#cicatrici della natura
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dropsofsciencenews · 2 months ago
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Come ti scovo un vecchio tornado con Google Earth
ENG version ESP version È ormai diventata quasi consuetudine, prima di visitare un nuovo posto, fare ricerche su internet: che sia per decidere cosa visitare in una città, per trovare un indirizzo o, magari, per sfruttare le immagini satellitari e pianificare il miglior percorso. Durante una di queste esplorazioni virtuali, uno speleologo, esperto di caverne, scorrendo immagini su Google Earth alla ricerca di ingressi di grotte nella pianura carsica di Nullarbor, in Australia, si è imbattuto in qualcosa di davvero insolito: una lunga e chiara cicatrice che attraversava il deserto per diversi chilometri.  La curiosità ha fatto il resto, e l’immagine è finita rapidamente sotto gli occhi di un gruppo di ricercatori, che ha deciso di indagare sul mistero.
L’indagine si è basata su un’analisi meticolosa utilizzando tecnologie satellitari. Le immagini di Google Earth hanno permesso di identificare la posizione e la struttura generale della cicatrice, lunga circa 11 km e larga tra i 160 e i 250 metri. Successivamente, con l’aiuto di software come Global Mapper e dati provenienti dai satelliti Landsat e Sentinel, è stato possibile delimitare il periodo della sua formazione tra il 16 e il 18 novembre 2022, proprio durante un evento meteorologico significativo che aveva interessato la regione.
Ma cosa ha provocato questa cicatrice? La risposta è arrivata combinando immagini meteorologiche storiche, dati raccolti dalle stazioni locali e osservazioni sul campo. Le immagini satellitari mostravano una copertura nuvolosa molto intensa il 17 novembre, mentre le stazioni meteorologiche registravano precipitazioni da record. Inoltre, le immagini satellitari temporali hanno mostrato aree allagate con una caratteristica forma circolare in corrispondenza della formazione della cicatrice. L’ispezione sul campo ha confermato la presenza, all’interno della cicatrice, di segni cicloidali: tracce tipiche dei vortici di aspirazione. I ricercatori non avevano più dubbi: quella cicatrice era la firma inequivocabile del passaggio di un tornado.
I dati indicano che il tornado si è mosso in direzione est, ruotando in senso orario con una forza stimata tra F2 e F3 sulla scala Fujita, raggiungendo velocità superiori a 200 km/h. Questo tipo di evento è raro nella pianura di Nullarbor, una regione remota e scarsamente abitata dove i tornado spesso passano inosservati. È proprio questa combinazione di isolamento geografico e assenza di testimoni oculari che rende l’uso delle immagini satellitari uno strumento prezioso.
Eventi come questo aiutano a comprendere meglio il comportamento dei tornado in regioni remote e poco studiate, soprattutto in Australia dove i tornado sono poco frequenti. Con il tempo, accumulare un numero sufficiente di immagini potrebbe persino portare allo sviluppo di analisi automatizzate basate su intelligenza artificiale per rilevare tornado in aree aride. Migliorare la nostra conoscenza di questi fenomeni non solo aumenta le capacità di previsione, ma può anche contribuire a strategie di mitigazione del rischio, rendendo le comunità più preparate agli eventi estremi. Quindi, la prossima volta che notate qualcosa di strano su Google Earth, fatelo sapere!
A Presto e Buona Scienza! fonte
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angelap3 · 2 months ago
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"Vedete questo dipinto? Ha emozionato milioni di persone ma pochi conoscono la storia straordinaria che c’è dietro! Sicuramente avrete già sentito parlare del
«Viandante sul mare di nebbia» di Caspar Friedrich. (1818)
Guardatelo con attenzione. C’è un uomo che fissa con straordinaria intensità l’orizzonte. Nel dipinto non potete vedere il volto dell’uomo, ma tutto nella sua postura, nella curva delle sue spalle ti trasmette una sensazione intensissima. Sembra quasi trattenere il respiro. E voi potete quasi sentire il brivido che lo assale. Che cosa sta guardando? Il cielo sospeso sull’orlo di un precipizio.
Ma perché lo fissa con tanta intensità? E no, non è soltanto un sentimento di meraviglia davanti l’immensità della natura, come credono in molti. Ma per capirlo, dovete conoscere la storia che c’è dietro. Un giorno mentre il giovane Caspar stava pattinando assieme a suo fratello, il ghiaccio si spezza sotto i piedi. Suo fratello per salvarlo, annega. Si dice che dalla sofferenza siamo nate le anime più forti; che le anime più belle siano quelle segnate dalle cicatrici. E lui ne aveva tante. Perse la madre quando aveva soltanto 7 anni, e poi perse due sorelle e infine l’amato fratello. Conobbe la povertà, la solitudine e l’incomprensione. Nonostante questi dolori però, il giovane Caspar si dà la forza per andare avanti. Ecco il vero significato di questo dipinto!
Nella posa del Viandante c’è tutto: coraggio, solitudine, struggimento, nostalgia, la nostalgia di chi è alla ricerca non di un luogo qualunque ma di una casa. Perché casa non è dove si vive, ma dove ci si comprende. E ci si perdona. La nebbia che inghiotte le montagne è la metafora delle difficoltà, delle prove e delle incertezze che ognuno di noi deve affrontare nella vita. Ma se osservate meglio, noterete che la nebbia sembra diradarsi all'orizzonte. Perché non importa ciò che ti capita, ma è come reagisci a ciò che ti capita che fa la differenza, ecco cosa vi sta dicendo questo dipinto! Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati."
(Angela P.)
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furiarossa · 3 months ago
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| So, we're actually doing this thing now. Gonna translate it in English later (and also color and finish this cover!), for now it's only in Italian :) |
+ PUOI LEGGERLO QUI +
A Madison, tra le aule affollate e i vivaci corridoi della University of Wisconsin, Vlad e Maddie condividono una passione inarrestabile per il paranormale e la scienza. Sotto le stelle, tra racconti di spiriti e leggende metropolitane, il loro amore giovanile sboccia con la forza di un'apparizione notturna.
Ma le cose prendono una piega inaspettata quando un "incidente" orchestrato dal loro comune amico Jack li separa, lasciando Vlad intrappolato in un limbo tra la vita e la morte, trasformato in un'entità non-umana. Vent'anni dopo, il destino li riporta insieme, in un incontro carico di tensione e nostalgia. Maddie, ora una cacciatrice di fantasmi, è decisa a scoprire i segreti che abitano nel suo passato. Vlad, d'altro canto, si nasconde dietro una maschera di apparente normalità, temendo di svelare la verità sulla sua natura non-umana.
Man mano che si rincorrono tra la nebbia e le ombre del loro passato, Vlad e Maddie dovranno affrontare le paure e i demoni che tormentano entrambi. Riusciranno a ritrovare il loro amore, sfidando le leggi del paranormale e le cicatrici del tempo? "Fantasma d'Amore" è una storia di passione, segreti e redenzione, dove ogni spirito ha una storia da raccontare.
Chiudete gli occhi e immergetevi in un mondo dove l'amore supera ogni barriera, persino la morte stessa.
[Un capitolo al giorno, tutti i giorni, finché la storia non sarà finita! Questo è il nostro primo esperimento nella scrittura di un romanzo rosa "leggero"... e ovviamente è paranormale!]
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smokingago · 1 month ago
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Non è colpa degli altri.
C’è una profondità nel modo in cui il cuore umano si infrange, una complessità che raramente attribuiamo a noi stessi.
Quasi sempre siamo noi stessi a ferirci a causa della nostra lotta incessante per adattarci a ciò che non risuona con la nostra vera natura.
Il cuore così tenta di resistere, di proteggersi, ma alla fine soccombe, non perché altri lo abbiano violato, ma perché noi stessi lo abbiamo posto in una situazione insostenibile.
Ho visto cuori infrangersi non solo per l’amore perso, ma per la disattenzione verso i propri bisogni profondi.
Le nostre proiezioni, le aspettative e i desideri non corrisposti logorano lentamente la fibra del nostro essere, come una tensione non risolta tra il cervello, il corpo e l’anima.
Ma vi è un’altra verità: un cuore spezzato può guarire.
Le sue cicatrici possono rivelare non solo la sofferenza, ma anche la forza e la saggezza acquisite attraverso il processo di riparazione.
La lezione non sta solo nel sopravvivere alla rottura, ma nel riconoscere che siamo noi i custodi del nostro cuore.
Stefano Manera
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empito · 17 days ago
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Nel silenzio sommesso delle nostre anime, dimora un costante timore, quel velato pudore di essere d'ostacolo al prossimo, di rivelare troppo delle profondità celate nel cuore. Esitiamo, noi, custodi di fragili speranze e sogni spezzati, timorosi che la nostra presenza possa turbare la quiete altrui. Come equilibristi su un filo sottile, misuriamo ogni parola, ogni gesto, per non infrangere l'armonia delicata che ci circonda. È un tratto distintivo di noi, esseri incantevoli ma segnati dalle tempeste del passato, portare sulle spalle il peso di cicatrici invisibili. Come antiche rovine intrise di storia, custodiamo storie di amori e perdite, di gioie fugaci e dolori sussurrati al vento notturno. Ogni emozione vissuta si è impressa nel profondo, scolpendo l'anima con solchi di memoria e saggezza. Eppure, in questa nostra ritrosia, vi è una bellezza rara, un fascino che risplende come la luna tra le nubi cangianti. Siamo creature di profonda sensibilità, cuori ardenti nascosti dietro veli di discrezione. Desideri mai confessati e passioni sopite animano il fuoco interiore che ci mantiene vivi, alimentando pensieri e sogni che danzano al crepitio delle emozioni. Se solo avessimo l'ardire di abbattere le barriere erette a protezione dell'animo, di lasciar fluire liberamente l'essenza unica che ci contraddistingue, forse scopriremmo che il mondo attende il nostro canto segreto. Poiché nell'intimo di ogni esitazione risiede la potenza di un cuore che ha conosciuto l'amore profondo e la sofferenza più intensa, e che anela ancora a toccare le corde vibranti dell'esistenza. Ogni battito è un richiamo all'autenticità, un invito a vivere senza timore di mostrarsi per ciò che si è realmente. Così procediamo, viandanti tra sogno e realtà, portando con noi la luce indomita della speranza. E nel dolce conflitto tra il desiderio di emergere e la paura di esporsi, troviamo la nostra vera essenza, quella di anime belle, forse ferite, ma infinitamente capaci di emozionare e di amare con profondità sconfinata. È nel coraggio di abbracciare le nostre vulnerabilità che risiede la forza più grande, quella che ci permette di tessere legami autentici e duraturi. Perché è nella condivisione delle nostre profondità che la vita acquista significato, e le cicatrici del passato si trasformano in segni di rinascita e resilienza. Siamo il riflesso di esperienze vissute intensamente, e ogni istante diviene prezioso quando abbracciamo senza riserve la nostra vera natura. In questo viaggio, impariamo che non vi è bellezza più grande che essere fedeli a se stessi, permettendo alla propria luce interiore di brillare nel mondo. E così, anche se la costante paura di disturbare e di esporsi troppo ci accompagna, scopriamo che attraverso l'apertura del cuore possiamo trovare connessione e comprensione. E in questa scoperta, l'anima si eleva, libera dai timori, pronta a vivere appieno la sinfonia delle emozioni che rendono unica la nostra esistenza.
Empito
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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•Prometto di credere in me stessa e valorizzarmi come una persona unica e speciale.
•Prometto di amarmi senza coprirmi di critiche, se non assomiglio alla donna ideale del mio immaginario.
•Prometto di non barattare una vita appassionata e creativa per una vita sicura ma in anestesia.
•Prometto di amare, senza però farmi tagliare a fette, senza farmi infilare coltelli affilati nell'anima.
•Prometto di piangere quando serve, senza però affogare nelle mie lacrime.
•Prometto che smetterò di giustificarmi per ogni cosa che faccio, sentendomi sempre insicura delle mie scelte.
•Prometto di spalancare le braccia al piacere, senza pensare che non me lo merito.
•Prometto di non farmi spezzare la schiena dei sensi di colpa, se non sono sempre utile a tutti e tutto.
•Prometto di far sentire le mie ragioni, senza cadere nelle trappole che mi spezzano le gambe.
•Prometto di interessarmi a un uomo senza però aspettare disperata di fronte al telefono la sua chiamata.
•Prometto di non usare più contro me stessa le parole come un rasoio, riempiendomi di tagli, senza ricordare che sotto quella pelle c'è una persona che merita amore.
•Prometto di guardare le mie cicatrici come segni di una vita vissuta, senza piangere lacrime di autocommiserazione.
•Prometto che non farò dipendere il mio valore solo da come mi guarda l'altro, senza considerare che c'è un insieme di aspetti dentro di me, non solo uno di quel momento.
•Prometto di ridere, scherzare, gioire buttando nel cassonetto della spazzatura le facce tristi e grigie .
Prometto di sentire il mio pulsare creativo, senza lasciare che la vita di tutti giorni mi renda fredda e automatica.
•Prometto che smetterò di fare l'arbitro implacabile di me stessa, facendomi perdere sempre, senza considerare che ho anche delle qualità.
•Prometto di non abbandonare la mia natura istintuale, intuitiva e calda per trasformarmi in un automa senza vita.
•Prometto di smettere di farmi cambiare dagli uomini, o di cambiare per tenermeli stretti, senza considerare che potrei essere interessante anche così come sono.
•Prometto di nutrire il mio terreno interiore ogni giorno, senza lasciarlo diventare una terra arida, dove non cresce più niente.
•Prometto di correre libera, fedele alla mia profonda natura.
•Prometto di ascoltare la voce del femminile e di cantare insieme una canzone.
•Prometto di essere la donna che voglio essere, per vivere intensamente la vita.
•Prometto di vivere sempre accanto alla mia anima, perché con il suo aiuto potrò mantenere tutte queste promesse.
La forza delle donne, S. Oberhammer
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ros64 · 2 months ago
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“Legami di sangue”
Capitolo 7
Jamie si fece largo nella boscaglia, incurante dei rovi che gli laceravano i vestiti e dei rami che lo fustigavano. Tutto ciò che si trovava sul suo cammino poteva scegliere se levarsi o finire calpestato. Non esitò più di un istante, quando raggiunse i due cavalli al pascolo, impastoiati. Li slegò entrambi e diede una pacca alla giumenta, che sbuff�� e corse verso la boscaglia. Anche se nessuno avesse rubato il destriero di scorta, prima che la milizia avesse lasciato andare John Grey, Jamie non intendeva facilitargli il ritorno a Philadelphia. Lui e Claire avrebbero risolto le loro questioni più semplicemente, senza la complicazione della presenza di sua signoria. E come le avrebbero risolte? si domandò, mentre con i calcagni dava un colpetto nei fianchi al cavallo, e gli girava la testa verso la strada. Sorpreso, notò che gli tremavano le mani, e strinse forte le redini di cuoio per fermarle. Le nocche della mano destra gli pulsavano, e sentiva una fitta lancinante al posto del dito mancante, che gli attraversò tutta la mano facendolo sibilare tra i denti. «Perché diavolo me l’hai detto, piccolo idiota?» disse sottovoce, spingendo il cavallo al galoppo. «Come pensavi che avrei reagito?» Proprio come hai fatto, dannazione, fu la risposta. John non aveva opposto resistenza, non si era difeso. «Avanti, uccidimi», aveva detto quel piccolo pederasta. Un nuovo scatto di rabbia gli fece arricciare le dita, mentre immaginava di fare quello che gli aveva chiesto. L’avrebbe ammazzato, se quel disgraziato di Woodbine non fosse arrivato con la sua milizia? No. No, non l’avrebbe fatto. Anche se per un momento aveva provato il desiderio di mettergli le mani intorno al collo e di strozzarlo, stava cominciando a rispondere alla sua stessa domanda, ora che la ragione si faceva largo a spallate in mezzo alla foschia dell’ira. Perché Grey gliel’aveva detto? Questo era ovvio: era il motivo per cui l’aveva colpito, obbedendo a un riflesso, il motivo per cui adesso gli tremavano le mani. John gli aveva detto la verità. «Claire e io ci stavamo fottendo te.» Prese un respiro brusco e profondo, talmente rapido da causargli un capogiro, ma utile a fermare il tremito. Rallentò un pochino; le orecchie del suo cavallo erano abbassate, all’indietro, e si muovevano a scatti: l’animale era agitato.
«Va tutto bene, a bhalaich», disse, il respiro ancora affannoso, ma più lento. «Va tutto bene.» Per un attimo pensò che avrebbe vomitato, ma riuscì a evitarlo, e si sistemò meglio sulla sella, in una posizione più salda. Poteva ancora toccarlo, quel punto infiammato che Jack Randall aveva lasciato sulla sua anima. Fino a quel momento si era creduto al sicuro, per via delle tante cicatrici che vi si erano sovrapposte, ma no, a quel maledetto di John Grey erano bastate sette parole per riaprire la ferita: «Claire e io ci stavamo fottendo te». E non poteva biasimarlo; comunque non avrebbe dovuto, pensò, ora che la ragione cercava ostinatamente di respingere la furia... ma sapeva fin troppo bene che era un’arma troppo debole, contro uno spettro del genere. Grey non poteva neanche immaginare che cosa gli avevano fatto quelle parole. Tuttavia, la ragione aveva la sua utilità. Fu lei a ricordargli il secondo colpo. Il primo era partito per un riflesso cieco; il secondo no. A quel pensiero provò rabbia, e dolore, ma di natura diversa. «Ho conosciuto carnalmente tua moglie.» «Tu, maledetto», sussurrò, stringendo le redini con una violenza che indusse il cavallo a muovere la testa di scatto, allarmato. «Perché? Perché me l’hai detto, brutto pervertito?» E la seconda risposta gli arrivò un po’ in ritardo, ma chiara come la prima: Perché me l’avrebbe detto lei, non appena ne avesse avuta la possibilità. E lui lo sapeva bene. E ha pensato che, se dovevo commettere un atto di violenza davanti a una rivelazione simile, sarebbe stato meglio che me la prendessi con lui. Aye, lei gliel’avrebbe detto. Deglutì. E me lo dirà. E lui che cos’avrebbe detto, o fatto? Aveva ricominciato a tremare, e senza accorgersene aveva rallentato, al punto che il cavallo stava camminando, girando la testa da una parte all’altra mentre fiutava l’aria. Non è colpa sua. Lo so. Lei non ne ha colpa. L’avevano creduto morto. Conosceva bene quell’abisso: ci aveva vissuto per tanto tempo. E si rendeva conto di quello che potevano fare la disperazione e qualche bevanda forte. Ma la visione... o l’assenza di quest’ultima... Com’era successo? Dove? Sapere che era successo era già una tragedia; non aver sentito le spiegazioni di lei era quasi insopportabile. Il cavallo si era fermato; le redini penzolavano, molli. Jamie era in mezzo alla strada, con gli occhi chiusi: respirava, sforzandosi di arrestare l’immaginazione, cercava di pregare. La ragione aveva i suoi limiti; la preghiera no. Ci volle un po’ perché la sua mente allentasse la presa, perché lasciasse andare la sua maligna curiosità, la brama di sapere. Dopo un po’, però, sentì di poter proseguire, e prese di nuovo le redini. Tutto questo poteva aspettare. Ma aveva bisogno di vedere Claire, prima di fare qualunque altra cosa. In quel momento non aveva idea di quello che avrebbe detto, o fatto, quando se la fosse trovata davanti. Ma doveva vederla, con la stessa urgenza che avrebbe avvertito un naufrago, costretto a rimanere senza cibo e senz’acqua per settimane.
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ambrenoir · 2 months ago
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A chi ha ferito profondamente qualcuno…
A chi ha lasciato traumi che ha negato, a chi non si è mai assunto la responsabilità delle proprie azioni, a chi sa perfettamente cosa ha fatto e a chi ha rivelato la propria vera natura mostrando totale mancanza di rimorso.
A chi non ha mostrato empatia né compassione per ciò che ha fatto provare alla persona che lo amava e gli era devota.
Ecco cosa devi capire:
Non vogliono mai più incontrarti.
Anzi, non vogliono nemmeno sentire il tuo nome un’altra volta.
Non vogliono incrociarti, nemmeno per caso, neppure se un giorno dovessi renderti conto di aver bisogno di cambiare e diventassi la versione migliore di te stesso.
Perché il danno che hai lasciato è stato immenso, così difficile da guarire.
Perché ricordano come li hai fatti sentire, come le tue azioni hanno distrutto il loro cuore, il loro valore e la loro fiducia in te, più e più volte.
Ricordano tutte le volte in cui hanno dovuto implorarti per ricevere l’essenziale: il tuo tempo, la tua comunicazione, il tuo rispetto, la tua compassione, la tua lealtà e dedizione, la tua gratitudine, e qualcuno che fosse per loro un porto sicuro. Ma tu non hai dato loro nulla di questo.
Tutto ciò che hai dato è stato dolore, caos, drammi e, alla fine, la totale distruzione di chi erano prima di incontrarti.
Sono stanchi delle tue bugie, della manipolazione e del gaslighting che continui a negare, e non vogliono darti un’altra occasione per manipolarli di nuovo.
Non vogliono ricordare nulla del passato condiviso con te, perché ora sanno che non era reale.
Quindi, se mai li incontrerai, ti prego: non salutarli, non chiedere come stanno, non pronunciare il loro nome. Lasciali in pace e dimentica che vi siate mai conosciuti.
Loro ti hanno dato amore, e tu hai dato loro solo distanza e dolore.
Le tue azioni hanno lasciato cicatrici profonde, cicatrici che forse non guariranno mai del tutto, perché tutto ciò che hai fatto alla persona che ti amava con tutto il cuore, che credeva di potersi fidare di te e sentirsi al sicuro con te, è stato dimostrare quanto fosse insicura accanto a te e quanto poco ti importasse davvero.
Siete tornati ad essere estranei, ed è così che vogliono che rimanga.
Quindi, ti prego, dimentica il loro nome, dimentica di averli conosciuti e vai avanti con la tua vita.
Loro meritano meglio di te, hanno ritrovato il proprio valore, e non vogliono più sentire il tuo nome, la tua voce o vedere il tuo volto mai più.
Dopo tutta la tua mancanza di rispetto, il dolore, le bugie, il caos, la distruzione e il trauma che hai causato, il loro unico desiderio è che almeno tu possa capire questo, perché sanno che capisci benissimo cosa hai fatto.
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susieporta · 2 months ago
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La sensibilità è una qualità.
Essere sensibili in questo mondo e in questa epoca sembra significare essere diversi, deboli,
Essere Soli.
Ne scrive Pallanca,
Essere un anima Sensibile è aver bisogno
di momenti di pausa certo, momenti di silenzio. Momenti per ricaricarsi. E pochi lo comprendono. Hanno Bisogno di bellezza e armonia. Di camminare a piedi nudi nella Natura, annusarla e abbracciarla.
Essere sensibili è anche provare la pelle d’oca quando si ascolta o si dice una profonda verità. Non serve delle volte che una cosa te la dica qualcuno, delle volte lo ripeto, è Importante, altrimenti te la suoni e te la canti, ma accade che alcune informazioni, l’essere sensibile le riceve, come fossero la Manna dal cielo. È così, non sempre ma accade.
L’anima sensibile diventa montagna, radicato, a terra e cielo, abbraccia gli alberi, annusa un fiore, arde come il Fuoco quando c’è la passione nei suoi occhi, e la vedi accendersi quando persegue i suoi sogni agendo concretamente.
L’anima sensibile si connette con tutti gli elementi e si immedesima con loro, veloce come vento e fluido e inarrestabile, ma anche dolce, come acqua. Diventa terra brulicante, diventa ogni animale che cammina su di essa.
L’anima sensibile è nell’incontro delle sue forze interne: Il suo maschile e il suo femminile sacro, e quando crea le sue opere, e quando forgia la sua spada o completa il suo dipinto è perché dentro di lei l’unione sacra è avvenuta
L’anima sensibile è in ascolto, e ti accoglie con lo sguardo, nel suo abbraccio. Se contornato dai suoi fratelli e sorelle si lascia andare, si affida al suo clan, totalmente nella sua autenticità.
Anche perché ha bisogno di fidarsi, perché l’anima sensibile sa cosa significa difendersi, le sue ferite sono cicatrici profonde, che permettono oggi forti legami d’anima.
L’essere sensibile, è una anima che non si accontenta della superficialità. Significa essere forte, Ama la vita anche nei momenti in cui lo fa sanguinare.
Quando si spezzano le vene delle mani. E annaspa nel mare in tempesta.
Ed è capace sempre di ripartire da zero.
Che poi tanto zero non è.
Alessandro Catanzaro
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schizografia · 1 year ago
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In un libro dal titolo promettente (ma che non mantiene le promesse), Billy parla di “questo accordo in qualche modo consustanziale della carne e del fondotinta”, un “non so quale accordo della carne con la civilizzazione”. Ma ora sappiamo che ciò che mantiene questo accordo tra la natura e la Persona è l’atto stesso d’interiorizzare la natura sotto forma di Persona, è la coscienza. Tale coscienza è essenzialmente situata nel collo, nelle caviglie, sono queste le aree della grazia: le caviglie, o meglio ancora, le scarpe con il tacco alto, coscienza del peso del corpo, e il collo, coscienza del peso della testa. Per Altri-maschile, al contrario, il collo non è mai cosciente. Si distinguono due tipi di trucco. Da una parte il trucco delle superfici, a base di pasta e di polvere, che consiste nel rendere la superficie assolutamente liscia, “insignificante” in senso etimologico, inespressiva, al fine di proteggerla dal suo essere intenzionata, dal rivelare qualsiasi traccia di esteriorità (rughe, cicatrici ecc.). Dall’altra parte il trucco delle cavità: esso richiama all’interiorità. Qualche volta, l’esteriore si interiorizza: il mascara nero che circonda l’occhio fissa lo sguardo e lo rende interiore a se stesso. Altre volte l’interno si esteriorizza, ma mantenendo, al di là della sua esteriorizzazione, il suo essere interiore: le labbra dipinte di rosso rappresentano l’apertura verso fuori di una densa interiorità, mentre il colore rosso sembra esso stesso estendersi verso l’interno, e questo rosso che va sempre oltre, sotto la pelle, sotto la superficie, alla quale dona una tinta rosea; in questo modo, il trucco delle cavità s’impossessa anche delle superfici. E non solo le labbra, ma anche le unghie: anche qui il rosso si prolunga, si estende fino al punto in cui si rinuncia all’assurda abitudine di lasciare le mezzelune bianche. Il problema delle sopracciglia si pone insieme a quello della confluenza dei due tipi di trucco. I capelli della donna sono segno di una proliferazione, un’esuberanza interna, un’inesauribile fecondità interiore. Ma non è poi più o meno questo il significato del pelo in generale? Perché, allora, ella depila le sue sopracciglia? Perché, malgrado le apparenze, le sopracciglia sono il segno di un’esteriorità, o piuttosto, il segno di una frontiera tra l’interno e l’esterno: sotto le sopracciglia c’è l’interiorità degli occhi; sopra di esse l’esteriorità della fronte. Ma la donna annulla ogni confine tra l’interiore e l’esteriore, cerca di ridurre il più possibile l’esterno all’interno per assicurare il primato di quest’ultimo: da qui la riduzione delle sopracciglia. Attraverso la loro depilazione si realizza la confluenza dei due tipi di trucco. Ci sono ulteriori segni di proliferazione interiore: il neo, o le lentiggini. “Non pensare alle lentiggini come a un difetto. Esse pongono rimedio al suo colorito, fanno sembrare la sua pelle un’essenza rara, come accade per i legni preziosi. Da allora, più di una volta e senza rendermene conto, mi sono trovato a cercare queste macchie sui bei visi, e mi sono ritrovato leggermente deluso dalla loro assenza”
Gilles Deleuze, Da Cristo alla borghesia e altri scritti
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mccek · 2 years ago
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Credo che solo nel dolore profondo dell’anima si riesca a capire il vero messaggio a noi destinato.
Sta a noi, poi, continuare la vita con le nuove consapevolezze.
Il problema è che sei solo in questa nuova visione delle cose.
Gli altri sono rimasti “indietro”.
Gli altri non ti capiscono e allora devi cercare un compromesso.
Eppure, dopo quello che hai passato, dopo tutto quello che hai visto, che hai sofferto,credi di avere il diritto di cercare il tuo equilibrio e la tua serenità seguendo le tue regole e non quelle degli altri.

Quando i dottori ti dicono che le terapie hanno funzionato, ti senti un “sopravvissuto”.
Potevi non farcela e invece sei ancora vivo.
Ti hanno dato un’altra possibilità!
Sai benissimo che l’eventualità che il tumore ritorni è elevata; sei conscia che il tuo fisico non è più quello di prima e che dovrai convivere con un mucchio d’acciacchi; non dimentichi mai che non farai più progetti a lunga scadenza e che cercherai di stare bene oggi.
Poi,domani si vedrà.
Punterai alle cose che credi ti possano rendere felice ,perché tu sei importante,tu devi essere il centro della tua vita.
La malattia t’ha semplicemente insegnato che alla fine sei solo a combattere ed a vincere il nemico.
Di qualsiasi fottuta natura si tratti.
Le cicatrici che hai sulla pelle col tempo sbiadiscono.
Quelle che hai nell’anima saranno le tue nuove compagne di vita e t’aiuteranno a non dimenticare.
Ti diranno parole nei momenti del silenzio profondo e ti ricorderanno che, comunque vadano le cose, non si deve mai perdere la speranza, non si deve mai smettere di lottare e di credere in se stessi, non si deve mai perdere la voglia di vivere…mai!❤️
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docteur-vanitas · 1 year ago
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𝓒𝓲𝓬𝓪𝓽𝓻𝓲𝓬𝓲
┊┊┊┊ ┊┊┊☆ ┊┊☽ * ┊┊ ┊☆ ° ☾ *⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀Quella volta, Naenia aveva mostrato a Vanitas cose che il dottore non voleva vedere. Cose che adesso, sul tetto dell'hôtel, il cervello ripropone dinanzi agli occhi azzurri fissi sulla luna gemella, quella macchia luminosa che lacera la monotonia della volta notturna insieme a poche altre stelline disordinate, ma altrettanto monotone, tutte più o meno uguali tra loro. Cose che hanno una voce muta, cose da ricordo, già REALMENTE vissute e così tante volte RIVISSUTE da essere divenute un'abitudine, una cosa non da batticuore, bensì da emozioni silenziose, seppure vive allo stesso modo.
  °。+ *´¨) .· ´☆´¨) ¸.·¨) (¸.·´ (¸.·’ (¸.·’* (¸.·’* (¸.·’ (¸.·’* 𝔘𝔫𝔞 𝔠𝔦𝔠𝔞𝔱𝔯𝔦𝔠𝔢.
Essa sta là, e non va via. È diversa dalla ferita, non brucia la pelle, perché la pelle si è adattata, assorbendo il dolore.
Vanitas vuole vendicarsi, delle sue cicatrici. Non di tutte,
lui ne ha di diversi tipi .ᐟ
⸻ solo di quelle per cui potrebbe riuscire a trovare un sollievo. E soprattutto di una, più somigliante a un tatuaggio che serve a ricordargli SEMPRE il suo passato. In un caso diverso di possibile sollievo, un sentimento punitivo si mescolerebbe a uno altero di giustizia, in una sentenza decisamente in favore del mondo (che si ritroverebbe solo più pulito); ma si tratta di una cicatrice normale. La vendetta ossessionante Vanitas la riserva a quel tatuaggio, una cicatrice non accettata, la cui risoluzione è obiettivo di vita.
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Fra tutte le cicatrici del suo corpo nudo, è esso quello che il moro si sofferma a guardare o si premura di nascondere. Testimonia la corruzione della formula stessa di Vanitas, un UMANO la cui esistenza contraddice la natura delle cose, che si consumerà minando il proprio equilibrio — precario — ogni volta che farà un passo verso il raggiungimento del fine.
⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀❛ . . . ❜ Non si potrebbe evitare. No. ⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀Non ne valrebbe neanche la pena . . .
┊┊┊┊ ┊┊┊☆ ┊┊☽ * ┊┊ ┊☆ ° ☾*
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dhr-ao3 · 1 year ago
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The Watergaw - ectoheart smokybaltic - traduzione italiana
The Watergaw - ectoheart, smokybaltic - traduzione italiana https://ift.tt/0BPONjU by dctradgeorgia Nel bel mezzo di una guerra, Hermione è bloccata in mezzo al nulla. Con Draco Malfoy. Senza i suoi amici, la sua magia o i suoi libri, ha solo il suo ingegno su cui fare affidamento per sopravvivere alla sua situazione, per non parlare della sua compagnia. Hanno dichiarato una tregua, ma in qualche modo Draco continua a scivolare oltre tutte le sue difese. Bloccati insieme nella natura selvaggia, Hermione e Draco sono pronti per notti fredde, sarcasmo senza fine, vino cattivo e alcune cicatrici interessanti. Words: 38982, Chapters: 10/10, Language: Italiano Fandoms: Harry Potter - J. K. Rowling Rating: Explicit Warnings: No Archive Warnings Apply Categories: F/M Relationships: Hermione Granger/Draco Malfoy via AO3 works tagged 'Hermione Granger/Draco Malfoy' https://ift.tt/nJGo357 January 03, 2024 at 09:06AM
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pikasus-artenews · 25 days ago
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EMILIE VIALET. The ethernal
Attraverso la visione delle ricostruzioni di ambienti naturali negli Zoo, la fotografa Emilie Vialet riflette sull’uso della natura per nascondere le cicatrici dello sfruttamento del territorio
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carmenvicinanza · 8 months ago
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Su Yang
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Le donne non dovrebbero soffrire in nome della bellezza. Vedo queste ideologie come parte del patriarcato, perpetuano l’idea che il valore di una donna è determinato esclusivamente dal suo aspetto come oggetto sessuale.
Su Yang è un’artista femminista cinese che, attraverso pittura, fotografia e video, mostra i cambiamenti degli ideali di bellezza della società e come le donne si adeguino a questi standard.
Esplora la rappresentazione del corpo femminile e della comunità LGBTQ+ nella Cina continentale.
La sua arte è disturbante, politica, un veicolo di riflessione e lotta.
Il suo film sperimentale Beauty ha vinto il Powershorts Short Film Competition del Melbourne International Film Festival nel 2017 e il People of Color all’International Cultural Exchange di New York nel 2020.
Ha tenuto mostre personali a New York e Melbourne e i suoi lavori sono stati esposti in collettive in Cina, Stati Uniti, Australia e Canada.
Tiene conferenze nelle principali università e gallerie in giro per il mondo.
L’amore per l’arte le è stato tramandato, sin da piccolissima, dal padre, il professor Yang Jie, che scorgendone il talento e l’interesse l’ha introdotta alla  formazione formale in disegno e pittura, mostrandole una vasta gamma di artisti europei, americani e cinesi sia storici che contemporanei.
Laureata in design all’Università di Tsinghua, durante il Master in Belle Arti in pittura all’Università Statale di New York a Buffalo, è iniziato il suo interesse per la filosofia femminista e ha cominciato a creare una serie di dipinti che esploravano la chirurgia estetica. Ha conseguito un dottorato di ricerca in studi visivi, culturali asiatici e di genere presso l’Università di Melbourne.
Ha più volte affermato che l’arte è per lei, il mezzo per propagare le ideologie femministe e funziona come un ponte attraverso il quale comunicare.
I suoi lavori mirano a contrastare le estetiche e le strutture patriarcali, rivelando il loro impatto sui corpi reali. 
Vede nel ricorso alla chirurgia estetica la stessa funzione dei regimi storici e sociali che hanno imposto la fasciatura dei piedi a un gran numero di donne cinesi, celebrando la mutilazione delle donne in nome della bellezza.
Col tempo, le sue immagini surreali e inquietanti sono diventate sempre più grandi per evidenziare la natura desensibilizzata e i conseguenti traumi fisici della chirurgia estetica, mettendo in discussione l’idea del “corpo perfetto” e sessualizzato.
Gli standard di bellezza perpetuano l’ansia tra le donne, alimentando un senso di inadeguatezza. La chirurgia estetica, vista come una scelta femminista o come uno strumento patriarcale, è un prodotto del consumismo capitalista.
Mostra le cicatrici che, sul corpo di un uomo possono simboleggiare coraggio o valore, mentre su quello di una donna sono viste come imperfezioni. Ha evidenziato il doppio standard che si utilizza rispetto all’invecchiamento, e di come il concetto di bellezza, modellato da fattori come cultura, società, storia e politica, rifletta spesso le questioni di fondo della discriminazione di genere e di razza.
Credo che l’arte possa contribuire alla consapevolezza mostrando punti di vista che non sempre vengono considerati.
Su Yang insegna presso il College of Visual Arts and Design dell’Università del Nord del Texas.
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blogexperiences · 11 months ago
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Teglio (Sondrio): Martina Fontana “La natura della difesa” a Palazzo Besta
Martina Fontana – Cicatrici-portrait Martina FontanaLa natura della difesaTeglio (So), Palazzo Besta8 marzo – 18 maggio 2024Mostra organizzata da Direzione regionale Musei Lombardia, direttore Emanuela DaffraProgetto a cura di Giuseppina Di Gangi e Giovanna Brambilla Martina Fontana, con “La natura della difesa” in mostra a Palazzo Besta a Teglio, in Valtellina, dall’8 marzo al 18 maggio 2024.…
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