#che patati che sono
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spiritcold5 · 2 months ago
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Interviste ai Santi Francesi, more like:
Ale che guarda Mario.
Mario con il braccio dietro ad Ale.
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tornasseungiorno · 3 months ago
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Patati...non ho mai avuto un gatto, ma dicono che lo sentono quando stiamo male. Ho sempre e solo coccolato a tradimento i gatti dei miei amici. Ne vuoi parlare della situazione? Ti aiuterebbe?
Sì tutti gli animali lo sentono, perché sono più umani di noi
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stunmewithyourlasers · 1 year ago
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Patati qualcuno mi sa fare un resoconto di cosa dovrei recuperare se dovessi approcciarmi a pasolini per la prima volta?vale tutto:interviste,libri,film,articoli.
Oggi sono preso bene e ho voglia di farmi il sangue acido aprendomi alle opere di un'altra figura che ci aveva visto lungo su quello che è uscito decenni dopo sugli anni 70/80'.
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unwinthehart · 2 months ago
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Adoro troppo questa foto, ti ringrazio per averla postata 🙏🤩 Quanto sono patati, due cuoricini di panna 🤩⭐ Ho ascoltato nuova canzone di Lauro e l'ho adorata al primo ascolto 🤩
Grazie a te per l'ask 💕💕💕 Ho ascoltato anche io la canzone stamattina, dopo me la risento ma mi è piaciuta davvero tanto! Sto facendo un manifesting per febbraio che tu non hai idea ahaha
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umi-no-onnanoko · 2 years ago
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Ma che patati sono? 🥺❤���
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Dirty Dancing, 1987 — dir: Emile Ardolino
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ninna--nanna · 2 years ago
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Siamo in Macedonia e, a quanto pare, qui non hanno mai visto gente di colore. Noi siamo con dei ragazzi caraibici. Noi italiani siamo impazziti, perché le persone qui continuano a chiedere selfie a loro solo per il colore della pelle. A noi dà fastidio, perché è una cosa quantomeno scortese.
Una delle ragazzine di Guadalupa si è messa a piangere per questa sorta di razzismo e, quando noi li abbiamo protetti e ci siamo incazzati con queste persone dalla mentalità chiusissima, ci hanno abbracciato e hanno iniziato a dirci che noi siamo le persone più buone e speciali del mondo, che ci amano e che ci vedono come fratelli maggiori.
Mi sono davvero emozionata. Sono dei patati.
-Lullaby
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sciatu · 3 years ago
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Bucatini con fagiolini patate e pesto - Pasta chi tenerumi - Pasta con fiori di zucca - Pasta con cavolfiori, pinoli e uva passa - Pasta con Macco di Fave e cicoria saltata - Pasta con Carciofi - Caponata - Parmigiana di melanzane - Pasta cu Quagghiu - Cannoli di Ficodindia
LA NONNA E U MACCU I FAVI (purea di fave)
N - Prontu o prontu
Petru - Pronto nonna, sono io Petru come stai?
N - Oh Petru, cori i to nonna, Anticchicedda bona ringraziando un signuruzzu e tu?
Petru - Bene nonna, ascolta viene a trovarci in nostro amico Jimmy dall’america e io e Samantha lo abbiamo invitato per un pranzo a Rometta, nella casa al mare.
N - A bravi facistu bonu
Petru - Si ma Jimmy è vegano e Samantha non è che è molto brava in cucina. Non è che potresti venire anche tu a cucinarci qualcosa? Jimmy è la prima volta che viene in Italia e voglio che se la ricordi bene per quello che ha mangiato
N - Ma comi puru su Gimmi è erbivuru?
Petru - Nonna, dai non prendere in giro i vegetariani
N - Ma nun è che staiu dicennnu cosa. Poi, puru jo fui ebbivura
Petru - A si anche tu mangiavi solo vegetali?
N - Cettu, quannu aviamu picca soddi (quando avevamo pochi soldi) e mangiavamu quello che passava il convento: scarola, pumadoru, favi sicchi, finocchiu sabbaggio, patati. La carne la vedevamo solo alla festa del santo patrunu quando u cumpari ci dava u crastu o funnu (il castrato al forno). Ma poi gli altri giorni : cucuzza e cavuluciuri.
Petru - Ho capito, dimmi allora cosa puoi cucinare
N - Ma, Petru vidi tu, posso fare le polpette con le melanzane, la caponata, la parmigiana di melanzane, la pasta con i teneruni, la pasta cu quagghiu, cu cavuluciuri, chi caccioffala (carciofi) o i cacciofala chini, a pasta ca fasciuledda (faggiolini), i fiori di zucca fritti, i cadduni fritti, gli gnocchi cu pestu, a pasta ca cucuzza (zucchini) a frittata ca cipudda….
Petru - Mah nonna, non so chiedo a Samatha cosa fare… ma sai fare anche u Cous Cous
N - E chi ci voli? magari facciamo un bel piatto di maccu di fave
Petru - No nonna, per favore…
N - Picchi non ti piaci u maccu? i carusu ni niscivi pacciu….
Petru - No nonna, per favore, non sai cosa mi è successo con il maccu…
N - No petru, nenti sacciu…
Petru - Sono andato a Milano per un colloquio per un posto come agente immobiliare e sono andato a stare da Filippeddu.
N - Eccu u sapia chi ci ntrasia Filippeddu….
Petru - U sai chi fici u to niputeddu?
N - Chi potti fari Petru? Filippu è minchiuni, ma è tantu bravu
Petru - Infatti, mi ha fatto da mangiare un tazzone di passato di fave bello caldo con i crostoni di pane abbrustolito, un filo d’olio e una bel peperoncino rosso della comare calabrese.
N - Bonu…
Petru - Solo che aveva cotto le fave secche e poi le aveva frullate con tutta la buccia. Io ne ho mangiato quasi due tazze perché ero partito senza cenare e poi sono andato a fare il colloquio. Arrivo in questo palazzone di vetro e cemento a Milano City, tutto bello cunsatu con la giacca e cravatta e mentre aspetto mi si incomincia a gonfiare lo stomaco, si gonfia si gonfia e mi viene un dolore di pancia che mi piega in due. Intanto però mi chiamano per il colloquio e non faccio in tempo ad andare al bagno
N - Non mi dire…
Petru - Insomma nonna entro in questa sala dove vi sono quattro o cinque persone e mi chiedono come mai vogli fare l’agente immobiliare, che è un lavoro importante, a contatto con la gente per cui bisogna essere sensibile e soprattutto educati
N - E tu?
Petru - Io nonna non ce la facevo più, stavo sudando freddo e mi scappa uno di quei pititi (scureggia) silenziose che mi è durato un minuto e mezzo. Da quel momento nonna, non si respirava più in quella stanza. Uno dei signori si è alzato per aprire la finestra che era di quelle bloccate e non riuscendo ad aprirla e corso fuori dicendo che ci doveva essere una fuga di gas. La psicologa che doveva valutarmi si è slacciata il colletto e ha incominciato a dire “Sto male, sto male”. Insomma nonna, sono scappato via lasciando dietro di me una scia di uova scaffidute (marce) tanto che all’ascensore in cui ero salito hanno messo i nastri rossi e bianchi che si mettono intorno ai morti e gli hanno scritto il cartello “non usare PERICOLO”. Non ti dico per strada nonna che fitte che avevo! Ho preso un taxi ma gli ho chiesto di tenere i finestrini abbassati ma l’autista guidava con la testa fuori dal finestrino.
N - O matritta mei Petru ma eri peggiu du Covid
Petru - Eh non ti dico a casa, mi sono seduto sul water ed è scoppiata la guerra. Buum, Patatata, Bum prrracc. Nonna ero morto e con rispetto parlando avevo il di dietro che bruciava peggio della bocca di fuoco di Stromboli
N - O figghiu sciatu, Ti pigghiasti cocca cosa?
Petru - Si, una scatola intiera di immodium e venti cubetti di ghiacciu
N - E scusa chi ti sibbia manciari u ghiacciu?
Petru - Nonna il ghiaccio non era da succhiare ma era per la bocca di fuoco chi mi bruciava chi non ti dicu…
N - Oh santilibiranti ,anima mei quantu suffristi…
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doblondoro · 3 years ago
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"il cielo in una stanza" è proprio ciò che avevo immaginato per quel momento e che penso sia successo nel canon.
Penso che Niccolò avrebbe detto proprio queste cose e avrebbe rassicurato Marti sui suoi sentimenti. In altre fic che descrivono i momenti della s4 c'ho visto un po' di ambiguità, tendenza al drama e in generale un ingigantire ciò che provava Niccolò in passato (se il flirt è finito sul nascere non capisco perché si siano convinti che sia stato un grande amore, bah) quando in realtà credo che sia stato un po' quello che Gio era per Marti solo che era ricambiato, ma non si può lontanamente paragonare a ciò che ha provato e prova per Marti (lo ha pure detto nella serie ma a qualcuno piace dimenticare certi dettagli)
Comunque, pipponi a parte, questa fic è proprio tenera e credibile, loro sono due patati innamorati, dolci e hanno voglia di lasciarsi alle spalle questa brutta "rottura" insensata che ha fatto stare male entrambi. Mi è piaciuta e spero che tu riesca a "sbloccarti" e a trovare tempo e concentrazione per scriverne altre. (ovviamente ho già letto la long, molto bella anche quella)
Ti ringrazio, la quarta stagione secondo me per certi versi è una manna per le fanwriter perché tra missing moments e background c'è da sbizzarrirsi.
Credo che sia stata la prima volta che ho trovato il coraggio di scrivere dal POV di Niccolò ma ci tenevo a dare la mia personale interpretazione.
E grazie per le tue parole ❤️, di tempo a disposizione sinceramente ne ho abbastanza ma al momento la testa non collabora, però spero davvero di trovare un modo perché scrivere mi aiuta per tante cose.
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giulia-liddell · 5 years ago
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Una dichiarazione
Parole: 1603
No beta, we die like men
Fandom: Sanremo RPF
Avvertimenti: probabili strafalcioni gramamticali dovuti a mancanza di sonno, sdolcinatezza, discussione molto vaga sull’omofobia italiana, menzioni della performance finale di Achille Lauro 
Ship: Domille/Bossille
Note autore: Ah. Io che non so niente né su Achille Lauro né su Boss Doms che provo a scrivere una fic su di loro perché sono #Iconic e perché della gente molto carina me lo ha chiesto... Perdonatemi se ci sono errori/cavolate varie/roba che non ci azzecca. Sono un po’ fuori dalla mia comfort zone. Tutti guardano questa ship e sono tipo “rough and kinky dads” e io sono tipo “patati loro”
La stanza d’albergo è illuminata dalla luce dell’alba quando Boss si sveglia con le lenzuola attorcigliate intorno alle gambe. Si prende qualche momento per stiracchiarsi e levarsi il torpore del sonno. Non si aspettava di alzarsi così presto e ha ancora gli occhi che bruciano. Non è facile dover sopportare i ritmi del festival di Sanremo: tutte quelle prove, le serate interminabili e i convenevoli a fine di ogni puntata… Per fortuna sono arrivati alla finale, dopo questa sera potrà dormire quanto vorrà.
Appena si sveglia abbastanza Boss si rende conto che l’altro lato del letto è vuoto. Possibile che Lauro si sia svegliato ancora prima di lui? Non si alza mai così presto, anzi, di solito Boss è costretto a prenderlo a cuscinate finché non si rianima. Boss si alza per cercarlo e barcolla leggermente sulle gambe ancora intorpidite.
Lauro è seduto sul terrazzino della loro camera, con addosso solo un paio di pantaloni, curvo sul tavolino e si mordicchia un dito mentre scrive qualcosa. Boss ammira la serenità che emana seduto in silenzio alla luce dell’alba ed ammira la concentrazione con cui si dedica alla scrittura: la fronte corrugata, le dita strette intorno alla penna come se stesse impugnando un’arma e quello sguardo illuminato negli occhi. È talmente concentrato che non sente nemmeno il chitarrista avvicinarsi. Boss si piazza alle sue spalle e fa scivolare le mani sul suo petto, poi si abbassa per baciargli il collo «’Giorno…» sussurra con voce roca appoggiando le labbra al suo orecchio.
Lauro si riprende all’improvviso dal suo stato di trance creativa e si volta per baciare il suo chitarrista sulle labbra «Ciao…» sussurra con un leggero sorriso sulle labbra «Finalmente sei sveglio anche tu.» aggiunge e subito Boss si tira indietro sorpreso «”Finalmente”? Lauro, non sono neanche le sette del mattino… Abbiamo dormito cosa? Due ore?» dice confuso mentre Lauro gli accarezza una guancia e sorride «Per essere precisi, tu hai dormito due ore e quaranta minuti e io non ho dormito affatto.» risponde il cantante. Boss strabuzza gli occhi per la sorpresa «Come non hai dormito? Lauro non va bene… Hai lavorato parecchio e ci aspetta un’altra giornata di lavoro intenso e… Non puoi…» Lauro lo zittisce con un altro bacio. «Edo, non abbiamo prove fino al tardo pomeriggio, posso dormire questa mattina se tu me lo permetti… E non ti preoccupare, so che è importante risposare… È solo che… Avevo voglia di scrivere e non riuscivo ad addormentarmi, quindi sono rimasto sveglio…» risponde Lauro indicando i fogli che sono impilati sul tavolino. Boss non può fare a meno di sorridere «Davvero sei rimasto sveglio per scrivere? Questa potrebbe essere la cosa più da te che ti abbia mai visto fare…» commenta il chitarrista e Lauro abbassa lo sguardo evidentemente in imbarazzo «Mi… Mi sentivo ispirato…» si giustifica.
«Posso leggere?» chiede Boss facendo un cenno in direzione dei fogli e Lauro annuisce lentamente «È… Non è veramente un testo… Non ancora… Solo una raccolta di idee… Dovrò sistemare poi tutto quanto… Sai la confusione che ho in testa a volte…» Boss gli lascia un bacio su una tempia e gli accarezza le spalle «Sono certo che sia meraviglioso.» dice e lo pensa davvero. Si sorprende a volte di quanto Lauro possa essere insicuro della sua musica mentre la sta creando. Una volta che rilascia una nuova canzone è sempre sicuro che sia esattamente quello che voleva e che sia perfetta, ma quando la sta ancora scrivendo continua a dubitare di ogni frase e di ogni nota anche se poi non cambia molto nel prodotto finale.
Il chitarrista prende uno dei fogli ed inizia a leggere in silenzio con Lauro che appoggia la testa contro la sua spalla. «Allora? Che ne pensi?» chiede il cantante con una punta d’ansia nella voce «Edo? Ci sei?». Boss si riprende, appoggia il foglio e prende il volto di Lauro tra le mani per baciarlo «È stupendo. Sei stupendo. Dio, come diavolo faccio a meritarmi uno come te?» commenta subito il chitarrista con un ampio sorriso «Il modo in cui descrivi la nostra relazione e… E tutta l’emozione che ci hai messo… Davvero io non so come fai… Sei magico.» continua sempre più entusiasta. Lauro si lascia scappare una risatina soddisfatta e bacia ancora Boss «Grazi-» inizia a dire, ma subito il chitarrista lo interrompe «Però voglio sapere una cosa… Sei sicuro?» chiede con l’espressione più seria che mai.
«Sicuro di cosa?» Lauro corruga la fronte «Tutti i tuoi testi sono intimi... Lo dici tu stesso che non si può scrivere una canzone senza metterci una parte di sé… E questo… Questo potrebbe essere il testo più personale che tu abbia scritto fino ad ora… Quindi ti chiedo se sei sicuro di voler trasformare questo in una canzone: sarà pubblicata, la ascolteranno tutti e…» Boss non finisce la frase, ma Lauro sa perfettamente cosa intende «… e tutti sapranno di noi.» conclude. «Esatto!» esclama il chitarrista «Per me non è un problema lo sai, anzi sarei felicissimo di non dover fare tutto di nascosto, di non dover mantenere i nostri contatti in pubblico limitati alle nostre performance, ma… Voglio che ne sia felice anche tu… Non voglio che tu ti senta costretto a caricarti di questo peso… Già non godi di una buona reputazione con chiunque non abbia una mente aperta, non vorrei che tutto il backlash che ci sarà per questo ti ferisca…» spiega Boss e la sua voce sembra leggermente disperata. Lauro sa che è sincero, sa che sta dicendo tutto questo solo perché tiene a lui.
«Edo… È proprio questo il punto… Io so che ti preoccupi e sono contento che ti interessi di come potrei gestire la cosa, ma… Non posso tenerlo nascosto per sempre e onestamente mi sento un ipocrita in questo momento… Ogni volta che ci intervistano dico sempre quanto sia importante per l’espressione della propria personalità, fare tutto quello che si vuole, non farsi condizionare dalla mascolinità tossica e non lasciar vincere tutte le cazzate omofobe che circolano nella musica italiana di oggi e poi… E poi non parlo di questo, non parlo di noi… Che cazzo la nostra canzone quest’anno si chiama “Me ne frego” e io cosa sto a fare? Lascio vincere i bigotti e gli omofobi che dico di voler sconfiggere!» mentre si agita sempre di più Lauro inizia a passeggiare da un punto all’altro della stanza, agitando le braccia.
«Lauro… Non è così semplice e tu lo sai… Sì è vero che dovremmo essere tutti aperti e che fai bene a predicare questo concetto, ma tutti quelli come me e te sanno benissimo che non è così semplice nella vita reale. Anche se non vivi in un ambiente ostile puoi comunque sentirti isolato una volta che “esci allo scoperto” … E nel mondo della musica spesso è anche peggio… Nessuno ti biasima e soprattutto io non ti biasimo.» cerca di confortarlo il chitarrista, ma senza ottenere grandi effetti.
Lauro si blocca in mezzo alla stanza e guarda Boss dritto negli occhi «Edo, non nascondiamoci dietro ad un dito. Io non ho detto niente fino ad ora ed ho forzato anche te in questo, non per qualche istinto di conservazione, ma perché ho paura. Ho paura e continuo a ripetere a tutti di non averne. Questa è la definizione da manuale di ipocrisia. Ho pensato che se avessi tenuto questa parte di me e quello che c’è tra noi solo per le performance sarei stato “più giusto”. Questa è la cazzo di verità, sono un cazzo di ipocrita e non voglio più esserlo. Santo Dio, guarda la gente che si è esibita a questo festival! Mika, Tiziano, la Nannini… Tutti artisti, come noi, che sono apertamente gay! La tua domanda è se sono sicuro di voler “uscire allo scoperto”? Ecco la mia risposta: Sì, sì, lo sono, cazzo è davvero l’ora.» Lauro ha gli occhi lucidi ed il labbro gli trama leggermente. Boss lo abbraccia subito più forte che può e gli stampa decine di baci in faccia «Perfetto! Ti amo! Ti amo! Dio, quanto ti amo!» esclama mentre continua a ricoprire Lauro di baci.
La loro giornata scorre tranquillamente, tra i preparativi e le prove per la finale ed insieme perfezionano la loro grande esibizione. Deve essere perfetta, devono fare in modo che nessuno se la possa dimenticare. Nel backstage, nei loro maestosi costumi, prima di essere chiamati sul palco Lauro sorride a Boss più radioso che mai «Siamo proprio fantastici stasera. Saremo fantastici.» commenta il cantante «Fiero di essere al vostro fianco, Vostra Altezza.» scherza Boss prima di avviarsi per entrare sul palco.
È davvero l’esibizione perfetta. Non c’è un singolo momento in cui Lauro si trattenga dallo stare addosso a Edo. È così evidente che non può esserci nessuno che non se ne sia accorto. Il modo in cui gravitano l’uno intorno all’altro, in cui si appoggiano per ogni passo e si stuzzicano per tutta la performance. Ma Lauro vuole chiudere davvero in bellezza, vuole fare qualcosa che gridi “Quest’uomo è mio.” e si appoggia alla sua schiena allungando una mano per stringergli il collo. Boss riesce per miracolo a mantenere la concentrazione sulla performance. Quando si ritrovano faccia a faccia sanno tutti e due che è il momento, ma boss vuole lasciare che sia Lauro a controllare tutto, vuole che sia lui a fare quel passo, quella decisione, perché tra loro è quello che ne ha più bisogno. Lauro stringe la faccia del suo chitarrista e lo bacia nel bel mezzo del palco. È il suo modo di dichiarare non solo al mondo, ma soprattutto a lui, ad Edo, che non ha più dubbi.
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bangtanitalianchannel · 6 years ago
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Non ho capito ma ai grammy saranno seduti in modo sparso cioè divisi, mi piace poco sta cosa soprattutto perché sono abituata a vederli sempre appiccicati a parlare fitto fitto come sempre. Ma non si esibiscono giusto? Sono contenta che si stiano riposando ma mi mancano tanto. Mi mancano tutti e sette. 💜💜💜💜💜 i miei patati
No, non si esibiranno ^^
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blogitalianissimo · 7 years ago
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GUARDALI QUEI PATATI DI TONIO E FLAVIO AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA NEVAAAAAA
Non ci sono abituati ♥ che siano emozionati come 2 bimbi è il minimo! E sì AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA NEVAAAA ♥ ♥ ♥
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stunmewithyourlasers · 2 years ago
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5 e 9
5.hai una tumblr crush?
Crush è un parolone,ci sono un paio di persone che reputo per un motivo o per un altro,interessanti
Però sono timido e con le social skills di un orso,quindi rip
9.Tagga i tuoi blog preferiti
@malumoree @peoniasstuff @orotrasparente
@ladyfrnkenstein
Sicuro qualcuno mi sfugge,ma se vi riempio di like/rebloggo spesso ci siete anche voi patati🍃
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freedomtripitaly · 5 years ago
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L’Italia è ricca di paradisi balneari abbracciati da una natura rigogliosa e se si è alla ricerca di oasi sospese tra bellezze naturali e storia millenaria, niente di meglio che esplorare le coste della Calabria per trovarle. Nascosta in provincia di Crotone, Isola di Capo Rizzuto è una ridente cittadina litoranea dove spiagge dorate e mare cristallino si incontrano per offrire panorami assolutamente mozzafiato. Lo spettacolare paese calabro è scelto principalmente come meta le vacanze estive, grazie ai suoi 34 chilometri di costa che alterna calette incantate, lidi sabbiosi e fondali tutti da scoprire. Questo piccolo comune ha però in realtà molto di più da offrire ai suoi visitatori: da castelli a chiese antiche, da reperti archeologici a succulente prelibatezze culinarie. Un piccolo universo tutto da scoprire. Cosa vedere a Isola di Capo Rizzuto Questo gioiello della Calabria affonda le sue radici in un passato davvero antico, e conobbe periodi di fasto e splendore nel Medioevo, quando divenne oltre che un importante centro commerciale anche un forte difensivo capace di tenere al sicuro la popolazione dagli attacchi dei pirati saraceni e turchi. Diverse infatti sono le fortezze, e mura e le torri di avvistamento che punteggiano la zona. E’ proprio un edificio militare ad essere il simbolo di Isola di Capo Rizzuto: il Castello Aragonese della località Le Castella, un sogno architettonico da non perdere per niente al mondo se si capita da queste parti. La posizione di questa struttura difensiva è decisamente particolare: sorge su un isolotto poco fuori dalla costa ed è collegata alla terraferma da una lingua di terra che emerge ed è praticabile solo nei momenti di bassa marea. Con l’alta marea invece il Castello è completamente isolato e circondato dalle onde, a rendere il luogo ancora più suggestivo. Il maniero non ospitò mai la nobiltà del territorio, ma servì invece da ricovero per i soldati impegnati nella lotta ai numerosi attacchi provenienti dal mare. L’impianto originario della struttura dovrebbe risalire al XIV secolo ed è verso la fine del XV secolo la fortezza di Le Castella passò in mano aragonese. Il Castello poggia però su fondamenta databili nel periodo Magno-Greco (400 a.c.) e secondo la leggenda fu utilizzata addirittura da Annibale, quando egli soggiornò nella zona nel III secolo a.C. Testimonianza dell’antica età del forte sono le diverse fasi edilizie sovrapposte le une alle altre, ancora visibili nell’architettura: influenze normanne, sveve, bizantine, angioine ed aragonesi hanno modellato le mura di di questo capolavoro difensivo. In anni recenti il castello Aragonese è stato restaurato e reso visitabile, ed è divenuto più volte set di riprese cinematografiche e location per spot pubblicitari. La località Le Castella è anche una delle più celebri zone di balneazione della zona, apprezzata per le sue spettacolari spiagge dalle sfumature rossastre e per le sue acque limpide e ricche di fauna. L’area marina protetta di questo angolo della Calabria è infatti il luogo perfetto per gli amanti dello snorkeling e del diving e nel corso delle immersioni in questi magnifici fondali è possibile ammirare relitti e diverse specie ittiche facilmente avvistabili. Un’altra interessante testimonianza storica di Isola di Capo Rizzuto è il Parco Archeologico situato nella frazione di Capo Colonna. La località deve il suo nome alla presenza di una colonna dorica, probabilmente parte in epoche passate di un Tempio dedicato alla dea Hera Lacinia. Sono ammirabili qui inoltre alcuni resti murari di epoca greca sepolti dalle acque del mare. E’ nella frazione di Capo Bianco invece che si trovano altre due reperti risalenti all’epoca in cui Isola di Capo Rizzuto copriva un compito difensivo di rilievo: svettano qui la Torre Vecchia e la Torre Nuova, che sorvegliano dall’alto tutta la costa e rendono lo skyline del paese incredibilmente caratteristico. Passeggiando per il centro di Isola di Capo Rizzuto ci si può perdere letteralmente tra vicoli e stradine, fino ad arrivare al Santuario della Madonna Greca, un luogo che gli amanti delle architetture religiose non possono assolutamente perdersi. Dedicato alla Protettrice della città, considerata la più antica delle madonne bizantine venerate nel territorio calabro, l’edificio sorge su monastero normanno, e custodisce al suo interno diverse opere di pregio. Tra le più interessanti si annovera il quadro che narra la leggenda legata a questo sito religioso: in tempi ormai remoti, un pescatore calabrese trovò su una spiaggia un’icona sacra raffigurante la Madonna con il bambino che divenne secondo la credenza popolare fonte di diversi miracoli, tanto da ispirare la costruzione in suo onore del Santuario. La Festa della Madonna Greca, dedicata proprio a questa icona sacra, è ancora oggi una delle più sentite e partecipate di Isola di Capo Rizzuto e si tiene a maggio e ad agosto ogni anno. Le spiagge più belle di Isola di Capo Rizzuto Sole caldissimo, clima mite per la maggior parte dell’anno e un mare tra i più trasparenti d’Italia: Isola di Capo Rizzuto in Calabria non delude di certo gli amanti della vita da spiaggia, che oltre ai già citati litorali di Le Castella possono andare alla scoperta della quiete della piccola frazione di Capo Bianco che custodisce spiagge libere e mai troppo affollate. Qui il mare è a dir poco meraviglioso e invita a tuffarsi senza indugi. Altre bellissime spiagge di Isola di Capo Rizzuto sono la Spiaggia Grande e quella di Capo Piccolo, una zona baciata dalla macchia mediterranea. Le Cannella invece è una spiaggia imperdibile di Isola di Capo Rizzuto, che offre ai suoi avventori acque di cristallo e sabbie color rosso. Non ci si può perdere nemmeno la Spiaggia di Sovereto o la Spiaggia dei Cavallucci, com’è impossibile sfuggire al fascino della Spiaggia dei Gigli una caletta soleggiata che lascia crescere rari gigli marini sulla sua stretta lingua di sabbia dorata. L’ambiente marino che circonda Isola di Capo Rizzuto è di tale valore naturalistico da aver portato all’istituzione di un’Area Marina Protetta a tutela di questo prezioso tratto di costa. Se si desidera avere un assaggio delle meraviglie sommerse del territorio anche se non si è provetti sub, l’Aquarium è il posto dove andare. Qui sono stati ricreati magistralmente gli habitat dell’area marina protetta, rendendo possibile a tutti osservare da vicino piante ed animali che popolano i fondali di Isola di Capo Rizzuto. Cosa mangiare a Isola di Capo Rizzuto Soppressata, provola e ‘nduja, salame piccante spalmabile, sono vere e proprie icone della Calabria, da gustare senza dubbio se ci si trova a tavola in questo angolo di Crotone. D’obbligo anche degustare i piatti di pesce fresco tipici della zona come u quadaru, una zuppa ricavata da un mix di pescato, o la sardeddra, neonata di pesce amalgamata con peperoncino chiamata anche con l’evocativo nome di caviale calabrese. La cucina calabrese è rinomata in Italia e all’estero per i suoi sapori forti e genuini, offerti oltre che dalla ‘nduja anche dai formaggi calabresi come pecorino, provola e ricotta di pecora. Seduti ad un tavolo vista mare di uno dei numerosi ristoranti di Isola di Capo Rizzuto non si può non ordinare a patati e pipi friuti, un piatto a base di patate e peperoni fritti piccanti, oppure il riso e finocchia, preparato con delizioso finocchietto selvatico. Da non lasciarsi scappare nemmeno un assaggio di covateddri al sugo di maiale, piccoli gnocchetti di farina di grano duro fatti a mano. E per dessert? Pitta cc’u l’ojjhu, tardiddri o crocette, dolci estremamente calorici ma incredibilmente gustosi. https://ift.tt/2zHVnqf Alla scoperta di Isola di Capo Rizzuto, in Calabria L’Italia è ricca di paradisi balneari abbracciati da una natura rigogliosa e se si è alla ricerca di oasi sospese tra bellezze naturali e storia millenaria, niente di meglio che esplorare le coste della Calabria per trovarle. Nascosta in provincia di Crotone, Isola di Capo Rizzuto è una ridente cittadina litoranea dove spiagge dorate e mare cristallino si incontrano per offrire panorami assolutamente mozzafiato. Lo spettacolare paese calabro è scelto principalmente come meta le vacanze estive, grazie ai suoi 34 chilometri di costa che alterna calette incantate, lidi sabbiosi e fondali tutti da scoprire. Questo piccolo comune ha però in realtà molto di più da offrire ai suoi visitatori: da castelli a chiese antiche, da reperti archeologici a succulente prelibatezze culinarie. Un piccolo universo tutto da scoprire. Cosa vedere a Isola di Capo Rizzuto Questo gioiello della Calabria affonda le sue radici in un passato davvero antico, e conobbe periodi di fasto e splendore nel Medioevo, quando divenne oltre che un importante centro commerciale anche un forte difensivo capace di tenere al sicuro la popolazione dagli attacchi dei pirati saraceni e turchi. Diverse infatti sono le fortezze, e mura e le torri di avvistamento che punteggiano la zona. E’ proprio un edificio militare ad essere il simbolo di Isola di Capo Rizzuto: il Castello Aragonese della località Le Castella, un sogno architettonico da non perdere per niente al mondo se si capita da queste parti. La posizione di questa struttura difensiva è decisamente particolare: sorge su un isolotto poco fuori dalla costa ed è collegata alla terraferma da una lingua di terra che emerge ed è praticabile solo nei momenti di bassa marea. Con l’alta marea invece il Castello è completamente isolato e circondato dalle onde, a rendere il luogo ancora più suggestivo. Il maniero non ospitò mai la nobiltà del territorio, ma servì invece da ricovero per i soldati impegnati nella lotta ai numerosi attacchi provenienti dal mare. L’impianto originario della struttura dovrebbe risalire al XIV secolo ed è verso la fine del XV secolo la fortezza di Le Castella passò in mano aragonese. Il Castello poggia però su fondamenta databili nel periodo Magno-Greco (400 a.c.) e secondo la leggenda fu utilizzata addirittura da Annibale, quando egli soggiornò nella zona nel III secolo a.C. Testimonianza dell’antica età del forte sono le diverse fasi edilizie sovrapposte le une alle altre, ancora visibili nell’architettura: influenze normanne, sveve, bizantine, angioine ed aragonesi hanno modellato le mura di di questo capolavoro difensivo. In anni recenti il castello Aragonese è stato restaurato e reso visitabile, ed è divenuto più volte set di riprese cinematografiche e location per spot pubblicitari. La località Le Castella è anche una delle più celebri zone di balneazione della zona, apprezzata per le sue spettacolari spiagge dalle sfumature rossastre e per le sue acque limpide e ricche di fauna. L’area marina protetta di questo angolo della Calabria è infatti il luogo perfetto per gli amanti dello snorkeling e del diving e nel corso delle immersioni in questi magnifici fondali è possibile ammirare relitti e diverse specie ittiche facilmente avvistabili. Un’altra interessante testimonianza storica di Isola di Capo Rizzuto è il Parco Archeologico situato nella frazione di Capo Colonna. La località deve il suo nome alla presenza di una colonna dorica, probabilmente parte in epoche passate di un Tempio dedicato alla dea Hera Lacinia. Sono ammirabili qui inoltre alcuni resti murari di epoca greca sepolti dalle acque del mare. E’ nella frazione di Capo Bianco invece che si trovano altre due reperti risalenti all’epoca in cui Isola di Capo Rizzuto copriva un compito difensivo di rilievo: svettano qui la Torre Vecchia e la Torre Nuova, che sorvegliano dall’alto tutta la costa e rendono lo skyline del paese incredibilmente caratteristico. Passeggiando per il centro di Isola di Capo Rizzuto ci si può perdere letteralmente tra vicoli e stradine, fino ad arrivare al Santuario della Madonna Greca, un luogo che gli amanti delle architetture religiose non possono assolutamente perdersi. Dedicato alla Protettrice della città, considerata la più antica delle madonne bizantine venerate nel territorio calabro, l’edificio sorge su monastero normanno, e custodisce al suo interno diverse opere di pregio. Tra le più interessanti si annovera il quadro che narra la leggenda legata a questo sito religioso: in tempi ormai remoti, un pescatore calabrese trovò su una spiaggia un’icona sacra raffigurante la Madonna con il bambino che divenne secondo la credenza popolare fonte di diversi miracoli, tanto da ispirare la costruzione in suo onore del Santuario. La Festa della Madonna Greca, dedicata proprio a questa icona sacra, è ancora oggi una delle più sentite e partecipate di Isola di Capo Rizzuto e si tiene a maggio e ad agosto ogni anno. Le spiagge più belle di Isola di Capo Rizzuto Sole caldissimo, clima mite per la maggior parte dell’anno e un mare tra i più trasparenti d’Italia: Isola di Capo Rizzuto in Calabria non delude di certo gli amanti della vita da spiaggia, che oltre ai già citati litorali di Le Castella possono andare alla scoperta della quiete della piccola frazione di Capo Bianco che custodisce spiagge libere e mai troppo affollate. Qui il mare è a dir poco meraviglioso e invita a tuffarsi senza indugi. Altre bellissime spiagge di Isola di Capo Rizzuto sono la Spiaggia Grande e quella di Capo Piccolo, una zona baciata dalla macchia mediterranea. Le Cannella invece è una spiaggia imperdibile di Isola di Capo Rizzuto, che offre ai suoi avventori acque di cristallo e sabbie color rosso. Non ci si può perdere nemmeno la Spiaggia di Sovereto o la Spiaggia dei Cavallucci, com’è impossibile sfuggire al fascino della Spiaggia dei Gigli una caletta soleggiata che lascia crescere rari gigli marini sulla sua stretta lingua di sabbia dorata. L’ambiente marino che circonda Isola di Capo Rizzuto è di tale valore naturalistico da aver portato all’istituzione di un’Area Marina Protetta a tutela di questo prezioso tratto di costa. Se si desidera avere un assaggio delle meraviglie sommerse del territorio anche se non si è provetti sub, l’Aquarium è il posto dove andare. Qui sono stati ricreati magistralmente gli habitat dell’area marina protetta, rendendo possibile a tutti osservare da vicino piante ed animali che popolano i fondali di Isola di Capo Rizzuto. Cosa mangiare a Isola di Capo Rizzuto Soppressata, provola e ‘nduja, salame piccante spalmabile, sono vere e proprie icone della Calabria, da gustare senza dubbio se ci si trova a tavola in questo angolo di Crotone. D’obbligo anche degustare i piatti di pesce fresco tipici della zona come u quadaru, una zuppa ricavata da un mix di pescato, o la sardeddra, neonata di pesce amalgamata con peperoncino chiamata anche con l’evocativo nome di caviale calabrese. La cucina calabrese è rinomata in Italia e all’estero per i suoi sapori forti e genuini, offerti oltre che dalla ‘nduja anche dai formaggi calabresi come pecorino, provola e ricotta di pecora. Seduti ad un tavolo vista mare di uno dei numerosi ristoranti di Isola di Capo Rizzuto non si può non ordinare a patati e pipi friuti, un piatto a base di patate e peperoni fritti piccanti, oppure il riso e finocchia, preparato con delizioso finocchietto selvatico. Da non lasciarsi scappare nemmeno un assaggio di covateddri al sugo di maiale, piccoli gnocchetti di farina di grano duro fatti a mano. E per dessert? Pitta cc’u l’ojjhu, tardiddri o crocette, dolci estremamente calorici ma incredibilmente gustosi. Dalle meravigliose spiagge alle chiese antiche, dai monumenti alle bontà culinarie, ecco cosa vedere a Isola di Capo Rizzuto nel cuore della Calabria.
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ufficiosoggettismarriti · 5 years ago
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TI INSULTO IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO (Edizione Cina)
No, i cinesi non sono dei teneri tatoni dal cuore di marshmallow. 
Dietro quel dolce sorriso e quegli occhietti carini possono celare segreti indicibili.
E’ per questo che li amo.
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Oggi parleremo di come insultare il capo, la collega, l’ex fidanzato o il nostro commercialista, senza che nessuno si accorga di una beneamata minchia.
IN CINESE.
Ebbene sì, perchè il parlante cinese può attingere ad un’intera enciclopedia di insulti, 骂人的话 màrén de huà, letteralmente: le parole che insultano le persone.
(Sono precisini in tutto, che patati).
Ovviamente le prime imprecazioni sono riservate alle donne perché noi non ci facciamo mancare mai nulla, in tutti i luoghi in tutti i laghi, in tutte le culture, lingue, popolazioni e latitudini del mondo.
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La massima offesa per una signorina è darle del  公共汽车, Gōnggòng qìchē, ovvero dell'AUTOBUS. 
Se in Italia le donne “facili ed esperte” si apostrofano con l’espressione “nave scuola”, in Cina vengono identificate con l’epiteto “autobus pubblico”.
(Come insinuare che tutti, prima poi, ci faranno un giro. A buon intenditor)
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Come nella lingua italiana, ci sono degli animali che quando vengono tirati in ballo non indicano mai nulla di buono: oltre al maiale 猪 zhu, c’è l’onnipresente cane 狗 gou. 
Tra gli esempi più carini da usare ad un brunch di famiglia con i cugini leghisti:
 蠢猪 chun zhu! Stupido come un maiale. 
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Ad un uomo è sconsigliato dire 戴绿帽子! 
Ovvero che indossa un cappello verde. 
Nell'antichità veniva portato solo da chi aveva sorelle o parenti nel giro della prostituzione. Oggi viene usato per dare del cornuto.
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屁话 Pìhuà.  Il tipico insulto da prima elementare. 
Adatto quindi al quoziente intellettivo del 50% delle persone che conosco.
E’ formato dalle parole 屁=peti + 话=dire. 
A voi la traduzione.
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E ora veniamo agli insulti seri.
Quelli che è meglio non ci siano lame o bottiglie in giro o ci scappa il morto. 
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操你祖宗十八代 cào nǐ zǔzōng shíbā dài. 
Avete presente quel tipo di imprecazione che coinvolge “te e tutta la razza tua”? Bene, questa espressione invita ad andare a quel paese non solo voi, ma anche tutta la 18° generazione dei vostri avi.
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叫你生孩子没屁股眼 jiào nǐ shēng háizi méi pìgu yǎn 
Decisamente tra le iatture più originali: “Possano i tuoi figli nascere con un ano imperforato”. Ora me lo tatuo in fronte, che meraviglia.
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E poi ancora 去死 Qù sǐ. Proprio come dicono a Roma “Va a mori’ ammazzato”
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Ultima, ma non per importanza:
他妈的! Ta-ma-de! Considerata la “parolaccia nazionale”. 
Letteralmente significa “di sua madre!" 
(Gli insulti sulle madri uniscono il mondo amici)
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Cosa ci insegna questo lungo e dettagliato elenco di imprecazioni?
Che perfino le persone più sorridenti, quelle che vi parlano tranquillamente con un vocabolario apparentemente normale, potrebbero insultarvi senza che ve ne accorgiate. Non sottovalutateli (ci) ❤
Ah, ultimo consiglio: mai parlare di 王八蛋 (uova di tartaruga) con un cinese. 
Come diceva la mia insegnante "Rischi di dirgli che è un figlio di…Autobus”.
#leparolesonoimportanti
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heresiae · 7 years ago
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l’altro giorno Cuginetto (figlio di mio cugino) ha detto a Nipotino (figlio di mia cugina, quindi i tue patati sono cugini primi), che Babbo Natale non esiste. Cugina è tristissima per la cosa.  allora, era un po’ che sentivo che Cuginetto (7 anni) era uno stronzo epocale, che bullizzava Nipotino (4 anni) in maniera consistente e brutale, ma non ho mai avuto così tanta voglia di andare da un mio parente (Cugino) e prenderlo a schiaffi. dovrei prendere a schiaffi pure la moglie, ma lei proviene dal quel paese buco in culo da cui sono fuggita a gambe levate per le superiori e dove mia madre ha ancora la sfiga di vivere, quindi capiamoci, è genetica, non aveva altra scelta se non essere una testa di cazzo. Cugino invece la scelta di andare a inzuppare il biscotto in altre lande ce l’aveva. schiaffi.
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blogitalianissimo · 7 years ago
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CHE BELLO SIAMO IN TANTISSIMI A SHIPPARE QUEI DUE PATATI DI CAMPANIA/LOMBARDIA AHHHHHH
Vero! Sono i più shippati! Anche se me l’aspettavo, ogni volta che li disegno insieme mi arrivano spesso un sacco di messaggi su di loro! 
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