#cinecomic
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spettriedemoni · 1 year ago
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James Gunn ha diramato la short-list dei candidati ai ruoli di Superman e Lois Lane.
Per l'azzurrone sono rimasti in lizza Nicholas Hoult (che vedrei bene come Batman, invece), Tom Brittney e David Corenswet.
Per Lois Lane invece restano in lizza Emma Mackey, Phoebe Dynevor e la fantastica signora Rachel Brosnahan "Maisel".
Per me è facile: David Corenswet per Clark Kent/Superman e Rachel Brosnahan come Lois Lane.
Sì, sto vedendo "La Fantastica Signora Maisel" su Amazon Prime e lei la trovo perfetta. Se le scrivono un personaggio come la Lois Lane del film di Superman del '78 questa spacca di brutto.
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lostinaflashforward · 2 years ago
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LIAFF SPECIAL #4: - DC Extended Universe: Dalle origini alla rinascita con James Gunn e Peter Safran
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Carissimi lettori, ben ritrovati con un nuovo appuntamento con LIAFF SPECIAL, la rubrica dedicata all’approfondimento di personaggi e temi nel mondo dell’intrattenimento. Per questo quarto appuntamento abbiamo pensato di trattare uno dei temi più discussi di questi ultimi mesi, vale a dire la ristrutturazione del DC Universe ad opera di James Gunn e Peter Safran, nominati presidenti della DC Studios lo scorso Ottobre a seguito dei cambiamenti avvenuti dopo la fusione fra Warner Bros e Discovery. In questo speciale ci soffermeremo su quanto accaduto a questo universo cinematografico, partendo dalle origini e arrivando fino alla ristrutturazione e ai nuovi progetti presentati dal duo Gunn-Safran il mese scorso.
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Le origini: la nascita del DC Extended Universe
Il DC Extended Universe nacque nel 2014 (ma tale nome sarebbe stato coniato solo nel 2020, all’indomani della nascita di HBO Max), dopo due tentativi, avvenuti rispettivamente nel 1998, dove ci sarebbe dovuto essere un film su Superman (quello per cui Nicolas Cage fu contattato per interpretare Clark Kent) che poi avrebbe fatto coppia con Batman, impersonato da Michael Keaton, e nel 2011, con una storia che sarebbe partita con il film Green Lantern, uscito nello stesso anno, dove il protagonista Hal Jordan avrebbe fatto coppia con Flash in una scena post-credits, ma fu cancellato a causa dei pochi incassi fatti dalla pellicola con protagonista Ryan Reynolds. Proprio a causa di questo flop la Warner Bros iniziò a lavorare a Man of Steel, un reboot cinematografico incentrato su Superman, diretto da Zack Snyder e con Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent, a cui si sarebbero stati agganciati una serie di lungometraggi, con l’intento iniziale di creare una sorta di multiverso narrativo. A questa prima fase appartengono il menzionato Man of Steel, il sequel Batman vs Superman: Dawn of Justice, Suicide Squad di David Ayer, Wonder Woman e il sequel Wonder Woman 1984, diretti da Patty Jenkins, il film sulla Justice League (protagonista di una delle più massive campagne mediatiche mai messe in piedi, volta a far uscire l’edizione completa del film, arrivata solo nel 2021, cinque anni dopo l’uscita della prima versione nelle sale cinematografiche), Aquaman di James Wan (primo film con Walter Hamada come presidente dell’allora DC Films), Shazam!, Birds of Prey and the Fantabulous Emancipation of One Harley Quinn e The Suicide Squad, primo lavoro di James Gunn per il franchise.
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Il caos: la nuova direzione di Warner Bros Discovery
Nell’Aprile 2022 è stata annunciata la fusione fra Warner Bros e Discovery, portando alla nascita di Warner Bros Discovery. La fusione ebbe delle importantissime conseguenze, dettate dal fatto che la nuova amministrazione, capitanata da David Zaslav, aveva espresso disappunto in merito alle strategie adottate dall'amministrazione precedente, e specificamente riguardo al DC Universe, affermò che non vi era una vera e propria strategia, esprimendo l'intenzione di trovare una figura chiave per guidare questo universo narrativo. A questo scopo due mesi più tardi Michael De Luca e Pam Abdy furono nominati presidenti del Warner Bros. Motion Picture Group, avendo anche l’incarico di supervisionare temporaneamente tutti i progetti targati DC. Ad Agosto Zaslav dichiarò che l’intento di Warner Bros Discovery era di concentrarsi sui film per le sale cinematografiche e che valorizzare personaggi come Superman, Batman e Wonder Woman era l’obiettivo principale del franchise DC, una scelta che però segnò l’inizio del caos. Infatti proprio in quel mese il film Batgirl, il cui rilascio era previsto su HBO Max, fu cancellato come parte di una manovra per contenere le ingenti spese fatte dalla precedente amministrazione, una decisione che generò un enorme dissenso, sopratutto sui social media, per non parlare di serie già completate o in produzione cancellate per la stessa ragione, nella fattispecie diverse serie animate, alcune produzioni che vedevano la firma di J.J. Abrams e di recente anche le serie di HBO Max Pennyworth, Titans e Doom Patrol, le quali termineranno il loro percorso con le stagioni attualmente in onda. Ad Ottobre il lungometraggio Black Adam, con protagonista Dwayne Johnson, fu rilasciato nelle sale e il mese successivo, la DC Films divenne DC Studios, con James Gunn e Peter Safran nominati presidenti, ai quali fu affidato il compito di supervisionare ogni progetto legato alla DC, illustrando il loro piano a lungo termine per tale universo. La prima parte di questo piano rappresenta un altro atto del caos, poichè a Dicembre Gunn e Safran annunciarono di essere al lavoro su un nuovo film incentrato su Superman, che però non avrebbe avuto Henry Cavill come protagonista (il quale aveva anche lasciato il cast di The Witcher all'indomani della quarta stagione), notizia che l'attore britannico riferì al suo pubblico attraverso un lungo e toccante post sulla sua pagina Instagram. Sempre nello stesso mese si temeva la cancellazione anche del terzo lungometraggio su Wonder Woman, cosa che a quanto pare non è avvenuta, ma tale film non vedrà il ritorno di Patty Jenkins come regista a causa di divergenze di natura creativa, come anche la cancellazione di Black Adam 2, questione chiarita da Dwayne Johnson, il quale ha tweetato che il film non è in programmazione per gli attuali piani del DC Universe, ma che si stanno esplorando nuove ipotesi per riportare in scena il suo personaggio.
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La fine: i residui della DC Extended Universe
Il DC Universe così come lo conosciamo è destinato ancora a proseguire con Shazam! Fury of the Gods, in uscita il mese prossimo, ma con The Flash, previsto per quest'estate, avverrà un vero e proprio reset narrativo, che verrà poi esteso anche a Blue Beetle, in uscita nelle sale ad Agosto, e a Aquaman and The Lost Kingdom, la cui uscita è prevista per la fine dell'anno, per poi dare via alla nuova fase, Gods and Monsters, annunciata il mese scorso, e che si aprirà nel 2025 con il film Superman: Legacy, incentrata su una versione più giovane del celebre personaggio.
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Il futuro: Gods and Monsters e Elseworlds
Come menzionato in precedenza, lo scorso Gennaio James Gunn e Peter Safran hanno annunciato pubblicamente i nuovi progetti inerenti il DC Universe, in un piano che dovrebbe ricoprire dagli otto ai dieci anni, con il rilascio di due film e di due serie per HBO Max all’anno, e con delle regole precise, che prevedono tra le altre cose che un interprete farà il suo personaggio sia al cinema che in TV e che questo non potrà interpretare due personaggi. Il primo capitolo, intitolato Gods and Monsters, si aprirà con Superman: Legacy, previsto per l’11 Luglio 2025 e che vedrà una versione più giovane del personaggio, la cui storia esplorerà il conflitto del protagonista fra natura umana e kryptoniana. Altri progetti collegati a questo capitolo sono The Brave and the Bold, un film su Batman e Robin che vede i due in un rapporto padre-figlio, The Authority, un “ensemble movie” che mescola una serie di antieroi, Supergirl: Woman of Tomorrow, incentrato sulla famosa cugina di Superman e dal tono più hardcore, e Swamp Thing, che esplorerà le origini della famosa creatura, per poi collegarla all’interno del DC Universe. Sul fronte televisivo il duo ha annunciato diverse serie in sviluppo, fra cui la serie animata Creature Commandos, incentrata su un gruppo bizarro di superumani, Waller, serie incentrata sul personaggio interpretato da Viola Davis e che fungerà da continuo a Peacemaker, dato che Gunn non potrà lavorare alla seconda stagione della serie per via di Superman: Legacy, Lanterns, una serie stile True Detective che vedrà protagonista la coppia Hal Jordan-John Stewart (da notare che non è la serie prodotta da Greg Berlanti), Paradise Lost, incentrata sulle amazzoni di Themyscira e che avrà un impronta alla Game of Thrones e Booster Gold, che narra di uno sfigato che viaggia dal futuro fino ai giorni nostri, usando la sua tecnologia come superpotere. Discorso a parte vale per i progetti esterni al DC Universe, che il duo ha già etichettato sotto il brand Elseworlds; fra questi rientrano The Batman di Matt Reeves, il cui sequel è in lavorazione, la miniserie The Penguin, incentrata sul personaggio interpretato da Colin Farrell e Joker: Folie à Deux, sequel del film di Todd Philips, con Joaquin Phoenix nuovamente nei panni di Joker, affiancato da Lady Gaga nel ruolo di Harley Quinn, confermato essere un musical. Insomma gli elementi ci sono tutti perchè il percorso del nuovo DC Universe sia positivo, con la speranza che i cambiamenti apportati negli scorsi mesi siano stati fatti per il meglio, ma ci toccherà aspettare diverso tempo per vederne i frutti.
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newsintheshell · 2 months ago
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Crunchyroll e Sony Pictures Entertainment hanno appena annunciato che MY HERO ACADEMIA: YOU'RE NEXT sbarcherà anche nei cinema italiani dal 10 ottobre!
Il quarto film della saga, diretto questa volta da Tensei Okamura (Darker Than Black, World Conquest Zvezda Plot) sempre presso Bones (Bungo Stray Dogs, The Case Study of Vanitas), racconta un'altra storia inedita che verrà proiettata nelle nostre sale sia doppiata, che sottotitolata.
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giuliopozzali · 7 months ago
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Why we need immediately a movie adaptation of The Troublemaker comics series!
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As a passionate fan of comic books, I have been eagerly following the exciting adventures of The Troublemaker. The captivating story of Mike, a hi-tech mercenary with a healing factor, has truly captured my imagination. The blend of action-packed sequences and deep character development has kept me hooked from the very beginning.
The Troublemaker comics series is a refreshing take on the superhero genre, delving into complex themes such as warfare, technology, and trauma. The protagonist's struggles with PTSD bring a human element to the story, making her both relatable and compelling. The use of advanced weaponry and drones raises important questions about the ethics of modern warfare, challenging readers to think critically about the implications of technology.
One of the most impressive aspects of The Troublemaker is its breathtaking artwork. The detailed illustrations and vibrant colors bring the futuristic world to life, adding to the sense of danger and excitement. The action scenes are masterfully choreographed, keeping readers on the edge of their seats with each turn of the page. The artwork perfectly complements the gritty and intense tone of the story, immersing readers in a visually stunning experience.
As a fan of The Troublemaker comics, I can't help but imagine the possibilities of a movie adaptation. The dynamic characters, thrilling action, and thought-provoking themes would translate seamlessly to the big screen. Visualizing the stunning artwork and intense fight scenes come to life in a cinematic setting is a dream come true for fans like myself.
The Troublemaker movie adaptation has the potential to reach a larger audience and introduce new fans to the unique world created by Stefano Labbia. The compelling narrative, complex characters, and stunning visuals are sure to captivate moviegoers and leave them eagerly awaiting the next installment. The time is now for The Troublemaker to make its mark on the silver screen and bring its innovative storytelling to a whole new level of excitement!
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queenforeverblog · 2 years ago
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L'8 Dicembre del 1980 i #Queen facevano ufficialmente il loro ingresso nel mondo del #cinema con la #colonnasonora di #flashgordon, #film di #fantascienza ispirato alle imprese del personaggio creato nel 1934 da #alexraymond e antesignano di quei #cinecomic che oggi il grande schermo lo dominano incontrasti. La pellicola, complice la presenza in veste di produttore di Dino De Laurentiis, vantava un cast di tutto rispetto, tra cui le nostre #mariangelamelato e #ornellamuti, oltre a #maxvonsydow e il futuro #jamesbond #timothydalton. Il protagonista era invece interpretato da @samjjones, anche se prima di lui furono provinati anche #arnoldschwarzenegger e #kurtrussell. Sappiamo quanto Flash Gordon non sia stato quel capolavoro che si si sarebbe potuti aspettare, specie se paragonato con altri film usciti in quel periodo, basti pensare a #GuerreStellari e #BladeRunner. Eppure, anche grazie alla presenza dei Queen, è diventato un vero e proprio #cult con il quale la band ha potuto giocare con delle scelte musicali completamente diverse rispetto al passato: poche parti cantate e tantissimi sintetizzatori #queenforeverblog https://www.instagram.com/p/Cl5g1G5MPZy/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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zibaldone-di-pensieri · 1 month ago
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Stasera non so che guardare, sono indeciso
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Consigli? Oppure altri film o serie o streaming 👀
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bkenber · 2 years ago
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A24 to Re-Release 'Stop Making Sense' in Remastered 4K, and I Cannot Wait
Like any other year, 2023 has brought with it a lot of exciting news about the many movies coming our way very soon. But news of one movie really piqued my interest, and that was of A24 acquiring the worldwide rights to the classic 1984 concert film “Stop Making Sense.” directed by the late, great Jonathan Demme, it is set to be remastered in 4K and will be released in theaters sometime before…
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cinemaitalianodb · 5 months ago
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I cinecomics italiani, gli anni del muto - Prima parte
Il fumetto e il cinema sono due media che grossomodo si sono sviluppati ed evoluti nello stesso periodo storico. Entrambi hanno iniziato a svilupparsi e diffondersi alla fine del 19° secolo. E conseguentemente è stato inevitabile che alcuni dei personaggi nati da una di queste due forme d’arte abbiano sconfinato nell’altra. Questo fenomeno di narrazione transmediale si è verificato fin da subito.…
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uptowngvl · 9 months ago
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swivaller · 1 year ago
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How to Get Your Film on FilmHub
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nerdwolfnest · 2 years ago
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Ho avuto la fortuna di conoscere i Manetti Bros. alla presentazione speciale in sala del secondo film della trilogia di Diabolik! (il terzo lo hanno già girato) 😁 Simpaticissimi, super disponibili a rispondere a ogni domanda, alla mano e spesso girano in queste zone (una scena de L'ispettore Coliandro l'hanno girata proprio in Meridiana a Casalecchio! 😆) È stato un divertimento anche giocare a riconoscere tutte le locations che si vedono in questo Ginko all'attacco! Il film, pur essendo più dinamico del primo, sfrutta delle inquadrature volutamente statiche per ricreare l'effetto "noir" delle tavole del fumetto da cui è tratto. Il risultato è un prodotto lontano anni luce dai cinecomics frenetici a cui i più sono abituati. Il Ginko di Valerio Mastrandea è sicuramente la cosa più riuscita della pellicola, visto anche il maggiore spazio dedicatogli. Poco da dire su Gianniotti che sostituisce Luca Marinelli, visto il minutaggio estremamente risicato dell'attore per motivi di sceneggiatura. Aspetto il terzo per valutare seriamente la sua performance. L'elemento al contrario che meno mi ha convinto è proprio la super diva Monica Bellucci, non me ne voglia 😬 Bisogna chiaramente entrare nel mood del fumetto quando ci si approccia alla visione di pellicole di questo tipo, poiché alcuni espedienti narrativi sono fuori da OGNI verosimiglianza con la realtà e figli direttamente dell'ingenuità del fumetto anni '60 😜 E ora si aspetta il terzo! #diabolik #film #ginko #ginkoallattacco #fumetto #cinecomics #manettibros #giacomogianniotti #miriamleone #valeriomastandrea #monicabellucci https://www.instagram.com/p/CmP8JSjqZA_/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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spettriedemoni · 2 years ago
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La Distinta Concorrenza
Qualche mese fa Dwayne "The Rock" Johnson si è messo in testa di risollevare il il DCU e ha messo come "conditio sine qua non" di riportare Henry Cavill nel ruolo di Superman.
C'è da dire che Dwayne Johnson e Cavill sono rappresentati dalla stessa agenzia di cui il primo mi pare detenga pure le azioni. Parte il progetto con il film di Black Adam dove in finale si rivede Cavill nel ruolo di Superman e tutti più o meno contenti con Cavill che annuncia il suo rientro in WB/DC nei panni dell'Azzurrone in un post su Instagram e contemporaneamente dà il suo addio a Witcher, serie che peraltro a lui non piaceva più per la piega che stava prendendo. Il problema è che Black Adam va male e la dirigenza DC si affida a James Gunn e a Peter Safran per rilanciarsi.
Ottimo, dicono tutti, finalmente anche la DC avrà un universo condiviso al cinema. Poi succede questo:
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Così il povero Cavill si ritrova licenziato senza aver ripreso il ruolo di Superman e avendo lasciato Witcher. Vatti a fidare degli amici. Specie se sono come Dwayne Johnson.
Poi succede questo:
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Dopo 10 stagioni di di Smallville ancora film sulle origini di Superman? E che due palle! Scusate. Nel frattempo Patty Jenkins (che diciamocelo: non sa fare film d'azione e men che meno quelli di supereroi) non ha convinto i vertici della WB/DC con il terzo film di Wonder Woman o meglio con il suo script. A questo punto la sionista Gal Gadot secondo me è in forte dubbio nel ruolo dell'Amazzone.
Poi succede questo:
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Insomma è certo un reboot con il film di Flash che probabilmente chiuderà la precedente versione del DCU mentre Affleck, come ha detto qualcuno, rientrerà dalla finestra dopo essere uscito dalla porta.
Speriamo, ma ormai non ho più molte speranze che là riescano a fare qualcosa di sensato.
Certo che Gunn si sta giocando molto.
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lostinaflashforward · 1 year ago
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LIAFF SPECIAL #9: Loki: La magia dell'inganno
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Carissimi lettori, ben ritrovati con un nuovo appuntamento con LIAFF SPECIAL, la rubrica dedicata all’approfondimento di personaggi e temi nel mondo dell’intrattenimento, dopo una pausa durata due mesi. L’argomento per questo mese riguarda uno dei personaggi più affascinanti dell'universo Marvel, sia in forma cartacea che sullo schermo, vale a dire il dio norreno Loki. In questo articolo parleremo dell'esordio del personaggio in ambito fumettistico, passando per la fase live-action al cinema, fino ad arrivare alla fortunatissima serie televisiva, attualmente in onda, in modo da poter conoscere meglio la versione Marvelliana del famigerato dio dell'inganno.
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Journey into Mystery: la genesi di un villain
Il personaggio basato sul dio norreno dell’inganno vede il suo esordio fumettistico in un volume della serie Venus, targata Timely Comics, pubblicato nell’Agosto 1949. Qui, Loki è rappresentato come una divinità rilegata in una sorta di oltretomba, con un aspetto simile a quello di un diavolo e che dispensava consigli oscuri, spargendo odio fra i suoi simili. Soltanto diversi anni dopo, nel 1962, all’interno della serie Journey into Mystery, scritta da Stan Lee e Larry Lieber, Loki viene presentato nella forma in cui tutti lo conosciamo e che si avvicina all’originale figura mitologica, vale a dire fratellastro di Thor, nonché suo acerrimo nemico. La sua storia è pressoché simile a quella mitologica: figlio di un gigante di ghiaccio di nome Laufey (chiamato Fárbauti nel mito), Loki viene adottato da Odino durante la guerra contro Jotunheim e viene allevato come suo figlio al fianco del fratellastro Thor. Col passare degli anni, Loki inizia a vedere le differenze fra lui e Thor, realizzando di essere inferiore a lui dal punto di vista fisico, ma di avere enormi capacità come mago e ingannatore, ottenendo la definizione di “dio dell’inganno” proprio per le sue abilità manipolative. Sfruttando queste sue capacità, Loki tenta più volte di sbarazzarsi del fratellastro e di ottenere il dominio su Asgard, collezionando una serie di crimini a danni della popolazione e della sua famiglia, al punto che Odino lo imprigiona all’interno di un albero, da cui poteva essere liberato solo da una lacrima, ma lui riesce a liberarsi ingannando Heimdall, e fugge sulla Terra, dove continua con la sua serie di inganni e macchinazioni. Tali eventi portano indirettamente alla formazione degli Avengers, che riescono a sconfiggere Loki, il quale viene esiliato nello spazio da Odino. Avendo scoperto di essere la causa del Ragnarok, l’apocalisse della mitologia norrena, Loki torna dal suo esilio, ma viene privato dei suoi poteri e collocato sulla Terra, da cui riesce a fuggire sfruttando, come sempre, le sue doti. Insomma, dopo una serie di eventi, fra fughe da vari luoghi, manipolazioni sotto mentite spoglie, un incontro con gli X-Men e il suo unirsi al gruppo di supercattivi noto come Cabala, Loki colleziona una marea di disavventure e scontri negli ultimi 51 anni, affrontati in diverse serie di fumetti, alcune delle quali esplorano il famoso personaggio in formati differenti da quelli delle sue prime apparizioni.
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Burdened with glorious purposes: il percorso sul grande schermo
Thor (2011)
L’esordio sul grande schermo del dio dell’inganno avviene nel 2011 con il primo lungometraggio su Thor, diretto da Kenneth Branagh. Per il ruolo fu scelto l’attore britannico Tom Hiddleston, il quale prima di allora aveva partecipato perlopiù a produzioni televisive locali, consacrandosi come uno degli interpreti maggiormente apprezzati del Marvel Cinematic Universe. La rappresentazione della sua rivalità con Thor e il suo desiderio di rivalsa nei confronti di Odino vengono ben tratteggiati anche grazie all’interpretazione di Hiddleston, rendendo il suo Loki uno dei villain più affascinanti del mondo dei cinecomic.
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The Avengers (2012)
Loki è stato il primo antagonista per eccellenza del Marvel Cinematic Universe, come testimoniato dal suo ritorno in The Avengers, dove, riapparso dalla Terra dopo essere sparito nello spazio, si impadronisce del Tesseract e scaglia i Chitauri contro la città di New York, in un'epica battaglia dove gli Avengers uniscono le forze per la prima volta. Alla fine Loki viene nuovamente sconfitto e ricondotto da Thor su Asgard per essere imprigionato, ma ciò non segnerà la fine del suo percorso.
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Thor: The Dark World (2013)
In Thor: The Dark World vediamo Loki prigioniero su Asgard, ma tale situazione cambierà a seguito della morte della madre adottiva Frigga, a cui era particolarmente affezionato, uccisa per mano dell’elfo oscuro Malekith, il quale intendeva possedersi dell’Aether, che si trovava nel corpo di Jane Foster. A seguito di tale tragedia, Loki unisce le forze con suo fratello Thor per sconfiggere Malekith, ma alla fine usa uno dei suoi trucchi per fingersi morto e sostituirsi ad Odino come sovrano di Asgard. Nonostante abbia nuovamente attinto ai suoi istinti più oscuri, il Loki presentato nella pellicola targata Alan Taylor è decisamente più umano di quanto ci si potesse aspettare.
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Thor: Ragnarok (2017)
Ripartendo dagli eventi del film precedente, Thor: Ragnarok vede Loki fare i conti con le conseguenze del suo inganno, venendo scoperto da Thor. I due però si ritrovano ad affrontare la spietata Hela, prima figlia di Odino, la quale è tornata dal suo esilio dopo la morte del padre per rivendicare il dominio su Asgard. Così Thor e Loki si trovano a fare nuovamente coppia fra una disavventura su Sakhar, dove trovano degli alleati in Hulk e Valchiria, e un acceso confronto su Asgard, terminato con la distruzione del pianeta per mano del demone Surtur, il quale ha causato il Ragnarok, di cui Thor aveva avuto una visione in Avengers: Age of Ultron. Tutto sembra finire per il meglio, ma Loki ruba nuovamente il Tesseract, riaccendendo una minaccia ormai inevitabile.
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Avengers: Infinity War (2018)
Nella scena d’apertura di Avengers: Infinity War, Thanos stermina metà della popolazione Asgardiana a bordo della nave di Thor, fra cui Heimdall, per poi chiedere la consegna del Tesseract. In un primo momento Loki sembra volerlo aiutare, ma poi si prepara a colpire il titano, il quale, dopo aver sorprendentemente sconfitto Hulk, lo uccide sotto gli occhi di Thor, prendendogli il Tesseract. Quello che succede dopo è un altra storia, ma è impossibile dimenticare le drammatiche ultime parole di Loki a suo fratello:
“I assure you brother… the sun will shine on us again.”
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"For All Time. Always.": la rinascita televisiva
L'ultima apparizione cinematografica di Loki avviene in un breve cameo durante Avengers: Endgame, dove, durante la missione degli Avengers per recuperare le varie Gemme dell'Infinito nel passato, il Loki del 2012, in procinto di venire condotto su Asgard come prigioniero, usa il Tesseract per fuggire, evento che porterà alla prima stagione della sua omonima serie. Qui Loki viene prelevato dalla misteriosa organizzazione nota come TVA (Time Variance Authority), che lo accusa di aver violato la linea temporale, ma il dio dell'inganno riesce ad impedire di essere giustiziato offrendo il suo aiuto nel catturare una sua variante, che si scopre essere una donna di nome Sylvie, di cui in seguito si innamorerà. Durante questo periodo, Loki fa' amicizia con l'agente della TVA Mobius e scopre la verità dietro l'organizzazione, la quale recluta i suoi agenti rapendo varianti da varie linee temporali, motivo per cui Sylvie era intenzionata ad annientarli. Alla fine Loki e Sylvie finiscono alla Fine del Tempo, luogo dove dimora il leader della TVA, conosciuto come Colui che Rimane, il cui compito era proteggere la linea temporale dalle sue infinite varianti, che avrebbero causato una guerra su scala multiversale. Presa dalla rabbia per quanto ha subito, Sylvie uccide Colui che Rimane, dando via agli eventi che hanno portato alla formazione del multiverso, e rispedisce Loki in una TVA completamente diversa da quella che ricordava. Nella seconda stagione, attualmente in corso, Loki si trova a far squadra con Mobius, Hunter B-15, Sylvie, Casey e Ouroboros per evitare che la linea temporale venga annientata a causa di una reazione scatenata dalla morte di Colui che Rimane, il quale sembrava avere dei piani nel caso venisse ucciso, che però restano tutt'ora un mistero. Se siete curiosi di scoprire cosa accadrà al dio dell'inganno, non vi resta che seguire la seconda stagione di Loki su Disney+, con un nuovo episodio ogni Venerdì, e leggere le nostre recensioni settimanali sul blog.
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multiverseofseries · 6 months ago
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X-Men '97: il revival sui mutanti Marvel che tutti aspettavamo
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La recensione di X-Men '97, revival della storica serie animata sui Mutanti di casa Marvel che torna con un prodotto nostalgico ma intelligentemente aggiornato al presente. Tra animazione, regia e scrittura. Su Disney+.
Bastano gli iconici titoli di testa a confermare l'identità di X-Men '97, molto cara ai figli degli anni '80 e dei primi anni '90. La serie d'animazione classica era conosciuta in Italia come Insuperabili X-Men, in onda dal 1992 al 1997 per cinque ricchissime stagioni. Il suo peso storico è rintracciabile nell'aver aperto la strada allo sviluppo di molte altre serie televisive dedicate ai supereroi della Marvel, prima fra tutte quella di Spider-Man, ma più in generale nell'atto di sdoganare in senso mainstream i gli eroi sul piccolo schermo, sfruttando l'animazione come efficace strumento traspositivo per testare un medium differente.
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X Men: un frame della serie animata
Nel settembre del 1997, poi, Insuperabili X-Men trova la sua naturale conclusione in un episodio dai tratti commoventi dedicato al lascito della missione di Charles Xavier ai suoi studenti, ormai cresciuti e diventati supereroi a tutti gli effetti. E proprio da lì riparte X-Men '97 di Marvel Animation: da quell'anno d'interruzione nel passaggio d'eredità morale, come se non fossero passati 27 anni, per raccontare un prodotto di ieri con gli occhi di oggi. Dimostrando quanto difficili e complesse siano le tematiche inclusive e identitarie narrata nella serie.
L'X-Factor di un prodotto straordinario
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X-Men '97: una scena
X-Men '97 è prima di tutto rivolto alle generazioni che sono cresciute con la serie originale, ma non per questo si può dire disinteressata a un parterre di spettatori più ampio e più giovane. Il fatto è che lo show è in tutto e per tutto la sesta stagione del prodotto anni '90, di cui non funge soltanto da sequel ma recupera anche dinamiche, rivalità, scelte narrative e villain del suo glorioso passato. Lo sdoganamento dei supereroi grazie ai cinecomic ha resto molto più noti i fumetti Marvel tra i nuovi nerd, ed è principalmente su questa conoscenza acquisita e maggiormente diffusa a cui lo Studio ha deciso di aggrapparsi per lo sviluppo di una serie apparentemente nostalgica ma di fatto moderna, rinnovatrice di se stessa, ragionata principalmente su tematiche che dopo trent'anni sono oggi più di ieri fondamentali e dibattute in ambito civile e sociale. È il genere supereroistico che si rende elevato, sfruttando il mezzo dell'animazione per raccontare l'eterna battaglia dei Mutanti per l'accettazione. Stravolge una cifra contenutistica già emozionante e intimista in partenza e adesso più introspettiva, filosofica, con distinti tratti etici e intellettuali che trasudano dalla straordinaria penna di Beu DeMayo, showrunner ed head writer della serie che purtroppo non curerà più il progetto dopo la seconda e già annunciata stagione.
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X Men: un frame della serie animata
Il gene mutante, il grande X-Factor di X-Men '97, risiede principalmente in un DNA concettuale che recupera il meglio del prodotto classico per attualizzarlo in ogni suo aspetto, divenendo per Disney+ quello che Castlevania di Warren Ellis rappresenta per Netflix. Ci sono monologhi che vanno riascoltati e interiorizzati, nello show, scambi di battute caustici e sarcastici, relazioni complicate che hanno ancora una loro decisa centralità. E poi molte intuizioni concettuali arrivano a trasformare completamente il senso di un episodio, toccando corde profonde e stuzzicando il pensiero critico dello spettatore. Un valore, questo, che è impossibile ignorare.
Il potere dell'animazione
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X Men: un frame della serie animata
Al di là dell'attenzione per storia e dialoghi, comunque, X-Men '97 gode di un'animazione davvero splendida e di un gruppo di protagonisti ancora valido e affascinante. Il merito dell'estetica va tutto a Studio Mir, che è riuscito ad aggiornare il canone stilistico anni '90, mantenendone intatto fascino e carattere ma ripulendone linee e contorni, tratteggiando con decisione i dettagli delle scene e dei personaggi e sfruttando ovviamente tecnologie di sviluppo moderne per confezionare il prodotto. È dunque ricercata la patina televisiva dell'epoca, ma ad esempio la CGI è sfruttata in minima parte, dando ampio e giusto spazio al 2D e all'animazione tradizionale in tutto il suo splendore. Per non tradire la continuità dell'opera, si è poi deciso di mantenere tutti i costumi del tempo, da Ciclope a Wolverine, da Jubilee a Morph (tra l'altro scelta geniale riaverlo nel team, potendosi trasformare in tanti altri X-Men). Il colpo d'occhio maggiore, però, arriva dalle scene d'azione, dove risalta una maggiore fluidità dei movimenti e una regia animata più stilizzata e virtuosa rispetto a trent'anni fa. Altro elemento modernizzante della serie che dà il suo massimo nei team-up dei protagonisti (Wolverine e Gambit, Ciclope e Alfiere).
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X-Men '97: una scena
Dei DIeci episodi che compongono questa prima stagione, non ce n'era uno che si potesse dire simile all'altro o che fosse meno interessante. Ognuno di essi guarda a un importante arco narrativo del passato, tra Sentinelle, Magneto o Sinistro, dando comunque modo allo spettatore più spaesato di comprendere gli allacci delle varie storie e di non sentirsi lasciato solo. Possiamo dirci sinceramente colpiti e soddisfatti del progetto X-Men '97, nella speranza che la prossima stagione possa regalarci gli stessi spunti di riflessione e lo stesso spettacolo di questa appena conclusa.
Conclusioni
In conclusione, dietro alla sua apparente aura nostalgica X-Men '97 nasconde una profonda anima intellettuale che si rende evidente soprattutto nella scrittura degli episodi e dei dialoghi, per come tratta alcune tematiche identitarie ed inclusive, per come sfrutta relazioni e rivalità, per le corde che sa toccare. Un prodotto meraviglioso forte di un parterre di protagonisti ben ragionato e di un'animazione rinnova il passato senza tradirlo, mantenendo intatto fascino e carattere della serie classica ma con un tocco aggiuntivo più virtuoso e moderno. Imperdibile.
Perché ci piace
La scrittura e la curatela di Beu DeMayo sono straordinarie.
Ci sono monologhi e riflessioni che lasciano il segno.
Il recupero costante di dinamiche e storie classiche che vengono però adattate al presente.
Lo stile animato è semplicemente meraviglioso.
Gli scontri, le rivalità, i team-up.
Cosa non va
Forse il pubblico di riferimento è principalmente quello che è cresciuto con la serie classica, ma non lasciatevi intimorire: in realtà è aperto a tutti.
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emcgoverns · 1 year ago
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elizabeth mcgovern on the set of “the handmaid’s tale” (1990) | 📸: cinecom pictures
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L’ho amato perché mi somigliava e mi completava allo stesso tempo. L’ho amato perché lui disegnava e io scrivevo; lui leggeva Alan Moore e io Dostoevskij, e stando assieme io ho letto Alan Moore e lui Dostoevskij; lui adorava Scorsese e io Allen, ma il nostro regista preferito era Kubrick, siamo andati a vedere tutti i cinecomic della Marvel insieme e ci recensivamo i film a vicenda; lui mi ha fatto conoscere Scrubs e io George Carlin; lui comprava Blu-ray e io collezionavo vinili; lui voleva tatuarsi JoJo e io Arancia Meccanica, ma abbiamo passato ore seduti su una panchina a raccontarci cosa come e perché volessimo farci circa 15 tatuaggi a testa; lui ascoltava heavy metal e io rock, ma la prima volta che ci siamo baciati è stato (anche) grazie ai Led Zeppelin; lui aveva genitori separati, un patrigno e due sorelle e si sentiva di troppo, io avevo genitori separati, ero figlia unica e mi sentivo ignorata, ma entrambi ci sentivamo soli ed è così che ci siamo trovati; lui era un nerd che fumava erba e vestiva sempre di nero e io ero una tabagista innamorata della letteratura che vestiva sempre di nero, a nessuno dei due piacevano le discoteche, ma ci siamo ubriacati e imbucati a decine di feste finendo a fare sesso in qualche vicolo; eravamo misantropi e sarcastici, ma tra di noi scherzavamo su quanto sembrassimo una coppia sposata e su come avremmo educato i nostri figli; non ci siamo mai detti quanto ci volessimo bene, ma ci siamo detti cose talmente belle da star male; lui parlava poco e io ero logorroica, ma parlavamo ogni secondo disponibile e non ci siamo mai annoiati. E sono sicura che, se fossimo durati, avremmo continuato a completarci, arricchendo la nostra vita e crescendo insieme.
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