#lettera aperta
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Mi baci, ma non mi credi
Ti guardo, ma non mi vedi
Ti cerco, ma non mi vuoi
Mi porto dentro
il ricordo di noi. 🤍
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non in nostro nome. lettera aperta al presidente sergio mattarella
Signor Presidente, noi sottoscritti cittadini e cittadine Suoi connazionali, impegnati nel mondo della cultura, dell’insegnamento, dell’associazionismo, ci permettiamo di ricordarLe la situazione in atto in Palestina: circa 30.000 vittime civili a Gaza, senza contare i presumibili 10.000 sotto le macerie. 70.000 feriti che non possono essere adeguatamente curati in ospedali distrutti da…
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#Andrea Catone#Angelo d&039;Orsi#apartheid#bombardamenti#catastrofe umanitaria#Cisgiordania#CNR#discroso di fine anno#ethnic cleansing#Fabio Marcelli#Gaza#genocide#genocidio#genocidio in corso#Guterres#Israele#Israele genocida#Israele stato razzista#lettera aperta#NaZionists#Onu#Palestina#palestinesi#Presidenza della Repubblica Italiana#pulizia etnica#Quirinale#razzismo#Sergio Mattarella#sionismo genocida#UN
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Quando sono nato non pensavo che a 6 anni avrei iniziato a conoscere gente che avrei sostituito in futuro.
Non pensavo che a 12 anni avrei conosciuto il bullismo.
Non pensavo che a 18 anni avrei finito scuola e nessuno avrebbe festeggiato insieme a me.
Non pensavo che a 20 sarei stato un ragazzo spaventato dal futuro.
Se sapevo tutto questo, avrei risposto "accetto tutto." Perché io non mi fermerò mai!
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La paura di non essere abbastanza mi invade la testa ed il cuore ogni volta che sto sola
a pensare, a te, a me, a noi.
L’idea di essere amata mi fa strano. Mi fa paura.
Sto sulla difensiva continuamente. Cerco la fregatura dietro ad ogni angolo.
E sbaglio.
Dovrei farmi amare e basta.
Ho bisogno d’amore, di un amore tranquillo, che mi faccia star bene, che mi renda felice,
di un amore sincero, senza pesantezza, inganni, privazioni, cambiamenti.
Voglio stare calma, voglio fare l’amore per la prima volta e sentirmi viva, che sia come respirare.
Guardarti negli occhi e vedere la stessa emozione che provo io.
Sentirla anche se non stai dicendo nulla.
Voglio stare in silenzio, e mentre mi guardi, voglio sentire urlare dai tuoi occhi che mi ami.
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LETTERA APERTA AL MINISTRO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA - Mondo del vino, 2023 da dimenticare e un futuro da riscrivere…
Da un anno rompicapo, com’è stato il 2023 appena conclusosi per il mondo del vino italiano, devono nascere consapevolezze, riflessioni e strategie diverse per il futuro. Facendo le cose sempre allo stesso modo i risultati nel prossimo futuro non si vedranno. C’è un cubo di Rubik da rimettere a posto, su ogni suo lato, per non perdere competitività, crescita, livelli occupazionali e redditività…
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Se questo fosse il nostro momento sarei pronta ad abbracciarti con tutte le emozioni che fanno scintille, ma ti sento arrivare, sono felice, ma ho un peso nella pancia che non mi lascia respirare.
Le mie emozioni non mi permettono di stare serena, perché energeticamente sono collegate a qualcosa che in me non si è ancora risolto, così al posto di vedere i miei sogni realizzarsi, sono intrappolata in un passato che non fa più parte della mia vita. In un presente vuoto, che sto riempiendo di piccole cose alla volta, di grandi e piccoli passi, lentamente, perché la sotto quel mondo pesa e le mie sensazioni positive vogliono solo avere il diritto di esistere, il mio valore vuole essere riconosciuto pubblicamente.
In fin dei conti voglio solo avere una vita normale.
So che questo è qualcosa che è già finito e che il nostro momento è adesso, ma mi sento comunque di avere sta cosa nel cuore che si chiama falsità nelle amicizie.
Io non sto qua a dire che le persone sono tutte false, perché la verità sta sempre dietro, semplicemente mi chiedo perché anche se si vede la gente non la tira fuori.
Non so qual’è il mio compito in questa situazione. Ma semplicemente me ne vado da tutto quello che non fa più bene a me, alla mia vita, alla mia crescita.
Piuttosto che stare con certe persone, preferisco veramente stare da sola.
E non parlo di te, te sei il mio Pucci pù e sono pronta per le coccole.
In realtà sono una coccolona. U.U
Spero di continuare ad amarti anche quando sarà noto a tutti i tuoi sensi, di continuare ad ammetterlo a me stessa, di dimostrartelo, di riuscire a darti quelle attenzioni che meriti, quell’ascolto che richiede una coppia, quella voce che necessita una persona sensibile. Continuerò ad essere me stessa fino in fondo, ma so anche che continuerò, continueremo, ad evolvere. Perciò accetterò ogni nostro cambiamento. So che a ogni passo in avanti ci sarà un passo successivo.
Sono sicura che è già così, anche per te.
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Caro Andrea,
Ti scrivo tutto ciò rassegnata ormai, tanto non siamo amici e questa lettera non la leggerai mai. Vorrei tanto scriverti che ho smesso di pensarti e che me ne sono fatta una ragione per come sia finita, ma direi una bugia e io le bugie non le so dire. Non credo di amarti più, o almeno, ho realizzato che ciò che amavo non è mai esisto, se non nella mia testa, anche se l’idea che ho di te persiste, sono solo consapevole non sia reale. Ho distrutto il piedistallo su cui ti avevo messo ma ho lasciate le macerie. Forse ti manco, ogni tanto, quando ti manca con chi puoi parlare di tutto, ma immagino duri pochi momenti, poi torni in te e ti ricordi che non puoi, e posso dire che va bene così, che a mancarmi sempre in due sarebbe più stupido che altro. Devo dirti una cosa cattiva però, vorrei non averti mai amato, perché amarti significa aver amato qualcuno che non esiste, come si supera un amore così? La trova una cosa così triste aver amato chi non è mai esisto. Tu rimani la pagina della mia vita che cancellerei in tronco, nonostante la gentilezza che hai portato nel mio carattere, potessi lo farei, perché non potrò mai amare qualcuno che amo quanto ho amato te. Ma questo non è possibile, e quindi continuerò a bere Gin Tonic alle 11.30 e avere un tatuaggio dedicato a te, mascherato.
Chiara
Ps. Spero un giorno sarai felice, che un giorno l’Andrea che amo esista veramente, ma che io non lo sappia mai.
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PRIMA PAGINA Il Gazzettino di Oggi mercoledì, 11 settembre 2024
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Vorrei sapere che cosa pensi di me quando hai gli occhi fissi sul soffitto mentre aspetti che sia ora di cena.
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Hai poche
parole
sottomano,
eppure
dovrai fartele bastare
per tendere
il tuo arco
verso il bersaglio
oscuro.
E dovrà
essere il far centro
senza volontà.
Rafael Cadenas, da Lettera aperta in risposta
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da firmare: "united arts united for palestine" _ lettera aperta per una presa di posizione rispetto al genocidio in palestina
https://openletter.earth/italian-arts-united-for-palestine-lettera-aperta-per-una-presa-di-posizione-rispetto-al-genocidio-in-palestina-9125b29d TESTO IN ITALIANO [scroll for the English text] PALESTINE: Lettera aperta per una presa di posizione rispetto al genocidio in Palestina [scroll for ENG] Noi, lavoratorз dell’arte e dello spettacolo in Italia, uniamo le nostre voci in questa lettera…
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Se soffri non nasconderti, perché dei falsi ne ho le palle piene.
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Lettera aperta a tutti quelli che che mi hanno conosciuto.
Passano gli anni ma mi rendo conto che chi sta meglio di me in realtà sta peggio.
Persone che ho sempre voluto vedere felici, che mai avevo visto nemmeno di persona, hanno cercato di usarmi pensando fossi ingenuo, ma la bontà non è sinonimo di ingenuità, di debolezza, io ho aperto le porte a chiunque, perché dentro non smetterò mai di abbandonare quel bambino che sono stato, che condivideva anche i sorrisi che non aveva per sé stesso, ma che non avrebbe passato la notte se avesse saputo che il suo “amichetto/a” il giorno dopo avesse avuto il broncio.
Perché siete “cresciuti” dando spazio all’odio?
Perché anziché promettere ad altri non promettete a voi stessi di ritrovarvi?
Di guardarvi dentro una volta tanto, e affondare nel male che avete condiviso con me, anziché condividere quella parte di “esseri umani” che era ancora insita in voi?
Se foste stati di parola, come a quegli anni, non mi avreste mai abbandonato, così dicevate.
Vedere lasciare soffrire una persona non rientrerà mai nei mei pensieri, anche se fosse qualcuno che, come successo fino all’altro ieri, ha fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, no, perché so che anche il peggiore ha dentro qualcosa di positivo da condividere con chi gli sta accanto, solo che non lo sa, ma anche se fosse, non ci proverebbe minimamente a mostrarlo, l’egoismo è letale.
Parto sempre dal presupposto che non ho lezioni da dare a nessuno, sono anni che passo muto ad osservarvi, non ho mai commentato una virgola, chi sarei per farlo?
È proprio per questo, che ho preso in mano una penna e ho iniziato a sfogare tutto ciò che avevo dentro, quello che avrei voluto dirvi, ma sarebbero stati guai a raccontarvi quello che provavo, perché un consiglio oggi è visto come una condanna.
Eppure vi ho sempre lasciato sfogare con me, vi ho sempre ascoltato, anche quando ne avevo le palle piene, avevo i problemi a casa con mia mamma e la sua maledetta malattia, io per anni non sono esistito per voi, ma non me ne vergogno, ho ammesso anche io i miei sbagli, ho chiesto scusa, anche quando non non mi andava di farlo, e soprattutto quando non c’era motivo per scusarmi, ma pensavo: “Magari domani sanno che potranno sfogarsi nuovamente con me, si sentiranno più liberi dal peso che questa società ci scaglia addosso”.
Quanto male mi son fatto!
Ma rifarei di nuovo tutto, vi verrei di nuovo incontro, vi vorrei vedere sorridere solo a sentirmi parlare, vi vorrei tutti più uniti, come da piccoli ricordate?
Non c’era bimbo/a che stesse solo.
Perché qualcuno andava a recuperarlo, anche a costo di restarci solo assieme.
Ma abbiamo dimenticato, come si dimentica la storia, stessa identica cosa.
Di voi ricordo ciò che dicevate tutti: “Mattia non cambiare non diventare come gli altri, hai qualcosa in più che non riuscirò mai a spiegarti”, questa frase me la ricordo ogni mattina quando mi sveglio, da quanti anni ormai? Troppi.
Permettetemi una domanda?
Perché voi siete cambiati?
Per piacere a gente che poi vi ha fatto lo stesso gioco che avete fatto con me?
Perché farsi del male da soli?
Perché arrivare a non guardarsi più in faccia?
E poi c’è ancora qualcuno che pensa di cambiare il mondo?
Sì, uno ce n’era, il sottoscritto, ma non voleva cambiare il mondo, solamente la sua generazione, il mio sogno più grande, che continuerò anche se con molto sconforto, a portare avanti, “UNO CONTRO TUTTI”, chissà se ora qualcuno, capirà/collegherà tante mie frasi passate a cosa fossero collegate.
Siete riusciti a darmi contro per una canzone su ciò che ho vissuto sulla mia pelle, e sono stato zitto, scendeva una lacrima, ma stavo zitto, so che qualcuno ancora l’ascolta e sappiate che vi leggo spesso nei commenti, e mi fa sorridere il fatto proprio da chi mi “odiava” ingiustificatamente alla fine è finito a farmi i complimenti, ma no, io non voglio queste cose, voglio solo capire perché un giorno disprezzate e l’altro apprezzate una persona come nulla fosse, ma non sapreste spiegarmelo, ne sarei sicuro.
Io ho tanti di quei testi scritti negli ultimi anni, che spesso mi faccio paura da solo, non mi rendo conto di quanti ne scrivo, di quante cose il cuore comunica alla mano che spesso trema, come non volesse accettare quelle cose, ma deve, dobbiamo, accettare tutto in questa vita, ma io in primis non vorrei mai.
Come non ho mai accettato le malattie di mia madre, la morte degli unici amici che avevo fin da quando ero adolescente, che sono gli angeli in terra che hanno evitato quel pensiero maledetto che avevo di togliermi la vita…ma qui mi fermo, perché ognuno di noi non accetta il passato, quindi si blocca, respira, e sa, che se continuasse a pensare a tutto ciò, prima o poi sarebbe lui stesso ad andarsene.
Purtroppo la rabbia generata dalla mia generazione, da chi è passato per la mia anima, e dai quali ho voluto assorbire, pur di evitare di vedervi soffrire ancor di più, mi ha ucciso dentro.
Voi tutti qui, fuori da qui, avete visto Me per quel poco che mi è rimasto da far vedere esteriormente, con un maledetto sorriso che non farò mai mancare a nessuno, gentili o meno che siate con me; quelle poche volte che stavo al centro estivo le animatrici mi dicevano che un mio sorriso giornaliero, era la carica per tutti i ragazzi dello staff, e chi sono io per tenere musi?
Dentro non esisto più, da anni, ma sto cercando di recuperarmi, pezzo per pezzo, forse non mi basterà il resto della vita, ma voglio ritrovarmi anch’io.
Il “numero uno” non esiste, qui dietro al mio essere, c’è solo tanta fragilità, tanta voglia di donare amore, un po’ di spensieratezza, anche se momentanea, di rialzare chi è a terra e spronarlo a rigenerarsi, assieme, mai da soli.
Questa società c’ha fatto sbranare fra di noi, fatto credere che uno potesse essere meglio dell’altro, che potesse avere tutti ai suoi piedi, e noi ci abbiamo creduto, dai più piccoli ai più grandi, passando da un social alla vita reale, visto che ormai non c’è più differenza fra quest’ultime.
Voglio essere sincero con me stesso fino all’ultimo, anche a costo di perdere qualsiasi cosa ma mai la dignità, quindi risponderò a semplici domande che mi son state fatte negli ultimi anni, alle quali non ho mai voluto dare risposta.
Cos’è l’amicizia?
Puro opportunismo.
Cos’è l’amore?
A 16 anni ti avrei risposto, quello che ha verso di me mia madre, piange, urla *silenziosamente* dai dolori, passa settimane a letto, ma rinasce quando mi vede felice, anche se solo per un giorno.
Oggi?
La stessa cosa.
Il significato del termine “amore” mi ha aperto gli occhi mentre pensavo inconsciamente di viverlo, ma andando avanti si inciampa negli errori degli anni passati, e l’amore per giunta non è mai stato amore, è sempre quel qualcosa con una data di scadenza, una parola inventa per stupire un pubblico di creduloni, sii sincero, per quante forme possa avere l’amore, come può essere chiamato tale, se siamo nati con l’odio e il disprezzo reciproco dentro?
E tu come ultima cosa mi hai domandato perché scrivo?
Perché tutto ciò chi mai avrebbe avuto il coraggio di ascoltarlo?
Vi abbraccio con tutte le mie paure, spoglio di tutto ciò che negli anni non ho saputo tenermi stretto, consapevole che domani potrei non esserci più, e sicuro di aver raccontato tutto di me, perché l’oscurità non mi appartiene, e so di essere stato messo al mondo con uno scopo;
come ognuno ha il suo, io ho il mio, quello di far farvi splendere nel vostro piccolo, anche se per poco, assieme a me.
Chiudo mandando un abbraccio forte a mia mamma, il delfino che mi porto sempre in tasca da quando ero piccolo, per ricordarmi che non sono mai solo, anche nei momenti più disperati, mio padre, che nonostante le voragini d’incomprensioni conta su di me, per i vostri sacrifici, mi metto dalla vostra parte e riconosco tanti miei errori ingiustificabili, un abbraccio forte a tutte quelle persone che conosco e ho conosciuto che stanno passando dei brutti momenti, del resto non c’ha mai uniti così tanto il male quanto il bene…e a te che sei arrivato fin qui, l’unica cosa che chiedo sempre a tutti dopo un semplice ma per molti ormai banale: “Come stai”?! Ricordati di farti un sorriso appena puoi.
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Pubblica il New York Post :
«Nel corso dell’anno, verso la metà del mandato, in una lettera aperta firmata da altri 11 gruppi di sinistra, la Leadership Conference on Civil and Human Rights finanziata da Soros ha invitato i CEO di Big Tech a intraprendere un’azione “immediata” per diffondere il cosiddetto “voto disinformazione” per “aiutare a prevenire l’indebolimento” della democrazia. I firmatari avevano ricevuto un totale di 30,3 milioni di dollari da Soros in soli quattro anni. Come ha rivelato la pubblicazione ungherese Remix, delle 11 organizzazioni di verifica dei fatti approvate da Facebook per l’Europa centrale e orientale, otto sono state finanziate da Soros. Come nel caso degli Stati Uniti, questi gruppi di controllo dei fatti sono ampiamente critici nei confronti della destra politica. Un progetto del Poynter Institute in particolare, l’International Fact-Checking Network (IFCN), è stato lanciato nel 2015 con un finanziamento iniziale proveniente dal National Endowment for Democracy (sostenuto dal Dipartimento di Stato USA), Omidyar Network, Google, Facebook, la Bill & Melinda Gates Foundation e la Open Society Foundations di George Soros.
Il “controllo dei fatti” è un elemento importante nella macchina di censura online della sinistra, che offre alle società di social media un pretesto politicamente neutrale per censurare i punti di vista conservatori.
si sapeva, si sa, ma meglio fissarlo per sempre.
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