#che serie meravigliosa
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non so come farò a non avere più l'afc richmond nella mia vita
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Questa mattina è accaduta una cosa meravigliosa, una delle più belle in assoluto da quando esiste il nostro blog: vi chiediamo di leggere questo post, anche per capire lo straordinario significato di questa foto.
Ousmane Diop è un giocatore della Dinamo Sassari, un ragazzo di 23 anni con una storia complicata alle spalle. Ha lasciato la famiglia in Senegal a 13 anni facendo una promessa a mamma e papà: "Tornerò quando diventerò un giocatore di basket e avrò i soldi per comprarvi una vera casa".
A 13 anni, in Italia, ha dormito per la prima volta in un letto da solo: prima lo condivideva con due fratelli.
Tra Udine, Torino e Sassari, è esploso il suo talento che gli ha permesso di diventare un grande giocatore di Serie A.
L'anno scorso, dopo non aver visto la sua famiglia dai 13 ai 22 anni, è tornato in Senegal e ad accoglierlo c'erano i genitori in lacrime davanti alla porta di quella nuova casa comprata dal loro bambino, nel frattempo diventato uomo.
Questa mattina, all'Istituto Comprensivo San Donato, la scuola e il rione più multietnico e problematico di Sassari, le maestre hanno proiettato in classe il video che abbiamo realizzato due mesi fa nel quale Ousmane racconta la sua storia: il video è questo https://youtu.be/TWrFqCzKsUM
Nella saletta-cinema della scuola c'erano un centinaio di bambini dai 6 ai 13 anni.
L'obiettivo era quello di dare un messaggio di speranza a dei bambini che vivono in condizioni non facili.
Alla fine della proiezione alcuni di loro si sono commossi, altri erano impazziti per la presenza di Ousmane "il gigante".
Il bambino al centro della foto è un bambino di 6 anni di origini nigeriane, che è rimasto particolarmente colpito dalla storia di Ousmane.
Ousmane, vedendolo piangere, è corso ad abbracciarlo.
Anche lui, alla fine, si è commosso.
L'abbraccio che vedete in questa foto testimonia la straordinaria grandezza dello sport.
Lo sport abbatte confini, è inclusivo, facilita i legami, è amicizia, è speranza, permette ad adulti e bambini di parlare la stessa lingua, di capirsi, di abbracciarsi, di condividere gioie ed ostacoli.
Ringraziamo LBA che ci ha dato la possibilità di realizzare questo video che ha colpito molte persone. Ringraziamo la Dinamo che ha dato una grande mano affinché si realizzasse questo incontro, e la Biblioteca Popolare dello Sport - Sassari che per prima ha avuto l'idea di portare il nostro video in una scuola.
Se qualcuno ci ponesse oggi la domanda "Ma perchè 12 anni fa avete creato un blog di basket?", risponderemmo mostrando questa foto.
@la giornata tipo su FB
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A Manuel e Simone
Chi non vi ha seguiti sin dalla prima stagione non potrà capire l'amaro e la delusione che ha lasciato questa seconda stagione a tantissimi di noi. Non può capire quanto amore abbiamo visto nei vostri occhi sin da quella scena meravigliosa in cui Manuel ha tatuato il braccio di Simone, che porterà per sempre un segno di Manuel, il primo amore, sulla pelle. Non può comprendere la paura che abbiamo visto negli occhi di Simone quando ha capito che non era vero che non era capace di amare, perché si era innamorato di uno come lui. Perché si era innamorato di Manuel, un ragazzo che, nonostante gli errori, ha permesso a Simone di dire che innamorarsi è una delle cose più belle del mondo. Un ragazzo spaventato dall'amore che Simone poteva dargli, perché non era abituato a sentirsi amato se non da sua madre, non era abituato a qualcuno che pensasse che lui vale. E questa paura l'ha portato a fare tanti sbagli, ma nonostante tutto ha sempre fatto in modo di proteggere Simone, perché lui è il suo "più amore", perché con lui "è diverso". La paura non li ha separati e li ha resi l'uno il porto sicuro dell'altro. E loro sono poi diventati il porto sicuro di tante persone, di chi sperava di vedere finalmente una degna rappresentazione della bisessualità o di chi, semplicemente, grazie a loro ha ritrovato una passione, qualcosa che lo smuovesse in un periodo buio, o ha trovato degli amici veri. Vedere loro, leggere i commenti e i meme sulla loro storia mi hanno salvata dal baratro dell'apatia in cui ero caduta in quel periodo. Vorrei tanto poter dire "Non prendertela, è solo una serie", ma purtroppo non è così, perché loro e Un professore hanno significato tanto per me.
E invece, dopo le prime puntate che ci avevano tanto fatto sperare tra gelosie, sguardi, un continuo cercarsi e sostenersi reciproco, tutto sembra essere crollato. Simone per un po' è rimasto un personaggio piatto col solo scopo di stare dietro a Mimmo. Manuel, invece, stava avendo la bellissima storia del padre e la sorella ritrovati. Poi il nostro Simone è tornato con la malattia di Dante, mentre Manuel è stato massacrato con la trama del rapimento di Lilli e il suo essere bloccato in una relazione che volevano far passare per grande storia d'amore, ma in realtà è stata solo tossica.
È questo che ci meritavamo?
Manuel dimenticato da Anita, Dante e Simone mentre affrontava DA SOLO il dolore causato da una verità taciuta per 18 anni? Manuel preso dai sensi di colpa per aver accidentalmente messo nei guai una ragazza, che però non fa che sminuirlo e non si preoccupa nemmeno di come sta?
Simone che a lungo ha dovuto affrontare il dolore per la malattia del padre DA SOLO?
Manuel e Simone che avevano una storia già scritta, Manuel che aveva un percorso che sembrava già pronto e che invece, non si sa per quale motivo, sembrano aver voluto dare a Mimmo (introdotto forzatamente, portando a un buco di trama enorme) creando, tra l'altro, continui parallelismi con la trama dei Manuel e Simone della prima stagione?
Eppure quelle poche scene che ci sono state di Manuel e Simone insieme, anche se durate pochissimi secondi come se avessero paura di farceli vedere (certo, che senso avrebbe far vedere che ti stanno privando di una cosa così grande?) sono riuscite a farmi emozionare più di qualsiasi altra interazione avuta dai loro personaggi.
Non riuscirò mai a farmene niente di qualsiasi altra coppia quando so che avremmo potuto avere loro, Manuel e Simone. Perché loro dovevano essere i nostri Pol e Bruno. Ma sembrano essersi dimenticati di Pol.
Spero solo che questo non sia davvero un addio. Vi amerò sempre, in tutti gli universi. E anche voi vi amerete in tutti gli universi, anche se in questo non avranno il coraggio di mostrarcelo.
Non vi lascio, va bene? Non vi lascio perché vi voglio bene.
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Storia Di Musica #342 - The Corrs, Home, 2005
Le Storie musicali di band di fratelli e sorelle ci portano in Irlanda, per una band che tra fine anni '90 e inizi 2000 fu molto popolare. The Corrs, come suggerisce il nome, sono una band di tre sorelle e un fratello, i Corr appunto. La loro storia è molto particolare e si lega a quella di un film del 1991, divenuto di culto, ambientato a Dublino, da dove provengono i nostri. The Commitments, diretto da Alan Parker, racconta la storia di Jimmy Rabbitte e del suo tentativo di mettere su una band di soul e rhythm'n'blues a Dublino, The Commitments, appunto. Il film, che è anche uno spaccato dell'isola prima della travolgente trasformazione avvenuta negli ultimi decenni, fu trampolino di lancio di una serie di attori\cantanti che dopo il film si lanciarono in carriere musicali. E tra loro c'erano i fratelli Corr. Jim Corr suonava in una band con John Hughes, che curava per Parker le selezioni dei musicisti. Hughes non sapeva che Jim avesse tre sorelle musiciste, Caroline, Sharon e Andrea, con cui si presenta i provini. Andrea ottiene una parte di recitazione con battute (è Sharon, la sorella minore di Jimmy), gli altri tre fanno da comparse, ma Hughes dopo le riprese chiede di poter diventare il loro manager. Diventano una band, dove suonano diversi strumenti, anche quelli tradizionali irlandesi. Il primo grande trampolino di lancio è l'esibizione, nel 1994, per i Mondiali di Calcio di USA 94, seguita due anni dopo per la cerimonia d'Apertuna dei Giochi Olimpici di Atlanta '96. Vanno in tour a supporto di Celine Dion, mentre il loro primo disco, Forgiven, Not Forgotten, che comprende sia brani strumentali di musica tradizionali che canzoni pop rock, svetta nelle classifiche di mezzo mondo, diventando uno dei dischi d'esordio di artisti irlandesi più di successo di ogni tempo. Nel 1997 successo per Talk On Corners, partecipano al Pavarotti And Friends a Modena e ricevono nel 1999 un Brit Award come Miglior Band Internazionale, registrando persino un MTV Unplugged, che vende milioni di copie. Il successivo disco, In Blue, prodotto da Robert John "Mutt" Lange, li consacra star internazionali: il singolo Breathless va in classifica in mezzo mondo, come Radio, l'album è il terzo disco con le maggiori vendita della Storia delle Classifiche musicali d'Irlanda dopo il The Best Of 1980-1990 degli U2 e Be Nere Now degli Oasis. Sono nominati ai Grammy Awards. Registrano un altro disco dal vivo, VH1 Presents: The Coors Live In Dublin, con ospiti Bono che duetta con loro in When The Stars Go Blue di Bryan Adams (un gioiellino) e Summer Wine di Nancy Sinatra e Ronnie Wood dei Rolling Stones che suona la chitarra in Little Wing, cover del classico di Jimi Hendrix e in Ruby Tuesday. Succede però una fatto doloroso: Jean, la madre dei fratelli Corr, muore in attesa di un trapianto di fegato all'ospedale di Newcastle, in Gran Bretagna.
E proprio alla madre, e alla loro terra, è dedicato questo disco, Home, che esce nel 2005. L'album precedente, Borrowed Heaven, già aveva riaperto la strada del folk nella loro musica, che nei dischi di successo internazionale si era un po' persa, ma in questo disco si ritorna alle origini. In scaletta 12 pezzi, divisi tra strumentali tradizionali di musica celtica irlandese, come Haste To The Wedding, che è il brano principe del ballo Céilí, uno scritto da Sharon Corr, Old Hag e due cantati in lingua gaelica dalla bellissima voce di Andrea, Buachaill ón Éirne (che vuol dire Ragazzo di Erne) e Bríd Óg Ní Mháille, Bridget O'Malley, che probabilmente è una riedizione ottocentesca di un antico canto dedicato a santa Brigida d'Irlanda. Ancora più emozionate è la parte di canti tradizionali cantati in inglese: My Lagan Love è uno dei primi traditional scoperti da Joseph Campbell, che agli inizi del 1900 intraprese un percorso di ricerca e traduzione dei canti tradizionali, musicati e riportati sugli spartiti da Herbert Hughes; la meravigliosa Spancil Hill è invece un traditional, probabilmente scozzese, che venne riadattato dai migranti irlandesi in America, dove divenne molto famosa nella zona dei Monti Appalachi: lo spancil era un modo di legare le zampe dei capi di bestiame per non farli scappare durante le fiere. Dolcissime sono Peggy Gordon e la bellissima Black Is the Color, conosciuta anche come Black Is the Color Of My True Love's Hair, brani che raccontano il carattere forte e deciso delle donne di quei posti. The Moorlough Shore è una delle più famose ballate irlandesi: è la storia di un giovane, innamorato della sua terra e di una ragazza, che però rifiuta le sue avances perché ama già un marinaio. Aspetterà il suo vero amore per sette anni. Frustrato, il ragazzo lascia la casa della sua infanzia e salpa, continuando a elogiare la ragazza che ama e che vive a Moorlough Shore. Sulla sua melodia, durante gli anni della Rivoluzione dell'Indipendenza irlandese (negli anni Dieci del 1900) i rivoluzionari cantarono The Foggy Dew, il principe dei brani di libertà irlandese. Completano la scaletta tre cover di brani moderni: Heart Like A Wheel, successo di Kate & Anna McGarrigle, poi ripreso da tanti artisti (la versione più famosa di Linda Ronstand), Old Town del leader dei Thin Lizzy Phil Lynott e un brano, Dimming Of The Day, scritto da Richard e Linda Thompson per un loro disco del 1975, Pour Down Like Silver. La musica è arrangiata con delicatezza, agli strumenti moderni sono affiancati i tin whistle, il Bodhrán (che è il tamburello irlandese) e una sezioni archi, che è sempre stato un marchio di fabbrica della musica Corrs. Spicca la voce, brillante e squillante di Andrea Corr, emozionante in più di un passaggio. Il disco, che non è di successo come i precedenti, ha comunque successo in patria, In Australia e sorprendentemente in Francia, dove vende 100 mila copie.
Andrea Corr, che ha recitato anche in altri film, tra cui Evita con Madonna e da protagonista una semisconosciuta commedia canadese, The Boys From County Clare, tenterà, con scarso successo, anche la carriera solista, con Ten Feet High. I Corrs continuano a suonare e a pubblicare materiale (l'ultimo disco del 2017) ma non hanno più raggiunto il successo dei dischi pop, nè la delicatezza, e la bellezza, del disco di oggi, un bellissimo esempio di variazioni "moderne" ai classici tradizionali della cultura delle isole britanniche, un grande tesoro culturale.
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La felicità giunge attraverso uno sforzo?
Vi siete mai sforzati di essere felici?
È impossibile, non è vero? Vi sforzate di essere felici e non c'è felicità: non è così?
La gioia non giunge attraverso la soppressione, attraverso il controllo o l'indulgenza. Si può indulgere; ma alla fine vi è amarezza. Si può sopprimere o controllare; ma nascosto c'è sempre il conflitto. Perciò la felicità non giunge attraverso uno sforzo, né la gioia attraverso il controllo e la soppressione; eppure, tutta la nostra vita è una serie di soppressioni, una serie di controlli, una serie di indulgenze piene di rimorso. Vi è pure un accavallarsi continuo, una lotta ininterrotta con le nostre passioni, la nostra avidità e la nostra stupidità. Così non lottiamo forse, non combattiamo, non compiamo sforzi, nella speranza di trovare la felicità, di trovare qualche cosa che ci dia un senso di pace, un senso di amore? Eppure, l'amore o la comprensione vengono forse attraverso il conflitto?
A mio avviso è assai importante comprendere che cosa intendiamo per lotta, conflitto o sforzo. Lo sforzo non significa forse una lotta per mutare ciò che è in ciò che non è, o in ciò che dovrebbe essere o dovrebbe accadere? Vale a dire: lottiamo continuamente per evitare di affrontare ciò che è oppure cerchiamo di sfuggirgli, o di trasformare o modificare ciò che è.
Chi è veramente felice? Chi comprende ciò che è, chi dà a ciò che è il suo vero significato. Questo è appagamento vero; non si occupa di possedere, poco o molto, ma della comprensione, nel suo pieno significato, di ciò che è; il che può accadere soltanto quando si riconosce ciò che è, quando se ne è consapevoli, non quando si tenta di modificarlo, di alterarlo. Vediamo così che lo sforzo è un conflitto o una lotta per trasformare ciò che è in qualche cosa che si desidera sia.
Parlo soltanto del conflitto psicologico, non della lotta con un problema fisico, come la tecnica, o una qualche scoperta o trasformazione che sia puramente di carattere tecnico. Parlo unicamente di quel conflitto che è psicologico e che va sempre al di là di quello tecnico. Si può costruire, con grandissima cura, una società meravigliosa, impiegando la conoscenza infinita che la scienza ci ha dato. Ma finché la lotta e il conflitto psicologico non verranno compresi e le risonanze e le correnti psicologiche non saranno state superate, la struttura della società, per quanto meravigliosamente costruita, è destinata a crollare, come è accaduto infinite volte.
Lo sforzo è una distrazione da ciò che è.
Nel momento in cui accetto ciò che è non vi è conflitto.
Jiddu Krishnamurti
Lo sforzo
An alter ego by Eva Eller
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For all we know
And all we've shown
Crazy our survival
To keep from drowning... 🎶
Che dire... lui è Jensen Ackles, probabilmente molti di voi lo conoscono solo come protagonista della serie tv Supernatural. Ma oltre ad essere un bravo attore ha una voce meravigliosa, suona, canta... 👏👏👏
Radio Company - Drowning
🎶🔥
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Ciao!! Scrivo in italiano perché è la PRIMISSIMA volta che trovo una persona italiana nel lato fandom di ao3 di ASOIAF e quindi sto particolarmente gasata nel voler scrivere in italiano- (sentiti libera nel rispondermi in inglese se vuoi, soprattutto in risposta alla domanda che sto per farti!)
IN PRIMIS......amo le tue ffs.
A mano a mano le sto recuperando tutte, ma sono particolarmente affezionata alle tue jonsa, in particolare "The Tale of the black Knight and his fair lady wolf" e "Like wolves in the darkness" ed è qui che arrivo al dunque chiedendoti di quest'ultima: la continuerai? 👀👀👀
Spero questo messaggio ti trovi bene e di nuovo complimenti per le tue ffs, perché davvero meritano!
Detto questo...buona serata!!
(P.S.: il tuo fancast di Sansa con Cristiana Capotondi è SPETTACOLARE, è diventato il mio Roman Empire da quando l'ho visto)
Ciao @idkcallmelauren !
Prima di tutto, ciao e benvenuta nel mio antro! Sono contenta di sentirti così gasata! Effettivamente non é comune trovare italiani nel lato fandom di asoiaf che siano attivi su ao3 di questo periodo. È anche una vita che non rispondo ad una ask o un commento in italiano :)
Quindi risponderò per un po' in italiano per poi passare all'inglese quando risponderò sugli aggiornamenti delle mie jonsa.
II tuo messaggio mi trova bene e spero che la mia risposta ti trovi altrettanto bene e grazie mille per i complimenti, a volte quasi non riesco a credere di essere arrivata fino a qui quando ho cominciato a scrivere in inglese solo per puntiglio ad imparare la lingua meglio e provare alla ma prof. Delle medie che non era vero che non sarei mai stata capace di imparare l'inglese (detto poi in sede d'esame, la simpaticona) comunque, come sempre sono immensamente felice che le storie riscuotano questo successo (che per me è enorme).
Quando ho scelto adam driver per la parte di jon mi serviva una Sansa che fosse all'altezza e sono sempre stata letteralmente innamorata di lei soprattutto nelle vesti period drama quindi è stata nella mia testa una scelta scontata ❤️ (anche se il materiale da editare è relativamente poco non ho scrupoli nel riadattare O utilizzare più volte una stessa scena).
Now on to your questions about LWITD I usually write braccio even if I do have a slight idea of what I wanna do and write, which means that at times I write myself in a corner. I have been working on and off on the next chapter but I keep returning to the beginning of it and erase it all to write it from scratch again.
Right now I have several chapters ready for the Celia spin-off and the kbf-kbs serie so I am focusing on those mainly until I get struck by the inspiration on how to write myself out of the corner I got myself in LWITD, though I have given myself a dead-line - even if I am not completely satisfied with the chapter I will post it by Christmas and go on, jumping over the obstacle so to speak (maybe I am just not meant to be satisfied with this chapter; after all not all chapters I have written have satisfied me completely).
So worst case scenario you'll get an update of LWITD by Christmas (before if I manage) and I should also be able to post soon the next chapters of the soulmate jonsa story and DGITF with Aegon and Jon bonding even more.
Grazie mille! Spero tu abbia una grande e meravigliosa giornata per questo inizio di weekend❤️
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Si è chiusa quest’oggi - in una meravigliosa location piemontese e con grande soddisfazione - la prima edizione di Waldgänger, la “due giorni” organizzata da Passaggio al Bosco per la costruzione di una nuova offensiva metapolitica. Cultura, Comunità e strategia operativa hanno accompagnato l’evento, al quale ha preso parte un gruppo di lavoro composto da una cinquantina di persone tra autori, collaboratori e associati.
Dall’editoria alla diffusione culturale e dalla comunicazione digitale al cinema, passando per lo sport, per il Terzo Settore, per i viaggi, per il lavoro, per l’arte e per il mondo accademico: un profondo momento di Formazione - reso possibile dal gradito intervento dell’Institut Iliade - il cui scopo è forgiare una èquipe orientata, organizzata e radicata, capace di edificare un percorso di Riconquista in ogni ambito dell’esistente.
Il progetto di Passaggio al Bosco - anche grazie ad una serie di sinergie virtuose - è oggi pronto a lanciare una sfida ambiziosa e necessaria, chiamando a raccolta tutte quelle intelligenze che avranno il coraggio e la volontà di sostenerla. Avanti, si parte!
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HANNO UCCISO L'UOMO RAGNO
Non mi è mai passata per la testa l'idea di guardare la serie TV dedicata agli esordi degli 883.
Ci sono capitato per caso. A quel punto, anche se la storia è molto romanzata con quell'aurea dell'andrà tutto bene, l'ho guardata. Almeno non mi creava ansia, consapevole del successo che ebbero negli anni '90 Max Pezzali e Mauro Repetto.
Credo che alla fine abbia deciso di guardarla per vari motivi. Perché il telefono, quello attaccato a un filo con la presa nel muro, che suona a vuoto fa parte della mia vita. Le segreterie a cui ho lasciato messaggi, quasi balbettando, aspettando una risposta con un nodo in gola non sapendo quanto avrebbero fatto male, in futuro, le doppie spunte blu senza risposta.
I videogiochi nei bar in cui mi giocavo gli spicci che avevo in tasca, anche se nel decennio prima di quello degli 883, sono stati i primi "amici" dei primissimi sabati sera fuori casa.
Perché la Lancia Delta HF era un'auto meravigliosa, irripetibile, come quel periodo che era tutto un turbo. Si andava veloci anche nel credere nella vita, nell'amore e nelle amicizie.
Comunque una considerazione a fine serie TV, mi sia concessa, il Mauro Repetto (Matteo Oscar Giuggioli) della serie televisiva, in realtà, è più Sandy Marton. Solo io sentivo "Peolple from Ibiza" ogni volta che entrava in scena?
Anzi due considerazioni, la seconda: perché Claudio Cecchetto nella serie è plastificato? Sembra il milanese imbruttito con una paresi facciale. Me lo ricordavo più fluido in quei tempi.
"Non vi fate fregare, perché è un attimo che finisce tutto. I sogni dico. E diventare grandi è una merda. Capito?"
L'avessi saputo prima. Mi hanno ucciso, non si sa neanche il perché Avrò fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè. Sicuro.
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Straordinaria la complicità sessuale in una coppia quando mente e corpo sono connessi, vero?
Si può raggiungere l'idillio...
Vi faccio una domanda: impegnereste la vostra vita con una persona solo perché avete una complicità sessuale meravigliosa?
E questa complicità sessuale, quanto spazio occupa nell'arco di una giornata? Un'ora, due, tre ore per i più fortunati. E poi? Le altre 21, 22 o 23 ore, come vanno vissute? La complicità sessuale, per meravigliosa che sia, può occupare quindi a fatica il 10% della giornata. E l'altro 90% lo avete dimenticato, lo ritenete meno importante? In fondo anche quel 90% di tempo, è tempo della vostra vita ed è importante quanto quel 10%. Riflettiamo su questo... Siamo così attratti da quel piccolo spazio di tempo, dimenticando che, in un rapporto, la cosa più importante è come viene vissuta tutta la giornata. In quella grossa fetta di tempo, 22/23 ore al giorno, dove l'attrazione fisica e sessuale, diventano solo una parte marginale, In quel 90% dobbiamo costruire qualcosa di diverso, quindi subentra nella coppia la serenità, le risate, i dialoghi e le conversazioni, le passioni comuni (un film, una passeggiata, far da mangiare insieme, la musica, gli hobby, etc) e tutta una serie di cose. Spesso viene citato il detto "gli opposti si attraggono". Non siamo calamite, siamo persone, gli opposti si attraggono tanto quanto i simili, solo che i simili hanno un grosso vantaggio, avranno la possibilità di piacersi e amarsi molto di più in quel 90% di tempo della giornata, mentre gli opposti, quelle diversità, se le rinfacceranno col tempo. E ora vi rifaccio la domanda: impegnereste la vostra vita con una persona solo perché avete una complicità sessuale meravigliosa?
Claudio Del Pizzo
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Che vuoi farci, bisogna vivere! Noi, zio Vanja, comunque vivremo. Vivremo una lunga, lunga serie di giorni, di lunghe serate; sopporteremo con pazienza le prove che il destino ci manderà; ci affaticheremo per gli altri, e adesso e da vecchi, senza conoscere tregua e, quando verrà la nostra ora, moriremo con mansuetudine, e di là, dalla tomba diremo che abbiamo sofferto, che abbiamo pianto, che sentivamo tanta amarezza, e Dio avrà pietà di noi, e io e te, caro zio, vedremo una vita luminosa, stupenda, meravigliosa, ne saremo contenti e ci volteremo a guardare le nostre disgrazie di oggi con tenerezza, con un sorriso… e riposeremo.
Io credo zio, credo ardentemente, appassionatamente… Riposeremo! Risposeremo! Riposeremo!
Sentiremo gli angeli, vedremo tutto il cielo pieno di diamanti, vedremo tutto il male terreno, tutte le nostre sofferenze affondare nella misericordia che riempirà di sé tutto il mondo, e la nostra vita diventerà quieta, soave, dolce come una carezza.
Io credo, credo… Povero, povero zio Vanja, tu piangi… Tu non hai conosciuto gioie nella tua vita, ma aspetta zio Vania, aspetta… Noi riposeremo… Noi riposeremo! Riposeremo.
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House of the Dragon 2, Episodio 5 (Regent): il dolore di una Regina
Rhaenyra e Alicent sono protagoniste del quinto episodio della seconda stagione di House of the Dragon dopo lo sconvolgente finale del precedente: tocca a loro provare a muovere i rispettivi Concilii, ma hanno difficoltà a venire ascoltate: chi la spunterà?
Dopo un episodio di (tali) azioni ci voleva una puntata di strategia per provare a riprenderci dopo lo sconvolgente epilogo e provare a raccogliere i cocci. Rhaenys ha sacrificato la propria vita (e il proprio drago) per la causa della Regina legittima erede, e la stessa sorte sembra essere toccata ad Aegon nell'altra fazione con un tradimento interno (e fraterno).
Due Regine
Olivia Cooke è un'affascinante Alicent
La puntata ci mostra quanto i Targaryen, e per traslato tutto il Regno, siano due facce della stessa medaglia, siano essi Verdi o Neri: entrambi i Concili Ristretti non sembrano pronti per davvero ad accettare una donna sul Trono di Spade, anche se hanno giurato fedeltà alla Corona insieme alle proprie famiglie. Rhaenyra (una sempre più strepitosa Emma D'Arcy) viene tacciata di non avere abbastanza esperienza per una guerra, ma del resto il regno di Viserys è stato caratterizzato principalmente dalla pace anche per gli altri suoi membri. Dall'altra Alicent (una sempre meravigliosa Olivia Cooke), ora che Aegon non è morto (sorpresa!) ma si trova in difficile via di guarigione per le ferite e le bruciature riportate in battaglia - nella quale ufficialmente, conferma anche Ser Criston, Aemond (Ewan Mitchell) non ha avuto parte - vorrebbe prendere temporaneamente il posto del figlio come aveva fatto quando Viserys era malato. "Ma così sembrerebbe che anche noi stiamo preparando una donna a salire sul Trono" ribattono i membri del suo Consiglio, il motivo principale sarebbe in più di un senso l’inficiazione del diritto di regnare di Aegon stesso ammettendo in un certo senso l’usurpazione. Ma questo atteggiamento patriarcale e maschilista ci dice molto sulla società contemporanea, che è uguale da qualsiasi parte politica, pur parlando di un mondo immaginario e ambientato in un ipotetico passato fantastico.
La Regina che Non Fu Mai
Lord Corlys piange la morte della moglie
I am blood and fire. Driftmark must pass to salt and sea.
I personaggi femminili di House of the Dragon sono ancor più affascinanti e centrali rispetto alla serie madre, confermando come il reparto sceneggiatori abbia catturato un trend narrativo contemporaneo per inserirlo in modo intelligente in un prequel, quindi in una trama ambientata molti anni prima quella originale, ma in teoria "più avanti" in tutti i sensi. Ma la Storia ci insegna diversamente. Ecco perché in questo episodio sono le donne a farla da padrone, anche quando non ci sono più. Come Rhaenys, la Regina Che Non Fu Mai, deceduta insieme al proprio drago Maelys nel finale dello scorso episodio in modo epico e poetico dopo uno scontro con due avversari alati. Ora sia Lord Corlys (Steve Touissant), che ha già perso una figlia e un figlio (non morto, ma fuggito lontano in segreto, anche se dal comportamento di Seasmoke si può forse dedurre che adesso Lenor Velaryon sia morto), sia le sue nipoti Baela (Bethany Antonia) e Rhaena (Phoebe Campbell) devono affrontare quella perdita, ed è proprio la prima a dimostrarsi forte e coraggiosa tanto con lui quanto con il promesso sposo Jace (Harry Collett), che acquisisce sempre più rilevanza così come i tanti eredi sulla scacchiera di questo Trono sempre più scomodo e soprattutto affollato. Proprio il prossimo in linea di successione "legittima" potrebbe avere un'idea rivoluzionaria che ben si sposa con la tematica generale della successione di sangue nello spin-off. E ancora Mysaria (Sonoya Mizuno) si afferma ancora di più come ottima alleata per Rhaenyra mentre Alys Rivers (Gayle Rankin) insieme alla sempre più spettrale Harrenhal sembra sempre più indaffarata nel ruolo di psicoterapeuta per il principe Daemon che ora vuole essere chiamato re.
Il potere del drago
I draghi sono creature mitologiche nel mondo di Martin e per la prima volta il popolo ne vede una cadere dopo la battaglia dello scorso episodio, guardandolo in realtà come un presagio negativo proprio per l'aura che li ha sempre circondati. "It's just meat" dirà qualcuno dei sudditi per riportare alla realtà il fascino verso questi esseri fantastici volanti e sputafuoco. Non c'è da stupirsi quindi che si parli del rapporto tra le creature e gli esseri umani loro cavalieri, di come li hanno reclamati e della loro importanza per il futuro. Fanno anche parte dei calcoli di attacco nella guerra incombente che oramai si è fatta largo tra i Targaryen. Come dimostra Rhaena e il suo dover gestire le uova e due piccoli draghi ( Tyraxes e Stormcloud) che ha portato con sé e che Lady Arryn non vede realmente come una protezione per Nido dell'Aquila.
Il fattore Daemon
Daemon rivela la sua vera natura
Mentre continua in modo sempre più horror la storyline dedicata a Daemon (Matt Smith), coi suoi fantasmi e il suo darsi da fare tra le mura di Harrenhal, emerge anche il suo far parte della mentalità retrograda di Westeros alla quale si accennava all’inizio e che si era già intuito nel suo duro confronto qualche episodio fa con la moglie (e nipote). Il Principe si è barricato tra quelle mura e da lì prova a continuare il proprio piano di conquista del Regno: nel nome della Regina ma in realtà di se stesso. Non ha davvero mai accettato che Rhaenyra prendesse il suo posto come erede e non riesce a vederla nel futuro dei Sette Regni, tanto da piccarsi quando viene chiamato Re Consorte come gli spetta, anche se forse il titolo giusto dovrebbe essere principe consorte, (ma forse questo dubbio ce lo leverà Martin quando deciderà di lamentarsi nuovamente di piccolezze inutili, invece di continuare il suo lavoro di scrittura della saga); in questo non può che richiamare quanto visto in The Crown e soprattutto nella realtà della famiglia reale inglese tra Elisabetta e Filippo. Chi ancora afferma che House of the Dragon parli di un universo inesistente e "fuori dal mondo", dovrebbe davvero farsi un esame di coscienza o forse aprire meglio gli occhi sul mondo che ci circonda.
Conclusioni
Dopo la battaglia dei draghi spazio a quella dei Concili Ristretti nel quinto episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x05). I personaggi femminili sono assolutamente centrali, mentre gli uomini continuano con la propria mentalità chiusa e retrograda, legata alle credenze secolari. A proposito di credenze, non manca la mitologia legata ai draghi e un’importante rivelazione su Daemon: oramai è chiaro da che parte stanno i vari pedoni sulla scacchiera. Ora vedremo chi muoverà per primo.
👍🏻
Emma D’Arcy e Olivia Cooke, vorremmo sempre più scene con loro.
Il cast giovane si fa sentire.
L’elaborazione del lutto vista attraverso tutti i personaggi coinvolti.
Il fascino dei draghi e i parallelismi col presente e la nostra realtà.
👎🏻
Tante storyline a cui stare dietro.
Matt Smith e il suo Daemon, la sua storyline comincia a risultare ripetitiva e sempre di più una seduta di psicoterapia, non ci voleva Harrenhal e Alys Rivers per sapere che il principe ribelle non aveva mai del tutto digerito il suo essere rimpiazzato come erede da Rhaenyra.
Dopo l’azione dello scorso episodio, questa puntata potrebbe sembrare di stasi e passaggio (ma in realtà non lo è).
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Mi aggiungo un attimo alla conversazione. Il personaggio di Manuel mi è caduto veramente tanto, non solo per il rapporto con Simone. Colpa di chi l’ha scritto, va bene tutto, intanto questo è. Poi per me possono pure farli mettere insieme ma ormai la cosa me l’hanno rovinata, io è da un paio di puntate che sono scesa dalla barca e va bene così, sono io che ci tengo particolarmente all’introspezione dei personaggi. La nausea che mi è venuta ultimamente è troppo forte. Amen, ci sono tante altre serie da guardare. Una cosa che mi spiace terribilmente è vedere buttato al vento anche il rapporto con M. che è stato l'highlight della seconda. Trama palesemente costruita per nascere e morire in questa stagione, ma soffro comunque nel sapere che non li rivedremo. Mi mancheranno molto.
Posso aggiungere una cosa senza essere scannata? La scrittura di Manuel campata per aria con un sacco di occasioni perse, ma io non ho manco capito alcune scelte di Damiano. Abbiamo visto Manuel innamorato di Alice e abbiamo pure visto Damiano fare un altro personaggio innamorato pazzo. Manuel quando parla di e con Nina non ha nulla di quello stesso atteggiamento. Ma proprio zero. Sembra una copia un po' meno stronza di Leo Adriani.
Considerato che ha dimostrato che è tutto fuorché un cane voglio capire perché secondo lui si comporta così. Io non ho mai condannato a prescindere la storia con Nina, ma ciò che si è percepito non è per niente una storia d'amore appassionata e romantica come ne parlano.
E questa maturità che decantano è immaginaria, perché a me sembra un ragazzino che farebbe di tutto per scoparsi la pischella, e basta. Manuel in questa stagione doveva affrontare in maniera anche dolorosa il discorso del padre e della sorella, oltre che della madre, invece chiava una volta e passa tutto.
E ancora una volta a soffrire è Simone, perché la merda non la possono mica distribuire equamente. La storia con Mimmo poteva essere una cosa meravigliosa e leggera, nemmeno per forza duratura, ma di certo non doveva finire in malo modo e quando già ha altri problemi. Il senso di farlo finire da solo, ancora una volta? Il senso di sviluppare un personaggio come Mimmo e poi lasciarlo andare? Ma pensate ai soldi che vi ha portato avere proprio quei due attori, manco questo vi va bene per avere una trama decente?
#dopo il readmore piccolo spoiler del finale#comunque sì anon ti capisco#personaggio completamente rovinato e amaro in bocca per il finale#cioè come ti giri ti giri sempre devi soffrire#a me simone e mimmo sono piaciuti da subito perché avevo fatto imprinting su mimmo nella s1 AHAHAH#ma in ogni caso non li ho mai demonizzati#non nego che sono delusa da questa scelta poco felice di non far andare avanti simone e manuel#perché si era scritta da sola praticamente#come al solito sempre il contrario di ciò che dovrebbero fare#un professtag
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Storia Di Musica #339 - Gentle Giant, Octopus, 1973
Lo spunto per le storie di Settembre me lo ha dato la notizia più sorprendente in ambito musicale di questi giorni: la riappacificazione dei fratelli Gallagher che ha portato ad una reunion dopo 15 anni degli Oasis (con inevitabili polemiche, cascate di meme, vero indicatore dell'interesse sociale delle questioni, e biglietti per concerti venduti a migliaia di euro). Lo spunto però l'ho voluto ampliare, raccontando storie di gruppi musicali che non hanno due, ma almeno tre fratelli in formazione.
Sono un po' sorpreso che solo oggi questo gruppo, tra i miei preferiti di sempre, appaia in Rubrica. Tutto inizia quando, ad inizio degli anni '60, i tre fratelli Shulman, Derek, Phil e Roy mettono su una band: sono scozzesi di Glasgow, ma il padre, che suonava la tromba in un gruppo amatoriale dopo lavoro, si trasferì con loro neonati a Portsmouth, nel 1948. I tre fratelli Shulman formano uno dei primi gruppi inglesi di rock\ r'n'b, Simon Duprèe & The Big Sound (Simon Duprèe è lo psudonimo di Derek). La band riuscì ad andare in tour e a evolvere il proprio sound, fino a raggiungere un discreto successo, entrando nella classifica inglese con il brano musicale Kites, da un album bellissimo, Without Reservation, e per un certo periodo suonò con loro un giovanissimo pianista, Reginald Dwight, che qualche anno dopo cambiò nome d'arte in Elton John e sappiamo come andò a finire. Nel 1969 sciolgono il gruppo e si organizzano, sull'eco della nascente musica progressive, a fondere le loro idee con il jazz, la musica classica, il folk in un modo del tutto unico e caratteristico, anche sfruttando il fatto che i tre Shulman sono degli eccellenti polistrumentisti. Arruolano Gary Green alla chitarra e Kenny Minnear alle tastiere. Prendono spunto dai racconti di François Rabelais, che sarà spesso fonte di ispirazione, il nome per la nuova band: Gentle Giant. Nel 1970, George Underwood disegna il meraviglioso Gigante Gentile, che tiene tra le mani la band, nella copertina del primo, omonimo disco: album fondamentale della scena progressive è il primo disco di una tetralogia eccezionale e meravigliosa. Acquiring The Taste (1971, dalla copertina dissacrante e dalla musica sperimentale e creativa al massimo livello) e il loro concept, Three Friends (1972) svelano una band che ha delle caratteristiche peculiari. Brani che non superano quasi mai i 5 minuti, rispetto alle lunghe suite degli altri gruppi prog, un intreccio spettacolari di contrappunti, melodie, strumenti e stili che fa ridere a 36 denti gli amanti del genere, testi che hanno ispirazioni spesso letterarie, piuttosto sofisticate.
La massima espressione di tutto questo si ha nel disco di oggi, uno dei capolavori del rock progressive. Octopus esce nel 1973, con in copertina uno spettacolare disegno del leggendario artista Roger Dean (creatore di alcune delle copertine più belle di sempre, ricordo la sua collaborazione con gli Yes) di una piovra dallo sguardo intenso. in verità, c'è un gioco di parole dietro: Octo Opus è infatti un riferimento agli 8 brani, da considerarsi 8 prove musicali, brevi (quasi tutti di circa 4 minuti e mezzo, tranne l'ultimo che di poco supera i 5 e mezzo, niente in confronto agli oltre 20 di molti brani cult del prog) ma dalla quantità e qualità musicale da pelle d'oca. È anche il primo disco con il nuovo, tecnicamente abilissimo, batterista John Pugwash Weathers, già con Joe Cocker e decine di altre band. Si parte con The Advent of Panurge, che è la continuazione di Pantagruel's Nativity da Acquiring The Taste (Pantagruel e Panurge sono tra i personaggi principali di Gargantua E Pantagruel, una serie di cinque romanzi di François Rabelais): inizia con melodie vocali che poi mutano in un rock funk di altissimo livello. Raconteur Troubadour è una bellissima ballata medievale, altro motore di ispirazione creativo, suonata con assoli di violini e violoncelli. A Cry For Everyone, la canzone più hard rock anche con assoli di Minimoog, ha un testo ispirato ai lavori di Albert Camus (Run, why should I run away\When at the end the only truth certain\One day everyone dies\If only to justify life). Arriva poi la pelra tra le perle: Knots è una sorta di madrigale folk prog, con cimbali, xilofoni, intrecci vocali spettacolari ed un finale drammatico ispirato al lavori di uno psichiatra scozzese, Ronald Laing, che fu autore di tesi piuttosto eterodosse sulle malattie psichiatriche e sul ruolo dell'emozionalità dei pazienti (tra l'altro, c'è una storia sostenuta da David Gilmour, che Laing visitò Syd Barrett, lasciando zero speranze che si potesse riprendere). Il lato B è lo stesso meraviglioso: The Boys In The Band intreccia riff di organo e sax creando un capolavoro di jazz-rock pazzesco, inizia con una risata ed una moneta che rotola fino a fermarsi. Dog's Life è uno dei pochi strumentali della band, Think Of Me With Kindness è il loro tentativo di scrivere una ballata romantica, River chiude l’album con il brano più "prettamente" progressive di un disco che esprime al massimo le capacità strumentali e creative di un gruppo che nelle note di Acquiring the Taste scriveva: "Il nostro obiettivo è quello di espandere le frontiere della musica popolare contemporanea, a rischio di essere molto impopolari. Abbiamo registrato ogni composizione con un solo pensiero: che dovesse essere unica, avventurosa e affascinante."
Ci riuscirono in pieno: amati tantissimo da colleghi e dai fan più integerrimi del prog, ebbero successo relativo, nonostante una sfavillante attività live, che li portò a suonare nei più importanti Festival del periodo. Ebbero come tutti i gruppi prog successo in Italia, dove esiste ancora oggi uno zoccolo duro di appassionati. Furono attivi dieci anni, dal 1970 al 1980, attraversando la nascita, il picco e il declino della musica prog, dimostrando come si può ottenere un capolavoro condensando le idee in meno di 5 minuti.
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La mascolinità e la femminilità non sono e non saranno mai tossiche.
La femminilità non è tossica, così come non lo è neanche la mascolinità. È ora di crescere e iniziare a fare le persone serie, lasciando da parte stupide generalizzazioni, banalizzazioni, scorciatoie che sfociano nell’unico obiettivo di denigrare qualcuno solo perché appartenente a una determinata categoria. Ogni individuo è a sé: c’è quello eccellente, quello pessimo, quello che deve migliorare e così via. Ma, care ragazze, prendere come riferimento addirittura delle caratteristiche di un sesso, al fine di abbattere un’intera categoria, lo trovo molto sciocco e ingiusto. Un conto è l’essere molto critici (io stesso lo sono), un altro è il diventare miopi nel credere che un maschio possa essere “tossico” squisitamente in quanto tale. Ci sono molti uomini deprecabili, così come molte donne. Ma non mi sognerei mai di dire che la femminilità sia tossica, solo perché molte ragazze non sono encomiabili. La femminilità è meravigliosa. Così come, e voi ragazze lo sapete, può esserlo anche la mascolinità. Certamente in modi diversi, in momenti diversi, anche in contesti diversi se vogliamo. Ma smettiamola con questa sorta di guerra continua in cui, di fatto, non vince nessuno. In differenti fasi della vita, la donna ha bisogno dell’uomo e l’uomo ha bisogno della donna. Così siamo nati. Ciò che trovo raccapricciante, è il linguaggio odierno fatto meramente di slogan, di definizioni. Senza dei reali approfondimenti, senza dei ragionamenti profondi e articolati nell’arco anche di un lungo tempo. Il sistema inventa una nuova etichetta, e tutti iniziano a usarla. Solo perché fa tendenza, solo perché amplificata dai mezzi di comunicazione. Ripartite dall’originalità di voi stesse, dalla vostra vera e sincera opinione, non da quello che vi mettono in testa gli altri. Fate sentire la vostra voce, che può essere unica e che per questo diviene interessante. Pensate a quante persone degne di nota ci sono là fuori, a quante potremmo incontrarne. Pensate alla bellezza di una chiacchierata fatta di sfaccettature, di dettagli, di tante piccole sfumature che formano un interesse sempre più grande. Io ho voglia di verità, ho voglia di quel guizzo che vedo sempre più soffocato dal peso del giudizio sociale e dell’omologazione. Voglio quella ragazza che mi travolga e sconvolga con la sua peculiare visione del mondo. Perché dico che la mascolinità e la femminilità tossica non esistono? Perché c’è tutto un mondo da amare, fatto di donne e uomini invisibili. Invisibili per scelta perché hanno rinunciato a una patina di falsità, di superficialità, di ipocrisia. Sono individui straordinari che hanno preferito isolarsi, piuttosto che annegare nella mediocrità. Ed è a loro che penso spesso, a quelle ragazze che meritano tutta la mia stima, il mio rispetto, la mia ammirazione. A coloro che non si arrendono, che vivono al massimo, che sanno qual è la cosa giusta da fare. Ed esistono, nascoste ma esistono. E pensare che a me ne basterebbe una, una e una sola, unica. E l’accoglierei.
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CONTEST 2023 @allaricercadellanimapoetica
Procedendo con ordine... serie/film preferito.
Beh, anche qui un bel dilemma...
Consentitemi almeno di indicare sia una serie che un film.
'Attenti a quei due' è un serie televisiva degli anni 70. 'Crime' con due protagonisti di eccezione, Roger Moore e Tony Curtis, nei panni rispettivamente di un lord inglese e un miliardario americano; diversi come il giorno dalla notte, si ritroveranno grazie a uno scaltro giudice in pensione a condividere avventure e risolvere misteri e gialli; ambientati in Europa, nella campagna inglese o in lussuose location.
Divertente ed elegante.
Per quanto riguarda il film... 'La vita è meravigliosa', di Frank Capra.
Una bella 'favola' natalizia. Una commedia con risvolti drammatici fino alla happy ending. Il bene trionfa! Il buon George Bailey con l'aiuto dell'angelo Clarence capisce quanto sia preziosa, pur nella sventura, la sua vita. Finale commovente...
Perdonate questo salto nel passato ma la scelta era, ed è, talmente difficile...
Barbara
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