#chiara farina
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oggi, 30 ottobre, a napoli, palazzo reale: presentazione della collana "profondo giappone" (lingua, cultura, religione, storia)
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La ricerca di Voxeurop si concentra sui dati della deforestazione in Argentina: i silos situati nelle aree disboscate del Chaco, la soia viene trasportata ai porti argentini di Rosario e San Lorenzo, sul fiume Paraná. Lì vengono caricati, già trasformati in farina negli stabilimenti locali di pressatura dei grandi trader internazionali, su navi mercantili dirette in Europa. I dati che il sito di monitoraggio del traffico marittimo MarineTraffic ha condiviso permettono di tracciare diverse navi che, dal 2019 a oggi, hanno attraversato l’Atlantico dai due porti argentini verso l’Italia e la Spagna. Questi due paesi “sono rispettivamente al primo e al secondo posto in Europa, nonché al quinto e sesto a livello mondiale, per le importazioni di farina di soia dall’Argentina e per l’esposizione alla deforestazione nel Chaco”. Nel 2019, Italia e Spagna hanno importato rispettivamente circa 71.700 e 76.000 tonnellate di farina. Circa il 2,1% di questa soia proviene rispettivamente da almeno 500 e 460 ettari potenzialmente deforestati.
Dall'articolo "Come Parmigiano Reggiano e Prosciutto San Daniele contribuiscono alla deforestazione" di Chiara Cajelli
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Guarda "Pane quotidiano - Alberto Camerini" su YouTube
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E se penso all'allegria che mi da un
Amica mia, con i suoi vestiti bianchi
I suoi sorrisi colorati
Quando dice di volere un
Corpo bello, equilibrato
Mangia solo cibo naturale con amore preparato
Ma se cerchi di andare al di là
Dei suoi vestiti a fiori e seta
Dei suoi giochi dei suoi soldi
Per l'equilibrio del pianeta
Lei si alza sorridendo e dice
"ciao" e poi va via
Dicendo "scusa ognuno ha il suo karma
In fondo non e' colpa mia"
Insalata di riso bianco come
Il sorriso che la
Crema del latte da allo yogurt di frutta
Bianca come la chiara dell'uovo sbattuto
Come la panna montata con lo zucchero sopra
Come il fior di farina che lei ha in cucina
Bianca come lo yogurt anche se non fa rima
Bianca come dovrebbe essere la
Sua coscienza che si
Scioglie come il pane e burro ogni mattina
E c'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane cresce di prezzo
C'è chi lo lavora, c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
Un amico mio, un compagno, un
Bravo rivoluzionario, un tipo serio
Intelligente e preparato
Troppo preso dai problemi della
Crisi dello stato, di sé stesso e del suo
Corpo sembrava essersi scordato
Ma il fegato dimostra ogni giorno
Quel contrasto tra i suoi nervi tesi e quel
Sorriso suo mai rilassato
O è il veleno che non ben
Ha digerito dopo il pasto
Ma il colore del suo viso
Che sembra essersi ingiallito
Uova plastificate, liofilizzate
Gente mineralizzata biodegradata
Carne inscatolata gelatinizzata
Deproteinizzata, supermarketizzata
Mangia verde artificiale
Devitalizzato, clorifilizzato
Superindustrializzato
Frutta sciroppata supercolorata, dolce
Gomma artificiale, bilancia sbilanciata
C'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane scende di prezzo
C'è chi lo lavora c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
Io se mangio quando mangio se
Sono solo con me stesso
Garantito che non sono un bravo
Cuoco ma fa lo stesso
Ce la metto tutta ma in
Cucina sai non sempre basta
Poi finisce che non vado quasi
Mai oltre la pasta
Certo che in ogni caso devo fare economia
È che a volte se sei solo poi
Ti accorgi l'appetito se ne va via
E molto meglio cucinare l'ho
Scoperto in compagnia
Pronto in tavola e qualcuno
Per scoprirne la magia
Ma da quando vivo solo ho dimenticato gli
Stufati succulenti le patate al forno
I risotti le scaloppe la verdura intorno
Le ricette di torta appena pasticciate
Il patè di fegato il salmone rosso lo
Champagne le aragoste il ricco caviale
Non ricordo nemmeno che sapore hanno
Forse ho dimenticato come si fa a mangiare
C'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane scende di prezzo
C'è chi lo lavora c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
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Plumcake allo yogurt greco
Un dolce veloce e semplice da realizzare, adatto per la merenda o per la prima colazione, molto buono con il latte e caffè. Ingredienti: 3 uova 180 gr di zucchero 140 gr di farina 70 gr di fecola 80 gr di olio di mais 150 gr di yogurt greco bianco ina bustina di lievito . Separate gli albumi dai rossi e sbattete questi ultimi con lo zucchero fino a ridurli in una crema spumosa e chiara e…
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Complimenti Chiara perché’ hai ottenuto un bel risultato! La lievitazione è corretta e così anche la cottura Fai attenzione al taglio delle mele. Se vogliamo essere sicuri di ottenere un risultato uniforme è necessario tagliare le mele a cubetti il più possibile regolari e della stessa grandezza. Il colore della torta è un po’ scuro e questo dipende dal tipo di farina usata. Inoltre tieni sempre presente che un dolcificante liquido e uno cristallino ci restituiranno risultati diversi a livello gustativo e di consistenza finale…..a volte anche di colore!!! IL FEEDBACK PERSONALIZZATO SU OGNI PREPARAZIONE E’ L’INGREDIENTE CHE COTTRADDISTINGUE I NOSTRI CORSI E TI PERMETTE DI IMPARARE. Riscopri il gusto di cucinare 👉 https://bit.ly/41ChOW8
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Married for ten years, in full crisis, thinking about divorce. But following a failed scientific experiment, they suddenly find one inside the body of the other. Credits: TheMovieDb. Film Cast: Andrea: Pierfrancesco Favino Sofia: Kasia Smutniak Michele: Valerio Aprea Maria: Marta Gastini Brancati: Andrea Bruschi Cristian: Gaetano Bruno Angelica: Paola Calliari Luca: Flavio Furno Anna: Francesca Agostini Tommaso: Sebastian Dimulescu La psicologa: Giselda Volodi Lo Foco: Luigi Diberti Ivan: Gabriele Falsetta Film Crew: Director: Simone Godano Story: Carmen Danza Story: Giulia Louise Steigerwalt Co-Writer: Daniele Grassetti Production Manager: Claudio Sorace Casting: Chiara Natalucci Costume Design: Maria Cristina La Parola First Assistant Director: Fabrizio Procaccini Line Producer: Paolo Lucarini Sound: Paolo Giuliani Production Design: Tonino Zera Original Music Composer: Andrea Farri Editor: Davide Vizzini Director of Photography: Michele D’Attanasio Producer: Matteo Rovere Producer: Roberto Sessa Delegated Producer: Chiara Grassi Delegated Producer: Gabriele Lilli Delegated Producer: Alessia Polli Location Manager: Lorenzo Catalano Production Coordinator: Katia Abbate Production Secretary: Luca De Giorgi Assistant Editor: Pierluigi Darino Assistant Editor: Lucia Sblendorio Script Supervisor: Claudia Nannuzzi Second Assistant Director: Claudio Aloia Second Assistant Director: Stefano Farina Camera Operator: Matteo Carlesimo Camera Operator: Andrea Arnone Assistant Camera: Danilo Caruso Boom Operator: Diego De Santis Set Decoration: Valeria Zamagni Makeup Department Head: Arianna Agosta Hair Department Head: Daniele Perosillo Gaffer: Loris Felici Key Grip: Raffaele Alletto Unit Manager: Vincenzo La Gatta Movie Reviews: Jolang: Andrea (Pierfrancesco Favino) and Sofia (Kasia Smutniak) are a lovely couple, indeed they were. Married for ten years in crisis, they think of divorce. But as a result of a scientific experiment by Andrea suddenly they find themselves one inside the body of the other. Literally. Andrea is Sofia and Sofia is Andrea. With no choice but to live each other’s existence and everyday life. You in the shoes of him, a brilliant neurosurgeon who carries out an experiment on the human brain, he in the shoes of her ambitious TV presenter on the rise.
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A RUVIANO FOCUS SULLA PREVENZIONE ONCOLOGICA, EVENTO RIUSCITO
Grazie alla ‘regia’ della dirigente scolastica Silvana Santagata e alla collaborazione di esperti, docenti, alunni e volontari
RUVIANO - Una giornata tutta dedicata alla prevenzione, iniziata la mattina nel Plesso di Ruviano con i ragazzi, e continuata con famiglie e cittadini il pomeriggio nell’accogliente Centro Funzionale della frazione Alvignanello. “Il potere della prevenzione nell’era post pandemica” questo il titolo della manifestazione, datata 6 aprile, voluta fortemente dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo di Caiazzo Silvana Santagata in collaborazione con le associazioni La Mongolfiera (Castrovillari – CS) e Alice Campania ODV, Associazione per la Lotta all’Ictus celebrale; la Cooperativa di Comunità Icare di Cerreto Sannita e della Pro Loco Raiano. Un evento a più voci grazie al contributo fornito da numerosi esperti, professionisti del settore sanitario e del mondo associazionistico che hanno, con parole semplici e comprensibili a tutti, parlato dell’importanza dei controlli, della diagnosi precoce, di nuove sperimentazioni e tecniche chirurgiche, degli effetti del Covid, di risultati significativi emersi da progetti scolastici, della distinzione tra i concetti di benessere e di ben essere, della differenza delle emozioni e soprattutto degli screening e dei controlli a cui purtroppo - colpa dello stop pandemico - moltissimi malati oncologici non si sono sottoposti incrementando il numero dei pazienti che lottano contro la morte.
Uno scambio molto interessante che ha visto protagonisti i ragazzi, rappresentanti istituzionali, docenti che hanno vissuto la malattia e medici in prima linea, sempre pronti a divulgare concetti fondamentali per la riduzione dei fattori di rischio e “per rendere mortale il mostro”, il mostro nero, che finirà al centro di un’idea editoriale, un libro il cui ricavato sarà devoluto per l’acquisto di materiale da destinare a reparti di Oncologia, che vedrà autori proprio i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa. Gli studenti, infatti, elaboreranno osservazioni, pensieri, racconti, impressioni raccolti a margine del convegno, tutto per narrare un’esperienza che ha suscitato in loro curiosità e riflessione. Registrata una interessante partecipazione alle visite gratuite (oncologiche, nutrizionali e celebrali), consegnati kit messi a disposizione dell’Asl di Caserta per la prevenzione del carcinoma al colon retto. All’iniziativa, sostenuta da alcuni esercizi locali, hanno partecipato: il vicesindaco Roberto Cusano e l’assessore Giuseppe Izzo, nonché della consigliera comunale dott.ssa Valentina Vecchiarelli, nei panni anche di Gastroenterologa dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta; dott. Ivano Schito, oncologo, ricercatore e dirigente medico Oncologia ASP Cosenza; dott. Gian Paolo Pitruzzella, Responsabile della Breast Unit di Caserta, Specialista in Chirurgia Generale e in Chirurgia Plastica; dott.ssa Maria Antonietta Santagata, specialista in Medicina di Emergenza-Urgenza, dirigente medico UOC Medicina di Accettazione e di Urgenza dell’Ospedale Spoke Castrovillari; dott.ssa Orsola Farina, psicologa, psicoterapeuta, specialista in psicoterapia breve Strategica; dott.ssa Carolina Bologna, internista e geriatra dell’Ospedale del Mare – Asl di Napoli 1 e Presidente di Alice Campania ODV, Associazione per la Lotta all’Ictus celebrale; Prof. Antonio Popolizio e Chiara Mastroianni, docenti dell’Istituto Comprensivo di Caiazzo; il pediatra dott. Antonino Puorto, don Matteo Prodi, presidente della Cooperativa di Comunità Icare e l’estetista Lucia Covino. Ha dato un tocco di effetto, bellezza e di stupore all’evento la sfilata resa possibile grazie all’Atelier Donna Luna di Telese Terme e gli abiti tradizionali, di Folklore del gruppo Kaiatia e storico di Ruviano, indossati da alunni della scuola, in nome di un passato che è fonte di cultura senza tempo per il presente e per il futuro. “Un ringraziamento doveroso va a quanti hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione”, commenta la dirigente Santagata, in particolare ai docenti della Commissione Eventi: il vicepreside Stefano Giannelli; il prof. di Arte e Grafico Federico Ricciardi che, anche in questa occasione, ha realizzato egregiamente la locandina; la Prof.ssa Carmelina Di Meola, la Prof.ssa Benedetta Puorto, le insegnanti Monica Morra e Federica Landolfi (che ha anche moderato e condotto la giornata), e l’assistente amministrativa dott.ssa Teresa Di Sorbo. Grazie anche agli insegnanti del corso Musicale della scuola che hanno scandito il pomeriggio con brani suonati e cantati: M° Guido Tazza, M° Alfonso Carullo, M° Fernando Ciaramella, M° Antonella Pietrangiolillo, M° Raffaele Fuccio e M° Paola Petillo (voce).
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/03/chiara-ferragni-torna-al-parco-con-i.html Chiara Ferragni, torna al parco con i figli (e la fede al dito): continua l’operazione “brava mamma” Che sia tutta farina del suo sacco o strategia, Chiara Ferragni appare di giorno in giorno più affranta. Anche la fuga a New York, lontano dalle polemiche del dopo Fazio (guarda) e, soprattutto, da Fedez che sembra invece vivere una nuova rinascita (guarda), l’imprenditrice torna a Milano con il cuore spezzato. Si confessa ai suoi follower («Cerco di fare quel che posso, a volte sono più in up, a volte sono più in down», dice con i lacrimoni agli occhi) e porta a spasso i figli Leone e Vittoria. Con la fede ancora al dito. - foto | video Chiara Ferragni, la rivelazione sulla fine dell’amore con Fedez: “Non è stata una mia scelta” – guarda TUTTA LA COLPA RICADE SU FEDEZ – Dalla piega presa dal racconto degli ex Ferragnez, sembra dunque esser stato il rapper a troncare definitivamente il matrimonio. «Purtroppo non è una scelta mia», ha raccontato a chi le chiedeva di dove fosse finito Federico. E negli ultimi giorni ha aggiunto: «Penso sia giusto anche farvi vedere questa parte, non posso dirvi tutto, non mi va neanche di dirvi tutti i motivi per cui sto male. Penso sia giusto non fingere che tutto vada bene, che io sia felice come una pasqua e forte. A volte vorrei essere meno forte ed essere un po’ più serena». Fedez racconta la fine dell’amore con Chiara Ferragni a Francesca Fagnani – guarda SI DISTRAE CON I FIGLI - «In questi momenti essere genitori ti salva un po’ la vita», dice dei suoi due bambini Leone e Vittoria. Dopo qualche giorno negli Stati Uniti, Ferragni è tornata a Milano e si mostra divertita con i figli al parco Sempione. Un pomeriggio sulle giostre, un’occasione per festeggiare anche il compleanno della sorella Francesca. Con loro anche la mamma Marina Di Guardo, che da quando Fedez è uscito di casa sembra essersi stabilita nell’attico di City Life.
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napoli, palazzo reale, 30 ottobre: presentazione della collana "profondo giappone" (lingua, cultura, religione, storia)
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Tu perderesti un cliente fidelizzato per 8,50 €?
La risposta credo sarà ovvia ma prima ragiona con me mettendo insieme questi tasselli:
Una pizzeria apre da poco in un posto turistico ( = altamente competitivo, che offre molte possibilità e con onde di lavoro esagerate), offre un tipo di prodotto diverso, puntando su una qualità maggiore e farine diverse, più salutari. Ha pochissimo personale e non riesce a garantire la velocità che si richiede. E' in una posizione per niente strategica, non investe in pubblicità, non sfrutta il social media marketing, quindi è al buio. Competitors ne ha a sacchi e molto più conosciuti di lei. Però è in un luogo preso d'assalto d'estate e ha una Value Proposition niente male. Ora aggiungi:
Chiara è una potenziale cliente in cerca di una pizza che non galleggi ore nello stomaco, che sia di alta qualità e per questo è disposta a pagare di più e, bonus XP, apprezza tipi di farine diversi dai soliti.
Sulla base delle informazioni ricevute informandosi sulla pizzeria, Chiara fa un tentativo che va bene. Chiara è entusiasta per almeno due motivi: il primo è che finalmente ha risolto un problema che non le faceva mangiare la pizza in modo sereno e il secondo è che quella pizza è veramente ottima. Chiara è quel tipo di cliente che quando trova qualcosa che la entusiasma non lo lascia più: non cambia e non cerca altro. Chiara incarna la fidelizzazione assoluta, quella che non tradisce. Ora aggiungi che:
Chiara in quel momento lavora come receptionist quindi per il suo lavoro è in contatto con centinaia di persone. Prenota in quella pizzeria tutte le settimane ed esprime sempre feedback positivi ad ogni acquisto. Entra in confidenza coi titolari che però, nonostante la stagione estiva propizia, non decollano come vorrebbero ed è vero: la pizzeria non parte e la vedo sempre vuota. Chiara, da cliente fidelizzato e ormai diventato promotore stesso dell'attività, comincia a mandare loro i suoi clienti, di fatto sponsorizzando la loro attività.
La pizzeria così prende un bello slancio: i clienti di Chiara che vogliono andare a mangiare la pizza vengono indirizzati in quella pizzeria e tornando esprimono soddisfazione: questo genera nuovi clienti per la pizzeria, che si dichiarano mandati da Chiara, aumenta la credibilità di Chiara come operatore turistico e il legame fra lei e i titolari si consolida. Chiara manda loro clienti per due anni e continua lei stessa a servirsi da loro. Finchè, l'inizio della fine: la pizzeria fa stampare dei classici cartellini dove applicherà un timbro ad ogni pizza acquistata: la decima è gratis.
Peccato che al raggiungimento del decimo timbro di Chiara, la pizza gratis le viene negata. Questo perchè, secondo loro, la pizza era omaggio esclusivamente se di tipo Margherita e prodotta col tipo di farina più economico fra quelli utilizzati, ben sapendo dopo due anni che a me quel tipo di farina non piaceva.
Fra quel tipo di pizza e il mio correvano 2.50 €. La regola non era specificato da nessuna parte. Loro sapevano che a me non piaceva, perchè in due anni ho sempre scelto altro. E anche se fosse stato inciso nella Bibbia, a un cliente come Chiara solo uno che non ha capito niente di come si vende negherebbe una pizza gratis. Incredula, ho pagato la pizza che doveva essere gratis e non ho mai più messo piede in quella pizzeria.
Ora, passiamo al lato marketing.
Ho preso quel rifiuto come un'offesa mortale: più alta è la fidelizzazione del cliente, più parliamo di sentimenti generati che vanno molto oltre l'acquisto. Si tratta di fiducia, di stima, di soddisfazione, di tranquillità, di comfort zone che solo un marchio conosciuto può offrire. Si tratta di non avere più occhi per nessuna alternativa sul mercato.
Mi hanno perso definitivamente come cliente. Se ti sembra esagerato, non lo è e ti spiego perchè: il mio impegno per farli crescere, pur non guadagnandoci niente, derivava da una sincera ammirazione e da una profonda amicizia. Non potevo credere alle mie orecchie.
A livello di correttezza, il gesto è stato gravissimo: non solo offri un servizio (''Al decimo timbro, una pizza è omaggio!'') che poi neghi, ma generi anche un'aspettativa che viene delusa.
Non riconoscere i clienti top, anche senza studiare marketing, è un errore veramente da principianti. E pensare di essere l'unica alternativa possibile, di questi tempi, è un'illusione da folli.
5. Con certe figure di me*da non ci si risolleva mai più e il mio caso è uno di quelli
6. Perdendo un cliente fidelizzato e promotore, hanno perso decine di persone e migliaia di euro di incassi. Va da sè che non ho più mandato clienti, pur non parlandone male perchè un conto è la giustizia, un conto sono le carognate. Semplicemente non l'ho più nominata.
Questo per arrivare a dire una cosa che credo da anni: imprenditori non si diventa perchè si apre un'attività, è una mentalità con cui forse si deve nascere perchè riguarda molto qualità che si devono possedere. Intuito, organizzazione, leadership senz'altro ma anche e soprattutto un'onestà di fondo e, perchè no, una bella dose di riconoscenza nei confronti di chi ti sceglie, nonostante tutto, nonostante tutti gli altri.
Io di imprenditori veri non ne ho trovati molti, ma una cosa l'ho capita da tempo: la fiducia non si può tradire. Mai.
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INTRODUZIONE.
IO SO CHI SEI TU TU NON SAI CHI SONO IO HAI RUBATO IL TUO LADRO ASSASSINO CREDITORE RIVENDITORE PROFITTI DI GENTE ANDATA IN COMA HAI RUBATO LE TUE RAGIONI DAI LIBRI NON POTEVI NON SAPERLA CHI ROMPE PAGA MA I COCCI RESTANO SUOI NON È FARINA DEL TUO SACCO CONFLITTI CREATI MUTAMENTO DI ARGOMENTI ENTRO IL RAPPORTO TRA LA PROPRIA INTELLIGENZA E LA PROPRIA INTELLIGENZA SAPUTA USATA LO STESSO COME SE NON CI FOSSE COMUNISTA ALL'INFERNO NON SEI DI QUI A GIOCARE ALLA DIFFERENZA TRA ESSERE DIVINO E ESSERE INFERNALI LADRO ASSASSINO CREDITORE RIVENDITORE FALSAMENTE ONNISCENTE NULLA SAPIENTE TECNICA DEL NEMICO DALLO SPAZIO A MANGIARCI NELLA SUA NULLA SAPIENZA FALSO IDEALISMO TRASCEDENTALE LADRO DEMONE ESSERE CELESTE VISIBILE PER TUA ESPERIENZA POSATO SU STRONZO AUTOMATICAMENTE AL POTERE FALSA CAUSA FALSA DINAMICA LADRO ASSASSINO CREDITORE RIVENDITORE FALSAMENTE ONNISCENTE NULLA SAPIENTE LO VEDI QUANTO TI AMPUTI MANDATO E TORNATO DAL COMA QUADRUPLA RAGIONE TRIPLICE FUTURO DELATORE SUBENTRANTE NEL PASSATO DOPO CHE LO HAI VISTO NEL PASSATO DOPO CHE TI HANNO VISTO ANDATI NEL FUTURO ATTUALE REPLICANTE GIÀ FATTO SUBENTRATO NEL PASSATO CON IL COMUNISMO OCCULTATORE REALE DINAMICA REALE CAUSA CENSURA REALE CAUSA BAGAVAD GITA UPANISAD VEDICHE TESTI ANTICHI EGIZI EMPIRISMO TRASCEDENTALE DI KANT IL FUTURO CHE RIVENDE IL PASSATO ENTRO IL RAPPORTO TRA LA PROPRIA INTELLIGENZA E LA PROPRIA INTELLIGENZA MANGIATA STACCATA E RUBATA RIVENDUTA SPAZIALMENTE CUI NON POSSONO PRODURLA CUI NON TE LA DICONO OPERATIVA AUTISTICAMENTE AD TUA INSAPUTA PRESENTE COME SE NON CI FOSSE CHE CI SIA CHE NON CI SIA CUI NON TE LA DICONO RESA OMBRA MANGIATA RUBATA E RIVENDUTA ADOPERATA AD TRIPLICE OSTRUZIONE PER UN FALSAMENTE ONNISCENTE NULLA SAPIENTE FALSA CAUSA FALSA DINAMICA ANTEPRIMA DELIBERA UFFICIALE AD OGNI FATTO SCRITTA NOVEMILA ANNI FA PER I CERVELLI È UN PECCATO DIRLO NON È UN PECCATO LEGGERLO O SENTIRSELO DIRE CUI NON TE LA DICONO CROCE ROVESCIATA RELEGAZIONE A COMUNISMO MIRACOLI ASSOLUTI POSATI SU STRONZI E MULI MIRACOLI ASSOLUTI ONNIPAROLIERI POSATI SU MULI RELEGAZIONE A COMUNISMO RUBATI OSTRUITI RIVENDUTI DA RESI MIRACOLI DELL'INFERNO CREATURE SCISSE DILANIATE DUPLICATE RIOGGETTIVATE TEMPORISTICHE ERRATE NULLA FALSA PORTA FALSO ESTERNO DI NATURA NULLA INCASTRAMENTO CEREBRALE TALE CHE ASSUMANO POTERE INCUBATORE DIVENENTE MARCIO SOGNO SONNO CONSEGUENTE COMUNISMO MORTE SOGNO DI INNOCENTE ADOPERATO A CAVALLO DI TROIA PRESSO L INDEFETTIBILE CONCETTO DI INTUIZIONE PURA CHIARIFICA SOLARE ESSO QUALE NEMICO SPAZIALE MANGIATORE RIVENDITORE SOVRAPPOSTO ALLA TRASCEDENTALITA SOLARE DELL'INTELLIGENZA SOLARMENTE DIMOSTRABILE NON DETTA CHIARA E PRESENTE COME SE NON CI FOSSE PRIGIONIA DEL DIO COMUNISTA DEL CONSEGUENTE COMUNISMO MORTE SOGNO POST MORTEM ANIMA SOLARMENTE DIMOSTRABILE NON DETTA NULLA FALSA PORTA FALSO ESTERNO DI NATURA NULLA INCASTRAMENTO CEREBRALE TALE CHE ASSUMANO POTERE INCUBATORE DIVENENTE MARCIO SOGNO SONNO HAI RUBATO IL TUO LADRO PROFITTI DI GENTE ANDATA IN COMA COME FAI AD AVERLO VISTO COME FAI AD AVERLO LETTO COME FAI AD AVERLO INTUITO COME FAI AD AVERLO FREQUENTATO COME FAI AD AVERE IL CERVELLO COME FAI AD AVERE SALUTE COME FAI AD AVERLO VISTO FILMATO COME FAI A SAPERE QUELLO CHE SAI RIVOGLIAMO LA REPLICA OCCULTAMENTO ALL'ANDATA DI TALE RITORNO CANCELLAMENTO MIRACOLI SENZA L ANDATO E TORNATO DAL COMA ENTRO IL RAPPORTO TRA LA PROPRIA INTELLIGENZA E LA PROPRIA INTELLIGENZA SAPUTA USATA LO STESSO COME SE NON CI FOSSE NON SEI DI QUI LUNA O COMUNISTA ALL'INFERNO ANIMA SOLARMENTE DIMOSTRABILE NON DETTA LADRO DI SOGNI E DI MORTI TEMPORISTICA ERRATA.
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Betania /I
I piedi sporchi di viaggiatore. La prima immagine che Marta vide di lui fu questa: piedi sporchi di terra di chi ha alle spalle un lungo cammino. Erano piedi che si muovevano sicuri, con passo fermo e deciso, andavano a ritmo sostenuto verso una direzione a lui indubbiamente ben chiara; certo non doveva essere così per coloro che lo seguivano, i cui piedi incespicavano nella fretta di tenere dietro al suo passo, troppo audaci per l’entusiasmo o troppo timidi nell’incertezza. Eppure alle sue orme si mescolavano quelle di tanti altri, convinti - lei stessa non sapeva ancora bene da cosa - a lasciarsi condurre da lui per le strade polverose di quella terra.
Marta era molto curiosa; tanti parlavano di lui e anche tra lei e i suoi fratelli spesso si raccontavano notizie raccolte qua e là nel villaggio, desiderosi di conoscere qualcosa di più di quell’uomo che già pareva straordinario a tanti. Così, quando seppe che sarebbe passato per Betania, non ebbe dubbi: lo avrebbe ospitato in casa sua.
Nella casa aleggiava una strana euforia, la stessa che si respira nei giorni di festa, nei quali, si sa, ci si aspetta che accadano cose importanti, e nei quali preparare la mensa ha un altro valore: la cura osservata nel cucinare ogni vivanda e nell’allestire la tavola diventa segno tangibile di quanto l’ospite sia importante, di quanto valore si attribuisce a quella comunione. Tali pensieri riempivano il cuore di Marta, un cuore reso leggero dall’attesa dell’Invitato, al punto che quella mattina cantava, mentre lavorava, e si inebriava del profumo del pane che cuoceva, come se già stesse gustandone il sapore. E quando il sole stava a picco nel cielo azzurro e l’orizzonte tremolava nella canicola del mezzogiorno, giunse il fratello di corsa ad annunciarle che arrivavano, di venire a vedere; e lei, svelta, nel pulirsi le mani dalla farina, corse fuori a sua volta, quasi con il fiato sospeso: eccolo, finalmente, il volto un po’ accaldato ma con un sorriso talmente bello e raggiante da far pensare che anche lui non stesse aspettando altro che essere lì tra loro. E allora quei piedi così segnati dalla terra della strada rallentarono un poco il passo, mentre le braccia si spalancavano in un abbraccio, quasi che fosse lui ad accogliere loro e non il contrario.
Entrarono nella casa e solo allora, quando lui fu dentro, circondato dai suoi, le parve che la stanza fosse piena, come se prima fosse sempre mancato qualcosa, come se l’unico scopo per cui essa era stata creata fosse accogliere l’Ospite, e quell’ospite era lui. I viaggiatori sedettero in cerchio e tra loro stavano anche i fratelli di Marta. Gli altri chiacchieravano animatamente del cammino, lui invece taceva; volgeva intorno lo sguardo, come a volersi imprimere ogni cosa negli occhi, o forse, meglio, per lasciare un’impronta di sé in ogni luogo della cosa, un segno invisibile, ma concreto della sua presenza che restasse per sempre. E intanto cercava il volto di ciascuno, sostenendone lo sguardo senza timore, ma anzi andando attraverso gli occhi a carezzare ogni cuore, come se già sapesse di cosa ciascuno aveva bisogno.
Un paio di volte i suoi occhi si posarono su Marta, ma sempre la sorprese di spalle, intenta nelle faccende di servizio per il pasto. E lei, d’altra parte, avvertì una leggera insistenza sulla schiena, ma in cuor suo si era detta che ci sarebbe stato tempo, dopo, per fermarsi ad ascoltare, che in quel momento urgeva celebrare il suo ospite con quanto di meglio la sua casa poteva offrire.
Le sue mani agivano veloci, eppure non le sembrava di fare abbastanza; scattava, svelta, da una parte all’altra della stanza, si muoveva agile tra i commensali, nella mente scorreva rapido l’elenco delle cose da fare e insieme la somma delle attenzioni necessarie perché ogni cosa fosse perfetta. Percepì appena il silenzio che era calato nella casa e il suono della voce di lui, così calda, sicura, eppure così tenera, che si levava iniziando a parlare. Scoprì, invece, che l’euforia del mattino pareva scemata, e al suo posto era subentrato l’affanno. Toccava a lei provvedere a tutto e in quel momento si rese conto che la sorella, Maria, non era affatto corsa in suo aiuto.
Si voltò, indispettita: Maria sedeva là, in mezzo agli altri, ma non come gli uomini, disposti tutti intorno. Sedeva proprio nel mezzo, ai piedi di Gesù che parlava, e sembrava berne ogni parola, come se nient’altro contasse e il tempo intorno a lei fosse sospeso. Lo sguardo di Maria era fisso nel volto di lui, e pareva rifletterne la stessa luce.
Marta fu colta da un sentimento inaspettato, che si fece largo nel suo cuore sorprendendo lei stessa per prima: invidia. Perché a Maria era concesso sedere là senza fare niente? Che valore poteva avere per loro quel giorno, quel pranzo offerto, se ciò che si doveva fare non riusciva perfetto? Perché sua non veniva ad aiutarla?
Quasi inavvertitamente si era avvicinata ai suoi ospiti e senza volerlo davvero sbottò:
“Signore, non t’importa che mia sorella mi abbia lasciata da sola a servire?”
Lo disse, e, quando tutti si voltarono fissandola, subito si rese conto di aver interrotto Gesù che parlava. Arrossì violentemente e abbassò lo sguardo; nel cuore però non era del tutto pentita, sperava che Maria avrebbe capito quanto soffriva.
Stava quasi per tornare alle sue faccende, quando percepì di nuovo quell’insistenza, qualcosa che l’attraeva con forza e insieme con dolcezza, come un bene irresistibile. Lo sguardo di lui era fermo su di lei e, silenziosamente, la chiamava. Piano, Marta alzò il capo e trovò ad accoglierla il volto sorridente di Gesù:
“Marta, Marta, tu ti preoccupi e agiti per molte cose; una cosa sola è necessaria”
Fu, quasi, una rivelazione, come se solo in quel momento lei si fosse resa conto che l’Ospite era entrato in casa. Si rese conto che, fatta eccezione per il primo momento, il suo sguardo era stato rivolto verso il basso, concentrato sulle sue mani impegnate a fare. Neppure nel disporre le vivande sulla tavola aveva incrociato gli occhi di chi le stava intorno, porgendo insieme al cibo anche un sorriso. Si vergognò un poco: dacché voleva servire nel modo più perfetto, aveva poi scordato di offrire la pietanza migliore, la compagnia.
Ma se in altri momenti la reazione più istintiva sarebbe stata quella di scappare, il sorriso che lui le rivolgeva la spinse a restare; e anzi, smise di evitare il suo sguardo che le chiedeva di sostare. In quegli occhi lesse una carezza amorevole, un segno di tenerezza inaudita che la spingeva a ripartire da quel suo errore, a ricalibrare le sue prospettive, tanto da sentire la voglia, dal profondo del cuore e giù fino ai piedi, di incamminarsi con loro per le strade polverose, alla ricerca di quell’Oltre che quello sguardo offriva.
Maria le sorrise, indicandole lo spazio accanto a sé. Maria sedette – finalmente- anche lei ai piedi del Maestro.
“Una cosa sola è necessaria”.
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La brioche, Jean-Baptiste-Simeon Chardin, 1763, olio su tela.
Ogni materiale è esattamente definito, la doratura a pennello sul cristallo di Boemia, il tappo di metallo giallo e la qualità della terraglia della zuccheriera. Questa raffinata porcellana europea in particolare allude al prezioso contenuto. La protagonista del dipinto però è senz’altro la brioche realizzata con uova, burro, latte, lievito e farina. L’artista riesce a cogliere il brillante della brioche, quello ottenuto da una rapida pennellata di chiara d’uovo, quando è già lievitata e prima di estrarla dal forno. Se nel Seicento gli oggetti avevano un significato intrinseco, nel settecento non c’è bisogno di contenuti concettosi per lasciar spazio alla pittura. Il valore pittorico deve essere piacevole.
La natura morta è conservata al museo del Louvre (Parigi).
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tu sei tutu
una cartolina che mi spedì anni fa un’amica dal canton dei grigioni ritraeva un gruppetto di allevatori ad una fiera che cercavano d’intendersi chi consultando un dizionario bilingue, chi grattandosi con aria dubbiosa il capo, chi ricorrendo alla lingua dei gesti... la didascalia recitava qualcosa come “a volte i grigioni faticano a capirsi anche tra di loro”
pare che un professore brasiliano, imbattendosi in un’espressione poco chiara mentre rileggeva capitaes da areia (capitani della spiaggia) di j. amado, si sia rivolto alla rete per tentar di chiarirsi le idee
la frase in questione recita:
«Tú não pode passar um dia sem bater coxas com esta bruaca, não é? Tú vae acabar tútú..» («Non riesci a passar un giorno senza scoparti quella vecchia vacca, vero? ti ritroverai tútú... » - traduzione personale, libera)
il professore si domanda a quale delle possibili accezioni note per il termine tútú intendesse far ricorso l’autore, dato che dal contesto non risulta chiaramente desumibile un significato univoco.
un altro utente del sito prova a dare tre interpretazioni alternative di «Tú vae acabar tútú»:
1. « Finirai per essere il suo cane » - ci si rifà all’uso colloquiale (in senso ironico) della parola “toutou”, che in francese significa “cane”. in questo caso, l’intento del narratore sarebbe di enfatizzare il tono di sottomissione, di disprezzo, di scarso valore morale del personaggio. il doppio accento sulla ú di tútú richiamerebbe intenzionalmente il soggetto della frase, conferendole un tono scherzoso
2. tútú è anche un dolce a base di fagioli e farina di manioca, dalla consistenza molle. da cui l’interpretazione: “a forza di far sesso con quella donna, il tuo stesso pene diventerà molle come un tútú”; quindi debole, senza fermezza, impotente
3. nella lingua quimbundo esiste il termine quitutu, che significa “capo locale, persona influente”. l’autore potrebbe aver fatto riferimento a questa parola per intendere che la frequentazione sessuale del personaggio con la prostituta lo porrebbe in una situazione di superiorità?
e chiude l’intervento segnalando che la questione è stata posta direttamente alla figlia di j.amado, paloma amado, che ne ha curato la revisione dell’intera opera. risposta: “non ricordo minimamente che spiegazione potrebbe aver dato papà dell’espressione “acabar tútú” quando, insieme a lui, abbiamo revisionato tutti i suoi lavori”
a volte anche i brasiliani faticano a capirsi, anche tra di loro
#citazioni#amado#jorge amado#paloma amado#capitaes da areia#capitani della spiaggia#tutu#tu vae acabar tutu#traduzione#portoghese#brasile#insoluti
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C'è una luna tonda e magnifica, piena, bassa sull'orizzonte; sovrasta appena la collina. E i miei occhi stanchi, arrossati e senza occhiali, troppo miopi per vederla. Si alza in volo un aereo, si avvicina al mio tetto, un rullo di timpani nel cielo. Pomeriggio di sirene d'ambulanza e fischi amorosi d'uccellini, mentre io impastavo farina e latte tiepido con mani calde, inesperte ma spavalde, come a fingersi le mani d'un fornaio che impasta ogni santo giorno bancali di pane e focaccia. Ogni volta che esco mi rendo conto di quanto mi piaccia, toccarmi con le mani la faccia. E di quanto io lo faccia, quando sono libero di non pensarci. Sarà che serve sentirsi, ché guardarsi non basta. E così farò con la luna chiara di questa notte: proverò a sentirla, di come si sentono le cose senza bisogno dell'udito. Sentire la sua luce argentea e gialla, dietro le palpebre oramai chiuse.
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