sacco di cose, pretendete di sapere un sacco di cose, volete sapere cosa succede nella mia vita ma poi non vi informate e, se lo fate, non ascoltate. Andate d’accordo con la prima persona che ho citato. Pretendete botte piena e moglie ubriaca. Non funziona così e sarebbe il momento di rendersene conto.
E, infine, a me. A me che tutte queste cose non le dico. Un po’ perchè penso di essere esagerata, un po’ perchè magari per voi sono periodacci, un po’ perchè al vostro posto non vorrei sentirmi dire queste cose da una persona a cui voglio bene, un po’ perchè non posso dirle se non voglio rimanere a spasso. Così mi tengo le mie frustrazioni, i miei rancori (perchè ormai lo sapete, io non dimentico quando mi fate del male) e non vi dico un cazzo. Però vi meritereste di sentire tutto ciò che non vi dico. Così mi considerate “tossica”, se vi dicessi tutto questo probabilmente mi allontanereste e io non voglio perchè, almeno ad alcuni di voi, voglio bene. Bella merda, eh?
Quindi ve lo dico qui: ANDATEVENE A FANCULO e non serve che io vi dica per cosa. In cuor vostro, se vi dico di andare a fanculo, sapete perchè.
Però un vaffanculo, proprio per tutto questo, me lo merito anche io.
QUINDI VAFFANCULO!
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una-sociofobica-ribelle · 5 years ago
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Fobia sociale - Le frasi da non dire mai a chi ne soffre
| Cronache di una sociofobica #01 | {#CDUS}
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Tanto per cominciare, cos'è la fobia sociale (o sociofobia)?
"Si tratta di un particolare stato ansioso nel quale il contatto con gli altri è segnato dalla paura di essere malgiudicati e dalla paura di comportarsi in maniera imbarazzante ed umiliante."
Non è sempre facile individuare il problema e la causa che scatenano la comparsa di questa fobia. Infatti, chi soffre di questo disturbo, spesso riscontra delle difficoltà nel far capire ciò che prova alle persone che gli stanno accanto, finendo per chiudersi in se stesso e a evitare situazioni che creano disagio.
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Se anche voi, come me, convivete ogni giorno con l'ansia sociale, queste sono 5 frasi che almeno una volta nella vita vi sarete sentiti dire...
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1) "Sei solo timido/a"
Uno degli atteggiamenti comuni assunti nei confronti di chi soffre di fobia sociale è quello di "minimizzare" il disturbo. Se sei ansioso/a ed eviti situazioni sociali che ti causano disagio, potresti pensare che sia solo un problema di timidezza. E arrivi a pensarlo veramente perché chi ti sta accanto, pur di tranquillizzarti, ti conferisce il ruolo della persona timida. Come per dire, "mettiti l'anima in pace. Non stai male, sei solo un po' introverso."
Perché lo fanno? Mah, probabilmente perché l'istinto (soprattutto da parte dei genitori) è quello di proteggerci e quindi di non farci preoccupare. Tuttavia, in base a quella che è la mia esperienza, posso constatare che evitare il problema e banalizzarlo non fa altro che renderlo sempre più evidente.
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2. "Non sono gli altri, sei tu!"
Un altro atteggiamento tipico adottato nei nostri confronti è quello di identificarci con il nostro disturbo. Vale a dire che, se ci isoliamo, la colpa è nostra e non degli altri.
E qui mi sentirei di dire... ma va? Ma guarda un po', non lo sapevo, grazie per avermelo fatto notare!
È ovvio che la fobia sociale interferisca con le relazioni personali. Tant'è che chi ne soffre ha scarse amicizie e sceglie attività lavorative in cui l'interazione sia limitata (o del tutto inesistente).
Su questa base, risulta facile per gli altri identificarci come la causa del nostro problema - siamo noi che non vogliamo stare con gli altri, siamo noi che non ci relazioniamo, siamo noi quelli "strani" - ma quello che non riescono a capire è che ne siamo perfettamente consapevoli! E ricordarcelo non migliorerà le cose, quindi risparmiatevi la fatica. :)
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3. "Sei esagerato/a! C'è chi sta peggio di te."
Questa tra tutte è quella che odio di più in assoluto: pretendere di paragonare il nostro problema a un altro "più grave".
Partendo dal fatto che ognuno di noi percepisce il dolore e la sofferenza in maniera diversa, se il modo in cui io affronto il problema è diverso da come lo affronti (o affronteresti) tu, non significa che io sia esagerata. Non posso scegliere che emozioni provare, perciò mettermi di fronte all'idea che il mio modo di reagire sia sbagliato secondo il tuo punto di vista non aiuterà di certo la mia autostima.
Ci tengo a precisare, comunque, che sono consapevole del fatto che esistano malattie che non possono essere curate con la stessa "facilità" con cui si può curare il disturbo d'ansia sociale. Ma mi spiegate dove sta l'utilità nel farmi presente che ci sono persone che stanno peggio di me? Cioè, per quale motivo dovrei sentirmi meglio nel sapere che esiste gente che convive con le proprie malattie mentre io non faccio altro che lamentarmi?
Non so voi, ma io non ho ancora trovato delle risposte...
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4. "Devi uscire di più!"
Come penso si sia capito, interagire con gli altri ci crea disagio. Eppure, una delle accuse che mi sono state rivolte spesso riguarda proprio lo stare da soli.
In pratica per superare la mia fobia dovrei andare incontro a ciò che temo di più. In un certo senso potrei anche trovarla una buona strategia (di questo, magari, parlerò un'altra volta), ma quello che mi sento di dire è che arrivare a prenderla in considerazione non è facile o almeno non è una cosa così immediata. Occorre molto tempo per riflettere su se stessi e su quello che ci sentiamo in grado di affrontare.
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5. "Se ti impegni ce la fai"
Della serie "Come ho fatto a non pensarci prima?", la soluzione è sempre la più semplice e quando ce ne rendiamo conto ci sentiamo degli stupidi.
Reggetevi forte! La chiave per risolvere tutti i nostri problemi è... la forza di volontà!
Ma seriamente? Cioè, è davvero così facile? Purtroppo devo darvi una brutta notizia: no, non lo è.
Per dimostrarvi quanto io trovi assurda la logica del "se ti impegni, ne esci" vi riporto le parole di Irene Facheris, tratte dal suo video "i disturbi mentali e la discriminazione" (che trovate su YouTube):
"Se mi spacco una gamba non mi basta desiderare ardentemente di guarire! Devono comunque operarmi, mettermi un tutore e darmi dei medicinali. Per i disturbi mentali vale la stessa cosa. Non possiamo limitarci a raccontarli come una questione di forza di volontà, sennò arriviamo a dire che chi non guarisce non ci riesce perché non si impegna abbastanza."
Et voilà, non mi sento di aggiungere altro.
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--NdA--
Fatemi sapere quali sono le frasi che vi siete sentiti dire più volte. E se ne avete altre che io non ho aggiunto, scrivetele pure! :)
@una-sociofobica-ribelle
Instagram: @bea.trix98
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janiedean · 6 years ago
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Hai qualche consiglio su come ottimizzare l'esperienza "fandom"? Vi sei dentro da molto più di me e ne saprai una più del diavolo. In verità la mia domanda deriva dal fatto che sto avendo esperienze pessime. Ammetto che i miei gusti possano essere discutibili, perché mi piacciono temi più oscuri, ma ovunque mi giri, c'è gente che afferma cose così pesanti che, per quanto derivino da sconosciuti su internet, ti fanno dubitare di te stesso come persona e questa cosa mi fa paura...
(Stesso anon) Inoltre, ho notato che un tempo, quando ero fuori dai fandom, leggevo e vedevo cose senza troppi filtri e avevo uno spirito critico molto più acuto. Adesso, qualsiasi cosa legga o veda, passa nella mia testa prima sotto il giudizio diffuso nel fandom e poi sotto il mio personale giudizio. A volte penso di lasciare semplicemente i fandom, ma a questo punto ho come l'impressione che anche in quel caso il pensiero dei loro giudizi sulle cose mi farebbe sentire una persona orribile.
*schiarisce voce* caro/a anon, dovendo farti la diagnosi non professionale temo che il problema qui sia che sei circondato/a da gente scema e purtroppo il clima idiota di sto sito non aiuta in nessun senso. se vuoi ottimizzare devi fare almeno le seguenti cose:
unfollowa immediatamente tutta la gente che segui che rompe il cazzo su quanto ti possono o non possono piacere le cose, blocca quelli particolarmente idioti, eliminali tutti senza se e senza ma e se sono mutual pace meglio perderli che trovarli;
(oppure fatti direttamente il blog nuovo da zero e molla quello prima, forse è pure più radicale)
rifatti la dash seguendo persone/discourser che usano la testa e che allo stesso tempo non siano il secondo lato della medaglia (c’è fictionisnotreality che mo credo che il blog sia fictionisnotreality2 o una roba simile che reblogga cose molto level headed e intelligenti e di solito il suo following/la gente che gira intorno a quel blog è piuttosto okay) così invece che avere il bombardamento di cose dette da anti leggi solo cose sensate di gente che li debunka;
cercati/leggiti cose scritte da gente che effettivamente è mental health professional sul discorso del consumo/creazione di darkfic/materiale problematico perché ti giuro chiunque sia del campo/professionale/NON CRETINO (ie pls evitare gli ammmericani di parte tipo quelli che consulterebbe il moige) ti dice che è una cosa che va bene/che ti fa bene/che è il modo più healthy di fare coping e simili - cioè rega non c’è assolutamente niente di male nel consumare media **problematici** finché non hai la tendenza a voler replicare sta roba irl ma allora è perché tu persona generica hai problemi, non perché sia colpa del media. cioè siamo chiari se uno decide di fare il serial killer sceriffo perché ha visto dexter la colpa non è di dexter, è di quello che evidentemente era già predisposto per problemi pregressi suoi e potrebbe stato essere triggerato da qualsiasi altra cosa;
il problema non è che sono sconosciuti su internet, è che al 99% dei casi sono ragazzini quindicenni che di psicologia non sanno un cazzo o americani puritani che pensano di sapere qualcosa di psicologia perché hanno rebloggato due post su quanto freud sia unammerda in tutto e per tutto (spoiler: iente di più sbagliato X°D) quando poi invece fanno cose che sembrano uscite da freud papali papali e non sanno assolutamente nulla dell’argomento quindi non è solo che so sconosciuti, è che loro hanno metodi poco salutari di campare e riassumono il peggio del calvinismo ammmericano quindi cioè...... quello che ne pensano loro è da ridere e basta;
io pure di sti tempi se vedo i film penso ‘diomio se sta cosa la vedessero su tumblr morirebbero’, ma lo penso per riderne di tumblr, non perché me ne frega veramente un cazzo di quello che ne penserebbe;
tldr: devi tentare di rovesciare la prospettiva che hai e vedere sta gente come i cretini che sono e fare quello che cazzo ti pare.
ora, sia chiaro che personalmente ste cose non mi toccano anche perché rega siamo seri leggevo dylan dog a undici anni e ho consumato media che PURI non erano infinitamente prima che fossero age appropriate perché ho avuto dei genitori Non Cretini A Cui Su Quello Non Ho Niente Da Dire e comunque mi hanno sempre spinto a pensare con la mia testa - mo che fanno gli anti, denunciano mia madre perché quando a otto anni m’ero presa con il gobbo di notre dame e volevo leggere l’originale me l’ha comprato invece che dirmi che forse era il caso aspettassi? (ps: M’ERA PURE PIACIUTO L’ORIGINALE E UNPROBLEMATIC SICURO NON LO E’ ma vabbé.)
poi: sta gente parla sempre come se SAPESSE TUTTO ma per dire........ se la gente che se lamentava di call me by y/our name e AAAAAAH GLI ETERO CHE VOGLIONO SOLO CERTE COSE DAI MEDIA PER GLI LGBT ECCETERA vedesse pure un centesimo della roba fatta da registi effettivamente lgbt morirebbe. cioè secondo te se tumblr scopre chi è fassbinder o vede un film di jarman (sorvolando che manco sanno che cmbyn l’ha scritto james ivory mica uno etero) e vede che gli uomini gay non sono proprio puri TM da quel punto di vista non entra in corto circuito? cioè rega siamo seri quando vengono a dire che AH MA TANTO LE DONNE ETERO E GLI UOMINI GAY MICA HANNO LE STESSE FANTASIE LE DONNE ETERO GLI FANNO FARE COSE DEPRAVATE GLI LGBT SONO PURI e cazzi vari......... io non voglio dire che dovrebbero vedere querelle de brest (fatto da un regista gay tratto da un libro di un uomo gay) ma cioè........... leggete la trama e ridi pls XD cioè basta che vedi dieci film (o tf) o leggi dieci libri scritti da gente lgbt prima dell’anno del signore 2000 per vedere che sta gente manco sa un cazzo di media lgbt, e devi starli a sentire su qualsiasi altra cosa quando fanno solo la retorica che gli lgbt sono puri e splendidi e non hanno desideri perversi quando siamo tutti persone umane e nessuno è più puro degli altri in sto senso anzi? cioè, sta gente non sa quello che dice e fine, e non bisognerebbe filarsela manco di striscio.
(sotto il cut bc personal stuff e post lungo)
poi: io parlo sempre personalmente ma cioè visto che credo di essere l’esempio vivente di Le Teorie Anti Non Hanno senso e tanto siamo in italiano lo dico e tanti saluti senza fa cose troppo specifiche. quando si tratta di roba fictional, per quanto sia una di quelle persone che difende strenuamente le romcom (fatte bene) e non sono assolutamente una di quelle persone che gli schifano le commedie perché EW (rega no), un sacco di volte la roba che mi piace non è unproblematic o **romantica** o felice manco per niente. il mio tf preferito è deadwood santoddio XD, credo che nella mia top five dei tf ci siano tutti drammi con pg problematicissimi e forse ce sta una commedia nella top ten, ho l’intera bibliografia di stephen king che mi fa esplodere la libreria e i due punti della mia adolescenza TM in cui ho avuto il momento UHM AH OK QUESTA COSA E’ HOT sono stati a) clint eastwood che sparava a dieci persone contemporaneamente all’inizio di per un pugno di dollari, b) uma thurman che faceva a fettine ottantotto persone nel giro di due minuti in kill bill v. 1. non vado manco addentro al periodo che vedevo solo film horror pesi o al fatto che la roba splatter esagerata mi diverte da morire e simili, sorvolando che voglio dì so sette anni che sto addentro asoiaf che è tipo il pozzo del problematico ma tldr: according to tumblr, io dovrei essere una di quelle persone che creano dark content ogni tre per due, ha fantasie violente e le dovrebbero tirare i villain eccetera.
spoiler: col cazzo. irl la violenza mi fa schifo, le armi per me devono stare e rimanere nei film western o nei cosplay se sono finte e fine, il dubcon/noncon è una di quelle robe che mi fa veramente girare lo stomaco, il mio pg preferito sette volte su dieci è il cinnamon roll e tre volte su dieci è l’archetipo ‘persona sarcasticissima che parte come antieroe/negativamente ma poi si scopre che moralmente ha il compasso dal lato giusto ma TRAUMI’ e non è il **cattivo**/pg problematico tipo quasi mai (e i cattivi mi piacciono quando sono efficienti e non apologetic tbh, ma per dire se pigli il trio first order dei film nuovi di sw per me ky/lo ren ha cominciato a esse vagamente interessante in tlj perché si è visto il background e s’è capito 100% che lo redimevano e che sta da quella parte per manipolazione pregressa e non perché Ha Quella Personalità, hux non mi dice niente e non me ne può fregare di meno, a phasma VOGLIO VERAMENTE BENE ma cioè se te leggi il libro vedi che è una stronza di prima categoria che hux se lo sogna di arrivarci XDDDD, ma non è che phasma è il mio pg preferito dei film nuovi è solo l’unica persona PESSIMA di cui mi sbatte in quanto persona pessima), non ho fantasie violente o **problematiche** di nessun tipo, per me il concetto ‘ho un kink ma non lo farei mai irl’ esiste per gli altri perché i miei kink personali sono tutte cose che non avrei problemi a fare irl (alla peggio roba che non è la mia la scrivo perché lo sarebbe del pg in questione ma non esiste una cosa su cui mi tiri avere fantasie ma che non vorrei poi effettivamente mai fare irl - ovviamente è una situazione che capita ad un sacco di gente solo non a me), i kink in questione sono tutta roba che implica consenso da entrambe le parti e la cosa più outlandish che abbia in lista credo sia il crossdressing che voglio dì.... n’è manco tanto outlandish X°D e tutto il coping che devo fa per issues *mie* lo posso fare scrivendo roba che darkfic proprio non è, cioè rega siamo seri io in qualsiasi fandom ho avuto gira e rigira ero famosa per il fluff e quando scrivo angst due volte all’anno la gente di solito è tipo WTF IS HAPPENING MA STAI BENE XDDD, cioè io manco lo produco il content problematico pure se mi piace consumarlo perché non frega un cazzo di produrlo a me e sono più interessata ad esplorare altre cose. ma comunque consumo un sacco di content problematico e di nuovo, rega me piace tarantino e so venuta su a spaghetti western e se la gente qui sopra sapesse cosa ci sta dietro il fluff che scrivo non se lo immaginerebbe mai e penserebbe che vivo a romcoms. e tipo... le vedo volentieri le romcoms che per tumblr sono catered at female fantasies, ma siamo chiarissimi per la mia female fantasy è molto più allettante rivedermi bruce willis che si ammazza un grattacielo di terroristi in die hard e tutte le romcoms che piacciono a me al livello di ‘FILM TOP’ e non ‘film gradevole con cui passare il tempo quando sono dell’umore’ non so mica quanto contano per female fantasies di tumblr (idk non credo che l’appartamento o sabrina o accadde una notte siano il top almeno per loro XDDD) ma cioè......... quella roba mi piace crearla più che consumarla almeno in percentuale. e non lo diresti mai se leggi solo la roba che scrivo.
peccato che però lo faccio e la cosa non mi rende pessima o niente XD cioè tutta la roba pesa/non unproblematic che ho mai letto/consumato non mi ha creato traumi (se non contiamo che se penso a rivedere sacco e vanzetti mi viene da piangere ops XD) e non si riflette necessariamente né nelle mie preferenze irl né su qualsiasi altra cosa.
tornando a te: ti direi di fare quello di cui sopra, magari eviti tumblr per un mesetto e intanto fai i cazzi tuoi e ti vedi quello che ti pare senza fartici filmini mentali sopra. quello che ci piace in fiction e in potenza non dice un cazzo su come siamo come persone o sul nostro compasso morale - magari lo dice su altre cose, ma non sul nostro valore intrinseco.
e comunque gli americani su internet è il caso di ignorarli 99% delle volte XD
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ci-gi · 6 years ago
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Stasera io e una mia amica eravamo in un bar a sorseggiare una birra, la seconda nastro della serata. Entra nel locale una persona visivamente non lucida e tra le poche persone nella saletta interna del locale decide di sedersi vicino a noi. La mia città è piccola, e prima o poi impari chi sono i personaggi da evitare o che sai possono rovinarti la serata in dieci minuti. La persona che ha deciso di sedersi vicino a noi è uno di quei personaggi. Si siede, sbiascica, ci riempie di complimenti e contemporaneamente ci offende dicendoci che ci credeva più intelligenti di come siamo, che siamo ignoranti, che dobbiamo farne di strada per capire il mondo. Io annuisco a qualunque cosa dica. Un po’ perché credo sia vero, un po’ perché non voglio contraddirlo. La persona è il doppio di me e della mia amica, conosco quello che potrebbe succedere se dovessi trovarmi in disaccordo con lei, è un uomo grande di quasi quaranta anni che dopo averci offeso o comunque giudicato ci confessa che farebbe volentieri l’amore con noi. Invade il nostro spazio peripersonale, appoggiando le sue mani sulle gambe, sulle nostre mani, sul nostro viso. La cosa degenera quando si alza, per nostra contentezza, e il proprietario del locale gli fa presente che sta esagerando, che deve rimanere al suo posto, non può importunarci così. Lui se ne risente, comincia ad alzare la voce, minaccia di distruggere tutto, chiede al ragazzo in questione di “uscire fuori”, chiaro segno di minaccia fisica, e tutto l’allegro teatrino che può mettere su uno che non sta minimamente ragionando data la quantità di sostanze illecite assunte nel corso dei suoi anni.
Va via, poi dopo poco ritorna e ricomincia coi complimenti, sussurrando che il divano su cui siamo sedute potrebbe essere adibito ad altro scopo. Dopo poco decide di denudarsi cominciando dalla maglietta. Decidendo di aver resistito anche troppo, io e la mia amica ci alziamo, allontanandoci.
Ora, lasciando perdere il fatto che ci siamo dovute spostare da dove eravamo perché un testa di cazzo cocainomane ha deciso di mostrarci i suoi addominali poco scolpiti, quello che mi ha colpito è il senso di minaccia che ho provato. E lo so di non aver scoperto l’acqua calda, ma solitamente non sono una che da’ di matto o prova particolare senso del pericolo in determinate situazioni. Ritengo di riuscire a valutare una situazione potenzialmente pericolosa quando effettivamente lo diventa. Detto ciò, quello che io ho provato, come poche volte in vita mia, grazie a Dio, è stata paura, pura e semplice.
Paura perché ho pensato di dover tornare a casa da sola e a piedi. Perché ho temuto che, essendo come ho già detto una città piccola, me lo potessi ritrovare sulla strada di casa. Di casa. Cioè mentre sto raggiungendo quello che reputo essere lo spazio fisico più sicuro della mia vita, io ho avuto paura di non esserlo, al sicuro. Non è successo nulla, ma ho avuto paura. E vedi che è brutto tornare a casa decidendo di metterti una sola cuffietta piuttosto che due per essere più vigile e attenta ai rumori alle tue spalle. Vedi che è brutto pensare di essere in minoranza fisica e non poter reagire in alcun modo nel caso dovesse verificarsi la cosa peggiore che hai pronosticato. Lo dico perché forse, chi è dall’altro lato, non lo capisce. Ma non perché abbia una qualche mancanza cognitiva, semplicemente non lo capisce perché non ha mai avuto bisogno di provare quella stessa paura per sè stesso. Io stasera ne ho sentito il bisogno, ho sentito il bisogno di sentirmi minacciata per essere maggiormente pronta al potenziale pericolo.
Perché la paura rende vigili. È uno dei sentimenti più adattivi, a mio modesto parere. E nonostante ciò, mi sono sentita pure in colpa e anche una mezza cretina ad averla provata.
Cioè, io stasera mi sono vergognata di aver pensato di chiedere ad un mio amico di accompagnarmi a casa, e di non aver avuto il coraggio di farlo perché reputata esagerata come reazione. Vergognata di avere paura di farmi la strada più velocemente del solito, guardandomi indietro ogni tanto per vedere chi c’era alle mie spalle. E tutto questo perché mezz’ora prima un cazzone grosso il doppio di me mi aveva poggiato la mano sulla gamba dicendomi “ci farei l’amore con te”.
Che strana situazione, quella di una donna che vuole solo tornare a casa ascoltando una pessima canzone su youtube senza preoccuparsi dei rumori circostanti. Che strana situazione, quella di una donna che si voleva solo prendere una birra con una sua amica e si è trovata un tizio senza maglietta di fianco. Che strana situazione, quella di una donna che vuole solo non essere rotta il cazzo un giovedì qualunque di settembre.
Il tizio alla fine se ne è andato come è venuto. Ma il problema è che, nel frattempo, ha instillato nel cervello la consapevolezza di essere inferiore fisicamente e facilmente sovrastabile in tal senso. Il problema è che da ora in poi, quando torni a casa da sola, ti sentirai in dovere verso te stessa per preservare la tua incolumità, di essere più vigile di quanto tu non pensassi ce ne fosse bisogno. Ammetto che possa sembrare una reazione esagerata alla cosa, ma intanto, è ciò che ho provato.
E non vedo perché io debba avere timore di poter fare una cosa tanto semplice, come tornare a casa da sola.
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lampieroi · 7 years ago
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shoot down the moon
Alla fermata del tram, con gli occhi improvvisamente sfogliati da una o due lacrime, tutte implicite, ho fissato il cavo che s'illuminava con coerente cadenza e tagliava perpendicolare l'edificio, un paio di alberi e il cielo eloquente e vuoto di novembre.
Ho fatto una cosa nuova che mi ero ripromessa da anni e di cui avevo golosità, ma senza accento - una promessa che somiglia a quando salvo una gran mole di articoli online che sono bravissima a dimenticare - e cioè sono andata al cinema da sola. La sensazione più eccitante, nel correre gli ultimi metri per salire sul tram giusto, era la consapevolezza che è davvero una cosa nuova e penso di non averne fatte da un po'. Insolita, come il posto in cui sono andata: il Lux, che mi è stato familiare altrove e che ha un'unica lampante pecca: l'aggiunta a quella specie di insegna, dipinta leggera sulla facciata, recita "cinema d'essai". Non sarà pretenzioso nella sostanza, perché al Lux è proprio ciò che fanno (qualsiasi cosa significhi), piuttosto nella forma, che poi quando nessuno mi guarda diventa una godibile ossessione.
Al Lux davano Jules et Jim, un titolo che avevo letto più volte in uno di quegli articoli rimandati e obliati - ho controllato scrupolosamente che il verbo esistesse anche in italiano, per la forma, si sa, e perché non mi perdonerei mai se cominciassi a francesizzare anche la mia percezione - ma anche in un libro che mi è ancora crocifisso nella mente. Forse è perché capisco poco dei film, facendomelo bastare, ma ho guardato Jules et Jim e nel frattempo lo pensavo, con il risultato che la mia consueta riga tra le sopracciglia, quando hanno acceso le luci, era il solco di un trattore in campagna - ma una fortuna perché non ho mai pensato me stessa (eccetto, dovere di cronaca, in una frase su un personaggio minore, quale coincidenza).
Ho capito che mi sarei prima o poi affezionata a quell'adorabile crucco di Jules, snobbando lo smilzo Jim e i suoi francesissimi baffi, ma ovviamente mi sbagliavo: a Jules mi sono legata nei primi minuti, e allo scoccare puntuale delle sue idiozie successive lo giustificavo e perdonavo, dando la colpa, logicamente, alla traduzione della vita - del resto lo stesso personaggio spiega che nella propria lingua madre cambiano di sesso persino l'amore, il sole e altre cose molto più importanti. Quello che Jules capisce non è la morale (che pure nemica non sarebbe), e per me che mi incurvo sempre di più, seduta sull'altra pecca del Lux, è la vitalità dell'essere fedeli a qualcosa, e l'ho amato e perdonato per questo e per il suo sguardo austroungarico che si riduceva scena dopo scena.
Un piccolo sussulto l'ho avuto quando ho scoperto che la loro Catherine era la mia povera Madame Carala, conosciuta insieme al Lux, ad Ascensore per il patibolo e F. (bravi tutti, quasi ma non come Miles Davis che ha improvvisato la colonna sonora sulla pellicola, lì). Ma non aveva più grandi tracce, dopo la nostra prima esagerata empatia mentre lei setacciava Parigi. La mia Florence era come Catherine, spoglia e cava, ma vista vera. Guardata guardandola direttamente, come dice il narratore di Jules et Jim, per il quale solo il secondo dei due lo fa con questa nuova fosca, e pure troppo tardi.
Ecco, la mia bella solitudine attaccava Catherine come una balestra irsuta, e forse non capivo lei o forse non capivo Truffaut, non lo so. Ma ho sempre pensato che non fosse mai presente, in questa storia, dove invece rimbombavano come graffi le rappresentazioni che avevano di lei quelli che l'hanno amata o che hanno pensato di essersi solo illusi di averla avuta.
Proiettate c’erano le loro impressioni su Catherine, e quindi non quella che lei è, ma come la potranno mai ricordare dopo tutto quel passato. Una specie di Odette de Crécy, credo. Del resto è il mio Jules a ricordarmi che sto guardando lo scheletro della mia Carala, quando le scrive, durante quella guerra che lo ha trasformato in una libellula, una delle frasi più belle del film: «ormai non penso alla tua anima, alla quale non credo [nemmeno] più, ma al tuo corpo».
Forse la brutalizzo perché non credo che una donna così possa esistere: e non è una gran bella cosa da dire, oggi poi, ma non le credo, o non credo a Truffaut, non lo so. Anche adesso, questa notte, mentre per ironia della sorte ha appena cominciato a cantarmi nelle cuffie Yoko Ono, decisamente la più inaspettata e insolita presenza della serata, la penso e non penso di vedere Catherine, di cui pare obbligatorio dire che ci sia moltissimo (da dire). Assomiglia a Carala e quasi non mi do pace… ma sono due donne morte diverse. Gioca a fare la meschina, la contraddittoria che sa amare infedelmente, ma mi sembra solo un brutto ricordo. E allora quando dice che non vuole essere capita, è davvero lei, ed è possibile che non lo voglia? E quando canta, e i sottotitoli del film si fermano e cerco di sbirciare nel mio francese per capire di cosa parla, è lei che ha cantato, e lo ha fatto così a lungo e così bene, per due amici e un Albert, è davvero esistita in quella stanza con quella voce?
Ho cominciato ad amare Jim quando lui si rende conto, attraverso la voce asettica e perfetta, bassa, del narratore, che la contemplazione di Catherine merita solitudine e che in compagnia, in un'ingombrante folla amorosa, «Catherine diventava un'emozione quasi relativa». E infatti l'ho visto cercare di sedurre piuttosto Jules o almeno la sua crisalide, e ascoltarlo e abbracciarlo; ho pensato che a quella passione dormiente si appoggiava contrastandola la serie di ricordi di un’amicizia su cui, prima della guerra, valeva la pena scrivere un romanzo.
Così l’amore che aveva indotto al rispetto, tra Jim e Jules, lo ridisegna la guerra e il passaggio fantastico tra l'inno francese recitato ironicamente al telefono, per dimostrare che ormai l'accento francese calza ed è da manuale, e il momento in cui Jules spara contro quell'inno e quella bandiera. «Poiché la guerra tirava per le lunghe, la vita divenne semplicemente vita di guerra», o qualcosa del genere.
Ecco, è la guerra un'altra cosa importante che, come Jules spiegava, in tedesco si usa al maschile. Purtroppo la sua fine è proprio come me la immaginavo: la fine di Jules, intendo. Invece la fine della vita di trincea - e dei crudi scambi epistolari - lascia una scia di cimiteri sul Reno, dove Jim si perde per temporeggiare e non farsi incontrare, e il narratore mi fa malissimo quando dice che la terra è quasi tutta ferro ormai da quelle parti, e che a cannoni ancora caldi già portano i bambini in età scolare lungo quei campi di vittime a mo’ di museo.
La mia banalità si esaurisce alla scritta FIN, ormai ai personaggi ho puntato contro tutto - soprattutto a Jim, che capisce e non fa, o fa il contrario. Fuori dal cinema, sotto il nome Lux e le impressioni che già mi aveva lasciato, origlio una ragazza chiedere agli amici se anche per loro Jules ha amato Catherine più di Jim. La domanda non mi aveva mai raggiunta ma mi torna in mente adesso, quando ho spento anche la musica e nervosamente mi chiedo perché non ho l'audacia di scegliere una risposta, o la memoria per sapere cosa avrei risposto mentre ero ancora davanti allo schermo e mentre quello mi toglieva la mia Carala.
Quello che faccio invece: riaffioro, cava come quell'amore, con la stessa libertà. Non irrompo, non scatto. Sembro Jim, che può anche essere voluto ma non per questo sentirsi presente. Anzi.
J «Un giorno tornerò alla letteratura con un romanzo d'amore, e i personaggi saranno gli insetti».
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renzanandsinghramananda · 7 years ago
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Emorroidi solidali: se ti fa male il sedere rilassa le labbra
Alcuni muscoli sono accoppiati. E il fatto che ci sia una connessione tra bocca e ano, entrata e uscita del cibo, ha una sua logica.
Se hai le emorroidi rilassare la parte dolorante è difficilissimo e puoi ottenere un risultato opposto perché puoi provocare un aumento dell’afflusso di sangue e quindi un maggiore gonfiore.
In questo articolo ti racconto come ho cercato di affrontare questo malanno, successi e insuccessi. Una ricerca che ho condotto grazie al contributo di molte persone che hanno raccolto il mio invito a raccontare la loro storia emorroidale.
In questo articolo vedremo anche altri modi per ridurre il danno: cambiare modo di evacuare (torniamo alle origini defecatorie naturali), usare un cuscino a ciambella se si sta troppo seduti, mettersi con le gambe verso l’alto, appoggiate a un muro, e respirare in modo naturale per ridurre la bassa pressione
Attenzione questi consigli non vogliono sostituirsi alle terapie mediche! (vedi l’AVVERTENZA finale)
Come rilassare le labbra, le gengive e la lingua.
So che può sembrare un’affermazione delirante. Qualcuno dirà: “Ma come si fa a rilassare la lingua? Quando mai è contratta!?! E poi perché?”
Mi dicono che secondo i principi della medicina tradizionale cinese alcune zone del corpo sono accoppiate con alcuni muscoli.
Se hai l’ano infiammato sarebbe utile rilassare la zona per diminuire il dolore dovuto alla tensione della pelle. Ma proprio perché ti fa male non riesci a lasciar andare la contrazione. Allora puoi rilassare questa zona de-tendendo i muscoli gemellati di labbra e lingua. La gengiva non ha muscoli ma puoi ugualmente fare finta che li abbia e lasciar andare la tensione nella zona gengivale.
Forse se ti metti ad ascoltare se le tue labbra sono contratte non percepisci la contrazione. Spesso però, ascoltando per qualche minuto, non di più, per qualche giorno, ti potresti rendere conto che c’è una contrazione che non avevi indentificato…
Rilassare le labbra è abbastanza facile, basta provarci per un po’ di minuti per qualche giorno di seguito e poi diventa un’abitudine accorgerti quando tieni le labbra “tirate”.
Immaginare di rilassare le gengive non è poi difficile, basta fare finta di farlo, pensare di farlo per ottenere il risultato.
Più difficile decontrarre la lingua. Almeno per me lo è stato.
Puoi provare a appoggiare la testa sul cuscino, di profilo, cioè con l’orecchio sul cuscino, stando orizzontale sul letto. Prova a tenere la bocca socchiusa, con anche la mandibola rilassata contro il cuscino. Stando così prova a spostare la lingua verso l’alto, cioè verso la guancia opposta a quella appoggiata al cuscino. Poi abbandonala alla forza di gravità di modo che scivoli verso la guancia appoggiata al cuscino.
Sembra facile… Ma probabilmente ti accorgi che non riesci a lasciarla cadere da sola, senza usare i muscoli per spostarla.
Se proprio non riesci a lasciar andare la tensione linguale puoi provare a chiudere il pugno e poi lasciarlo rilassare lentamente immaginando che il pugno sia la tua lingua. Frase che può sembrare “scema e impossibile” ma se ci provi ci riesci; misteri dell’umana capacità di visualizzare azioni impossibili.
Probabilmente osserverai quasi subito che la zona anale si decongestiona.
Magari non la prima volta che lo fai ma dopo qualche tentativo.
Anche rilassare la nuca è utile.
Ho individuato solo un’altra coppia di muscoli gemelli: la vescica è collegata con i muscoli della mandibola. In caso di crisi cistitica rilassare la mandibola è sensazionale!
Le mie emorroidi
Una decina di anni fa fui travolto dalle emorroidi che a più riprese mi costrinsero a letto (piangente per il dolore) per alcuni giorni.
L’accidente scatenante fu che, recitando un monologo di 1 ora e 45, sforzavo i muscoli del perineo, cioè quelli intorno all’ano… Finito lo spettacolo ero a pezzi. Il primo miglioramento l’ho ottenuto grazie a Eleonora Dalbosco, grande specialista della voce e del bel canto, che mi ha spiegato che parlavo con un tono di voce non naturale, troppo basso, e quindi mi trovavo a sforzare la voce, spingere troppo verso il basso e aumentare così la pressione nella zona emorroidale. Alcune lezioni con lei mi hanno permesso di migliorare l’uso della voce e la situazione post spettacolo è notevolmente migliorata: recitare non era più uno strazio… Ma visto che il malanno persisteva mi rivolsi a uno specialista di cui mi fidavo (è pure mio parente) che mi diagnosticò sia le emorroidi che una fistola. Il suo consiglio fu quello di operarmi immediatamente. Essendo io un vile decisi di rimandare l’intervento, spaventato anche dal fatto che alcuni amici erano stati operati ma poi avevano subito ricadute. Decisi così di rivolgermi ai lettori del mio blog per raccogliere pareri, esperienze, consigli. La risposta fu di massa! E mi misi quindi a sperimentare con diligenza buona parte delle proposte che mi arrivarono… Mi dà gran gusto sperimentare, sempre sperando di trovare la soluzione definitiva e prendere quindi il Nobel emulando il mio insigne genitore. Certo, un conto è prendere il famoso premio per la letteratura, un conto è prendere il Nobel per le emorroidi… Sì, perché c’è da dire innanzi tutto che se c’hai una cefalea o una peritonite da un certo punto di vista fa pure figo. Se c’hai le emorroidi sei un gradino sotto perfino alla diarrea. Il che ti avvilisce e diminuisce le tue capacità di autoguarigione…
Comunque è una vergogna comune: ci sono circa 3 milioni di italiani che ne soffrono. Ecco quindi, a distanza di anni e di molte delusioni sperimentali, il bilancio della mia storia: non ho trovato il metodo per sconfiggere le emorroidi ma sicuramente alcuni modi utili per alleviarle. Non vi vendo miracoli. Innanzi tutto devo dire che nel mio caso c’era dolore forte immobilizzante, ma non c’era fuoriuscita di parti interne del corpo… Cioè erano notevoli ma non gravi.
Devo poi aggiungere che non sono riuscito a sconfiggerle completamente, però ho ridotto drasticamente il disturbo. Da parecchi anni non mi è più successo di avere dolori importanti, non mi è più capitato di dover restare a letto bloccato.
Cura di emergenza
Grazie ai consigli raccolti sono arrivato alla conclusione che in caso di dolore acuto ci sono solo quattro mosse che funzionano.
Primo: un intervento chirurgico d’urgenza.
Secondo: sdraiarsi sul letto appoggiando le gambe in verticale contro il muro, restare così una mezz’ora. Allevia. In questo modo la pressione del sangue defluisce dalla parte bassa a quella alta del corpo, cioè si riduce la pressione nella zona e si ottiene una diminuzione del gonfiore e del dolore.
La terza tecnica riguarda il modo di defecare. E se l’avessi scoperto subito mi sarei risparmiato dolore a fiumi (ma perché i medici raramente te lo dicono?). Il modo naturale di andare in bagno è alla turca, cioè accovacciati. La posizione seduta sul water è innaturale perché l’ultimo pezzetto dell’intestino fa una curva e quindi per espellere si fa fatica per una ragione meccanica. Accovacciandosi invece l’intestino finale si trova, diciamo così, a “raddrizzarsi” e il tutto risulta meno traumatico. Ovviamente è un problema entrare in casa con un piccone e sostituire il water con una turca, anche perché magari i conviventi s’incazzano. Ma io (e per questo dovrei ricevere quantomeno riconoscimenti internazionali) ho scoperto che si ottiene lo stesso identico risultato semplicemente piegandosi nel momento del bisogno, cioè tendendo il busto piuttosto orizzontale invece che verticale (vedi immagine 1) (((foto dal mio blog resa graficizzata a mosaico o poster con filtri. Basta la sagoma senza mi si possa riconoscere).
Nella fase espulsiva puoi anche spingere con i piedi sul pavimento e otterrai un’espulsione ben più morbida con gioia emorroidistica.
Importante anche non spingere “di sedere” cioè con i muscoli della parte finale dell’intestino ma usando il movimento del diaframma per espellere (funziona proprio meglio). Ne parlo più diffusamente nel prossimo paragrafo sulla respirazione emorroidica. Questo consiglio va bene per tutti eccetto per chi ha una pancia esagerata… E quando dico per tutti intendo anche per chi non soffre di emorroidi perché si evita che ti saltino le venuzze delle orecchie o ti venga l’infarto nel momento cruciale espulsivo (Scherzo. Cioè non ti saltano gli orecchi ma comunque è una posizione sana per tutti).
Finita la crisi è il caso di diminuire l’irritazione della zona. Io reputo miracoloso l’uso di un semplice cuscino a ciambella, ce n’è di gommosi, sui 15/20 euro, io me lo porto ovunque, nascosto da una graziosa foderina a borsa con manici. Già solo questo mi ha risolto buona parte del problema. Se stai molte ore su una sedia te lo consiglio. Inoltre la ciambella, un po’ sgonfia, fa bene pure per la cistite (perché decomprime la zona pubica) e per il mal di schiena, (perché ti porta a fare micro movimenti con la spina dorsale e a cambiare i punti di appoggio sulle vertebre).
Passata la fase acuta è buona cosa ottimizzare il respiro.
I polmoni sono un pallone che si gonfia e si sgonfia. Quindi si ottiene una dilatazione della cassa toracica verso l’alto e orizzontalmente e un movimento del diaframma (che sostiene i polmoni) verso il basso. Si respira con il naso senza svuotare o riempire i polmoni completamente. L’espirazione avviene semplicemente lasciando andare il fiato in modo simile al sospiro di sollievo. Cioè la muscolatura la usi per inspirare, ma per buttare fuori l’aria non serve spingerla fuori, basta lasciare andare i muscoli che hai usato per inspirare.
Se il ventre non è contratto il movimento verso il basso del diaframma muove tutti gli organi e i visceri del ventre, fino al pube e all’ano.
Questo movimento è benefico per tutti i tessuti perché tonifica e aiuta la circolazione del sangue nei capillari.
È importante che questo movimento non avvenga solo verso il basso ma anche verso l’alto. Una respirazione che non fa muovere la parte alta della cassa toracica ha l’effetto di aumentare la pressione sanguigna nella parte bassa del corpo (bacino e gambe) agendo negativamente sulle emorroidi (ma anche su vene varicose, ernie e simili).
Importante la respirazione anche perché lasciando che il respiro smuova naturalmente i visceri si ottiene di provocare l’evacuazione (o defecazione che dir si voglia) senza dover spingere con i muscoli per espellere l’espellibile. Il che è particolarmente fastidioso (lo spingere localmente) se si sperimenta un’infiammazione in quella zona.
La respirazione corretta inoltre, visto che fa muovere i visceri, ha un effetto positivo sulla stitichezza.
Un altro rimedio collaterale riguarda la consistenza della materia prodotta (che a questo punto mi permetterete di chiamare cacca, merda e pupù, visto che ormai siamo in confidenza a furia di parlare di buchi di sederi).
I semi di chia sono un antichissimo rimedio dei nativi americani. Lasciati a mollo 5 ore diventano una mucillagine con un effetto rinfrescante, ma soprattutto trasformano le feci in una sostanza morbida e lubrificata che se ne va via che è una bellezza. IMPORTANTE: alcuni sconsiderati propongono di consumare i semi di chia senza metterli a mollo per 5 ore. Molti sostengono che è pericolosissimo farlo perché essendo idrovori se ingeriti asciutti si possono attaccare alle pareti dell’apparato digestivo come piovre e lì marcire generando ogni sorta di schifo.
Una soluzione pret a porter sono le bibite pronte con l’aggiunta di semi, che a quel punto sono a mollo da tempo e non dovrebbero dare problemi. COMUNQUE prima di ingerire questi semi chiedete il parere ad un medico. Alternativa alla chia, in caso di intolleranza, sono i semi di psillium, che vanno messi a mollo pure loro per gli stessi motivi.
Nella fase acuta sono pure utili le creme. Le ho provate tutte. Molte contengono derivati del petrolio e le eviterei. Le migliori che ho sperimentato e che hanno ottenuto il massimo di pubbliche ovazioni da parte dei miei consiglieri solidali, sono quella di Aboca, Fitoroid e l’Omeoplasmina. Peraltro le aziende che le producono le hanno addirittura dotate di cannule fantasticamente lisce, mentre alcune aziende ti rifilano cannule con piccoli spunzoni graffianti (puro sadismo emorroidale). Il molto famoso preparato H non mi ha invece aiutato.
Devo poi segnalare un fenomeno curioso, che non ha nessun valore scientifico ma che non posso tacere perché getta luci sui meccanismi psicologici collegati almeno al mio caso: a me, quando stavo male, dava risultati miracolosi il giocare ai videogames sparatutto. Generalmente dopo aver fatto irruzione sul pianeta Ixylly 31, con un gruppo di valorosi, e aver sterminato un paio di centinaia di lucertoloni cattivissimi, mi si azzerava il disturbo. Lo so che non è scientifico ma come potevo tacere questa imbarazzante verità?
Una cura possibile
Credo che le emorroidi siano un disturbo fetente perché dipendono da un mucchio di fattori contemporaneamente. Principalmente fattori psicologici, meccanici e alimentari.
I fattori psicologici non sono riuscito a capirli. Ho anche seguito a lungo i consigli sulle frasi che ti guariscono, i pensieri positivi eccetera. L’idea è che le emorroidi siano la rappresentazione somatica di un’ansia da incapacità di arrivare alla fine di una fase della vita, restare in sospeso… Defecare qualche cosa… Non riuscire a buttare fuori o a uscire da qualche parte… Con me non attacca ma ho raccolto testimonianze di persone che hanno avuto beneficio con i libri sulle parole che guariscono della dottoressa Gabriella Mereu, che è un vero genio, a prescindere dai miei risultati refrattari. Ognuno ha la testa fatta diversa e le malattie sono solo apparentemente uguali. Quindi il fatto che una cosa non funzioni con me non vuol dire che non vada bene per un’altra persona.
Questo principio vale per tutte le cure tranne per quelle meccaniche. Cioè ci sono malattie che in parte sono dovute al modo di muoversi, di usare il corpo dal punto di vista meccanico. Ed è chiaro che questo vale per tutti: se ogni giorno ti dai una martellata sull’alluce del piede probabilmente soffrirai di dolori cronici podali… Nel caso delle emorroidi è ovvio che muoversi fa bene mentre restare immobili per mesi fa male. Ed è fondamentale sapere anche che se stai molte ore seduto, in auto o alla scrivania è molto probabile che poi soffri per cattiva circolazione del sangue in quella zona, perché c’è una pressione meccanica eccessiva, il sangue non circola bene e i tessuti ne soffrono.
Cibo e dieta
La questione alimentare è altrettanto importante, ovviamente se ti mangi mezzo chilo di carne di babbuino grasso al giorno forse c’è un interrelazione emorroidale, soprattutto se te lo mangi fritto in olio di semi spremuto a caldo con le trieline e poi ci spalmi sopra tutto il burro prodotto dalla Val d’Aosta. Ma credo di avere un’alimentazione non eccessiva… Mangio 20 grammi di carne al mese, un po’ di pesce e il resto sono cereali e verdure e latticini, due dita di vino ai pasti, quindi non credo ci sia una gran causa alimentare. Comunque ho provato a eliminare i cereali per mesi, poi i latticini, poi pure il pesce e il caffè, il vino e la birra. Ho provato a mangiare anche solo verdure e frutta cotta per mesi. Ma non ho registrato nessun cambiamento, neanche eliminando il peperoncino. Insomma in questi anni ho avuto modo di sperimentare a lungo tutti i tipi di diete che i miei lettori solidali mi hanno proposto senza osservare cambiamenti.
Massaggio
È anche utile il massaggio locale, lieve e solo se non provoca dolore. In alternativa il getto d’acqua tiepida di una doccia o di un rubinetto. A lungo, piangendo.
Larga è la foglia, stretta la via: voi dite la vostra, io ho detto la mia.
Avvertenza
Affidarsi ai medici per le cure è fondamentale. È molto pericoloso seguire i consigli della vicina di casa o curarsi da soli ricorrendo a internet. Questo articolo non fa eccezione e non rappresenta un invito a NON seguire le prescrizioni mediche. Ma ci sono una serie di TERAPIE COMPLEMENTARI che sarebbe utile conoscere per migliorare gli effetti delle cure scelte. Altrettanto utile sapere da altri ammalati quali sono le terapie che con loro hanno funzionato o i medici che hanno dimostrato una maggiore affidabilità. È utile che i pazienti si scambino informazioni.
Per questi motivi inauguriamo su People for Planet una sezione dedicata allo scambio di informazioni tra pazienti. A questo post ne seguiranno altri incentrati sui disturbi più diffusi: cistite solidale, mal di testa solidale, mal di schiena solidale, calvizie solidali, verruche solidali…
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non-un-ora-in-piu · 5 years ago
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Vorrei sapere se c'è una parte di te che è disposto ad ascoltare quello che ho da dirti. Pensavo di parlarti dal vivo ma te lo dico sinceramente questa settimana non ho tempo nemmeno di respirare. Pensavo di mandarti una lettera ma tu sul citofono non hai il nome e la mia felpa mi pare di aver capito che non te l'eri fatta mandare a casa quindi ho pensato che ci fosse un intoppo col civico. Avevo pensato di portartela a casa ma ripeto non ho tempo di vivere sta settimana.
Tutto è iniziato perché parecchie volte quando era successo qualcosa di bello, brutto, buffo, simpatico, triste prendevo istintivamente il telefono in mano per scriverti e poi lo lasciavo perché mi ricordavo ció che era successo. Per raccontarti le solite cose random insomma.
Ti parleró sinceramente, niente scudi, niente ‘inibizioni’, niente prese in giro. Questo messaggio non l'ha letto nessuno, siamo solo io e te.
Parto dal discorso più complesso e quello che secondo me ha più peso.
Io te lo dico sinceramente: fino a poco tempo fa non sapevo se mi piacevi o no. Qualche giorno fa ho passato un'ora con Matte a parlare all'obló e mi ha detto che devo cercare di vedere le persone per quello che sono, guardarle oggettivamente. Quindi trattandosi di te non ti devo guardare nè per quello che avevamo prima nè per la tensione che c'è ora. E io ragionando su questo mi sono accorta che non mi piaci. Ti chiederai il perchè di quei messaggi, sono lo stesso genere di messaggi che mi mandavi tu e allora anche io ti chiedo il perchè. Ti chiederai il perchè di alcuni gesti, per quello tu non centri nulla, sono fatta così. Io mi sono chiesta spesso 'ma io gli piaccio o no?’ Domande inevitabili dopo tutto ció che mi dicevi e facevi. E per questo io ce l'ho un po’ con te. Voglio dire.. tutti quei 'sono a un passo dall'innamorarmi di te’, 'sono vicino a innamorarmi di te’, 'sei la ragazza perfetta per me’. Come pensavi che queste cose non avrebbero fatto effetto su di me? QI alto si, ma sono pur sempre una ragazza, e sai che vivo tutto con un'intensità mostruosa. Come potevi pensare che sarei riuscita a separare le cose? Non potevo, e infatti non ci sono riuscita e il mio cervello è andato in pappa. Ma adesso ho fatto davvero chiarezza, con questa storia, e con me stessa. Secondo me peró davvero ci credevi quando mi dicevi che sono la ragazza perfetta per te e questo mi porta a dire quello che ti sto ripetendo da mesi.. la cosa che ti blocca è l'aspetto. Anche se poi mi ti scopi, ma vabbe siamo umani. Te lo dico da un po’ ormai che sei superficiale, che il test 'in base a cosa scegli il tuo partner: aspetto o intelligenza?’ da te la risposta 'intelligenza’ non è affatto credibile, che il “se solo i nostri occhi vedessero le anime e non i corpi quanto sarebbero diversi i nostri ideali di bellezza” non c'entra niente con te.
Dato che sto buttando tutto quello che penso in questo messaggio ti dico anche che secondo me tu stai facendo così anche perchè non sapevi come venire fuori da questa storia che ti eri immaginato (che mi piaci) e non sapevi come darmi il palo. Il fatto è che NON È COSÌ. Manu tu non mi piaci, men che meno mi sono innamorata di te, sei l'opposto del ragazzo che potrebbe piacermi. Non ti dico che non mi piaci come persona, ma non mi piaci in quel senso.
Mentre litigavamo hai tirato fuori un “non vorrei avere il rimpianto di non averci provato” e io mica me la ricordavo sta cosa. Sono andata a cercare e cercare e cercare, ci ho messo tanto perché non erano queste le parole ma erano 'non vorrei fare l'errore di non averci provato’, ed MOLTO diverso secondo me. Cioè è una leggera sfumatura ma in quello spettro di colore c'è un mondo. 'Errore’ vuol dire che magari avremmo potuto vivere qualcosa di bello ma non ci abbiamo provato, 'rimpianto’ vuol dire che ti struggi su quella cosa perchè non ci hai provato. Io usai la parola rimpianto/ rimorso per Daniele. Quando non sapevo se dirgli tutto. E non sarebbe stato un errore, sarebbe stato un enorme rimpianto.
Le cose sono diverse manu.
Riguardo Ludovica.. io alla prima volta che gli avevi scritto ci ero pure passata abbastanza sopra, se pur con molta difficoltà. Perché comunque so che l'hai fatto pensando di aiutarmi. Io questo lo so davvero bene. Ma la seconda volta manu no. Mi avevi promesso che non le avresti riscritto, ma l'hai fatto. Mi sono sentita presa in giro. Credo anche che tu l'abbia fatto perchè io avevo scritto ad Alessio. Solo che questa cosa esce fuori dal lato emotivo con me. Io non sono esistita in questo discorso. È esistito solo il tuo ego la seconda volta che le hai scritto.
A me dispiace ció che è successo, dico davvero. Ma sono state una serie di piccole, medie e grandi cose che alla fine mi hanno fatto esplodere. Tant'è che ti è risultata strana una reazione così forte ed esagerata l'altro giorno. Forse non te ne sei nemmeno reso conto ma io sono passata sopra davvero a tante cose con te.
Mi dispiace se te la sei presa per certe cose che ti ho vomitato addosso durante la litigata ma ero arrabbiata e tutte le mie parole erano amplificate. Ti chiedo scusa se ti ho ferito.
Non ti sto scrivendo per riavere il rapporto di prima perché so che ormai da parte tua tutto é perso, e da parte mia non lo voglio nemmeno il rapporto di prima se vuol dire sentirmi confusa per le cose che mi dici. Ti chiedo peró di ricominciare. Ti chiedo di vedermi per quella che sono e non per l'idea che ti eri fatto di me, ed io faró lo stesso.
Credo che tu mi abbia valutato diversamente da come sono. Più impulsiva di come sono. Ad esempio dici che sono libertina perché facevo come mi pareva con Daniele. Ma io ti ho detto che la gelosia di daniele era esagerata e non voleva che parlassi con i miei compagni di classe, loro sono miei amici e non potevo PARLARGLI, non parlo di uscite, ma PARLARCI, nemmeno per chiedergli come avevano risolto quel problema di fisica o se avevano capito filosofia, perché pensava che mi avrebbe perso. Era questo il mio 'disobbedirgli’. Secondo me estrapoli male le informazioni, le rigiri e le restituisci in un modo scorretto.
Peró delle cose di me le hai capite. Hai capito che ci sono, hai capito che se sei in difficoltá io ci sono. Hai capito che ti appoggio quelle idee malsane che hai. E sai che ti ho capito. E so che a Natale quando mi hai detto 'sei l'unica che capisce esattamente il regalo che vorrei’ eri vero. E questo qualcosa vorrá dire. Secondo me abbiamo fatto andare avanti male il rapporto.
Se ti è rimasto ancora un briciolo di interesse per me ti chiedo di riprovarci. Nulla di forzato, di innaturale. Solo essendo consapevoli degli errori che ci sono stati da entrambi per tutto questo tempo, e di chi sono io e di chi sei tu.
E comunque io in quei famosi messaggi ero vera, ero onesta e autentica. Ma poi le cose hanno iniziato ad incasinarsi ed io mi sono sentita nel pallone. Ed è vero quello che mi hai detto, io fuggo dalle cose. Da tutto. Che si tratta di amicizie, di ragazzi, di scuola, dei miei, di semplici messaggi. Io scappo. Scappo perché ho imparato che a sbatterci la testa contro le cose mi faccio solo male. Prima ero totalmente diversa. Non scappavo da nulla. Affrontavo le cose di petto. Con Daniele, con Alessandro, con neri e gli altri. Ma ho capito che mi sarei potuta risparmiare tanto dolore se non l'avessi fatto. Quindi si, io adesso scappo. E dovrei trovare una giusta via di mezzo. Ma tutto quel che ho fatto e sono è la conseguenza di qualcosa, di ció che ho imparato sbagliando, e sto sbagliando ancora si, ma mi serve tempo ed esperienza.
E so che non si possono cancellare le cose in così poco tempo. Perché se davvero ci tenevamo all'altro “l'ultimo tentativo sará sempre il penultimo”. E io credo che tu ci tenga a me. Eri sincero, e lo so.
Ma io credo che anche tu sia confuso, ed eri confuso.
Riguardo saretta.. io le voglio bene, le voglio un sacco bene da quando ci siamo trovate ad abitare 5 giorni la stessa casa quest'estate senza esserci mai viste prima. E so quanto tu vuoi bene a lei, e quanto lei ne vuole a te. Non ti chiedo di scegliere, sarebbe inumano. Ti chiedo di fare chiarezza perché non puoi avere con entrambe lo stesso rapporto, perché inevitabilmente una ci perde. E ora starai pensando “ora non c'è problema perché tu sei stata fatta fuori” ahaha ed è vero si. Ma se mai volessi riprovarci con me, se mai vorrai costruire una nuova amicizia, intanto te lo dico.
Lo so che non mi puoi spazzolare via perché se mi chiamavi colonna un motivo c'era, un sentimento forte c'era. E le cose non si cancellano così.
Penso anche peró che la prima colonna di una persona debba essere se stessa. E quindi abbiamo fatto male ad affidarci così tanto all'altro. Tu dirai che non ti eri affidato a me, ma credimi l'avevi fatto se avevi la voglia, il bisogno, di sentirmi sempre e raccontarmi le tue cose. Se stavi al telefono con me quella sera che aspettavi noemi secondo me non era solo perchè ero l'unica che ti faceva compagnia, ma perché ero una delle poche che volevi sentire. Lo stesso vale per me. Quando daniele è uscito da casa mia la prima ad aver chiamato è stata eleonora e il secondo sei stato tu, perché volevo TE volevo la mia colonna a sorreggermi quando io non riuscivo a farlo da sola perchè stavo in un momento di fragilità estrema.
Dovremmo più che altro vederci come (per citare Ga e Andrea) un 'porto sicuro’. Dovremmo essere sicuri dell'altro, qualcosa che rimane nonostante tutto, anche se la nave si allontana. Non qualcosa che sorregge, qualcosa che ti accoglie, qualcosa dove andare quando vuoi solo staccare da tutto e guardare il mare. Senza troppi problemi, complicazioni. Noi e la nostra complicità, che c'era ed è venuta a mancare per tutto ció che ti ho scritto.
Spero che tu abbia letto il messaggio e non l'abbia ignorato, spero che tu gli abbia dato il peso che merita. Perché secondo me anche grazie a queste litigate si puó trarre qualcosa, per non fare gli stessi errori. Per rendere quello che avevamo qualcosa di migliore. Tutto più rilassato e tranquillo.
Secondo me quello che c'era tra noi non puó morire così.
Io penso questo, ora la scelta è tua.
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renzanandsinghramananda · 7 years ago
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Emorroidi solidali: se ti fa male il sedere rilassa le labbra
Alcuni muscoli sono accoppiati. E il fatto che ci sia una connessione tra bocca e ano, entrata e uscita del cibo, ha una sua logica.
Se hai le emorroidi rilassare la parte dolorante è difficilissimo e puoi ottenere un risultato opposto perché puoi provocare un aumento dell’afflusso di sangue e quindi un maggiore gonfiore.
In questo articolo ti racconto come ho cercato di affrontare questo malanno, successi e insuccessi. Una ricerca che ho condotto grazie al contributo di molte persone che hanno raccolto il mio invito a raccontare la loro storia emorroidale.
In questo articolo vedremo anche altri modi per ridurre il danno: cambiare modo di evacuare (torniamo alle origini defecatorie naturali), usare un cuscino a ciambella se si sta troppo seduti, mettersi con le gambe verso l’alto, appoggiate a un muro, e respirare in modo naturale per ridurre la bassa pressione
Attenzione questi consigli non vogliono sostituirsi alle terapie mediche! (vedi l’AVVERTENZA finale)
Come rilassare le labbra, le gengive e la lingua.
So che può sembrare un’affermazione delirante. Qualcuno dirà: “Ma come si fa a rilassare la lingua? Quando mai è contratta!?! E poi perché?”
Mi dicono che secondo i principi della medicina tradizionale cinese alcune zone del corpo sono accoppiate con alcuni muscoli.
Se hai l’ano infiammato sarebbe utile rilassare la zona per diminuire il dolore dovuto alla tensione della pelle. Ma proprio perché ti fa male non riesci a lasciar andare la contrazione. Allora puoi rilassare questa zona de-tendendo i muscoli gemellati di labbra e lingua. La gengiva non ha muscoli ma puoi ugualmente fare finta che li abbia e lasciar andare la tensione nella zona gengivale.
Forse se ti metti ad ascoltare se le tue labbra sono contratte non percepisci la contrazione. Spesso però, ascoltando per qualche minuto, non di più, per qualche giorno, ti potresti rendere conto che c’è una contrazione che non avevi indentificato…
Rilassare le labbra è abbastanza facile, basta provarci per un po’ di minuti per qualche giorno di seguito e poi diventa un’abitudine accorgerti quando tieni le labbra “tirate”.
Immaginare di rilassare le gengive non è poi difficile, basta fare finta di farlo, pensare di farlo per ottenere il risultato.
Più difficile decontrarre la lingua. Almeno per me lo è stato.
Puoi provare a appoggiare la testa sul cuscino, di profilo, cioè con l’orecchio sul cuscino, stando orizzontale sul letto. Prova a tenere la bocca socchiusa, con anche la mandibola rilassata contro il cuscino. Stando così prova a spostare la lingua verso l’alto, cioè verso la guancia opposta a quella appoggiata al cuscino. Poi abbandonala alla forza di gravità di modo che scivoli verso la guancia appoggiata al cuscino.
Sembra facile… Ma probabilmente ti accorgi che non riesci a lasciarla cadere da sola, senza usare i muscoli per spostarla.
Se proprio non riesci a lasciar andare la tensione linguale puoi provare a chiudere il pugno e poi lasciarlo rilassare lentamente immaginando che il pugno sia la tua lingua. Frase che può sembrare “scema e impossibile” ma se ci provi ci riesci; misteri dell’umana capacità di visualizzare azioni impossibili.
Probabilmente osserverai quasi subito che la zona anale si decongestiona.
Magari non la prima volta che lo fai ma dopo qualche tentativo.
Anche rilassare la nuca è utile.
Ho individuato solo un’altra coppia di muscoli gemelli: la vescica è collegata con i muscoli della mandibola. In caso di crisi cistitica rilassare la mandibola è sensazionale!
Le mie emorroidi
Una decina di anni fa fui travolto dalle emorroidi che a più riprese mi costrinsero a letto (piangente per il dolore) per alcuni giorni.
L’accidente scatenante fu che, recitando un monologo di 1 ora e 45, sforzavo i muscoli del perineo, cioè quelli intorno all’ano… Finito lo spettacolo ero a pezzi. Il primo miglioramento l’ho ottenuto grazie a Eleonora Dalbosco, grande specialista della voce e del bel canto, che mi ha spiegato che parlavo con un tono di voce non naturale, troppo basso, e quindi mi trovavo a sforzare la voce, spingere troppo verso il basso e aumentare così la pressione nella zona emorroidale. Alcune lezioni con lei mi hanno permesso di migliorare l’uso della voce e la situazione post spettacolo è notevolmente migliorata: recitare non era più uno strazio… Ma visto che il malanno persisteva mi rivolsi a uno specialista di cui mi fidavo (è pure mio parente) che mi diagnosticò sia le emorroidi che una fistola. Il suo consiglio fu quello di operarmi immediatamente. Essendo io un vile decisi di rimandare l’intervento, spaventato anche dal fatto che alcuni amici erano stati operati ma poi avevano subito ricadute. Decisi così di rivolgermi ai lettori del mio blog per raccogliere pareri, esperienze, consigli. La risposta fu di massa! E mi misi quindi a sperimentare con diligenza buona parte delle proposte che mi arrivarono… Mi dà gran gusto sperimentare, sempre sperando di trovare la soluzione definitiva e prendere quindi il Nobel emulando il mio insigne genitore. Certo, un conto è prendere il famoso premio per la letteratura, un conto è prendere il Nobel per le emorroidi… Sì, perché c’è da dire innanzi tutto che se c’hai una cefalea o una peritonite da un certo punto di vista fa pure figo. Se c’hai le emorroidi sei un gradino sotto perfino alla diarrea. Il che ti avvilisce e diminuisce le tue capacità di autoguarigione…
Comunque è una vergogna comune: ci sono circa 3 milioni di italiani che ne soffrono. Ecco quindi, a distanza di anni e di molte delusioni sperimentali, il bilancio della mia storia: non ho trovato il metodo per sconfiggere le emorroidi ma sicuramente alcuni modi utili per alleviarle. Non vi vendo miracoli. Innanzi tutto devo dire che nel mio caso c’era dolore forte immobilizzante, ma non c’era fuoriuscita di parti interne del corpo… Cioè erano notevoli ma non gravi.
Devo poi aggiungere che non sono riuscito a sconfiggerle completamente, però ho ridotto drasticamente il disturbo. Da parecchi anni non mi è più successo di avere dolori importanti, non mi è più capitato di dover restare a letto bloccato.
Cura di emergenza
Grazie ai consigli raccolti sono arrivato alla conclusione che in caso di dolore acuto ci sono solo quattro mosse che funzionano.
Primo: un intervento chirurgico d’urgenza.
Secondo: sdraiarsi sul letto appoggiando le gambe in verticale contro il muro, restare così una mezz’ora. Allevia. In questo modo la pressione del sangue defluisce dalla parte bassa a quella alta del corpo, cioè si riduce la pressione nella zona e si ottiene una diminuzione del gonfiore e del dolore.
La terza tecnica riguarda il modo di defecare. E se l’avessi scoperto subito mi sarei risparmiato dolore a fiumi (ma perché i medici raramente te lo dicono?). Il modo naturale di andare in bagno è alla turca, cioè accovacciati. La posizione seduta sul water è innaturale perché l’ultimo pezzetto dell’intestino fa una curva e quindi per espellere si fa fatica per una ragione meccanica. Accovacciandosi invece l’intestino finale si trova, diciamo così, a “raddrizzarsi” e il tutto risulta meno traumatico. Ovviamente è un problema entrare in casa con un piccone e sostituire il water con una turca, anche perché magari i conviventi s’incazzano. Ma io (e per questo dovrei ricevere quantomeno riconoscimenti internazionali) ho scoperto che si ottiene lo stesso identico risultato semplicemente piegandosi nel momento del bisogno, cioè tendendo il busto piuttosto orizzontale invece che verticale (vedi immagine 1) (((foto dal mio blog resa graficizzata a mosaico o poster con filtri. Basta la sagoma senza mi si possa riconoscere).
Nella fase espulsiva puoi anche spingere con i piedi sul pavimento e otterrai un’espulsione ben più morbida con gioia emorroidistica.
Importante anche non spingere “di sedere” cioè con i muscoli della parte finale dell’intestino ma usando il movimento del diaframma per espellere (funziona proprio meglio). Ne parlo più diffusamente nel prossimo paragrafo sulla respirazione emorroidica. Questo consiglio va bene per tutti eccetto per chi ha una pancia esagerata… E quando dico per tutti intendo anche per chi non soffre di emorroidi perché si evita che ti saltino le venuzze delle orecchie o ti venga l’infarto nel momento cruciale espulsivo (Scherzo. Cioè non ti saltano gli orecchi ma comunque è una posizione sana per tutti).
Finita la crisi è il caso di diminuire l’irritazione della zona. Io reputo miracoloso l’uso di un semplice cuscino a ciambella, ce n’è di gommosi, sui 15/20 euro, io me lo porto ovunque, nascosto da una graziosa foderina a borsa con manici. Già solo questo mi ha risolto buona parte del problema. Se stai molte ore su una sedia te lo consiglio. Inoltre la ciambella, un po’ sgonfia, fa bene pure per la cistite (perché decomprime la zona pubica) e per il mal di schiena, (perché ti porta a fare micro movimenti con la spina dorsale e a cambiare i punti di appoggio sulle vertebre).
Passata la fase acuta è buona cosa ottimizzare il respiro.
I polmoni sono un pallone che si gonfia e si sgonfia. Quindi si ottiene una dilatazione della cassa toracica verso l’alto e orizzontalmente e un movimento del diaframma (che sostiene i polmoni) verso il basso. Si respira con il naso senza svuotare o riempire i polmoni completamente. L’espirazione avviene semplicemente lasciando andare il fiato in modo simile al sospiro di sollievo. Cioè la muscolatura la usi per inspirare, ma per buttare fuori l’aria non serve spingerla fuori, basta lasciare andare i muscoli che hai usato per inspirare.
Se il ventre non è contratto il movimento verso il basso del diaframma muove tutti gli organi e i visceri del ventre, fino al pube e all’ano.
Questo movimento è benefico per tutti i tessuti perché tonifica e aiuta la circolazione del sangue nei capillari.
È importante che questo movimento non avvenga solo verso il basso ma anche verso l’alto. Una respirazione che non fa muovere la parte alta della cassa toracica ha l’effetto di aumentare la pressione sanguigna nella parte bassa del corpo (bacino e gambe) agendo negativamente sulle emorroidi (ma anche su vene varicose, ernie e simili).
Importante la respirazione anche perché lasciando che il respiro smuova naturalmente i visceri si ottiene di provocare l’evacuazione (o defecazione che dir si voglia) senza dover spingere con i muscoli per espellere l’espellibile. Il che è particolarmente fastidioso (lo spingere localmente) se si sperimenta un’infiammazione in quella zona.
La respirazione corretta inoltre, visto che fa muovere i visceri, ha un effetto positivo sulla stitichezza.
Un altro rimedio collaterale riguarda la consistenza della materia prodotta (che a questo punto mi permetterete di chiamare cacca, merda e pupù, visto che ormai siamo in confidenza a furia di parlare di buchi di sederi).
I semi di chia sono un antichissimo rimedio dei nativi americani. Lasciati a mollo 5 ore diventano una mucillagine con un effetto rinfrescante, ma soprattutto trasformano le feci in una sostanza morbida e lubrificata che se ne va via che è una bellezza. IMPORTANTE: alcuni sconsiderati propongono di consumare i semi di chia senza metterli a mollo per 5 ore. Molti sostengono che è pericolosissimo farlo perché essendo idrovori se ingeriti asciutti si possono attaccare alle pareti dell’apparato digestivo come piovre e lì marcire generando ogni sorta di schifo.
Una soluzione pret a porter sono le bibite pronte con l’aggiunta di semi, che a quel punto sono a mollo da tempo e non dovrebbero dare problemi. COMUNQUE prima di ingerire questi semi chiedete il parere ad un medico. Alternativa alla chia, in caso di intolleranza, sono i semi di psillium, che vanno messi a mollo pure loro per gli stessi motivi.
Nella fase acuta sono pure utili le creme. Le ho provate tutte. Molte contengono derivati del petrolio e le eviterei. Le migliori che ho sperimentato e che hanno ottenuto il massimo di pubbliche ovazioni da parte dei miei consiglieri solidali, sono quella di Aboca, Fitoroid e l’Omeoplasmina. Peraltro le aziende che le producono le hanno addirittura dotate di cannule fantasticamente lisce, mentre alcune aziende ti rifilano cannule con piccoli spunzoni graffianti (puro sadismo emorroidale). Il molto famoso preparato H non mi ha invece aiutato.
Devo poi segnalare un fenomeno curioso, che non ha nessun valore scientifico ma che non posso tacere perché getta luci sui meccanismi psicologici collegati almeno al mio caso: a me, quando stavo male, dava risultati miracolosi il giocare ai videogames sparatutto. Generalmente dopo aver fatto irruzione sul pianeta Ixylly 31, con un gruppo di valorosi, e aver sterminato un paio di centinaia di lucertoloni cattivissimi, mi si azzerava il disturbo. Lo so che non è scientifico ma come potevo tacere questa imbarazzante verità?
Una cura possibile
Credo che le emorroidi siano un disturbo fetente perché dipendono da un mucchio di fattori contemporaneamente. Principalmente fattori psicologici, meccanici e alimentari.
I fattori psicologici non sono riuscito a capirli. Ho anche seguito a lungo i consigli sulle frasi che ti guariscono, i pensieri positivi eccetera. L’idea è che le emorroidi siano la rappresentazione somatica di un’ansia da incapacità di arrivare alla fine di una fase della vita, restare in sospeso… Defecare qualche cosa… Non riuscire a buttare fuori o a uscire da qualche parte… Con me non attacca ma ho raccolto testimonianze di persone che hanno avuto beneficio con i libri sulle parole che guariscono della dottoressa Gabriella Mereu, che è un vero genio, a prescindere dai miei risultati refrattari. Ognuno ha la testa fatta diversa e le malattie sono solo apparentemente uguali. Quindi il fatto che una cosa non funzioni con me non vuol dire che non vada bene per un’altra persona.
Questo principio vale per tutte le cure tranne per quelle meccaniche. Cioè ci sono malattie che in parte sono dovute al modo di muoversi, di usare il corpo dal punto di vista meccanico. Ed è chiaro che questo vale per tutti: se ogni giorno ti dai una martellata sull’alluce del piede probabilmente soffrirai di dolori cronici podali… Nel caso delle emorroidi è ovvio che muoversi fa bene mentre restare immobili per mesi fa male. Ed è fondamentale sapere anche che se stai molte ore seduto, in auto o alla scrivania è molto probabile che poi soffri per cattiva circolazione del sangue in quella zona, perché c’è una pressione meccanica eccessiva, il sangue non circola bene e i tessuti ne soffrono.
Cibo e dieta
La questione alimentare è altrettanto importante, ovviamente se ti mangi mezzo chilo di carne di babbuino grasso al giorno forse c’è un interrelazione emorroidale, soprattutto se te lo mangi fritto in olio di semi spremuto a caldo con le trieline e poi ci spalmi sopra tutto il burro prodotto dalla Val d’Aosta. Ma credo di avere un’alimentazione non eccessiva… Mangio 20 grammi di carne al mese, un po’ di pesce e il resto sono cereali e verdure e latticini, due dita di vino ai pasti, quindi non credo ci sia una gran causa alimentare. Comunque ho provato a eliminare i cereali per mesi, poi i latticini, poi pure il pesce e il caffè, il vino e la birra. Ho provato a mangiare anche solo verdure e frutta cotta per mesi. Ma non ho registrato nessun cambiamento, neanche eliminando il peperoncino. Insomma in questi anni ho avuto modo di sperimentare a lungo tutti i tipi di diete che i miei lettori solidali mi hanno proposto senza osservare cambiamenti.
Massaggio
È anche utile il massaggio locale, lieve e solo se non provoca dolore. In alternativa il getto d’acqua tiepida di una doccia o di un rubinetto. A lungo, piangendo.
Larga è la foglia, stretta la via: voi dite la vostra, io ho detto la mia.
Avvertenza
Affidarsi ai medici per le cure è fondamentale. È molto pericoloso seguire i consigli della vicina di casa o curarsi da soli ricorrendo a internet. Questo articolo non fa eccezione e non rappresenta un invito a NON seguire le prescrizioni mediche. Ma ci sono una serie di TERAPIE COMPLEMENTARI che sarebbe utile conoscere per migliorare gli effetti delle cure scelte. Altrettanto utile sapere da altri ammalati quali sono le terapie che con loro hanno funzionato o i medici che hanno dimostrato una maggiore affidabilità. È utile che i pazienti si scambino informazioni.
Per questi motivi inauguriamo su People for Planet una sezione dedicata allo scambio di informazioni tra pazienti. A questo post ne seguiranno altri incentrati sui disturbi più diffusi: cistite solidale, mal di testa solidale, mal di schiena solidale, calvizie solidali, verruche solidali…
  The post Emorroidi solidali: se ti fa male il sedere rilassa le labbra appeared first on PeopleForPlanet.
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