Tumgik
#ciò mi rattrista ancora di più
lilsadcactus · 2 years
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Comunque il mio stato depressivo, la fase maniacale e autodistruttiva, insonnia e isolamento, nessuna di queste cose mi ha fatto male come una misera litigata di 20min con mia madre. Per cui prendo appuntamento con lo psichiatra prima di sparire.
“quando i miei colleghi o amici mi chiedono dei miei figli non dico mai niente, come se non esistessero, perché non sono fiera di voi per niente; proprio nulla ho mai ottenuto da voi”
E poi si chiede perché non voglio mai avere figli o perché ho l’impianto da anni (mi ha augurato che mi venga un cancro perché ce l’ho) e perché fosse per me dai 12 anni mi sarei fatta sterilizzare come il peggiore dei cani randagi piuttosto che mettere al mondo un bastardo da considerare come lei considera me e mio fratello, che per carità signore e signori, noi siamo delle merde, nessun dubbio, io lo ammetto e lui pure… delle merde messe al mondo da due adulti che però non si sono mai chiesti ma noi cosa cazzo siamo?
Che tristezza enorme sapere che quelle parole non me le scorderò mai, perché ancora non mi scordo le tante altre crudeltà dette da lei. Ancora mi fa male l’abbandono totale di mio padre, ancora commetto errori generati da queste ferite. Non voglio giustificare adesso tutti i miei sbagli con questa premessa però
Però
Che tristezza, che tristezza sapere che ho imparato da loro il disprezzo e l’odio e l’abbandono e la rabbia e la delusione e il silenzio che sa di rancore e che merito solo il peggio del peggio, perché non valgo niente, assolutamente nulla può ottenere da me un altro essere umano
So che alcuni figli fortunati imparano altro da chi li mette al mondo per cui oggi concedetemi di confessare che i miei genitori io non li amerò mai, prima di tutto perché non so come si faccia, fino ad ora non ne ho avuto un buon esempio. E semmai imparassi cos’è l’amore sano, se non fosse troppo tardi per loro o per me, forse non ci riuscirei lo stesso
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powerpoison · 2 months
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nessuno ce l'ha con sempre solo con lei eppure non sembra così devi sparire dalla mia testa , le voci delle cose che immagino e della gente, quei fili di pensieri vorrei che sparissero perché mi fa sentire solo sola e abbandonata, che cosa mi sta succedendo? Ma perché sono qui su Tumblr ? Stavo bene senza social. Da quando ero in ospedale mi sono depressa e un po' per noia per sfogo ho ricominciato a usare il cellulare non solo per lavorare e l'influenza è ricominciata , come prima stesse sensazioni, scrivo qua come fosse la droga altro non riesco a fare se non mi faccio la dose e sono ancora più triste perché mi sento inutile una tristezza dal profondo veramente uno schifo mi sto sentendo perché immagino cose che non esistono, un dialogo immaginario , perché ho bisogno di captare segnali? perché ho bisogno di approvazione altrui ? Perché non può essere sempre come in brevi attimi che veramente torno alla realtà e non esiste niente solo io come se mi guardassi allo specchio. Mi sembra di essere in un altro mondo, forse sono morta è un altro emisfero perché non può essere tutto così parlante anche gli oggetti. Che cosa mi e successo? I social rovinano le persone ma anni fa non mi sembrava non mi sentivo pazza . Vorrei spegnere il cervello e fidarmi solo di me stessa invece non ci riesco, perché sono viva ma posso esserlo anche senza cagare quello che fanno gli altri e invece no non sono così forte allora o voglio solo adagiarmi? Sono una pigrona che non ha voglia di fare un cazzo, ma quando trovo la motivazione non dura molto perché penso a tutte le cose fantasiose, che vergogna che imbarazzo ogni volta che ho postato una foto mezza nuda o quando qualsiasi persona ti spia analizza le foto e poi ti deride in mezzo alla strada...oppure nessuno mi caga e ciò mi rattrista ma al tempo stesso rasserena . Dovrei anche io spiare gli altri per capire quanto sono osservata da 1 a 10 ma se scrivo qua penso legge qualcuno quindi ho bisogno di attenzioni come una bambina . Che vita di merda prima non era così ruota sempre tutto intorno al cibo... Ma e stupido non riesco a staccarmi da questa voglia di essere magra adesso mi sento grassa e cerco l approvazione altrui . Fingo che mi vedo bene ma in realtà più passa il tempo a questo stesso peso più mi annoio ho bisogno di dimagrire perché le persone mi vedono diversa e mi fanno i complimenti oppure è solo la mia immaginazione. La gente mi vuole bene o no? Non mi dovrebbe interessare. Una persona un giorno ti vuole bene l'altro ti denigra, per raggirarti . È bella quella sensazione di approvazione ma non ne ho bisogno perché e un doppio gioco io mi fido di me ma penso potrei fare di meglio
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sognosacro · 5 months
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Quando ho capito che quello che sentivo era dolore
quello che soffrivo era rumore, lontano dal silenzio e la confusione
"disturbo post traumatico"
"ti serve lo psicologo"
cerca un altro angolo e mettiti al patibolo.
Non trovo ciò che trovo e vedo ciò che cerco, non prendo niente.
perchè non mi serve altro.
Una vita stralunata e una voce un po colpita
dal silenzio ne sono uscita
non ho più paura nè del nero nè della matita
una mano un pò scolpita, la fermezza, mai svanita
precisa come il sale che casca nella ferita.
Non ho avuto l'animo stanco, ho sempre lavorato anche nel silenzio
e sai non mi pento di averci rinunciato prima del tempo
sono felice di aver lasciato tutto ciò che causava un sorriso spento
e grazie a chi mi ha aiutato, anche se nemmeno lo sento.
Qualcuno c'è stato e forse era solo il vento.
Nemmeno chi ha sentenziato in fondo mi ha aiutato
era un brano con il filo scordato.
Tutto ciò che scrivo, certamente non l'ho cantato
e ciò che condivido, non dovrebbe essere postato.
Mi dispiace se sono fuori dalle norme, ma io non ho un ego enorme
Non mi interessa delle anime irrisolte è solo questione di ottica, e punti di vista
l'anima è sana, ma è la coscienza che va fuori pista.
Ciò che rattrista è il perdere la rotta mentre fai da apripista.
Ho aperto la porta, ora arriva l'autista.
Mi porta fuori casa, ma non sono in lista. Qualcuno dà una festa, ma non sono invitata.
Forse la mia casa è persino stata bruciata.
Ingiustamente turbata, a rime strisciata
fuori da una buca schiacciata
Dentro un tormento e rinata
una nuova pelle di lame tagliata.
Forse non è ancora finita e non mi sento salvata.
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Due righe anche se sono stanca riesco a scriverle.
Sicuramente quello che è successo mi porta ad un focus su come io faccia autosabotaggio e su come la solitudine stiamo pervadendo la mia vita.
Come sempre, e di questo dico proprio che me ne prendo merito, riesco a prendere il bello di ciò che succede.
E comunque porcodio qwuesto tempo.
Comunque.
Sono dolorante.
E non capisco manco quello che è successo e comunque intern nos non la migliore scop*** che mi sia mai fatta, anzi tra le peggiori.
Sto comprendendo ora quello che è successo, sono state 72h particolari e sinceramente non so manco come viverle, semplicemente le guardo scorrere.
Che pomeriggio di merda.
Non capisco se certe cose siano malate o meno.
Ciò che so per certo è che devo regolarmi.
Comunque alcune cose che mi ha detto non mi sono proprio piaciute, not my kink tutto il discorso del findom e soprattutto quelle porcodio di cazzate agender ma con pronomi maschili ed il cazzo che vi si frega porco dio perché quando inizi a lavora ti voglio proprio vedcere.
Roba da americani,.
Non capisco se non sono io inclusive o se delle volte uno deve essere razionale e capire che ci sono cose che ragazzi sono così e basta cioè io sono letteralmente un'unificazione di un livido nero eppure certe cose sono fuori dal mio comprendonio ed addirittura secondo me sarà che è ancora l'odc non saprei davvero, ma avermi dato della red flag ed il profumo stesso sempre lo stesso one million e la sensazione che ho provato sotto il portone del condominio quello, quello nonostante ciò io credo che sia sinonimo di male anche se nella mia testa è irresistibile.
Il che mi rattrista.
Ci sono cose che si devono sbrigare a venire, e comunque per avere 27 anni devo dire che ho fatto tutto di prescia.
Sarà bello domani studiare comunque e la palestra e l'uscita con M. e la cena al mc con papà, cose normali nel mio day off.
Non sono stata proprio bene e quando qualcosa ti fa stare così è sbagliata.
Inconcepibile la poligamia ve prego de pregio diamola come contro la legge.
Forse come dice Stanis sono troppo italiana e comunquje devo lavorare su queste cose di andare appresso a ciò che mi fa male anche se lui devo dire come la droga davvero complesso resistere.
Nonostante faccia male e vada contro i miei valori.
Ma è sempre così.
Oltretutto non vorrei mai una persona così nella mia vita è puramente un fattore estetico io con l'estetica c'ho seri problemi.
Però il problema più grosso è l'autosabotaggio, che ovviamente va di pari passo con la cattiva gestione della solitudine. Eppure ricordo che è una cosa recente, non ho mai avuto troppi problemi di solitudine, ricordo stupende docce full Chanel che duravano anche +1h, momenti proprio per me, entravo in questo mood e permanevo indipendentemente dal resto.
Non so se è era prima VT e ora il fatto che la doccia fracica tutto e mi passa la voglia o il fatto che non lo so manco io chissà.
In ogni modo soprattutto la sera questo senso di solitudine pervade dentro di me cercando tutto e tutti eppure non mi va più di guardare nessuna serie tv né film nonostante ci provo e nonostante abbia comprato 3 libri non ne sto leggendo e non so manco io come passo il tempo ma mi consuma ed è 6 Giugno 2023.
Non faccio neanche più blogging né scrivo, non capisco manco io che cazzo sto facendo ma è come se la vita mi stesse passando davanti ed in tutto ciò mi attacco a queste situazioni borderline forse per tornare alla consapevolezza.
Mi sento sola ed è per questo che scrivo come se avessi paura di andare a dormire, non c'è nulla che mi piaccia e anche questa casa a cui sono grata mi affatica, e passando di palo in frasca un rapporto del genere effettivamente riempie il vuoto che sento ma essendo riempito di qualcosa di non mio ma come posso stare bene anzi posso solo stare peggio ma tanto è quello che mi ha insegnato mia madre e la mia famiglia ecco perché torna ciclicamente ma non lo sopporto più si sta radicando dentro di me e dilaga come l'inchiosto che ho comprato a venezia nel 2015 dilaga profondino e nero sulla carta porosa della mia anima.
Eppure dovrei capire cosa va bene per me a 27 anni e lo so quindi perché non lo faccio?
Però domani, domani andrà meglio. Di oggi, di sempre.
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gregor-samsung · 3 years
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“ Il borghese crea opere assistenziali, dona ai poveri. Ma è davvero questo dono, indubbiamente importante, una generosità? È davvero la sollecitudine per il povero a provocarlo? No, quest’opera è un calcolo (inconsapevole): bisogna arrestare l’inondazione di miseria, altrimenti essa è capace di far saltare le dighe dell’ordine, bisogna ristabilire le relazioni col povero, giacché non è possibile vivere in una società senza relazioni, e se siamo costretti a sfruttare perché la società progredisca, la cosa ci rattrista non poco. Il povero che rifiutiamo di accogliere e di considerare nell’impresa, poiché egli è là per tutt’altro, lo so bene che è un uomo e che, una volta fatto il suo lavoro, una volta compiuto il suo dovere, mi tocca occuparmene, responsabile come sono di tutta la società. Quest’opera è uno strumento di violenza nei confronti di chi si aiuta, perché egli, a sua volta, diventa debitore. Istituito il nuovo rapporto posso ancora pretendere qualche altra cosetta da lui: il suo cuore. E poi, grazie alla mia carità, forse ho il diritto e insieme il dovere (giacché anche qui si tratta di un mio diritto, sono io a pagarlo! E non mi sogno neppure di sfuggire al mio dovere) ho il diritto di sapere cosa farà il povero dei soldi che gli dò; se do, devo poter verificare che ciò serva a qualcosa (perché infine tutto deve servire). Questi poveri non sanno sfruttare le loro possibilità (d’altronde, se le sapessero sfruttare non sarebbero poveri!). Occorre offrire loro delle possibilità e insieme educarli. Si sa che il povero è, come il negro, un fanciullo. È necessario insegnargli a spendere con raziocinio, a comprare quel che gli serve di più e che è nelle sue possibilità. È necessario insegnargli a fare il suo bilancio e a non scialacquare. È necessario accertarsi che non impiegherà i soldi per bere! Orrore! Ho un dovere da adempiere nei suoi confronti, e io non sfuggo mai ai miei doveri. E neppure gli altri. È necessario condurre per mano questo povero al quale si dà, affinché un giorno, finalmente (e cessando così d’essere povero), sappia condursi da solo. Beninteso, tutti questi discorsi, queste spiegazioni, sono perfettamente sconosciuti al borghese, che resta in buona fede e pieno di buona volontà. “
Jacques Ellul, Metamorfosi del Borghese, traduzione a cura di Eugenio Ripepe, casa editrice Giuffrè (collana Valori politici n° 13), 1972.
[Edizione originale: Métamorphose du bourgeois, Paris, Calmann-Lévy, 1967]
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volumesilenzioso · 3 years
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guardo il cielo in cerca del tuo volto, come se mi aspettassi di trovarlo davvero, ricamato su una nuvola qualunque che porta la tua firma. non c’è mai una volta in cui riesca effettivamente a trovarlo, ma questo non sembra smuovermi, mi rattrista di una tristezza che mi spinge a continuare a cercarlo all’infinito. ci sono giorni in cui mi sembra di vederti, mi sembra quasi di sentire il tuo sguardo, dall’alto, puntato su di me. e pensare che non sono neanche sicura che tu sia lì, nel cielo, in fondo penso che una cosa del genere sarebbe assurda, per niente plausibile. come può qualcuno che non è più qui, essere in cielo? è un modo di dire, una credenza comune, più che altro la definirei come una forma di speranza. però dovrai pur essere da qualche parte. di certo risiedi in me, in qualche modo tu sei me, perché sento di essere te. sento che vorrei essere te. e non mi resta altro che farti vivere, per questo devo continuare a vivere fino alla fine, anche se non voglio, anche se la vita mi pesa, ho il dovere di farti vivere ancora, seppur non nel tuo corpo. ho il dovere di diventare ciò che avresti voluto che fossi: soddisfatta di me, della mia vita, dei miei successi e, seppur in minor parte, dei miei fallimenti che, poi lo capirò in futuro, mi avranno portata ad essere la persona che sarò - la persona che saremo, io e te, anche se in un solo corpo.
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a-dreamer95 · 3 years
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A volte mi rattrista il fatto che nessuno mi cerchi. Poi, però, quando succede che qualcuno mi scriva, sbuffo e non mi va di sentire nessuno. Forse dovrei fare pace con me stessa. La verità è che le persone con le quali vorrei essere in contatto non mi scrivono mai, si sono allontanate da me e non hanno più voglia di vedermi. Voglio comunque bene a chi mi scrive per sentirmi, in fondo mi fa piacere.
Ma perché i sentimenti non sono mai corrisposti allo stesso modo?! Provo una sensazione di vuoto, nonostante sia circondata da tante persone che mi vogliono bene. Non è facile lasciar andare una persona, però a volte è proprio quello che ci serve per ritrovare la felicità e la stabilità nella propria vita. 💔
Ho dato ogni millimetro del mio cuore per fare andare bene le cose, sono andata contro a tutti per cercare di essere felice con lui. Ma mi sbagliavo. Non era giusto amare questa persona più di quanto stessi facendo con me stessa, perché non era equilibrato, avevo messo nelle sue mani tutto ciò che avevo da offrire e pure di più, per cosa? Per un pugno di niente. Così una bella mattina, nonostante l’amore fortissimo che provavo nei suoi confronti, quell’amore che non era mai cambiato nonostante il dolore, decisi di lasciarlo. È stato uno dei dolori più forti che io abbia mai provato, un dolore così forte che lo sentivo fisicamente, mi sentivo come se avessi perso tutto, però in compenso ho ritrovato la vera me ed ho promesso a me stessa che mai nessuno avrà più così tanto potere su di me. Chi lascia viene sempre visto come uno stronzo, ma in una relazione nel bene e nel male le cose si fanno sempre in due, probabilmente con questa persona ci avrei passato il resto della mia vita se non mi avesse fatto più male che bene, e lo penso ancora oggi a distanza di anni. Chi lascia non sempre è perché ha secondi fini, o perché vuole scappare senza prendersi le responsabilità, o perché non ama più... come nel mio caso, spesso chi lascia è perché, nonostante la voglia, non ha più la forza.
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Non so vivere. Sto sprecando la mia vita. Sono sola.
Ho poca fiducia in me stessa, ultimamente ho paura di me. Mi sento inutile, sfigata e una bambina.
Ho avuto parecchie sfighe nella mia vita in parte perchè non so reagire alle difficoltà e mi abbatto e in parte perchè sono proprio successe.
Ho 23 anni, tra meno di un mese 24.
Non ho amici veri da anni. E ultimamente mi sono allontanata anche dai falsi.
Ho avuto un solo ragazzo, una sola storia di un anno e mezzo in cui lui mi ha tradita ma ho provato a perdonare. Da quasi un anno e messo fine a quella relazione perchè ho capito che non ero riuscita a perdonarlo. Sono al quinto anno di Psicologia ma sono rimasta indietro con gli esami. Non ho concentrazione, non ho motivazione.
Passo le giornate chiusa in casa davanti al pc o alla televisione. E mangio.
Quando mi piace un ragazzo (cosa rarissima) non faccio mai la prima mossa e alla fine si mette con un'altra e io ci sto male. Oppure, cosa ancora più frequente, lui all'inizio si interessa a me e poi si allontana perchè capisce che non valgo niente ma intanto io mi sono affezionata.
Vorrei uscire da questo 'mondo". Vorrei avere un carattere più forte, da donna.. Ho tante cose dentro che voglio fare ma quando si presenta la situazione mi tiro sempre indietro. Ho paura, non credo in me e non ho aiuti e supporti esterni.
Ciao carissima,
leggere il tuo messaggio mi rattrista, perché emerge chiaramente che, dentro di te, la tua voglia di vivere sta gridando, sta implorando di essere liberata, di essere assecondata. Hai degli obbiettivi, hai degli interessi, dei valori in cui credi e dei sogni da realizzare... sei molte cose, ma sei troppo spaventata per vederle.
È giunto il momento di cambiare, di uscire dalla tua comfort zone, e lavorare su te stessa: per essere una persona migliore. Più felice. Soddisfatta delle tue scelte, e della tua vita.
Purtroppo l’attuale situazione non aiuta e mette in seria difficoltà le relazioni. Abbiamo bisogno del contatto umano, del calore altrui, di qualcuno che ci guarda e ci faccia sentire amati. Che sappia dirci le parole giuste, nel momento opportuno. Che creda in noi, anche quando noi non ci riusciamo.
Ciononostante, é sbagliato fare totalmente affidamento sugli altri, perché il cambiamento, la sicurezza, l’orgoglio... devono partire da noi. Devono maturare in noi. Devono essere nostri, sicché nessuno possa privarcene.
Sono convinta che se parti da te stessa, a migliorarti, a renderti più forte, poi inizierai a circondarti anche di brave persone.
Inizia a prenderti cura di te stessa, e non intendo truccandoti diversamente o vestendoti in me urta sfarzosa.
Intendo di dedicarti del tempo, in cui semplicemente dai affetto a te stessa: un bagno caldo, se sa nessuno che ti metta fretta per andartene. Una tisana rilassante, al tuo gusto preferito, da bere quando fuori é così freddo che, anche col giubbotto, continui a tremare. Un film che ti è piaciuto particolarmente e senti il bisogno di riguardare. Regalarti dei fiori e metterlo al centro della stanza: il loro profumo e i loro colori possono davvero cambiarti la giornata.
Tutti, prima o poi, attraversano un periodo buio, nella propria vita. Un periodo in cui si sentono persi. In cui non trovano alcun senso nel continuare a vivere. In cui si sentono solo, e si odiano. In cui vorrebbero solo scoppiare a piangere, fino a sciogliersi nelle lacrime.
Ma come tutti i periodi, e le fasi, passerà. E tu starai meglio. Tornerai a sorridere, e ad avere qualcuno che potrai chiamare amico. Le tempeste finiscono, anche quelle più tremende, e la vita va avanti.
Ognuno di noi ha bisogno di tempo, per superare determinate ferite, determinati lutti, o periodo bui. E la tua salute viene prima di qualsiasi altra cosa.
Dimostra a te stessa che vali. Riempiti le giornate con buoni propositi, con obbiettivi, con delle liste; il tuo tempo sarà organizzato e non ti sentirai di sprecarlo.
Prova a seguire una classe di yoga, o di ginnastica, alla mattina o al pomeriggio, per sciogliere i tuoi muscoli e tornare ad amare il tuo corpo.
Riprendi in mano i tuoi esami universitari e dimostra a te stessa che se vuoi, puoi, e superarli incrementerà la tua autostima.
Per quanto sia possibile, cerca di avere un contatto con gli altri; magari per preparare un esame o studiare assieme, cerca supporto fra i tuoi colleghi; potresti restare meravigliosamente stupita.
Non lasciarti andare. Non abbatterti. Non mollare.
Hai 24 anni. Sei giovane. Molto più giovane di quello che credi. Stai per finire un ciclo magistrale ed entrare nel mondo del lavoro. La tua vita sta per iniziare. Hai ancora tutto davanti a te; possibilità, opportunità, obbiettivi, sogni. Tantissimi percorsi.
Sii certa di essere ingorda: scegli ciò che possa darti la massima felicità. Sii sventata, esci dalla tua comfort zone e segui il cuore, segui cui che ritieni migliore per te.
Non limitarti. Non minimizzarti. Non sminuirti. Perché sei un mondo, pieno di valori che attendono solo di sbocciare. Pieno di idee che vogliono essere attuate. Pieno di amore che sarà ricambiato.
Se solo avrai la forza di aprire gli occhi e vederlo. E di credere sul tuo potenziale. Su te stessa.
Non esiste “qualcuno migliore di noi”. Abbiamo tutti la medesima materia grigia. Il segreto è il modo in cui la utilizziamo.
Fai in modo di usarla senza che la paura ti controlli.
Un grande abbraccio
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pizzettauniversale · 3 years
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ciao pizzetta, volevo chiederti come tu sia riuscita a scegliere il tuo percorso di studi e se, in alcuni casi, hai nutrito dei dubbi legati al tuo futuro, in particolare per il mondo del lavoro. il prossimo anno dovrei iscrivermi all’università e mi trovo davanti a un grandissimo bivio: da un lato lettere moderne e dall’altro chimica. ho sempre nutrito una grandissima passione per il mondo della letteratura e sento che è ciò che mi piacerebbe davvero fare, ma la prospettiva di non riuscire a fare ciò a cui ambisco (editoria o giornalismo) mi rattrista. chimica mi piace molto, studiandola a scuola ho scoperto che mi incuriosisce incredibilmente e mi affascina, ma ho paura di non riuscire a cavarmela con gli esami. sono consapevole che le prospettive lavorative sono incerte in qualsiasi ambito, e che soprattutto ho ancora un po’ di tempo per pensarci, ma vorrei sapere il tuo parere a riguardo e se anche tu hai affrontato una simile situazione💛 grazie mille💛
I dubbi legati al futuro li ho sempre anche dopo una triennale e quasi alla fine di una magistrale, perché il mio settore è così vasto che non ho idea ancora di dove buttarmi. Il futuro spaventerà sempre. Sul mio percorso non ho mai avuto dubbi, quello volevo fare e quello ho fatto. Ho scelto quello che mi avrebbe reso felice, quello che mi avrebbe appassionata. Avrei potuto fare benissimo un’altra università che magari mi avrebbe dato più sicurezza lavorativa, ma a che pro? Non volevo essere infelice e fare qualcosa che non mi sarebbe mai piaciuto. Forse il mio consiglio non è nemmeno il più giusto, ma con me ha funzionato: devi fare quello che ti rende contenta, che ti fa svegliare e dire “oh che bello quello che sto facendo” chimica o lettere che sia, magari per chimica dovrai farti più il culo però puoi farcela. Non ti negherò che ci saranno anche all’università dei giorni in cui vorrai sbattere la testa al muro, ma ne vale la pena. Per il post università poi dovrai avere tanta pazienza, tanta tenacia, un po’ di botta di culo che tanto non fa mai male 🌸
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dariomassi · 3 years
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Tumblr media
Viviamo in una società che ci impone modelli, ritmi e abitudini, devia pensieri e creatività, rende la vita dura alla perseveranza di ideali e valori. Online mostriamo i nostri sorrisi costruiti davanti a uno smartphone: lo facciamo per una manciata di like e condivisioni; immortaliamo una realtà deformata, replichiamo schemi viziosi e mettiamo da parte l'onestà dei sentimenti. Non mostriamo ciò che viviamo, ma viviamo mostrando ciò che il sistema esige: il culto dell’apparire; una vita che a volte ha parvenza di realtà, ma gli attimi non sono giorni e i nostri momenti restano granelli di sabbia che scorrono in una clessidra della quale non conosciamo la durata. Abbiate il coraggio di mostrare ciò che siete veramente, fatelo senza quella maschera che ci hanno consegnato e che tutti soggioga, annebbiando mente e unicità. Penso tanto, rifletto sul male che l’uomo continua a riservare alla nostra Terra: agli oceani malati, alla folle corsa verso altri pianeti restando ciechi di fronte ad una follia più grande e vicina, fatta di persone che ancora oggi muoiono in povertà, senza acqua o cibo, né amore né sorrisi e tante volte, senza neanche aver assaporato il gusto della vita. Siamo quella razza che la mattina si alza e pensa agli aperitivi, ai nuovi iPhone, ai viaggi documentati da selfie e stories; copiamo pensieri di scrittori, poeti e illuminati, ma non scriviamo niente di nostro, non baciamo più con il cuore ma solo con la pelle. Facciamo sesso perché non sappiamo più fare l'amore. Continuiamo a distruggere il mondo, ma andiamo avanti sorridendo frustrati e inconsapevoli, creiamo guerre per partito preso, una fede illusoria o peggio per un vaccino e non domiamo l’incendio della violenza che arde dentro di noi. Mi rattrista il male dei soldi come scopo nella vita, la leggerezza con la quale pronunciamo parole ed elaboriamo pensieri mediocri: uccidiamo mammiferi, estinguiamo specie, commettiamo femminicidi e altri abomini; azioni nefande che non ci vietano di correre a vedere una partita di calcio, di gridare senza voce ai politici, di bestemmiare e pregare Dio allo stesso tempo. Coltiviamo giovani senza entusiasmo, schiavi del sistema, omologati e costretti a scegliere tra abbassare la testa e fare qualsiasi cosa per quattro soldi o aprire startup come fossero oasi nel deserto, senza neanche sapere cosa significa fare impresa. Non siamo lucidi ma accecati. Non respiriamo ma corriamo dalla mattina alla sera rubando aria. Non leggiamo libri, sfogliamo pagine bianche.
𝑀𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑖 𝑚𝑖𝑒𝑖 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑖𝑒𝑟𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑛𝑜𝑛 𝑚𝑖 𝑣𝑎 𝑑𝑖 𝑛𝑎𝑠𝑐𝑜𝑛𝑑𝑒𝑟𝑙𝑖; 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑎𝑚𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑣𝑖𝑣𝑜 𝑒 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑚𝑒 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑜
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ilquadernodelgiallo · 4 years
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Le difficoltà di un'arte appaiono negli esemplari meno riusciti o addirittura cattivi di essa, i buoni danno invece la certezza di una facile riuscita, proprio perché tutto vi è risolto e la fatica non appare. Ci sentiremmo capaci di provare anche noi; siamo convinti, perlomeno, di avere la chiave del segreto; l'intelligenza e la calma faranno il resto. Nei cattivi esemplari, invece, le torture dell'idea che non riesce ad esprimersi sono di solito tanto evidenti da toglierci ogni coraggio. La materia non è diventata forma, invecchierà male, scoprirà la sua povera natura. Leonardo mi invogliò a diventare pittore, me ne distolse la mostra personale di... ____________________ Ero appena un ragazzo e non sopportavo, allora, quegli ammonimenti sconsolati che un paesaggio pieno di esperienza dà volentieri a chi sa guardarlo. ____________________ Nei miei ritratti infantili sempre mi colpisce uno sguardo di rimprovero, che non può essere diretto che a me. Sarei stato io la causa della sua futura infelicità, lo presentivo. ____________________ Cogliere l'incredibile nel gesto più solito, meravigliarsi sempre. Succede che la vita è piena di spettacoli non conformi alle nostre abitudini visive, spettacoli e forme che dovrebbero turbarci per la sconnessione col mondo circostante o per le allegorie che così hanno voluto disporli. Ma perdiamo forse tempo a notarli e a meravigliarcene? Se così fosse, ad ogni momento ci chiederemmo un perché, e forse niente e nessuno potrebbe risponderci. ____________________ È ancora necessario parlare correttamente per conseguire il successo nella buona società? Non viviamo forse in un'epoca in cui è doveroso esprimersi crudamente per sottolineare la propria spregiudicatezza? Oggi è la brava signora che si sforza di parlare come la fioraia. La famosa attrice parla invece come un vetturino; tutti l'ammirano, centro attrici minori si danno subito a imitarla per non apparire da meno; e il loro gergo entra nelle scuole medie. È anche doveroso nutrire ambizioni semplici e plateali, e giudicare il prossimo con sufficienza. [...] Gli uomini politici raccolgono consensi soltanto in virtù del turpiloquio che sanno sfoggiare. Nelle polemiche si tirano in ballo le famiglie e i parenti. Le ingiurie più sanguinose sono entrate nel dizionario giornalistico: servono per indicare gli avversari, chiunque siano. [...] Ecco spiegato perché un tale perde aderenti il giorno che comincia ad esprimersi con una certa correttezza: la sua politica, senza turpiloquio, è capace di farla chiunque. [...] La lingua corretta è oggi il malinconico distintivo della borghesia intellettuale, rovinata dalle buone letture e dalla buona educazione. ____________________ La politica, l'arte, la letteratura, il pensiero contemporaneo possono dormire tranquillamente: la mondanità li protegge. In un salotto scopriamo infine che in fondo a questi istruttivi giochi contemporanei si erge tuttavia, maestoso come un iceberg, l'antico buffet. Qui i convenuti depongono il loro ipocrita fervore davanti al volto impassibile dei camerieri. Non avranno mai la loro complicità. ____________________ Quando esco dal cinema, vado al caffè: eccoli qua, i bamboccioni di casa, cresciuti attorno al bigliardo, nel loro cifrario di scherzi: tutti "mammaroli", come dicono al mio paese di un ragazzo viziato. Per debolezza o inclinazione naturale hanno accettato l'amore esclusivo e feroce dei genitori, vi si sono adagiati, lasciando decidere a loro su tutto ciò che li riguarda: amicizie, carriere, amori; e assumendone la gretta filosofia, tutta volta alla conservazione, al disprezzo per i poveri (lo sono stati), al conformismo. Non sono nemmeno fascisti, perché può essere pericoloso e richiede un certo impegno. È certo difficile, vivendo qui, vincere la dolcezza dell'irresponsabilità, rifiutare la pappa pronta: e perciò questi giovani attorno al bigliardo, che si danno scapaccioni scherzosi, urlano e citano gli eroi della radio, hanno tutti l'aria di prigionieri incanagliti in un benessere senza speranze, reso anzi losco dalla paura dell'evasione, che in famiglia sono riusciti a inculcargli. ____________________ Furono insomma quei sorrisi a convincermi che Orwell ha sbagliato il suo 1984, mostrandoci, sotto la dittatura, un'umanità tetra e spaurita. Non è così: nelle dittature popolari tutti sorridono, sempre. Si può obiettare: Meglio! - Nient'affatto. La condanna a sorridere è più feroce, insopportabile, agghiacciante di quella creata dallo scrittore inglese, che ci permetterebbe almeno di restare seri. Se ne può dedurre che Orwell non aveva grande immaginazione, tale da superare la realtà di una dittature. Non ha saputo vedere quel che semplice funzionario della Propaganda sovietica ha realizzato: i "suoi" personaggi costretti a dormire con la paura che il loro sorriso possa spegnersi nel sonno. ____________________ Qualche volta ha un dubbio: tornare indietro, ai classici? Ma da che parte si comincia? Avanti, allora, sempre avanti. ____________________ Di una città, arrivandoci, mi piace la parte più evidente e comune. So che ogni città ha i suoi quartieri e i suoi angoli, che il passeggero non scoprirà mai e che fanno invece la delizia di chi vi abita: io preferisco ignorarli, sono luoghi, sensazioni che bisogna meritarsi con un lungo soggiorno. [...] Da tutto questo io deduco che sono un pessimo viaggiatore; di ogni nuova città mi resta solo un ricordo futile e straziante. ____________________ Ciò che mi piace di questo museo provinciale di Siviglia, messo in un vecchio convento secentesco, è il suo ricco disordine. Non c'è catalogo - lo stanno facendo. informa il custode - e nessun sovrintendente ha creduto di dover escludere dalle pareti le pere di minor valore che sono il sale di ogni raccolta, perché ci mostrano l'aspetto segreto di un secolo attraverso la cattiva pittura di tutti i giorni. Niente mi rattrista più della raccolta scelta e ordinata dello studioso che vuol dimostrare soltanto la sua tesi. I quadri preferisco vederli nell'ordine di acquisto, che è il migliore. La buona pittura viene esaltata dalla compagnia di quella più modesta, la quale a sua volta serve a metterci a nostro agio. ____________________ Sono gli "altri" che fanno apparire squallida e intollerabile la solitudine. ____________________ Più tardi il pensarci ci rattrista, facciamo varie ipotesi: chi sarà, come è arrivata a quel punto, come vive. E quella sua incrollabile sicurezza! È una sicurezza che la allontana dalla pazzia e dal suicidio o, forse, più semplicemente, la difende dalla solitudine. In queste donne la solitudine si ammanta di orpelli e di continui vani richiami, come quelle zattere che, andando alla deriva, inalberano le camicie dei naufraghi e sembrano, agli uccelli di mare, persino festose. ____________________ L'altra morale delle favole: - Nelle favole il principe si innamora di una contadinella, la sposa, vivono felici. È possibile. Ai tempi cui si riferiscono le favole, il principe poteva, anzi doveva innamorarsi della ragazza povera, perché in essa si condensavano simbolicamente l'innocenza, la bontà, la grazia naturale, la fede; o almeno si doveva pensare che così fosse. Non a caso, incontrandola, il principe le chiedeva per dissetarsi un semplice bicchier d'acqua. Oggi la ragazza povera ha tutte le ambizioni della sua coetanea ricca; e spesso la possibilità di realizzarle meglio; è più aggressiva, sente meno il ridicolo. Oggi, la diffusione delle notizie e delle immagini, così rapida da chiedere sempre nuove notizie e nuove immagini, porta fin nella capanna di Biancaneve l'eco delle volgari e comuni aspirazioni, l'eco della pubblicità, della lotta per la vanità e per l'esibizione, che appare l'unica lotta degna di essere combattuta. La pastorella si tiene al corrente, sogna il possibile, vi si addestra; e, se il principe si presenta, lo rattrista con la sua ammirazione per gli eroi del giorno, con la petulante conoscenza di quanto succede negli ambienti che ella vorrebbe frequentare, e che il principe vorrebbe dimenticare.
Ennio Flaiano, Diario notturno [Diario notturno]
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nonsodimenticare · 3 years
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Mi sa che ti ho perso
Fingo che tu sia con me ancora
E ora che ti ho perso
Faccio un fiocco al mio nodo in gola
Papaveri nei campi al mio passaggio
Come sangue nell'arancione d'autunno
Sotto un cielo che di azzurro manco un'assaggio
Sembra che sia triste anche il paesaggio
Nella testa non ho più il tuo volto nitido
Come avessi fatto un sogno poco vivido
Mi son detto: posso stare anche da solo
Ma "felice solo" suona come un ossimoro
Piango me per le ferite aperte
Pure se ritorni certe notti
Faccio una canzone triste che pianga per me
Tipo con le batterie, coi singhiozzi
E adesso pure il giorno sembra freddo
Non credo che ci sia un ombrello adatto
Per coprirmi dal maltempo che c'è dentro
E dalla pioggia di domande che mi faccio
Tutti gli sbagli, dei miei vent'anni
Spero che tu poi possa perdonarli
Nessuno oltre te può rassicurarmi
Non ci immaginavo stare distanti
Ehi, puoi lasciarmi per davvero, lo fai semplice
Mentre mi stai puntando il petto con l'indice
Guardami negli occhi senza piangere
Io ti guarderò negli occhi senza fingere
Scusa ma ho la lingua in panne
Scusa ma le scuse io non riesco a farle
Dormiamo insieme in uno sciame di farfalle
Nello stesso letto, però dandoci le spalle
Ho un buco nella tasca, un chiodo nel piede
Sembra che ciò che perda mi ferisca
Dice che sei la più bella, che ti vede
Per me però sei un bello che mi rattrista
Vorrei un pizzicotto che mi svegli
Per vedere sotto casa ora che aspetti
Poter dirmi che c'è un altro ora al mio posto
Però lui non lo sa come sedersi
#tihoperso #ernia
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armeliastrife · 4 years
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Ed eccoci qui, di nuovo, con un aggiornamento su tutta la situazione. Devo iniziare nuovamente a guardare alle cose positive, perché in questo periodo mi stanno riassaltando quelle negative in massa. Prima di tutto:Il cambio di casa. Sapevamo che, quest’anno, ci sarebbe scaduto il contratto d’affitto. Ma, con la situazione covid e tutto quanto, avevamo pensato che tutto ciò sarebbe slittato e che il padrone di casa ci avrebbe fatto rimanere. Spoiler, non è stato così. Con un preavviso di 5 mesi e qualche giorno, ha mandato una raccomandata (ci abita di sotto,poteva avvisarci di persona) dove ci chiedeva di liberare casa entro luglio (termine del contratto). Non vi dico neanche la fatica di trovare casa in relativamente così poco tempo, per 5 persone, ad un prezzo decente per la mia famiglia e che potesse accontentare le aspettative di tutti i membri. (Mia madre, suo marito, il figlio del marito di mia madre, mia sorella minore e me). L’abbiamo trovata,si, ma anche con tutte le raccomandazioni del mondo che ho provato a fare a mia madre (ovvero di non decidere per il panico della fretta o cose) purtroppo credo proprio avremmo potuto trovare soluzioni migliori. Andremo ad abitare più in periferia e questo ci debiliterà molto di più che il resto. Prima di tutto,il mio lavoro principale. Sarò molto più incapacitata come animatrice e, per quanto abbia provato a farlo capire, non vengo mai ascoltata. Qualsiasi spostamento sarà più difficoltoso. Spero almeno che la linea internet vada a migliorare e non a peggiorare, di modo da potermi focussare un po’ su twitch se per colpa della posizione il mio lavoro dovesse calare. Tutto il disagio (anche nella ricerca della casa) è stato amplificato dal fatto che la casa dove siamo ora ha rappresentato tanti cambiamenti nella mia vita, oltre che i ricordi in bene o male che mi ci legano. Sarà un duro colpo da digerire, una dura separazione e dura abituarsi nuovamente a tutto. Purtroppo,però, non si può fare altrimenti.  Secondo:La NON ripresa del mio lavoro La situazione del covid ha lasciato un sacco persone in pieno disagio sul lavoro, chi più chi meno. A settembre avevo riniziato un po’ a lavorare, ed ero soddisfatta e un pochino più tranquilla. Fino a che non hanno richiuso tutto. E allora lì è tornato tutto un disagio. Mi manca lavorare. Mi faceva sentire utile e staccare un po’ la mente dai pensieri, di modo da concentrami totalmente sul lavorare bene. Ed invece non ho né lo stacco del cervello né il modo di guadagnarmi da vivere. Questa cosa mi spaventa e mi rattrista.  Terzo:Il non poter vedere i miei amici. Ho amici che sono per la maggior parte fuori dal mio comune o dalla mia regione. La mia migliore amica,ad esempio, vive in toscana. Purtroppo con tutto ciò che è successo non ho potuto fare la solita “capatina ristoratrice” che faccio ogni anno (durante il lucca comics). Ovvero prendermi una settimanella con lei e guardare cose stupide assieme, staccando un po’ la mente da tutto ciò, sia per me che per lei. Ormai è un anno che non la vedo, e questa cosa mi pesa assai. Idem per tanti altri miei amici, che magari sento ogni giorno su discord, ma il desiderio di un abbraccio quando sono triste, o di ridere insieme per la qualsiasi, o semplicemente di uscire per fare qualcosa...purtroppo è tutto limitato. Anche una delle mie poche amiche di roma non sto riuscendo a beccarla... E’ avvilente. Quarto:Il palese odio del marito di mia madre. Vivo con il costante rifiuto della mia persona in casa da sempre, certo. Ma quando cerchi di migliorare il rapporto con l’unica figura genitoriale, e si mette un uomo in mezzo a fare da scudo, mi cadono proprio le braccia. Purtroppo a questa persona non va mai bene quel che faccio. Si definisce un artista, ma quando mostro i miei risultati con i cosplay o qualsiasi altra cosa li categorizza come inutili. Si definisce aperto di mente, ma appena venuto a sapere del mio canale twitch mi ha preso a parole, dicendomi che stavo facendo una cosa sbagliata e che “dovevo andare a zappare la terra.” Qualsiasi cosa io faccia, non va bene. Non andrà mai bene... E mi fa vivere col costante stress di non poter dire nulla, anche una stupidata su come va il twitch o robe, perché certi argomenti sono diventati tabù. Ogni cosa che faccio è diventata un tabù. Quinto:Il non potermi curare in modo decente. Ho vari problemi col sangue. Ovvero:Sono microcitemica, anemica ed ho un problema con il ciclo mestruale che sto cercando da ANNI di risolvere. Mi avevano dato varie diagnosi per l’ultimo, di cui una addirittura un cancro alle ovaie (mia nonna l’aveva, quindi erano sicuri al 90%). Fatto sta che mi porta ad essere debole e a sentirmi male per quasi 14 giorni al mese, e ci sono stati negli ultimi mesi casi in cui mi tornava più volte, rendendomi un vegetale. Col covid tutto si è bloccato. Per fare altri test per capire cos’ho dovrei stare quasi 24 h in un ospedale, facendo prelievi a distanza 1 ora dall’altro. Ma non si può,eh eh. Quindi per ora rimango ancora così, con tutti i disagi che comporta. Inoltre dovevo fare dei controlli, migliorare in caso la terapia per la depressione che mi avevano dato di prova. Invece sono bloccata anche lì, perché con tutto il trambusto e l’emergenza chi cazzo ha avuto il tempo di andare dal medico? Ce ne sarebbero anche altri di punti, ma questi sono quelli principali e meno sciocche (come il fatto che m’infatuo sempre di teste di cavolo. YE). Le uniche cose che posso dire che vanno bene sono: -I miei amici, che fortunatamente ho sempre accanto e mi supportano nel bene e nel male -Le campagne di dnd, che mi fanno respirare quando penso di affogare -Twitch, che mi salva dall’apatia e mi aiuta a dire “Ok,devo alzare il culo, vestirmi, truccarmi e andare live. Perché si,devo”. e mi aiuta a mantenere un attimo di self control, oltre che farmi passare qualche ora concentrandomi solo su quello. Spero che per voi vada tutto bene sul fronte occidentale. Spero che la vostra vita sia in miglioramento. Egoisticamente, spero che viri su quella direzione anche la mia. Non so chi lo leggerà, non so nemmeno se interessa a qualcuno. Io lo faccio per buttare fuori i pensieri. Potranno sembrare alcune cose stupide, ma per me sono importanti. Vi prego di non commentare con odio, questo è il mio piccolo angolo dove cerco di fare un backup mentale.  Un bacio stellare.
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arreton · 4 years
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Lentamente s’è perso il nostro senso familiare o anzi: famigliare, riferito proprio alla famiglia, al nucleo socio-culturale denominato ‘famiglia’. Più vediamo le famiglie in giro, più vediamo che ‘non se ne salva nemmeno una’ e che la nostra, che davamo per crepata per sempre e quindi fragile, fallita come famiglia, quando eravamo ragazzini, si è rivelata una delle poche che abbiamo visto che in realtà è abbastanza solida, comunque si mantiene in piedi. Non che le altre non lo facciano, lì dove c’è una parvenza di famiglia, ma la loro struttura è debolissima e retta, lì dove regge, su automatismi e patologie.  Eravamo convinti, veramente, che l’amore ed il sentimento fossero la base di tutto. Eravamo giovani ed ingenui. Poi abbiamo scoperto la razionalità, il rispetto, la stima, la collaborazione, il credere nei principi e abbiamo visto che pure l’amore può avere queste basi, che la base su cui si fonda non è solo un sentimento spontaneo, che viene per chissà quale congiunzione astrale, ma può essere coltivato ed essere molto più profondo - momento banalità - dello slancio passionale momentaneo, che spesso è solo una idealizzazione - sì, abbiamo vissuto anche questo, chi non ha mai idealizzato qualcuno o qualcosa? Quindi pensavamo che la famiglia fosse un nucleo pieno di amore e protezione, in cui ci si ama incondizionatamente, senza un motivo in particolare, solo perché due o più esseri si sono scelti, o solo perché uno di loro è uscito dalla vagina di una, che prima ha accolto lo sperma di un altro. Però non è così. La spontaneità probabilmente non esiste e pure che esistesse, sarebbe più un automatismo, una risposta sintomatica di qualche patologia o stato psicologico particolare - l’altra volta riflettevamo proprio su questo, cioè sulla spontaneità. Caduto il primo mito, quindi, nella nostra mente ce ne siamo creati un altro: quello della ‘famiglia come comunità’. Questo prevedeva la visione dei membri di una famiglia come membri di una piccola comunità fondata su: collaborazione e cooperazione, rispetto, gerarchie, diritti, doveri, anche affetto nato su una continua frequentazione e sul credere in principi comuni. Forse è una versione che può sembrare più arida rispetto all’amore incondizionato e simili, ma ci sembra anche più solido e duraturo. La passione, ovviamente, non è del tutto esclusa, ma non è il principio fondante.  Oggi, dopo l’ennesima dimostrazione, ci è quasi definitivamente caduto questo mito, ma semplicemente perché stiamo - ancora, sì - con l’idea che ‘altrove si sta meglio che da noi’, ché nel paragone noi - intesi come singolo, ma intesi anche come famiglia - siamo sempre la brutta copia, la versione andata a male, che stiamo qualche gradino in basso rispetto agli altri. Ed invece non è proprio così. Le famiglie, di per se stesse, non solo sono quasi tutte rotte e fanno acqua da tutte le parti - un po’ come la nostra, soprattutto in passato - ma anche non credono in nulla di comune. È la mancanza del senso di comunanza che ci rattrista, non solo ciò manca su un piano più vasto e quindi a livello sociale, ma manca proprio alla base: nelle famiglie stesse che costituiscono la società. Ogni membro è perlopiù concentrato con se stesso e ogni membro si chiama le sue sante ragioni che non sentono e non vedono altro, oltre. La profonda solitudine che avvertiamo, adesso, non è più solo sentimentale, ma quasi strutturale: ci mancano le basi su cui fondare una futura ed eventuale nostra esistenza su questo mondo che vada, però, al di là della struttura famigliare che abbiamo avuto; cioè vediamo quasi “impossibile” un momento di comunanza e condivisione duraturo nel tempo proprio perché in comune non si vuole mettere nulla; non siamo ‘io-e-te’, siamo ‘io e te’. Non c’è un trattino che ci lega: c’è un ‘e’ che ti riconosce perché non posso farne a meno - anche perché mi servi -, ma non c’è un trattino, dei principi comuni che ci legano.
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endless-book · 4 years
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Riusciamo davvero a gestire le opportunità?
Nell’era digitale, momento in cui i vantaggi derivanti dalle nuove tecnologie aiutano tutti noi, è una domanda lecita da farsi. L’avvento di Internet, dei social, dello smart-working, ha creato un mondo più vicino alle nostre case, alle nostre mani e per essere in contatto con gli altri non è più necessario uscire di casa. Certo, questi mezzi non sono una sostituzione dei rapporti umani ma hanno apportato una modifica anche al nostro modo di socializzare e di gestire i contatti sociali. Ovviamente, grazie a questi mezzi utilissimi se adoperati per i giusti fini, anche il nostro modo di vivere le relazioni è cambiato. Siamo in grado di raggiungere un pubblico decisamente più ampio di persone ed è diventato quasi naturale condividere ogni aspetto della nostra vita. Per certi versi ciò ha favorito la formazione di legami, anche tra persone apparentemente molto diverse, ci ha permesso di dare voce ai nostri pensieri, di diffondere messaggi importanti e di entrare in contatto anche con culture, luoghi lontani di cui altrimenti avremmo avuto solo vaghe notizie. Ebbene, possiamo davvero dire che l’avvento digitale abbia portato un gran progresso nella società del ventunesimo secolo.
Ciò nonostante questa grandissima innovazione che ci è stata offerta nasconde i suoi lati bui, macabri, violenti. Si è parlato diffusamente negli ultimi anni delle attività illecite perpetrate nella parte nascosta del web, accessibile a pochi esperti. Lo stesso deep web presenta lati positivi. Infatti, proprio in questa parte del web è possibile trovare blog di attivisti che nella parte visibile del web sarebbero censurati. Non è necessario andare così infondo per trovare la dimostrazione al fatto che non siamo in grado di gestire quelle che per noi potrebbero essere solo opportunità. Questa riflessione ha come sua ispirazione la notizia dell’utilizzo di un noto social network, Telegram, come mezzo per Revenge Porn e diffusione di foto pornografiche e pedopornografiche all’insaputa del soggetto raffigurato. Penso che basti questa frase per descrivere l’immaturità, la maleducazione, la cattiveria umana che vede la sua apoteosi in un gesto così infimo. Ho cercato di parlare il meno possibile in prima persona in modo tale da rendere queste considerazioni il più oggettive possibile ma in tali circostanze è difficile non lasciarsi andare alle emozioni. Gli anni di evoluzione che abbiamo alle spalle non ci hanno resi degni della denominazione della nostra specie. Non siamo Sapiens e nemmeno Sapiens Sapiens. Dinanzi a un fatto così grave mi risulta difficile anche solo paragonarci alle bestie. Mi rattrista usare il pronome “noi” ma i numeri dei canali in cui sono state diffuse tali immagini sono talmente alti da includere una buona fetta della popolazione italiana sui social. Tale fenomeno non è tuttavia solo italiano. Fortunatamente o sfortunatamente una notizia simile arriva anche dalla Corea del Sud, la cui manifestazione è stata, se si può dire, ancor più grave.
Occorre precisare che Telegram per i suoi intenti nasce come un’applicazione che lascia uno spazio “libero” a chi ne usufruisce grazie alla crittografia end-to-end in grado di salvaguardare la privacy dei suoi utenti.
Quella che è una grande conquista per i diritti personali dell’individuo in questa situazione risulta essere un’aggravante, uno stimolo che porta tali persone a perseverare.
Allora, possiamo davvero ritenerci “umani”?
La risposta a questa domanda, per come la vedo io, è “no”. Non siamo umani se per prenderci la nostra vendetta decidiamo di rovinare la vita di un nostro simile, di qualcuno che abbiamo amato, di gettare qualcuno che avremmo protetto con la nostra vita in un branco di lupi affamati. Non siamo umani se accettiamo questa condizione e osserviamo, scateniamo i nostri istinti. Possiamo solo definirci bestie. Non siamo in grado di gestire le opportunità, non siamo capaci di rendere gli strumenti che ci vengono offerti un’occasione per migliorare la nostra vita e allo stesso tempo quella altrui. È chiaro che abbiamo ancora molto da imparare sull’essere umani: il rispetto verso gli altri, verso la loro libertà, la decenza, il valore della dignità umana. Tutte cose che ormai diamo per scontate perché ci sentiamo moderni ed evoluti ma ciò dimostra che di passi avanti ne abbiamo fatti realmente pochi.
Tale questione supera il concetto di femminismo con tutte le sue lotte, è una lotta che coinvolge ogni singolo individuo. Coinvolge la famiglia, coinvolge gli uomini. Perché, è vero, la maggior parte delle vittime di tale fenomeno sono donne ma ciò non toglie che anche un uomo possa essere bersaglio di questa infima vendetta. È una lotta che ognuno di noi deve intraprendere nel quotidiano, nei luoghi di lavoro, in famiglia, nei propri gruppi di amici. È necessario educare ed essere educati alla capacità di essere umani. Non aspettiamo qualcuno faccia qualcosa ma siamo noi in primis a fare qualcosa nel nostro piccolo con i nostri mezzi e le nostre capacità.
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mariposasky · 5 years
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Cosa potrebbe andare storto?
Ogni tanto sono contenta di trovare storie interessanti legati ai rapporti di famiglia, come il caso di questa storia. 
Scrooge, alla ricerca di qualche nuovo modo per arricchirsi, ha l’idea di creare telefonini in grado di sentire quelle piccole frasi che si dicono incoscientemente dopo aver riagganciato. Chiede quindi a Gyro di creare un prototipo, ma l’inventore non è tanto convinto che questa invenzione renderà felici le persone.
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Già, cosa mai potrebbe andare storto?
Vediamo un po’... Scrooge prova a usare il nuovo cellulare chiamando i nipoti, che in quel momento erano presi con un programma di quiz.
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(Dopo tutto quello che ha fatto per lui? Cosa di preciso? 😂)
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Quindi, ricapitolando... Scrooge credeva che un cellulare in grado di sentire ciò che pensano realmente gli altri, fosse un’innocente invenzione. Ma poi scopre cosa realmente pensano di lui i suoi parenti più cari e questo lo rattrista molto, a tal punto che vuole chiudere i ponti con loro. Quello che però non può sapere è che si tratta di un equivoco, e che quelle frasi dette dai parenti non rappresentano ciò che pensano di lui.
(Anche se ricordo che in passato Donald e altre persone lo avevano realmente chiamato iena 😆)
Questo mi ricorda altre storie su Scrooge dove anziché affrontare la delusione e chiarirsi con le persone care, preferisce trincerarsi dentro il suo bunker e ostinarsi a rimuginare.
Tempo dopo l’accaduto con il telefonino, Donald e nipotini vanno a visitarlo, come è loro consuetudine e come è giusto fare tra parenti quando non ci si sente per un po’. Donald ha inoltre in serbo una golosità che sa che rallegrerà lo zio... ma non riceve un gradito saluto.
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Donald e nipotini ritornano a casa lasciando lo zio nei suoi affari segreti. Nel frattempo l’ostinato Scrooge mette nel mercato i telefonini modificati. 
Che cosa può andare storto? Diceva Scrooge a Gyro tempo prima. Be’, succede che alla gente non piace essere spiata e tanto meno scoprire i pensieri dei propri cari, finendo per litigare.
Il progetto finisce per ritorcersi contro Scrooge, che ora è odiato dalle persone, ma lui si ostina a non riconoscere che ciò che fa è sbagliato e va avanti con le vendite. 
Donald però si preoccupa della situazione e del fatto che lo zio non si faccia sentire con loro. E questo un po’ lo indispettisce.
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Ma Scrooge non si fa vedere da nessuno e la situazione nella città peggiora, portando i cittadini a scegliere alternative ai telefonini.
Donald ne ha abbastanza di quella situazione, e insieme a Gyro cerca il modo di avvicinarsi allo zio.
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Donald dimostra ancora una volta quanto sia disposto a fare per il bene dello zio. Ma Scrooge convinto com'è di avere dei parenti serpenti, non ci pensa due volte ad allontanarlo con le manieri forti.
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A quel punto interviene la famiglia al completo (o meglio dire, quelli più vicini) per riportare alla ragione il ricco parente.
Scrooge messo alle strette confessa di aver sentito le loro parole nei suoi confronti.
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Finalmente i parenti hanno modo di chiarire l’equivoco e Scrooge comprende quanto il suo comportamento lo abbia portato a fare cose assurde, dubitando delle persone che gli vogliono bene.
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Come appunto Donald conclude, certe cose non cambiano mai. Scrooge continuerà a fare errori e giudicare male le persone che lo apprezzano e gli vogliono bene, ma ci saranno sempre Donald e parenti a fargli capire i suoi errori (anche a costo di schiantarsi con un aeroplano sul Deposito 😂) e ridargli nuovo vigore.
Questa storia mi è piaciuta, perché mostra uno Scrooge incerto e scosso credendo di non avere più l’affetto e l’appoggio dei suoi parenti. Perché anche se lo dice poche volte, per lui è molto importante la famiglia. 
La dimostrazione che anche un forte e temerario papero d’affari, può frantumarsi di fronte alle incertezze.
E’ carina anche la dinamica che si crea alla fine della storia, con uno Scrooge che mostra un lato vulnerabile cercando di riconciliarsi con il nipote e Donald che cerca di sdrammatizzare la situazione, e viceversa. Come mostrandoci che l’essere affettuosi tra di loro è difficile, dovuti secondo me ad anni e anni di litigi e incomprensioni, ma bastano i gesti e poche parole per perdonare. 
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